Persona Humana n. 9
La masturbazione un atto intrinsecamente e gravemente disordinato Denizione: Atto intrinsicamente grave e disordinato La ragione: l'uso deliberato della facolt sessuale, al di fuori dei rapporti coniugali normali, contraddice essenzialmente la sua nalit. Le motivazioni: Manca la mutua donazione degli sposi in un contesto di amore ordinato alla procreazione (Cf GS 51)
mercoled 22 maggio 2013
Persona Humana n. 10
Il peccato grave (mortale), denizione. Il peccato mortale: Ogni trasgressione deliberata in materia grave di ciascuna delle leggi morali (sessualit e peccati contro la carit) Il peccato mortale: Non solo disprezzo formale contro Dio e i fratelli ma luomo pecca anche quando coscientemente e liberamente, per un qualsiasi motivo, egli compie una scelta il cui oggetto gravemente disordinato.
Persona Humana n. 10
Il peccato grave (mortale), non compatibile con lopzione morale fondamentale. (Parte 1) Valutazione soggettiva: In materia sessuale facile che non si possa dare un libero consenso questo dipende dalla consapevolezza e dalla responsabilit del soggetto valutate separatamente Valutazione oggettiva: Se da una parte si deve avere una prudenza di giudizio sulla persona questo non deve sminuire la gravit oggettiva del peccato mortale.
mercoled 22 maggio 2013
La persona Humana riconosce la fragilit umana delluomo in ambito sessuale pertanto distingue tra valutazione soggettiva: vero che nelle colpe di ordine sessuale, visto il loro genere e le loro cause, avviene pi facilmente che non sia pienamente dato un libero consenso, e questo suggerisce di esser prudenti e cauti nel dare un giudizio circa la responsabilit del soggetto. Qui, in particolare, il caso di richiamare le parole della Scrittura: L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore (1 Sam 16,7). E valutazione oggettiva: Tuttavia, raccomandare una tale prudenza di giudizio circa la gravit soggettiva di un atto peccaminoso particolare non significa affatto che si debba ritenere che, nel campo sessuale, non si commettano peccati mortali Persona Humana, 10.
Persona Humana n. 10
Il peccato grave (mortale), non compatibile con lopzione morale fondamentale (Parte 2) Nel peccato mortale lopzione fondamentale gi rovesciata. Non si d il primo senza il cambiamento della seconda. Valutazione oggettiva: Se da una parte si deve avere una prudenza di giudizio sulla persona questo non deve sminuire la gravit oggettiva del peccato mortale.
Persona HUmana, 10: In realt , s, l'opzione fondamentale che definisce, in ultima analisi, la disposizione morale dell'uomo; ma essa pu essere radicalmente modificata da atti particolari, specialmente se questi sono preparati - come spesso accade - da atti anteriori pi superficiali. In ogni caso, non vero che uno solo di questi atti particolari non possa esser sufficiente perch si commetta peccato mortale.
Veritatis Splendor 65: Secondo tali autori, il ruolo chiave nella vita morale sarebbe da attribuire ad una opzione fondamentale, attuata da quella libert fondamentale mediante la quale la persona decide globalmente di se stessa, non attraverso una scelta determinata e consapevole a livello riflesso, ma in forma trascen- dentale e atematica.
(1)Veritatis Splendor 66: Non c' dubbio che la dottrina morale cristiana, nelle sue stesse radici bibliche, riconosce la specifica importanza di una scelta fondamentale che qualifica la vita morale e che impegna la libert a livello radicale di fronte a Dio. Si tratta della scelta della fede, dell'obbedienza della fede (cf Rm 16,26), con la quale l'uomo si abbandona tutto a Dio liberamente, prestando "il pieno ossequio dell'intelletto e della volont".112 Questa fede, che opera mediante la carit (Gal 5,6), proviene dal centro dell'uomo, dal suo cuore (cf Rm 10,10), e da qui chiamata a fruttificare nelle opere (cf Mt 12,33-35; Lc 6,43-45; Rm 8,5-8; Gal 5, 22).. (2) VS 67.
Critiche al peccato grave in materia sessuale e al suo rapporto con Lopzione morale fondamentale Il peccato mortale in materia sessuale non pu essere considerato come vera offesa a Dio. Pertanto esso non intacca lopzione fondamentale che rimane in quanto trascendentale. Non essendoci, vera consapevolezza nei peccati sessuali si diminuisce no ad annullare la responsabilit. Se non vi responsabilit e consapevolezza non vi lo stesso peccato mortale.
Lez. 28/11/11
Critiche alla morale sessuale del Magistero giudicata sicista e naturalista Risposta della Veritatis Splendor (VS).
Critiche di sicismo e naturalismo alla morale sessuale del Magistero (VS47) (Parte 1)
Secondo alcuni teologi il Magistero ha interpretato la legge morale naturale identicandola con le leggi biologiche, andando cos contro la legge di Hume In base ad una concezione naturalistica dell'atto sessuale, sarebbero state condannate come moralmente inammissibili la contraccezione, la sterilizzazione diretta, l'autoerotismo, i rapporti prematrimoniali, le relazioni omosessuali, nonch la fecondazione articiale (VS 47). Questi secondo loro sono comportamenti che luomo deve giudicare in base alla sua libert e alle condizioni socio ambientali del suo agire. I meccanismi dei comportamenti propri dell'uomo, nonch le cosiddette inclinazioni naturali, stabilirebbero (secondo questi teologi) al massimo come dicono un orientamento generale del comportamento corretto, ma non potrebbero determinare la valutazione morale dei singoli atti umani, tanto complessi dal punto di vista delle situazioni. (VS 47)
mercoled 22 maggio 2013
Critiche di sicismo e naturalismo alla morale del Magistero (VS47) Risposta della VS (VS 48-50) (Parte 2)
Il Magistero non considera la natura in senso univoco solo biologica, ma secondo tre signicati: Natura ut natura, natura ut cultura, natura ut ratio. La legge morale naturale esprime e prescrive le nalit, i diritti e i doveri che si fondano sulla natura corporale e spirituale della persona umana. Pertanto essa non pu essere concepita come normativit semplicemente biologica, ma deve essere denita come l'ordine razionale secondo il quale l'uomo chiamato dal Creatore a dirigere e a regolare la sua vita e i suoi atti e, in particolare, a usare e disporre del proprio corpo (Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione sul rispetto della vita umana nascente e la dignit della procreazione Donum vitae (22 febbraio 1987), Introd. 3: AAS 80 (1988), 74; cf Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae (25 luglio 1968), 10: AAS 60 (1968), 487-488).
mercoled 22 maggio 2013
Critiche di sicismo e naturalismo alla morale del Magistero (VS47) Risposta della VS (Parte 3)
La legge morale per la VS non si identica n con la legge biologica della natura n con la legge Divino positiva rivelata, ma rappresenta la legge eterna che Dio ha posto nella coscienza (GS 16) e che luomo pu comprendere mediante la ragione e dirigersi cos mediante la volont verso quel bene che Dio stesso. Tuttavia essa non frutto della creazione delluomo, perch sempre Dio a stabilire misteriosamente negli abitus il bene e il male e non luomo (Cf . I-II, q. 94)
Critiche di sicismo e naturalismo alla morale del Magistero (VS47) Risposta della VS 48 (Parte 4)
Una libert che pretende di essere assoluta nisce per trattare il coropo umano come un dato bruto. La natura non solo un dato estrinseco alla persona e agli atti umani. Considerandola cos si contraddice tutta lantropologia biblica della corporeit. La persona, incluso il corpo, affidata interamente a se stessa, ed nell'unit dell'anima e del corpo che essa il soggetto dei propri atti morali. (Si usa il corsivo)
mercoled 22 maggio 2013
Critiche di sicismo e naturalismo alla morale del Magistero (VS47) Risposta della VS 49 (Parte 5)
Una dottrina che dissoci l'atto morale dalle dimensioni corporee del suo esercizio contraria agli insegnamenti della Sacra Scrittura e della Tradizione Luomo anima (spirito), intelletto (ragione), corpo (corporeit, sessualit) in egual misura e importanza: Io sono anima, ragione e corpo, i miei atti morali sono sempre il frutto di tutte e tre le mie dimensioni naturali.
Critiche di sicismo e naturalismo alla morale del Magistero (VS47) Risposta della VS 50 (Parte 5)
Si pu ora comprendere il vero signicato della legge naturale: essa si riferisce alla natura propria e originale dell'uomo, alla natura della persona umana,89 che la persona stessa nell'unit di anima e di corpo, nell'unit delle sue inclinazioni di ordine sia spirituale che biologico e di tutte le altre caratteristiche speciche necessarie al perseguimento del suo ne.
Critiche di sicismo e naturalismo alla morale del Magistero (VS47) Risposta della VS (VS 48-50) (Parte 6)
La legge morale naturale esprime e prescrive le nalit, i diritti e i doveri che si fondano sulla natura corporale e spirituale della persona umana. Pertanto essa non pu essere concepita come normativit semplicemente biologica, ma deve essere denita come l'ordine razionale secondo il quale l'uomo chiamato dal Creatore a dirigere e a regolare la sua vita e i suoi atti e, in particolare, a usare e disporre del proprio corpo (Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione sul rispetto della vita umana nascente e la dignit della procreazione Donum vitae (22 febbraio 1987), Introd. 3: AAS 80 (1988), 74; cf Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae (25 luglio 1968), 10: AAS 60 (1968), 487-488).
mercoled 22 maggio 2013
Critiche di sicismo e naturalismo alla morale del Magistero (VS47) Risposta della VS (VS 48-50) CONCLUSIONI
Non si possono accettare quelle concezioni che considerano la legge morale naturale in senso biologico o come esclusiva legge divino positiva. Non si possono accettare quelle concezioni che separano la libert delluomo dalla natura dellatto morale. Non si possono accettare quelle concezioni che separano la corporeit, la sessualit, dallanima (spirito) e dalla ragione delluomo. Non si possono accettare quelle concezioni che separano lopzione morale fondamentale dagli atti morali. Non si possono accettare quelle concezioni che considerano la coscienza morale creatrice di valori e norme morali che deniscano il bene ultimo (1).
Per questo il modo secondo cui si concepisce il rapporto tra la libert e la legge si collega intimamente con l'interpretazione che viene riservata alla coscienza morale. In tal senso le tendenze culturali sopra ricordate, che contrappongono e separano tra loro la libert e la legge ed esaltano in modo idolatrico la libert, conducono ad un'interpretazione creativa della coscienza morale, che si allontana dalla posizione della tradizione della Chiesa e del suo Magistero (VS 54).
(1)
SACRA CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA, Orientamenti educativi sullamore umano. Lineamenti di educazione sessuale, 1983 (n. 98 e n.99)
Viene ribadito che un grave disordine morale principalmente perch fa uso della facolt sessuale in un modo che contraddice essenzialmente la sua nalit, non essendo a servizio dell'amore e della vita secondo il disegno di Dio (n. 98) Questo fatto richiede che l'azione pedagogica sia orientata pi sulle cause che sulla repressione diretta del fenomeno (n 99).(Cit Persona Humana) Pur tenendo conto della gravit oggettiva della masturbazione si abbia la cautela necessaria nella valutazione della responsabilit soggettiva. (n 99), (Cita Persona Humana)
PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA, Sessualit umana: verit e signicato. Orientamenti educativi in famiglia, 1995 (n. 102 e 103) Si ribadisce che insieme alla contraccezzione e ai rapporti prematrimoniali contraddice le nalit bibliche del matrimonio. Si ribadisce che la masturbazione costuisce un disordine grave, illecito in se stesso e che non pu essere giusticato dallet o dalle situzioni della persona, anche se queste limitano la colpa soggettiva (2).
(2) In particolare, la masturbazione costituisce un disordine grave, illecito in se stesso, che non pu essere moralmente giusticato, anche se l'immaturit
dell'adolescenza, che pu talvolta prolungarsi oltre questa et, lo squilibrio psichico, o l'abitudine contratta possono inuire sul comportamento, attenuando il carattere deliberato dell'atto, e far s che, soggettivamente, non ci sia sempre colpa grave . (si cita familiarsi consortio n. 36-38) Gli adolescenti vanno quindi aiutati a superare tali manifestazioni di disordine che sono espressione spesso dei conitti interni e dell'et e non raramente di una visione egoistica della sessualit (103).
Viene data la denizione n. 2352. Viene ribadita la prudenza di giudizio sulla persona in quanto la sua responsabilit soggettiva potrebbe essere nulla n. 2352. (3)
2352 Per masturbazione si deve intendere l'eccitazione volontaria degli organi genitali, al fine di trarne un piacere venereo. Sia il Magistero della Chiesa nella linea di una tradizione costante sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione un atto intrinsecamente e gravemente disordinato . Qualunque ne sia il motivo, l'uso deliberato della facolt sessuale al di fuori dei rapporti coniugali normali contraddice essenzialmente la sua finalit . Il godimento sessuale vi ricercato al di fuori della relazione sessuale richiesta dall'ordine morale, quella che realizza, in un contesto di vero amore, l'integro senso della mutua donazione e della procreazione umana . 236 Al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilit morale dei soggetti e per orientare l'azione pastorale, si terr conto dell'immaturit affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d'angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che possono attenuare, se non addirittura ridurre al minimo, la colpevolezza morale.
Rapporti prematrimoniali
Situazione contemporanea
Senza ricorrere a statistiche sotto gli occhi di tutti: Una sempre minore et nei rapporti sessuali e convivenze Altissima percentuale di rapporti prematrimoniali, si arriva al matrimonio con la prova gi fatta. Forti condizionamenti economici e sociali: Convivenze genitoriali.
mercoled 22 maggio 2013
(Cf. INNOCENZO IV, Ep. Sub catholicae professione, 6.3.1254: Denz 835; Pio II, Proposizioni condannate nella lettera Cum sicut accepimus, 14.11.1459:
Denz 1367; Sant'Offizio, Decreti del 24.9.1665 e 2.3.1679: Denz 2045 e 2148; Pio XI. Enc. Casti connubii, 31.12.1930: 22(1930), 558-559; EE 5/497-499.1)
(Cf. INNOCENZO IV, Ep. Sub catholicae professione, 6.3.1254: Denz 835; Pio II, Proposizioni condannate nella lettera Cum sicut accepimus, 14.11.1459:
Denz 1367; Sant'Offizio, Decreti del 24.9.1665 e 2.3.1679: Denz 2045 e 2148; Pio XI. Enc. Casti connubii, 31.12.1930: 22(1930), 558-559; EE 5/497-499.1)
(Cf. INNOCENZO IV, Ep. Sub catholicae professione, 6.3.1254: Denz 835; Pio II, Proposizioni condannate nella lettera Cum sicut accepimus, 14.11.1459:
Denz 1367; Sant'Offizio, Decreti del 24.9.1665 e 2.3.1679: Denz 2045 e 2148; Pio XI. Enc. Casti connubii, 31.12.1930: 22(1930), 558-559; EE 5/497-499.
SACRA CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA, Orientamenti educativi sullamore umano. Lineamenti di educazione sessuale, 1983 (n. 95)
Solo nel matrimonio si confermano le nalit della sessualit volute da Dio: signicato unitivo e procreativo. Scindere i due signicati non consente di avere un esercizio della sessualit pieno e legittimo, mediante un amore umano totale, fedele, fecondo, cio lamore coniugale. (Cf Mt 19,1ss; Persona Humana n.9)
Orientamenti educativi sullamore umano: I rapporti intimi devono svolgersi soltanto nel quadro del matrimonio perch solo allora si verica la connessione inscindibile, voluta da Dio, tra il signicato unitivo e il signicato procreativo di tali rapporti, ordinati a mantenere, confermare ed esprimere una denitiva comunione di vita - una sola carne (54) - mediante la realizzazione di un amore umano , totale , fedele , fecondo ,(55) cio l'amore coniugale. Perci le relazioni sessuali fuori del contesto matrimoniale costituiscono un disordine grave, perch sono espressione riservata ad una realt che ancora non esiste; (56) sono un linguaggio che non trova riscontro obiettivo nella vita delle due persone, non ancora costituite in comunit denitiva con il necessario riconoscimento e garanzia della societ civile e, per i coniugi cattolici, anche religiosa.(n95)
Il matrimonio cristiano
Luogo dellamore e della realizzazione della sessualit
1. Chiamati allamore: Annunciare, celebrare e servire Il Vangelo del Matrimonio e della famiglia 2. Il danzamento tempo di grazia 3. La sessualit dono dellAmore e suo compimento 4. La realt del matrimonio cristiano la famiglia 5. La pastorale della famiglia:
Il matrimonio cristiano
DOCUMENTI: BIBLIOGRAFIA 1
1. Gaudium et spes, Dignit del matrimonio e della famiglia, n. 47-52. 2. Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, 1981. (XXX anniversario, vedi Atti Convegno CEI, 2011). 3. Giovanni Paolo II, Lettera alle famiglie per lanno internazionale, (1994). 4. Benedetto XVI, Discorso allapertura del Convegno ecclesiale della diocesi di Roma su famiglia e comunit cristiana , 2005 5. Benedetto XVI, Discorso in occasione del V incontro mondiale delle famiglie, 2006. 6. Decreto generale sul matrimonio canonico
mercoled 22 maggio 2013
Il matrimonio cristiano
DOCUMENTI: BIBLIOGRAFIA 2
1. Documenti della Conferenza Episcopale Italiana: 1.1.La preparazione dei danzati al matrimonio e alla famiglia, 1989. 1.2. Il danzamento. Tempo di crescita umana e cristiana, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 1998. 1.3. Matrimonio e famiglia in Italia (1969) 1.4. Evangelizzazione e Sacramento del Matrimonio (1975) 1.5. Comunione e comunit nella chiesa domestica, (1981) 1.6. Direttorio di pastorale familiare, (1993)
mercoled 22 maggio 2013
Lez. 5/12/2011
Chiamati allamore: Annunciare, celebrare e servire Il Vangelo del Matrimonio e della famiglia Situazione contemporanea Il Matrimonio nellA.T. Il Matrimonio nel N.T. Il Matrimonio in San Paolo Il danzamento tempo di grazia
1.
Chiamati allamore: Annunciare, celebrare e servire Il Vangelo del Matrimonio e della famiglia SITUAZIONE CONTEMPORANEA
Rapporto Censis 2011 Ci si sposa sempre pi tradi (30-35) Le donne fanno gli intorno ai 30 anni LItalia tra gli ultimi posti in Europa come tasso di fertilit Aumentano le coppie senza gli, diminuisce la centralit delle famiglie numerose Prevale una coscienza individuale, aumentano i litigi con i vicini e nella famiglia, aumentano i single. Aumentano le famiglie di immigrati e i matrimoni misti. Conclusione: Crisi del matrimonio e della famiglia
1.
Chiamati allamore: Annunciare, celebrare e servire Il Vangelo del Matrimonio e della famiglia IL MATRIMONIO NELLANTICO TESTAMENTO
Gen 1-2 Fondamento antropologico e teologico del matrimonio La famiglia il clan, identicazione della famiglia con la societ (Abramo Gen 12) Legge del Levirato
1.
Chiamati allamore: Annunciare, celebrare e servire Il Vangelo del Matrimonio e della famiglia IL MATRIMONIO NEL NUOVO TESTAMENTO GES
Ges: (Mt 19,3-9; Mc 10,2-12) Richiamo al modello della prima coppia Esclusione del divorzio Luso della sessualit: (continenza, castit, celibato)
1.
Chiamati allamore: Annunciare, celebrare e servire Il Vangelo del Matrimonio e della famiglia IL MATRIMONIO NEL NUOVO TESTAMENTO SAN PAOLO (CAPPELLI, DISPENSA 4, 78SS)
1 Cor 7 (1)
Ideale di San Paolo il celibato (v. 1, 8); Valore preminente della continenza volontaria (32-34) perch maggiore sguardo al Regno dei cieli. IL matrimonio legittimato come rimedium concupiscenze (v. 2) Tuttavia sposarsi non peccato (v28) in alcuni casi un obbligo morale (v 8-9), non si deve cercarlo quando lo si pu evitare (v.27). Uguaglianza e parit di diritti tra uomo e donna (v 3-4); In Cristo non c pi uomo n uomo n donna Gal 3,28. 1 Cor 11 non deve essere interpretato come disuguaglianza, ma come indicazioni sociali temporanee.
mercoled 22 maggio 2013 J Ratzinger, Introduzione, in AA.VV. Sulla pastorale dei divorziati risposati, LEV, Citt del Vaticano 1998: La possibilit di separazione, che Paolo prospetta in 1 Corinzi, 7, riguarda matrimoni fra un coniuge cristiano e uno non battezzato. La riflessione teologica successiva ha chiarito che solo i matrimoni tra battezzati sono sacramento nel senso stretto della parola e che lindissolubilit assoluta vale solo per questi matrimoni che si collocano nellambito della fede in Cristo. Il cosiddetto matrimonio naturale ha la sua dignit a partire dallordine della creazione ed pertanto orientato allindissolubilit, ma pu essere sciolto in determinate circostanze a motivo di un bene pi alto nel caso la fede. Cos la sistematizzazione teologica ha classificato giuridicamente lindicazione di san Paolo come privilegium paulinum, cio come possibilit di sciogliere per il bene della fede un matrimonio non sacramentale. Lindissolubilit del matrimonio veramente sacramentale rimane salvaguardata; non si tratta quindi di una eccezione alla parola del Signore.
1 Cor 7 (2)
Contempla lastensione dei rapporti sessuali (v5-6) Paolo non ci parla della nalit del matrimonio nella procreazione, ma considera solo il rimedium concupiscenze (29-31) Paolo ci parla invece della indissolubilit del matrimonio (10-11). Il vincolo si rompe solo con la morte (v. 39) IL privilegio paolino: Il vincolo dellindissolubilit non valido tra un coniuge cristiano e un non battezzato (vv. 10-16) Cf CIC can 1143-1147. Vedi Ratzinger (nota) Ammette le seconde nozze in seguito alla morte di un coniuge perch siano fatte nel Signore (v.8) in 1Tm 5,14 consiglia alle giovani vedove di risposarsi.
mercoled 22 maggio 2013 J Ratzinger, Introduzione, in AA.VV. Sulla pastorale dei divorziati risposati, LEV, Citt del Vaticano 1998: La possibilit di separazione, che Paolo prospetta in 1 Corinzi, 7, riguarda matrimoni fra un coniuge cristiano e uno non battezzato. La riflessione teologica successiva ha chiarito che solo i matrimoni tra battezzati sono sacramento nel senso stretto della parola e che lindissolubilit assoluta vale solo per questi matrimoni che si collocano nellambito della fede in Cristo. Il cosiddetto matrimonio naturale ha la sua dignit a partire dallordine della creazione ed pertanto orientato allindissolubilit, ma pu essere sciolto in determinate circostanze a motivo di un bene pi alto nel caso la fede. Cos la sistematizzazione teologica ha classificato giuridicamente lindicazione di san Paolo come privilegium paulinum, cio come possibilit di sciogliere per il bene della fede un matrimonio non sacramentale. Lindissolubilit del matrimonio veramente sacramentale rimane salvaguardata; non si tratta quindi di una eccezione alla parola del Signore.
Ef 5,21-33
Scompare la dimensione escatologica di 1Cor7 Appare la verit e il signicato dellamore umano che si trova solo in quello divino IL Modello del matrimonio in Dio che ha sposato Jahv, in Cristo che ha sposato la Chiesa (22-31) Ef 5,32 fonda la sacramentalit del matrimonio come segno gurativo, data dal Sacramento Cristo-Chiesa. Nel Nuovo Testamento anche il matrimonio ha un signicato escatologico.
1 Cor 6,12-20
Libertini ed encratiti (separaione anima e corpo) In questo testo Paolo ristabilisce la giusta unit di anima e corpo IL corpo (soma) la manifestazione della persona intera Teologia della sessualit e del corpo umano Prospettiva cristologica (v.15) prospettiva escatologica (v. 14) prospettiva pneomatologica (v.19) prospettiva soteriologica (v. 19) prospettiva liturgica (v.20)
1. Chiamati allamore: Annunciare, celebrare e servire Il Vangelo del Matrimonio e della famiglia CONCLUSIONI
Due signicati La realt del matrimonio cristiano si fonda sulla vita di Cristo, sul Vangelo Il matrimonio cristiano vissuto nella sequela di Cristo esso stesso Vangelo in quanto testimonianza di fede e strumento di salvezza. (Cf Direttorio di Pastorale familiare , n.1).
2. Fidanzamento tempo di grazia (Parte 1) (Ufcio nazionale per la pastorale della famiglia Roma, LA PREPARAZIONE DEI FIDANZATI AL MATRIMONIO E ALLA FAMIGLIA, 24/06/1989)
Contenuti teologici e antropologici Anche se non pu dirsi sacramentale Risponde alla vocazione del Battesimo in vista di quella coniugale Tempo di formazione: antropologica e spirituale Tempo di testimonianza e azione ecclesiale: propria solidariet
mercoled 22 maggio 2013
2. FIDANZAMENTO TEMPO DI GRAZIA (Parte 2) (Ponticio Consiglio per a famiglia, PREPARAZIONE AL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO, 1996).
I Parte: Importanza della preparazione al matrimonio, cio di una EDUCAZIONE ALLA VITA CONIUGALE, urgente necessit (n.10) II Parte: Tappe o momenti della preparazione (Cf Familiaris Consortio). 1. Preparazione remota 2. Preparazione prossima 3. Preparazione immediata
mercoled 22 maggio 2013
Preparazione al Sacramento del matrimonio: 46. Come ricorda la Familiaris Consortio, l'itinerario formativo dei giovani danzati dovr perci prevedere: l'approfondimento della fede personale e la riscoperta del valore dei sacramenti e dell'esperienza di preghiera; la preparazione specica alla vita a due che, presentando il matrimonio come un rapporto interpersonale dell'uomo e della donna da svilupparsi continuamente, stimoli ad approfondire i problemi della sessualit coniugale e della paternit responsabile, con le conoscenze medico-biologiche essenziali che vi sono connesse, ed avvii alla familiarit con retti metodi di educazione dei gli, favorendo l'acquisizione degli elementi di base per un'ordinata conduzione della famiglia (FC 66); la preparazione all'apostolato familiare, alla fraternit e collaborazione con le altre famiglie, all'inserimento attivo in gruppi, associazioni, movimenti e iniziative che hanno per nalit il bene umano e cristiano della famiglia (Ibid.). Inoltre i nubendi siano aiutati preventivamente in modo da poter poi mantenere e coltivare l'amore coniugale; la comunicazione interpersonale-coniugale; le virt e le difcolt della vita coniugale; e come superare le inevitabili crisi coniugali.
I coniugi sappiano di essere cooperatori dell'amore di Dio Creatore e quasi suoi interpreti nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla; ci deve essere considerato come missione loro propria. (GS50): E perci adempiranno il loro dovere con umana e cristiana responsabilit e, con docile riverenza verso Dio, di comune accordo e con sforzo comune, si formeranno un retto giudizio: tenendo conto sia del proprio bene personale che di quello dei figli, tanto di quelli nati che di quelli che si prevede nasceranno; valutando le condizioni sia materiali che spirituali della loro epoca e del loro stato di vita; e, infine, tenendo conto del bene della comunit familiare, della societ temporale e della Chiesa stessa. Questo giudizio in ultima analisi lo devono formulare, davanti a Dio, gli sposi stessi. Per nella loro linea di condotta i coniugi cristiani siano consapevoli che non possono procedere a loro arbitrio, ma devono sempre essere retti da una coscienza che sia con forme alla legge divina stessa; e siano docili al magistero della Chiesa, che interpreta in modo autentico quella legge alla luce del Vangelo.
Familiaris consortio Esortazione apostolica a conclusione del sinodo sulla famiglia del 1980
Luci e ombre della famiglia, oggi (4-10) Gradualit e conversione (n.9). (legge della gradualit pastorale) (2) Il disegno di Dio sul matrimonio e sulla Famiglia (11-10) Ges Cristo sposo della Chiesa e il matrimonio cristiano (n.13) Famiglia diventa ci che sei: Formazione di una comunit di persone Il servizio alla vita la partecipazione allo sviluppo della societ La partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa La pastorale familiare La pastorale familiare nei casi difcili
Alla ingiustizia originata dal peccato - profondamente penetrato anche nelle strutture del mondo di oggi - e che spesso ostacola la famiglia nella piena realizzazione di se stessa e dei suoi diritti fondamentali, dobbiamo tutti opporci con una conversione della mente e del cuore, seguendo Cristo Crocifisso nel rinnegamento del proprio egoismo: una simile conversione non potr non avere influenza benefica e rinnovatrice anche sulle strutture della societ. E' richiesta una conversione continua, permanente, che, pur esigendo l'interiore distacco da ogni male e l'adesione al bene nella sua pienezza, si attua per concretamente in passi che conducono sempre oltre. Si sviluppa cos un processo dinamico, che avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio e delle esigenze del suo amore definitivo ed assoluto nell'intera vita personale e sociale dell'uomo. E' perci necessario un cammino pedagogico di crescita affinch i singoli fedeli, le famiglie ed i popoli, anzi la stessa civilt, da ci che hanno gi accolto del Mistero di Cristo siano pazientemente condotti oltre, giungendo ad una conoscenza pi ricca e ad una integrazione pi piena di questo Mistero nella loro vita.
Bibliograa: Familiarsi Consortio, n. 79-84; Lettera della Cong. per la Dott. della fede circa la recezione della comunione da parte dei fedeli divorziati risposati; Direttorio di Pastorale familiare, n. 189-234.
mercoled 22 maggio 2013 n. 210. Circa l'ammissione ai sacramenti, non esistono di per s ostacoli: se il divorzio civile rimane l'unico modo possibile di assicurare certi diritti legittimi, quali la cura dei figli o la tutela del patrimonio, pu essere tollerato, senza che costituisca una colpa morale e l'essere stato costretto a subire il divorzio significa aver ricevuto una violenza e un'umiliazione, che rendono pi necessaria, da parte della Chiesa, la testimonianza del suo amore e aiuto.
mercoled 22 maggio 2013 n. 212. Perch possa accedere ai sacramenti, il coniuge che moralmente responsabile del divorzio ma non si risposato deve pentirsi sinceramente e riparare concretamente il male compiuto. In particolare, deve far consapevole il sacerdote che egli, pur avendo ottenuto il divorzio civile, si considera veramente legato davanti a Dio dal vincolo matrimoniale e che ormai vive da separato per motivi moralmente validi, in specie per l'inopportunit od anche l'impossibilit di una ripresa della convivenza coniugale. In caso contrario, non potr ricevere n l'assoluzione sacramentale, n la comunione eucaristica.
mercoled 22 maggio 2013 n. 212. Perch possa accedere ai sacramenti, il coniuge che moralmente responsabile del divorzio ma non si risposato deve pentirsi sinceramente e riparare concretamente il male compiuto. In particolare, deve far consapevole il sacerdote che egli, pur avendo ottenuto il divorzio civile, si considera veramente legato davanti a Dio dal vincolo matrimoniale e che ormai vive da separato per motivi moralmente validi, in specie per l'inopportunit od anche l'impossibilit di una ripresa della convivenza coniugale. In caso contrario, non potr ricevere n l'assoluzione sacramentale, n la comunione eucaristica.
mercoled 22 maggio 2013 non possono svolgere nella comunit ecclesiale quei servizi che esigono una pienezza di testimonianza cristiana, come sono i servizi liturgici e in particolare quello di lettori, il ministero di catechista, l'ufficio di padrino per i sacramenti. Nella stessa prospettiva, da escludere una loro partecipazione ai consigli pastorali, i cui membri, condividendo in pienezza la vita della comunit cristiana, ne sono in qualche modo i rappresentanti e i delegati. Non sussistono invece ragioni intrinseche per impedire che un divorziato risposato funga da testimone nella celebrazione del matrimonio: tuttavia saggezza pastorale chiederebbe di evitarlo, per il chiaro contrasto che esiste tra il matrimonio indissolubile di cui il soggetto si fa testimone e la situazione di violazione della stessa indissolubilit che egli vive personalmente.
edele al suo Signore, la Chiesa comunque non pu ammettere alla riconciliazione sacramentale e alla comunione eucaristica i divorziati risposati. Sono essi stessi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita sono in oggettiva contraddizione con la fede annunciata e celebrata nei sacramenti: sono in aperta contraddizione con l'indissolubile patto di amore tra Ges Cristo e la sua Chiesa, significato e attuato dall'Eucaristia; sono in netto contrasto con l'esigenza di conversione e di penitenza presente nel sacramento della riconciliazione.
220: Solo quando i divorziati risposati cessano di essere tali possono essere riammessi ai sacramenti. E' necessario, perci, che essi, pentitisi di aver violato il segno dell'alleanza e della fedelt a Cristo, siano sinceramente disposti ad una forma di vita non pi in contraddizione con l'indissolubilit del matrimonio o con la separazione sica e, se possibile, con il ritorno all'originaria convivenza matrimoniale, o con l'impegno per un tipo di convivenza che contempli l'astensione dagli atti propri dei coniugi. Infatti, qualora la loro situazione non presenti una concreta reversibilit per l'et avanzata o la malattia di uno o di ambedue, la presenza di gli bisognosi di aiuto e di educazione o altri motivi analoghi, la Chiesa li ammette all'assoluzione sacramentale e alla Comunione eucaristica se, sinceramente pentiti, si impegnano ad interrompere la loro reciproca vita sessuale e a trasformare il loro vincolo in amicizia, stima e aiuto vicendevoli. In questo caso possono ricevere l'assoluzione sacramentale ed accostarsi alla Comunione eucaristica, in una chiesa dove non siano conosciuti, per evitare lo scandalo.
el procedere alla regolarizzazione della loro posizione, ci si lasci guidare da particolare prudenza pastorale. Ci si rifiuti di procedere in forma sbrigativa e quasi burocratica come se si trattasse una mera sistemazione di una situazione anormale; si sia attenti ad individuare i motivi della richiesta del matrimonio religioso alla luce della scelta precedentemente fatta in contrasto con la leg della Chiesa. In particolare, per la celebrazione del matrimonio religioso si dovr accertare che i nubendi siano sinceramente pentiti e disposti a rimettersi in cordiale comunione con la Chiesa, esigere una particolare preparazione anche dal punto di vista della catechesi cristiana del matrimonio.
Ad ogni modo, salvo il caso di necessit, coloro che hanno gi contratto matrimonio civile non siano ammessi alla celebrazione del matrimonio canonico senza la licenza dell'Ordinario d luogo.
uando ci si trovasse di fronte alla richiesta di matrimonio solo religioso da parte di una persona canonicamente e civilmente libera con un'altra persona cattolica, gi sposata civilmente e attualmente separata e attesa di divorzio, si proceda con grande equilibrio e non poche cautele. Lo esigono sia ragioni di equit verso tutte le persone implicate nella situazione, sia motivi di doverosa prudenza circa le attitudi matrimoniali del richiedente, sia la necessit da parte della Chiesa di non favorire, al di l delle sue intenzioni, la moltiplicazione delle esperienze coniugali con il pericolo di ingenerare la prassi di una sorta matrimonio di prova. Per questi motivi, almeno fin quando la vicenda del precedente matrimonio civile non si sia conclusa con una regolare sentenza di divorzio, che abbia composto le eventuali pendenze fra tutte parti interessate, l'Ordinario di luogo, al quale il parroco deve sempre rivolgersi, non pu concedere l'autorizzazione se non per gravi ragioni e in circostanze veramente eccezionali.
Per parte sua e in ogni caso, il parroco esamini anzitutto se chi ha ottenuto lo scioglimento del precedente matrimonio civile abbia contratto doveri verso altre persone o verso i figli e se s disposto ad osservarli (cf can. 1071, par. 1, n. 3). Accerti, inoltre, la sincerit della richiesta del sacramento del matrimonio, inteso come scelta unica e irrevocabile. Qualora avesse ottenuto la licen dell'Ordinario del luogo, non proceda alla celebrazione del sacramento senza chiedere e ottenere dai nubendi l'impegno di regolarizzare non appena possibile la loro posizione matrimoniale agli effe civili.
uando la richiesta di matrimonio riguardasse una persona canonicamente e civilmente libera e una persona cattolica gi sposata civilmente e divorziata, anche se i due richiedenti risultano liberi di fronte al Chiesa, analogamente a quanto indicato nella fattispecie precedente, non si tralasci di accertarsi circa la sincerit con cui si sceglie il matrimonio come unico e indissolubile e circa l'assolvimento degli eventua doveri contratti verso altre persone o verso i figli.
Il parroco si rivolga comunque all'Ordinario di luogo e, ottenuta da lui la licenza, proceda all'istruttoria e assista alla celebrazione del matrimonio secondo le disposizioni previste nel vigen Decreto generale sul matrimonio canonico per assicurare gli effetti civili.
oich la loro vita non vuole essere e non di fatto coerente con le esigenze del battesimo, sino a quando permangono in questa situazione di vita, i cattolici sposati solo civilmente non possono esse ammessi all'assoluzione sacramentale e alla comunione eucaristica. Solo una regolarizzazione della loro posizione, secondo le avvertenze sopra richiamate, pu permettere una loro riammissione sacramenti stessi.
Analogamente a quanto si detto per i divorziati risposati, non neppure possibile affidare loro incarichi o servizi che richiedono una pienezza di testimonianza cristiana e di appartenenza al Chiesa.