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MENICHELLI MENICHELLI

RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MODA CULTURA COPIA GRATUITA - Anno 5 - N. 7/8 - Luglio/Agosto 2009 - Tiratura copie 20.000

IL VENTAGLIO
Il segreto della seduzione

Madame De Montespan Lucrezia Borgia Il Diamante Maledetto


Direttore Responsabile
Mara Parmegiani

Comitato scientifico
Gino Falleri, Nino Marazzita,
Simonetta Matone, Carlo Giovannelli,
Rosario Sorrentino, Emilio Albertario, A volte per portarci fortuna bisogna parlare anche delle co-
Anna Mura Sommella se positive che accadono nel nostro paese. Voglio fare un
esempio di “buona sanità”, quella cattiva, purtroppo, ha oc-
Segreteria di Redazione
cupato ed occupa spesso, a torto o a ragione, le pagine dei
Marco Alfonsi
giornali. Io qui, in poche righe, voglio andare controcorren-
te ed elogiare la disponibilità, la gentilezza, la professionali-
Nicoletta Di Benedetto
tà, a partire dai responsabili che sono infaticabili, superattivi,
Marina Bertucci
sempre presenti e attenti ad ogni esigenza, a tutto il perso-
nale medico, dal corpo infermieristico, alle crocerossine. Per-
Servizi fotografici di redazione
sonale che, con la precisione dei famosi orologi svizzeri, sin
Laura Camia, Giancarlo Sirolesi dal primo mattino, fa ruotare magnificamente le sfere della
Divisione di ematologia che considera e umanizza l’amma-
Hanno collaborato lato non calcolato, come altrove un numero insignificante. In
Marco Alfonsi, Costanza Cerìoli, poche parole, tutto il personale che lavora all’ospedale ro-
Isabella De Martini, mano Sant’Eugenio, usa verso i pazienti disponibilità e gen-
Nicoletta Di Benedetto, Andrea Di Capoterra, tilezza di cui tutti possono godere. Al bando favoritismi,
Cristina Guerra, Roberta Buonaiuto, preferenze, simpatie o antipatie, al Sant’Eugenio conta saper
Rita Lena, Elisabetta Leoni, fare il proprio lavoro con coscienza. Coscienza non scalfita
Nino Marazzita, dall’assuefazione al dolore.
Siderio, Josephine Alessio, Grazie
Tiziana Primozich In questo numero doppio abbiamo dato spazio alle donne,
quelle che in qualche modo hanno segnato la storia, raccon-
tandone la vita e le esperienze, augurandoci che Chapeau vi
Via Piero Aloisi, 29 - 00158 Roma faccia compagnia nelle ore di meritato relax.
Tel. 06.4500746 - Fax 06.4503358 Buona lettura a tutti
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Mara Parmegiani
Aut. Trib. di Roma n. 529/2005 del 29/12/2005

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tari realizzati da Chapeau.
numero 4 Il Ventaglio:
IN QUESTO Seduzione e Voluttà

ILIL VENTAGLIO
VENTAGLIO 8 Lucrezia Borgia

12 Elisabetta I Tudor

LUCREZIA BORGIA
14 Madame De Montespan

18 Il diamante maledetto

ELISABETTA I TUDOR
20 La Bastiglia

22 Storie di nobel e
d’ingiustizia

23 Rosalind Franklin

LA BASTIGLIA
24 Craig Warwicr

26 Dalla camera d’aria alla


it-bag
IL DIAMANTE MALEDETTO

28 I nuovi design

I NUOVI DESIGN 29 L’arte dell’ospitalità

30 Libri - Eventi - Mostre

31 Ricette
Il Ventaglio
seduzione e voluttà
Il Ventaglio nato chissà quando e chissà dove, adottato in nel VI secolo: le persone eleganti preferirono quelli con le
tutti i Paesi nelle fogge più svariate, ha simboleggiato piume privilegiando quelle di pavone efficaci contro il ma-
ovunque lusso, potere, autorità, carisma, assumendo subi- locchio. Le donne romane avevano ventagli che facevano
to un significato trascendentale, misterioso ed emblemati- parte del “mundus muliebris”. Alcuni esemplari in bronzo
co. Un microcosmo il cui studio ci permette di scoprire furono riportati alla luce nella tomba dei “flabelli di bron-
tante fonti della storia del costume, della politica, e del so- zo” e riproducono il modello di piume formando un disco
ciale. La sua forma ed il suo funzionamento furono infatti rigido decorato con motivi di guerrieri. Interessante, alla
identificati da alcuni studiosi, con la stessa vita dell’uomo. base del manico, l’anello che permetteva di appendere il
Perché partendo da un nucleo centrale, le sue stecche flabello ad una catenella legata alla vita, alleggerendo co-
spiegate e fissate, simboleggiano l’evolversi del cammino sì la fatica di tenerlo in mano. Nella Cina nacque il venta-
della vita da cui si parte e a cui si ritorna. Un colpo secco glio brisé, dalle stecche finemente cesellate, importato
può richiudere e ridimensionare il tutto. Il più antico po- nell’Europa Medievale forse dalle carovane che percorre-
trebbe essere il “flabello”, patrimonio di civiltà antiche co- vano la rotta della seta. Come dalla Cina vennero molto
me quella egizia, assiro-babilonese e la civiltà persiana. Per più tardi ventagli dalle stecche in argento, dorate, cesella-
lo più policromo, il flabello è sui dipinti antichi adatto ad te, smaltate, con applicazioni di figurine in seta le cui car-
una lunga asta. I manici sopravvissuti realizzati in legno ni erano d’avorio miniato. In Europa, culla del ventaglio è
sono coperti di fogli d’oro dipinti ed incrostati di smalto. la Spagna. Lord Beaconsfield, scrittore ed illustre uomo
Il bitume era usato per incollare le piume. Anche presso i politico, sosteneva anzi che la donna spagnola superava
greci che lo chiamavano “riphìa” divenne d’uso comune nella tattica del ventaglio le strategie di un reggimento di

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cavalleria. Mr. Coustellier fu il primo ad installare, nel gli, spesso realizzati in oro, gemme preziose, in lince o zi-
1830, a Valencia in Spagna una fabbrica di ventagli. In In- bellino con manici in oro zecchino impreziositi da dia-
ghilterra i ventagli apparvero verso la fine del XIV secolo, manti e smalti, fu tale da obbligare il Senato della
sotto Riccardo II. Anche la regina Elisabetta ne possedeva Repubblica di Venezia a promulgare leggi che ne frenas-
di preziosi e, sovente, nelle cerimonie ufficiali li sostituiva sero gli eccessi. Il Magistrato delle Pompe, nel 1525, ne li-
allo scettro. In Italia arrivarono nel VI secolo, importati mita il prezzo che non deve superare i 40 o 50 zecchini
dall’India e si deve a Caterina dé Medici, sposa quattordi- anche se in vendita potevano trovarsi fino a 100 zecchini.
cenne del duca Enrico d’Orleans re di Francia, nel 1547 la Nel ‘700, secolo d’oro del ventaglio e degli eccessi, col
sua introduzione a corte. Il lusso che si profuse nei venta- trionfo della cipria bianca e dell’oro spruzzato fra i capel-

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li, apparvero libri stampati con caratteri rosa o verde co- movimento possa far distinguere la principessa dalla con-
me “Le livre à la mode” de “L’imprimerie du Printemps”. tessa, la marchesa dalla popolana”. Si legge sullo “Pecta-
E le dame li sceglievano intonandoli al colore del loro ven- teur” del 1787, di una signora inglese che fondò a Londra
taglio. Nel mondo della Moda e del costume il ventaglio, una Accademia per educare le signorine di ogni ceto so-
trascendendo l’aspetto formale, assunse significati sim- ciale nell'esercizio del ventaglio. In essa le allieve doveva-
bolici che ne costituiscono il linguaggio esclusivo. Basti no ubbidire agli ordini principali ed esercitarsi, due volte
pensare al “Giovin Signore” di pariniana memoria, il qua- al giorno, con il ventaglio. Il quale, dal canto
le assicurava, prima di incontrare la dama, che il ventaglio suo,”parlava”. Un angolo del ventaglio, poggiato sulla
profumato “fra le giocose dita come agevole scorresse”. fronte, significava il marito nelle vicinanze; chiuso sulle
Perché, consentendo con Madame de Stél, ci sono molte labbra era un invito al silenzio; agitato, con movimento
maniere di servirsi del prezioso gingillo, come “un suo circolare: “ci spiano, stiamo attenti”. Chiuso e poggiato

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sull’occhio destro “quando potrò vederti?” Chiuso sul
cuore: “hai vinto il mio amore”. Retaggio, forse, dell'ars
amandi di Ovidio. Un’arte che andava anch’essa saputa
leggere. E l’ingegnosa signora aggiunse un corso per soli
uomini allo scopo di insegnare loro “l’arte di fare la corte
ad un ventaglio”. Era un telegrafo che appuntava un con-
vegno, mostrava adesione, applaudita o rimproverava.
Simbolo di gioia o di sdegno. Avvicinato alla bocca, sotto
gli occhi, all'orecchio, chiuso o aperto, scosso o quieto, il
ventaglio nei secoli passati era specchio entro cui si riflet-
tevano tutte le sensazioni dell’anima. Complice ed abile
ad aggiungere agli sguardi e ai sospiri il suo misterioso
linguaggio non alieno da malizie o coprente pudici e im-
barazzanti rossori. Oggi, i Turisti che vogliono portare con
sé un ricordo dei bei panorami d’Italia o di Francia, trova-
no sulle bancarelle dei souvenirs ventagli con l’immagine
del Vesuvio, delle rovine romane, di Pompei o della lagu-
na di Venezia, o la Tour Eiffel. Ancora oggi viene regala-
to, una volta l’anno, dai giornalisti e dai politici un
ventaglio ai Presidenti della Camera e del Senato italiani,
durante una piacevole cerimonia estiva, ufficialmente in
segno d’augurio, ma forse per significare il desiderio di
fugare, con un soffio d’aria, le maldicenze e i pettegolez-
zi che circolano spesso tra i corridoi dei palazzi del pote-
re…
Mara Parmegiani

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LUCREZIA
LA VERITÀ DIE
te e senza scrupoli, considerato l’uo-
mo più attraente del suo tempo. Co-
sì come era legatissima al padre,
una figura fondamentale nella sua
vita, uomo di immensa perspicacia e
abilità, subdolo e spietato, avido di
denaro e di beni, ma con un fascino
irresistibile e uno spiccato senso
dell’umorismo. Alla fine del XV se-
colo in Italia e non solo, la morale
era considerata un optional, i figli il-
leggitimi erano la norma e molti di
loro erano addirittura figli di preti.
L’essere figlia di un Papa fu dunque
un vantaggio per Lucrezia, più che
un problema. Fu considerata fan-
ciulla di alto lignaggio e venne edu-
cata nel convento di San Sisto.
Lucrezia crebbe in un clima dove il
predominio e il potere sessuale ma-
schile erano fuori discussione, e do-
ve le donne erano soggette in tutto
e per tutto alla volontà e ai desideri
degli uomini, e nella fattispecie di
Rodrigo. Ma Lucrezia, donna intelli-
gente e capace, seppe volgere a
proprio vantaggio tutto ciò perché
imparò dal padre la tenacia e l’abili-
tà nel comprendere e sfruttare i
meccanismi del potere, accettando
le situazioni com’erano e andando
avanti per la sua strada, senza mai
farsi sconfiggere dalla circostanze e
mostrando all’occorrenza gentilezza
e compassione. I primi anni di
Di lei si è detto di tutto e il contra- sue insite capacità e qualità. Attras-
pontificato di Alessandro VI sono
rio di tutto. Donna ambiziosa e se l’attenzione di molti letterati, tra
caratterizzati, tra l’altro, da uno
dissoluta, bellissima e perversa, cui Pietro Bembo con cui ebbe una
spregiudicato sfruttamento della fi-
amante del padre e del fratello; ma lunga relazione d’amore e Ludovico
glia bambina per le mire espansioni-
anche fragile vittima delle mire poli- Ariosto che a lei dedicò una strofa
stiche dello Stato della Chiesa.
tiche della sua famiglia, strumento dell’Orlando Furioso: “Lucrezia Bor-
All’inizio indubbiamente Lucrezia fu
docile in mano all’allora Papa Ales- gia, di cui d’ora in ora/la beltà, la vir-
vittima delle ambizioni del padre e
sandro VI, nonché suo padre, e mer- tù, la fama onesta/e la fortuna
suo docile strumento. Ma data la
ce di scambio per ragioni di stato. crescerà, non meno/che giovin pian-
giovanissima età non poteva essere
Ma chi fu veramente Lucrezia Bor- ta in morbido terreno”. (canto XIII,
altrimenti.
gia? La sua vita fu molto intensa. In strofa 69, 1516). All’epoca di questo
A soli 13
soli 39 anni ebbe tre mariti, alcuni elogio la sua fama si era già abbon- Alfonso d’Este
anni infatti
amanti illustri, undici gravidanze dantemente diffusa. Ma certo la sua
fu data in
(o forse dodici) e nove figli, ma solo vita non era stata facile. Si data la
sposa al si-
quattro sopravvissero. Fu temuta, sua nascita al 18 aprile 1480 nella
gnore di Pe-
ammirata, rispettata. Dimostrò fortezza di Subiaco. Era la terzoge-
s a r o ,
grandi capacità amministrative e fu nita di Rodrigo Borgia (allora non
Giovanni
abilissima nel gestire la sua vita pri- ancora Papa) e Vannozza Cattanei,
Sforza,
vata senza mancare di rispetto ap- una madre assente a cui Lucrezia
principe di
parente a nessuno. Non si sa quanto non era particolarmente legata.
secondo
fosse veramente bella, almeno con i Considerava di più sua madre la cu-
p i a n o ,
parametri attuali, ma di certo così gina del Papa, Adriana Mila, che si
figlio illle-
fu considerata all’epoca perché ave- occupò di lei, e crebbe insieme al-
gittimo di
va due caratteristiche fondamentali l’amante del padre, Giulia Farnese,
Costanzo
per il Rinascimento: capelli biondi e nuora della stessa Mila e di soli due
Sforza. Da
occhi azzurri. Sicuramente fu donna o tre anni più grande di Lucrezia.
un punto di
di grande fascino che seppe distin- Dei suoi tre fratelli Juan, Cesare e
vista politi-
guersi tra le altre, sia per i suoi illu- Jofrè, quello a cui lei era più legata
co le nozze
stri quanto discussi natali, sia per le era Cesare, uomo scaltro, intelligen-
dovevano

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BORGIA:
ETRO LA STORIA
servire per consolidare l’alleanza con
casa Sforza, il cui Cardinale Ascanio si
era tanto prodigato per l’ascesa di Ro-
drigo al soglio pontificio. Il matrimo-
nio, che fu celebrato in pompa magna
nel giugno del 1493, non poteva esse-
re consumato prima di un anno
(secondo accordi) per rispettare la gio-
vane età di Lucrezia. Ma fu proprio
questa mancata consumazione o pre-
sunta tale che fece sciogliere il matri-
monio quattro anni dopo. In realtà è
probabile che il rapporto ci sia stato,
ma a quel punto l’alleanza con gli Sfor-
za non era più utile ad Alessandro. Ser-
viva dunque un pretesto per annullare
il vincolo. Il papa chiese così a Giovan-
ni di mostrare la sua virilità, lui si rifiu-
tò; Lucrezia fu allora esaminata e
dichiarata “virgo intacta”. Il matrimo-
nio fu ritenuto nullo. Lucrezia aveva 17
anni, ma quali fossero i suoi sentimen-
ti riguardo tutta questa vicenda nessu-
no lo sa, perché all’epoca non ci si Giovanni Borgia
poneva proprio questa domanda. Ap-
pena sei mesi dopo, Lucrezia si sposò fans roma- Alfonso il
di nuovo. E il secondo matrimonio non nus fosse il ducato di Bi-
fu più felice del primo. Nel lasso di figlio di Lu- sceglie e le
tempo tra le prime e le seconde nozze, crezia e di terre di Cora-
Lucrezia si ritirò in convento. Molti dis- Alessandro to, una sorte
sero che era incinta e che doveva par- VI. E’ più di ipoteca sui
torire e che forse si trattava di un figlio plausibile in- 40 mila du-
nato dal rapporto incestuoso con il pa- vece che fos- cati che il Pa-
dre e con il fratello. Proprio in quel pe- se solo il suo pa assegnò
riodo (marzo 1498) nacque un bimbo fratellastro. in dote a Lu-
di nome Giovanni Borgia, chiamato Questo scan- crezia. Anche
“infans romanus”, che qualche anno dalo non se Lucrezia
dopo Alessandro VI riconobbe come giovò certo fu di nuovo
suo figlio in una bolla segreta (la ma- all’immagi- una pedina
dre era probabilmente la sua amante ne di Lucre- politica, in
Giulia Farnese). Sembra che Lucrezia zia. Il Papa e questo caso
abbia partorito nello stesso periodo un Cesare però lei sembrava
bimbo, forse nato dalla sua relazione non si perse- felice del
clandestina con un giovane spagnolo a ro d’animo e marito che le
subito si mi- Scritto di Lucrezia Borgia
servizio nella era toccato
camera del Pa- sero al lavoro per trovare un nuovo in sorte. Dal canto suo Cesare non riu-
pa. Non si sa marito alla ragazza. Le ragioni politi- scì a sposare Carlotta, che oppose un
cosa accadde che indussero il pontefice a rivolgere netto rifiuto, e si orientò per ripicca al-
poi a questo lo sguardo al Regno di Napoli e alla fa- la corte francese sposando la bellissi-
bimbo, ma da- miglia reale degli Aragona. Questa vol- ma Charlotte d’Albret, cugina del re
ta la difficoltà ta però l’obiettivo principale era francese Luigi XII. In realtà erano an-
di Lucrezia Cesare, il padre avrebbe voluto sposas- che cambiate le alleanze. Alessandro VI
ad avere gra- se Carlotta, la figlia legittima del re di ritenne infatti che fosse più utile a quel
vidanze sere- Napoli. Il matrimonio di Lucrezia dove- punto un’alleanza con il re francese
ne, è probabile va dunque essere solo il primo passo che con il Regno di Napoli; una politica
che sia nato verso questa più importante unione. che indusse Alfonso d’Aragona a fug-
morto o dece- Così la giovane figlia del Papa venne gire da Roma, lasciando la moglie Lu-
duto poco do- data in sposa ad Alfonso d’Aragona, fi- crezia in lacrime e incinta di sei mesi. I
po. glio illeggittimo del duca di Calabria. due si amavano sul serio e questo fat-
La contempo- Si diceva che fosse un bellissimo ragaz- to non andava giù né al Pontefice-pa-
raneità dei due zo, ma di certo una figura di secondo dre né tanto meno a Cesare.
eventi fece piano nell’organigramma della fami- Alessandro VI cercò comunque di con-
supporre alla glia aragonese. In ogni caso, in vista solare a figlia per la separazione forza-
gente che l’in- del matrimonio, il re di Napoli diede ad ta dal marito affidandole l’incarico di

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va già avuto due mariti, un figlio, un di sposa vergine. Per Lucrezia separar-
aborto, aveva già avuto occasione di si dal figlio, affidato alla custodia di
dimostrare le sue capacità amministra- Francesco Borgia, cardinale di Cosen-
tive, sia a Spoleto sia in Vaticano dove za, fu doloroso. Ma, dotata per natura
il padre le aveva affidato più volte la di sano realismo, seppe accettare la si-
reggenza in sua assenza. Quindi, per tuazione. Forse sarebbe stato ancora
quanto a noi possa sembrare giovanis- più straziante se avesse saputo che
sima, all’epoca era già una donna. E la non avrebbe più rivisto quel figlio. Mo-
sua vita, intensa e intrisa di avveni- rì per malattia dieci anni più tardi, a
menti, lo confermavano. Così, quando soli dodici anni. Intanto i ferraresi at-
Cesare raggiunse Lucrezia a Nepi per tentedevano con trepidazione l’arrivo
convincerla della necessità di nuove di Lucrezia. La sua figura suscitava in-
nozze, non trovò molta resistenza, an- teresse, e chi la conosceva di persona
che perché le si prospettava un matri- ne rimaneva ammirato, trovandola af-
monio molto prestigioso. L’aspirante fatto diversa dalla donna di facili co-
marito era infatti Alfonso d’Este, figlio stumi che aveva fama di essere. Gli
ed erede del duca Ercole di Ferrara. Gli stessi inviati ferraresi a Roma rimasero
Este erano una delle famiglie italiane colpiti dal suo carattere e dalla sua ca-
più antiche ed illustri, governavano la pacità di fare da intermediaria con il
città dal 1242 e il loro territorio com- Pontefice-padre. Era da parte sua un
prendeva la contea di Rovigo, con modo intelligente di sottolineare la
possedimenti in tutta l’Italia Setten- sua importanza agli occhi dei ferraresi
trionale, dall’Adriatico agli Appennini. facendo loro capire che qualsiasi con-
Nel Quattrocento la corte di Ferrara cessione fatta dal Papa, era conquista-
governatrice di Spoleto, che confermò era una delle più splendide e colte del- ta per sua intercessione. Alessandro si
la presenza dei Borgia negli stati pon- l’Italia rinascimentale e gli Este aveva- rendeva conto che nel momento in cui
tifici a nord di Roma. Ed ella seppe am- no fama di essere governanti benevoli. la figlia avesse lasciato Roma per an-
ministrare la città in modo intelligente Da un punto di vista politico lo Stato dare a Ferrara sarebbe uscita per sem-
e saggio. Poco dopo Alfonso la rag- di Ferrara avrebbe rappresentato un pre dalla sua sfera di influenza.
giunse lì, e la trovò in avanzato stato utile territorio cuscinetto tra i possedi- Separarsi da lei gli fu faticoso. Si rac-
di gravidanza. Insieme tornarono a Ro- menti di Cesare in Romagna e quelli conta che, prima di partire, Lucrezia
ma dove diede alla luce un maschio sa- della potente e aggressiva Venezia. Ma trascorse molto tempo inginocchiata
no, chiamato Rodrigo, un bimbo a cui gli Este erano abituati a fare unioni di- ai suoi piedi nella sala del Pappagallo
Lucrezia fu molto affezionata e che nastiche di grande prestigio. E quella (in Vaticano) dove parlarono da soli.
crebbe per due anni, prima di essere con Lucrezia non veniva vista certo in Poi Alessandro VI le diede licenza di
costretta a lasciarlo per sempre. Que- tal senso. La giovane figlia del Papa partire e così, scortata da Cesare e da
sto stato di relativa grazia fu interrot- aveva infatti alle spalle una reputazio- Ippolito (suo cognato, ovvero fratello
to dalla gelosia di Cesare che, sia per ne non invidiabile e troppe voci male- di Alfonso), lasciò il Vaticano a bordo
motivi privati sia per motivi politici, voli erano girate sul suo conto, di un mulo. Alessandro guardò per
non vedeva di buon occhio il profondo comprese quelle di dissolutezza e ince- l’ultima volta la figlia dalla finestra del
amore di Lucrezia per il marito. Cesare sto. Ercole d’Este inizialmente non vo- palazzo, mentre fuori nevicava. Dopo
considerava Alfonso una minaccia che leva saperne di un’unione tra suo un viaggio lungo e faticoso, durato cir-
andava eliminata. E così lo fece uccide- figlio e la figlia del Papa, cercò di pren- ca un mese, Lucrezia con il suo nume-
re da un suo scagnozzo. A dire il vero dere tempo e di verificare se potesse rosissimo seguito (si parla di 753
non ci sono prove schiaccianti della esistere un’altra possibilità per Alfon- persone, 426 cavalli e 234 muli) fece il
sua colpevolezza, ma nemmeno della so. Alla fine però le ragioni di stato e i suo ingresso solenne a Ferrara, la città
sua innocenza. E conoscendo Cesare suoi alleati politici gli fecero capire che che doveva diventare la sua nuova pa-
non è difficile credere che fosse lui il non poteva evitare una simile unione. tria. E la scena sfolgorava di colori.
mandante. Egli cercò di dare una giu- Lucrezia stessa era ansiosa di realizza- Aveva già avuto modo di conoscere il
stificazione a questo brutale omicidio, re quel matrimonio: sarebbe diventata marito Alfonso, perché questi, preso
dicendo al Papa che era stato Alfonso duchessa di Ferrara e sarebbe uscita dalla curiosità di vedere la famigerata
a tentare di ucciderlo. Ma pochi si bev- dall’aria opprimente di Roma. Era la Lucrezia Borgia, preceduta da racconti
vero una simile scusa. Sicuramte non sua occasione di sistemarsi per la vita entusiastici le andò incontro a Benti-
vi credette Lucrezia che, per quanto e di acquisire la sua autonomia. E così voglio, da dove lei avrebbe dovuto re-
adorasse il fratello, si infuriò con lui e in effetti fu. Il contratto di matrimonio carsi a Ferrara via mare su barche
con il padre. Per calmarla il Pontefice fu concluso ad agosto del 1501. Il pri- fornite da Ercole, suo suocero. Sicura-
la spedì a Nepi dove la nominò gover- mo settembre le nozze furono celebra-
natrice. Qui Lucrezia rimase in esilio te ad verba praesente. Il 4 settembre ci
per due mesi, riprendendosi pian pia- furono i festeggiamenti di rito a Roma.
no dalla sensazione di infelicità per Il 30 dicembre ci fu la cerimonia per
aver perso un marito tanto amato. Ma procura della consegna dell’anello,
lei era una Borgia e soprattutto una eseguita da Ferrante (uno dei fratelli di
donna pratica. Poche settimane dopo Alfonso). Il 6 gennaio del 1502 Lucre-
cominciò a ritrovare la sua tempra e a zia partì alla volta di Ferrara verso la
guardare al futuro. Neppure il dolore sua nuova vita. Nonostante il suo desi-
della figlia e sorella fermarono le am- derio di cominciare questa avventura,
bizioni di Alessandro e Cesare che, Lucrezia sapeva che c’erano dei rischi.
mentre lei era a Nepi, stavano pensan- Sapeva soprattutto che la sua fortuna
do già al suo terzo matrimonio e a una a Ferrara dipendeva dalla permanenza
nuova alleanza. Lucrezia d’altro canto al potere di Alessandro VI e di Cesare.
si rendeva conto che doveva in qual- Inoltre per accettare questo matrimo-
che modo allontanarsi dall’influenza nio aveva dovuto pagare un alto prez-
nefasta del pur suo amatissimo padre zo personale: lasciare a Roma il figlio,
e altrettanto amatissimo fratello. Era avuto da Alfonso d’Aragona, Rodrigo
anche lei una Borgia, aveva le sue am- di Bisceglie, che all’epoca aveva solo
bizioni e non voleva certo sottostare a due anni. Su di lui incombeva troppo
vita agli intrighi della corte papale. Or- lo spettro dell’omicidio del padre e poi
mai poi aveva 21 anni, non era più una gli Este volevano che Lucrezia entrasse
bambina incosciente del mondo. Ave- a Ferrara nelle vesti, almeno esteriori,

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cesso come duchessa di Ferrara. E in
effetti ci riuscì. Quando le cose cam-
biarono e la fortuna dei Borgia precipi-
tò, lei non perse nulla di ciò che aveva
conquistato. Prima di tutto nel 1503 –
un anno dopo il suo arrivo alla corte
estense – il tanto amato padre morì e
non seppe mai che il suo corpo fu pro-
fanato. Il dolore era grande per Lucre-
zia, ma capì che non poteva farsene
travolgere perché vi erano questioni
più urgenti, come occuparsi di Cesare
e degli altri membri più piccoli della fa-
miglia Borgia: suo figlio Rodrigo di Bi-
sceglie, l’infante romano Giovanni, i
figli illegittimi di Cesare, Girolamo e
Camilla e l’ultimogenito di Alessandro,
un altro Rodrigo. Ma di lì a poco anche
Cesare cadde in disgrazia, nonostante
lei avesse tentato di aiutarlo. Fu arre-
stato e incarcerato in Spagna. E vi ri- Papa Alessandro VI
mase diversi anni. E a nulla valsero le
suppliche e le richieste di Lucrezia per- va da sola a guidare la città e mostrò
Giulia Farnese sempre un’ampia capacità di governa-
ché fosse liberato. Nell’ottobre 1506
Cesare riuscì a fuggire dal carcere con re in modo equilibrato, concreto e sag-
mente Alfonso non era il tipo d’uomo un’evasione spettacolare. Fece avere gio, di prendere decisioni difficili per il
che poteva piacere a Lucrezia, non ave- sue notizie alla sorella e poi intraprese bene del suo popolo, di emanare ordi-
va spirito gregario e non amava le fol- la sua ultima campagna. Ma morì in ni per la difesa della città, informando
le, aveva modi rudi, ma sapeva un’imboscata in Navarra. Era il 1507. sempre Alfonso di quanto accadeva. E
comportarsi gentilmente e piacevol- Fu un altro duro colpo per Lucrezia. le sue relazioni private non interferiro-
mente con il suo seguito. Ad Alfonso Non aveva più un punto di appoggio e no mai con il suo ruolo di duchessa né
invece Lucrezia piaceva, la trovava at- per giunta non era ancora riuscita a mancò mai di rispetto ufficialmente al
traente anche sessualmente. Così, no- dare un erede maschio ad Alfonso. La marito. Riusciva anzi, con un’abilità
nostante lo scetticismo iniziale, tra sua permanenza a Ferrara poteva esse- tutta femminile, a mantenere intatto
Alfonso e Lucrezia nacque pian piano re in bilico. Ma la famiglia d’Este fece l’amore del marito e rinverdire la pas-
un’intesa, a letto prima di tutto, ma quadrato attorno a lei, non l’abbando- sione dell’amante, anche quando era-
poi anche mentale e affettiva. Non fu- nò in questo momento difficile, perché no su posizioni avverse. Ma i rapporti
rono mai fedeli l’uno all’altro, ma con l’amava a l’apprezzava. E Lucrezia ave- con Alfonso non smisero mai, tant’è
il tempo impararono a rispettarsi ed va saputo ottenere questa benevolen- che in diciasette anni di matrimonio
egli mostrò in varie occasioni di amare za solo con le sue forze, grazie al Lucrezia rimase incinta ben nove volte,
e stimare profondamente la moglie. proprio carattere compassionevole e e sempre dal marito. La prima figlia
Alfonso durante il giorno continuava giusto e alla posizione che era riuscita nacque morta di sette mesi, l’anno do-
la sua vita dissoluta, perché gli piaceva a conquistarsi.. Oltretutto il suo com- po ebbe un aborto spontaneo. Nac-
frequentare bordelli e squallide taver- portamento così dignitoso di fronte al quero vivi sette figli, ma solo quattro
ne. Lucrezia dal canto suo ebbe due dolore, che pure aveva dentro immen- sopravvissero. Pur avendo un carattere
amanti importanti: il poeta e scrittore so, la sua capacità di mantenere il con- forte, patì sempre gravidanze difficili,
Pietro Bembo, la cui relazione comin- trollo in pubblico era degno di una più volte si ammalò lei stessa con feb-
ciò l’anno dopo il suo arrivo a Ferrara donna del Rinascimento e rendeva Al- bre alta che la prostrava anche per me-
(1503) e durò fino al 1505/6. Ma già fonso molto orgoglioso di lei. Per con- si. Quindi la maggior parte dei bambini
negli ultimi tempi di questo rapporto, solarsi e lasciarsi andare al dolore, si nascevano gracili e fragili e non so-
che si stava spegnendo a poco a poco, ritirò per un certo periodo nel conven- pravvivevano a lungo. Finalmente nel
Lucrezia intrecciò un’altra relazione to del Corpus Domini. Con il tempo si 1508 Lucrezia riuscì a dare un primo-
che l’accompagnò fin quasi alla morte: avvicinò sempre di più alla vita religio- genito maschio ad Alfonso, Ercole, un
quella con Francesco Gonzaga, signore sa, senza però trascurare mai i suoi do- bimbo forte e sano. L’anno successivo
di Mantova, marito di Isabella d’Este, veri. Quando anche il vecchio Ercole nacque Ippolito. Un terzo maschio, di
sua cognata (ovvero sorella di Alfon- morì, lei e Alfonso assunsero a pieno nome Francesco, nacque qualche anno
so), nonché sua nemica e rivale. E, no- titolo i titoli di duca e duchessa di Fer- dopo, nel 1516. Ebbe anche due fem-
nostante gli storici attribuiscano a rara e come tale il marito le affidava mine, Eleonora e Isabella Maria, ma so-
Pietro Bembo la relazione d’amore più spesso il governo della città quando lui lo la prima sopravvisse e si fece
vera e profonda, analizzando i docu- era costretto ad assentarsi per ragioni monaca nel convento del Corpus Do-
menti si direbbe invece che fu France- diplomatiche e per le operazioni di mini. Furono proprio tutte questa gra-
sco Gonzaga la sua reale passione, guerra. Erano anni difficili in Italia. Va- vidanze a consumarla lentamente. Così
anche perché assomigliava molto di rie potenze straniere ambivano a met- quando nacque l’ultima figlia, Isabella
più ai suoi amori più grandi: il padre e tere le mani sui possedimenti della Maria, Lucrezia non si riprese più. La
il fratello. Quando arrivò a Ferrara Lu- penisola, come la Francia e la Spagna. gente di Ferrara era in ansia, Alfonso le
crezia riuscì nel giro di poco tempo a In più le stesse potenze interne mirava- rimase accanto tutto il tempo, come
conquistare la simpatia e la stima di no ad espandersi, prima di tutti lo Sta- del resto aveva sempre fatto quando
tutta la corte degli Estensi, a partire to Pontificio, ma anche Venezia e le lei stava male. Si spense a soli 39 anni
dal suocero Ercole, e poi anche di tutti varie casate. Le alleanze cambiavano in di età. La figlia le sopravvisse altri due
i Ferraresi. Solo Isabella non si fece continuazione ed era difficile fidarsi a anni. Alfonso, scrivendo al nipote Fe-
mai incantare da lei e dai suoi modi af- lungo di qualcuno. Ferrara stessa subì derico Gonzaga, diceva che non riusci-
fabili e le restò ostile tutta la vita. Sep- un violento assedio da parte dell’indo- va a scrivere senza piangere “tanto mi
pero però mantenere sempre un mito Papa guerriero Giulio II, sostenu- è grave – confessava – il vedermi privo
rapporto civile e di rispetto reciproco. to da Spagna e Venezia. Ma Alfonso, d’una sì dolce e cara compagnia, quan-
Questa ostilità comunque non rappre- con l’aiuto dell’artiglieria e delle trup- to essa mi era, per li boni costumi suoi
sentò un problema per Lucrezia, che pe francesi, riuscì nel 1512 ad infligge- e per il tenero amore che era fra noi”.
aveva ormai realizzato la sua ambizio- re una pesante sconfitta alle truppe
ne ed era decisa a farsi strada, a farsi papali e spagnole di fronte a Ravenna. Cristina Guerra - Giornalista RAI UNO
amare dai suoi sudditi e ad avere suc- Lucrezia in queste circostanze si trova-

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grovigli politici, sociali ed economici lasciati in eredità dai
sovrani precedenti. Il 28 Novembre 1558 Elisabetta I fa il
suo trionfale ingresso a Londra, prendendo alloggio, con
notevole spirito e acuta intelligenza, proprio in quel ca-
stello nella cui Torre era stata a lungo tenuta prigioniera.
Il popolo l’acclama. Non è ancora famosa ma già forte-
mente amata, fosse anche solo perché succedette a Ma-
ria, una sovrana instabile, folle e sanguinaria. Il percorso
del corteo è rallentato dalla folla, spesso costretto a fer-
marsi perché la Regina possa toccare il suo popolo, strin-
gere mani, salutare la gente. Molta parte di questo
successo è motivata proprio dal suo inizio così disgrazia-
to. Le sue sofferenze, le alterne vicende che l’hanno con-
dotta al potere, il suo destino così triste, l’amara fine di
sua madre, la sua adolescenza contrastata vissuta in esi-
lio, tutto questo l’accomuna al popolo, che la sente par-
te di se, riconoscendola come una sua simile, e amandola
di più proprio per questo. Il primo passo politico di Elisa-
betta è quello del 14 Dicembre del 1558 quando, ai son-
tuosi funerali di Stato della sorellastra, nel suo discorso
commemorativo condanna l’intransigenza e si pronuncia
a favore della tolleranza. Una mossa oculata. Ma i proble-
mi dell’Inghilterra non risiedono solo nelle lotte intestine
tra Cattolici e Protestanti, troppe cose sono state trascu-
rate. Negli ultimi anni Enrico VIII era troppo ossessionato
dalla smania della successione per occuparsi della cura
del governo, poi la reggenza di Edoardo, che a soli dieci
anni era in balia di consiglieri e tutori, aveva generato so-
lo ulteriore confusione, infine Maria con le sue repressio-
ni e le epurazioni sanguinose era giunta a destabilizzare
totalmente la situazione. Le cause della giustizia erano in
ritardo, i tribunali pieni, il popolo affamato e confuso. il
Trono che cambiava di mano ogni pochi anni favorì aspri

ELISABETTA I TUDOR
Inizia la Leggenda dissidi interni e contemporaneamente crescevano le pres-
Quando Elisabetta sale al trono d’Inghilterra, nel 1558, è sioni sui confini; la guerra in atto con la Francia si era ri-
giovane e inesperta. Ma ha già sofferto molto. Ha assisti- velata disastrosa con la terribile perdita di Calais. Il Paese
to a tre ribaltamenti e avvicendamenti di potere. È figlia era dilaniato da contrasti, segnato da una politica incer-
di una madre che ha salito i gradini del patibolo per es- ta, esposto ad ogni attacco, i prezzi erano alle stelle, il co-
sere poi seppellita senza onori in terra sconsacrata. In po- sto della vita proibitivo. Questa è l’eredità di Elisabetta,
chi anni è passata dalle segrete della Torre di Londra ed è chiaro che, se vuole conservare intatta la sua inizia-
all’esilio, e dall’esilio direttamente al Trono d’Inghilterra. le popolarità, deve mettere riparo. Ma come? Le Casse
Il suo primo atto è quello di scegliere, ad uno ad uno, i del Tesoro sono vuote, l’inflazione è ai massimi storici, la
suoi collaboratori e consiglieri, con estrema oculatezza. carestia è alle porte e i raccolti non sono sufficienti per
Tra questi spicca William Cecil, di origine gallese che, a sfamare la popolazione. In ogni famiglia protestante
soli 38 anni, viene elevato al rango di consigliere privato d’Inghilterra si piangono i morti delle lotte intestine che
della regina. Grazie agli insegnamenti di quest’uomo il hanno mietuto vittime in tutti i ranghi. Perfino la borghe-
Regno di Elisabetta I sarà improntato a una politica este- sia versa in cattive acque e si vedono accattoni e vaga-
ra abile e spregiudicata e a un’ azione diplomatica finis- bondi emergere da ogni vicolo di Londra. Come sempre,
sima, spianando la strada dell’Inghilterra dai numerosi assieme alla miseria dilagano le ondate di criminalità. La

12
situazione non potrebbe essere più grave. Come se non ciate dei palazzi come in una processione sono ricoperte
bastasse la Francia preme sui confini, la Spagna, antica da drappi di seta, appaiono bandiere e stendardi alle fi-
alleata, andrebbe allontanata, o quantomeno non ecces- nestre. Piante e fiori adornano le piazze, le strade, i vico-
sivamente incoraggiata, e ispira poca, pochissima fiducia. li e perfino il patibolo. Nevica. I londinesi aspettano fin
Dalla Scozia Maria Stuart, grazie al suo recente matrimo- dall’alba e sono ormai le due di pomeriggio quando si
nio con Francesco II, vede aumentare di giorno in giorno abbassa il ponte levatoio e al suono argentino delle trom-
la sua potenza e rischia di diventare presto una concreta be esce sfavillante la cavalleria. Divise sgargianti, armi
minaccia. In questo momento di terribile confusione, tut- che rilucono come argenti, i tamburi scandiscono la mar-
ti guardano a Elisabetta. La prima mossa è demagogica. cia trionfale, le campane suonano a festa. Elisabetta ap-
Dopo l’ingresso trionfale e l’organizzazione del suo en- pare ammantata di broccato d’oro, stesa su una lettiga,
tourage, è finalmente giunta l’ora dell’incoronazione uf- con quello che diventerà poi il celebre collare elisabettia-
ficiale. Elisabetta ha già respirato il nettare inebriante no e detterà moda in tutto il mondo. È la prima volta in
della popolarità, sa che non deve perdere terreno, e su assoluto che una Regina rinuncia alla carrozza per appa-
questo gioca tutte le sue carte. La sua incoronazione vie- rire in piena vista, per offrirsi agli occhi inebriati del pub-
ne gestita come un’operazione navale, programmata nei blico, è come una visione celestiale, sembra quasi una
minimi dettagli, sarà un evento memorabile, passato alla dea, solo pochi uomini sontuosamente abbigliati in da-
storia per sfarzo, eleganza e magneficenza. Come gli an- masco color cremisi, armati di scuri, a proteggerla da
tichi Romani, Elisabetta, in mancanza di meglio, dava al eventuali attacchi. La Regina è tesa, magra, sottile, ha il
suo popolo giochi e divertimento. La gente è schierata volto affilato, ma sorride. Mentre il corteo avanza lenta-
nelle piazze, schiacciata nei vicoli, arrampicata sugli albe- mente benedice e saluta la folla. È un tripudio, forse
ri, è il 15 Gennaio del 1559 quando gli allora centocin- l’unico caso in cui il tradizionale saluto “Dio salvi la Regi-
quantamila abitanti di Londra si apprestano ad assistere na” risulta veramente sentito. Dietro di lei solo Robert
alla più grande celebrazione a memoria d’uomo. Le fac- Dudley che tiene le redini del cavallo di Elisabetta. Quan-
do il corteo arriva a Westmister Hall per il proseguimen-
to della cerimonia, qualcuno sembra ravvisare in
Elisabetta le antiche doti, le peculiarità e lo splendore di
Enrico VIII, scorgendo gli ottimi presagi di quello che sa-
rà un regno lunghissimo e illuminato.
La sua vita lunga e densa di avvenimenti e passioni ha se-
gnato indelebilmente non solo la storia, ma anche e so-
prattutto l’animo e l’immaginario umano.

Mara Parmegiani

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MADAME DE

Magia nera, intrighi e veleni furo-


no le armi segrete di Francesca
Atenaide di Rochechouart-Mo-
pntemart, sposata Montespan.
Nata nel 1641 era dotata di una
bellezza sorprendente, provocan-
te, non passava di certo inosser-
vata. Aveva una carnagione
meravigliosamente chiara, piccole
labbra rosse che si aprivano su
una dentatura perfetta. I suoi oc-
chi, di un azzurro brillante, erano
messi in risalto da una riccia capi-
gliatura bionda.
Di carattere vivace, scintillante e
spiritoso, con un marito spesso
impegnato in guerre, non le fu
difficile attirare l’attenzione del
Re Sole, in quel momento impe-
gnato con la bella Luisa de Laval-
lière. La Marchesa, per attirare
l’attenzione del Re durante una
gita collettiva, “per sbaglio” si ad-
dormentò nel letto del sovrano.
Sua Maestà non fu così scortese
da allontanarla e, per avere in
esclusiva i favori della giovane
marchesa, liquidò il di lei marito
con un a riparazione di centomi-

14
MONTESPAN
la scudi. Per rappresaglia il marito stare in esclusiva i favori del re esitò, ancora una volta, a rivolger-
si recò a Versailles su una carroz- che allontanò Luisa de Lavallière si alla Voisin alla quale fece prepa-
za parata a lutto, con un paio di facendola ritirare definitivamente rare un potente veleno che
corna di cervo sul tetto, urlando in convento. Ma non fu facile re- eliminò, per sempre, la rivale.
che non poteva passare dal can- stare accanto al sovrano che nel L'appartamento di Madame era
cello principale perché le sue cor- frattempo ebbe una grave crisi arredato al massimo della strava-
na erano troppo grandi. Ne parlò mistica, della quale approfittaro- ganza. Allevava, sotto le volte
tutta Parigi. La passione per le ar- no i suoi consiglieri che lo spinse- del castello Saint-Germain, capre,
ti magiche, la frequentazione ro ad allontanare dalla corte la maiali, scimmie e volatili esotici.
di streghe e fattucchiere, un'altra favorita. La maga, sempre dispo- Con i topolini bianchi, appaiati a
maternità di Luisa, favorirono la nibile, preparò allora filtri sempre sei a sei e legati ad una carrozza
breccia nel cuore del sovrano. più efficaci che faceva mescolare, di filigrana d’oro, allietava il Re. Il
La marchesa, aiutata dalla maga segretamente, nei cibi del re. Non salone delle feste non era da me-
si sa bene se la crisi mistica fu di
breve durata o se i filtri della Voi-

sin fecero il loro effetto ma sta di


fatto che il re tornò dall'amante
che a sua volta impegnò la maga
Voisin, nota in tutta Parigi per le nella preparazione di potenti no. Grandi vasche piene di acque
sue losche attività, organizzò una afrodisiaci. Il risultato fu la che la profumate, da cui si alzavano
messa nera, con sacrificio umano. Montespan divenne ufficialmente zampilli, erano circondate da uc-
Il primo tentativo fallì perché il re la nuova favorita e rimase padro- celli automi in legno dorato e ani-
ebbe dalla sua amante una figlia na degli appartamenti reali, a par- mali selvaggi impagliati, utilizzati
femmina che riconobbe, nomi- te qualche fugace scappatella del per scandire il tempo.
nando la madre duchessa. re, per 17 anni; gli darà 7 figli. A proposito di vasche, Madame
Francesca Atenaide furiosa com- Non furono i soli. Il Re ne ebbe sei chiese al re in dono l’unica vasca
missionò un’altra messa nera e dalla moglie Maria Teresa, quattro da bagno presente a Versailles e
pozioni magiche che somministrò da Madame de Lavalliere, una dal- mai utilizzata e la fece collocare
di nascosto al re. Fecero effetto e la Fontanges. Quest’ultima creò nella sua villa “Ermitage”. Abbon-
la bella marchesa riuscì a conqui- seri problemi alla favorita che non davano le feste, i divertimenti. I

15
balli si succedevano alle comme- rono solo ad arricchire la Voisin e che, per le tante maternità, era di-
die e le opere alla musica. Lesage, maestro cantore il cui la- ventata troppo grassa e poco at-
E quando, qualche tempo dopo, voro principale consisteva nel pre- traente. La nuova favorita era
Madame de Maintenon, reclutata parare a caro prezzo oggetti Françoise Scarron D’Aubignè, pre-
come governante dei figli della scaramantici e amuleti. sente a corte come governante
Montespasn, ebbe definitivamen- Vita dura per la marchesa impe- dei figli della Marchesa. Arrivare
te soppiantato la marchesa nel gnata a conservare e difendere al letto del Re e rimanervi, era la
cuore del Re, ci fu chi pensò che strenuamente l’amore del Re. meta segreta di quasi tutte le bel-
non sarebbe riuscita ad essere pa- Aveva appena scoperto e tampo- le donne di corte, e la professione
drona del cuore di Luigi XIV senza nato l’intrigo di Madame de Sou- di governante era una postazione
ricorrere, anche lei, alla potenza bise che metteva certi orecchini di utile per accorciare le distanze.
degli incantesimi. smeraldo ogni volta che il marito La giovane donna, dotata di
Vana fu la resistenza della Monte- andava a Parigi, segnale segreto notevole intelligenza, soppiantò
span che ricorse, ancora una vol- di un appuntamento con il Re, che definitivamente la Marchesa di
ta, ai talismani. Cupidi, mani dovette pensare subito ad altre Montespan nel cuore del Re.
intrecciate, sacrifici di neonati, ta- giovani rampanti. Ricevette dal sovrano, a titolo di
lismani fabbricati sotto il segno di Nonostante la guardia accanita e ringraziamento e per la “devozio-
venere e portati addosso in forma le possenti dosi di afrodisiaci, Lui- ne”manifestata, il castello di
di medaglioni o braccialetti, servi- gi facilmente sostituì la Marchesa Maintenon ed il titolo di Marche-

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se ne potranno acquistare otto,
più una nell’anticamera, una per
le serventi e una per la cucina.
Calcola trenta soldi per la frutta,
sei soldi per il cameriere, quattro
soldi per il vino per lei, per i quat-
tro servi e per i due cocchieri.
L’appannaggio reale non contem-
plava l’acquisto di abiti, profumi
e le spese del parrucchiere, men-
tre contemplava le spese per il
bucato, il sale, l’aceto, il succo
d’uva. Madame de Montespan
sa. Nel 1679, con il processo dei Maintenon alla quale assegnò un morirà nel 1707, in una cittadina
veleni, fu scoperto un cimitero di appartamento privato al primo termale, dimenticata da tutti.
bambini nel luogo dove avveniva- piano della Reggia di Versailles.
no strani convegni, fu raccolto Madame riuscirà a vivere ancora
materiale inconfutabile e, insieme per qualche anno a corte, poi fu
alla Voisin, furono condannati al- allontanata e isolata dal Re che le
tri maghi e streghe. Il Re non vol- corrisponderà solo 15 livres al Mara Parmegiani
le infierire sulla marchesa, ma la giorno: circa 500 al mese.
allontanò definitivamente sosti- Sua Maestà arriverà a contare che
tuendola in pieno con la con una livre di candele al giorno

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IL DIAMANTE
Lo regalò alla moglie, l’austriaca Maria
Antonietta, che com’è noto fini decapi-
tata, come il regale marito, ma non so-
lo; la principessa di Lamballe, a cui la
sventurata regina aveva affidato il dia-
mante, morì linciata dalla folla.
Da quel momento la sorte del diaman-
te è abbastanza complessa; si narra che
durante il periodo caotico della rivolu-
zione francese sia finito nelle mani di
un gioielliere parigino, morto di crepa-
cuore quando scoprì che il figlio lo ave-
va rubato.
Il diamante varcò la Manica e fini in In-
ghilterra dove venne acquistato dal gio-
ielliere inglese Hope, da cui il diamante
Una scia di sangue e lutti accompagna Il diamante, di un bellissimo colore blu, prese il nome; era stato ulteriormente
la storia di una pietra magnifica, unica era in origine di 112 carati; il re lo fece ridotto di volume, fino ad arrivare alla
nel suo genere, con quelle tonalità di tagliare e ridurre a forma di cuore, a versione che conosciamo tutt’oggi, di
blu che la rendono tanto particolare; 62,5 carati e lo donò alla sua amante 44,5 carati.
una pietra che ha fatto il giro del mon- preferita, madame di Montespan. I discendenti della famiglia Hope, che
do, nel corso della sua esistenza. Fu la prima vittima famosa della male- se lo tramandarono di padre in figlio,
Ci sono oggetti che sembrano possede- dizione del diamante. Venne coinvolta vennero colpiti da una lunga serie di
re pericolosi poteri, o più semplicemen- insieme ad una parte della nobiltà di sciagure, fino a quando uno della fami-
te essere portatori di sventura per chi corte, in uno scandalo terribile, quello glia, in cattive condizioni finanziarie,
entra in loro possesso. delle messe nere con sacrificio di neo- non decise di sbarazzarsene e di ven-
Così come ci sono persone portate a nati. Uno scandalo che venne messo a derlo.
credere all’esistenza di queste relazioni tacere proprio per la presenza di molti L’acquirente, guarda caso, era un fran-
ci sono persone totalmente scettiche, nobili, madame de Montespan, fu al- cese, Jacques Colot, che lo vendette ad
che liquidano il tutto come sciocche lontanata, mentre la sacerdotessa Voi- un nobile russo, prima di finire suicida;
superstizioni. sin principale responsabile del “turpe non andò meglio al nobile russo, che lo
Pure la storia del diamante Hope, il fa- affaire”, finì sul patibolo. regalò ad una ballerina, con il risultato
moso diamante blu della corte di Fran- Il diamante restò alla corte di Francia, e che una sera, in un attacco di gelosia, la
cia, è una storia con alle spalle una il successore, Luigi XVI e la sua famiglia strangolò; il russo finirà poi fucilato du-
lunga scia di sangue. scontarono il malefico influsso della rante la rivoluzione d’ottobre.
Il diamante fa la sua comparsa nel pietra. I proprietari successivi non ebbero mi-
1688, alla corte del re Sole, Luigi XIV, glior sorte; il primo di essi, un greco, Si-
che lo acquista da un gioielliere france- mon Matharides, morì in maniera
se. In precedenza il diamante era appar- misteriosa durante un’escursione, sfra-
tenuto a tale Jean-Baptiste Tavernier; cellandosi giù per una scarpata, mentre
sul suo conto girava la voce che avesse il successivo, un sultano turco, morì di
rubato il diamante in India, dove era in- crepacuore, mentre sempre un turco,
castonato in una statua dedicata ad che aveva sottratto il diamante al sulta-
una divinità indu, e che in conseguenza no, morì annegato.
di questo atto sacrilego avesse, da quel La storia ovviamente non finisce qua; il
momento, conosciuto solo disastri e ro- diamante ritorna per l’ennesima volta
vesci economici. in Francia, questa volta nelle mani del
grande gioielliere Cartier, che lo acqui-

18
MALEDETTO

sta nel 1909, ma lo tiene per poco tem- aveva indossato il diamante il giorno
po, giusto un anno, prima di venderlo a delle nozze.
Evelyn Walsh Maclean, ereditiera del La donna però, nonostante le tragedie,
Washington Post e cliente del gioiellie- lo tenne ugualmente con se, sfidando
re. Cartier monta la pietra come un la fama oscura del diamante, e alla sua
ciondolo, circondato da diamanti, so- morte il diamante finì il suo pellegri-
speso ad una stupenda catena di dia- naggio nelle mani di Harry Winston, un
manti. L’ereditiera lo acquista, e da quel americano, che prima lo mandò in giro
momento la maledizione del diamante per il mondo, per poi cederlo allo Smi-
entra anche in casa MacLean. thsonian Institution di Washington, do-
Muore il figlio di dieci anni della donna, ve, protetto da una teca di vetro, fa
muore l’ex marito, dal quale aveva di- bella mostra di se ancora oggi.
vorziato, un uomo che era ridotto all’al- Costanza Cerioli
cool e disperato, muore la figlia, che

19
Quando il sasso della
Bastiglia divenne un monile

La moda segue l’evolversi della storia e la interpreta con i quise” ed i corpetti sono stretti in vita con un busto alto e
suoi colori e le sue forme. Così avvenne nel tormentato pe- ampia scollatura, mentre le maniche sono brevi; sotto la
riodo della Rivoluzione francese. Le fogge settecentesche lunga gonna guardinfanti o “paniers” avevano il compito
ispirate ad uno stile raffinato, ideate da una nobiltà il cui di snellire la figura o addirittura simulare la gravidanza. I
problema era quello di piacere e di godere le bellezze del- “giovin signori” indossavano calze di seta e, proprio come
la vita, sono tra le più eleganti che siano mai state create; le dame che corteggiavano, si incipriavano i capelli o le
ci si preoccupa di mettere in rilievo i pregi e di mascherare bianche parrucche. I paramani di trina ed i jabot (la gala)
i difetti fisici dell’età. E’ in auge il tipo estetico”petite mar- sotto il mantello completavano l’eleganza del signore

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dell’epoca, il cui vezzo era rappresentato da manicotti, oc-
chialini, tabacchiere e dal famoso spadino, mentre le dame
non si separavano mai dal ventaglio che le aiutava a sop-
portare i “tormenti” di un gusto mozzafiato. Il 12 luglio del
1789 con l’inizio della Rivoluzione e la presa della Bastiglia
le opinioni, finalmente libere si manifestano cromatica-
mente con insegne, coccarde e tessuti che comunque han-
no molto in comune con il vecchio regime. La borghesia
assume così, attraverso l’abbigliamento, l’espressione del-
la propria legittimità sociale. Con la distruzione della Basti-
glia il patriota Palloy che aveva contribuito alla demolizione
fabbrica, scolpisce, con le pietre recuperate, fortezze in mi-
niatura, e calamai, ma soprattutto realizza per le donne
piccoli gioielli montati in argento da portare al collo, con
un piccolo sasso della Bastiglia incastonato.
Con la ghigliottina la condanna a morte diventa tecnologi-
ca, usatissima durante
la rivoluzione francese.
Ma i gioielli di questo
periodo si ispireranno
anche ad un bracciale
“à la victime” a ricordo re a Maria Antonietta, ad un berretto con la patriottica coc-
delle prigioni e del ter- carda, imposta dalla Rivoluzione a tutte le donne, anche se
rore, e ad un nastrino non in armonia con la toilette. Ma con la Rivoluzione la po-
rosso con una piccola polazione ha anche guadagnato molto dal punto di vista
ghigliottina da portare igienico. Pomate e polveri scure non tingono più i capelli
al collo; il caffè si sorbi- neri o argentei e per i bagni pare che sia il ciclo mestruale
rà in delicate tazzine co- a scandirne i ritmi. Un protagonismo che vide le donne del-
sparse di berretti frigi, la Rivoluzione mettere in discussione la legittimità degli uo-
di fasci littori, di bandie- mini ad avere ed usare il potere politico e intimo. Un
re tricolori. femminismo considerato troppo rivoluzionario anche per
Leroy, sarto degli aristo- gli stessi rivoluzionari. Furono considerate un’effettiva mi-
cratici prima e dei rivo- naccia nei confronti della quale la risposta non fu teorica,
luzionari dopo, creò il ma pratica ed immediata. Una Rivoluzione che ha tollerato
primo abito richiesto le lotte di classe, ma non quelle di sesso che si interpone-
dalla Convenzione, de- vano nel dialogo tra uomo e uomo. Una delle prime vitti-
gno della Repubblica. me fu Olimpia De Gouges, madre della “carta dei Diritti
Realizzò un vestito tri- della Donna e della cittadina”. Ghigliottinata per il suo mo-
colore, guarnito con un bordo su cui erano ricamate le pa- do di essere franca, decisa e immediata. Nel novembre del
role “Libertà, Uguaglianza, Fraternità” e sulla cintura 1789 si produce un nuovo colpo di Stato. Il 26 Gennaio
“Libertà o Morte”. In seguito con l’affermarsi della borghe- 1802 Napoleone viene proclamato presidente della Repub-
sia e il declino della libertà, anche il costume mutò: dallo blica italiana, cinque anni più tardi si incoronerà imperato-
sfarzo delle corti ad un abbigliamento più pratico, adatto re. Con il primo impero, 1804-1814 ritorneranno gli usi, i
alla nuova società che stava trasformando la Francia in un fasti, gli amori galanti e le sete della corte francese.
paese industriale. Dalle fastose piume di struzzo tanto ca- Mara Parmegiani

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STORIE DI NOBEL E D’INGIUSTIZIA
Lise Meitner, pioniera dell’atomo. Capì per prima il processo della fissione dell’atomo

La prima persona che tentò di rotte dall’avvento del regime


dissuadere Lise dal proprio nazista: nel 1933 le venne
proposito fu suo padre, l’avvo- tolta l’autorizzazione all’inse-
cato Philip Meitner. Non solo gnamento in quanto ebrea e
per la situazione politico-socia- nel 1938 dovette fuggire in
le dell’Austria fine 800, ma, Svezia.
soprattutto, fu l’esile costitu- Rimase però in contatto con
zione fisica della figlia a preoc- Otto Hahn, che a Berlino con-
cuparlo. Avrebbe voluto che tinuò gli esperimenti sull’ura-
diventasse pianista. Ma Lise, nio. Pochi mesi dopo, un
da sempre attratta dalla mate- esperimento progettato da
matica, dopo aver frequentato lei e Frisch e fatto da Hahn a
l’Akademischen Gymnasium, Berlino, produsse uno strano
scuola viennese riservata alle ragazze, riuscì a con- risultato che lui, da chimico, non capì. Telefonò a Li-
seguire la maturità e ad iscriversi all’Università. non se che, sulla base di pochi calcoli fatti sul retro di
appena fu abolito, con una legge, il divieto per le una busta, scoprì che era stata realizzata la fissio-
donne austriache di frequentare liceo e università. ne dell’atomo. Quando Hahn richiamò, gli spiegò
La Meitner nacque nel 1878 a Vienna da una fami- come rifare l’esperimento e che cosa aspettarsene,
glia benestante di origine ebraica, suo padre era un prevedendo correttamente, che l’esperimento libe-
professionista di mentalità aperta, e malgrado fos- rerà un’energia enorme da un pugno di atomi di
se contrario alle scelte della figlia, la sostenne uranio. Diversamente dai suoi colleghi profughi,
sempre economicamente consentendole di intra- Meitner rifiuta di partecipare alla costruzione della
prendere studi privati molto costosi e, dopo la lau- bomba americana e Hahn, che partecipa invece al
rea, di andare all’estero. tentativo tedesco, riceve il Nobel per la scoperta
Sollecitata dal grande chimico austriaco Stefan Me- della fissione nucleare nel 1944. Lise Meitner, dopo
yer, in seguito alla prematura morte di Boltzmann la guerra, prese la cittadinanza svedese e abbando-
Lise, finalmente fisica, cominciò a lavorare diven- nò in parte la ricerca scientifica,
tando una delle prime “pioniere” dell’atomo. A Ber- dedicandosi ad attività civili e so-
lino, dove andò con l’intento di studiare con Max ciali per la pace e in difesa dei di-
Planck, del quale diverrà assistente, prima donna in ritti delle donne.
Prussia, incontra Otto Hahn, allievo di Ernest Ru- Morì a Cambridge nel 1968.
therford e promettente chimico nucleare. Quello che successe alla Meitner
Lise, inizia così, la sua vita fuori dagli schemi socia- fu un caso d’ingiustizia sulla qua-
li tipici del suo tempo. Non si sposò e non ebbe fi- le si cominciò a riflettere solo più
gli per sua scelta, ma quello che sempre volle fu di tardi: nel 1977 su Physics Today
confrontarsi con gli uomini sul terreno della ricerca uscì un articolo che non lascia al-
e della scienza. Fu senza alcun dubbio una donna cun dubbio riguardo la tesi che gli autori intendo-
moderna e consapevole “ante litteram” : negli anni no sostenere: quella di Lise fu una storia di Nobel e
'30 si dedicò allo studio delle sostanze radioattive d’ingiustizia del dopo guerra.
artificiali e in particolare alle reazioni che avveniva-
no bombardando l’uranio con neutroni. Si trattava
di un settore ancora inesplorato a cui lavoravano
molti scienziati (tra cui Enrico Fermi a Roma e I. Jo-
liot Curie a Parigi). Le ricerche di Lise furono inter- Rita Lena

22
Rosalind Franklin:
la Dark Lady del DNA
realizzò una tecnica innovativa che utilizzava i raggi X per
fotografare i costituenti di tutti i materiali viventi e non vi-
venti. Una microcamera capace di produrre fotografie ad
alta definizione dei singoli filamenti del DNA, con la qua-
le riuscì a fare la prima fotografia dello scheletro del Dna
che le permise di ipotizzare la famosa forma ad elica. Nel-
lo stesso anno, il 1953, a 33 anni definì due caratteristi-
che strutturali decisive della molecola del DNA e sul suo
taccuino scrisse: “il Dna è composto da due catene distin-
te”, da un lato la forma ad elica, e dall’altro la forma B,
un tipo di disposizione in cui ci sono due catene moleco-
lari formate da gruppi di zuccheri e di fosfati. Alla stessa
ricerca lavoravano parecchi scienziati, ognuno convinto di
essere vicino alla soluzione dell’enigma Dna. La corsa ad
arrivare primi era iniziata e questo convinse Watson ad al-
learsi con Wilkins che gli mostrò delle copie di foto scat-
tate da Rosalind che lui aveva riprodotto di nascosto. La
n. 51, era la più chiara: svelava la struttura del Dna.
Due settimane dopo Crick e Watson costruirono il loro
celebre modello della
struttura del DNA, nel la-
boratorio di Cavendish a
Cambridge e pubblicaro-
no su “Nature” il loro la-
voro.
Quando i due scienziati
resero noto il loro risulta-
to, Rosalind se ne ralle-
grò, non immaginando
che quel successo fosse
basato sulla sua prova
sperimentale. Negli arti-
coli pubblicati da Crick e
Watson non comparve
mai il riconoscimento
dell’apporto dato alla ri-
cerca dalla scienziata. La
Non tutti sanno che nel 1963 a Stoccolma, per la conse- versione “ufficiale” ven-
gna del Premio Nobel per la scoperta della struttura del ne ripresa anche dagli
DNA, mancava uno scienziato il cui contributo è stato Annali scientifici e tutti credettero che il modello del DNA
fondamentale per la scoperta: Rosalind Franklin. fosse stato elaborato senza l’utilizzo dei dati di Rosalind
Nata nel 1920 a Londra da una famiglia di banchieri di Franklin. Nel frattempo la scienziata si era trasferita al Bir-
origine ebraica, è grazie a lei che si scoprì la vera struttu- kbeck College di Londra, dove si occupò di uno dei virus
ra del Dna (acido desossidoribonucleico). Rosalind, o Ro- che causano la poliomielite. Nel 1958 si ammalò di tumo-
sy, era ribelle e intelligentissima, contro il volere del padre re e morì a 38 anni , dopo aver lavorato fino all’ultimo al-
si iscrisse alla Facoltà di chimica e fisica dell'Università di la spiegazione della struttura del virus. Nel 1962 James
Cambridge dove si laureò e conseguì il dottorato con ri- Watson, Francis Crick e Maurice Wilkins ottennero il Pre-
cerche inerenti le caratteristiche colloidali del carbone. mio Nobel per la Medicina per la scoperta della struttura
Dopo la guerra si trasferì a Parigi per specializzarsi nella del DNA, e anche dopo la morte di Rosy non riconobbero
tecnica della diffrazione ai raggi X, un metodo utilizzato mai il suo contributo, di Rosalind Franklin neppure duran-
anche per analizzare molecole di grandi dimensioni. te il loro discorso di ringraziamento. Il riconoscimento del
Nel 1951 venne invitata, per le sue competenze da John lavoro della scienziata fu reclamato dalla ricercatrice An-
Randall al King’s College di Londra, dove si svolgevano le ne Sayre, sua amica e dal movimento femminista.
prime ricerche sul Dna, sulle quali lavoravano contempo-
raneamente, all’Università di Cambridge, il biofisico
Maurice Wilkins (1916), il biologo James Watson (1928) e
il biochimico Francis Crick (1916). Rosalind in poco tempo R. L.

23
NON È FACILE ESSERE CRAIG WARWICK

LA STORIA DI ANNA mente nei suoi lunghi cento anni di vita, ha vissuto molti
cambiamenti epocali ed ha sicuramente qualche storia da
Quando entrai nel salone del parrucchiere, Anna era seduta
raccontare. Non dissi altro e quando finì di acconciare i suoi
alla reception e stava leggendo una rivista. Non la vedevo
capelli ci salutammo. Io ripartii quasi subito, tornai a Londra
da due mesi, da quando ero partito per Londra. Alzò lo
alcune settimane per finire del lavoro che avevo cominciato.
sguardo, mi vide e mi chiese subito: “dove sei stato?”. Non
Quando tornai in Italia il mio amico mi disse che la zia di An-
risposi alla sua domanda, ma gli chiesi di sua zia che aveva
na era morta alcune settimane prima. Aveva cento anni, ave-
100 anni ed era una delle persone più vecchie della Sicilia.
va vissuto una vita intensa, e pensai che adesso era insieme
“Sta bene, perché c’è qualcosa che dovrei sapere”? rispose.
a tutta la sua famiglia e ai suoi amici. Incontrai di nuovo An-
“Niente” risposi io. In quel momento, ero semplicemente
na, era la prima volta che la rivedevo dopo la conversazione
Craig, non era il “sensitivo” che stava parlando. Chiunque
che avemmo su sua zia. Mi raccontò che ultimamente si era-
incontro pensai, vuole sapere sempre di sè stesso, dimenti-
no incontrate più spesso e che le aveva raccontato molti epi-
cando di chiedermi come stò. Questo, a volte, mi fa sentire
sodi della sua vita. Una vita piena, che lei aveva sempre
come se fossi in mostra 24 ore su 24. Mi venne in mente di
amato e vissuto con passione. Nelle ultime due settimane si
mia zia, quando mi diceva che non sarebbe stato facile e
erano legate affettivamente ed ora mi sembrava inevitabile
che, con il tempo, avrei dovuto prendere coscienza di ciò
che la sua dipartita le procurasse sofferenza. Anna, capì pe-
che sono realmente, imparare a controllarlo e ad usarlo al
rò che sua zia aveva raggiunto la sua famiglia, ed era con-
momento giusto. Ma, capii anche che è bello sapere qualco-
tenta del fatto che si trovava con i suoi famigliari e i suoi
sa del proprio futuro e, se questo può far felice una perso-
amici ai quali era stata legatissima. “E’qui con me?”- chiese
na, io sono sempre disposto ad aiutarla. Anche se sono in
Anna, guardandosi attorno, “a volte la sento accanto a me”.
pochi a sapere che, dopo una “lettura sensitiva”, sia essa di
La guardai e percepii un uomo giovane accanto a noi, ebbi
5 minuti che di un’ora, ho sempre bisogno di riposarmi per-
dei flash di lui che teneva un violino e potevo sentire della
ché esaurisco tutte le mie forze. Ad esempio, quando lavoro
musica. Anna aspettava che le dicessi qualcosa. “Cosa c’é,
su casi di persone scomparse, uso tutte le mie energie per
che cosa vedi?”, chiese. “Anna conosci un uomo che suona-
vedere: io, qui in Italia e l’altra in America. In questi casi, de-
va il violino? - Potrebbe essere un tuo famigliare perché lo
vo lasciare il mio corpo per cercare fatti e informazioni. Do-
vedo molto vicino a te”. Capii che non era pronta per que-
po però devo riposare per ore. Ricordo la storia di Tristen e
sto tipo di messaggio, stava piangendo e tremava, quindi
di Chase Powell, è stato il caso nel quale, più di ogni altro,
decisi di smettere. “No - mi disse - continua, per favore”. Le
ho esaurito tutte le mie forze, perché non potevo lasciarli
spiegai cosa avevo visto e cosa mi aveva detto l’uomo. “E’
mai soli. Distogliendomi dai miei pensieri ritornai ad Anna
mio padre - sorrise - suonava il violino”. Ricordò di quando,
consigliandole di passare più tempo con sua zia, che certa-
alla sera, le suonava il violino per farla addormentare ed era
24
felice di sapere che adesso lui e sua zia erano insieme. “Non hanno sentito e lo sanno ”. Le spiegai che le sarebbero stati
potevi sapere questo - disse Anna - soprattutto che suonava vicino tutte le volte che ne avesse avuto bisogno. Solo per-
il violino”. Poi, vidi l’uomo chinarsi e baciarla sulla guancia ché sono morti, non vuol dire che siano andati via per sem-
e vidi venire avanti, con un gruppo di persone una donna pre. “Quando sei sola parla con loro, possono sentirti”, le
che io pensai fosse la zia. In quel momento era come navi- dissi. Sapere che non era da sola la fece sorridere. In segui-
gare sull’internet del mondo dello spirito. Tutti ridevano, bal- to, Anna mi confessò che la sera, quando stà per addormen-
lavano e cantavano, e sentii che l’uomo diceva: “Dille che tarsi, sente un violino che suona dolcemente. “Mi sento
stiamo tutti bene”. “Sai, c’è una festa - dissi ad Anna - can- sicura e protetta - disse - sò di non essere più da sola”.
tano e ballano, avverto la loro felicità”. “ Li sento anch’io”,
disse senza pensare, a voce alta. Dopo questa “lettura”, mi Dal libro “ Non è facile essere Craig Warwick”
disse che si sentiva diversa, come se avesse avuto la risposta craig_warwick2003@yahoo.com
che cercava e che adesso, aveva la forza per continuare la Traduzione di Rita Lena
sua vita. “Dì loro che li amo”, mi disse. “Non è necessario, lo

Detective Sensitivo

Egregio Direttore

Le sto scrivendo dal North Carolina, Stati Uniti d’America e questa lettera è per Craig Warwick
che mi ha assistito e con il quale ho lavorato per più di un anno. Sono un volontario per la “Communi-
ty United Effort” (CUE) Centro per persone scomparse e vi sarei grato se la leggeste attentamente, per-
ché vorrei farvi capire in che modo Craig mi ha assistito.
In questo momento sono il portavoce di una famiglia a cui è sparito il figlio. Il bambino, Tri-
sten “Buddy” Myers che rappresento, è scomparso dal 5 Ottobre, 2000. Tristen aveva 4 anni quando
fu rapito. Le autorità locali organizzarono ricerche intensive usando Squadre Speciali e l’Aeronautica
militare americana ,la 82esima Truppa. C’erano oltre 1000 tra persone e militari a cercarlo, dozzine di
cani, elicotteri con sensori infrarossi per rilevare il calore di un corpo, subacquei e uomini, abbastanza
forti, per camminare, uno accanto all’altro, per un raggio di 10 miglia, tanto era grande la residenza.
Ogni settore fu ispezionato 3 o 4 volte. Non c’era traccia di Tristen e nessuna indicazione che potesse
portarci sulla strada che poteva aver preso.
Dopo diversi giorni di ricerca senza risultati, il caso passò all’investigazione criminale. Furono
mostrate a tutti le foto del bambino e si chiese alla popolazione di segnalare alle autorità competenti
qualsiasi indizio utile.
Furono seguite migliaia di tracce, ma nessuna portò a Tristen. Dopo diversi mesi, durante i quali la fru-
strazione era arrivata al massimo, riuscii a trovare un familiare di Craig Warwick del quale avevo senti-
to molto parlare e poi, finalmente entrai in contatto con Craig. L’unica informazione che Craig volle, fu
il nome del ragazzo, Tristen “Buddy” Myers e la sua età, 4 anni.
Come portavoce della famiglia Myers, sono a conoscenza di ogni informazione su questo caso
anche di quelle pubblicate dalla stampa, di quelle che si possono trovare su Internet ed anche delle in-
formazioni segrete delle autorità giudiziarie. Craig mi rispose con una e-mail nella quale c’erano le
istruzioni da seguire. Il suo messaggio conteneva informazioni che non poteva avere nessuno e che si
spiegano solo con il fatto che Craig ha doti particolari.
Un esempio: sapeva come era fatta la tenuta della famiglia Myers: parlò di un giardino speciale di Tri-
sten e di cercare lì, vicino ad un albero. Nessuno sapeva a cosa si riferisse. Parlai con i genitori di Tri-
sten di questo giardino speciale e venni a sapere che molto probabilmente Craig si riferiva ad un folto
gruppo di alberi dove il bambino amava andare. Facemmo ricerche nel posto, designato come “giardi-
no speciale”, seguimmo le istruzioni e trovammo l’albero che Craig ci aveva detto di cercare; c’era un’
oggetto di Tristen, che aveva con sè quando sparì. Oltre 1000 ricercatori avevano ispezionato già la zo-
na e non avevano trovato questo oggetto, che fu mandato al Laboratorio di Stato per essere analizza-
to.

Jackie Cox

25
DALLA CAMERA D’ARIA
ALLA IT - BAG

Camere d’aria che diventano borse. artigianale made in Italy. L’idea le è ta, creando una linea intera di og-
Valvole e rondelle di pneumatici i venuta attingendo agli odori e getti, componenti d’arredo “gom-
manici e le chiusure. In tempo di all’ambiente nel quale è cresciuta: mosi”, robusti e impermeabili.
crisi, anche nella moda, il must è ri- l’azienda di ricostruzione industria- Ogni oggetto “Ummagumma” è di-
ciclare. Ispirandosi al restyling e al le di pneumatici fondata nel 1919 verso dall’altro, prodotto in serie li-
riuso, la designer Fausta Zambelli dal nonno paterno. Dopo essersi mitata e marcato con il laser.
ha creato “Ummagumma”, una li- dedicata per dieci anni solo ai suoi Le sue bag sono diventate il must-
nea di accessori, borse, vasi, ogget- due bambini, è voluta ritornare a have della stagione.
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portafogli e cartelle da lavoro. Tut- sua creatività, ha dato una nuova Santanchè, Cristina Mondadori, le
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26
Il design? è unʼidea per trasformare lʼestetica in tecnologia funzionale.

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28
L’ARTE DELL’OSPITALITA’

“L’accoglienza sorride sempre, e l’addio se ne va sospirando”


William Shakespeare
Fare accoglienza corrisponde ad un’au- una capacità di ospitare adeguata. In al- denti e veicolare usi e costumi di diverse
tentica vocazione, coniugata a cultura, tre parole a volte noi italiani, forti del no- etnie, perché l’ospitalità sia uguale per
competenza e serietà professionale. E’ stro retroterra di storia e civiltà e delle tutti nel rispetto di ogni diversità cultura-
una capacità innata che nasce come un nostre bellezze naturali, tralasciamo di le. Inoltre è una Università che si avvale
bisogno interiore che appaga l’anima di curare nel dettaglio l’accoglienza, con il anche del “ fare”, infatti oltre alle norma-
chi ha saputo lasciare nell’ospite il ricordo risultato di veder assottigliarsi di anno in li materie tipiche del management quali
di momenti piacevoli ed indimenticabili; anno l’utile economico che ci deriva dal leadership, finanza, marketing, diritto ed
un luogo dove nulla può essere improvvi- turismo. Per sopperire a questa mancan- economia, i giovani candidati vengono
sato o approssimativo. Saper interpretare za si rende necessario costruire una clas- assorbiti in attività pratiche riguardanti
i sogni e le aspettative dei suoi ospiti ha se dirigente all’altezza della situazione, in anche i vari reparti di un Hotel, dalla sala
fatto diventare Daniela Amadei una gui- grado di restituire al Paese fama, immagi- alla cucina, dalle camere al magazzino,
da nel mondo dell’ospitalità, sempre ne e, di conseguenza, un rientro econo- perché il futuro manager per gestire il
pronta ad aggiornarsi e a reinventare mico. Per questo motivo ho intrapreso personale al top deve conoscere il lavoro
nuovi scenari, colori, sapori, legandoli sa- una collaborazione con l’Università di Les di ogni settore nel dettaglio. Quali sboc-
pientemente alla struttura caratteristica Roches e Glion, con sede in Svizzera e chi professionali offre? In virtù di una se-
dei suoi eventi contraddistinti da qualità, leader nel settore di questo tipo di forma- rie di collegamenti con importanti
calore, cortesia. Una personalità vivace ed zione, diventandone la responsabile na- aziende del settore, Glion e Les Roches
eclettica, ma anche generosa, Daniela zionale in Italia. Quali caratteristiche ha offrono manager di sicuro successo e
Amadei è consapevole di avere un talen- questa università? In realtà si tratta di quindi molto richiesti non solo nel campo
to naturale nel saper fare ospitalità, ma una rete universitaria di alta formazione dell’ospitalità, ma anche in settori dell’ac-
non nega che molti altri possano avere in management turistico presente, oltre coglienza di Gruppi Bancari, Organizza-
questa capacità, e si pone come una ta- che in Svizzera in tutto il mondo con sedi zioni Sportive, Organizzazione di grandi
lent scout disposta ad indirizzare e orien- a Chicago, Australia, Cina, Spagna, pro- Eventi. Qual è esattamente il suo ruolo
tare giovani futuri manager verso studi prio per favorire scambi culturali tra stu- nell’ambito dell’università di Glion-Les
opportuni ed appropriati. Da anni lei Roches? Il mio compito è quello di svol-
svolge con grande successo attività orga- gere attività di orientamento a favore di
nizzativa di eventi e nel campo dell’ ospi- giovani italiani interessati a questo lavoro
talità, come nasce questo desiderio di manageriale.
trasferire ad altri la sua esperienza e com- Inoltre ho il compito di accompagnarli in
petenza? Il nostro Paese ha una vocazio- Svizzera per un tour guidato presso i Col-
ne turistica unica al mondo, noi siamo lege di Glion e Les Roches, chiunque
stati la culla della civiltà e della cultura e fosse interessato o semplicemente incu-
tutto il mondo desidera visitare l’Italia da riosito può contattarmi al 348 8705600 o
sempre. Ma purtroppo spesso alle nostre su info@amadeiricevimenti.com
bellezze artistiche e culturali non fa eco Tiziana Primozich

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LA LUNA
LA LUNA HA
HA 40
40 ANNI
ANNI
Anniversario dello sbarco sulla luna

In occasione del quarantesimo anniversario dello sbarco dell’uomo sulla Luna (20 luglio del 1969),
l’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma intende celebrare
la ricorrenza con una serie di eventi di grande impatto emotivo, culturale, artistico e scientifico per
sottolineare la portata epocale di quel fatto storico, il primo avvenimento globale – si può dire –
della storia dell’Umanità. Le cinque iniziative, che si svolgeranno tra il 30 giugno e il 29 luglio 2009,
sono state riunite sotto il titolo “LA LUNA HA 40 ANNI. Rivivi la conquista di un sogno. Anniversa-
rio dello sbarco sulla luna”. Si inizia con la rassegna culturale dedicata alla Luna - in collaborazio-
ne con l’Associazione Teatro Di Roma - “URANIA. Stregati dalla Luna nella Città delle storie
disabitate” al Teatro India (nella cittadella della ex fabbrica Mira Lanza, un grande insediamento in-
dustriale sulle rive del Tevere) dal 30 giugno al 18 luglio 2009. Grazie a una creativa contaminazio-
ne di linguaggi gli spettatori affronteranno uno straordinario viaggio attraverso il rapporto fra la
Luna e l’immaginario collettivo , declinata in tutte le sue forme espressive, ogni sentiero dell’im-
maginazione umana stimolato dalla luna verrà ripercorso, raccontato e rappresentato visivamen-
te, rivolgendosi non solo al grande pubblico dei più giovani, ma anche a quello di appassionati e
di collezionisti. Il 16 luglio 2009 dalle ore 16 alle ore 23 la Casina di Raffaello - ludoteca a Villa Bor-
ghese - ospiterà “Luna bambina”, un progetto rivolto ai bambini e alle famiglie, per offrire una diversa e più consapevole osservazione del sa-
tellite attraverso un viaggio sperimentale ed emozionale. In programma esperienze di simulazione e di manipolazione, percorsi emozionali e
informativi, uniti a osservazioni del cielo,spazieranno dalla danza alla lettura, da varie forme di teatro alla proiezione di filmati. Dal 17 al 21
luglio 2009 sulla terrazza del Pincio, “Stelle e pianeti nel cielo di Roma” che metterà a disposizione dei romani e dei turisti l’allestimento di
un’area telescopica, da cui sarà possibile collegarsi con la stazione del Museo Geopaleontologico di Rocca di Cave, postazione telescopica per
osservazione pubblica. “L'astro della notte sbarca al Planetario” è l’iniziativa che il Planetario e Museo Astronomico di Roma (piazza Giovanni
Agnelli 10 all’EUR) organizza dal 20 al 29 luglio 2009. Una settimana di eventi, con osservazioni al telescopio, spettacoli astronomici, confe-
renze, proiezioni cinematografiche, giochi e performance artistiche e multimediali. Gli appuntamenti di “LA LUNA HA 40 ANNI. Rivivi la con-
quista di un sogno” culmineranno, il 20 luglio 2009, con una notte altamente rievocativa, a Piazza del Popolo. Sopra un palco con una
struttura altamente spettacolare (sulla quale si rifletteranno le immagini dello sbarco e i momenti salienti di quell’indimenticabile avventura)
si avvicenderanno giornalisti, personaggi dello spettacolo, testimoni diretti di grande notorietà e una star internazionale d’eccezione. Una se-
rata davvero speciale, che coniugherà spettacolo e approfondimento, momenti di condivisa partecipazione e di leggerezza, per riatterrare in-
sieme su quell’impensabile territorio di conquista che, per una notte, quarant’anni fa, fu seguita con il fiato sospeso e appartenne a tutta
l’umanità, senza distinzione.
Costanza Cerioli

Fashion Design al Polimoda di Firenze


Entusiasmo alle stelle e adrenalina a mille per i 65 diplomandi del corso di Fashion Design
del Polimoda di Firenze, che per la prima volta l’8 giugno hanno presentato al pubblico, sul-
la passerella del teatro Saschall, le collezioni ideate per il diploma finale. Una giuria compo-
sta da giornaliste, grandi firme della moda, ha assegnato il premio per la collezione più
mediatica ad una ragazza romana, Francesca Vizioli, 22 anni, alle spalle anche un’esperien-
za di studio al Central Saint Martins di Londra, oltre a un diploma in giornalismo di moda
all’Accademia di Moda e Costume di Roma. La neo diplomata del Polimoda, scuola d’eccel-
lenza fortemente voluta vent’anni fa dal suo presidente Ferruccio Ferragamo, e diretta da Lin-
da Loppa, ha presentato una collezione volutamente glaciale giocata tutta sui toni del bianco
e del grigio. Capi, quelli fatti salire in passerella dalla neo designer Vizioli, creati per donne
androgine e un po’ spaziali che snobbano il tacco 12 e calzano stivali di gomma bianchi e gri-
gi. Ma non disdegnano infilarsi impalpabili cappe in crèpe di seta e shantung, abiti e shorts
imbottiti, leggings in pregiata maglia Filpucci.
Roberta Buonaiuto

Un opera di
L’ambasciatore di Tanzania, Ali Stefania Cesari in gruppo di Fa- Una meravigliosa festa sul Te- Claudio Calvitti
Abeid Karum, al vernissage miglia all’inaugurazione del vere con la bellissima dottores- “Il cielo sulla ter-
presso l’ambasciata di Tanza- nuovo space chic. sa Elisabetta Abruzzese e razza Caffarelli”
nia, a cura della National Gal- consorte. donato per il
lery Firenze. convegno medico
italo-argentino

30
RICETTE
Le vacanze, soprattutto durante la bella stagione, sono anche l’occasione per seguire abitudini di vita più sane,
dedicarsi all’attività fisica e adottare un’alimentazione bilanciata e nutriente. Ricordatevi che l’abbronzatura si
conquista a tavola. La regola è quella di fare scorta di frutta e verdura fresche, bere molto – per ripristinare i
liquidi persi durante l’esposizione al sole – eliminare gli alimenti ricchi di sodio (che favorisce la ritenzione idri-
ca), i condimenti pesanti e l’alcol.

BOMBOLOTTI ALLA CHECCA FUSILLI PATATE E PINOLI


INGREDIENTI: INGREDIENTI:
Bombolotti 500gr, olio, aglio, basilico, pomodoro 320gr fusilli, 300gr patate, 30gr pinoli, aglio, prezze-
rosso, prezzemolo, origano molo, maggiorana, parmigiano, olio ex.v., sale, pepe.

Cuocere la pasta, preferibilmente rigata, in abbondante ac- Lessate le patate a tocchi senza la buccia in acqua bollente sala-
qua salata; dopo una cottura molto al dente lasciarla fredda- ta. Mettete a bollire dell’altra acqua, salatela al bollore e cuoce-
re e cospargerla di qualche cucchiaino di olio. Preparare in un te la pasta. Versate nel frullatore le patate giunte a cottura, con
recipiente spicchi di aglio finemente tagliuzzati abbondanti qualche cucchiaiata della loro acqua. Unite al composto i pino-
foglie di basilico, rondelline di pomodoro rosso, prezzemolo li, mezzo spicchio d’aglio e qualche foglia di prezzemolo e di
tritato ed una spruzzatina di origano. Salare. Dopo aver la- maggiorana. Scolate la pasta, conditela con il frullato e due cuc-
sciato macerare il composto per alcuni minuti, aggiungere la chiai d’olio. Spolverate con abbondante parmigiano grattugia-
pasta fredda e girare. to. Completate con una macinata di pepe.

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