tr. it. Del cap. 6 di Language: A Biological Model, Oxford, OUP, 2005 traduzione di E. Lalumera Nell'ultimo secolo sono stati compiuti centinaia di esperimenti per cercare di capire come 'classifichiamo' o 'categorizziamo' le cose per mezzo di termini di genere come 'cane', 'sedia' e 'frutto'. La mia posizione al riguardo che queste parole non designano classi, ma unit di tipo completamente diverso. Esiste in effetti una piccola minoranza di nomi non composti che designano classi, ma parole come 'cane', 'sedia' e 'frutto' non sono fra questi. In questo articolo vi presenter questa tesi negativa: non prover a difenderla compiutamente in uno spazio cos breve, limitandomi a introdurne i termini pi comprensibili e intuitivi.I dettagli si trovano in Delle idee chiare e confuse (Millikan, 2000), che indicher qui con 'DICC'. Un punto da cui partire sono le tesi del biologo M. T. Ghiselin (1974, 1981) e del filosofo Davis Hull (1978) sulla vera natura delle specie biologiche. Per essere membri della stessa specie i singoli animali devono appartenere a stirpi con un'origine comune. Non devono essere simili l'uno all'altro in nessun aspetto particolare. Per esempio, non esistono geni che ogni cane ha in comune con ogni altro cane. E non la semplice coincidenza di propriet o la somiglianza a un paradigma che rende con specifici un gruppo di cani. Specie molto simili, ma che hanno origini storiche diverse, non formano una specie unica. Le specie, secondo Ghiselin e Hull, non sono classi di somiglianza, ma grandi individui storici sparsi che perdurano nel tempo. Sono entit un po' come la famiglia Kennedy, tenuta insieme non dalle 'somiglianze di famiglia' nel senso di Wittgenstein, ma dalla consanguineit. D'altra parte, nel caso delle specie, la consanguineit di solito si accompagna a una notevole coincidenza di propriet. Se le specie si riproducono in maniera asessuata, la ragione che la progenie costituita da cloni. Se invece si riproducono in maniera sessuata, ciascuno dei geni nel pool genico deve combinarsi con una selezione casuale di altri geni del pool per contribuire a produrre un individuo valido con una frequenza sufficiente per venire riprodotto quel tanto che basta a non essere eliminato dal pool genico. Cos i vari individui appartenenti ad una specie si somigliano pi o meno sotto vari aspetti, ma non si somigliano mai completamente neanche in uno. Ci che li rende gruppo non solo il fatto che abbiano propriet comuni o in parte coincidenti, quanto il fatto che tendano ad avere propriet comuni e in parte coincidenti per una buona ragione. Esiste una spiegazione valida del perch uno sar probabilmente simile al prossimo. Diversi tipi di induzione sui membri di una specie hanno buona probabilit di essere validi in virt delle connessioni causali che li collegano. Secondo questa analisi di ci che tiene insieme i membri di una specie, le specie non sono classi. Le classi sono definite dal fatto che i membri abbiano certe propriet comuni o dall'avere molte propriet in comune con uno o pi paradigmi. Ma non necessario che vi sia una ragione per cui i membri di una classe sono simili. Possono esserlo per caso. Le categorie sono classi o classi fuzzy. I nomi di specie non sono nomi di categorie. Devo ora innanzitutto spiegare perch questo un punto importante, e in secondo luogo provare a generalizzarlo.
Il punto importante perch spiega come sia possibile studiare una specie come tale, raccogliere su di essa informazioni stabili. Se c' una ragione per cui un cane probabilmente simile sotto diversi aspetti al prossimo che vedr, c' una ragione per cui studiare un cane ci dar probabilmente una quantit considerevole di conoscenze plausibili riguardo al prossimo. E infatti, ovviamente, i cani sono qualcosa su cui possibile imparare molto. Pensate a quanto tempo si pu passare studiando i cani in una facolt di veterinaria. Certamente si tratta sempre di conoscenza probabile. Di qualunque propriet dei cani che uno pu apprendere, non sar analiticamente vero o necessario che ogni singolo cane la possiede. Ma le semplici classi non sono qualcosa a proposito di cui si pu imparare per induzione. Se, dato un membro di una classe, non c' ragione per cui sia simile al prossimo, le conclusioni induttive tratte a proposito di quella classe, se vere, lo sono per caso. Per esempio, sembra probabile che non ci sia alcuna ragione per cui un triangolo posso debba essere simile al prossimo triangolo rosso se non quanto al rosso e alla triangolarit, dunque improbabile che scoprire che un triangolo rosso dolce serva a prevedere il gusto del successivo. Il modo in cui i cani sono legati in un'unit importante, dunque, perch solo quando gli individui sono legati in un modo siffatto, tale per cui esiste una ragione perch un membro sia simile al successivo, che possiamo arrivare a conoscere qualcosa su questa unit a meno che, ovviamente, non si possa esaminare ogni singolo membro separatamente. Appare quindi ovvio il motivo per cui un'unit di questo genere tenda ad acquisire un nome. I nomi delle semplici classi sono quasi inutili in molti contesti. I nomi delle unit di questo genere sono invece i nomi dei mattoni di costruzione di tutta la conoscenza empirica, perch tutta la conoscenza empirica induttiva. Il punto riguardo ai cani si pu generalizzare osservando altri tipi di relazione che tendono a legare insieme un'unit in modo che esista una buona ragione perch un individuo che vi appartiene o una sua parte sia probabilmente simile ad un altro. Ho un nome per le unit di questo tipo generale, preso da Aristotele: le chiamo 'sostanze', un nome che i non filosofi sentiranno come un nuovo termine tecnico, ma che i filosofi potranno riconoscere come piuttosto tradizionale. Aristotele parlava di 'sostanze seconde' l'unit cane sarebbe un esempio e di 'sostanze prime', cio gli individui (ricordate che Ghiselin e Hull considerano la specie dei cani un grande individuo storico sparso e persistente nel tempo). C' un capitolo in DICC in cui descrivo in dettaglio diversi tipi di sostanze. Qui riuscir a parlare di poche, solo per darvi un'idea. Le sostanze ricadono grosso modo in tre tipi di base, che chiamo 'generi storici', 'generi eterni' e 'individui'. I generi storici sono come i cani. Sono collezioni di individui sparsi in un'area spaziotemporale definita, che sono causalmente correlati l'uno all'altro in modo che ognuno sia probabilmente simile all'altro sotto diversi aspetti. I due modi pi ovvii che possono rendere i membri di un genere storico probabilmente simili l'uno all'altro sono questi. Primo, un processo simile alla riproduzione o alla copia: tutti i vari individui sono stati prodotti l'uno dall'altro o dagli stessi modelli. Secondo, i vari membri sono stati prodotti da, o in risposta a, uno stesso ambiente storico, per esempio in risposta alla presenza di altri generi storici esistenti. Un terzo e molto diffuso fattore che spesso sostiene il primo che i membri del genere assolvano a una 'funzione', dove 'funzione' inteso grosso modo nel senso biologico di un effetto che aumenta la probabilit che la sua causa sia riprodotta. Tipicamente questi diversi fattori si trovano combinati insieme. Gli artefatti sono un buon esempio di questo. Prendiamo le sedie. Le sedie sono progettate per combaciare con le dimensioni fisiche e le preferenze estetiche e pratiche degli umani, che sono molto simili fra loro sotto diversi aspetti per le stesse ragioni
per cui lo sono i cani. Inoltre, il progetto di una sedia quasi sempre influenzato dal progetto di sedie precedenti, tipicamente perch le sedie precedenti funzionavano bene ed erano esteticamente piacevoli all'interno di un certo contesto culturale, i cui elementi vengono anch'essi riprodotti. Per queste ragioni le sedie formano un genere storico. Ci sono ragioni che non hanno nulla a che vedere con le definizioni arbitrarie per cui uno sa grosso modo cosa aspettarsi se un altro si offre di portare una sedia. Anche le esecuzioni di 'Romagna mia' o di Le sacre du printemps formano un genere storico. Vengono copiate l'una dall'altra da spartiti tratti da esecuzioni precedenti o copiati da altri spartiti. Anche i ristoranti McDonald's formano un genere storico. I professori, i medici e gli uomini d'affari formano generi storici, soprattutto quando formano unit ben integrate e considerate limitatamente a un particolare contesto culturale. I membri di questi generi hanno una buona probabilit di comportarsi in modo simile, di avere atteggiamenti comuni come risultato di un tirocinio che si tramanda da persona a persona (riproduzione o copia), o delle usanze (altro caso di copia), o delle naturali disposizioni umane (si confrontino quelle dei cani), o di pressioni sociali a conformarsi a modelli di ruolo (ancora copia), e/o come risultato di norme e leggi emanate da una fonte univoca. C' una ragione per cui pu essere produttivo indagare, ad esempio, l'atteggiamento dei medici americani nei confronti dell'agopuntura'. Si tratta di atteggiamenti contagiosi, che si diffondono. I membri dei generi eterni sono simili l'uno all'altro per un altro tipo di ragione. Sono simili perch possiedono una natura interna comune di un qualche tipo, come la struttura molecolare, dalla quale derivano le propriet pi superficiali e facilmente osservabili dei vari esemplari. La struttura interna ha come risultato una certa selezione di propriet di superficie, o di propriet in circostanze speciali. Esempi familiari di questo tipo di genere sono i vari elementi e composti chimici, e alcune forma di questi come il ghiaccio, l'acqua liquida e il vapore. Le porzioni di acqua hanno una struttura chimica comune che produce certe propriet di superficie date le stesse condizioni di temperatura. Strettamente parlando, credo che l'oro, l'ossido nitrico, il ghiaccio eccetera non siano generi, bens materiali, ma le porzioni di questi materiali sono membri di generi eterni. Anche le molecole d'acqua, gli elettroni, i protoni e cos via sono esempi di generi eterni. Le stelle, i pianeti, le comete, gli asteroidi e i geodi sono generi eterni, non perch le loro propriet derivino esattamente dalla stessa struttura interna, ma perch si formano in virt delle stesse forze naturali nello stesso tipo di circostanze e a partire da materiali simili in aspetti rilevanti. Si pu dire che i generi eterni abbiano 'essenze' nel senso pi tradizionale, essenze che non sono nominali ma reali, spesso scoperte solo tramite indagine empirica. La ragione per cui i membri di questi generi hanno molte propriet in comune condividono un certo numero di propriet e/o cause fondamentali che spiegano le altre, in virt delle leggi di natura. I generi eterni formano classi, tutti i membri delle quali sono simili in aspetti rilevanti. Ma sono anche molto pi che semplici classi, perch sono simili in questi aspetti non per caso, ma secondo una spiegazione causale. L'ultimo tipo di sostanza (aristotelica) sono gli individui. Nella filosofia moderna sono stati considerati unit di tipo molto diverso rispetto ai generi, ma c' un senso in cui ci che tiene insieme un individuo singolo e lo fa persistere nel tempo molto simile a ci che unifica un genere storico. Ghiselin e Hull hanno sostenuto che le specie sono in realt individui, perch sono tenute insieme non da un'essenza in senso tradizionale, bens attraverso connessioni causali storiche. L'altra faccia di questa medaglia che gli individui sono come specie. Una specie un 'sistema
omeostatico...straordinariamente ben protetto in modo da resistere al cambiamento e mantenersi stabile di fronte a forze di perturbazione' (Eldredge and Gould, 1972; citato in Hull, 1978, p. 199). Analogamente un individuo animale un 'sistema omeostatico...straordinariamente ben protetto in modo da resistere al cambiamento e mantenersi stabile di fronte a forze di perturbazione'. Se uno alto, castano, esperto di elettronica e buon pianista oggi, probabile, se non certo, che avr tutti questi tratti anche domani. I vari membri di una specie sono simili l'uno all'altro in parte perch sono, come dire, la copia l'uno dell'altro. Un oggetto fisico individuale tende ad avere le stesse propriet fisiche che aveva il giorno precedente per via di leggi di conservazione naturale che tendono non certo a copiare, ovviamente, ma a preservare quelle propriet da un giorno all'altro. L'effetto, comunque, lo stesso. Inferire che un individuo animale o inanimato avr probabilmente queste e queste propriet domani perch le ha oggi porta spesso a conclusioni vere, per lo stesso tipo di ragione in virt della quale di solito vero che gli altri membri di una specie hanno certe propriet se le possiede questo particolare membro. Gli oggetti individuali sono qualcosa su cui possiamo accumulare, nel tempo, conoscenza induttiva per lo stesso tipo di ragione per cui i generi storici e, pi in generale, i generi eterni sono cose su cui possiamo accumulare conoscenza nel tempo. Ho spiegato finora perch i generi storici, i generi eterni e gli individui, i tre tipi base di sostanze (aristoteliche), siano simili rispetto alla questione del perch si possa ottenere conoscenza induttiva su una singola parte del tutto unificato che costituiscono, a partire da altre parti. La ragione per cui questo possibile in ciascun caso che non si tratta semplicemente di classi, a confini netti o fuzzy che siano. Dato che le sostanze non sono classi, non sono unit tenute insieme solo da un insieme di propriet comuni o in parte coincidenti, avere un concetto di una certa sostanza non avere in mente un certo insieme di propriet, siano esse derivate da casi paradigmatici o da esemplari. Il mio prossimo obiettivo sar quello di spiegare in che cosa consista allora avere un concetto di una certa sostanza, se non l'avere in mente un insieme di propriet centrali. Inizier con i concetti delle sostanze aristoteliche primarie gli individui - per poi generalizzare agli altri due tipi. L'idea che ci siano cose come i 'concetti degli individui' estranea a molti psicologi e anche filosofi. Lo per ragioni storiche interessanti di cui non dobbiamo per occuparci qui. Se questo uso del termine 'concetto' vi infastidisce, interpretatemi come se parlassi del pensiero o dell'idea di un individuo. Che cosa comporta l'essere in grado di pensare a un individuo? Una delle risposte tradizionali che sono state fornite nel ventesimo secolo a questa domanda che pensare a un individuo sia catturarlo con una descrizione che lo identifica unicamente. Un'altra risposta novecentesca che pensare a un individuo richieda il sapere come identificarlo in un modo o nell'altro, magari per descrizione o magari solo essendo in grado di riconoscerlo, di differenziarlo rispetto agli altri individui nella percezione. Queste idee sono abbastanza vicine alla risposta che io stessa vorrei dare, e mi serviranno allo scopo. Ci che hanno in comune e che credo sia corretto l'assunzione che esista pi di un modo di pensare allo stesso individuo; in effetti, ci sono innumerevoli modi di pensare allo stesso individuo. Un numero indefinito di descrizioni individuanti vi si applicano. Analogamente ci sono, in generale, diversi modi in cui un individuo pu essere riconosciuto con la vista, dai suoni caratteristici che produce, dall'odore (i cani sono bravi in questo), e cos via. Provate a confrontare i modi in cui Helen Keller riconosceva i propri amici con i modi in cui essi si riconoscevano tra loro. La tradizione del ventesimo secolo aveva colto, credo correttamente, che non
esiste una singola propriet o un insieme definito di propriet a cui si deve pensare o saper discriminare per avere un concetto o un pensiero di un individuo. E non c' un insieme centrale di propriet tale che, per avere un concetto, occorra saper pensare a tutte o almeno ad alcune, o saperle riconoscere. Analogamente, sosterr tra breve, non c' un insieme centrale di propriet alle quali occorre saper pensare, interamente o in parte, o che occorra saper riconoscere o discriminare per poter pensare alla sostanza (aristotelica) cane, quindi per poter imparare qualcosa sui cani, comprendere ci che viene detto sui cani, e cos via. Ma arriveremo a questo fra poco. Dobbiamo innanzitutto trattare della fallibilit. I modi di cui disponiamo per riconoscere gli individui sono sempre fallibili in linea di principio. Anche le presunte descrizioni individuanti presuppongono sempre che ci sia effettivamente una e una sola cosa che soddisfa la descrizione, il che non garantito, ad esempio, semplicemente dal fatto che la descrizione contenga un superlativo. Pu sempre essere, per esempio, che nessuno sia il pi alto o il primo della fila, o il primo sulla luna. Pi importante ancora: se davvero si intende usare una descrizione individuante allo scopo di riconoscere un individuo, si dovranno riconoscere le esemplificazioni delle propriet menzionate nella descrizione. Ma le capacit che si hanno di riconoscere le propriet oggettive sono sempre fallibili, perch dipendono da condizioni che interferiscono o mediano, come le condizioni di luce, quelle atmosferiche, l'assorbimento dei suoni e le propriet di rifrazione della luce degli oggetti circostanti, e cos via, e condizioni che ostacolano, come oggetti che occludono, suoni e odori che mascherano, e cos via. E non c' una maniera indipendente di accertare quali siano queste condizioni in un caso particolare. Ci saranno sempre condizioni possibili in cui uno non riesce a riconoscere la propria madre o il coniuge. Avere la capacit di riconoscere un individuo, dunque, non pu coincidere con l'essere infallibile nel riconoscerlo. Io ho la capacit di camminare, una delle migliori che ho. Non ne segue che non possa capitarmi di inciampare e cadere quando provo a camminare. Queste considerazioni suggeriscono che ci che ci serve qui un'analisi di che cosa sia avere la capacit di fare qualcosa, come camminare o riconoscere la propria madre, che non identifichi la capacit con qualche tipo di disposizione semplice. Ho fornito questa analisi in DICC. Ma pensare che tutte le capacit siano fallibili solo buon senso, e propongo qui semplicemente di assumerlo. La tradizione unita al buon senso suggeriscono, dunque, non solo che persone diverse possano avere diversi tipi di concetti dello stesso individuo, usando diversi metodi di riconoscimento, ma anche che i metodi che ogni singola persona impiega per riconoscere, quindi per pensare a, un individuo saranno sempre fallibili. E questi metodi non costituiscono una definizione dell'individuo. Vostra madre non definita dai modi con cui la riconoscete, mettiamo siano il suo viso e la sua voce. Non ha una definizione, un insieme di propriet che la rendono la persona che . Non una classe che per caso contiene un unico membro. Analogamente, la specie cane un'unit della quale diverse persone possono avere concetti differenti, perch usano metodi di riconoscimento diversi. Qualsiasi sia il metodo che uno usa, sar sempre fallibile, e nessuno conta come definizione di cosa sono i cani, nemmeno per l'individuo che lo usa. La specie cane non solo una classe che per caso contiene un certo numero di membri. Ci che rende interessanti le sostanze che spesso c' molto che si pu scoprire e imparare su di esse. Spesso hanno moltissime propriet. E tipicamente si ha che molte di queste propriet e molti insiemi di esse sono diagnostici della sostanza. Cio, tali propriet o insiemi si trovano solo o tipicamente quando
si ha di fronte quella sostanza. Per lo meno questo accade all'interno dell'area spaziotemporale in cui si trova la persona che deve riconoscere la sostanza. Gli errori che uno potrebbe fare se vivesse in un luogo o tempo diverso non influiscono sulle capacit effettive di riconoscere una sostanza. Questo il motivo per cui possibile che persone diverse abbiano concetti della stessa sostanza attraverso metodi molto diversi. Bambini e chimici hanno metodi diversi di riconoscere lo zucchero. Helen Keller e voi avete metodi diversi per riconoscere praticamente tutte le sostanze seconde, i materiali comuni e i generi eterni e storici. Inoltre, non occorre che nessuno dei modi con cui una persona in grado di diagnosticare la presenza di una sostanza sia infallibile. Nessun insieme particolare di propriet che si usano per diagnosticare una sostanza sar mai la sua definizione, anche se nel caso dei generi eterni, in particolare, l'indagine empirica pu rivelare (con un certo grado di probabilit) che, in effetti, certi insiemi sono sempre correttamente diagnostici. Dal punto di vista logico sempre possibile che esista qualche altra sostanza le cui parti hanno quelle stesse propriet che si usano per diagnosticarne un'altra con successo. Dico questo per i filosofi: la possibilit di un'acqua di Terra gemella, o di cani di Terra gemella, o della mamma di Terra gemella, indistinguibile da vostra madre, non sar mai eliminabile solo su basi logiche. Ci vuole pi di un insieme di propriet in testa per determinare una sostanza. Ci vuole un certo tipo di 'colal causale' nel mondo, per tenerla insieme. Ma data quella colla nel mondo, l'accesso concettuale all'unit tenuta insieme pu esser effettuato facendo riferimento a una qualsiasi delle sue diverse parti o propriet2. Nel trattare di ci che comporta l'avere un concetto di una sostanza ho sempre assunto tacitamente una tesi che ora devo rendere esplicita. Ho parlato di modi di riconoscere una sostanza, e ho detto che la capacit che uno ha di riconoscere una certa sostanza pu dipendere dal fatto che si collocati in una 2 I filosofi troveranno qui un passaggio mancante. Il passaggio serve per collegare la capacit che uno ha di riconoscere una sostanza come dello stesso tipo degli esempi gi incontrati piuttosto che dello stesso tipo della sostanza su Terra gemella. Il passaggio mancante si trova nella descrizione della capacit che ho fornito in DICC. Ci che una capacit permette di fare determinato non solo dalle disposizioni correnti, ma dalla storia dei meccanismi responsabili di tali disposizioni. certa area spazio-temporale, in cui certe propriet diagnostiche significano il pi delle volte che ci si trova di fronte a quella sostanza e non ad un'altra. La tesi che si assume che pensare a una sostanza comporti la capacit di riconoscerla, come dire, in carne e ossa, e non semplicemente la capacit di contemplare passivamente le sue propriet. Abbiamo pensieri sulle sostanze al fine di essere in grado di raccogliere informazioni su di esse, informazioni che raccogliamo in certe occasioni per poi applicarle in altre. Per essere in grado di raccogliere informazioni su una sostanza occorre essere in grado di interagire con quella sostanza o con cose che con essa interagiscono, che la influenzano o ne sono influenzate. L'informazione naturale si trasmette nell'ordine causale, e bisogna trovarsi nell'ordine causale assieme a ci su cui l'informazione informazione, al fine di riceverla3 . Ora, se riflettete un momento su questa tesi, vi renderete conto che piuttosto radicale. Sicuramente potete avere un concetto dell'ultima specie di dinosauri che si estinta sulla Terra o del primo bambino che nascer l'anno prossimo, e di qualsiasi altra sostanza di cui, anche se non l'avete mai incontrata, conoscete una descrizione identificante. E avete questi concetti senza avere la pi pallida idea di come identificare tali cose in carne e ossa. Certamente avete un concetto di molibdeno potete pensarci e fare domande sul molibdeno senza essere in grado di identificarlo in laboratorio. Certamente avete un
concetto di Socrate senza essere in grado di identificarlo in carne e ossa, anche se veniste trasportati nell'antica Atene. Parliamo prima delle descrizioni, poi passer al molibdeno e a Socrate, che si riveleranno pi interessanti. Le descrizioni si spiegano cos. Che le circostanze in cui vi trovate siano tali da non darvi alcuna possibilit di usare una capacit che possedete, non vi priva di quella capacit. Non perderete la capacit di nuotare se vi incatenano a un palo nel mezzo del Sahara per il resto della vostra vita. Se comprendete i termini di una descrizione e sapete applicarli - cio, sapete riconoscere gli altri oggetti e propriet e relazioni menzionati nella descrizione e se vero che la descrizione identificante, allora conoscete un modo di identificare la sostanza che la descrizione descrive. Lo fareste se incontraste qualcosa che riconoscete come corrispondente alla descrizione, a qualcos'altro che porta informazioni riguardo a ci che corrisponde alla descrizione. Ci sono molti casi in cui non affatto probabile che si incontri questo tipo di informazioni, ma questo non influisce sul fatto che abbiate o 3 Sto usando qui una nozione di informazione naturale simile a quella di Dretske in Knowledge and the Flow of Information (1980), ma non esattamente uguale. Ai nostri scopi qui probabilmente la differenza non importa, ma una descrizione dettagliata della nozione che io intendo si trova in Millikan (2004, capp. 3-5), in cui parlo di 'informazione locale'. meno la capacit di riconoscere la sostanza. Assumo qui una nozione abbastanza comune di informazione naturale, secondo cui l'informazione sul passato e sul futuro sono modalit consuete (ma si veda la nota 3). E sto per sostenere che la lingua un mezzo standard attraverso cui si trasmette l'informazione naturale, quindi un mezzo standard attraverso cui si riconoscono le sostanze, esattamente come le si riconosce 'in carne e ossa' attraverso la luce o il suono. Consideriamo ora il molibdeno e Socrate. Sembra ovvio che molti dei nostri concetti di sostanza siano stati appresi senza essersi trovati direttamente di fronte alle sostanze, ma solo avendone sentito parlare. Inoltre, come hanno notato Kripke (1972), Putnam (1975) e Burge (1979), spesso non disponiamo nemmeno di descrizioni identificanti di tali sostanze. Come si pu allora dire di essere in grado di riconoscerle? La risposta, vorrei sostenere, che il discorso linguistico un mezzo altrettanto diretto per la percezione di oggetti, eventi e propriet, della luce riflessa dalle cose, dell'odore che da esse emana, dai suoni originati dagli eventi nell'ambiente, delle sollecitazioni meccaniche che le cose provocano sul nostro corpo. Questa una tesi che richiede una argomentazione in difesa, e l'ho difesa in dettaglio sia in DICC (cap. 6) che in Millikan (2004, cap. 9). Qui posso solo lanciare l'idea cos com', sperando che se vi sembra obiettabile andiate a guardare le versioni ampliate e la difesa prima di emettere un verdetto finale. La tesi che sentire e immediatamente credere un enunciato su un fatto o avvenimento , per certi aspetti rilevanti, proprio come ad esempio vedere che qualcosa in un certo modo o vedere che qualcosa successo e crederlo immediatamente. Ci sono prove sperimentali del fatto che ci che ci viene detto diventa subito credenza a meno che non lavoriamo cognitivamente per impedirlo, cos come avviene per ci che percepiamo con altri mezzi. Impegnare i sistemi cognitivi con altri compiti, come contare all'indietro di tre in tre, sortisce l'effetto di facilitare la fissazione della credenza riguardo a qualsiasi cosa uno senta o legga (Gilbert, 1993). Riconoscere quando ci si riferisce linguisticamente a una sostanza un modo di riconoscerla 'in carne e ossa' al pari degli altri modi. Si tratta di identificare e riconoscere informazione naturale che concerne quella sostanza, attraverso un'altra manifestazione. Pensate a questo mezzo, il discorso di un'altra persona, come a uno strumento che aiuta la percezione. Gli occhiali sono ovviamente uno strumento che aiuta la percezione. Se uno porta le lenti a contatto,
queste sono un altro strumento. Il discorso di un altro uno strumento di questo tipo, in qualche misura pi complesso. Come una macchina fotografica, uno scanner, una radio o un microscopio, una persona che vi parla raccoglie dei pacchetti di informazione dall'ambiente, li mette a fuoco, li traduce in un altro mezzo e ve li invia. Pensate a vivere in una comunit linguistica come all'essere immersi in un altro mare di energia ambientale. Come le luce che vi circonda, le persone che vi circondano trasmettono la struttura dell'ambiente in modi che, togliendo le interferenze, vi siete sintonizzati a interpretare. Essere sintonizzati a interpretare i pacchetti di informazione condivisi da una comunit linguistica significa arrivare a comprendere la lingua di quella comunit. In modo simile un radiologo deve imparare a interpretare l'informazione contenuta nei raggi X e il meccanico i rumori di un motore di auto che ha bisogno di riparazioni. Che il capire e credere ci che viene detto sia un altro tipo di lettura dei segni naturali , allo stesso livello della percezione, per molti risulta un'idea controintuitiva. Una delle ragioni che ci che si d nella percezione si d sempre all'interno di una relazione ben definita con chi percepisce. Viene data come qualcosa che accade al tempo in cui la si percepisce, relativamente vicino al soggetto, e a volte nei termini di una relazione spaziale precisa. Questo tipo di informazione necessaria per guidare l'azione, perch il modo in cui si pu agire su una cosa dipende dalla relazione che si ha con essa. La percezione comune per l'azione immediata, mentre ci che si apprende attraverso la lingua non viene tipicamente usato in questo modo. Di solito non ci viene detto quale sia la relazionebesatta tra noi e gli eventi o le cose che ci vengono presentate nel discorso. Ma esistono casi intermedi, ad esempio le video registrazioni. abbastanza chiaro che attraverso un video si percepiscono le cose, ma come nel caso della comprensione linguistica, non si percepisce la posizione relativa a se stessi degli oggetti che appaiono in video. Una seconda ragione per cui il confronto fra la percezione comune e la comprensione linguistica risulta poco intuitivo che la percezione comune molto pi affidabile di ci che uno sente dire, almeno in circostanze normali. Non facile ingannare la percezione. Per creare un'illusione percettiva credibile occorre conoscere bene i meccanismi percettivi e spesso ci vuole un equipaggiamento speciale, come quello che gli oculisti hanno in studio. Questa per una differenza di grado o di frequenza, non di tipo. Se pensate che doppiare i film ancora la regola piuttosto che l'eccezione, che differenze ci sono tra 1) credere ci che sembra di vedere attraverso il foro della camera di Ames, 2) credere ci che si vede in un film doppiato, e 3) credere ci che uno dice quando dice il falso? Nel mondo dioggi, se si vuole credere solo ci che vero, bisogna applicare dei grossi filtri ai metodi di percezione cos come alla percezione attraverso il linguaggio. Il risultato di queste riflessioni che possiamo capire come sia possibile riconoscere una sostanza attraverso le informazioni veicolate dalla lingua; in effetti, come sia possibile diventare capaci di riconoscere una sostanza praticamente solo imparando una parola per indicarla. cos che riusciamo ad avere concetti di Socrate e, per la maggioranza di noi, concetti di molibdeno. Avere una parola per una sostanza avere una parte essenziale di una capacit di riconoscere le sue manifestazioni prodotte all'interno di una comunit linguistica. Questo il motivo per cui ho sostenuto i bambini piccoli riescono a imparare una parola all'ora, come nota Chomsky (1995, 15) tra i 18 mesi e i 6 anni di et.