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ECONOMIA AZIENDALE

(Airoldi Brunetti Coda)

1.1 LE PERSONE, GLI ISTITUTI E LATTIVIT ECONOMICA


Le persone perseguono molteplici fini di varia specie; il perseguimento di tali fini suscita bisogni. Per soddisfare i bisogni le persone svolgono tra laltro, lattivit economica, ossia lattivit di produzione e consumo di beni economici. Gran parte dellattivit economica si svolge nellambito di ISTITUTI (le famiglie, le imprese e le amministrazioni pubbliche); istituti dei quali le persone sono membri. Lattivit economica si svolge si manifesta prioritariamente nel lavoro. Lattivit economica consiste nelle operazioni di produzione e di consumo dei beni economici. Sono beni economici le merci ed i servizi utili per il soddisfacimento dei bisogni delle persone e scarsi rispetto alle esigenze espresse dalle persone. Sono non economici (o liberi), i beni non soggetti al limite di scarsit. Lattivit di produzione e di consumo dei beni economici si svolge nei sistemi economici progrediti; lattivit economica non solo attivit di produzione, anche attivit di consumo. Lattivit di produzione non solo trasformazione fisica delle merci: anche le attivit di ricerca, sviluppo, di acquisto e vendita, sono attivit di produzione economica. Di seguito le principali operazioni che danno origine ad attivit di produzione economica. Operazioni di trasformazione fisico-tecnica = Si svolgono sia per la produzione che per il consumo, in tutti gli ordini di istituti. Nelle imprese sono ad esempio lapprestamento di macchinari e la loro manutenzione, lavorazione e assemblaggio di materie prime. Negli istituti pubblici si producono e si consumano servizi sanitari, di polizia etc. Nelle famiglie sono operazioni di trasporto, di conservazione e di lavorazione di beni alimentari; la pulizia e la manutenzione delle abitazioni...e cos via. Lattivit economica si svolge anche mediante insiemi di negoziazione di merci e servizi; negoziazioni che nei sistemi evoluti occidentali, si svolgono tipicamente nella forma di scambi monetari. Nelle operazioni di scambio monetario sono importanti non solo il prezzo, ma anche i termini e le modalit di pagamento. Il regolamento del prezzo pu avvenire in via immediata (contanti) oppure in differita: in questo ultimo caso si origina credito di regolamento. Vaste classi di negoziazioni, non hanno per oggetto beni (servizi e merci), bens crediti di prestito e rischi specifici (assicurazioni). Di essi si tratta qui di seguito. Negoziazioni di capitale di prestito = Per la copertura del fabbisogno finanziario connesso alle proprie attivit di produzione e di consumo, gli istituti di ogni tipo, possono ricorrere a capitali di prestito negoziando la possibilit di disporre di mezzi monetari per un certo periodo di tempo, a fronte di definite modalit di rimborso. Le negoziazioni di capitale di prestito (dette semplicemente negoziazioni di credito), originano posizioni di credito e di debito di prestito. Queste negoziazioni rappresentano lattivit tipica di banche e finanziarie). La disponibilit di capitali di prestito presuppone il risparmio. Esso si manifesta in tutti gli ordini di istituti, ma principalmente risparmio di famiglia. Negoziazioni di rischi specifici = Ciascun istituto soggetto ad un rischio economico generale, ossia alla possibilit di avere utili e perdite che ne sostengano o minaccino la vita duratura. Ma anche soggetto a rischi specifici, che possono essere oggetto di coperture assicurative. Tali rischi specifici sono negoziabili a fronte del pagamento di premi di assicurazione. Negoziazioni di capitale proprio (o capitale di rischio) e di lavoro = Il capitale proprio linsieme dei mezzi monetari conferiti stabilmente allistituto dai membri dello stesso ed direttamente soggetto al rischio economico generale. La peculiarit di queste negoziazioni deriva dal fatto che: Il lavoro ed il capitale risparmio, conferito in forma di capitale proprio, sono le due condizioni primarie di produzione I prestatori di lavoro ed i conferenti di capitale risparmio, sono membri dello stesso istituto. Operazioni di organizzazione = consistono nella progettazione della struttura organizzativa dellistituto e nella gestione del personale.

Operazioni di rilevazione e informazione = servono per raccogliere ed elaborare i dati e le informazioni utili per lattivit aziendale Tutte le imprese svolgono attivit di produzione economica (insieme di operazioni di trasformazione fisico-tecnica, di negoziazioni di beni, di rischi specifici e di credito etc.), ma non tutte attuano in senso stretto una produzione di beni (merci o servizi). Per evitare complicazioni, diremo che le imprese commerciali, le imprese di credito e le imprese di assicurazione, rientrano comunque nella classe di aziende di servizi in senso lato. La produzione economica non il FINE dellimpresa, bens la funzione caratteristica che essa svolge allinterno della societ. Le imprese devono svolgere la loro attivit secondo una condizione fondamentale: la condizione di efficienza elevata e nel tempo crescente. La rimunerazione del lavoro e del capitale proprio (produzione di redditi), il FINE dellimpresa che viene perseguito dai prestatori di lavoro ed i conferenti di capitale proprio, attraverso la produzione di beni svolta secondo efficienza. Un altro concetto molto importante nellambito delle imprese: linnovazione economica. Essa consiste nella ricerca di nuove e pi convenienti modalit di svolgimento delle produzioni e dei consumi di beni. Leconomia non solo la scienza dellottimale impiego delle risorse scarse, ma anche la scienza dellinnovazione! Linnovazione economica non deve per essere confusa con linnovazione tecnologica: le due forme spesso si manifestano insieme, ma ci non consente di indicare linnovazione tecnologica come unica possibile fonte di incrementi di produttivit.

In sintesi:
Lattivit economica (con altre attivit umane), svolta per soddisfare i bisogni delle persone; bisogni suscitati dai fini perseguiti dalle persone stesse nel loro divenire membri di istituti. Lattivit economica, attivit di produzione e consumo di beni economici pubblici e privati. Le produzioni ed i consumi si attuano in istituti mediante combinazioni di vari insiemi di operazioni e negoziazioni: operazioni di trasformazione fisico-tecnica; negoziazioni dello scambio, di beni, di credito di prestito, di rischi specifici. Negoziazioni di capitale proprio e di lavoro, ossia delle due condizioni primarie di produzione; operazioni di organizzazione e rilevazione. Per esempio si sperimentano spesso nuove politiche di prezzo, si configurano nuove reti distributive e tecniche pubblicitarie, si stipulano accordi di collaborazione con altre imprese: tutte operazioni di innovazione economica e non tecnologica!

1.2 I BISOGNI
Lattivit economica svolta congiuntamente ad altre attivit (politiche, religiose, artistiche etc.), per il soddisfacimento dei bisogni. I bisogni, di persona, sono suscitati dal perseguimento di fini delle persone viste anche come membri di istituti. La teoria dei bisogni fondamentale per comprendere lorigine ed il fine delle scelte compiute dalle famiglie. I bisogni delle persone si dispongono in un ordine gerarchico (ossia di priorit), che si manifesta nelle variazioni di scelte di consumo al variare dei redditi disponibili. Se il reddito cresce, si abbandona un certo tipo di consumo a favore di altri e cos anche se il reddito diminuisce. Lordine di priorit rigido per redditi bassi, mentre subentrano le preferenze individuali nel caso di redditi alti. Nello studio di Economia aziendale, importante ricordare che il soddisfacimento dei bisogni non avviene solamente mediante il consumo di beni in senso stretto. Per semplicit prendiamo da esempio le imprese: qui le persone trascorrono parte rilevante della propria vita; il contesto fisico, organizzativo e sociale di unimpresa, pu soddisfare in vario grado i bisogni di sicurezza, di socialit, di stima delle persone.

1.3 LE CONDIZIONI DI PRODUZIONE


Lattivit economica di produzione, si attua con limpiego di condizioni di produzione (o fattori di produzione). Queste le tre grandi categorie di fattori di produzione: La terra Il lavoro

Il capitale La terra e il lavoro sono fattori produttivi scarsi. Il capitale rappresenta i beni strumentali: si intende cio che nellazienda sono stati conferiti, si sono formati e sono stati trattenuti, capitali utilizzati per lacquisizione di beni strumentali. Unaltra distinzione pi dettagliata la seguente: La terra rimunerata dalla rendita Il lavoro rimunerato dal salario Il capitale rimunerato dall interesse Lorganizzazione dei fattori produttivi e limprenditorialit (assunzione del rischio generale dimpresa) rimunerati dal profitto Queste classificazioni sono tipiche dellEconomia Politica. Per quando riguarda lEconomia Aziendale (EA), si distinguono due altri livelli di analisi:

1. Il livello generale delle condizioni di produzione 2. Il livello particolare delle condizioni primarie di produzione Il complessivo insieme delle condizioni di produzione, include ogni elemento che rende possibile od ostacola la produzione economica. Le condizioni primarie di produzione, sono invece definite in base a due criteri: a) Si tratta di condizioni di produzione fondamentali per ogni impresa b) Sono condizioni le cui modalit di apporto allimpresa sono tali da suscitare nelle persone che le conferiscono, interessi economici primari nei confronti dellimpresa. In sostanza esse sono: Il lavoro Il capitale risparmio

1.4 ECONOMIA AZIENDALE (EA): I PRINCIPI GENERALI


Le scienze economiche si articolano in due rami: Economia politica ed EA. LEconomia politica osserva i fenomeni economici di grandi aggregati nazionali ed internazionali. LEA osserva i fenomeni delle singole aziende; elabora le teorie economiche utili per il governo delle aziende di ogni tipo (familiari, di produzione, di amministrazioni pubbliche). Lattivit economica, pu essere indagata in funzione di tre aspetti fondamentali: 1. Le strutture e le tecniche (per esempio la contabilit) 2. I comportamenti (per esempio le relazioni tra soggetti, gli andamenti dei processi di acquisto etc.) 3. I risultati (per le aziende, costi, ricavi, consumi, risparmi, entrate e uscite etc.) LEA deve anche essere intesa come scienza innovativa, legata ad una visione dinamica dei processi economici, che giudica possibili continui progressi di efficienza d efficacia dellattivit economica. importante ribadire che il concetto di innovazione delle modalit di svolgimento dellattivit economica, legato solo in parte al concetto di progresso tecnico. Variazioni di efficienza (ossia di redditivit ed economicit), dipendono fortemente da innovazioni di carattere economico, quali: modifica dei sistemi organizzativi ed informativi, dei contratti di vendita, acquisizioni di altre aziende o scorporazioni etc. Non dimentichiamo inoltre limportanza di coniugare lefficienza, con la soddisfazione dei prestatori di lavoro: quasi sempre i grandi incrementi di efficienza, si sono accompagnati a condizioni di lavoro pi soddisfacenti e viceversa!

La persona e lhomo oeconomicus


NellEA altres fondamentale tener conto delle persona nella sua totalit. Lanalisi sulla componente economica dellattivit umana, non deve portare ad assumere come attore dei processi economici, un homo oeconomicus privato dei suoi caratteri di umanit. Vanno tenuti cio presenti i seguenti elementi: La persona svolge attivit economica, non come fine, ma come mezzo per raggiungere un fine. La persona fa parte di un gruppo o societ, quindi i suoi fini sono influenzati da tale condizione.

Le persone, se poste a lavorare in condizioni di giustizia, condividono i valori della lealt, del progresso e della solidariet. Quindi sono semplificazioni improprie, considerare un homo oeconomicus egoista, opportunista e conservatore.

2.1

LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA

Lattivit economica di produzione e di consumo svolta da persone e da istituti variamente specializzati, nel doppio significato di dedicati ad una parte specifica dellattivit economica e di possessori di distintive competenze ed abilit. Lattivit di produzione e di consumo cio caratterizzata dalla specializzazione economica. Sono tre i livelli della specializzazione economica: 1. Il primo (di carattere generale) la distinzione della specializzazione nella produzione, con particolare riferimento a: a. IMPRESA beni privati b. FAMIGLIA consumi c. ISTITUTI PUBBLICI servizi (o beni pubblici). 2. Ad un livello intermedio, si osserva la specializzazione allinterno di ciascun istituto (specialmente nelle imprese e negli istituti pubblici). 3. Il livello di maggior dettaglio, caratterizzato dalla specializzazione allintero delle singole aziende. La specializzazione viene di sovente intesa come divisione del lavoro ed spesso causa principale dei grandi aumenti di efficienza del lavoro nelle fabbriche che si sviluppano con la rivoluzione industriale. Il principio di divisione del lavoro viene generalizzato come principio di efficienza a tutti i livelli dellattivit umana, economica e non economica. La specializzazione (o divisione del lavoro), comporta anche dei rischi: Alienazione delloperaio Influenza sulla distribuzione del potere (relazioni libere e relazioni gerarchiche) La divisione e la specializzazione non hanno solo per oggetto il lavoro. La specializzazione economica comporta la ripartizione e la specificit non solo dei processi economici da svolgere (in senso lato del lavoro), ma anche dei soggetti economici, degli organismi personale, e dei patrimoni. Analogamente allinterno delle aziende non si ripartiscono solo compiti da svolgere, ma anche obiettivi, responsabilit e risorse di ogni specie. Per tale ragione la dizione specializzazione economica preferibile alla dizione specializzazione del lavoro . La specializzazione economica il risultato dellinterazioni di quattro forze o elementi fondamentali che costituiscono la struttura dellazienda: 1. Le combinazioni economiche 2. I soggetti economici 3. Gli organismi personale 4. I patrimoni La specializzazione economica altres legata sia al processo tecnologico che allinnovazione di carattere economico aziendale.

Importante: struttura dellazienda

2.2

LE AZIENDE: ORDINE ECONOMICO DEGLI ISTITUTI

La complessiva societ umana articolata in numerose societ umane particolari; ciascuna persona partecipa contemporaneamente a pi societ umane. La partecipazione a gruppi e alle societ, pi in particolare, risponde a due obiettivi: 1. Il soddisfacimento dei bisogni di socialit 2. La realizzazione di fini non attuabili individualmente Quando le societ umane si dotano di ISTITUZIONI (ossia di regole e strutture di comportamento relativamente stabili), diventano ISTITUTI. Gli ISTITUITI nei quali lattivit economica particolarmente rilevante sono:

La famiglia Le imprese Gli istituti pubblici territoriali (Stato, Regioni, Province e Comuni). Mentre le imprese sono ISTITUTI tipicamente economici, le famiglie e gli istituti pubblici territoriali, presentano caratteristiche diverse: sociali, etiche, religiose e politiche.

Si definisce AZIENDA, lordine strettamente economico di un istituto, ossia


linsieme degli accadimenti economici disposti ad unit secondo proprie leggi. Di seguito, le tre classi fondamentali di aziende: 1. Azienda di consumo e gestione patrimoniale (famiglia) 2. Azienda di produzione (impresa) 3. Azienda composta pubblica (istituti pubblici territoriali, il cui ordine economico sono le Pubbliche Amministrazioni).

2.3

LE AZIENDE FAMILIARI, DI PRODUZIONE E COMPOSTE PUBBLICHE

Le finalit economiche di ogni azienda, si possono dividere in interessi economici istituzionali (cio gli interessi dei membri dellistituto) ed interessi economici non istituzionali (ossia gli interessi economici di altre persone, esterne allistituto).

FAMIGLIA:
La famiglia un istituto primario della societ umana ed caratterizzato da finalit dominanti di ordine sociale, etico e religioso. La famiglia anche unit economica: il fine economico immediato consiste nellappagamento dei bisogni dei membri che la compongono.

Lordine economico di una famiglia, denominato azienda familiare; il sistema di


accadimenti economici tipicamente costituito da processi di consumo e gestione patrimoniale: da ci la dizione di azienda di consumo e gestione patrimoniale . Il patrimonio formato da beni conferiti al momento della costituzione della famiglia, dalle eredit e dal risparmio. La famiglia partecipa al finanziamento delle produzioni e dei consumi delle amministrazioni pubbliche mediante il pagamento di tributi. Risparmio = Redditi percepiti - Costi di consumo Tributi IMPRESA: Limpresa istituto economico-sociale con dominanti caratteri e finalit di tipo economico. Essa listituto fondamentale per la produzione dei beni economici privati. Essendo un istituto anche societ umana; ne sono membri persone e queste contemporaneamente sono membri di altre societ umane, quali le famiglie e gli istituti pubblici. Il fine economico immediato dellimpresa la produzione di rimunerazioni monetarie e di altra specie. Gli interessi economici capitale risparmio.

istituzionali

fanno capo di regola, ai prestatori di lavoro ed ai conferenti i

Alle imprese fanno sempre capo interessi economici non istituzionali molto rilevanti: basti pensare agli interessi economici di fornitori, dei clienti, dei finanziatori.

Lordine economico dellimpresa lazienda di produzione.


Tutte le imprese sono caratterizzate dalla combinazione di prestazioni di lavoro con capitale risparmio e dal pagamento di tributi.

ISTITUTI PUBBLICI TERRITORIALI:


Gli istituti pubblici territoriali, sono entit quali lo Stato, le Regioni, le Province ed i Comuni. Qui si svolgono importanti processi economici e lazione di ciascun istituto fortemente condizionata da quella di molti altri. Lordine economico degli istituti pubblici territoriali, sono le aziende di Pubblica Amministrazione (PA). Nelle aziende di PA, si attuano processi economici di produzione di beni pubblici (e specialmente di servizi pubblici), e di consumi degli stessi con le relative operazioni di riscossioni di tributi. Le aziende di PA, sono dunque aziende di produzione e consumo: da qui la dizione di aziende composte pubbliche. La produzione di beni pubblici avviene mediante le attivit di prestatori di lavoro, di mezzi monetari raccolti informa di tributi, di capitale di prestito ed anche a mezzo dellemissione di carta moneta da parte dello Stato. I fini economici immediati sono: Lappagamento dei bisogni pubblici delle persone, mediante la produzione di beni pubblici ed il loro consumo. La rimunerazione dei prestatori di lavoro. Si noti che, a differenza delle imprese, la produzione ed il consumo di beni, in questo caso un fine e non un mezzo. Anche negli istituti pubblici territoriali si manifestano interessi economici non istituzionali; i pi importanti sono quelli che fanno capo ai fornitori ed ai conferenti di capitale di prestito. Si devono distinguere dagli istituti pubblici territoriali, le imprese pubbliche, ossia gli istituti di produzione caratterizzati da capitale conferito totalmente o in maggioranza da istituti pubblici.

3.1

LE RELAZIONI TRA AZIENDE

Le aziende in quanto ordine economico di istituti, sono tra loro legate da relazioni molteplici e di varia natura. Per questa ragione lEA si occupa sia delle aziende sia dellambiente economico in cui esse operano. Lambiente economico in cui unazienda opera, in larga misura definito dallinsieme delle aziende con cui essa interagisce e dalle relazioni che tra le stesse si instaurano. Le strette relazioni tra insiemi di aziende sono determinate anche dalla partecipazione contemporanea di ciascuna persona alle aziende di pi istituti; ciascuna persona di norma, inclusa solo parzialmente in un singolo istituto. normale che una persona sia contemporaneamente membro di una famiglia, di unimpresa, di pi istituti pubblici territoriali, di istituti culturali etc. Le aziende si riuniscono in aggregati variamente associazioni di acquisto, reti di franchising etc.

formalizzati: gruppi economici, consorzi,

Lambiente in cui unazienda opera sempre descrivibile in termini di istituti con i quali essa interagisce. Fondamentale la distinzione tra gli istituti delle categorie clienti e fornitori e gli istituti che apportano lavoro e capitale; limpresa con le aziende clienti e fornitrici attua operazioni di scambio di beni ed operazioni di negoziazione di credito e di assunzione di rischi particolari; in generale, operazioni di scambio di condizioni di produzione generali contro un prezzo. Lapporto di lavoro e capitale risparmio si configura invece come un rapporto di partecipazione allimpresa piuttosto che come rapporto di scambio e non comporta prezzi bens rimunerazioni a fronte di condizioni primarie di produzione. Per tutte le condizioni di produzione si possono determinare volumi e qualit della domanda e dellofferta a fronte di determinati livelli di prezzi, di rimunerazioni e di tributi. Lambiente dimpresa caratterizzato dalla struttura dinamica della domanda e dellofferta delle varie condizioni di produzione e di consumi. Per le condizioni di produzione oggetto di scambio (con frequenza e stabilit di comportamenti), si formano i mercati.

3.2

LO SCAMBIO

Lo scambio origina vaste classi di relazioni internazionali. Mediante lo scambio si attuano i trasferimenti di beni privati a titolo oneroso e si originano le relazioni di credito di prestito e di assicurazione. Lo scambio caratterizza le economie di mercato fondate sulla specializzazione economica e sulla propriet privata e pubblica. In tali contesti lo scambio si attua in forma di scambio monetario. Si d scambio monetario quando il corrispettivo dello scambio moneta o credito monetario; in caso contrario, ossia quando il corrispettivo rappresentato da merci o servizi, si configura il baratto. Gli scambi si attuano tra aziende e non tra singole persone; ci significa che anche i processi decisionali sottostanti gli scambi non sono processi individuali. Gli scambi sono di regola elementi di mercati, ossia di vasti insiemi di negoziazioni omogenee; in sintesi, per valutare correttamente lo scambio, occorre fare riferimento ai contesti aziendali ed ai contesti di mercato in cui lo scambio si origina. Nello scambio monetario lazienda venditrice cede allazienda compratrice merci, servizi e disponibilit monetarie (finanziamenti a titolo di prestito) e, nel caso dellassicurazione, assume i rischi particolari; lazienda compratrice cede moneta (se il regolamento in contanti) o credito monetario (se il regolamento in differita). La quantit di moneta o di credito monetario ceduta allazienda compratrice definita dal prezzo, ossia dal valore monetario attribuito alle condizioni di produzione e di consumo acquisite. Il prezzo solo una delle condizioni di scambio; ogni scambio qualificato da condizioni quali: le quantit di merci, di servizi, di disponibilit monetarie, di tempi e di luoghi, di modalit di trasporto e di consegna, di tempi e di modalit di regolamento. Le operazioni di scambio, originano varie forme di credito. Quando nello scambio le prestazioni dellazienda compratrice e di quella venditrice non sono eseguite contestualmente, si ha il credito. Lazienda che anticipa la propria prestazione creditrice nei confronti dellaltra che si denomina debitrice. In caso di scambio monetario, la prestazione differita rappresentata dal pagamento della quantit di moneta corrispondente al prezzo complessivo e si ha cos credito monetario. Se la prestazione differita ha per oggetto un bene, si ha credito in natura. Il credito monetario quando mezzo temporaneo di regolamento dello scambio, assume la qualificazione di credito di regolamento. Il credito di prestito, sorge invece come corrispettivo della disponibilit di una data quantit di moneta per un determinato periodo di tempo. Nelle negoziazioni di

credito di prestito, il prezzo rappresentato di regola, dallinteresse.

4.1

LE LINEE DI EVOLUZIONE DELLE AZIENDE NEL MONDO OCCIDENTALE

La variabilit e la variet delle aziende un aspetto essenziale sia per la teoria sia per la pratica del governo delle aziende. Teoria e pratica che devono fondarsi su ipotesi di DINAMICA e DISOMOGENEIT delle aziende, piuttosto che su ipotesi di STATICA e UNIFORMIT. Il dato pi rilevante della trasformazione dei sistemi economici nei secoli, rappresentato dalla drastica riduzione del tempo dedicato al lavoro da parte delle persone. La maggior parte delle persone ha lavorato (nei tempi passati), dalla prima giovinezza sino al compimento della vita, tutti i giorni dellanno per molte ore al giorno. Oggi, le persone lavorano per non pi di un terzo del loro tempo attivo. Alla drastica riduzione del tempo dedicato al lavoro, si per accompagnato un enorme incremento quantitativo dei beni prodotti, per due fattori principali: 1. Divisione o specializzazione del lavoro 2. Innovazione tecnologica In termini molto sintetici, levoluzione dei sistemi economici nel lungo periodo, pu essere riassunta come segue.

Nelle societ primitive, lattivit economica di produzione e di consumo era svolta nellambito di comunit primarie (famiglie e trib). Si sviluppa in seguito lagricoltura in luogo della raccolta e della caccia. Contemporaneamente si sviluppano le prime attivit di produzione che richiedono competenze tecniche: lavorazioni di metalli per produzioni di utensili e armi. In questo ambito si attivano i primi scambi tra varie comunit primarie. Per ragioni tecniche, economiche e di difesa, le comunit primarie si aggregano in societ pi complesse, che promuovono ad esempio opere pubbliche (primi esempi di divisione del lavoro e di gerarchia). Lattivit di produzione non agricola, si concentra principalmente nelle botteghe artigiane.

Si sviluppano le attivit commerciali e di trasporto: lo scambio monetario diventa carattere tipico del sistema economico. A partire dal XV secolo, ruoli dominanti sono assunti da commercianti e banchieri. Spesso le operazioni commerciali sono svolte da societ temporanee (spariscono dopo una specifica operazione); anche per questo nascono i primi sistemi di rilevazione atti a determinare le quote di patrimoni e di utili. Leconomia dellimpresa si separa da quella della famiglia. Alla met del XVIII secolo (prima rivoluzione industriale), risalgono le prime imprese manifatturiere moderne (vera e propria divisione del lavoro e struttura gerarchica). I beni prodotti sono destinati ad un mercato ampio; limpresa distinta dalle famiglie dei conferenti di capitale e dei prestatori di lavoro.

PROSPETTIVA SOCIOLOGICA:
Le grandi trasformazioni dei sistemi economici occidentali sono riconducibili allidea di un crescente rilievo delle organizzazioni nella nostra societ. Le imprese (nella prospettiva sociologica), possono essere viste come organizzazioni astratte che si aggiungono alle societ primarie quali le famiglie, le trib, lo Stato, le stirpi. Pi in generale, le imprese sono unimportante classe delle societ umane attivate per fini specifici (le organizzazioni, appunto).

4.2

Le origini del capitalismo occidentale: due interpretazioni

a) Il capitalismo il frutto particolare di uno speciale insieme di idee, di convinzioni e di valori (Weber). b) Il capitalismo dipende dalla struttura della societ, in particolare dalla distribuzione del potere e dei patrimoni familiari (Braudel). Teoria di Weber: Secondo Weber, il capitalismo moderno correlato allo sviluppo delletica puritana: il lavoro uno scopo della vita prescritto da Dio, dovere al di l del bisogno di dover acquisire beni economici per il consumo. La ricchezza non deve essere destinata ai consumi per i piaceri della vita; il patrimonio deve essere preservato ed accresciuto col lavoro! Il capitalismo moderno caratterizzato da cinque condizioni: 1. Si estende a tutta lattivit economica 2. Si basa sullorganizzazione razionale del lavoro 3. Comporta la separazione delleconomia dellazienda familiare da quella dellimpresa 4. Limpresa intesa come istituto che si rinnova 5. Le scelte di impresa, si basano su valutazioni di convenienza Teoria di Braudel: Il capitalismo nasce quando si presentano particolari combinazioni di quattro fattori: i sistemi economico, politico, sociale e la struttura della gerarchia sociale. impensabile lo sviluppo del capitalismo senza la partecipazione attiva della societ e lazione favorevole dello Stato. La nascita del capitalismo spiegata dalla particolare gerarchia sociale (quella feudale), che ha caratterizzato il mondo occidentale nel medioevo. Dal sistema feudale scaturita la borghesia moderna, e da questa, il capitalismo. Esso non si sviluppato fuori dal mondo occidentale, poich in altri contesti si sono manifestate differenti relazioni tra le varie gerarchie.

5.1

LE TEORIE, I MODELLI, I SISTEMI

I modelli sono rappresentazioni degli oggetti della conoscenza umana; oggetti non necessariamente parti della realt. I modelli sono rappresentazioni parziali della teoria e ci vale non solo per i modelli particolari, ma anche per quelli generali. I modelli sono dunque rappresentazioni semplificate delloggetto di indagine. La teoria interpreta solo parzialmente loggetto, i modelli rappresentano solo parzialmente le teorie. Uno stesso oggetto pu essere rappresentato secondo teorie differenti e mediante modelli vari. I gradi di variet e di parzialit delle teorie e dei modelli sono di regola tanto pi elevati quanto maggiore la complessit dei corrispondenti oggetti. La teoria dei sistemi di grande utilit per definire i caratteri fondamentali degli oggetti di conoscenza e per costruire in merito adeguati modelli e teorie. In generale si definisce sistema, un insieme di elementi interconnessi da relazioni di interdipendenza; molti oggetti di conoscenza sono rappresentabili come sistemi, ossia in forma di modelli in cui si esplicitano gli

elementi costituenti e le relazioni di interdipendenza tra gli stessi. Spesso per ragioni di semplicit, ma impropriamente, si dice che un determinato oggetto un sistema; si intenda sempre che un oggetto di conoscenza non un sistema (le macchine, le persone e le aziende non sono sistemi), bens che tale oggetto osservato e rappresentato secondo un modello di tipo sistemico.

5.2

LA STRUTTURA DELLE AZIENDE

La struttura delle aziende linsieme ordinato degli elementi che la compongono. Per la generalit delle aziende gli elementi rilevanti della struttura sono: 1. Assetto istituzionale 2. Combinazioni economiche (CE) 3. Organismo personale 4. Patrimonio 5. Assetto organizzativo 6. Assetto tecnico Questo modello riferito a tutti gli ordini di aziende (familiari, di produzione, composte pubbliche). Lassetto istituzionale definito dai seguenti elementi: I soggetti nellinteresse dei quali listituto si forma e si svolge I contributi che tali soggetti conferiscono allazienda Le ricompense che i soggetti ottengono dallazienda a fronte dei contributi forniti Le prerogative di governo economico assegnate ai vari soggetti e da essi esercitate I meccanismi e le strutture che regolano le correlazioni tra i contributi e le ricompense, nonch i meccanismi e le strutture attraverso i quali le prerogative di governo economico sono esercitate. Lassetto istituzionale lorigine e il motore di tutte le altre variabili dellazienda; in tal senso trattato come elemento sovraordinato della struttura dellazienda.

MODELLO della struttura dellazienda


Il termine combinazioni economiche (CE) sta ad indicare linsieme delle operazioni economiche svolte dalle persone che operano nelle aziende. Si tratta prevalentemente di combinazioni di consumo nelle famiglie e di combinazioni produttive nelle aziende di produzione. Lunit di analisi delle CE data dalle operazioni che, a vari livelli e secondo differenti criteri, si aggregano in processi. Lorganismo personale linsieme unitario delle persone che, con il proprio lavoro, partecipano direttamente allo svolgimento dellattivit economica dellistituto. Nelle aziende famigliari composto dai membri della famiglia che svolgono significativi volumi di lavoro. Nelle aziende di produzione dato dallinsieme dei prestatori di lavoro di ogni livello e qualifica; in una visione allargata vi rientrano anche i conferenti di capitale che partecipano direttamente al governo dellazienda nonch gli organi di sindacato. Il patrimonio linsieme delle condizioni di produzione e di consumo di pertinenza dellazienda in un dato momento. Non fanno parte del patrimonio le condizioni di produzione di persona, ossia il lavoro. Lassetto organizzativo la configurazione risultante dal combinarsi della struttura organizzativa (ossia delle modalit di distribuzione tra i vari organi aziendali, dei compiti e delle responsabilit) e dei sistemi operativi (ossia dei meccanismi che governano la dinamica e la rimunerazione dei prestatori di lavoro e lassegnazione ai vari organi aziendali degli obbiettivi e delle risorse). Lassetto tecnico dato dalla configurazione fisico-tecnica dellazienda; si osservano cio gli aspetti fisico-tecnici dei fabbricati,degli impianti, delle attrezzature, dei processi produttivi, etc. Tutto ci con riferimento a tutte le classi di operazioni aziendali e dunque non solo alle operazioni di trasformazione tecnica.

6.1

LASSETTO ISTITUZIONALE

Lassetto istituzionale pu essere definito come la configurazione dei soggetti nellinteresse dei quali lazienda si svolge, dei contributi che tali soggetti forniscono allazienda, delle ricompense che ne ottengono, delle prerogative di governo economico facenti loro capo, nonch dei meccanismi e delle strutture che regolano le correlazioni tra i contributi e le ricompense e attraverso i quali le prerogative di governo economico sono esercitate. Ogni istituto centro di un articolato insieme di interessi: interessi portati da categorie diverse di persone ed interessi di differente contenuto. In relazione alle categorie di persone si distinguono: Interessi istituzionali (interessi delle persone membri dellistituto) Interessi non istituzionali (di persone esterne allistituto) In relazione al contenuto si distinguono: Interessi economici (attese di redditi, di rimunerazioni, di disponibilit di condizioni di produzione di consumo) Interessi non economici (attese di ogni altra specie: sociali, etiche, politiche, etc.) Si configurano cos quattro classi di interessi negli istituti: Interessi istituzionali economici Interessi istituzionali non economici Interessi non istituzionali economici Interessi non istituzionali non economici Linsieme delle persone che portano gli interessi istituzionali (economici e non economici), forma il SOGGETTO DI ISTITUTO. Linsieme delle persone che portano gli interessi istituzionali economici, forma il SOGGETTO ECONOMICO. I due insiemi coincidono quando tutti i membri dellistituto portano sia interessi economici che non economici istituzionali; ci vale di regola in tutti gli istituti (impresa, famiglia, istituti pubblici territoriali). Il soggetto di istituto la societ umana che lo identifica ossia linsieme delle persone che si associano per l a realizzazione di un bene comune, ossia di un complesso di finalit non altrimenti realizzabili. Ciascun istituto identificato da un bene comune e da una societ di persone costituita per il suo raggiungimento.

GLI INTERESSI NELLA FAMIGLIA


Gli interessi economici dei beni della famiglia, ossia gli interessi economici istituzionali, consistono nellattesa di una disponibilit di beni di consumo giudicata adeguata per volumi e per qualit e derivante dal conseguimento di convenienti livelli di redditi. Gli interessi istituzionali non economici sono interessi di ordine etico, spirituale e sociale. Nella famiglia convergono anche interessi non istituzionali ossia di persone membri di altri istituti.

GLI INTERESSI NEGLI ISTITUTI PUBBLICI TERRITORIALI


Il soggetto di istituto composto da tutte le persone membri della corrispondente comunit politicoamministrativa; le stesse persone compongono il soggetto economico. Interessi non istituzionali, economici e non economici, sono quelli: delle famiglie (in parte i membri della comunit politicoamministrativa) e delle imprese nel ruolo di conferenti capitali di prestiti; delle imprese fornitrici di beni privati; degli istituti pubblici territoriali omologhi; della comunit internazionale.

GLI INTERESSI NELLIMPRESA


Nellimpresa il soggetto di istituto e il soggetto economico tendono a coincidere non solo in termini di persona, ma anche per il fatto che gli interessi istituzionali sono prevalentemente interessi economici. I prestatori di lavoro ed i conferenti di capitale sono i membri del soggetto di istituto e del soggetto economico. Gli interessi economici istituzionali dei prestatori di lavoro sono attese di adeguata remunerazione e di condizioni di crescita professionale; sono interessi istituzionali non economici le attese di condizioni di lavoro favorevoli alla realizzazione della persona. Gli interessi economici dei conferenti di capitale proprio riguardano la remunerazione del capitale conferito; sono interessi non

economici le attese di soddisfacimento di bisogni, di stima e di socialit allinterno dellimpresa. Sono portatori di interessi non istituzionali, economici e non economici, le persone che fanno parte delle aziende clienti, delle aziende fornitrici di beni e di capitali di prestito, degli enti pubblici. Gli interessi economici istituzionali caratterizzano immediatamente lazienda, ordine economico dellistituto; il fine immediato dellazienda infatti il soddisfacimento interessi economici istituzionali.

degli

PRINCIPIO DI CONTEMPERAMENTO DI INTERESSI


Modalit atte a rappresentare gli interessi di tutti i membri del soggetto economico, secondo la logica della partecipazione e del confronto.

6.1

LASSETTO ISTITUZIONALE DELLE AZIENDE DI PRODUZIONE (IMPRESE)

Il soggetto economico delle imprese di norma composto dai conferenti di capitale proprio e dai prestatori di lavoro; le prerogative di governo economico fanno capo a tutti i membri del soggetto economico e ci significa che il diritto ed il dovere di esercitare il governo economico delle imprese, spettano ai conferenti di capitale proprio unitamente ai prestatori di lavoro (secondo il principio di contemperamento degli interessi). Tale modalit di governo (contemperamento) quella che di regola meglio concorre a garantire la vita duratura economica dellimpresa. Tuttavia come gi anticipato, non sempre il soggetto economico composto dai conferenti di capitale proprio e dai prestatori di lavoro; possono entrare a far parte del soggetto economico dimpresa, anche persone diverse. il caso ad esempio dei creditori per finanziamenti, oppure aziende clienti e fornitrici legate da relazioni di esclusivit con limpresa. Le attese dei prestatori di lavoro della aziende di produzione, sono attese di rimunerazione e di condizioni di lavoro vantaggiose. Le attese dei conferenti di capitale della aziende di produzione, sono attese di redditivit continua dellinvestimento. La rimunerazione dei conferenti di capitale deve essere contemperata con quella dei prestatori di lavoro. La produzione di beni lattivit caratteristica dellimpresa, ma non per questo ne il fine. La produzione di beni cio il mezzo per ottenere rimunerazioni (ossia il fine).

6.2

LASSETTO ISTITUZIONALE DELLE AZIENDE DI CONSUMO FAMILIARI

Per la formazione e lo sviluppo e della famiglia, si svolge lattivit economica: caratteristica della famiglia lattivit economica di consumo. A questa si aggiungono le attivit di lavoro e studio. Lo svolgimento dellazienda familiare secondo economicit, condizione molto importante per il conseguimento dei fini non economici dei membri della famiglia; difficolt economiche possono ostacolare e ritardare lo sviluppo della famiglia e a volte causarne lo smembramento. Il fine economico istituzionale della famiglia, consiste nellattuazione di consumi di beni privati e pubblici, secondo modalit considerate soddisfacenti dai membri della famiglia. Ovviamente lattuazione di consumi dipende dal conseguimento di redditi da lavoro e di gestione patrimoniale, tali da consentire un risparmio da destinare allincremento del patrimonio. La formazione del patrimonio dipende spesso anche dal lavoro interno (applicato ai servizi domestici o di assistenza alle persone) e dallo studio, attivit volta a sviluppare capacit per un futuro. Sono membri del soggetto di istituto della famiglia e del soggetto economico, tutte le persone che la compongono; possono far parte del soggetto economico della famiglia, anche persone membri di altre famiglie. Il governo economico dellazienda familiare, comporta un articolato insieme di decisioni: scelte in merito al volume di lavoro da svolgere, allorganizzazione del lavoro interno, ai livelli di consumo e di risparmio etc.

Le prerogative di governo economico spettano a tutti i membri della famiglia, che per et, esperienza o competenza, sono in grado di valutare correttamente le scelte da adottare; spesso si demanda tali compiti ad una persona, il capo famiglia.

6.3

LASSETTO ISTITUZIONALE DELLE AZIENDE COMPOSTE PUBBLICHE

Le comunit nazionali tendono a costituirsi in Stati; lo Stato si articola a sua volta in complesse strutture di istituti pubblici. Tra questi, di primario rilievo, gli istituti pubblici territoriali: lo Stato stesso, le Regioni, le Province, i Comuni. Si tratta di istituti di tipo politico e sociale ma anche con rilevanti processi di tipo economico; qui si usa la dizione aziende composte pubbliche per indicare lordine economico degli istituti pubblici territoriali. I fini economici istituzionali della aziende composte pubbliche sono: il soddisfacimento dei bisogni pubblici di tutti i membri della collettivit; la rimunerazione del lavoro dei prestatori di lavoro. Sono membri del soggetto economico, tutti i membri della collettivit nonch i prestatori di lavoro. Lazienda composta pubblica, si svolge secondo economicit quando: La produzione di beni pubblici e la gestione dei tributi sono attuate secondo efficienza Il prelievo fiscale attuato secondo principi di equit La gestione patrimoniale produce redditi convenienti Si realizza un risultato di risparmio o disavanzo contenuto, tale da non compromettere nel tempo la stabilit del sistema economico Come detto, i membri del soggetto economico sono i prestatori di lavoro e tutti i membri della collettivit; questi ultimi sono anche contemporaneamente consumatori di beni pubblici e contribuenti. I loro interessi economici e non economici, sono qualificati anche dal loro essere membri di famiglie e di altri istituti. Pertanto la numerosit dei membri della collettivit, la variet dei loro interessi, rendono particolarmente complessi i problemi relativi alle scelte delle strutture e dei processi di governo economico. Le prerogative di governo economico si esercitano in via indiretta per mezzo di organi collegiali, i cui membri sono scelti mediante elezioni. Si formano soggetti economici impropri quando lazienda composta pubblica, diventa strumento di organizzazioni politiche, anzich strumento del bene comune della collettivit. Lassetto istituzionale sempre qualificato per aspetti molto importanti dalle relazioni istituzionali in cui si trova inserito, ossia da relazioni con altri istituti pubblici e/o imprese.

7.1

OPERAZIONI, PROCESSI, COORDINAZIONI E COMBINAZIONI PARZIALI

Le combinazioni economiche (CE) sono parte del generale sistema degli accadimenti, ossia dellinsieme delle azioni e dei fenomeni che si manifestano nellazienda e nel suo ambiente. Una speciale categoria di accadimenti rappresentata dal sistema delle operazioni, ossia dal sistema delle attivit svolte dalle persone che compongono lorganismo personale delle aziende. Le CE sono analizzate sotto il profilo: Dellarticolazione Della struttura

Combinazioni Economiche
Accadimenti esterni Accadimenti interni

SISTEMA DEGLI ACCADIMENTI

Alcune definizioni
OPERAZIONE

lunit elementare delle combinazioni economiche ; costituita da attivit


elementari (che non utile considerare singolarmente). Unoperazione per essere considerata tale, deve rispettare almeno uno dei seguenti requisiti: Produrre il sorgere o il mutare di un valore economico Produrre una variazione significativa di almeno un elemento della struttura dellazienda (organismo personale, assetto tecnico, assetto organizzativo, patrimonio)

PROCESSO

linsieme ordinato di pi operazioni, della medesima specie e con il medesimo


soggetto. Non tutte le operazioni fanno parte di un processo (sono operazioni con caratteri di unicit). Tali operazioni sono dette operazioni di fuori processo. I processi, possono essere aggregati per affinit di specie delle operazioni che li compongono: si hanno in questo caso le COORDINAZIONI PARZIALI.

COORDINAZIONE PARZIALE
linsieme di processi: Omogenei per tecnica (operazioni affini) Aventi oggetti diversi Nelle aziende con CE pi complesse, si configurano le COMBINAZIONI PARZIALI o PARTICOLARI.

COMBINAZIONE PARZIALE o PARTICOLARE


linsieme di processi: Diversi per tecnica (composti cio da operazioni di specie differenti) Aventi il medesimo oggetto

COMBINAZIONI ECONOMICHE (CE)


Le combinazioni economiche sono: Linsieme Linsieme Linsieme Linsieme di di di di tutte le operazioni tutti i processi tutte le coordinazioni parziali tutte combinazioni particolari

7.2

CLASSIFICAZIONE DELLE COMBINAZIONI ECONOMICHE PER TIPO DI

OPERAZIONE
Operazioni istituzionali = sono operazioni volte a determinare lassetto istituzionale dellazienda OPERAZIONI DI GESTIONE = insieme di attivit direttamente volte alla produzione e al consumo (operazioni di acquisto, vendita etc.) Operazioni di organizzazione = riguardano lorganismo personale e lassetto organizzativo (ricerca e selezione del personale etc.) Operazioni di rilevazione = hanno per oggetto la produzione, la trasmissione e lelaborazione di DATI e delle INFORMAZIONI che alimentano i processi di comunicazione e decisione Operazioni di rivalutazione = operazioni che consistono nella VARIAZIONE di valori componenti il CAPITALE DAZIENDA (valori di impianti, macchine etc.); tali interventi si compiono quando si manifestano fenomeni che fanno cambiare il significato dei dati sulla base dei quali si configura il REDDITO DI ESERCIZIO dellazienda.

CLASSIFICAZIONE DELLE OPERAZIONI DI GESTIONE


Prima classificazione: Gestione caratteristica = comprende linsieme delle operazioni di gestione che identificano la funzione economica-tecnica tipica di ogni azienda. Nelle imprese industriali e agricole consiste nellacquisto di materie prime, di macchine, vendite di beni prodotti etc. Per aziende commerciali di credito o assicurazioni, consiste in negoziazioni di credito e di rischi. Nelle aziende familiari, sono operazioni di consumo o acquisizione di beni. Per le aziende composte pubbliche, vale quanto detto per le imprese e le aziende familiari; inoltre vi rientra la riscossione di tributi. Gestione patrimoniale = si configura come una combinazione economica parziale finalizzata alla produzione di redditi addizionali, rispetto a quelli della gestione caratteristica, mediante limpiego di disponibilit generate dal risparmio. Gestione finanziaria = si tratta dellinsieme di operazioni relative allacquisizione, al rimborso ed alla rimunerazione dei debiti di finanziamento negoziati per coprire il fabbisogno finanziario aziendale. Gestione dei tributi = si presenta con caratteristiche peculiari a seconda del tipo di istituto, a causa della grande variet di beni pubblici, della loro modalit di utilizzazione e delle correlazioni tra accesso al consumo del bene pubblico e pagamento dei tributi. Seconda classificazione: Negoziazione di beni privati = operazioni di acquisto/vendita di beni attuate mediante lo scambio monetario Negoziazioni di beni pubblici = operazioni mediante le quali gli istituti pubblici cedono i beni pubblici e le famiglie/imprese li acquistano dietro corresponsione di un tributo Negoziazioni di credito di prestito = acquisizione e cessione di mezzi monetari destinati alla copertura del fabbisogno finanziario dellazienda Negoziazioni di rischi specifici = sono volte a coprire con forme di assicurazione i danni derivati da eventi negativi, nellambito della gestione caratteristica, patrimoniale e di gestione dei tributi Trasformazioni fisico-tecniche = operazioni di impiego di fattori non monetari attuate per la produzione di beni di consumo Riscossioni e pagamenti = sono operazioni di trasferimento interaziendale di mezzi monetari e sono suscitate dalle negoziazioni di beni privati, dalla partecipazione al consumo di beni pubblici e dalla negoziazione di prestiti e rischi specifici. Sono dunque parte della gestione caratteristica, della gestione patrimoniale, di quella finanziaria e della gestione dei tributi Movimenti monetari interni = movimenti di mezzi monetari tra filiali, sezioni interne, sedi in differenti Paesi di una stessa azienda Terza classificazione:

7.3

ANALISI DEI CARATTERI DISTINTIVI DELLE CE

I caratteri distintivi delle CE sono riconducibili a tre concetti fondamentali: 1. Unitariet 2. Estensione 3. Dinamicit I fattori di UNITARIET Per governare lazienda secondo economicit importante una gestione unitaria dei sistemi aziendali. Le relazioni che legano tra loro gli elementi parziali delle CE, sono relazioni di:

= il pi evidente fattore di unitariet delle CE aziendali. Si manifesta sia come complementariet di fattori produttivi (il lavoro, gli impianti, le materie prime), sia come complementariet dei vari sistemi di operazioni (per esempio, gli acquisti e le vendite sono operazioni complementari). A titolo di Negoziazione di beni privati Negoziazione di beni pubblici Negoziazioni di credito di prestito Negoziazioni di rischi specifici Trasformazioni fisico-tecniche Gestione reddituale composta da:

Complementariet

Riscossioni e pagamenti Gestione monetaria composta da: Gestione interna composta da:

Movimenti monetari interni

Movimenti monetari interni

Negoziazione di beni privati Negoziazione di beni pubblici Negoziazioni di credito di prestito Negoziazioni di rischi specifici Riscossioni e pagamenti Gestione esterna composta da: esempio si pensi ai grandi sforzi per mettere in esercizio un nuovo impianto industriale ed ai gravi danni causati che potrebbero derivare dalla mancanza o dal ritardo di realizzazione di una parte magari piccola ma comunque indispensabile dellimpianto. = le relazioni di fungibilit (o sostituibilit), sono speculari alle relazioni di complementariet. Particolarmente evidente la fungibilit tra differenti fattori di produzione (ad esempio, combustibili tra loro alternativi) e tra classi di operazioni (ad esempio, investire molto nella qualit e affidabilit di un prodotto per ridurre lattivit ed i costi di assistenza post-vendita).

Fungibilit

= uno stesso fattore di produzione o uno stesso insieme di operazioni, pu concorrere allottenimento di pi risultati; tale fattore di produzione (o di operazioni), si definisce comune ai risultati ottenuti. Ad esempio un impianto di verniciatura pu essere comune a pi linee di prodotti, unaula scolastica pu essere comune a pi corsi etc. Congiunzione = si manifesta quando da uno stesso processo produttivo escono contemporaneamente e necessariamente pi risultati; tali risultati si dicono congiunti. Un esempio classico quello di prodotti congiunti derivati dalla raffinazione del petrolio, oppure da attivit pubblicitarie tese ad ottenere risultati congiunti in sia in termini di immagine sul singolo prodotto che di immagine aziendale. Uniformit = si tratta di operazioni volte allincremento della produttivit aziendale. Sostanzialmente sono operazioni di: standardizzazione, uniformazione e modularit. La modularit consiste nella progettazione di componenti (moduli) che possono concorrere alla produzione di altri elementi pi complessi.

Comunanza

= lesigenza che ciascuna unit (organi o persone) adatti i propri comportamenti a quelli di altre unit. Si pensi ad esempio ai capi reparto che hanno impianti in comune, oppure ai responsabili di due prodotti composti in parte da stessi moduli. I caratteri di ESTENSIONE Con il termine estensione, si vogliono indicare contemporaneamente le dimensioni e la variet (numerosit, disomogeneit) delle coordinazioni e combinazioni economiche parziali e generali di unazienda. Le dimensioni di unazienda riguardano pi parametri: il volume daffari, lorganismo personale, il valore aggiunto ed il capitale investito. Le variet delle coordinazioni e combinazioni economiche di unazienda sono contraddistinte da:

Interdipendenza

Estensione orizzontale = numerosit e disomogeneit delle combinazioni economiche parziali per prodotto e per mercato delle aziende. Unazienda con estensione orizzontale, opera cio mediante una strategia di diversificazione . Estensione verticale = alto grado di internalizzazione dei processi produttivi; si usa a tal proposito il termine di integrazione verticale. Estensione spaziale = numerosit delle unit operative fisicamente e spazialmente separate (uffici, stabilimenti, filiali di vendita). Estensione interaziendale = ampiezza della rete di relazioni interaziendali di cui unazienda fa parte (accordi, consorzi, franchising etc.). I caratteri di DINAMICIT

La dinamicit riguarda le modalit di svolgimento delle CE (rispetto al tempo) e il cambiamento delle medesime. Questo carattere pu essere analizzato anzitutto con riferimento a tempi, ritmi e alle durate delle CE. Situazioni e concetti rilevanti per lanalisi temporale degli accadimenti sono:

i cicli di

operazioni; la stagionalit; i cicli i vita dei prodotti; le sequenze entrate-uscite. La stagionalit pu essere legata: Ai ritmi della natura Alla domanda Le aziende che operano in settori stagionali possono: Dimensionare la capacit produttiva sul massimo del fabbisogno (problemi di saturazione della capacit produttiva) Dimensionare la capacit produttiva sul fabbisogno medio (costituzione di scorte e mancato soddisfacimento di parte della domanda) Introdurre prodotti complementari Cercare di destagionalizzare il business

7.4

LASSETTO TECNICO

Lassetto tecnico dato dalla configurazione fisico-tecnica dellazienda, ossia dalle caratteristiche dei fabbricati, di impianti, di macchine, attrezzature e materiali utilizzati, inclusi gli aspetti della loro localizzazione, delle modalit di funzionamento e di impiego delle strutture di collegamento. importante precisare che lassetto tecnico, non riguarda solamente le coordinazioni di trasformazione tecnica delle aziende, ma anche da tutte le altre operazioni (attivit economiche di amministrazione e vendita, attivit logistiche, Sistema Informativo, casse e Sistema Informativo di un supermercato etc.). 16.4 LA DINAMICIT DELLA GESTIONE DELLE IMPRESE Si passa ora ad analizzare i caratteri distintivi delle aziende di produzione, con riguardo agli aspetti di dinamicit, ossia: tempi, flessibilit, apertura verso lambiente. Importanti caratteri delle CE aziendali, emergono dallanalisi dei tempi, dei ritmi e delle durate secondo i quali esse si svolgono.

Dinamicit Tempi Flessibilit Apertura verso lambiente


Di seguito si elencano i temi relativi alla continuit e ciclicit delle CE produttive. PRODUZIONE SU SINGOLA COMMESSA Consiste nella realizzazione di esemplari unici, o in numero molto limitato, di prodotti richiesti su specifica del cliente. Esempio tipico la costruzione di un edificio, di una nave o di un abito da sartoria. PRODUZIONE A LOTTI Consiste nella realizzazione di prodotti caratterizzati da gamma ampia, anche se definita, in quantitativi (lotti) superiori al fabbisogno immediato, utilizzando impianti in comune. Esempi sono dati da aziende del settore calzaturiero, dellabbigliamento o dei mobili. PRODUZIONE IN SERIE Consiste nella realizzazione di elevati volumi di una ristretta gamma di prodotti che giustificano linvestimento in impianti e macchinari dedicati a singole famiglie di prodotto (auto, Compact-Disk, elettrodomestici). PRODUZIONE CONTINUA Consiste nella realizzazione di elevati volumi di prodotti fortemente standardizzati, la cui produzione richiede un ciclo di trasformazione da materie prime a prodotto finito senza soluzione di continuit (cio spazialmente e temporalmente contigue). Esempi sono dati dalle aziende che operano nei settori siderurgico, cartario, chimico e farmaceutico.

La flessibilit consiste nella capacit di modificare rapidamente i volumi e le


qualit dei beni prodotti con costi unitari di produzione analoghi o inferiori, a quelli delle produzioni standardizzate. In sostanza si in presenza di combinazioni produttive flessibili, quando risulta possibile variare in misura notevole e in tempi brevi, le caratteristiche dei beni prodotti, il tutto con livelli di efficienza e di costi contenuti; in altri termini secondo economicit. PRODUZIONE FLESSIBILE Consiste nella realizzazione di una gamma differenziata, ottenuta attraverso soluzioni tecniche ed organizzative che consentono di sfruttare sia i vantaggi di flessibilit e adattamento dei prodotti (tipici delle produzioni su commessa o per lotti), che i vantaggi di produttivit, efficienza e velocit di risposta al mercato, che caratterizzano la produzione di serie. La flessibilit ottenuta con i sistemi di produzione flessibile FMS (Flexible Manufacturing Systems), ma anche con la flessibilit delle persone e del coordinamento con i fornitori e terzisti. Si possono giudicare particolarmente aperte verso lambiente esterno, le aziende che tendono a dominare i mercati ed i settori in cui operano, che presentano obiettivi di espansione e di innovazione, che attivino articolate reti di relazioni interaziendali. Sono chiuse le aziende che subiscono le dinamiche ambientali, che gestiscono il declino e che operano isolate. Tempi Flessibilit Apertura verso lambiente 24.2 - 24.3 - 24.4 I COSTI DI PRODUZIONE 16.3 21.1 + DP 2-3-4 LE ECONOMIE DI SCALA, DI APPRENDIMENTO, RAGGIO DAZIONE E TRANSAZIONE 19 DP 5 RELAZIONI TRA PREZZI E COSTI, LA BREAK EVEN ANALYSIS, IL CASO SCALTRINI DP 5 6 LE DECISIONI DI PREZZO, CASO PERSONAL TRACK (Studiare sulle slide si Sacco con integrazione degli appunti tratti dalle dal libro Scelte di economia aziendale).

CAPITOLI 8 e 13 IL PATRIMONIO E IL SUO VALORE ECONOMICO


8.1 Definizioni di esercizio, reddito, patrimonio e capitale Lesercizio un insieme di accadimenti (operazioni dazienda e fenomeni di altra specie), avvenuti in un determinato intervallo di tempo. Il reddito di esercizio il sistema di valori positivi e negativi di reddito corrispondenti allesercizio. Nelle aziende di produzione sono componenti NEGATIVI di reddito: i costi di acquisto delle materie prime gli ammortamenti le rimanenze iniziali le rimunerazioni del lavoro gli interessi passivi i tributi Sono componenti POSITIVI di reddito: i ricavi di vendita gli interessi attivi le rimanenze finali La somma algebrica dei componenti negativi e positivi di reddito misura il risultato reddituale (utile o perdita) dellesercizio. Il patrimonio di unazienda linsieme delle condizioni di produzione e di consumo (dette condizioni patrimoniali), di pertinenza della stessa in un dato momento. Il capitale di funzionamento il sistema di valori positivi e negativi che esprimono le condizioni patrimoniali di unazienda di produzione. Sono tipici elementi ATTIVI del capitale di funzionamento di unazienda:

le disponibilit monetarie di cassa i crediti di regolamento le rimanenze gli impianti Sono elementi NEGATIVI: i debiti di regolamento e di prestito il capitale proprio Per le aziende familiari e composte pubbliche, il capitale di funzionamento prende il nome di patrimonio di funzionamento. Il reddito di esercizio ed il capitale di funzionamento, sono le 2 parti fondamentali (e complementari), delle sintesi di esercizio (o bilancio di esercizio). Bilancio di esercizio = reddito di esercizio + capitale di funzionamento

8.2

Le condizioni di produzione come FLUSSI di RISORSE in entrata

Le condizioni di produzione possono essere osservate secondo 2 ottiche differenti e complementari. Nella prima ottica le condizioni di produzione sono osservate come elementi che lazienda trae dallambiente per alimentare le proprie combinazioni economiche; sono cio osservate come input o come flussi in entrata. Nella seconda ottica le condizioni di produzione sono osservate come insieme di elementi esistenti in un certo momento, di pertinenza dellazienda e destinati a partecipare alle combinazioni economiche future; sono cio osservate come stock o fondi di condizioni patrimoniali. Con riferimento alle aziende di produzione e nella prima ottica, le principali condizioni di produzione sono: Il lavoro = condizione produttiva di persona fornita dai prestatori di lavoro membri del soggetto economico dellimpresa. Le immobilizzazioni tecniche materiali = condizioni di produzione comuni a pi esercizi; beni materiali ad utilizzazione ripetuta per tempi lunghi, quali i terreni, i fabbricati, gli impianti e le macchine. Le immobilizzazioni tecniche partecipano alla formazione del reddito di esercizio per quote; a ciascun esercizio viene attribuita una quota del costo comune a pi esercizi annuali; la quota determinata in funzione del contributo fornito dallimmobilizzazione tecnica alla produzione economica nel periodo corrispondente allesercizio. Tale processo di ripartizione del costo delle immobilizzazioni tecniche su pi esercizi, prende il nome di AMMORTAMENTO. Le immobilizzazioni tecniche immateriali = condizioni di produzione comuni a pi esercizi; beni immateriali ad utilizzazione ripetuta per tempi lunghi acquistate, ad esempio, sotto forma di marchi, brevetti o licenze. Le materie prime = beni materiali ad utilizzo non ripetuto (da intendersi in senso molto lato). I servizi privati = si pensi ai servizi privati di consulenza prestati da liberi professionisti, ai servizi di assistenza tecnica e manutenzione, ai servizi di locazione di immobili o impianti etc. I servizi pubblici = si distinguono da quelli privati per il fatto che ad essi non corrispondono prezzi-costo, bens TRIBUTI. I beni liberi = si tratta di beni la cui acquisizione non genera componenti di reddito negativi (non appaiono nel reddito di esercizio e nemmeno nel capitale di funzionamento). I mezzi monetari = fatta eccezione dei beni liberi, tutte le condizioni produzione fin qui analizzate sono acquisite di regola, contro pagamenti di importi di mezzi monetari. In astratto si pu ipotizzare che il fabbisogno di mezzi monetari di unazienda di produzione sia soddisfatto dallinsieme di flussi di mezzi monetari derivanti dai ricavi di vendita. In realt, poich in unazienda esiste unasincronia tra i tempi delle entrate e delle uscite, si ricorre per coprire il fabbisogno dei mezzi monetari, anche al credito di prestito o al capitale proprio.

I DEBITI DI PRESTITO
Sono condizioni di produzione che appaiono come elementi NEGATIVI del capitale di funzionamento; i relativi oneri (interessi passivi), sono componenti NEGATIVI del reddito di esercizio.

IL CAPITALE PROPRIO
elemento NEGATIVO del capitale di funzionamento, se pur con significato particolare. Esso non ha forma di debito, rappresenta un insieme di attese di varia specie dei conferenti di capitale. Ad esso si correla la rimunerazione del capitale proprio, componente del reddito di esercizio e parte del risultato reddituale.

I DEBITI E I CREDITI DI REGOLAMENTO


La dinamica dei mezzi monetari fortemente influenzata anche dalle modalit di regolamento degli scambi. Gli scambi sia di acquisto che di vendita, spesso non avvengono con pagamenti in contanti, bens con regolamento a termine.

Gli acquisti con regolamento differito danno luogo al formarsi di debiti di


regolamento, che rappresentano una forma di finanziamento da parte dei fornitori. I debiti di regolamento sono cio debiti verso i fornitori. Per converso, le vendite danno luogo a crediti di regolamento, assimilabili a finanziamenti nei confronti dei clienti. I crediti di regolamento sono cio crediti verso i fornitori.

I TITOLI E LE PARTECIPAZIONI
Una parte delle disponibilit monetarie pu essere conferita ad altre aziende in varie forme: prestiti di finanziamento (spesso sotto forma di obbligazioni o titoli del debito pubblico), o conferenti di capitale proprio. Si tratta di operazioni tipiche di gestione patrimoniale che danno luogo ad elementi POSITIVI del patrimonio, denominati titoli e partecipazioni.

I MEZZI MONETARI LIQUIDI


Linsieme complessivo dei flussi monetari in entrata e uscita, produce un componente POSITIVO di patrimonio, denominato cassa, ossia la quantit di mezzi monetari liquidi disponibili in un dato momento. 8.3 Le condizioni di produzione e di consumo come FONDI di ELEMENTI

PATRIMONIALI
Il patrimonio dellazienda di produzione linsieme delle condizioni di produzione di pertinenza dellazienda, ossia delle condizioni positive e negative di produzione di cui lazienda titolare. Tali condizioni sono chiamate condizioni patrimoniali di produzione . In sintesi le principali condizioni patrimoniali di unazienda di produzione sono cos identificabili: a) Condizioni POSITIVE Disponibilit immediate di mezzi monetari (cassa, conti correnti attivi) Crediti di regolamento verso fornitori Rimanenze Immobilizzazioni tecniche materiali (acquistate o prodotte allinterno) Immobilizzazioni tecniche immateriali (acquistate o prodotte allinterno) Crediti di prestito e partecipazioni al capitale proprio di altre aziende b) Condizioni NEGATIVE Debiti di regolamento verso fornitori Indennit di fine rapporto dovute ai prestatori di lavoro Debiti di finanziamento Capitale proprio (conferimenti e utili non distribuiti spettanti ai conferenti di capitale)

8.4

La struttura, la dinamica, la propriet e il valore del PATRIMONIO

Di seguito si trattano i temi essenziali per una corretta osservazione del patrimonio come elemento della struttura aziendale. In modo particolare si analizzano i seguenti aspetti del patrimonio: Struttura

Dinamica Propriet Relazioni tra patrimonio e

valore

dellazienda

STRUTTURA DEL PATRIMONIO


Ci si limiter alla descrizione degli elementi di carattere pi generale, con particolare riferimento alle immobilizzazioni tecniche, ossia a condizioni di produzione e consumo ad impiego ripetuto e distribuito in tempi lunghi. Le immobilizzazioni tecniche devono essere analizzate secondo la loro origine e la loro forma: Immobilizzazioni tecniche ESOGENE = acquisiste dallesterno mediante operazioni di scambio o per apporto in varie forme. Immobilizzazioni tecniche ENDOGENE = prodotte dallinterno dellazienda. Immobilizzazioni tecniche MATERIALI (viste in precedenza) Immobilizzazioni tecniche IMMATERIALI (viste in precedenza) Si vengono pertanto a definire 4 classi di immobilizzazioni tecniche: 1. Esogene materiali 2. Endogene materiali 3. Esogene immateriali 4. Endogene immateriali Le condizioni produttive delle prime 2 classi, sono rappresentate dagli impianti, dai fabbricati, dalle macchine etc., distinti a seconda che siano stati acquisiti allesterno o allinterno dellazienda. La 3 e 4 a classe (in particolare la 4 a), sono meno identificabili a livello esemplificativo. Si pensi per semplicit alla 3 a classe, composta da brevetti, marchi acquistati, software prodotti da altre aziende di consulenza e progettazione, e cos via. La 4 a classe composta da condizioni di produzione e consumo difficilmente misurabili. Si pensi ad unazienda che offre servizi di consulenza di direzione operante da tempo e con successo presso prestigiosi clienti. In questo caso quali sono gli elementi attivi del suo patrimonio? Certamente sono di rilievo le disponibilit di mezzi monetari, i crediti verso clienti, gli uffici e gli arredi di propriet etc. per evidente che gli elementi patrimoniali positivi pi critici ma altrettanto importanti, sono: Le metodologie di lavoro sviluppate nel tempo Le relazioni esterne, ovverosia con i clienti Limmagine goduta presso i potenziali clienti Le relazioni interne, ossia la capacit di lavoro tra gruppi dellorganismo personale Nota: lanalisi delle immobilizzazioni tecniche (I.T.) come elementi della STRUTTURA del PATRIMONIO, importante per altri due aspetti: A) volumi elevati di I.T. comportano fabbisogni monetari elevati, spesso con ricorso a debiti di finanziamento e conferimenti di capitale proprio. B) Il valore delle I.T. esogene materiali, nella pratica considerato come indicatore della capacit di credito dellazienda; lo si considera spesso (impropriamente) come garanzia della capacit di rimborso dellazienda o comunque di recupero del credito da parte dei finanziatori.

LA DINAMICA DEL PATRIMONIO


Il patrimonio un complesso di condizioni positive e negative singolarmente e nel suo insieme in continua trasformazione. Esso pu essere analizzato anche in forma di situazione patrimoniale in un determinato momento, ma ci non deve corrispondere ad unanalisi di tipo statico; la situazione patrimoniale in un dato momento frutto di una dinamica passata ed in essere, ed condizione di dinamiche future. Alcuni aspetti importanti della struttura e della dinamica del patrimonio, sono evidenti dal carattere di unitariet del patrimonio stesso. Ci significa che ciascun elemento del patrimonio sempre dipendente e strettamente correlato a tutti gli altri elementi che compongono il patrimonio medesimo, vale a dire che nessuna condizione patrimoniale condizione autonoma di processi di produzione e consumo. La dinamica del patrimonio osservabile anche in termini di variabilit di stato (per destinazione e per contesto), delle singole condizioni patrimoniali. In tempi diversi una stessa condizione patrimoniale, pu variare destinazione: si pensi ad un edificio destinato ad uso uffici che successivamente passa alla locazione verso terzi. A parit di destinazione, pu

cambiare il contesto in cui le condizioni patrimoniali si collocano e quindi in tal modo pu cambiare radicalmente il loro valore. Basti pensare ad un impianto di produzione le cui vendite sono calate del 50% o per il quale apparso sul mercato un possibile sostituto basato su una nuova tecnologia.

LA PROPRIET DEL PATRIMONIO


Un problema connesso alla natura del patrimonio, riguarda la propriet dello stesso; a chi fa capo la propriet del patrimonio di unazienda? Chi proprietario dellazienda? Lazienda quale intesa in questo cotesto, non pu essere oggetto di propriet: la propriet ha per oggetto beni e lazienda non un bene! Lazienda un complesso economico composto da un assetto organizzativo, da un organismo personale, da un assetto tecnico e da un patrimonio. Il tema della propriet si pone quindi per il patrimonio!

IL VALORE DEL PATRIMONIO


Strettamente connesso al problema della propriet dellazienda (o meglio del patrimonio), quello del valore dellazienda (o meglio, del valore del patrimonio) in ipotesi di cessione della stessa. Si distinguono 2 casi: La cessione dei singoli elementi del patrimonio per LIQUIDAZIONE dellazienda. La cessione del complesso di beni in ipotesi di CONTINUAZIONE DELLATTIVIT ECONOMICA. Nel caso di liquidazione, si ha una radicale trasformazione degli elementi del patrimonio; da condizioni di produzione diventano beni oggetto di scambio. Nel caso di cessione del patrimonio di unazienda in funzionamento, si forma un prezzo in funzione di numerose variabili di vario tipo. I valori del capitale di funzionamento che rappresentano il patrimonio, sono solo una (spesso non la pi rilevante) di tali variabili.

8.5 Il capitale di funzionamento


Nelle analisi di Economia aziendale di rilievo fondamentale la rappresentazione del patrimonio come sistema di valori; nelle aziende di produzione si costruisce la sintesi di valori denominata capitale di funzionamento, quale appunto rappresentazione del patrimonio in forma di valori. Nelle aziende familiari e negli istituti pubblici, il capitale di funzionamento prende il nome di patrimonio di funzionamento. Si trattano ora due temi strettamente connessi alla configurazione del capitale di funzionamento: 1. La rappresentazione nel capitale di funzionamento, delle immobilizzazioni tecniche immateriali endogene (I.T.), ossia prodotte allinterno dellazienda. 2. Le rivalutazioni fuori esercizio. Nel primo caso si pone il problema dellopportunit di rappresentare o meno le I.T. endogene in quanto: si tratta di condizioni non concrete difficile determinarne il costo la loro utilit opinabile si tratta di condizioni non cedibili a terzi Nella pratica preferibile non inserirle nel capitale di funzionamento in omaggio al principio di prudenza che impone di considerare quali elementi del capitale di funzionamento, solo condizioni con utilit economica certa e misurabile.

Le rivalutazioni fuori esercizio


Nel tempo variano con dinamiche differenti prezzi, condizioni di produzione, il potere di acquisto della moneta, variano circostanze di ambiente e di impresa. Si impongono pertanto nove valutazioni, ossia rivalutazioni fuori esercizio. Esse si compiono per consentire una corretta misurazione dei redditi prodotti e producibili da parte dellazienda. Si pensi al caso di un impianto acquistato ad una certa data per 100.000 ed oggi, acquistabile con caratteristiche economico-tecniche equivalenti, per 60.000 ; il costo complessivo sostenuto dallazienda stato e rimane pari a 100.000 . Non si pone il problema di fare apparire nel capitale di

funzionamento che limpianto vale meno, si tratta invece di ridistribuire tale costo sui vari esercizi secondo un piano di ammortamento differente rispetto a quello ipotizzato al momento dellacquisto dellimpianto.

13.1

Il CAPITALE CONOMICO

Come abbiamo avuto modo di accennare, il patrimonio di unazienda pu essere oggetto di liquidazione per stralcio o di cessione come complesso di beni in funzionamento. Nel primo caso si ha una radicale trasformazione degli elementi del patrimonio: da condizioni di produzione a beni oggetto di scambio. Nel secondo caso invece, il complesso funzionante permane, non si trasformano le condizioni di produzione, cambia soltanto la prospettiva in quanto si tratta di determinare un valore che sia alla base della definizione di un prezzo di cessione. Nascono cos due altre nozioni di capitale-valore: il capitale di liquidazione e il capitale economico, determinato in caso di cessione in blocco. Il capitale economico la nozione di capitalevalore che prende in considerazione lipotesi che il complesso aziendale sia ceduto in blocco. Qualsiasi investimento ha un valore se produce reddito nel futuro; il patrimonio dimpresa (specie quando oggetto di trasferimento in blocco), non fa eccezione. Esso trae il suo valore dalle prospettive di reddito futuro. Determinare un capitale economico significa quindi esprimere un apprezzamento. La nozione di capitale economico non va confusa con il prezzo o il valore effettivo di scambio. Essa soltanto un indice, un valore teorico di riferimento. necessario tener ben distinti questi due concetti: capitale economico e prezzo di cessione, sapendo che il primo strumentale al secondo. Vi possono essere casi in cui essi coincidono. Numerose sono le circostanze aziendali che possono richiedere la necessit di determinare il capitale economico come valore indicativo; tra queste ricordiamo la cessione di azienda, la cessione di titoli che rappresentano il capitale di unaltra societ, la fusione o incorporazione di altre societ, lingresso di un nuovo socio etc.

13.2
Metodo sintetico

I procedimenti di determinazione del capitale economico

Se il capitale in ipotesi di cessione in blocco trae valore dalle prospettive reddito dimpresa, la sua determinazione non pu che realizzarsi mediante la capitalizzazione dei flussi di reddito attesi futuri ad un adeguato tasso, per un periodo di tempo illimitato. In questo caso, il valore economico del patrimonio, si fonda su una serie di ragionamenti complessi, di congetture e stime. La formula la seguente: Raffrontando il CE con il capitale netto CN espresso a valori aggiornati (rivalutati), si ottiene lavviamento A: Lavviamento quindi una qualit dellimpresa: determinare un avviamento vuol significare che limpresa presenta prospettive di reddito tali da rimunerare in misura soddisfacente i mezzi investiti da conferenti di capitale risparmio.

CE = E

Ke
Dove: E = Flusso di reddito medio normalizzato Ke = Tasso di attualizzazione A = CE CN Metodo analitico Il CE, pu essere determinato anche con un secondo metodo detto analitico, che deriva dalla formula dellavviamento: In questo caso si tratta dellavviamento determinato in modo autonomo, che si ottiene attualizzando il soprareddito che deriva dal confronto tra reddito atteso dallazienda e reddito ritenuto soddisfacente dai conferenti il capitale risparmio: Il procedimento sintetico (anche se concettualmente corretto), trova grandi difficolt nella concreta applicazione perch sono molti gli elementi di incertezza e difficolt. La pratica si orienta sul metodo analitico.

CAPITOLO 9 IL PRINCIPIO DI ECONOMICIT


9.1 Leconomicit: durabilit e autonomia DURABILIT Lazienda per essere ordine economico di istituto deve essere duratura, deve cio svolgersi secondo condizioni di vita e di funzionamento tali da consentire di durare nel tempo in un ambiente mutevole.

AUTONOMIA
Non sufficiente che lazienda duri nel tempo, occorre anche accertarsi che non si manifesti ad un ricorso sistematico a interventi di sostegno o di copertura delle perdite. Lautonomia quindi un carattere che si accompagna necessariamente con quello di durabilit e serve a qualificarla. Nella pratica si hanno molti esempi in cui la durabilit non sostenuta dallautonomia; lazienda familiare, ad esempio, pu durare e svilupparsi grazie a continui sussidi da parte di altre economie (Stato, Regioni e/o Comuni, altre famiglie etc.). Cos unimpresa che produce continue perdite di gestione pu continuare a vivere grazie allimmissione di nuovo capitale da parte di soci. Sono comunque tutte soluzioni che hanno carattere di precariet e provvisoriet e che col tempo rendono ancor pi gravi le conseguenze sociali che si volevano evitare. Il principio di economicit sostanzialmente una regola di condotta che una volta rispettata, consente allazienda di operare in condizioni di durabilit e autonomia. Essa valida per qualsiasi classe di istituti che debbano raggiungere fini di natura economica.

CE = A + CN

A = {E KeCN}a ni
Dove: E = Reddito medio normalizzato atteso dallazienda Ke = Costo-opportunit per il conferente capitale risparmio CN = Capitale netto a valori aggiornati (rivalutati) KeCN = Reddito ritenuto soddisfacente per il conferente capitale risparmio a ni = Valore attuale di una rendita di una lira annua riscuotibile per n anni di divario

9.1
LE FAMIGLIE

Leconomicit in diverse classi di istituti

Nellazienda familiare leconomicit viene conseguita se la produzione di redditi da lavoro e da gestione patrimoniale, in grado di soddisfare i consumi in misura adeguata alla posizione sociale e al tenore di vita della famiglia; non solo: questa produzione di redditi dovrebbe generare un risparmio in grado di alimentare un conveniente patrimonio.

GLI ISTITUTI PUBBLICI TERRITORIALI


Tra le condizioni da rispettare per conseguire lequilibrio reddituale, possono indicarsi: La produzione di beni pubblici che vengono giudicati soddisfacenti per lo sviluppo sociale ed economico di una collettivit. Rimunerazioni adeguate ai collaboratori e finanziatori. Svolgimento di processi di gestione senza sprechi e secondo efficienza. Limposizione di tributi che risultino in linea con le condizioni precedenti.

IMPRESE
Anche in questi casi leconomicit viene perseguita soddisfacendo simultaneamente un insieme di condizioni: I ricavi devono coprire tutti i costi necessari alla produzione. Rimunerazioni adeguate e ritenute soddisfacenti (ai collaboratori e conferenti capitale risparmio).

Devono essere ritenute soddisfacenti, le variazioni di valore capitale per rivalutazione 9.1 Leconomicit dellazienda di produzione: lequilibrio reddituale Leconomicit, comporta il simultaneo rispetto di una serie di fini economici o condizioni di funzionamento. Nellazienda di produzione si svolge una serie di accadimenti, tra i quali vengono ad assumere particolare importanza quelli di scambio con terze economie. Da qui scaturiscono infatti componenti positivi e negativi di reddito (ricavi e costi); il fluire dei ricavi nel tempo alimenta la continuit dei processi produttivi che via via si susseguono con il sostenimento di costi. Poich in genere nelle aziende di produzione, i costi sono sostenuti in via anticipata rispetto i ricavi, si manifesta un fabbisogno di capitale, la cui copertura con provvista di opportune fonti di finanziamento, determina a sua volta un componente negativo di reddito (gli oneri finanziari), che i componenti positivi di reddito devono pure coprire. Solo se il fluire dei componenti positivi copre i componenti negativi, risulta assicurata in prima approssimazione, la continuit dazienda. Da questi brevi cenni si evince una prima e fondamentale condizione da rispettare, senza la quale lazienda non pu dirsi vitale: tale condizione primaria viene chiamata equilibrio reddituale (equilibrio tra la somma dei componenti positivi e la somma dei componenti negativi di reddito). Lequilibrio reddituale deve essere visto anche in funzione di due aspetti importanti: il tempo (a cui riferire lequilibrio) e loggetto dellequilibrio (azienda o gruppo aziendale). importante precisare che affinch lazienda sia duratura nel tempo, fondamentale un equilibrio di lungo periodo accompagnato per anche da un equilibrio di breve periodo (condizione ideale e migliore). In pratica pu succedere (soprattutto in funzione della tipologia di produzione aziendale), che lazienda abbia un equilibrio di lungo senza quello di breve o viceversa. In merito alloggetto, possiamo dire che lequilibrio reddituale pu fare riferimento oltre che allazienda, al gruppo aziendale (insieme di pi aziende/societ). In questo caso lequilibrio reddituale pu essere inteso in due significati. Il primo quello per cui lazienda si dice economica in funzione del gruppo poich solo entro il gruppo essa riesce ad essere autosufficiente. Nel secondo significato, lazienda si dice economica in funzione del gruppo quando, pur non conseguendo lequilibrio reddituale, viene mantenuta in vita perch offre vantaggi alle altre aziende del gruppo senza che questi si manifestino come componenti positivi di reddito (situazioni di questo tipo si hanno nel caso di aziende che svolgono attivit di promozione culturale, di immagine o di formazione dellorganismo personale). Lequilibrio reddituale come equilibrio tra la somma dei componenti positivi e la somma dei componenti negativi di reddito, non tuttavia condizione sufficiente, ma deve essere accompagnata anche da altre condizioni da rispettare simultaneamente:

1 CONDIZIONE = EFFICIENZA e INNOVAZIONE


Una prima condizione da rispettare simultaneamente allequilibrio reddituale, per affermare che lazienda si svolge secondo economicit, il mantenimento di un livello accettabile di efficienza espressa in termini di rendimento fisico-tecnico dei processi produttivi. Il termine efficienza ha in genere significato di relazione che intercorre tra i risultati conseguiti e mezzi impiegati e viene riferito a sfere operative diverse: dalla combinazione aziendale presa nel suo insieme, ai processi di produzione, a quelli commerciali o amministrativi. Unazienda vitale e duratura, se oltre allequilibrio reddituale, persegue lefficienza con metodi di lavoro che consentono di svolgere le operazioni senza sprechi di risorse e di tempi, ma soprattutto ricercando linnovazione dei processi perch solo attraverso questa strada che le aziende possono rimanere sul mercato in una posizione di sufficiente stabilit.

2 CONDIZIONE = FLESSIBILIT
Si intende con flessibilit, la predisposizione di strutture e di combinazioni produttive efficienti in grado di adeguarsi prontamente allambiente.

3 CONDIZIONE = CONGRUIT

La terza condizione riguarda la congruit (adeguatezza e proporzionalit) delle rimunerazioni del capitale risparmio e del lavoro. Non si pu parlare di economicit, se lazienda ottiene lequilibrio reddituale grazie solo a particolari condizioni di acquisto delle materie prime e dei servizi di terzi o grazie solo ad una particolare politica di prezzi imposti particolarmente elevati; o grazie anche ad una rimunerazione insufficiente o comunque non adeguata dei due fondamentali fattori della produzione: capitale risparmio e lavoro.

4 CONDIZIONE = EQUILIBRIO MONETARIO


Lazienda deve operare secondo equilibrio tra componenti positivi e negativi di reddito, ma deve anche contemporaneamente essere sempre in grado di far fronte agli impegni di pagamento. Si prenda per esempio la situazione di aziende che devono anticipare di molto i costi prima di ottenere dei ricavi (aziende cantieristiche e impiantistiche) in cui i lavori si sviluppano per anni, oppure ad aziende che devono anticipare la produzione per essere pronte nei periodi di punta delle vendite. In questi casi sussistono difficolt di carattere monetario e finanziario, poich un momentaneo rapporto sfavorevole fa costi e ricavi ed i relativi flussi monetari, si traduce in un accresciuto fabbisogno finanziario. Sar compito della gestione finanziaria ricercare la copertura di tale fabbisogno, provvedendo alla raccolta di mezzi finanziari con vincolo di credito sufficienti per garantire lo svolgimento dellazienda. Nei casi di forte squilibrio, si rendono necessari interventi istituzionali di adeguamento del capitale proprio. La gestione finanziaria gioca cos da volano, da cuscinetto tra la dinamica reddituale e la dinamica monetaria, compensando i periodi in cui si determinano squilibri monetari con quelli in cui si manifestano eccedenze di cassa. Il vincolo dellequilibrio monetario, pu spingere lazienda a ricorrere in misura eccessiva allindebitamento (specie quando il capitale di rischio non proporzionato al capitale di prestito), pregiudicando la sua stessa sopravvivenza. quindi molto importante rispettare questo vincolo, valutando attentamente i suoi riflessi sullequilibrio reddituale.

CAPITOLO 10 IL MODELLO DI BILANCIO


Si intende affrontare il tema della valutazione delleconomicit di unazienda di produzione. Tale valutazione prende le mosse dal sistema di valori che originano dallo svolgimento della gestione e che, raccolti in un modello chiamato modello contabile o del bilancio, consentono di misurare periodicamente il reddito di esercizio e il capitale di funzionamento.

10.1

Dagli accadimenti alle quantit economiche dazienda

SISTEMA DI ACCADIMENTI Si richiama la nozione di sistema di accadimenti per intendere linsieme di azioni e di fenomeni che si manifestano nellazienda e nel suo ambiente; azioni e fenomeni avvinti a sistema da relazioni molteplici e considerati rilevanti per lanalisi economica. Si pensi alla dinamica dei prezzi, ma anche ai comportamenti dei fornitori, dei clienti, dei concorrenti, cos come agli interventi dello Stato a favore dellimpresa.

SISTEMA DELLE OPERAZIONI E DELLE QUANTIT ECONOMICHE


Una particolare categoria di accadimenti costituita dal sistema delle operazioni, che abbiamo denominato combinazioni economiche, articolandole a loro volta in operazioni, processi, coordinazioni, combinazioni parziali e generali, e individuando nella unitariet, nellestensione e nella dinamicit, i suoi tre caratteri distintivi. Il sistema delle operazioni (o combinazioni economiche), intese come linsieme delle attivit di produzione svolte dalle persone che compongono lorganismo personale di azienda, nella loro espressione quantitativa danno luogo al sistema delle quantit economiche. In altri termini le quantit economiche, sono il risultato della determinazione quantitativa di combinazioni economiche e si identificano in dati indiscutibili espressione di fenomeni. Esempi di quantit economiche sono i prezzi-costo e i prezzi-ricavo, i saggi di interesse, le retribuzioni, i crediti/debiti di regolamento e di finanziamento, la consistenza fisica delle giacenze, il numero di dipendenti in organico, la quantit moneta disponibile etc.

Il sistema delle quantit economiche, rappresentando una dimensione, un aspetto, una espressione quantitativa dei sistemi di ordine superiore (sistema degli accadimenti e delle operazioni), ne eredita anche la loro natura e i conseguenti caratteri di unitariet, estensione e dinamicit. Il sistema delle quantit economiche a sua volta si distingue in molteplici sotto sistemi, sia di quantit monetarie che non monetarie. Lutilizzazione di quantit economiche e i calcoli che spesso essa comporta, danno origine sia a stime di quantit economiche, sia a congetture fondate su quantit economiche.

STIME
Le stime sono approssimazioni ad un vero, ad un fenomeno che ancora non si conosce in modo definito; le quantit stimate sono pertanto determinazioni approssimate di quantit economiche. La stima sebbene richiami la previsione, con questa per non si identifica in quanto non sempre riguarda dati futuri (molte volte nelle aziende si procede a stime di quantit presenti o passate).

CONGETTURE
Il dato economico congetturato non si identifica con un fatto reale, con una quantit economica: un immaginato, frutto di un calcolo che si basa su una ipotesi-finzione, coerente con le esigenze di investigazione o di operare economico. Non si tratta di stimare o svolgere approssimazioni, in quanto non c alcun dato definito da stimare. Sono esempi emblematici di dati congetturati , le quote di un costo pluriennale (ad esempio un impianto costato 100.000 Euro che fornir la propria utilit per 5 anni) attribuite per competenza ai vari esercizi annuali (quote di ammortamento!!!). Infatti limporto complessivo di 100.000 Euro una quantit economica incontrovertibile, (inconfutabile, certa), ma le quote attribuite ai singoli esercizi (ad esempio 20.000-30.000-30.000-15.000-5.000) sono necessariamente dati economici congetturati; essi possono essere determinati con maggiore o minore rigore logico, ma non esistono i dati veri in assoluto ai quali ci si deve approssimare. Le quantit economiche dazienda e le connesse quantit stimate e congetturate, sono il fenomeno di tutte le misurazioni, i calcoli, le previsioni che si compiono in azienda.

SISTEMA DI ACCADIMENTI
Insieme di menome e azioni che si manifestano in azienda e nellambiente, avvinti da relazioni molteplici e considerati rilevanti per lanalisi economica.

SISTEMA DI OPERAZIONI (COMBINAZIONI ECONOMICHE)


Insieme di attivit di produzione svolte dalle persone che compongono lorganismo personale dazienda (operazioni, processi, coordinazioni, combinazioni parziali e generali).

SISTEMA DELLE QUANTIT ECONOMICHE E DELLE CONNSESSE QUANTIT STIMATE E CONGETTURATE


Risultato della determinazione quantitativa di combinazioni economiche.

QUADRO DEI SISTEMI FONDAMENTALI DAZIENDA


10.2 Il sistema dei valori dazienda Nellambito del sistema delle quantit economiche dazienda e delle connesse quantit stimate e congetturate, si possono individuare vari sotto sistemi dei quali uno in particolare offre le basi per impostare modelli di valutazione e rappresentazione delleconomicit. Si tratta del sistema dei valori dazienda, che raccoglie la moneta come espressione del valore e che trova la sua origine nelle operazioni di scambio che limpresa intrattiene con terzi. Dallo scambio in una economia di mercato, lazienda trova definizione e misura del suo successo. Si comprende allora come, attraverso i valori che dallo scambio derivano, si possa studiare il divenire economico complessivo dellimpresa. Il divenire economico dellimpresa si manifesta sia con valori riferiti ad un istante (quantit-fondo), sia con valori riferiti ad un lasso di tempo (quantit-flusso). Dalle combinazioni economiche, vista la loro natura dinamica, scaturiscono le quantitflusso, mentre

quando si intende accertare le condizioni produttive a disposizione dellimpresa ad un certo momento, si determinano quantit-fondo. Va sottolineato che le quantit (fondo e flusso), sono due aspetti dello stesso fenomeno, il divenire economico dellimpresa. Ora sorgono due problemi: 1. Definire le classi di valore fondamentali, che derivano dagli scambi (quantit-flusso) 2. Definire i tempi e con cui si raccolgono tali valori.

CLASSI DI VALORI NUMERARI E NON NUMERARI


In merito al primo punto, utile un esempio pratico. Si consideri unoperazione di acquisto di materie prime in unimpresa industriale, regolata con il pagamento del prezzo a 30 giorni data fattura. La negoziazione di compravendita si sviluppa in un ciclo temporale articolato in fasi che sono: la trattativa tra le parti, la stipulazione del contratto in cui si ha la manifestazione economica dei valori secondo condizioni presenti e prospetti che dellimpresa e dellambiente in quel momento, lesecuzione del contratto con il trasferimento di beni e con la definizione del prezzo alla quale segue il regolamento del prezzo stesso. Il momento dellesecuzione trova espressione numeraria concreta in un documento chiamato fattura. Se si osserva ora la natura delloperazione e si adotta una visione patrimoniale,si nota come dalloperazione stessa nascano due valori di segno contrapposto:

SISTEMA DEI VALORI DAZIENDA


Moneta come espressione del valore Operazioni di scambio monetario come origine dei valori

SIGNIFICATO DEL SISTEMA DI VALORI


Espressione del divenire economico complessivo dellimpresa SITEMA DEI VALORI DAZIENDA COME SOTTO INSIEME DELLE QUANTIT ECONOMICHE DAZIENDA E DELLE CONNESSE QUANTIT STIMATE E CONGETTURATE a) Una variazione di moneta o di credito/debito di regolamento, ossia una variazione numeraria, che nel caso di specie un incremento di debito di regolamento nei confronti del fornitore, debito che sar successivamente onorato mediante pagamento di una soma equivalente; in qualunque forma si manifesti la variazione numeraria sempre una variazione di una condizione produttiva patrimoniale. In questo esempio si tratta di una variazione negativa in quanto incremento di una condizione patrimoniale negativa (i debiti di regolamento), o in altro aspetto, come frizione che produrr un uscita di cassa, ossia la riduzione di una condizione patrimoniale attiva. b) Una variazione non numeraria, che nel caso di specie consiste in un aumento di materie prime; si tratta dunque di unaltra variazione di una condizione produttiva patrimoniale, ma in questo caso positiva in quanto incremento di una condizione attiva di produzione (le materie prime). In sintesi, loperazione di acquisto produce due variazioni:una variazione numeraria negativa (aumento dei debiti di regolamento) ed una variazione non numeraria; la variazione non numeraria ha contestualmente due significati: un significato di variazione positiva delle condizioni di produzione disponibili (aumento di materie prime), ed un significato di componente negativo di reddito (il costo delle materie prime). Nota: i valori numerari sono tutti quei valori che esprimono strumenti di regolamento degli scambi; si tratta principalmente dei mezzi monetari liquidi disponibili (la cassa) e dei debiti/crediti di regolamento. I valori non numerari rappresentano invece condizioni produttive quali le materie prime, il lavoro, i servizi privati, le immobilizzazioni tecniche, i debiti e i crediti di prestito, il capitale proprio.

TEMPO DI RILEVAZIONE
Quanto al tempo in cui determinare i valor (secondo punto del problema), si adotta il momento in cui si manifesta la variazione numeraria, che viene ad identificarsi in pratica nel momento in cui si emette o si riceve la fattura. 10.3 Il modello di bilancio di esercizio: il reddito di esercizio e il capitale di funzionamento

Il modello che misura e valuta la redditivit della gestione con riferimento a periodi di tempo definiti, di varia ampiezza, viene denominato modello del bilancio di esercizio. Tale modello, mediante opportuni calcoli in cui intervengono stime e congetture, raccoglie il sistema di valori in adatte sintesi periodiche, pervenendo a determinare due quantit economiche complesse, il reddito di esercizio (quantit-flusso) e il capitale di funzionamento (quantit-fondo) alla fine del periodo per il quale si determinato il reddito. Il reddito di esercizio viene accolto in un conto denominato conto economico, mentre il capitale di funzionamento trova rappresentazione in un conto patrimoniale o stato patrimoniale finale. In queste sintesi del sistema dei valori viene misurato e rappresentato il divenire economico complessivo dellimpresa, per periodi in genere corrispondenti allanno solare (competenza economica).

10.6 Il bilancio di esercizio


La sintesi del reddito di esercizio (conto economico) e la sintesi del capitale di funzionamento (stato patrimoniale finale) formano il cosiddetto bilancio di esercizio. Il conto economico uno schema a sezioni divise e contrapposte, nella cui sezione di sinistra denominata dare vengono iscritti i componenti negativi di reddito, mentre in quella di destra denominata avere, vengono iscritti i componenti positivi di reddito. Lo stato patrimoniale finale anchesso uno schema a sezioni divise e contrapposte nella cui sezione di sinistra detta attivo sono accolte le condizioni patrimoniali positive, mentre in quella di destra detta passivo e netto, sono accolte le condizioni patrimoniale negative compreso il capitale proprio.

CAPITOLI 11 e 12 LEQUILIBRIO REDDITUALE E PATRIMONIALE


RAPPRESENTATO MEDIANTE INDICI
12.2 La redditivit del capitale proprio Lindice che esprime in massima sintesi i risultati dellimpresa la redditivit del capitale proprio detta anche ROE (Return On Equity), nella quale il reddito netto prodotto viene riferito alla condizione di produzione di diretta pertinenza ossia il capitalerisparmio o mezzi propri. Un altro indice da tener presente, quello che esprime la redditivit della gestione operativa, detto ROA (Return On Asset):

BILANCIO DI ESERCIZIO
Reddito di esercizio (quantit-flusso)

Capitale di funzionamento
(quantit-fondo)

CONTO ECONOMICO STATO PATRIMONIALE


Viene rappresentato nel Viene rappresentato nello

ROE =
Reddito Netto Capitale Proprio

ROA =
Reddito Operativo

Attivo Netto Il ROE pu essere espresso anche in funzione del ROA (che costituisce una sua parte): Il rapporto AN/CN detto Rapporto di Indebitamento (RI), il quale serve ad apprezzare la solidit patrimoniale dellimpresa, vale a dire la sua capacit di far fronte agli impegni verso terzi. Il rapporto RN/RO invece denominato Tasso di Incidenza (TI) del reddito netto sul reddito operativo. Si pu quindi affermare che la redditivit del capitale proprio, dipende da tre fattori: 1. La redditivit operativa (ROA) 2. Lindebitamento finanziario o solidit (RI) 3. Lincidenza del reddito netto sul reddito operativo (TI) 12.3La redditivit della gestione operativa La redditivit operativa (ROA), pu anche essere espressa nel modo seguente: Il rapporto RO/V detto ROS, ossia redditivit delle vendite, ossia il grado di convenienza economica delle vendite effettuate nellesercizio.

Il rapporto V/AN invece il tasso di rotazione dellattivo netto (TR): esso esprime la
relazione tra una dimensione operativa dellazienda (espressa dal fatturato messo al numeratore), e da una dimensione strutturale (espressa dallattivo netto al denominatore).

ROE = *
RO AN AN CN RN RO

*
RO = Reddito Operativo AN = Attivo Netto CN = Capitale Netto RN = Reddito Netto dove

ROA = *
RO V V AN RO = Reddito Operativo AN = Attivo Netto dove V = Fatturato (vendite)

12.4

Solidit e Liquidit

La solidit patrimoniale evoca il concetto di grado di dipendenza verso terzi finanziatori e abbiamo visto che un indicatore di questo concetto il rapporto di indebitamento (RI). Assieme al rapporto di indebitamento, occorre tener conto anche del grado di copertura delle immobilizzazioni (CI): Se CI > di 1 significa che il capitale a pieno rischio in grado di far fronte agli investimenti che permangono a lungo nellimpresa. Gli indicatori che permettono di valutare la liquidit o solvibilit di breve, sono il quoziente di disponibilit (QD) e il quoziente di liquidit (QL):

Questi due indicatori esprimo entrambi lattitudine della struttura patrimoniale a fronteggiare impegni a breve termine con le disponibilit liquide e con quelle che potranno diventare tali a breve scadenza.

CAPITOLI 26-27-28 LORGANIZZAZIONE, LA STRATEGIA DIMPRESA, SISTEMA COMPETITIVO E STRATEGIE COMPETITIVE


(Studiare sulle slide di Sacco)

CI =
CP IM CP = Capitale proprio IM = Immobilizzazioni tecniche al netto degli ammortamenti dove

QD =
AC PC

QL =
L PC dove AC = Attivo corrente PC = Passivo corrente L = Liquidit immediate e differite

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