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Corso di Storia del Giappone Contemporaneo

SHIN-HEIMIN E I PROBLEMI DEL DOPPIO STATO


Sebbene allinizio del ventesimo secolo il colore della pelle fosse ritenuto il principale fattore di discriminazione nei confronti di alcuni gruppi, la storia ha pi volte dimostrato come la razza non rimanga il determinante primario nelle relazioni sociali1. Il concetto di alterit pu essere proiettato sia su popolazioni reali che su popolazioni immaginarie2 e, nel caso del Giappone, linclusione e esclusione dal gruppo (uchi e soto) sempre stato determinato, oltre che da fattori genetici o da marcatori fisiologici, anche da motivi culturali come: valori religiosi, linguaggio, modelli sociali e organizzazioni economiche3. Particolarmente interessante risulta il caso dei cosiddetti burakumin4, ovvero quellinsieme di individui che pur non presentando tratti somatici, culturali o etnici differenti alla maggioranza dei Giapponesi, hanno subito fin dai tempi antichi una discriminazione molto dura5 e purtroppo talvolta anche violenta6. Le cause di questa discriminazione vanno cercate allinterno del concetto di kagare e di sen. Il primo termine indica tutti quegli elementi (per esempio il sangue, i cadaveri o la malattia) considerati contaminanti, mentre il secondo un concetto che indica ci che basso o meschino; questultimo si inser in un contesto gerarchico basato sullereditariet delle occupazioni e su precise regole endogame7. Fu proprio questo contesto a creare gruppi di persone accomunate dallimpurit, le quali svolgevano mansioni molto umili ma indispensabili (custodi di tombe, addetti funerari e alla sistemazione dei cadaveri, conciatori di pelli ecc.), mansioni che la gente comune (heimin) si rifiutava di svolgere a causa della natura contaminante delle stesse. A partire XII secolo questi emarginati (chiamati allepoca eta e hinin), cominciarono gradualmente ad ottenere diversi privilegi: come il monopolio di alcune occupazioni e la possibilit di vivere e lavorare in territori non soggetti a tassazione8.
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M. Weiner, Introduction, in M. Weiner (a cura di), Japans minorities : the illusion of homogeneity, Routledge, LondonNew York 1997, pp. 11. 2 Per esempio, gli Ebrei in centro Europa furono definiti come razza inferiore senza collegamento alcuno con lo stigma del colore. Ibidem. 3 Ivi, p. 13. 4 Il termine deriva dalla parola buraku, che indica le comunit speciali o comunit non libere, da qui lutilizzo di burakumin (persone di comunit speciali o non libere). Va ricordato che il termine buraku, letteralmente, significa villaggio o piccolo agglomerato ed utilizzato spesso nella lingua giapponese senza assumere sistematicamente una connotazione negativa. Il significato della parola pu essere cambiato in base al contesto in cui essa inserita. G. De Vos - H. Wagatsuma, Japans invisible race. Caste in culture and personality, University of California Press, Berkley Los Angeles 1967, p. 5. 5 R. Caroli, Buraku mondai: sopravvivenze della tradizione nella societ giapponese contemporanea , Atti del Dodicesimo Convegno di Studi sul Giappone, ROMA, Convegno: Dodicesimo Convegno di Studi sul Giappone, Roma 1988 (Articolo in Atti di convegno), p. 31. 6 R. Yoshino- S. Murakoshi , The invisible visible minority. Japan's Burakumin, Buraku Kaiho Kenkyusho, Osaka 1977, p. 47. 7 R. Caroli, I burakumin nella transizione del Giappone verso la modernit , in Il Giappone, vol. XXVIII, 1990, pp. 99-100. 8 R. Caroli, Buraku mondai: sopravvivenze della tradizione nella societ giapponese contemporanea , Atti del Dodicesimo Convegno di Studi sul Giappone, cit., p. 32-33.

Con linstaurazione del regime Tokugawa e lo sviluppo del sistema degli han, la gerarchia occupazionale ereditaria si fece ancora pi marcata. L'assetto sociale (mibunsei) all'epoca si basava su una netta suddivisione gerarchica della popolazione in classi di appartenenza ben distinte tra loro; esso collocava al vertice della scala gerarchica limperatore, sotto di lui la sua famiglia, poi venivano i guerrieri, i contadini, i mercanti e per ultimi gli eta ed hinin9. LEditto di Emancipazione del 1871: motivazioni e conseguenze Linizio dellepoca Meiji, con la sua spinta riformista, porta alla decisione di abolire il sistema delle caste. Questa decisione purtroppo non fu mossa da principi di uguaglianza e democrazia, ma dallesigenza di eliminare tutti quegli ostacoli di derivazione feudale che potevano in qualche modo impedire al Giappone di diventare un Paese moderno e industrializzato10. Ci port allemanazione, il 28 Agosto 1871, del cosiddetto Editto di Emancipazione, il quale recitava: I termini eta e hinin sono aboliti; e dora in poi dovranno essere trattati allo stesso modo della gente comune nella posizione sociale e nelle occupazioni.11 In particolare leditto venne emanato per diversi motivi: In primo luogo occorreva eliminare qualunque privilegio feudale; tra questi figuravano anche i monopoli occupazionali conquistati dagli hinin nel corso dei secoli, monopoli che furono cancellati in favore della libera concorrenza. Dal punto di vista economico lEditto ebbe inoltre la funzione di trasformare i territori delle comunit eta (esenti da tassazione) in normali territori agricoli, rendendoli cos tassabili. Divenuti anchessi cittadini comuni, avrebbero dovuto contribuire al pari di tutti gli altri12. In secondo luogo si decise fare una nuova revisione nella misurazione delle strade; la questione era particolarmente urgente in quanto, nel nuovo Giappone, era necessario creare una rete di comunicazione efficiente. Le misurazioni effettuate nel precedente periodo Tokugawa erano da considerarsi incomplete, in quanto non tenevano conto dei territori occupati dalle comunit eta. Bisognava quindi trasformare gli eta in heimin e revisionare il sistema stradale 13. Infine simili discriminazioni potevano essere, per un Paese come il Giappone che si stava aprendo alla modernit, fonte di imbarazzo nei confronti degli altri stati industrializzati; prima dellemanazione delleditto si cominci quindi a parlare per la prima volta di questo problema come di una vergogna agli occhi degli stranieri, o di una falla nel sistema imperiale14. Ma quali effetti comport concretamente lEditto di Emancipazione nei confronti di questa nuova gente comune? E difficile credere che un semplice editto possa estirpare una discriminazione che si sviluppata e perfezionata nel corso dei secoli; senza contare che la perdita dei privilegi feudali, come il monopolio di alcune occupazioni (per esempio la macellazione o la conciatura delle pelli), port queste comunit a ritrovarsi improvvisamente sottratte di quella minima sicurezza economica data
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R. Caroli, I burakumin nella transizione del Giappone verso la modernit , cit., p. 102. R. Caroli, Gli esclusi dal benessere: burakumin e okinawani, in Enrica Collotti Pischel (a cura di), Capire il Giappone, Franco Angeli, Milano 1999, p. 4. 11 R. Yoshino- S. Murakoshi , op. cit., p. 46. 12 G. De Vos - H. Wagatsuma, op. cit., p. 34. 13 R. Caroli, I burakumin nella transizione del Giappone verso la modernit , cit., p. 108. 14 G. De Vos - H. Wagatsuma, op. cit., p. 33.
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dallo svolgimento di quelle mansioni generalmente evitate dai cittadini comuni 15 . Gli animali cominciarono infatti ad essere macellati in casa 16 e nacquero delle industrie specializzate nella conciatura delle pelli, fondate da gruppi non-eta, con le quali i burakumin non riuscirono a competere 17 . Non solo essi persero i monopoli occupazionali senza nessuna forma di compensazione da parte del governo18, ma la situazione economica di questi gruppi fu ulteriormente aggravata dalla richiesta del pagamento delle tasse per i territori da loro occupati. Inoltre, in quanto normali cittadini dellimpero, fu anche imposto loro lobbligo di adempiere i doveri militari19. Unaltra conseguenza dellEditto di Emancipazione fu la nascita, nei primi dieci anni dalla Restaurazione Meji, di numerose sommosse e atti di violenza nei confronti dei burakumin. Queste violenze nacquero a causa dei problemi economici a cui erano soggetti dai contadini giapponesi; alcuni di essi credevano che lemancipazione degli eta avrebbe comportato un incremento della competizione per il controllo della terra e che anche il loro status sarebbe stato abbassato allo stesso livello di quello dei burakumin. Le frustrazioni dei cittadini comuni si gonfiarono a tal punto da sfociare in una serie di rivolte (circa 200 registrate) che portarono alla distruzione di numerosi uffici governativi, scuole e stazioni di polizia. Spesso, per, a pagare il prezzo pi alto furono proprio i nuovi cittadini comuni, divenuti i principali bersagli dellira dei rivoltosi20. I timori dei contadini si rivelarono tuttavia infondati. Se vero che molti burakumin furono felici di poter abbandonare quelle mansioni che li stigmatizzavano come gruppo, nella realt dei fatti coloro che non avevano ricevuto unistruzione adeguata o che non erano qualificati a svolgere altre mansioni, si ritrovarono senza lavoro21, o comunque riuscirono ad essere impiegati in un limitato numero di umili attivit22. Sebbene a partire dallemancipazione del 1871 si registri un aumento del trend occupazionale dei burakumin nellagricoltura, la loro posizione economica rimase molto povera paragonata alla maggioranza dei contadini. In particolare, coloro che erano impiegati nel lavoro agricolo, possedevano piccolissimi appezzamenti di terra (il 66% possedeva meno di 5 tan23), o erano comunque costretti a pagare degli affitti decisamente pi cari del normale su terreni che erano generalmente situati in luoghi molto lontani rispetto alla loro residenza e il pi delle volte nelle aree collinari24. Da unanalisi delle conseguenze dellEditto di Emancipazione, traspare quindi come, nella realt dei fatti, tali cambiamenti abbiano portato ai burakumin, pi svantaggi che benefici, e di come la discriminazione nei loro confronti non si sia interrotta dopo il 1871. I burakumin continuavano ad essere socialmente discriminati in ogni aspetto della loro vita: nel lavoro, nella scuola25e persino durante il servizio di leva obbligatorio; essi infatti non potevano
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Ivi p. 34. Questo secondo una legge (Heigiyuba katte shochih) emanata nel 1871, la quale permetteva alla gente di disporre liberamente delle carcasse degli animali. T. D. Amos, Embonding Difference. The Making of Burakumin In Modern Japan, University of Hawaii Press, Honolulu 2011, pp. 125. 17 R. Yoshino- S. Murakoshi , op. cit., p. 115. 18 Anche ai samurai vennero tolti i privilegi feudali, ma essi furono provvisti di prestiti governativi per aiutarli ad inserirsi nella nuova societ. R. Yoshino- S. Murakoshi , op. cit., p. 46. 19 G. De Vos - H. Wagatsuma, op. cit., p. 35. 20 Ivi, pp. 35-37 21 R. Yoshino- S. Murakoshi , op. cit., p. 68. 22 G. De Vos - H. Wagatsuma, op. cit., p. 121. 23 2 1 tan = ca. 991,7m , fonte Dizionario di Giapponese. 24 G. De Vos - H. Wagatsuma, op. cit., pp. 120-121. 25 Ivi, p.37.

accedere alle accademie militari ed erano automaticamente esclusi dalla guardia imperiale; inoltre difficilmente riuscivano a diventare sottoufficiali26. Il Koseki e la nuova gente comune Ci che comport, pi di ogni altra cosa, il protrarsi della discriminazione nei confronti nei burakumin dopo leditto, fu la creazione del sistema del koseki (Registri di Famiglia). Nei primi anni dellepoca Meiji, il Giappone stava emergendo come una nuova nazione moderna e il governo sent lesigenza di stabilire una base per un censimento della popolazione 27 . Cos nel 1872 fu richiesto ad ogni capo famiglia di recarsi nel pi vicino ufficio governativo per registrare i membri del proprio ie (casa, famiglia). Nel koseki era presente una nota che indicava lo stato sociale della famiglia, ovvero: nobili (kazoku), samurai (shizoku), servitori (sotsuzoku) e infine la gente comune (heimin). I burakumin furono registrati come nuova gente comune (shin-heimin)28. Prevalentemente a causa del koseki, malgrado lEditto del 1871, lemancipazione degli eta da considerarsi incompiuta. Dato che questi registri erano pubblici potevano essere ispezionati da chiunque, e, una volta scoperte, le origini umili di un individuo finivano per diventare motivo di discriminazione29. In Giappone hanno infatti continuato ad esistere retaggi culturali del passato30 che spingevano i membri della maggioranza della popolazione a considerare un disonore avere un burakumin nel proprio albero genealogico 31 ; il sistema del koseki era un veloce ed infallibile strumento per risparmiare una simile onta alla propria famiglia e soprattutto alla propria discendenza. I fattori culturali che spingevano la gente comune a consultare questi registri sono molteplici. Il primo fattore di carattere religioso, nello Shint (la religione nativa del Giappone) esiste il concetto di puro e impuro; per capire limportanza di questo concetto basta pensare che ancora oggi molti impresari, sia che si costruiscano case o grandi navi, prima di cominciare il loro progetto, chiedono a dei sacerdoti Shint di effettuare un rito di decontaminazione. Similarmente, durante la cerimonia nuziale, il rituale prevede anche la purificazione dei due sposi al fine di porre delle buone basi per un vita matrimoniale felice 32 . Storicamente i burakumin erano da considerarsi contaminati a causa delle loro occupazioni collegate al sangue e alla morte; da qui deriva dunque lo stigma che la loro contaminazione, il loro essere impuri, venisse tramandato di generazione in generazione come tratto ereditario latente. Per questo, prima di un matrimonio o di unassunzione per un lavoro, esiste la pratica di investigare nel background famigliare di una persona, per controllare che in esso non scorra il cosiddetto sangue cattivo33. Il secondo fattore determinato dal fatto che il Giappone una societ verticale e, come visto in precedenza, nel periodo Tokugawa i burakumin si trovavano nello strato pi basso della gerarchia sociale. La discriminazione, continuata anche dopo lemanazione dellEditto di Emancipazione,
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R. Caroli, I burakumin nella transizione del Giappone verso la modernit , cit., p. 115. R. Yoshino- S. Murakoshi , op. cit., p. 107. 28 Ivi, p. 108. 29 Il divieto di ispezione di questi registri fu introdotto a partire dal 1976, tuttavia esistono ancora dei registri illegali in 29 circolazione e molte ditte hanno ammesso di averli utilizzati durante la selezione del personale. R. Caroli, Gli esclusi dal benessere: burakumin e okinawani, in Enrica Collotti Pischel (a cura di), Capire il Giappone, cit., p. 5. 30 Ivi, p. 103. 31 Ivi, p. 109. 32 Ivi, p. 121. 33 Ibidem.

trova fondamento sulla persistenza del mito della ereditaria inferiorit di un gruppo di minoranza; ovvero la tendenza delle persone a credere che ci sono individui migliori e individui peggiori, e a sentirsi superiori solo perch vengono attribuite caratteristiche inferiori ad altri gruppi34. Il terzo fattore dato proprio dallimportanza del gruppo nella societ giapponese. Fin dai tempi antichi, nelle comunit di contadini la cooperazione era fondamentale, ed era inoltre necessario mantenere una certa conformit allinterno del gruppo. Tutti allinterno del villaggio si aiutavano: nel conservare la legna per scaldarsi, nel costruire o riparare le abitazioni; persino lacqua per irrigare i propri campi era gestita in modo equo, per non danneggiare gli altri. Il dovere verso la comunit ha sempre avuto la precedenza sui desideri individuali35. Anche quando il Giappone si aperto alla modernit questo forte sentimento di appartenenza (noi) dei componenti di un gruppo, in contrasto con chi non ne fa parte (gli altri), ha continuato a persistere sui luoghi di lavoro e nelle relazioni sociali. E una delle basi su cui si fonda larmonia (wa) del gruppo evitare situazioni di imbarazzo per i suoi componenti36. I burakumin, a causa delletichetta di shin-heimin, hanno continuato ad essere considerati dal gruppo principale, la gente comune (heimin), come membri estranei, non compatibili con la propria comunit di appartenenza, e quindi da escludere al fine di evitare che larmonia, su cui essa si fonda, possa essere minacciata37. Dwa chiku e doppio stato Si pu affermare quindi che anche i burakumin, a causa della discriminazione, facessero parte a loro volta di un gruppo che difendeva la propria conformit? Se cos fosse, come cambiato il modo di rapportarsi allinterno di esso dopo lavvento del koseki? In base a quanto detto fino ad ora si nota come, per i burakumin, fosse paradossalmente pi facile vivere nellepoca Tokugawa che negli anni successivi allEditto di Emancipazione. Prima del 1871 infatti il loro status era quantomeno chiaramente determinato. Esso, anche se inferiore rispetto a quello degli individui comuni, permetteva loro di sapere come comportarsi nella vita di tutti i giorni38. Proprio la dura discriminazione e le limitate alternative socio-economiche, avevano infatti portato i burakumin a riunirsi in gruppi, che vivevano allinterno di ghetti (dwa chiku)39 separati dal resto della popolazione. Il dwa chiku era quindi un luogo in cui lindividuo riusciva a definire la propria identit (e a manifestarla liberamente), e nello stesso tempo fungeva da barriera che proteggeva da ci che cera allesterno40. Il passaggio da eta a shin-heimin, comport non leliminazione dello stato precedente, ma la creazione di ci che pu essere definito come doppio stato 41 . Molti burakumin furono inizialmente felici di essere diventati nuova gente comune, essi credettero infatti di poter avere una mobilit maggiore in campo economico, politico e sociale42. Tuttavia, a causa del koseki, la
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Ivi, p. 104. Ivi, p. 106. 36 Ibidem. 37 Ibidem. 38 J. B. Cornell, Caste in Japanese Social Stratification: a Theory and a Case, in Monumenta Nipponica, Vol. 25 No. 1/2, Sophia University, Tokyo 1970, p. 124. 39 R. Yoshino - S. Murakoshi , op. cit., pp. 60-63 . 40 J. B. Cornell, op. cit., p. 125. 41 R. Caroli, I burakumin nella transizione del Giappone verso la modernit , cit., p. 118. 42 Ibidem

realt dei fatti si rivel drammaticamente diversa. Con il passaggio allepoca Meiji si decise di eliminare il sistema delle caste, ma letichetta di shin-heimin continu a identificare questi individui come membri di un gruppo estraneo da evitare, al fine di non incorrere in spiacevoli contaminazioni43. Venne cos a crearsi una situazione molto complicata, in cui un individuo burakumin, allettato dalla possibilit di avere pari condizioni socio-economiche della maggioranza, costretto ad abbandonare il gruppo di appartenenza, in quanto esso rifiutato della societ, al fine di non essere discriminato a sua volta. Questo per comporta una vita condotta nel continuo timore che le proprie origini possano essere scoperte, e il rischio di subire una discriminazione come individuo isolato e senza il supporto del gruppo di origine44. In conseguenza a ci molti nuovi cittadini comuni, incapaci di liberarsi dal peso delletichetta imposta dal koseki , decisero di seguire i consigli di alcune lite e cercarono maggiore fortuna allestero45; altri invece si spostarono a nord per colonizzare nuovi territori in Hokkaid46. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, gli shin-heimin continuarono (e continuano47) a preferire la sicurezza del proprio gruppo, a discapito del desiderio di uniformarsi alla societ ordinaria ed ai vantaggi che essa comporta48. Forti convinzioni locali riguardo la necessit di non interrompere una certa continuit storica, la natura stessa delle persone, la desiderabilit di determinate occupazioni e linsieme di pratiche collettive volte alla creazione di una memoria sociale, non hanno smesso di essere fattori di influenza nel definire il modo in cui questi individui si identificavano con le altre persone49. Molti di loro infatti, pur volendo abbandonare il ghetto in cerca di una vita migliore, non ebbero mai lintenzione di lasciare il dwa chiku in maniera permanente, altri ancora furono costretti a tornarci a causa dei disagi causati dalle difficolt di vivere da soli allesterno di esso50. Anche a distanza di molti anni dallemanazione dellEditto di Emancipazione, la continuit con il passato e il fatto che questi individui fondino la propria identit in queste comunit di minoranza (dwa chiku), costringe il burakumin a scontrarsi continuamente con unimmagine di s molto negativa, la quale viene automaticamente interiorizzata nel momento in cui egli si rapporta con una societ estremamente denigratoria come quella giapponese51. Questimmagine di s pu non essere sempre immediatamente conscia nei bambini che abitano il ghetto52; ma capita che, in determinate
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T. D. Amos, op. cit., p. 129. R. Caroli, I burakumin nella transizione del Giappone verso la modernit , cit., p. 119. 45 T. D. Amos, op. cit., p. 70. 46 Ancora prima dellEdito di Emancipazione del 1871,su suggerimento dei delegati della Camera Bassa, si pens di cambiare lo stato di eta in quello di cittadini comuni, e di spedire questi individui nellisola di Hokkaido al fine di porre le basi per lo sfruttamento e lo sviluppo di questo territorio. R. Yoshino - S. Murakoshi , op. cit., p. 46. 47 . Yoshino - S. Murakoshi , op. cit., p. 75. 48 G. De Vos - H. Wagatsuma, op. cit., p. 35. 49 T. D. Amos, op. cit., p. 129. 50 R. Yoshino - S. Murakoshi , op. cit., p. 75. 51 G. De Vos - H. Wagatsuma, op. cit., p. 231 52 Decidere se affrontare o no il problema della condizione di burakumin con i propri figli, motivo di forte preoccupazione per la maggior parte dei genitori che abitano ghetto. Nei dwa chiku pi rurali, i cui residenti hanno pochi contatti con la societ esterna, vi una minore necessit di discutere di questi problemi sensibili con la prole. Al contrario nei ghetti urbani, dove i figli hanno una maggiore possibilit di avere interazioni sociali, prima o poi questo tipo di discussione diventa inventabile (generalmente nei casi in cui un figlio burakumin abbia una relazione seria con una persona esterna al ghetto che potrebbe sfociare in un matrimonio). R. Yoshino - S. Murakoshi , op. cit., pp. 77-78.

situazioni, essi riescano a definirla nel momento in cui si ritrovano faccia a faccia con atteggiamenti negativi rivolti verso di loro 53. Inoltre, le relazioni con gli individui della maggioranza, crea nel burakumin, oltre alla nascita di una concezione negativa di s, anche la consapevolezza che non ci sia nessuna via di fuga dal proprio passato. Questa consapevolezza si traduce in uno stato di continua tensione; molti di essi finiscono per percepire un forte senso di inferiorit che sfocia nella rassegnazione o nel risentimento passivo; in situazioni critiche questo risentimento pu esplodere in comportamenti aggressivi. Nei burakumin pi istruiti, invece, la tensione pu provocare la consapevolezza di essere vittime di uningiustizia, che conduce in un continuo senso di indignazione verso la maggioranza54. Il doppio stato influisce anche nel momento in cui il burakumin cerca di cambiare la propria immagine di s; infatti, anche se egli rigetta le proprie origini e prova di integrarsi tra la gente comune, continua a mantenere dentro di se tutta quella gamma di pregiudizi che la maggioranza rivolge verso il suo gruppo. In altre parole, il burakimin crede di essere finalmente libero delle caratteristiche che stigmatizzano la sua gente, in quanto egli adesso non fa pi parte del gruppo di origine, tuttavia, inconsapevolmente, egli ha interiorizzato questi attributi come parte di un immagine negativa di s che aveva precedentemente rifiutato55. Conclusioni Lingresso del Giappone nella modernit, pur portando con s principi di uguaglianza e la promessa di emancipazione, ha avuto anche leffetto opposto di incrementare i modi di classificare i burakumin. Le vecchie strategie per differenziare gli eta e gli hinin non furono cancellate, ma trasformate in nuovi metodi di discriminazione56. Dallemanazione dellEditto di Emancipazione essi non furono pi visti come semplici membri di comunit disprezzate, le quali erano impegnate in determinate occupazioni, ma cominci ad esistere anche un collegamento diretto tra il concetto di burakumin e quello di povert, malattia o mancanza di morale sociale57. Proprio la discriminazione continua e il forte desiderio di appartenere alla societ port alcuni burakumin, gi nei primi anni del 90058, ad unirsi in organizzazioni, al fine di far valere i propri diritti 59 . La solidariet presente allinterno del ghetto divent la forza per combattere la discriminazione di massa e per tutelare tutti coloro che non erano in grado di difendersi da soli 60. Il motto del movimento Suiheisha E arrivato il momento per noi di essere fieri del nostro essere eta61, dimostra proprio come alcuni burakumin abbiano tentato di sfruttare la loro diversit, imposta dalla maggioranza, come motore di un movimento che combatte per cambiare la vita di questi emarginati sociali62.

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Esempi in G. De Vos - H. Wagatsuma, op. cit., p. 231-234. Ivi, p. 234-235. 55 Ivi, p. 239. 56 T. D. Amos, op. cit., p. 115. 57 Ivi, p. 133. 58 R. Yoshino - S. Murakoshi , op. cit., p. 47. 59 T. D. Amos, op. cit., p. 216. 60 Ivi, p. 217. 61 Ibidem. 62 Ibidem.

In definitiva si pu quindi affermare che, nel corso della storia, il governo giapponese, la popolazione comune, persino gli stessi eta e shin-hemin, sono stati i principali attori nella costruzione di unimmagine, relativamente uniforme, attribuita a un gruppo di persone chiamate burakumin. Essi sono stati parte di una omogeneizzazione della differenza, differenza non dovuta ai tratti fisiologici o al colore della pelle, ma che comunque non tiene conto della storia personale dellindividuo63.

BIBLIOGRAFIA

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T. D. Amos, op. cit., p. 113.

AMOS, Timothy David, Embonding Difference. The Making of Burakumin in Modern Japan, University of Hawaii Press, Honolulu 2011. CAROLI, Rosa, I burakumin nella transizione del Giappone verso la modernit, in Il Giappone, vol. XXVIII, 1990. CAROLI, Rosa, Gli esclusi dal benessere: burakumin e okinawani, in PISCHEL, Enrica Collotti (a cura di), Capire il Giappone, Franco Angeli, Milano 1999. CAROLI, Rosa, Buraku mondai: sopravvivenze della tradizione nella societ giapponese contemporanea, Atti del Dodicesimo Convegno di Studi sul Giappone, ROMA, pp. 31, Convegno: Dodicesimo Convegno di Studi sul Giappone, Roma, 1988 (Articolo in Atti di convegno). CORNELL, John Bilimer, Caste in Japanese Social Stratification: a Theory and a Case, in Monumenta Nipponica, Vol. 25 No. 1/2, Sophia University, Tokyo 1970. DE VOS, George WAGATSUMA, Hiroshi, Japans invisible race. Caste in culture and personality, University of California Press, Berkley Los Angeles. MICHAEL, Weiner (a cura di), Japans minorities : the illusion of homogeneity, Routledge, London- New York 1997. ROGER, Yoshino - SUEO, Murakoshi , The invisible visible minority. Japan's Burakumin, Buraku Kaiho Kenkyusho, Osaka 1977.

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