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LEVOLUZIONE DELLA PREVENZIONE PRIMARIA E LUSO DEI MARCATORI BIOLOGICI NELLA VALUTAZIONE DELLESPOSIZIONE A XENOBIOTICI

GIORGIO GILLI Professore Ordinario di Igiene Universit degli Studi di Torino

RISCHIO

probabilit matematica che un fattore (attivit, materiale, ambiente) provochi un danno. = pericolo X esposizione = pericolo X danno provocato

PERICOLO

propriet intrinseca ad un fattore di produrre un danno, es. batterio


patogeno, sostanza chimica tossica

ESPOSIZIONE

misura quantitativa, affinch ci sia esposizione, il pericolo deve essere presente in una certa quantit.
2

Es. Insorgenza di un RISCHIO CHIMICO


Un RISCHIO CHIMICO si concretizza nel momento in cui si realizzano le condizioni per cui risultano contemporaneamente presenti i due fattori:

1. presenza di agenti chimici pericolosi (fattori di rischio chimico); 2. presenza di condizioni di esposizione (fattori di rischio espositivo).
Rischio chimico derivante da esposizione ad agenti chimici pericolosi Presenza di condizioni di esposizione (es modalit operative)

Presenza di agenti chimici pericolosi (es.ciclo tecnologico)

RISCHIO

PERICOLO

ESPOSIZIONE
3

Health Risk Assessment 1


Identificazione del Pericolo

2
Valutazione dellEsposizione
Lo scopo stimare: - lestensione dellesposizione alle sostanze; -i potenziali effetti tossici acuti e cronici e cancerogeni delle sostanze;

4
Caratterizzazione del Rischio
Le informazioni sulla concentrazione e sullesposizione ottenute tramite la Valutazione dellesposizione (2) vengono associate alle informazione ottenute tramite la Valutazione della dose-risposta(3).

3
Valutazione della dose-risposta
Relazione tra lesposizione ad una sostanza e gli effetti avversi 4 da essa causati nella popolazione.

1
Identificazione del Pericolo
la fase in cui viene determinata lesistenza di un pericolo, quali sono le sostanze coinvolte nel problema ed eventualmente se queste sostanze sono causa di effetti avversi sulla salute umana.

2
Valutazione dellEsposizione
Quantificazione delle emissioni, Trasporto nellambiente Destino nellambiente Identificazione delle vie di esposizione: ingestione, inalazione, contatto dermico Identificazione della popolazione esposta Esposizione a breve e a lungo termine X ogni sostanza devono essere valutati gli effetti 5 tossici acuti e cronici e quelli cancerogeni

BAMBINI: E (mg/Kg/die) = (C) (Ef) (Ed) (IR) -------------------------(BW) (At)

Esposizione (E)
(Ingestione e Inalazione)

ADULTI: E (mg/Kg/die)= (C) (Ef) (Ed) (IR) --------------------------(BW) (At)

C = concentrazione della sostanza nellambiente mg/m3, mg/L o mg/Kg Ef = frequenza dellesposizione = 350 giorni/anno Edbambini= durata esposizione = 6 anni Ed = durata esposizione = 70 anni o 30 (residenziale e ricreativo) IRbambini= tasso di contatto giornaliero: 12 m3, 1L IR = tasso di contatto giornaliero: 20 m3, 2L Bwbambini = 15 kg Bw = 70 kg 6 At = periodo di esposizione = 365 giorni (per le cancerogene x 70 anni)

Esposizione (E)
BAMBINI: E (mg/Kg/die) = ADULTI: E (mg/Kg/die)= (C) (Ef) (Ed) (Sa) (Kp) (Cf) (Et) ----------------------------------------(BW) (At) (C) (Ef) (Ed) (Sa) (Kp) (Cf) (Et) ---------------------------------------(BW) (At)
(Contatto dermico)

C = concentrazione della sostanza nellambiente mg/m3, mg/L o mg/Kg Ef = frequenza dellesposizione = 350 giorni/anno Edbambini= durata esposizione = 6 anni Ed = durata esposizione = 70 anni o 30 (residenziale e ricreativo) Sabambini= superficie pelle esposta: 9300 cm2 Sa = superficie pelle esposta: 19400 cm2 Kp = costante di permeabilita specifica per sostanza (vv tabelle tox) Et = durata doccia 0.25 hr/giorno Cf = fattore di conversione=10-3 L/cm3 (1L= 1000 cm3) Bwbambini = 15 kg Bw = 70 kg At = periodo di esposizione = 365 giorni (x tot anni)

3
Valutazione della dose-risposta
Diverse classi di effetti negativi: tossicit acuta, tossicit cronica e cancerogenicit. esiste una dose-soglia a cui si manifestano i primi sintomi per gli effetti tossici, ma non per gli effetti cancerogeni ( non ancora stata dimostrata).

Rischio cancerogeno
No dose-soglia, il rischio direttamente proporzionale alla dose.

Rischio non cancerogeno


Effetto soglia:concentrazione oltre la quale possibile che si manifestino effetti avversi alla salute.

R = E X CSF R = HQ= E / RELs


E = Esposizione CSF = Cancer Slope Factor : e la pendenza della curva doserisposta, e probabilita incrementale di sviluppare un tumore se esposto alla sostanza per tutta la vita. HQ = Hazard Qutient E = Esposizione RELs = Reference Exposure Levels: dosi di riferimento alle quali nessun effetto avverso non cancerogeno 8 possa manifestarsi.

Valutazione della dose-risposta per sostanze non cancerogene


RELs: sono concentrazioni o dosi alle quali, o al di sotto delle quali, nessun effetto avverso alla salute pu manifestarsi.
Inalazione: RfC mg/m3-die Ingestione: RfD mg/Kg-die

RELs = NOAEL o LOAEL / SF


NOAEL: la pi alta concentrazione a cui non si sono osservati effetti avversi nella specie pi suscettibile in sperimentazioni a lungo termine; LOAEL: la pi bassa concentrazione a cui stato osservato un effetto avverso nella specie pi suscettibile; fattori di sicurezza (incertezza): estrapolazione dei dati sperimentali: quando la quantit e la qualit dei dati dose-risposta sono alte, il fattore di sicurezza basso; quando i dati sono inadeguati o confusi, il fattore di sicurezza deve essere pi alto (10-100-1000-10000).
9

Valutazione della dose-risposta per sostanze non cancerogene

Il superamento di un REL non vuol dire che necessariamente si manifester un impatto negativo sulla salute, comunque livelli di esposizione superiori ai REL hanno una probabilit maggiore ma indefinita di portare ad un effetto avverso, specialmente nelle persone sensibili (bambini, anziani, immunodepressi, malati cronici, donne in gravidanza).

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Valutazione della dose-risposta per sostanze non cancerogene


Si assume che le sostanze non cancerogene abbiano un valore soglia sotto il quale non si manifestano effetti dannosi per la salute. LEPA ha sviluppato una dose di riferimento(RfD) per le sostanze espressa in mg di contaminante per Kg di peso corporeo/die, tale dose protettiva nei confronti della salute umana e tiene conto anche delle fasce sensibili della popolazione. RfD pu essere calcolata per esposizioni croniche (per tutta la vita), subcroniche (per periodi lunghi, ma inferiori alla durata della vita) e acute (brevi periodi: ore o giorni). Il metodo utilizzato dallEPA per calcolare RfD per sostanze aereodisperse ad assorbimento respiratorio tiene conto delle dinamiche dellapparato respiratorio, della diversit interspecie e delle differenze delle propriet chimico-fisiche dei contaminanti (volume particelle, stato fisico). Un valore di RfD calcolato utilizzando questa metodica pu venire riportato sia come concentrazione nellaria (RfC espressa in mg/m3) o come dose di riferimento(mg/kg/die). La RfC pu essere convertita in RfD dividendo per 70 Kg, moltiplicando per 20 m3/die e correggendo per un fattore di assorbimento per inalazione.11
USEPA- tri-state geographic iniziative air risk assesment work plan 1997

Calcolo della RfD o RfC


Rapporto tra NOAEL e un fattore di sicurezza per: individui sensibili estrapolazione interspecie estrapolazione da LOAEL a NOAEL. estrapolazione effetti subcronici a cronici.

RfD o RfC

NOAEL stimato

vero NOAEL

LOAEL

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Valutazione della dose-risposta per sostanze cancerogene

Probabilit cancerogena

Cancer Slope Factor


Y CSF = pendenza = --------X

Dose
Le valutazioni dose-risposta sono fatte per i cancerogeni certi, e probabili per luomo. Il modello matematico utilizzato dallEPA quello Multistage linearizzato che estrapola le alte dosi di sostanza utilizzate in studi su animali alle basse esposizioni ambientali. 13 (CSF) La pendenza della retta rappresenta il grado di potenza cancerogena della sostanza che rischio addizionale per unit di dose di sostanza (mg/kg/die).

Valutazione della dose-risposta


RISPOSTA/EFFETTO

SOSTANZE NON CANCEROGENE (CON SOGLIA)

SOSTANZE CANCEROGENE (SENZA SOGLIA)

DOSE
NOAEL LOAEL

ACCETTABILITA DEL RISCHIO

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Fattori di Sicurezza
I dati sperimentali sono basati su test su animali esposti ad alte dosi estrapolazione delle alte dosi a cui sono sottoposti gli animali alle bassi dosi riscontrate nellambiente tramite lutilizzo di modelli matematici. I modelli esistenti sono numerosi e talvolta possono portare a valutazioni di rischio diverse. Gli effetti osservati sugli animali devono venire estrapolati alluomo, ma gli animali hanno spesso una diversa suscettibilit alle sostanze a causa del diverso metabolismo, taglia e altre cause. La popolazione umana possiede una variabilit genetica maggiore di quella degli animali di laboratorio per cui le differenze delle risposte delluomo alle sostanze cancerogene sono maggiori di quelle osservate sugli animali in laboratorio. E probabile che queste procedure possano sovrastimare il rischio per alcune sostanze, ma accettabile perch maggiormente protettivo per la salute umana.
15

Caratterizzazione del rischio


Viene quantificato limpatto sulla salute delle sostanze. Le informazioni sullesposizione della popolazione e sulle concentrazioni vengono combinate con i fattori di potenza cancerogena e con i RELs.
RISCHIO non cancerogeno Il rischio non cancerogeno dato dalla divisione della dose cronica per la dose di riferimento. RISCHIO cancerogeno il rischio cancerogeno verr calcolato moltiplicando la dose media giornaliera assunta (dal calcolo dellesposizione) con il grado di potenza cancerogena (dalla valutazione della dose-risposta):

R = HQ = E / RELs
Quando HQ >1 esistono rischi per la salute,pi HQ alto pi i rischi sono probabili. HI= Hazard Index: dato dalla somma di due o pi HQ
HQ ei HI devono essere determinati per ogni organo bersaglio.

R = E X CSF
Il valore calcolato rappresenta valore massimo di eccesso di rischio di contrarre un cancro per tutta la vita che stabilito < a 1 caso x 10-5/10-6
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Il confine tra PREVENZIONE PRIMARIA e PREVENZIONE SECONDARIA fondamentalmente condizionato da un dinamico trasformarsi del concetto di malattia

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Approccio multidisciplinare: per lo sviluppo di biomarker


scienziati in distinte e distanti discipline devono avanzare insieme ed imparare a lavorare in modo interdisciplinare con differenti strumenti.

Prevenire e ridurre le malattie ed i disturbi

epidemiologi medici statistici

igienisti Salute Generale

Promuovere comportamenti salutari

ecologi tossicologi biologi molecolari

Uomo, animali, vegetali, ecosistema, ambiente

chimici patologi botanici


Promuovere sistemi di vita salutari
Environmental Health Perspectives and Nation Institute of Environmental Health Science The future of Environmental Health Research Special Issue aprile 2005

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LOBIETTIVO FINALE CERTAMENTE DEFINIRE IL LIVELLO DI BIOMARKER IN UN SOGGETTO MA ANCHE E SOPRATTUTTO DEFINIRE IL LIVELLO DI RISCHIO NEL QUALE IL SOGGETTO STESSO SI TROVA Percorso teorico: QUAL IL LIVELLO DI BIOMARKER RISCONTRATO? COME SI COLLOCA TALE VALORE RISPETTO A QUELLI RISCONTRATI NELLA POPOLAZIONE GENERALE? COME VALUTIAMO LESPOSIZIONE? Esempio: il soggetto X presenta 20ppt di benzene nel sangue questo soggetto collocabile nel 50th percentile per i livelli di benzene nel sangue della popolazione adulta europea E probabile che circa l80% del benzene presente nel suo corpo provenga dallesposizione a miscele di composti chimici presenti in ambiente ed il rimanente sia dovuto a processi biologici naturali La concentrazione misurata nel soggetto X pari a circa il 5% dei livelli medi riscontrabili nei lavoratori impiegati nella raffinazione del petrolio
tale soggetto non mostra una situazione di rischio particolare per le patologie correlate al benzene perch il livello di []del biomarker determinato molto pi basso rispetto ai lavoratori esposti, inoltre paragonabile ai 19 valori di fondo della popolazione generale
Paustenbach & Galbraith, 2006

COME SI COLLOCA TALE VALORE RISPETTO A QUELLI RISCONTRATI NELLA POPOLAZIONE ESPOSTA? QUAL IL LIVELLO DI RISCHIO ATTRIBUIBILE AL SOGGETTO?

Come si evidenziava IERI la transizione SALUTE


Politica Legislazione

MALATTIA

PREVENZIONE

Fonti di esposizione

Esposizione Ambientale Aria Acqua Alimenti Lavoro

Dose Interna Sostanze o metaboliti in tessuti sangue e urina

Alterazioni Funzionali Strutturali

MALATTIA

Lapprofondimento delle conoscenze alla base del processo etiologico delle malattie ha fornito ulteriori strumenti di prevenzione. DA MALATTIA CLINICA A MALATTIA BIOLOGICA
20

Come si evidenzia OGGI la transizione SALUTE

MALATTIA

Politica Legislazione

PREVENZIONE

Fonti di esposizione

Esposizione Ambientale Aria Acqua Alimenti Suolo Lavoro

Dose Interna Sostanze o metaboliti in tessuti sangue e urina

Dose Biologica Effettiva Addotti Proteine DNA

Primi effetti Biologici Rotture DNA SCE Micronuclei

Alterazioni Funzionali Strutturali

MALATTIA

SUSCETTIBILITA

Marker di esposizione

Marker di effetto
21

Xenobiotico
Reazioni di BIOTRASFORMAZIONE aumentano la idrosolubilit evitano laccumulo negli organismi favoriscono lescrezione degli xenobiotici Reazioni di fase I (es. idrolisi) (CYP)
inseriscono o smascherano gruppi funzionali (-OH, -NH2)

ORGANISMO + xenobiotico

RISPOSTA
Effetto Terapeutico Eliminazione Detossificazione Tossicit Effetto reversibile Effetto Irreversibile Neoplasia Reazioni di fase II (coniugazione)
(GST, UDPGT, NAT ed acetil transferasi) coniugano al parentale o al prodotto di reazione della fase I molecole endogene altamente solubili
22

Xenobiotici & Metabolismo


Gli xenobiotici vengono trasformati dal sistema enzimatico per il loro metabolismo in:

Metaboliti con attivit < o nulla rispetto al parentale: detossificazione

Metaboliti con attivit > del composto parentale: bioattivazione

23

I livelli di espressione dei geni che codificano per gli enzimi coinvolti nel metabolismo degli xenobiotici mostrano variazioni interindividuali

Xenobiotico
Variabilit indotta da fattori socio-ambientali Dieta Fumo Alcol Farmaci Inquinanti Stati patologici Variabilit indotta da fattori genetici
Variazioni geniche

ORGANISMO
Farmaco/Tossico Mutageno/cancerogeno
Recettori Modificati Sistemi di difesa Modificati (DNA-Repair)

RISPOSTA
Induzione Inibizione Effetto Terapeutico Patologia reversibile Patologia irreversibile Tossicit ma anche omeostasi
Espressione Polimorfica di enzimi del metabolismo
24

LEPIDEMIOLOGIA MOLECOLARE ha migliorato e migliorer la conoscenza nel campo del rischio cancerogeno umano riducendo le incertezze associate allestrapolazione dalle alte dosi alle basse dosi ambientali. E stata investigata labilita degli addotti al DNA del BaP di predire tumori polmonari nello studio EPIC Gen Air (European Prospective Investigation into Cancer).
N Casi Controlli 115 1086 Addotti al DNA 102 893 OR per tumore addotti + VS addotti 1.86 (4.04 fumatori) (2.26 ex fumatori)

La misura degli addotti al DNA puo identificare persone piu suscettibili alla risposta a cancerogeni ambientali presumibilmente a causa di una > o < attivit metabolica, un decremento della detossificazione e/o del riparo del DNA, etc.. Gli addotti molecolari sono quelli che piu facilmente vengono relazionati ad eventi cancerogeni. I livelli medi di addotto sono generalmente elevati in soggetti con esposizione a cancerogeni, ma livelli background sono osservati anche in soggetti non esposti,

lesistenza di un livello background di addotti al DNA riflette lesistenza di un rischio genetico background. 25
Peluso et al., Cancer Res. 2005 Peluso e Munnia. EpiVmarker, 2006

Complessit delle interazioni gene-ambiente


Nella prevenzione delle patologie di origine ambientale, la differente probabilit di ammalarsi legata a: differente distribuzione e concentrazione di inquinanti (nellaria, nellacqua, nel terreno e negli alimenti) e di conseguenza differenti forme e gradi di esposizione si combinano con le differenti dosi assunte > esistono ineguaglianze ambientali. variabilit inter-individuale, cio lesistenza nella popolazione di individui pi suscettibili di altri, che pone il problema della definizione dellaccettabilit dei rischi, che non potr essere astrattamente riferita ad una popolazione media, ma dovr tenere conto della protezione dei pi deboli. La complessa interazione tra le variabili ambientali, la suscettibilit genetica, le pi evidenti variabili inter ed intraindividuali (et, sesso, genere, stato di salute, provenienza etnica, condizioni socio-economiche) nella distribuzione di varie patologie, non possono essere pi negate quando si vogliono ottenere mirati e pi efficaci interventi di prevenzione nellambito della salute pubblica.
26
Ricciardi, 2004. Etica e Prevenzione: disparit individuali e ambientali. Ann ISS.

Interazioni Geni-Ambiente e patologia degenerativa

N. di casi

Solo Geni
5

Geni x Ambiente

Solo Ambiente
95
27
Mutti, 2005. SIVR

Contributo relativo dellambiente

Complessit delle interazioni gene-ambiente


Gene 6 Gene 5 Gene 4 Gene 3 Gene 2 Gene 1
Diversi geni possono Environment 3 interagire con pi Environment Fattore 2 fattori ambientali ambientale 1 causando una malattia. (Es. enzimi del metabolismo - esposizione professionale a benzo(a)pirene, fumo di Malattia 1 tabacco e tumore al polmone).

Disease 6 Disease 5 Disease 4 Disease 3 Disease 2 Fattore di rischio 1

Disease 6 Disease 5 Disease 4 Disease 3 Disease 2 Malattia 1

Ma

Ciascun gene pu interagire con molti fattori di rischio ed essere associato con diverse malattie (Es. Espressione di p53 - esposizione a fumo di tabacco, aflatossine, esposizioni professionali, eta, ereditarieta genetica e sviluppo di tumori al pacreas, del cavo orale, epatico, ateresclerosi.) 28 SIVR Mutti, 2005.

POLIMORFISMO
un carattere ereditabile stabile; ha una frequenza nella popolazione > 1%; i geni codificanti per gli enzimi del metabolismo e del riparo del DNA sono in gran parte polimorfici; non interessa prodotti genici coinvolti in funzioni vitali, nel comportamento sessuale e nello sviluppo;

Possibile classificazione delle varianti genetiche umane


A. B. C. D. E. Polimorfismi metabolici
(es. acetilazione lenta o veloce e tumore, ecc.)

Polimorfismo di recettori, proteine canale o di trasporto


(es. resistenza ad alcuni anticoagulanti basata su meccanismo recettoriale, ecc.)

Polimorfismo nella risposta dovuta allinduzione di enzimi,


(es. espressione ridotta di enzimi e porfiria, ecc.)

Polimorfismi determinanti una distribuzione anormale dei metalli


(es. ferro ed emocromatosi ereditarie, ecc.)

Polimorfismi determinanti alterazioni in processi eziologici non conosciuti


(es. epatiti indotte da alotano, malattie polmonari indotte dal Berillio, ecc.)
29

Biomarkerers of environmentally associated disease technologies, concepts and Perspectives, Wilson & Sauk, 2002

POLIMORFISMI & Conseguenze


Maggiore (o minore) suscettibilit individuale a effetti tossici e stati patologici ad etiologia ambientale
Es. 2 Comparsa di effetti collaterali

Terapie farmacologiche Es. 1 Assenza di effetto terapeutico

Es. 3

Identificazione di gruppi a rischio nella popolazione esposta e predisposizione di adeguati piani di prevenzione biodiversit nella risposta

Forte vantaggio evolutivo

30

Esiste una correlazione tra polimorfismi metabolici e insorgenza di effetti (tossici)

BIOMARKER di SUSCETTIBILITA
rivelano le differenze interindividuali nella risposta agli xenobiotici e
riflettono la capacit variabile nella riparazione del DNA, nellattivazione metabolica dei procancerogeni e nei meccanismi di detossificazione dellorganismo. Questi marker sono indicatori della presenza di fattori genetici che esistono indipendentemente dallesposizione, ma che possono influenzare la probabilit che la malattia sia il risultato dellesposizione. 31

Come si evidenzia OGGI la transizione SALUTE


Politica Legislazione

MALATTIA

PREVENZIONE

Fonti di esposizione

Esposizione Ambientale Aria Acqua Alimenti Suolo Lavoro

Dose Interna Sostanze o metaboliti in tessuti sangue e urina

Dose Biologica Effettiva

Primi effetti Biologici

Alterazioni Funzionali Strutturali

MALATTIA

Addotti Proteine DNA

Rotture DNA SCE Micronuclei

SUSCETTIBILITA

Marker di esposizione

Marker di effetto
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Transizione SALUTE
Pro-cancerogeno cancerogeno

MALATTIA

Addotto DNA-cancerogeno Riparazione Divisione cellulare Bersaglio non pertinente

Mutazione genica

Mutazione puntiforme Mutazione silente


(non produce effetti per un periodo di tempo variabile, leffetto pu insorgere a seguito di fattori esterni diversi 33 di attivazione)

Danno letale Iniziazione Promozione Progressione CANCRO

Polimorfismi metabolici: prime osservazioni N-AcetylTransferasi-2


PRIMA EVIDENZA ANNI 40: gravi effetti collaterali comparsi dopo somministrazione di dosi standard di isoniazide, un farmaco antitubercolare: 6 ore dopo la somministrazione gli individui presentavano livelli plasmatici diversi IDENTIFICAZIONE DELLA RESPONSABILIT La variabilit della biotrasformazione dellisoniazide correlata con il polimorfismo del gene NAT2: la sostanza scompare rapidamente dal plasma dei rapidi acetilatori ma persiste nei lenti acetilatori rapidi acetilatori

lenti acetilatori

Concentrazione plasmatica isoniazide (g/ml)

Nella biotrasformazione dellisoniazide, essere acetilatore lento (variante polimorfica di NAT2) induce effetti tossici collaterali.

34
Biomarkerers of environmentally associated disease technologies, concepts and Perspectives, Wilson & Sauk, 2002

Polimorfismo NAT2 ed esposizione a 4-ABF


NAT2 coinvolto nel metabolismo del 4-aminobiphenyl (ABP) assorbito dopo esposizione a fumo di tabacco e ad ammine aromatiche (professionale).

Incidenza patologia tumorale e NAT2


Acetilatore lento

Carcinoma colonrettale

Carcinoma vescica

3 volte
minore

16 volte
maggiore

Vineis et al., 1994. Genetically based N-acetyltransferase metabolic polymorphism and low-level environmental exposure to carcinogens Nature.

35

Diffusione del polimorfismo NAT2


Hamdy et al., 2003 Br J Clin Pharmacol, 55:560-569

La frequenza degli omozigoti con acetilazione lenta variabile nella popolazione mondiale, esistono differenze etniche rilevanti: pari al 10% nella popolazione Giapponese pari al 52% negli Stati Uniti pari al 60% Germania pari al 60-90% nella popolazione Egiziana

Incidenza del cancro alla vescica per 100.000 individui


Europa Belgio Italia Svizzera Slovenia Egitto USA Asia 42.5 41 12.0 10.1 37 24.1 <15
36

La transizione SALUTE

MALATTIA

4-Aminobiphenyl-N2deoxyguanosine Adducts

IL caso 4-aminobifenile
PREVENZIONE

Fonti di esposizione

Esposizione Ambientale Lavoro Aria

Dose Interna Sostanza in tessuti sangue e urina

Dose Biologica Effettiva Adotti

Alterazioni Funzionali Strutturali

Cancro vescica

NAT2

SUSCETTIBILITA

Marker di esposizione

Marker di effetto

A parit di esposizione a 4-aminobifenile, essere acetilatore lento (variante polimorfica di NAT2) aumenta il rischio di sviluppare un carcinoma alla vescica. 37

IL caso IPA
Principale via di attivazione del benzo(a)pirene

ADDOTTO BaP-DNA

Maggiore la presenza di intermedi reattivi epossidici maggiore sar la probabilit di formazione delladdotto

Lazione degli enzimi di Fase I convertono gli IPA, che sono di per s relativamente inerti, in intermedi epossidici per addizione dellossigeno ad uno o pi dei doppi legami. La reazione di ossidazione catalizzata prevalentemente dalla CYP1A1, detta anche idrossilasi degli idrocarburi aromatici, e dalla CYP1A2. Gli IPA presentano un elevato numero di posizioni ossidabili e i metaboliti prodotti sono altamente elettrofili e molto instabili. Per la loro elevata reattivit possono attaccare le macromolecole biologiche nucleofile, come le proteine o il DNA, se non vengono 38 prontamente idrolizzati o coniugati dagli enzimi di Fase II.

IL caso IPA
BaP, metabolismo ed attivit cancerogena

Interazioni con DNA


Le varianti polimorfiche CYP1A1*2A e CYP1A1*2B portano ad una produzione pi veloce di metaboliti reattivi, OR = 9.01 tumore alla vescica
(Hazra et al, 2004)

1
Fase I

(BPDE-guanosina)

BaP

CYP1A1

Metaboliti reattivi GST M1

La variante polimorfica GST M1* nullo induce ad una coniugazione dei metaboliti reattivi molto lenta o nulla, OR = 3.11 tumore mammario
(Xiang et al, 2001)

Fase 2

Escrezione

La variante polimorfica GST M1* nullo correlata con lo sviluppo di tumore mammario, colon-rettale, polmone, bronchiti, ateroclerosi (Hatagima, 2002).

39

Quantificazione degli addotti del BaP-DNA


Tessuto Esposizione
Pazienti cancro al polmone Cellule del sangue Sangue Lavoratori cokerie Soggetti controllo Cellule del sangue Addetti alla lavorazione dellalluminio Spazzacamini Lavoratori cokerie Soggetti controllo GSTM1 attivo Cellule del sangue Tessuto epiteliale cervicale autopsia GSTM1 *0/*0 nullo Fumatori Non fumatori Fumatori Polmone Ex fumatori Non fumatori % positivit addotti
Addotti/108 nucleotidi

Medie S.D. 215.5 199 15.7 37.8 2.0 8.7 11.5 44.3 5.5 8.4 19.5 32.2 2.3 1.4 ND 1.6 3.5 1.06 1.9 1.27 1.76 1.69 4.04 2.37 4.46 5.76

Riferimento
Rojas et al., 1994 Rojas et al., 1995 Rojas et al., 1995

90 51 18 11 21 80 23 0 92 100 87 81 100 100

Pavanello et al. 1999

Rojas et al., 2000

Tessuti solidi

Melikian et al., 1999

Lodovici et al., 1998

Livelli di BaP nel sangue ed esposizione lavorativa/fumo: generalmente maggiori negli esposti. Livelli di BaP nel sangue ed esposizione ambientale: dati insufficienti. Livelli di BaP nei tessuti ed esposizione a fumo: risultati inconsistenti (non differiscono in modo signif.) 40 Livelli di BaP nei tessuti ed esposizione lavorativa/ambientale: dati insufficienti.
Boysen and Hecht, 2003

La transizione SALUTE

MALATTIA

IL caso IPA
PREVENZIONE ED INTERVENITI CLINICI

Fonti di esposizione e dati insorgenza di tumori nella popolazione

Esposizione Ambientale: Alimenti Lavoro Aria outdoor Indoor

Assorbimento Dosi interne: 1-OH-pirene 3-OH-B(a)P

Dose Biologica Effettiva Addotti BPDE-guanosina

Alterazioni Funzionali Strutturali

MALATTIA

Mutazione, lesioni scondarie

Polimorfismo

CYP1A1 e GST M1
SUSCETTIBILITA

Marker di esposizione

Marker di effetto

41

Quantificazione degli addotti del BaP-proteina


Proteina Soggetti Esposizione % positivit addotti
ND ND ND ND ND ND 60 60 55 29 41 23 24 22
Fmol BP-tetraols/

Medie S.D.
24.3 2.5 31.8 2.3 10.2 7.32 2.27 2.71 0.27 0.30 0.26 <0.10 0.026 0.047 0.045 0.060 0.015 0.040 0.016 0.029

mg protein

Riferimento

Emoglobina

Lavoratori cockerie Lavoratori fonderie Controlli

< 4,0 PAH g/m3 > 4,0 PAH g/m3 Fumatori Non fumatori Fumatori Non fumatori Fumo 1-3 ng/m3 BaP

Ferreira et al., 1994

Albumina sierica

Tas et al., 1994

Emoglobina

Venditori di giornali

Non Fumo 1-3 ng/m3 BaP Fumo <1 ng/m3 BaP Non Fumo <1 ng/m3 BaP Tutti Fumatori Non fumatori Fumatori passivi

Frank et al., 1998

Albumina sierica

Volontari

Scherer, et al., 2000

Livelli di BaP alle proteine ed esposizione a fumo: risultati inconsistenti Livelli di BaP alle proteine ed esposizione lavorativa/ambientale: generalmente maggiori negli esposti
42
Boysen and Hecht, 2003

% di campioni con addotti al BaP rilevabili


I risultati presentati riguardano differenti studi, differenti popolazioni, differenti metodologie di indagine e differenti fattori considerati, pertanto possibile effettuare delle considerazioni preliminari: Esposizione Lavorativa Polmone Tessuti somatici Cellule Sangue addotti DNA Tot Hb Albumina sierica Tot adotti proteine 40 40 73 87 77 34 34 27 57 44 Ambientale Fumatori 40 44 47 45 54 54 54 Non fumatori 47 50 44 52 35 31 34 60 61 12 10 *0/*0 100 GSTM1 Attivo 0

Gli addotti BaP-proteine descrivono in modo pi coerente il fenomeno espositivo rispetto agli addotti BaP-DNA probabilmente perch sul DNA maggiormente 43 influente il contributo del genotipo e dei meccanismi di riparo.
Boysen and Hecht, 2003

Calcolo del Rischio Relativo per la formazione delladdotto allemoglobina


Proteina Soggetti
Venditori di giornali Esposti Venditori di giornali Non esposti

Esposizione
Fumo 1-3 ng/m3 BaP Non Fumo 1-3 ng/m3 BaP Fumo <1 ng/m3 BaP Non Fumo <1 ng/m3 BaP

% positivi 60 60 55 29

Medie
Fmol BP-tetraols/mg protein

0.27 0.30 0.26 <0.10


Valori riscontrati nei non esposti

Emoglobina

incidenza negli esposti RR = incidenza nei non esposti

Incidenza % negli esposti

Incidenza % nei non esposti

RR = 60/29 = 2.07
In questo calcolo stata presa in considerazione la semplice possibilit di quantificare gli addotti nei soggetti.

RR = 0.30/0.10 = 3

Valori riscontrati negli esposti

In questo calcolo stata presa in considerazione la quantit di addotto rilevata nei gruppi di soggetti esposti e non esposti

La valutazione degli addotti puo costituire una prima valutazione di rischio utile a 44 programmare interventi di prevenzione.

La transizione SALUTE

MALATTIA

IL caso Aflatossine
da Aspergillus flavus, classificata dalla IARC come un cancerogeno per luomo (Gruppo 1)

Aflatossine: laflatossina B1, prodotta

Micotossine, metaboliti secondari prodotti da miceti


presenti su vari substrati (foraggi, insilati, cereali, farine di estrazione, arachidi), la produzione di micotossine avviene generalmente in particolari situazioni (condizioni metereologiche favorenti, stress idrico, presenza di parassiti, ecc.).

Carcinoma epatico umano


(HCC) una delle patologie tumorali pi comuni nel mondo. In Cina con pi di 300.000 decessi annui la terza causa di mortalit per patologia tumorale

45
Biomarkerers of environmentally associated disease technologies, concepts and Perspectives, Wilson & Sauk, 2002

Carcinoma epatico & Aflatossine


Anni
60-70

Grado di conoscenza della transizione da salute a malattia


Su 18.000 soggetti asiatici viene determinata lesposizione ad AFB1 attraverso la misurazione di un biomarker urinario, 7 anni dopo gli esposti ad aflatossine hanno mostrato un RR = 3.4 nellammalare di HCC Nei soggetti che hanno contratto lepatite RR = 7.3 nellammalare di HCC Nei soggetti che hanno contratto lepatite e che mostrano alti livelli di biomarker urinario RR = 59 Laddotto al DNA (AFB1-N7-guanina) supportato dallindividuazione di metaboliti del AFB1 nelle urine correlato allinsorgenza di HCC Coinvolgimento della mutazione del gene p53 (oncosoppressore) nello sviluppo di HCC La formazione delladdotto AFB-DNA pu determinare la mutazione GT sul codone 249 del gene p53

90

2000

LOLTIPRAZ un agente che pu fornire un certo livello di protezione nella formazione degli addotti al AFB-DNA e quindi conoscendo leziologia dellinsorgenza di carcinoma epatico anche della patologia tumorale stessa
46

(5-[2-pyrazinyl]-4-methyl-1,2-3-thione)

Biomarkerers of environmentally associated disease technologies, concepts and Perspectives, Wilson & Sauk, 2002

CHEMIOPREVENZIONE E SOSTANZE DI SINTESI OLTIPRAZ: derivato sintetico del 1,2-ditiol-3-tione con effetto chemiopreventivo dimostrato sugli animali, i primi studi clinici sulluomo hanno evidenziato risultati confortarti. E un induttore di enzimi detossificanti quali la glutatione transferasi ed un inibitore del citocromo P450. Effetto dellOltipraz sulla rimozione di addotti AFB1-DNA in epatociti umani in coltura primaria
Livello di addotto nelle cellule prima del trattamento DISINTEGRAZIONI PER MINUTO PER G DI DNA (dpm/g DNA) Livello di addotto nelle cellule esposte a AFB1 Livelli di addotto nelle cellule esposte a AFB1 e trattate con Oltipraz durante il passare delle ore

TRATTAMENTO CON OLTIPRAZ (ore) 47

Trattamento con Aflatossina marcata

[H3]AFB1

Sparfen et al. , 2006

La transizione SALUTE

MALATTIA

IL caso Aflatossine
PREVENZIONE e Interventi clinici

Fonti di esposizione e dati insorgenza di tumori nella popolazione

Esposizione Ambientale: Alimenti Lavoro

Assorbimento Dosi interne: sostanze o metaboliti In urina

Dose Biologica Effettiva Addotti AFB-DNA AFB-Proteine

Alterazioni Funzionali Strutturali Alterazione p 53

MALATTIA HCC

SUSCETTIBILITA

Marker di esposizione

Marker di effetto

In relazione allo sviluppo di HCC ed esposizione ad aflatossine IL programma di prevenzione prevede: la vaccinazione contro lepatite B limitazioni nellassunzione per via alimentare di aflatossine 48 Assunzione di agenti protettivi in caso di esposizione

Le aflatossine acquistano propriet mutagene e cancerogene se attivate da sistemi enzimatici

METABOLISMO DELLE AFLATOSSINE B1 IDENTIFICAZIONE DI ALCUNI ENZIMI COINVOLTI


Citocromo P450 (CYP)

Enzimi detossificanti (es. geni GSTM1, GSTT1) prevengono la formazione delladdotto per es. coniugando laflatossina ad un gruppo glutatione

epossido idrolasi microsomiali (gene HYL 1*2) possono idrolizzare la molecola Enzimi deputati alla riparazione del DNA (es. gene XRCC1) garantiscono lintegrit genomica e prevengono mutazioni genomiche e trasformazioni 49 cellulari neoplastiche

Polimorfismi di GSTM1,GSTT1, HYL1*2 e XRCC1 ed epatocarcinoma nella popolazione di Guangxi (una regione meridionale della Cina) Lepatocarcinoma una delle principali patologie cancerogene nella regione autonoma Guangxi in Cina dove la sua incidenza pari a 5-40*10-5 casi per anno. Le evidenze cliniche ed epidemiologiche suggeriscono che lesposizione ad AFB1 uno dei principali fattori causali. DESCRIZIONE DELLO STUDIO
Periodo di osservazione Popolazione Fattori considerati 2004-2005 257 malati di HCC 649 soggetti volontari sani et, sesso, etnia, infezione epatite B Polimorfismo geni GSTM1, GSTT1, HYL1*2 e XRCC1 Esposizione a AFB1 anni di esposizione(5 fasce) livelli di esposizione (2 categorie)
50
X.D. Long et al. / Hepatology Research 36 (2006) 4855

POLIMORFISMI GSTM1, HYL1*2 E XRCC1 E LIVELLO DI ESPOSIZIONE

Presenza simultanea di tutte e tre le forme polimorfiche che presentano un rischio maggiore
I risultati suggeriscono che i polimorfismi coinvolti nel metabolismo dei cancerogeni e dei meccanismi di riparo del DNA sono in grado simultaneamente di incrementare il rischio di HCC nella popolazione in oggetto, particolarmente ad alti livelli di esposizione
51
X.D. Long et al. / Hepatology Research 36 (2006) 4855

Polimorfismi GSTM1, HYL1*2 e XRCC1 e durata dell esposizione

Presenza simultanea di tutte e tre le forme polimorfiche che presentano un rischio maggiore

I risultati suggeriscono che i polimorfismi coinvolti nel metabolismo dei cancerogeni e dei meccanismi di riparo del DNA sono in grado simultaneamente di incrementare il rischio di HCC nella popolazione in oggetto, particolarmente alla durata dellesposizione.
52

X.D. Long et al. / Hepatology Research 36 (2006) 4855

Abbiamo discusso sul confine tra PREVENZIONE PRIMARIA e PREVENZIONE SECONDARIA che fondamentalmente condizionato sia da un dinamico trasformarsi del concetto di malattia che dal contributo derivante da una sempre pi puntuale analisi di rischio sanitario

Allora dove si colloca la funzione di un igienista oggi?

Ligienista lattore principale della prevenzione primaria, per continuare ad esserlo deve adeguare i propri strumenti di indagine e le proprie collaborazioni scientifiche

53

La transizione SALUTE MALATTIA IL caso Particolato atmosferico (PM)

molecole 0,05m

virus 0,5m

batteri

RBC 5m

cellula

polline

spillo 50m

capello

0,01m

0,1m

1m

10m
Limiti del visibile

100m

PM10 Particelle toraciche

PM2,5 Particelle fini PM0,1 Particelle ultrafini (UFP) nanoparticelle

54

Brook et al., 2004, Circulation 109, 2655-71.

PM10-2,5 Coarse fraction

La transizione SALUTE MALATTIA IL caso Particolato atmosferico (PM)


Particolato Primario (combustione fissa e mobile); Particolato Secondario (chimismo secondario: solfati e nitrati); Minerali terrestri (es. trasporto del vento); Materiale biologico (es. endotossine).

MISCELA COMPLESSA

Frazione coarse (PM2,5-10)


E costituita sia da particelle minerali derivanti da processi di erosione del suolo e delle rocce sia da particelle carboniose derivanti da processi di combustione.

Frazione fine (PM2,5)


Particelle caboniose derivanti prevalentemente da processi di combustione su cui sono adsorbiti metalli (es. Fe, Pb, V), composti organici (es. IPA) e sali generati da reazioni fotochimiche in atmosfera (es solfati e nitrati). OBIETTIVI: 1. dimostrare l associazione tra esposizione al PM ed effetti sulla salute; 2. fornire ipotesi plausibili sui meccanismi biologici che sono alla base degli effetti; 3. identificare la frazione e/o i componenti e le propriet chimico-fisiche responsabili degli effetti sulla salute. 55

La transizione SALUTE MALATTIA ILcaso Particolato atmosferico (PM)


Anni

1. Associazione tra esposizione al PM ed effetti sulla salute

1661 Effetti negativi dellinquinamento dellaria (Claxton,2004). 1775 Associazione tra insorgenza di tumori negli spazzacamini dovuta allesposizione a
polveri di camino (Pott, 1775).

1982 La mutagenicit dellestratto organico di PM correla con tasso di mortalit per cancro
polmonare ma non con altre cause di mortalit (Walker, 1982).

1993 Associazione tra particolato e mortalit : PM10< PM2.5<SO4= (Dokery, 1993). 1996 Effetti del PM sono associati alle particelle pi fini, alla forte acidit dellaerosol, ai 2001 solfati (Lippmann, 1996; Peters, 1997; Wichmann, 2000; Diociaiuti, 2001; Oberdoster, 2001) 2000 Incrementi di 10 g/mc di PM10 correlano con laumento della mortalit (con ampie
differenze in 90 citt studiate) (Samet, 2000).

2002 La concentrazione media di particolato fine (PM10, PM2.5) stata associata con 2004 laumento di mortalit per: tutte le cause; cause respiratorie e cardiovascolari (NMMAPS,
2000; APHEA, Katsouyanni, 2001 MISA, Biggeri, 2001 - 2004)

2004 Il particolato (PM10, PM2.5) associato a mortalit per cancro polmonare e per malattie
cardiopolmonari (Kwrewsky, 2003, 2004).
56

La transizione SALUTE MALATTIA IL caso Particolato atmosferico (PM)

2. Ipotesi sui meccanismi biologici che sono alla base degli effetti sulla salute.
Studi in vivo: PM o sue frazioni pu indurre uno stato di infiammazione polmonare (Li, 1996-1997; Gordon, 1998), danno tissutale e diminuzione delle difese antiossidanti (Peters, 1997). Gli effetti tossici sembrano essere correlati alla presenza di una componente solubile delle particelle costituita principalmente da metalli di transizione e composti organici.

Studi in vitro: Esponendo colture di macrofagi e di cellule epiteliali polmonari a sospensioni di particelle (PM10 o sue frazioni): rilasciano una serie di mediatori della risposta infiammatoria e immunitaria e di fattori pro-coagulanti (Murohy, 1999; Becker, 1998; Jimenez,
2000, Aust, 2002).

57
Balduzzi, 2003, Ann Ist Super Sanit 39(3), 411-417.

PM negli alveoli

La transizione SALUTE MALATTIA ILcaso Particolato atmosferico (PM)


Esistono sempre pi certezze in merito alla capacit delle frazione e/o i componenti del

Composti Organici IPA

Metalli di transizione

PM nei macrofagi

Addotti al DNA

Specie ossigeniche reattive (ROS)

Infiammazione

PM di generare radicali liberi* nellorganismo umano con un conseguente incremento di stress ossidativo

*
Citochine Fegato Fibrinogeno

Mutazioni
Perossidazione lipidica

Iniziazione, Promozione, Progressione.

Placche ateromatose

Proteina C-reattiva

Aumento viscosita

Trombosi

Rottura delle placche

TUMORE MALIGNO

ISCHEMIA

58
Sorensen et al., Mutation Research, 2003

Potenziali siti subcellulari della produzione di anioni superossido

ROS e cancerogenesi
I complessi cambiamenti cellulari e molecolari che partecipano allo sviluppo delle patologie tumorali sono mediati da molteplici stimoli endogeni ed esogeni. Un tipo di danno endogeno laccumulo di radicali liberi dellossigeno che attaccano non solo le basi ma anche la struttura del DNA. Le lesioni endogene del DNA inducono mutazioni e sono genotossiche.

La lesione pi studiata la formazione del 8-OH-dG (addotto del radicale ossidrile alla posizione 8 della Guanina).
Questa lesione importante perch si forma in modo relativamente facile ed 59 mutagena, soprattutto un potenziale biomarker di cancerogenesi ambientale.

Struttura di vari prodotti formati dalladdotto C8-OH-guanina, che formato dallattacco del radicale OH sulla posizione C8 della guanina

La mutazione che pu essere causata dalla formazione dell 8-OH-dG consiste in una transversione GC TA cui consegue un errata lettura del codice genetico

60

8-OHdG

Misurazione dell 8-OH-dG


Valutazione dell'induzione di 8-OHdG in DNA (tecnica elettroforetica), con esposizione a differenti frazioni di PM.

400 200 0

coarse fine

10
g/ml

50

200

Intensit media della fluorescenza

400 300 200


*p<0.05

Livelli di 8-OH-dG rilevati attraverso la fluorescenza in cellule A549 dopo esposizione ad ozono.

100 0
0 20 40 60

comparando con lesperimento a 0 ppb

80

100 120 140

Concentrazione di ozono (ppb) 61

La transizione SALUTE MALATTIA Il caso Particolato atmosferico (PM)


PREVENZIONE e Interventi clinici

Fonti di Esposizione al PM Combustione (fissa, mobile) Naturale

Esposizione Ambientale al PM: Aria Lavoro

Indicatore di Dose interne: -Metaboliti di IPA

Indicatore di Dose Biologica Effettiva -ROS

Primi effetti Biologici -Danno ossidativo al DNA (8-oxo-dG) -Mutazioni

Associazioni Epidemiologiche con mortalit e morbosit generale e Cardiovascolare e tumori

SUSCETTIBILITA (Es. IPA)

Marker di esposizione

Marker di effetto

Attualmente il programma di prevenzione prevede: I. Limiti della concentrazione giornaliera e annuale di PM. II. Conversione dei combustibili per fonti di emmissione fisse. III. Rinnovo del parco autoveicolare. 62 IV. Blocco e limitazione della circolazione in caso di sforamento dei limiti

La transizione SALUTE

MALATTIA

IL caso Interferenti Endocrini


Molti inquinanti ambientali possono avere effetto sullapparato riproduttivo, sia a livello maschile che femminile, e unalterazione della sfera riproduttiva pu avere infiniti risvolti. Variabilit indotta da fattori socio-ambientali e genetici esposizione ambientale pregressa, concentrazione fisiologica ormonale specie-specifica ed et-specifica, la concentrazione degli ormoni correlata con la quantit di recettori e quindi labbondanza di recettori pu essere un indicatore degli effetti di sostanze con attivit ormone-simile.
Livelli estrogenici Alti Bassi Abbondanza di recettori estrogenici Bassa Alta Legame al recettore Basso Alto Ricettivit Bassa Alta Risposta a IE Non-sensibile Sensibile

individui con bassi livelli di ormoni circolanti possono essere maggiormente sensibili a sostanze in grado di interferire con il sistema endocrino.
63
Crews D. 2000. Endocrine disruptors: present issues, future directions. Q Rev Biol

La transizione SALUTE

MALATTIA

IL caso Interferenti Endocrini


Lomeostasi del sistema endocrino ha un ruolo fondamentale nelle prime fasi della vita, bisogna tenere in considerazione: suscettibilit biologica nellinfanzia e nella fase prepubere, suscettibilit individuale, su base genetica, esistono polimorfismi dei geni codificanti per i recettori estrogenici e per le aromatasi su base metabolica (CYP) Il citocromo P450 aromatasi (CYP19) converte gli androgeni in estrogeni e gioca un ruolo determinante nel bilancio ormonale Sono stati identificati due geni codificanti per le aromatasi, CYP19a e CYP19b che sono distribuiti in modo differente nei tessuti animali ma anche in modo diverso durante lo sviluppo, inoltre esiste levidenza di una loro diversa espressione indotta dallesposizione a sostanze IE.

64
Eggen, 2004. Challenge in Ecotoxicology. Env Sci Tech

Dalla MALATTIA CLINICA alla MALATTIA BIOLOGICA


PREVENZIONE

Fonti di esposizione

Esposizione Ambientale Aria Acqua Alimenti Suolo Lavoro

Dose Interna Sostanze o metaboliti in tessuti sangue e urina

Dose Biologica Effettiva Addotti Proteine DNA

Primi effetti Biologici Rotture DNA SCE Micronuclei

Alterazioni Funzionali Strutturali

MALATTIA

SUSCETTIBILITA

Marker di esposizione

Marker di effetto

I biomarker dimostrano di essere strumenti efficaci per esposizioni ambientali e, in particolare gli addotti, sono adatti a descrivere precocemente situazioni di rischio sanitario; nellutilizzare tali strumenti predittivi di fondamentale importanza considerare i polimorfismi genetici a maggior ragione per gli addotti al DNA che rappresentano un livello di penetrazione pi profondo degli xenobiotici nellorganismo.
65

Xenobiotici e Prevenzione Primaria

Spostare losservazione dalla anatomia e fisiologia del fenotipo alla anatomia e fisiologia del genotipo
il polimorfismo agisce solo in presenza dellesposizione, dunque abolendo questa si ottiene un risultato pi efficace perch si previene la malattia anche nelle persone prive di difetto genetico;
ma () ci sono decine di altri geni implicati nel metabolismo delle sostanze cancerogene e quello che conta il profilo individuale complessivo, cio la combinazione che ciascun individuo presenta di diverse varianti, e non il polimorfismo per un singolo gene isolato dal contesto.

Esposizione Xenobiotico ORGANISMO


Polimorfismi genetici

RISPOSTA
66
Vineis, 2004. In buona salute. Einaudi (TO).

Health Risk Assessment

Presenza di contaminanti nella risorsa idrica

67

Stima di potenziali effetti sulla salute


Esempio Valutazione del Rischio associato alla presenza di Trialometani (THM) in una rete di utenza

Sostanza

Concentrazione RfD max rilevata mg/Kg/die 0.02 0.01

CSF mg/kg/die 0.062 0.0061

Kp cm/hr 0.0058 0.0089

Bromodiclorometano1 1.79 g/L


Triclorometano 0.43 g/L

(Cloroformio)2 1 non esiste un valore di parametro singolo per questa sostanza ma solo sommato a bromoformio, diclorometano, cloroformio: 30 g/L (D.Lgs 2/2/2001, n31). La IARC lo inserisce nel gruppo 2B, come "agente avente sufficiente attivit cancerogena sugli animali e probabile attivit cancerogena sulluomo". non esiste un valore di parametro singolo per questa sostanza ma solo sommato a bromoformio, diclorometano, bromodiclorometano: 30 g/L (D.Lgs 2/2/2001, n31). La IARC lo inserisce nel gruppo 2B, come "agente avente sufficiente attivit cancerogena sugli animali e probabile attivit cancerogena sulluomo".
2

Vie di esposizione: ORALE e DERMICA

68

Stima di potenziali effetti sulla salute Calcolo dellEsposizione

Esposizione, E = dose giornaliera media (mg/kg/die)


E: Average Daily Dose o Ec: Lifetime Average Daily Dose per le sostanze cancerogene (C x Ef x Ed x IR) E/Ec = ------------------------(BW x At)
At = per la sostanze non cancerogene tale valore pari alla durata effettiva dellesposizione (At = Ed), per le sostanze cancerogene uguale a 70 anni.

INGESTIONE DI ACQUA (Bromodiclorometano)


E: Average Daily Dose
Adulti E: (0.00179 mg/mc x 2 L/die x 350die/anno x 30anno)/(70kg*30anno) E: 0.000049 mg/kg*die Bambini E: (0.00179mg/mc x 1 L/die x 350die/anno x 6 anno)/(15kg*6 anno) E: 0.000114 mg/kg*die

Ec: Lifetime Average Daily Dose


Adulti Ec: (0.00179 mg/mc x 2 L/die x 350die/anno x 30anno)/(70kg*70anno) Ec: 0.000021 mg/kg*die Bambini Ec: (0.00179mg/mc x 1 L/die x 350die/anno x 6 anno)/(15kg*70 anno) Ec: 0.0000098 mg/kg*die

69

Stima di potenziali effetti sulla salute Calcolo dellEsposizione

Esposizione, E = dose giornaliera media (mg/kg/die)


E: Average Daily Dose o Ec: Lifetime Average Daily Dose per le sostanze cancerogene CW x SA x Kp x CF x Et x Ef x Ed E = -----------------------------------------------(BW x At)

CONTATTO DERMICO (Bromodiclorometano) E: Average Daily Dose


Adulti E: (0.00179mg/Lx350die/annox30annox19400cm2x0.0058cm/hrx0.25hr/diex0.001)/(70kg*30anno) E: 6.9 x 10-7 mg/kg*die Bambini E: (0.00179mg/L x 350die/anno x 6annox9300cm2x0.0058cm/hrx0.25 hr/diex0.001)/(15kg*6anno) E: 1.5 x 10-6 mg/kg*die

Ec: Lifetime Average Daily Dose


Adulti Ec: (0.00179mg/Lx350die/annox30annox19400cm2x0.0058cm/hrx0.25hr/diex0.001)/(70kg*70anno) Ec: 3 x 10-7 mg/kg*die Bambini 70 Ec: (0.00179mg/Lx 350die/annox6annox9300cm2x0.0058cm/hrx0.25hr/diex0.001)/(15kg*70anno) Ec: 1.3 x 10-7 mg/kg*die

Stima di potenziali effetti sulla salute Caratterizzazione del Rischio

Stima del rischio per gli effetti NON cancerogeni (Bromodiclorometano)


Stima del Rischio per ingestione Adulti, HQa: 0.000049 mg/kg*die/RfD = 0.00245 Bambini, HQb: 0.000114 mg/kg*die /RfD = 0.057 Stima del Rischio per contatto dermico Adulti, HQa: 6.9 x 10-7 mg/kg*die /RfD = 0.0000345 Bambini, HQb: 2.4 x 10-6 mg/kg*die /RfD = 0.00012 Stima del Rischio cumulativo non cancerogeno derivante dallesposizione al Bromodiclorometano per diverse vie di esposizione negli adulti e nei bambini. HIa, Adulti: 0.00245+ 0.0000345 = 0.003 HIb, Bambini: 0.057 + 0.00012 = 0.06

<1
71

Stima di potenziali effetti sulla salute Caratterizzazione del Rischio

Stima del rischio per gli effetti cancerogeni (Bromodiclorometano)


Stima del Rischio per ingestione Adulti: 0.000021 mg/kg*die x CSF = 1.3 x 10-6 Bambini: 0.0000098 mg/kg*die x CSF = 6.1 x 10-7 Stima del Rischio per contatto dermico Adulti: 0.0000003 mg/kg*die x CSF = 1.9 x 10-8 Bambini: 0.00000013 mg/kg*die xCSF = 8.1 x 10-9 Stima del Rischio cumulativo cancerogeno derivante dallesposizione al Bromodiclorometano per diverse vie di esposizione negli adulti e nei bambini. Adulti: 1.3 x 10-6 + 1.9 x 10-8 = 1.3 x 10-6 Bambini: 6.1 x 10-7 + 8.1 x 10-9 = 6.2 x 10-7

< 10-5
72

Stima di potenziali effetti sulla salute Calcolo dellEsposizione

Esposizione, E = dose giornaliera media (mg/kg/die)


E: Average Daily Dose o Ec: Lifetime Average Daily Dose per le sostanze cancerogene
At = per la sostanze non cancerogene tale valore (C x Ef x Ed x IR) pari alla durata effettiva dellesposizione (At = Ed), E/Ec = ------------------------per le sostanze cancerogene uguale a 70 anni. (BW x At)

INGESTIONE DI ACQUA (Cloroformio)


E: Average Daily Dose
Adulti E: (0.00043 mg/L x 2 L/die x 350die/anno x 30anno)/(70kg*30anno) E = 0.0000117 mg/kg*die Bambini E: (0.00043 mg/L x 1 L/die x 350die/anno x 6 anno)/(15kg*6 anno) E: 0.0000274mg/kg*die

Ec: Lifetime Average Daily Dose


Adulti Ec: (0.00043mg/L x 2 L/die x 350die/anno x 30anno)/(70kg*70anno) Ec: 5 x 10-6mg/kg*die. Bambini Ec: (0.00043 mg/L x 1 L/die x 350die/anno x 6 anno)/(15kg*70 anno) Ec: 2.3 x 10-6mg/kg*die.

73

Stima di potenziali effetti sulla salute Calcolo dellEsposizione

Esposizione, E = dose giornaliera media (mg/kg/die)


E: Average Daily Dose o Ec: Lifetime Average Daily Dose per le sostanze cancerogene CW x SA x Kp x CF x Et x Ef x Ed E = -----------------------------------------------(BW x At)

CONTATTO DERMICO (Cloroformio)


E: Average Daily Dose
Adulti E: (0.00043mg/L x 350die/anno x 30anno x 19400cm2 x 0.0089cm/hr x 0.25hr/die x 0.001)/(70kg*30anno) E: 2.5 x 10-7 mg/kg*die Bambini E: (0.00043mg/L x 350die/anno x 6anno X 9300cm2 x 0.0089cm/hr x 0.25 hr/die x 0.001)/(15kg*6anno) E: 5.8 x 10-7 mg/kg*die

Ec: Lifetime Average Daily Dose


Adulti Ec: (0.00043mg/L x 350die/anno x 30anno x 19400cm2 x 0.0089cm/hr x0.25hr/die x0.001)/(70kg*70anno) Ec: 1.1 x 10-7 mg/kg*die Bambini Ec: (0.00043mg/L x 350die/anno x 6anno X 9300cm2 x 0.0089cm/hr x 0.25 hr/die x 0.001)/(15kg*70anno) 74 Ec: 4.9 x 10-8 mg/kg*die

Stima di potenziali effetti sulla salute Caratterizzazione del Rischio

Stima del rischio per gli effetti NON cancerogeni (Cloroformio)


Stima del Rischio per ingestione Adulti, HQ: 0.0000117 mg/kg*die /RfD = 0.00117 Bambini, HQ: 0.0000274 mg/kg*die /RfD = 0.00274 Stima del Rischio per contatto dermico Adulti, HQ: 2.5 x 10-7 mg/kg*die /RfD = 0.000025 Bambini, HQ: 5.8 x 10-7 mg/kg*die /RfD = 0.000058 Stima del Rischio cumulativo non cancerogeno derivante dallesposizione al Cloroformio per diverse vie di esposizione negli adulti e nei bambini. HI, Adulti: 0.00117+ 0.000025 = 0.001 HI, Bambini: 0.00274 + 0.000058 = 0.003

<1
75

Stima di potenziali effetti sulla salute Caratterizzazione del Rischio

Stima del rischio per gli effetti cancerogeni (Cloroformio)


Stima del Rischio per ingestione Adulti: 5 x 10-6 mg/kg*die x CSF = 3 x 10-8 Bambini: 2.3 x 10-6 mg/kg*die x CSF = 1.4 x 10-8 Stima del Rischio per contatto dermico Adulti: 1.1 x 10-7 mg/kg*die x CSF = 6.7 x 10-10 Bambini: 4.9 x 10-8 mg/kg*die x CSF = 3 x 10-10 Stima del Rischio cumulativo cancerogeno derivante dallesposizione al Cloroformio per diverse vie di esposizione negli adulti e nei bambini. Adulti: 3 x 10-8 + 6.7 x 10-10 = 3.1 x 10-8 Bambini: 1.4 x 10-8 + 3 x 10-10 = 1.4 x 10-8

< 10-5
76

Valutazione del Rischio Sanitario


La valutazione del Rischio sanitario ha messo in luce che il rischio tossicologico, HI1 e cancerogeno, Risk2 relativo allingestione e al contatto dermico con lacqua risulta essere come mostrato nella tabella sottostante.

Sostanza g/L Bromodiclorometano 1.79 Triclorometano (Cloroformio) 0.49 Adulti 0.003 0.001

HI1 Bambini 0.06 0.003 Adulti

Risk2 Bambini 6.2 x 10-7 1.4 x 10-8 1.3 x 10-6 3.1 x 10-8

Il rischio cancerogeno derivante dalle diverse modalit di esposizione considerate (ingestione e contatto dermico con acqua), sia per gli adulti che per i bambini, risultato inferiore a 10-5/10-6 ed il rischio tossico, HI, inferiore ad 1, in totale accordo con i valori consigliati come cautelativi dalle vigenti normative nazionali e internazionali. I criteri di accettabilit del rischio per le sostanze tossiche coincidono con il non superamento del valore RfD (HI < 1) e per le sostanze cancerogene prevedono che non vi sia pi di un caso di tumore su 100.000 / 1.000.000 di 77 esposti (10-5/10-6) (EPA, 1989).

Health Risk Assessment

Valutazione di un sito contaminato.

78

20 aprile 2006

11 ottobre 2006

Campi sintetici cancerogeni, allarme. Sostanze pericolose in 350 impianti.


.L'analisi sui materiali di cui fatto il fondo copertoni di pneumatici riciclati, gomme vergini - ha portato alla luce la presenza di sostanze cancerogene chiamate Ipa, idrocarburi policiclici aromatici

Dopo gli allarmi ecco la conferma Cancerogeni i campi in sintetico


Le analisi confermano la presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), metalli pesanti e composti aromatici volatili ...tali composti sono definiti cancerogeni.

3 maggio 2006

IL TEMPO
11 ottobre 2006

"Quei campi vanno bonificati"

ADESSO c' la conferma ufficiale dell'Istituto Superiore di Sanit: i campi in erba sintetica sono cancerogeni.

21 aprile 2006

Campi in erba sintetica pericolosi?


E i rilievi hanno effettivamente permesso di rilevare che le concentrazioni di Ipa, di toluene e di zinco sono mediamente al di fuori del limite di riferimento, dove per limite di riferimento si intende quello fissato per legge per i suoli adibiti a verde pubblico.

11 ottobre 2006 Cancerogeni campi in erba sintetica


Le analisi condotte dallISS hanno confermato la presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), metalli pesanti e composti aromatici volatili ..'. 79 il problema riguarda anche i parchi pubblici.

corretto assimilare un campo in erba artificiale ad un sito inquinato?

D.M. 471/99: Regolamento recante criteri, procedure e modalit per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati Il D.M. 471/99 applicabile a siti inquinati, definiti come: sito che presenta livelli di contaminazione o alterazioni chimiche, fisiche o biologiche del suolo o del sottosuolo o delle acque superficiali o delle acque sotterranee tali da determinare un pericolo per la salute pubblica . .tutto ci non ha nulla a che vedere con il problema in oggetto ove la composizione artificiale dei campi nota ancor prima della posatura. 80

corretto assimilare un campo in erba artificiale ad un sito inquinato?


Lanalisi chimica sul tal quale del materiale da intaso, non pu essere omologata al naturale rilascio delle sostanze presenti nel materiale studiato n tanto meno essere assunta quale livello di concentrazione di uneventuale esposizione umana. La presenza di sostanze (cancerogene) in specifici materiali non pu essere direttamente connessa al rischio tossicologico/cancerogeno per luomo.
Composizione Pneumatici Elastomero Carbon black
Oli ammorbidenti, vulcanizzanti, protettevi (es. IPA) e ossidi di zinco.

Acciaio Tessile

% in peso 47 27 11 11 4

diventa essenziale la valutazione dellesposizione, lanalisi dei tempi di permanenza nelle condizioni espositive e le possibili e plausibili modalit di assorbimento in paragone con il fenomeno espositivo che si realizza 81 quotidianamente nellambiente di vita.

OBIETTIVO: verificare SE, COME e QUANTO un campo in erba artificiale determina unesposizione aggiuntiva a sostanze cancerogene.

INGESTIONE: pu essere esclusa in quanto accidentale e del tutto ininfluente: il mezzo gastrico dellapparato digerente non sufficientemente efficace per estrarre i prodotti tossici; CONTATTO DERMICO: costituisce un rischio basso in quanto limitato e sarebbe necessario un mezzo non polare affinch le sostanze possano penetrare lo strato dermico;

VIA INALATORIA: possibilit di sviluppo di polveri a partire dalla


frequentazione del campo stesso???
82
Birkholz et al, 2003; Anderson et al., 2006

Rischio per la salute umana derivante dalla frequentazione di campi in erba sintetica nella Citt di Torino
Organizzazione della ricerca: 1. Misura e comparazione (ambiente di vita) dellesposizione: a) analisi della concentrazione di particolato PM10 e PM2.5; c) analisi dei solventi BTX (Idrocarburi aromatici: Benzene, Toluene e Xileni). b) analisi degli IPA; (Idrocarburi policiclici aromatici);

2. Campionamenti effettuati in diverse condizioni.

3. Analisi del rischio sanitario.


83

Concentrazione di PM10: campi e sito urbano.


80 70 60 50 40 30 20 10 0
campo P 12-giu-06 campo P terra 13-giu-06 campo C 14-giu-06 campo R 15-giu-06 campo PB 21-giu-06 campo B 26-giu-06

Giugno 06

g/m

PM10
campi sito urbano

Concentrazione di PM2,5: campi e siti urbani.

PM2,5
g/m3

30 25 20 15 10 5 0
campo P 12-giu-06 campo P terra 13-giu-06 campo C 14-giu-06 campo R 15-giu-06 campo PB 21-giu-06 campo B 26-giu-06

campi siti urbani

84

limite normativo di 50 g/m3 del D.Lgs 60/2002 per le 24 ore per il PM10

Concentrazione di PM10: campi e sito urbano.


140 120 100 g/m
3

Novembre 06

80 60 40 20 0
campo PB 06-nov-06 campo B 07-nov-06 campo RM 08-nov-06 campo C 09-nov-06 campo P 14-nov-06 campo PT 15-nov-06

PM10
campi sito urbano

Concentrazione di PM2,5: campi e siti urbani.

PM2,5
g/m

100 80
3

campi siti urbani

60 40 20 0
campo PB 06-nov-06 campo B 07-nov-06 campo RM 08-nov-06 campo C 09-nov-06 campo P 14-nov-06

15-nov-06

85

campo PT

limite normativo di 50 g/m3 del D.Lgs 60/2002 per le 24 ore per il PM10

Giugno 06
Concentrazione BENZENE: campi e siti urbani
6,0 5,0 4,0

g/m

3,0 2,0 1,0 0,0


P traffico traffico traffico R traffico traffico traffico urbano urbano urbano urbano urbano urbano P terra C PB B

12-giu-06

13-giu-06

14-giu-06

15-giu-06

21-giu-06

26-giu-06

BENZENE
limite normativo di 5 g/m3 del D.Lgs 60/2002 per le 24 ore per il Benzene

campi sito urbano sito trafficato


86

Novembre 06
Concentrazione BENZENE: campi e sito urbano.
10,0 9,0 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0
cam po PB 06-nov-06 cam po B 07-nov-06 cam po RM 08-nov-06 cam po C 09-nov-06 cam po P 14-nov-06 cam po PT 15-nov-06

g/m

BENZENE
limite normativo di 5 g/m3 del D.Lgs 60/2002 per le 24 ore per il Benzene

campi sito urbano


87

Giugno 06
IPA
Nel periodo estivo le concentrazioni di IPA sono decisamente e naturalmente basse. Tra i 12 composti ricercati il Benzo(a)pirene lunico normato per legge e non mai presente. Gli unici IPA con valori al di sopra del limite di rilevabilit misurabili, seppur decisamente contenuti sono il Benzo(b)fluoranthene + Benzo(k)fluoranthene (gruppo IARC 2B) che vengono considerati tra gli IPA caratteristici di emissioni da combustione di veicoli a benzina e il Benzo[ghi]perylene che viene considerato (dopo il Pyrene) caratteristico delle emissioni da usura di pneumatico anche se non in modo inequivocabile: questo risulta presente anche sul campo in terra battuta quindi, essendo i campi in condizioni di riposo (non utilizzati), potrebbe risultare ascrivibile al traffico delle strade limitrofe. A livello italiano nel periodo primavera-estate le concentrazioni totali di IPA, in un sito trafficato, variano tra 1 e 4 ng/m3 in un sito di fondo tra 0.1 e 1 ng/m3; i campi monitorati hanno valori di IPA totali variabili tra < 0.1 a 0.6 ng/m3.

88

IPA

Novembre 06

Nel periodo invernale le concentrazioni di IPA, sono naturalmente pi elevate rispetto ai mesi estivi. Tra i 12 composti ricercati il Benzo(a)pirene lunico normato per legge e ed presente nei campi a concentrazioni paragonabili a quella riferibile alla media annuale secondo la normativa vigente (1 ng/m3) ed paragonabile alle concentrazioni nella citt di Torino. Benzo(b)fluoranthene + Benzo(k)fluoranthene (gruppo IARC 2B) vengono considerati tra gli IPA caratteristici di emissioni da combustione di veicoli a benzina e sono presenti con la maggiore percentuale in tutti i campi, la stessa considerazione vale anche per il Benz[a]antracene. Il Pyrene e il Benzo[ghi]perylene vengono considerati caratteristici delle emissioni da usura di pneumatico e risultano presenti anche sul campo in terra battuta quindi probabilmente, pur essendo i campi in condizioni di utilizzo, anche questi potrebbero risultare ascrivibili al traffico delle strade limitrofe. Abbiamo constatato un minor contenuto di IPA nel campo in terra naturale che potrebbe essere ascrivibile alla maggiore presenza di polveri di origine naturale (minerali) originate dal sollevamento di terra in fase di gioco, falsando quindi il risultato finale in termini di rapporto. Come nel caso dei siti urbani, e come segnalato in letteratura, la maggiore concentrazione di IPA si ha sulla frazione PM 2,5 (70 90%); il rapporto tra PM10 e PM2,5 sui campi risulta essere molto pi contenuto rispetto ai siti urbani. A livello italiano nel periodo autunno-inverno le concentrazioni totali di IPA, in un sito urbano, variano tra 3 e 15 ng/m3 in un sito di fondo tra 1 e 5 ng/m3, i campi monitorati hanno valori di IPA totali variabili tra 2.8 e 15.5 ng/m3.

89

Caratterizzazione del Rischio per la salute umana derivante dalla frequentazione di campi in erba sintetica nella Citt di Torino
Le informazioni sullesposizione della popolazione (ottenute dai dati ambientali misurati sui campi) vengono combinate con i fattori di potenza cancerogena e con i RELs.

RISCHIO non cancerogeno Il rischio non cancerogeno dato dalla divisione dellEsposizione
(calcolata sulla base dei dati ambientali)

per la dose di riferimento (per le


singole sostanze).

RISCHIO cancerogeno il rischio cancerogeno verr calcolato moltiplicando lesposizione (calcolata sulla base dei dati ambientali) con il grado di potenza cancerogena (per le singole
sostanze).

R = HQ = E / RELs
Quando HQ >1 esistono rischi per la salute,pi HQ alto pi i rischi sono probabili. HI= Hazard Index: dato dalla somma di due o pi HQ
HQ ei HI devono essere determinati per ogni organo bersaglio.

R = E X CSF
Il valore calcolato rappresenta valore massimo di eccesso di rischio di contrarre un cancro per tutta la vita che stabilito < a 1 caso x 10-5/10-6
90

Valutazione del Rischio Sanitario Rischio Cancerogeno: Risk


Range di Rischio Cancerogeno massimo su tutti i campi
1,E-06 9,E-07 8,E-07 7,E-07 6,E-07 risk 5,E-07 4,E-07 3,E-07 2,E-07 1,E-07 0,E+00 contatto dermico inalazione via di esposizione
adulto bam bino

Giugno 06

Rischio Tossico: HI
Range di Rischio Tossico massimo su tutti i campi
0,04 0,035 0,03 0,025 0,02 0,015 0,01 0,005 0 contatto dermico vie di esposizione inalazione

4 9.5 x 10-7

0.016 0.031

< 1 x 10-5/10-6
Range di Rischio Cancerogeno in Torino (Via della Consolata)

<1
Range di Rischio Tossico in Torino (Via della Consolata)

2 2.8 x 10-6

0.062 0.23

91

Il rischio per la salute umana stato valutato mediante il software RISC 4.

Valutazione del Rischio Sanitario Novembre 06 Rischio Cancerogeno: Risk


Range di Rischio Cancerogeno massimo su tutti i campi
3,E-06

Rischio Tossico: HI
Range di Rischio Tossico massimo su tutti i campi

1.2 2 x 10-6
0,08 0,07 0,06

0.043 0.075

2,E-06

2,E-06 risk
adulto bam bino

0,05 0,04 0,03 0,02 0,01

1,E-06

5,E-07

0,E+00 contatto dermico inalazione via di esposizione

0 contatto dermico vie di esposizione inalazione

< 1 x 10-5/10-6
Range di Rischio Cancerogeno in Torino (Via della Consolata)

<1
Range di Rischio Tossico in Torino (Via della Consolata)

2 2.8 x 10-6

0.062 0.23

92

Il rischio per la salute umana stato valutato mediante il software RISC 4.

Risultati e Osservazioni
Non esistono sostanziali differenze tra le concentrazioni di polveri presenti nei campi da calcio e in altri siti urbani: i livelli di PM10 registrati nei campi sono paragonabili o inferiori ai livelli di fondo urbano ed anche i livelli di PM2.5 sono paragonabili o inferiori ai siti urbani considerati. Le concentrazione di idrocarburi aromatici, BENZENE, presenti nei campi da calcio monitorati: sono costanti e si attestano a livelli inferiori a quelli di fondo urbano e comunque rispecchiano una normale situazione legata ad inquinamento urbano di origine autoveicolare. Le concentrazioni di IPA, presentano un normale profilo urbano dei periodi considerati. Non sono presenti sostanziali differenze delle concentrazioni di particolato, idrocarburi aromatici e IPA legate allanzianit del campo, alla tipologia del campo (nero PFU o termoplastico) e alla ditta produttrice nelle diverse giornate di campionamento. In base ai risultati ottenuti dallanalisi di rischio sanitario-ambientale i campi da calcio esaminati presentano dei valori di rischio cancerogeno e/o tossico inferiori a quelli limite previsti dalle normative nazionali ed internazionali.

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