Sei sulla pagina 1di 56

Balcani, la rivincita delle donne

Una crescita significativa della presenza femminile nei ruoli dirigenziali e di alto livello demolisce vecchi clich Sembra ormai privo di ogni validit ladagio secondo cui lambiente economico e finanziario del sud-est europeo sarebbe prettamente ostile alloccupazione femminile, visto che negli ultimi anni in forte crescita il numero di donne ai vertici di societ (private e pubbliche) e organizzazioni non governative. Secondo i dati del 2012 forniti dall'Istituto statistico di Tirana, riportati dal sito internet Southeast Europe Times, in Albania il 27,4 per cento delle imprese attive guidato da donne, che in molti casi ne detengono anche la propriet, a fronte del 22,9 per cento registrato nel 2005. Gran parte del merito va senzaltro al piano di rilancio della presenza femminile nei ruoli dirigenziali e di alto livello, messo a punto tre anni fa dal consiglio dei ministri albanese nellintento di elaborare una serie di obiettivi da centrare nel periodo 2010-2020. Del resto la strategia stata concordata con UN Women (lorganismo delle Nazioni Unite che si occupa di favorire le pari opportunit in ogni settore), attualmente in stretto contatto con il ministero dellEconomia albanese, per favorire lattuazione di misure a sostegno delle donne che vogliono entrare nel mondo degli affari. Dai risultati ottenuti finora, in linea peraltro con le condizioni stabilite dallUnione Europea, evidente lincremento della partecipazione femminile nellambito economico e finanziario albanese, nonostante vadano elaborate politiche macroeconomiche ancora pi innovative. Inoltre il governo ha aperto un canale di comunicazione privilegiato con le decine di tavole rotonde, ong e associazioni femminili del Paese costantemente aggiornate sulle politiche economiche e sociali volte a soddisfare gli obiettivi preventivati e concordati. Molte ragazze albanesi che non hanno le capacit economiche per sostenere ingenti spese universitarie, pur mostrando voglia di sacrifici e forza di volont, usufruiscono delle borse di studio finanziate da un apposito fondo istituito dal ministero dellIstruzione, spiega Arbana Kadriu, professoressa di Informatica presso luniversit Southeast Europe di Tetovo. Il turismo si conferma il settore privilegiato per la presenza femminile ai vertici di societ e aziende albanesi: un quarto delle imprese che lavorano con lAgenzia turistica nazionale

vengono gestite o co-gestite da donne, come conferma Matilda Naco-Andoni, direttrice della stessa Agenzia. Negli ultimi quattro anni 13 societ hanno ottenuto il premio di produttivit per i migliori risultati raggiunti in ambito turistico e 6 di loro sono guidate da donne, ricorda Delina Fico, a capo del consiglio di amministrazione dellong Empowerment Women Network, secondo la quale c ancora parecchia strada da percorrere per ottenere un maggiore sostegno in termini di accesso al credito, un sentiero formativo pi professionale e leliminazione di tutte le barriere esistenti. Ma la cultura dellemancipazione deve essere pienamente recepita dallintero mondo femminile dei Balcani, sostiene Fitnete Sula presidentessa dellassociazione che raccoglie le compagnie assicurative albanesi - giacch necessaria una partecipazione attiva e costante. Ottimi risultati sul fronte della partecipazione femminile ai vertici del sistema economico e finanziario, sono stati ottenuti anche in Montenegro, il cui governo ha adottato negli ultimi tre anni una serie di misure per incoraggiare l'imprenditoria rosa. "La creazione di un ambiente favorevole al coinvolgimento femminile nelle alte sfere imprenditoriali e societarie apporter evidenti benefici allintero sistema. accertato che il lavoro delle donne contribuisca in maniera determinante alla crescita economica, riferisce Bojana Boskovic, vice ministra montenegrina delle Finanze.

Atene vuole 160 miliardi da Berlino


Il governo greco presenter alla cancelleria tedesca un conto astronomico come indennizzo per i danni di guerra, ma lobiettivo ritrattare i prestiti europei 160 miliardi di euro: una parcella stratosferica che presto il governo di Atene presenter alla cancelleria tedesca come risarcimento per i danni commessi dallesercito nazista sul territorio greco durante la seconda guerra mondiale. Lo scoop del New York Times, che riuscito a ottenere la scottante relazione emessa la scorsa settimana dal consiglio dei ministri greco guidato dal primo ministro Antonis Samaris. Una somma da capogiro, dunque, che equivale alla met dellattuale debito pubblico di Atene e che riguarderebbe

soltanto i danni alle infrastrutture; calcolando anche i danni privati, i finanziamenti bancari forzosi e le opere darte trafugate il conto potrebbe toccare la soglia vertiginosa dei 500 miliardi di euro. La disputa antica, ormai, e si basa sullaccordo imposto nel dopoguerra alla Grecia da Stati Uniti e Gran Bretagna, mediante il quale Atene rinunciava alle riparazioni di guerra per non provocare unulteriore iper-inflazione sulla Germania gi oberata da una voragine di debiti. Ma c di pi: Atene reclama da anni un presunto prestito forzoso erogato nel 1945 appunto per alleggerire la situazione tedesca, ma sulla fondatezza di tale finanziamento non ci sarebbe alcuna prova. In ogni modo lex ministro del Tesoro greco, Nikos Christodoulakis, ha calcolato che in base ai tassi dinteresse e al valore nominale il prestito corrisponderebbe alla somma attuale di 24 miliardi di euro. Da qui la singolare proposta avanzata dallex ministro di scambiare la rinuncia al presunto credito con lannullamento della quota tedesca negli aiuti economici elargiti dalla Troika europea favore di Atene. Nonostante da Berlino non sia arrivata alcuna replica allarticolo del New York Times, lex ministro delle Finanze tedesco, Wolfagang Schaeuble, ha ribadito pi volte che la querelle chiusa definitivamente dagli accordi passati. Molti analisti ed opinionisti sostengono, tuttavia, che il governo greco non voglia realmente ottenere i risarcimenti per i danni di guerra, ma esercitare una forte pressione diplomatica e mediatica su Berlino per ottenere condizioni pi favorevoli riguardo ai prestiti erogati dalle autorit europee.

Pice kosovara al teatro serbo


Per la prima volta dopo 30 anni unopera in lingua albanese viene presentata nel Paese, allinsegna della pace e della fratellanza Per la prima volta dopo 30 anni una pice teatrale kosovara solca le scene di un teatro serbo, pi precisamente il JoakimInterFest a Kragujevac. Lo spettacolo, scritto in albanese dal drammaturgo Jeton Neziraj, calcher il palco del teatro fino al 22 ottobre ed ha riscosso ottimi risultati in patria guadagnando recensioni estremamente positive. Qualcuno vol sul teatro del Kosovo una commedia politica su uno dei pi importanti eventi di questo secolo,

la nascita dello stato kosovaro. Circa dieci anni dopo la fine della guerra, il Kosovo, fino ad allora amministrato dalla Missione delle Nazioni Unite, si appresta a dichiarare l'indipendenza. Il sottosegretario del Ministero dello Sport chiede alla compagnia teatrale nazionale di preparare un grandioso spettacolo che verr eseguito il giorno dellindipendenza e per tale ragione vengono stanziati ben due milioni di euro. La compagnia teatrale orgogliosa e si sente molto privilegiato, ma la gioia viene contenuta dalle molte sfide che si presentono dinanzi. Oltre al requisito del politically correct, la compagnia deve affrontare altri due problemi: in primo luogo, il giorno in cui verr dichiarata l'indipendenza stato tenuto segreto, e in secondo luogo, la pice deve includere un discorso non scritto dal Presidente del Consiglio, che verra letto quel giorno in Parlamento. Mentre la compagnia teatrale comincia le prove, James, il tecnico di scena, impegnato in un progetto parallelo: comincia a costruire un aeroplano che intende pilotare in tutto il mondo con l'obiettivo di diffondere dappertutto la notizia dellindipendenza montenegrina.

Potrebbero piacerti anche