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Il 12 settembre 2009 morto Norman Ernest Borlaug, lagronomo americano premio Nobel per la pace (1970), definito il padre della rivoluzione verde . Non c dubbio che oltre 50 anni di agricoltura industrializzata abbiano contribuito a migliorare il tenore di vita di una gran parte della popolazione mondiale, ma al tempo stesso laumento delle rese agrarie stato anche tra le cause scatenanti del decollo esponenziale del numero di abitanti del pianeta: da 2,5 miliardi nel 1950 agli attuali 6,8 miliardi.
Correggere gli eccessi, rispettare i limiti Gli ecologi americani David e Marcia Pimentel nella terza edizione di Food, Energy and Society (2008) mettono in guardia dal considerare tutto ci un miracolo. La rivoluzione verde stata attuata al prezzo di un massiccio uso di fertilizzanti di sintesi, fitofarmaci, erbicidi, meccanizzazione e irrigazione spinte, miglioramento genetico e riduzione esasperata delle variet vegetali impiegate (solo quelle maggiormente produttive, per tacere degli ogm), trasporto a lunga gittata dei Lagricoltura del XXI secolo deve salvare prodotti, preparazioni agroalimentari complesse gestite ci che di buono ha introdotto la rivoluzione su scala industriale. Ci ha determinato inquinamento verde, in particolare lenorme mole dei suoli, dellaria e delle acque, erosione dello strato di conoscenza maturata in tutti i rami utile di terreno, perdita di sostanza organica, riduzione della biologia vegetale, della microbiologia, degli ambienti umidi e forestali con conseguente perdidelle pratiche agronomiche e della chimica ta di biodiversit, massiccia dipendenza dellagricoltura agraria, introducendo tuttavia sostanziali dai combustibili fossili, con aberrazioni che nei paesi incorrettivi per tutti gli eccessi che hanno dustrializzati portano alluso di 10 calorie fossili per lotportato a livelli insostenibili lo stress tenimento di una alimentare, e ancora, un forte impatto degli ecosistemi sociale sulle culture rurali. Daltra parte, il continuo incremento di popolazione non fa che spingere questi problemi verso il parossismo, in quanto preme per la conquista di sempre nuove superfici agrarie a scapito degli ecosistemi quali la foresta tropicale o distrugge porzioni rilevanti di eccellenti suoli agrari attraverso lurbanizzazione incontrollata. A fine settembre 2009, sulla rivista Nature si aperto un dibattito sul tema Un prudente spazio di manovra per lumanit
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Lagricoltura dovr diminuire il proprio impatto e aumentare la propria resilienza, mentre una seria politica demograca deve decidere se nel 2050 ci sar un mondo con nove miliardi di umani malnutriti e in perenne conitto per accaparrasi le risorse restanti di un ecosistema degradato, o una popolazione stazionaria che riesce a ottenere ci di cui necessita attraverso una rafnata gestione dei ussi di materia e di energia
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