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RISCHIO
probabilit matematica che un fattore (attivit, materiale, ambiente) provochi un danno. = pericolo X esposizione = pericolo X danno provocato
PERICOLO
ESPOSIZIONE
misura quantitativa, affinch ci sia esposizione, il pericolo deve essere presente in una certa quantit.
2
1. presenza di agenti chimici pericolosi (fattori di rischio chimico); 2. presenza di condizioni di esposizione (fattori di rischio espositivo).
Rischio chimico derivante da esposizione ad agenti chimici pericolosi Presenza di condizioni di esposizione (es modalit operative)
RISCHIO
PERICOLO
ESPOSIZIONE
3
2
Valutazione dellEsposizione
Lo scopo stimare: - lestensione dellesposizione alle sostanze; -i potenziali effetti tossici acuti e cronici e cancerogeni delle sostanze;
4
Caratterizzazione del Rischio
Le informazioni sulla concentrazione e sullesposizione ottenute tramite la Valutazione dellesposizione (2) vengono associate alle informazione ottenute tramite la Valutazione della dose-risposta(3).
3
Valutazione della dose-risposta
Relazione tra lesposizione ad una sostanza e gli effetti avversi 4 da essa causati nella popolazione.
1
Identificazione del Pericolo
la fase in cui viene determinata lesistenza di un pericolo, quali sono le sostanze coinvolte nel problema ed eventualmente se queste sostanze sono causa di effetti avversi sulla salute umana.
2
Valutazione dellEsposizione
Quantificazione delle emissioni, Trasporto nellambiente Destino nellambiente Identificazione delle vie di esposizione: ingestione, inalazione, contatto dermico Identificazione della popolazione esposta Esposizione a breve e a lungo termine X ogni sostanza devono essere valutati gli effetti 5 tossici acuti e cronici e quelli cancerogeni
Esposizione (E)
(Ingestione e Inalazione)
C = concentrazione della sostanza nellambiente mg/m3, mg/L o mg/Kg Ef = frequenza dellesposizione = 350 giorni/anno Edbambini= durata esposizione = 6 anni Ed = durata esposizione = 70 anni o 30 (residenziale e ricreativo) IRbambini= tasso di contatto giornaliero: 12 m3, 1L IR = tasso di contatto giornaliero: 20 m3, 2L Bwbambini = 15 kg Bw = 70 kg 6 At = periodo di esposizione = 365 giorni (per le cancerogene x 70 anni)
Esposizione (E)
BAMBINI: E (mg/Kg/die) = ADULTI: E (mg/Kg/die)= (C) (Ef) (Ed) (Sa) (Kp) (Cf) (Et) ----------------------------------------(BW) (At) (C) (Ef) (Ed) (Sa) (Kp) (Cf) (Et) ---------------------------------------(BW) (At)
(Contatto dermico)
C = concentrazione della sostanza nellambiente mg/m3, mg/L o mg/Kg Ef = frequenza dellesposizione = 350 giorni/anno Edbambini= durata esposizione = 6 anni Ed = durata esposizione = 70 anni o 30 (residenziale e ricreativo) Sabambini= superficie pelle esposta: 9300 cm2 Sa = superficie pelle esposta: 19400 cm2 Kp = costante di permeabilita specifica per sostanza (vv tabelle tox) Et = durata doccia 0.25 hr/giorno Cf = fattore di conversione=10-3 L/cm3 (1L= 1000 cm3) Bwbambini = 15 kg Bw = 70 kg At = periodo di esposizione = 365 giorni (x tot anni)
3
Valutazione della dose-risposta
Diverse classi di effetti negativi: tossicit acuta, tossicit cronica e cancerogenicit. esiste una dose-soglia a cui si manifestano i primi sintomi per gli effetti tossici, ma non per gli effetti cancerogeni ( non ancora stata dimostrata).
Rischio cancerogeno
No dose-soglia, il rischio direttamente proporzionale alla dose.
Il superamento di un REL non vuol dire che necessariamente si manifester un impatto negativo sulla salute, comunque livelli di esposizione superiori ai REL hanno una probabilit maggiore ma indefinita di portare ad un effetto avverso, specialmente nelle persone sensibili (bambini, anziani, immunodepressi, malati cronici, donne in gravidanza).
10
RfD o RfC
NOAEL stimato
vero NOAEL
LOAEL
12
Probabilit cancerogena
Dose
Le valutazioni dose-risposta sono fatte per i cancerogeni certi, e probabili per luomo. Il modello matematico utilizzato dallEPA quello Multistage linearizzato che estrapola le alte dosi di sostanza utilizzate in studi su animali alle basse esposizioni ambientali. 13 (CSF) La pendenza della retta rappresenta il grado di potenza cancerogena della sostanza che rischio addizionale per unit di dose di sostanza (mg/kg/die).
DOSE
NOAEL LOAEL
14
Fattori di Sicurezza
I dati sperimentali sono basati su test su animali esposti ad alte dosi estrapolazione delle alte dosi a cui sono sottoposti gli animali alle bassi dosi riscontrate nellambiente tramite lutilizzo di modelli matematici. I modelli esistenti sono numerosi e talvolta possono portare a valutazioni di rischio diverse. Gli effetti osservati sugli animali devono venire estrapolati alluomo, ma gli animali hanno spesso una diversa suscettibilit alle sostanze a causa del diverso metabolismo, taglia e altre cause. La popolazione umana possiede una variabilit genetica maggiore di quella degli animali di laboratorio per cui le differenze delle risposte delluomo alle sostanze cancerogene sono maggiori di quelle osservate sugli animali in laboratorio. E probabile che queste procedure possano sovrastimare il rischio per alcune sostanze, ma accettabile perch maggiormente protettivo per la salute umana.
15
R = HQ = E / RELs
Quando HQ >1 esistono rischi per la salute,pi HQ alto pi i rischi sono probabili. HI= Hazard Index: dato dalla somma di due o pi HQ
HQ ei HI devono essere determinati per ogni organo bersaglio.
R = E X CSF
Il valore calcolato rappresenta valore massimo di eccesso di rischio di contrarre un cancro per tutta la vita che stabilito < a 1 caso x 10-5/10-6
16
Il confine tra PREVENZIONE PRIMARIA e PREVENZIONE SECONDARIA fondamentalmente condizionato da un dinamico trasformarsi del concetto di malattia
17
18
LOBIETTIVO FINALE CERTAMENTE DEFINIRE IL LIVELLO DI BIOMARKER IN UN SOGGETTO MA ANCHE E SOPRATTUTTO DEFINIRE IL LIVELLO DI RISCHIO NEL QUALE IL SOGGETTO STESSO SI TROVA Percorso teorico: QUAL IL LIVELLO DI BIOMARKER RISCONTRATO? COME SI COLLOCA TALE VALORE RISPETTO A QUELLI RISCONTRATI NELLA POPOLAZIONE GENERALE? COME VALUTIAMO LESPOSIZIONE? Esempio: il soggetto X presenta 20ppt di benzene nel sangue questo soggetto collocabile nel 50th percentile per i livelli di benzene nel sangue della popolazione adulta europea E probabile che circa l80% del benzene presente nel suo corpo provenga dallesposizione a miscele di composti chimici presenti in ambiente ed il rimanente sia dovuto a processi biologici naturali La concentrazione misurata nel soggetto X pari a circa il 5% dei livelli medi riscontrabili nei lavoratori impiegati nella raffinazione del petrolio
tale soggetto non mostra una situazione di rischio particolare per le patologie correlate al benzene perch il livello di []del biomarker determinato molto pi basso rispetto ai lavoratori esposti, inoltre paragonabile ai 19 valori di fondo della popolazione generale
Paustenbach & Galbraith, 2006
COME SI COLLOCA TALE VALORE RISPETTO A QUELLI RISCONTRATI NELLA POPOLAZIONE ESPOSTA? QUAL IL LIVELLO DI RISCHIO ATTRIBUIBILE AL SOGGETTO?
MALATTIA
PREVENZIONE
Fonti di esposizione
MALATTIA
Lapprofondimento delle conoscenze alla base del processo etiologico delle malattie ha fornito ulteriori strumenti di prevenzione. DA MALATTIA CLINICA A MALATTIA BIOLOGICA
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MALATTIA
Politica Legislazione
PREVENZIONE
Fonti di esposizione
MALATTIA
SUSCETTIBILITA
Marker di esposizione
Marker di effetto
21
Xenobiotico
Reazioni di BIOTRASFORMAZIONE aumentano la idrosolubilit evitano laccumulo negli organismi favoriscono lescrezione degli xenobiotici Reazioni di fase I (es. idrolisi) (CYP)
inseriscono o smascherano gruppi funzionali (-OH, -NH2)
ORGANISMO + xenobiotico
RISPOSTA
Effetto Terapeutico Eliminazione Detossificazione Tossicit Effetto reversibile Effetto Irreversibile Neoplasia Reazioni di fase II (coniugazione)
(GST, UDPGT, NAT ed acetil transferasi) coniugano al parentale o al prodotto di reazione della fase I molecole endogene altamente solubili
22
23
I livelli di espressione dei geni che codificano per gli enzimi coinvolti nel metabolismo degli xenobiotici mostrano variazioni interindividuali
Xenobiotico
Variabilit indotta da fattori socio-ambientali Dieta Fumo Alcol Farmaci Inquinanti Stati patologici Variabilit indotta da fattori genetici
Variazioni geniche
ORGANISMO
Farmaco/Tossico Mutageno/cancerogeno
Recettori Modificati Sistemi di difesa Modificati (DNA-Repair)
RISPOSTA
Induzione Inibizione Effetto Terapeutico Patologia reversibile Patologia irreversibile Tossicit ma anche omeostasi
Espressione Polimorfica di enzimi del metabolismo
24
LEPIDEMIOLOGIA MOLECOLARE ha migliorato e migliorer la conoscenza nel campo del rischio cancerogeno umano riducendo le incertezze associate allestrapolazione dalle alte dosi alle basse dosi ambientali. E stata investigata labilita degli addotti al DNA del BaP di predire tumori polmonari nello studio EPIC Gen Air (European Prospective Investigation into Cancer).
N Casi Controlli 115 1086 Addotti al DNA 102 893 OR per tumore addotti + VS addotti 1.86 (4.04 fumatori) (2.26 ex fumatori)
La misura degli addotti al DNA puo identificare persone piu suscettibili alla risposta a cancerogeni ambientali presumibilmente a causa di una > o < attivit metabolica, un decremento della detossificazione e/o del riparo del DNA, etc.. Gli addotti molecolari sono quelli che piu facilmente vengono relazionati ad eventi cancerogeni. I livelli medi di addotto sono generalmente elevati in soggetti con esposizione a cancerogeni, ma livelli background sono osservati anche in soggetti non esposti,
lesistenza di un livello background di addotti al DNA riflette lesistenza di un rischio genetico background. 25
Peluso et al., Cancer Res. 2005 Peluso e Munnia. EpiVmarker, 2006
N. di casi
Solo Geni
5
Geni x Ambiente
Solo Ambiente
95
27
Mutti, 2005. SIVR
Ma
Ciascun gene pu interagire con molti fattori di rischio ed essere associato con diverse malattie (Es. Espressione di p53 - esposizione a fumo di tabacco, aflatossine, esposizioni professionali, eta, ereditarieta genetica e sviluppo di tumori al pacreas, del cavo orale, epatico, ateresclerosi.) 28 SIVR Mutti, 2005.
POLIMORFISMO
un carattere ereditabile stabile; ha una frequenza nella popolazione > 1%; i geni codificanti per gli enzimi del metabolismo e del riparo del DNA sono in gran parte polimorfici; non interessa prodotti genici coinvolti in funzioni vitali, nel comportamento sessuale e nello sviluppo;
Biomarkerers of environmentally associated disease technologies, concepts and Perspectives, Wilson & Sauk, 2002
Es. 3
Identificazione di gruppi a rischio nella popolazione esposta e predisposizione di adeguati piani di prevenzione biodiversit nella risposta
30
BIOMARKER di SUSCETTIBILITA
rivelano le differenze interindividuali nella risposta agli xenobiotici e
riflettono la capacit variabile nella riparazione del DNA, nellattivazione metabolica dei procancerogeni e nei meccanismi di detossificazione dellorganismo. Questi marker sono indicatori della presenza di fattori genetici che esistono indipendentemente dallesposizione, ma che possono influenzare la probabilit che la malattia sia il risultato dellesposizione. 31
MALATTIA
PREVENZIONE
Fonti di esposizione
MALATTIA
SUSCETTIBILITA
Marker di esposizione
Marker di effetto
32
Transizione SALUTE
Pro-cancerogeno cancerogeno
MALATTIA
Mutazione genica
lenti acetilatori
Nella biotrasformazione dellisoniazide, essere acetilatore lento (variante polimorfica di NAT2) induce effetti tossici collaterali.
34
Biomarkerers of environmentally associated disease technologies, concepts and Perspectives, Wilson & Sauk, 2002
Carcinoma colonrettale
Carcinoma vescica
3 volte
minore
16 volte
maggiore
Vineis et al., 1994. Genetically based N-acetyltransferase metabolic polymorphism and low-level environmental exposure to carcinogens Nature.
35
La frequenza degli omozigoti con acetilazione lenta variabile nella popolazione mondiale, esistono differenze etniche rilevanti: pari al 10% nella popolazione Giapponese pari al 52% negli Stati Uniti pari al 60% Germania pari al 60-90% nella popolazione Egiziana
La transizione SALUTE
MALATTIA
4-Aminobiphenyl-N2deoxyguanosine Adducts
IL caso 4-aminobifenile
PREVENZIONE
Fonti di esposizione
Cancro vescica
NAT2
SUSCETTIBILITA
Marker di esposizione
Marker di effetto
A parit di esposizione a 4-aminobifenile, essere acetilatore lento (variante polimorfica di NAT2) aumenta il rischio di sviluppare un carcinoma alla vescica. 37
IL caso IPA
Principale via di attivazione del benzo(a)pirene
ADDOTTO BaP-DNA
Maggiore la presenza di intermedi reattivi epossidici maggiore sar la probabilit di formazione delladdotto
Lazione degli enzimi di Fase I convertono gli IPA, che sono di per s relativamente inerti, in intermedi epossidici per addizione dellossigeno ad uno o pi dei doppi legami. La reazione di ossidazione catalizzata prevalentemente dalla CYP1A1, detta anche idrossilasi degli idrocarburi aromatici, e dalla CYP1A2. Gli IPA presentano un elevato numero di posizioni ossidabili e i metaboliti prodotti sono altamente elettrofili e molto instabili. Per la loro elevata reattivit possono attaccare le macromolecole biologiche nucleofile, come le proteine o il DNA, se non vengono 38 prontamente idrolizzati o coniugati dagli enzimi di Fase II.
IL caso IPA
BaP, metabolismo ed attivit cancerogena
1
Fase I
(BPDE-guanosina)
BaP
CYP1A1
La variante polimorfica GST M1* nullo induce ad una coniugazione dei metaboliti reattivi molto lenta o nulla, OR = 3.11 tumore mammario
(Xiang et al, 2001)
Fase 2
Escrezione
La variante polimorfica GST M1* nullo correlata con lo sviluppo di tumore mammario, colon-rettale, polmone, bronchiti, ateroclerosi (Hatagima, 2002).
39
Medie S.D. 215.5 199 15.7 37.8 2.0 8.7 11.5 44.3 5.5 8.4 19.5 32.2 2.3 1.4 ND 1.6 3.5 1.06 1.9 1.27 1.76 1.69 4.04 2.37 4.46 5.76
Riferimento
Rojas et al., 1994 Rojas et al., 1995 Rojas et al., 1995
Tessuti solidi
Livelli di BaP nel sangue ed esposizione lavorativa/fumo: generalmente maggiori negli esposti. Livelli di BaP nel sangue ed esposizione ambientale: dati insufficienti. Livelli di BaP nei tessuti ed esposizione a fumo: risultati inconsistenti (non differiscono in modo signif.) 40 Livelli di BaP nei tessuti ed esposizione lavorativa/ambientale: dati insufficienti.
Boysen and Hecht, 2003
La transizione SALUTE
MALATTIA
IL caso IPA
PREVENZIONE ED INTERVENITI CLINICI
MALATTIA
Polimorfismo
CYP1A1 e GST M1
SUSCETTIBILITA
Marker di esposizione
Marker di effetto
41
Medie S.D.
24.3 2.5 31.8 2.3 10.2 7.32 2.27 2.71 0.27 0.30 0.26 <0.10 0.026 0.047 0.045 0.060 0.015 0.040 0.016 0.029
mg protein
Riferimento
Emoglobina
< 4,0 PAH g/m3 > 4,0 PAH g/m3 Fumatori Non fumatori Fumatori Non fumatori Fumo 1-3 ng/m3 BaP
Albumina sierica
Emoglobina
Venditori di giornali
Non Fumo 1-3 ng/m3 BaP Fumo <1 ng/m3 BaP Non Fumo <1 ng/m3 BaP Tutti Fumatori Non fumatori Fumatori passivi
Albumina sierica
Volontari
Livelli di BaP alle proteine ed esposizione a fumo: risultati inconsistenti Livelli di BaP alle proteine ed esposizione lavorativa/ambientale: generalmente maggiori negli esposti
42
Boysen and Hecht, 2003
Gli addotti BaP-proteine descrivono in modo pi coerente il fenomeno espositivo rispetto agli addotti BaP-DNA probabilmente perch sul DNA maggiormente 43 influente il contributo del genotipo e dei meccanismi di riparo.
Boysen and Hecht, 2003
Esposizione
Fumo 1-3 ng/m3 BaP Non Fumo 1-3 ng/m3 BaP Fumo <1 ng/m3 BaP Non Fumo <1 ng/m3 BaP
% positivi 60 60 55 29
Medie
Fmol BP-tetraols/mg protein
Emoglobina
RR = 60/29 = 2.07
In questo calcolo stata presa in considerazione la semplice possibilit di quantificare gli addotti nei soggetti.
RR = 0.30/0.10 = 3
In questo calcolo stata presa in considerazione la quantit di addotto rilevata nei gruppi di soggetti esposti e non esposti
La valutazione degli addotti puo costituire una prima valutazione di rischio utile a 44 programmare interventi di prevenzione.
La transizione SALUTE
MALATTIA
IL caso Aflatossine
da Aspergillus flavus, classificata dalla IARC come un cancerogeno per luomo (Gruppo 1)
45
Biomarkerers of environmentally associated disease technologies, concepts and Perspectives, Wilson & Sauk, 2002
90
2000
LOLTIPRAZ un agente che pu fornire un certo livello di protezione nella formazione degli addotti al AFB-DNA e quindi conoscendo leziologia dellinsorgenza di carcinoma epatico anche della patologia tumorale stessa
46
(5-[2-pyrazinyl]-4-methyl-1,2-3-thione)
Biomarkerers of environmentally associated disease technologies, concepts and Perspectives, Wilson & Sauk, 2002
CHEMIOPREVENZIONE E SOSTANZE DI SINTESI OLTIPRAZ: derivato sintetico del 1,2-ditiol-3-tione con effetto chemiopreventivo dimostrato sugli animali, i primi studi clinici sulluomo hanno evidenziato risultati confortarti. E un induttore di enzimi detossificanti quali la glutatione transferasi ed un inibitore del citocromo P450. Effetto dellOltipraz sulla rimozione di addotti AFB1-DNA in epatociti umani in coltura primaria
Livello di addotto nelle cellule prima del trattamento DISINTEGRAZIONI PER MINUTO PER G DI DNA (dpm/g DNA) Livello di addotto nelle cellule esposte a AFB1 Livelli di addotto nelle cellule esposte a AFB1 e trattate con Oltipraz durante il passare delle ore
[H3]AFB1
La transizione SALUTE
MALATTIA
IL caso Aflatossine
PREVENZIONE e Interventi clinici
MALATTIA HCC
SUSCETTIBILITA
Marker di esposizione
Marker di effetto
In relazione allo sviluppo di HCC ed esposizione ad aflatossine IL programma di prevenzione prevede: la vaccinazione contro lepatite B limitazioni nellassunzione per via alimentare di aflatossine 48 Assunzione di agenti protettivi in caso di esposizione
Enzimi detossificanti (es. geni GSTM1, GSTT1) prevengono la formazione delladdotto per es. coniugando laflatossina ad un gruppo glutatione
epossido idrolasi microsomiali (gene HYL 1*2) possono idrolizzare la molecola Enzimi deputati alla riparazione del DNA (es. gene XRCC1) garantiscono lintegrit genomica e prevengono mutazioni genomiche e trasformazioni 49 cellulari neoplastiche
Polimorfismi di GSTM1,GSTT1, HYL1*2 e XRCC1 ed epatocarcinoma nella popolazione di Guangxi (una regione meridionale della Cina) Lepatocarcinoma una delle principali patologie cancerogene nella regione autonoma Guangxi in Cina dove la sua incidenza pari a 5-40*10-5 casi per anno. Le evidenze cliniche ed epidemiologiche suggeriscono che lesposizione ad AFB1 uno dei principali fattori causali. DESCRIZIONE DELLO STUDIO
Periodo di osservazione Popolazione Fattori considerati 2004-2005 257 malati di HCC 649 soggetti volontari sani et, sesso, etnia, infezione epatite B Polimorfismo geni GSTM1, GSTT1, HYL1*2 e XRCC1 Esposizione a AFB1 anni di esposizione(5 fasce) livelli di esposizione (2 categorie)
50
X.D. Long et al. / Hepatology Research 36 (2006) 4855
Presenza simultanea di tutte e tre le forme polimorfiche che presentano un rischio maggiore
I risultati suggeriscono che i polimorfismi coinvolti nel metabolismo dei cancerogeni e dei meccanismi di riparo del DNA sono in grado simultaneamente di incrementare il rischio di HCC nella popolazione in oggetto, particolarmente ad alti livelli di esposizione
51
X.D. Long et al. / Hepatology Research 36 (2006) 4855
Presenza simultanea di tutte e tre le forme polimorfiche che presentano un rischio maggiore
I risultati suggeriscono che i polimorfismi coinvolti nel metabolismo dei cancerogeni e dei meccanismi di riparo del DNA sono in grado simultaneamente di incrementare il rischio di HCC nella popolazione in oggetto, particolarmente alla durata dellesposizione.
52
Abbiamo discusso sul confine tra PREVENZIONE PRIMARIA e PREVENZIONE SECONDARIA che fondamentalmente condizionato sia da un dinamico trasformarsi del concetto di malattia che dal contributo derivante da una sempre pi puntuale analisi di rischio sanitario
Ligienista lattore principale della prevenzione primaria, per continuare ad esserlo deve adeguare i propri strumenti di indagine e le proprie collaborazioni scientifiche
53
molecole 0,05m
virus 0,5m
batteri
RBC 5m
cellula
polline
spillo 50m
capello
0,01m
0,1m
1m
10m
Limiti del visibile
100m
54
MISCELA COMPLESSA
1661 Effetti negativi dellinquinamento dellaria (Claxton,2004). 1775 Associazione tra insorgenza di tumori negli spazzacamini dovuta allesposizione a
polveri di camino (Pott, 1775).
1982 La mutagenicit dellestratto organico di PM correla con tasso di mortalit per cancro
polmonare ma non con altre cause di mortalit (Walker, 1982).
1993 Associazione tra particolato e mortalit : PM10< PM2.5<SO4= (Dokery, 1993). 1996 Effetti del PM sono associati alle particelle pi fini, alla forte acidit dellaerosol, ai 2001 solfati (Lippmann, 1996; Peters, 1997; Wichmann, 2000; Diociaiuti, 2001; Oberdoster, 2001) 2000 Incrementi di 10 g/mc di PM10 correlano con laumento della mortalit (con ampie
differenze in 90 citt studiate) (Samet, 2000).
2002 La concentrazione media di particolato fine (PM10, PM2.5) stata associata con 2004 laumento di mortalit per: tutte le cause; cause respiratorie e cardiovascolari (NMMAPS,
2000; APHEA, Katsouyanni, 2001 MISA, Biggeri, 2001 - 2004)
2004 Il particolato (PM10, PM2.5) associato a mortalit per cancro polmonare e per malattie
cardiopolmonari (Kwrewsky, 2003, 2004).
56
2. Ipotesi sui meccanismi biologici che sono alla base degli effetti sulla salute.
Studi in vivo: PM o sue frazioni pu indurre uno stato di infiammazione polmonare (Li, 1996-1997; Gordon, 1998), danno tissutale e diminuzione delle difese antiossidanti (Peters, 1997). Gli effetti tossici sembrano essere correlati alla presenza di una componente solubile delle particelle costituita principalmente da metalli di transizione e composti organici.
Studi in vitro: Esponendo colture di macrofagi e di cellule epiteliali polmonari a sospensioni di particelle (PM10 o sue frazioni): rilasciano una serie di mediatori della risposta infiammatoria e immunitaria e di fattori pro-coagulanti (Murohy, 1999; Becker, 1998; Jimenez,
2000, Aust, 2002).
57
Balduzzi, 2003, Ann Ist Super Sanit 39(3), 411-417.
PM negli alveoli
Metalli di transizione
PM nei macrofagi
Addotti al DNA
Infiammazione
PM di generare radicali liberi* nellorganismo umano con un conseguente incremento di stress ossidativo
*
Citochine Fegato Fibrinogeno
Mutazioni
Perossidazione lipidica
Placche ateromatose
Proteina C-reattiva
Aumento viscosita
Trombosi
TUMORE MALIGNO
ISCHEMIA
58
Sorensen et al., Mutation Research, 2003
ROS e cancerogenesi
I complessi cambiamenti cellulari e molecolari che partecipano allo sviluppo delle patologie tumorali sono mediati da molteplici stimoli endogeni ed esogeni. Un tipo di danno endogeno laccumulo di radicali liberi dellossigeno che attaccano non solo le basi ma anche la struttura del DNA. Le lesioni endogene del DNA inducono mutazioni e sono genotossiche.
La lesione pi studiata la formazione del 8-OH-dG (addotto del radicale ossidrile alla posizione 8 della Guanina).
Questa lesione importante perch si forma in modo relativamente facile ed 59 mutagena, soprattutto un potenziale biomarker di cancerogenesi ambientale.
Struttura di vari prodotti formati dalladdotto C8-OH-guanina, che formato dallattacco del radicale OH sulla posizione C8 della guanina
La mutazione che pu essere causata dalla formazione dell 8-OH-dG consiste in una transversione GC TA cui consegue un errata lettura del codice genetico
60
8-OHdG
400 200 0
coarse fine
10
g/ml
50
200
Livelli di 8-OH-dG rilevati attraverso la fluorescenza in cellule A549 dopo esposizione ad ozono.
100 0
0 20 40 60
80
Marker di esposizione
Marker di effetto
Attualmente il programma di prevenzione prevede: I. Limiti della concentrazione giornaliera e annuale di PM. II. Conversione dei combustibili per fonti di emmissione fisse. III. Rinnovo del parco autoveicolare. 62 IV. Blocco e limitazione della circolazione in caso di sforamento dei limiti
La transizione SALUTE
MALATTIA
individui con bassi livelli di ormoni circolanti possono essere maggiormente sensibili a sostanze in grado di interferire con il sistema endocrino.
63
Crews D. 2000. Endocrine disruptors: present issues, future directions. Q Rev Biol
La transizione SALUTE
MALATTIA
64
Eggen, 2004. Challenge in Ecotoxicology. Env Sci Tech
Fonti di esposizione
MALATTIA
SUSCETTIBILITA
Marker di esposizione
Marker di effetto
I biomarker dimostrano di essere strumenti efficaci per esposizioni ambientali e, in particolare gli addotti, sono adatti a descrivere precocemente situazioni di rischio sanitario; nellutilizzare tali strumenti predittivi di fondamentale importanza considerare i polimorfismi genetici a maggior ragione per gli addotti al DNA che rappresentano un livello di penetrazione pi profondo degli xenobiotici nellorganismo.
65
Spostare losservazione dalla anatomia e fisiologia del fenotipo alla anatomia e fisiologia del genotipo
il polimorfismo agisce solo in presenza dellesposizione, dunque abolendo questa si ottiene un risultato pi efficace perch si previene la malattia anche nelle persone prive di difetto genetico;
ma () ci sono decine di altri geni implicati nel metabolismo delle sostanze cancerogene e quello che conta il profilo individuale complessivo, cio la combinazione che ciascun individuo presenta di diverse varianti, e non il polimorfismo per un singolo gene isolato dal contesto.
RISPOSTA
66
Vineis, 2004. In buona salute. Einaudi (TO).
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Sostanza
(Cloroformio)2 1 non esiste un valore di parametro singolo per questa sostanza ma solo sommato a bromoformio, diclorometano, cloroformio: 30 g/L (D.Lgs 2/2/2001, n31). La IARC lo inserisce nel gruppo 2B, come "agente avente sufficiente attivit cancerogena sugli animali e probabile attivit cancerogena sulluomo". non esiste un valore di parametro singolo per questa sostanza ma solo sommato a bromoformio, diclorometano, bromodiclorometano: 30 g/L (D.Lgs 2/2/2001, n31). La IARC lo inserisce nel gruppo 2B, come "agente avente sufficiente attivit cancerogena sugli animali e probabile attivit cancerogena sulluomo".
2
68
69
<1
71
< 10-5
72
73
<1
75
< 10-5
76
Sostanza g/L Bromodiclorometano 1.79 Triclorometano (Cloroformio) 0.49 Adulti 0.003 0.001
Risk2 Bambini 6.2 x 10-7 1.4 x 10-8 1.3 x 10-6 3.1 x 10-8
Il rischio cancerogeno derivante dalle diverse modalit di esposizione considerate (ingestione e contatto dermico con acqua), sia per gli adulti che per i bambini, risultato inferiore a 10-5/10-6 ed il rischio tossico, HI, inferiore ad 1, in totale accordo con i valori consigliati come cautelativi dalle vigenti normative nazionali e internazionali. I criteri di accettabilit del rischio per le sostanze tossiche coincidono con il non superamento del valore RfD (HI < 1) e per le sostanze cancerogene prevedono che non vi sia pi di un caso di tumore su 100.000 / 1.000.000 di 77 esposti (10-5/10-6) (EPA, 1989).
78
20 aprile 2006
11 ottobre 2006
3 maggio 2006
IL TEMPO
11 ottobre 2006
ADESSO c' la conferma ufficiale dell'Istituto Superiore di Sanit: i campi in erba sintetica sono cancerogeni.
21 aprile 2006
D.M. 471/99: Regolamento recante criteri, procedure e modalit per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati Il D.M. 471/99 applicabile a siti inquinati, definiti come: sito che presenta livelli di contaminazione o alterazioni chimiche, fisiche o biologiche del suolo o del sottosuolo o delle acque superficiali o delle acque sotterranee tali da determinare un pericolo per la salute pubblica . .tutto ci non ha nulla a che vedere con il problema in oggetto ove la composizione artificiale dei campi nota ancor prima della posatura. 80
Acciaio Tessile
% in peso 47 27 11 11 4
diventa essenziale la valutazione dellesposizione, lanalisi dei tempi di permanenza nelle condizioni espositive e le possibili e plausibili modalit di assorbimento in paragone con il fenomeno espositivo che si realizza 81 quotidianamente nellambiente di vita.
OBIETTIVO: verificare SE, COME e QUANTO un campo in erba artificiale determina unesposizione aggiuntiva a sostanze cancerogene.
INGESTIONE: pu essere esclusa in quanto accidentale e del tutto ininfluente: il mezzo gastrico dellapparato digerente non sufficientemente efficace per estrarre i prodotti tossici; CONTATTO DERMICO: costituisce un rischio basso in quanto limitato e sarebbe necessario un mezzo non polare affinch le sostanze possano penetrare lo strato dermico;
Rischio per la salute umana derivante dalla frequentazione di campi in erba sintetica nella Citt di Torino
Organizzazione della ricerca: 1. Misura e comparazione (ambiente di vita) dellesposizione: a) analisi della concentrazione di particolato PM10 e PM2.5; c) analisi dei solventi BTX (Idrocarburi aromatici: Benzene, Toluene e Xileni). b) analisi degli IPA; (Idrocarburi policiclici aromatici);
Giugno 06
g/m
PM10
campi sito urbano
PM2,5
g/m3
30 25 20 15 10 5 0
campo P 12-giu-06 campo P terra 13-giu-06 campo C 14-giu-06 campo R 15-giu-06 campo PB 21-giu-06 campo B 26-giu-06
84
limite normativo di 50 g/m3 del D.Lgs 60/2002 per le 24 ore per il PM10
Novembre 06
80 60 40 20 0
campo PB 06-nov-06 campo B 07-nov-06 campo RM 08-nov-06 campo C 09-nov-06 campo P 14-nov-06 campo PT 15-nov-06
PM10
campi sito urbano
PM2,5
g/m
100 80
3
60 40 20 0
campo PB 06-nov-06 campo B 07-nov-06 campo RM 08-nov-06 campo C 09-nov-06 campo P 14-nov-06
15-nov-06
85
campo PT
limite normativo di 50 g/m3 del D.Lgs 60/2002 per le 24 ore per il PM10
Giugno 06
Concentrazione BENZENE: campi e siti urbani
6,0 5,0 4,0
g/m
12-giu-06
13-giu-06
14-giu-06
15-giu-06
21-giu-06
26-giu-06
BENZENE
limite normativo di 5 g/m3 del D.Lgs 60/2002 per le 24 ore per il Benzene
Novembre 06
Concentrazione BENZENE: campi e sito urbano.
10,0 9,0 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0
cam po PB 06-nov-06 cam po B 07-nov-06 cam po RM 08-nov-06 cam po C 09-nov-06 cam po P 14-nov-06 cam po PT 15-nov-06
g/m
BENZENE
limite normativo di 5 g/m3 del D.Lgs 60/2002 per le 24 ore per il Benzene
Giugno 06
IPA
Nel periodo estivo le concentrazioni di IPA sono decisamente e naturalmente basse. Tra i 12 composti ricercati il Benzo(a)pirene lunico normato per legge e non mai presente. Gli unici IPA con valori al di sopra del limite di rilevabilit misurabili, seppur decisamente contenuti sono il Benzo(b)fluoranthene + Benzo(k)fluoranthene (gruppo IARC 2B) che vengono considerati tra gli IPA caratteristici di emissioni da combustione di veicoli a benzina e il Benzo[ghi]perylene che viene considerato (dopo il Pyrene) caratteristico delle emissioni da usura di pneumatico anche se non in modo inequivocabile: questo risulta presente anche sul campo in terra battuta quindi, essendo i campi in condizioni di riposo (non utilizzati), potrebbe risultare ascrivibile al traffico delle strade limitrofe. A livello italiano nel periodo primavera-estate le concentrazioni totali di IPA, in un sito trafficato, variano tra 1 e 4 ng/m3 in un sito di fondo tra 0.1 e 1 ng/m3; i campi monitorati hanno valori di IPA totali variabili tra < 0.1 a 0.6 ng/m3.
88
IPA
Novembre 06
Nel periodo invernale le concentrazioni di IPA, sono naturalmente pi elevate rispetto ai mesi estivi. Tra i 12 composti ricercati il Benzo(a)pirene lunico normato per legge e ed presente nei campi a concentrazioni paragonabili a quella riferibile alla media annuale secondo la normativa vigente (1 ng/m3) ed paragonabile alle concentrazioni nella citt di Torino. Benzo(b)fluoranthene + Benzo(k)fluoranthene (gruppo IARC 2B) vengono considerati tra gli IPA caratteristici di emissioni da combustione di veicoli a benzina e sono presenti con la maggiore percentuale in tutti i campi, la stessa considerazione vale anche per il Benz[a]antracene. Il Pyrene e il Benzo[ghi]perylene vengono considerati caratteristici delle emissioni da usura di pneumatico e risultano presenti anche sul campo in terra battuta quindi probabilmente, pur essendo i campi in condizioni di utilizzo, anche questi potrebbero risultare ascrivibili al traffico delle strade limitrofe. Abbiamo constatato un minor contenuto di IPA nel campo in terra naturale che potrebbe essere ascrivibile alla maggiore presenza di polveri di origine naturale (minerali) originate dal sollevamento di terra in fase di gioco, falsando quindi il risultato finale in termini di rapporto. Come nel caso dei siti urbani, e come segnalato in letteratura, la maggiore concentrazione di IPA si ha sulla frazione PM 2,5 (70 90%); il rapporto tra PM10 e PM2,5 sui campi risulta essere molto pi contenuto rispetto ai siti urbani. A livello italiano nel periodo autunno-inverno le concentrazioni totali di IPA, in un sito urbano, variano tra 3 e 15 ng/m3 in un sito di fondo tra 1 e 5 ng/m3, i campi monitorati hanno valori di IPA totali variabili tra 2.8 e 15.5 ng/m3.
89
Caratterizzazione del Rischio per la salute umana derivante dalla frequentazione di campi in erba sintetica nella Citt di Torino
Le informazioni sullesposizione della popolazione (ottenute dai dati ambientali misurati sui campi) vengono combinate con i fattori di potenza cancerogena e con i RELs.
RISCHIO non cancerogeno Il rischio non cancerogeno dato dalla divisione dellEsposizione
(calcolata sulla base dei dati ambientali)
RISCHIO cancerogeno il rischio cancerogeno verr calcolato moltiplicando lesposizione (calcolata sulla base dei dati ambientali) con il grado di potenza cancerogena (per le singole
sostanze).
R = HQ = E / RELs
Quando HQ >1 esistono rischi per la salute,pi HQ alto pi i rischi sono probabili. HI= Hazard Index: dato dalla somma di due o pi HQ
HQ ei HI devono essere determinati per ogni organo bersaglio.
R = E X CSF
Il valore calcolato rappresenta valore massimo di eccesso di rischio di contrarre un cancro per tutta la vita che stabilito < a 1 caso x 10-5/10-6
90
Giugno 06
Rischio Tossico: HI
Range di Rischio Tossico massimo su tutti i campi
0,04 0,035 0,03 0,025 0,02 0,015 0,01 0,005 0 contatto dermico vie di esposizione inalazione
4 9.5 x 10-7
0.016 0.031
< 1 x 10-5/10-6
Range di Rischio Cancerogeno in Torino (Via della Consolata)
<1
Range di Rischio Tossico in Torino (Via della Consolata)
2 2.8 x 10-6
0.062 0.23
91
Rischio Tossico: HI
Range di Rischio Tossico massimo su tutti i campi
1.2 2 x 10-6
0,08 0,07 0,06
0.043 0.075
2,E-06
2,E-06 risk
adulto bam bino
1,E-06
5,E-07
< 1 x 10-5/10-6
Range di Rischio Cancerogeno in Torino (Via della Consolata)
<1
Range di Rischio Tossico in Torino (Via della Consolata)
2 2.8 x 10-6
0.062 0.23
92
Risultati e Osservazioni
Non esistono sostanziali differenze tra le concentrazioni di polveri presenti nei campi da calcio e in altri siti urbani: i livelli di PM10 registrati nei campi sono paragonabili o inferiori ai livelli di fondo urbano ed anche i livelli di PM2.5 sono paragonabili o inferiori ai siti urbani considerati. Le concentrazione di idrocarburi aromatici, BENZENE, presenti nei campi da calcio monitorati: sono costanti e si attestano a livelli inferiori a quelli di fondo urbano e comunque rispecchiano una normale situazione legata ad inquinamento urbano di origine autoveicolare. Le concentrazioni di IPA, presentano un normale profilo urbano dei periodi considerati. Non sono presenti sostanziali differenze delle concentrazioni di particolato, idrocarburi aromatici e IPA legate allanzianit del campo, alla tipologia del campo (nero PFU o termoplastico) e alla ditta produttrice nelle diverse giornate di campionamento. In base ai risultati ottenuti dallanalisi di rischio sanitario-ambientale i campi da calcio esaminati presentano dei valori di rischio cancerogeno e/o tossico inferiori a quelli limite previsti dalle normative nazionali ed internazionali.
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