Sei sulla pagina 1di 13

Il dibattito sulla natura e il destino delluomo Ci che i cristiani credono in merito alla natura umana determina grandemente ci che

pensano riguardo al loro destino finale. Coloro che considerano luomo un composto di materia e di spirito, con una natura dualistica, cio consistente di un corpo mortale e materiale e di unanima spirituale e immortale, generalmente immaginano un destino secondo il quale le loro anime immortali sopravvivono alla morte del corpo e trascorrono leternit nella beatitudine del paradiso o nel tormento dellinferno. Per alcuni, come i cattolici e altri, esiste anche la possibilit che le anime possano essere perdonate e purifica- te in purgatorio prima di ascendere al paradiso. Dallaltra parte, coloro che credono che la loro natura sia un tutto indivisibile e il corpo, lanima e lo spirito siano soltanto manifestazioni della stessa persona, generalmente immaginano un destino dove la loro intera persona risusciter a vita eterna o a morte eterna. I due diversi destini sono riconducibili a due diversi concetti della natura umana, quello dualistico e quello unitario; potrebbero essere defi- niti, come suggerisce il titolo del libro, limmortalit dellanima o la risurrezione dei morti. Da diversi decenni, il concetto biblico della natura umana e del suo destino ha suscitato un nuovo interesse tra gli studiosi. I pi rag- guardevoli fra loro, pur trovandosi su posizioni iniziali diverse, hanno affrontato questo argomento in articoli e libri. Gli studi pubblicati negli ultimi cinquantanni rivelano come il concetto tradizionale fondato sul dualismo filosofico sia stato ampiamente superato a favore di un concetto biblico delluomo inteso come unit psicosomatica indivisibile. Nel ripercorrere i numerosi testi pubblicati si ha quasi limpres- sione che il cristianesimo stia uscendo da un lungo torpore, riscoprenBacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 17 18 Introduzione do linsegnamento biblico e abbandonando i presupposti filosofici alla base del concetto dualistico. Gli obiettivi Questo studio si avvale di recenti ricerche compiute da numerosi stu- diosi e tenta di mostrare come linsegnamento biblico della natura umana possa influire in grande misura nella comprensione che luomo ha di se stesso, del mondo presente, della salvezza e del suo destino finale. Spero di poter conseguire un duplice obiettivo. Il primo quello di stabilire quale sia linsegnamento biblico in- torno alla natura umana per dimostrare che lessere umano un tut- tuno indivisibile. Questa verit stata accettata, negli anni recenti, da molti studiosi di varie denominazioni. Nella Bibbia non troviamo il concetto di una vita autonoma dellanima separata dal corpo, anzi lanima, lo spirito e il cuore non costituiscono i componenti che si ag-giungono al corpo, ma le caratteristiche che insieme al corpo sono parte inte- grante della stessa persona. La dicotomia tra corpo e anima deriva dalla filosofia platonica e non dalla rivelazione biblica. risaputo che il concetto di Platone di un corpo come prigione dellanima estraneo alla Bibbia e ha compromesso la spiritualit cristiana, il tema della sal- vezza e quello relativo alle cose finali. Il secondo obiettivo di comprendere in che modo linsegnamen- to biblico intorno alla natura umana possa interagire sulla vita presen- te e su quella futura. Tra gli studiosi c la tendenza a esaminare sepa- ratamente il concetto biblico delluomo (antropologia biblica) e quello del destino umano (escatologia biblica). Eppure, i due aspetti teologici non possono essere studiati separatamente. In genere, lanalisi, fatta con grande abilit, conduce alla divisione e alla separazione, ma spesso non seguita da una sintesi capace di mostrare in che modo le varie parti si armonizzino fra di loro per risco- prire un quadro pi completo. In questo studio, si tenter di mostrare come la verit biblica circa lindivisibilit della natura umana sia un valido supporto per comprendere il destino umano in cui il corpo, la- nima, la carne, il cuore, la mente e lo spirito fanno tutti parte della creazione di Dio, della redenzione e della restaurazione finale.

La procedura Per mantenere unesposizione logica lo studio seguir la seguente pro- cedura. In un primo momento esaminer il concetto biblico della natuBacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 18 19 Il dibattito sulla natura e il destino delluomo ra umana, studiando alcune delle parole chiave utilizzate nel-lAntico e nel Nuovo Testamento. Se apparentemente questa parte potr sem- brare troppo analitica vorrei rassicurare il lettore perch terr sempre in mente che per la Bibbia luomo un tuttuno. Cos, pur consideran- do i vari aspetti della natura umana, non bisogna dimenticare che la persona ununit indivisibile. doveroso riconoscere dice John A.T. Robinson che ogni singola parte delluomo pu corrispondere in qual- siasi momento alla totalit dellessere.1 Il secondo aspetto della procedura seguita in questo lavoro, consi- ste nellesaminare il destino delluomo cristiano, biblico, alla luce del- linsegnamento sulla natura umana. Lo studio si prefigge di fare una sintesi tra lantropologia e lescatologia, dove il corpo, lanima, la carne e lo spirito costituiscono un tutto indissolubile, presupponendo una sorta di continuit tra la creazione e il destino finale; infatti tutta la per- sona risusciter, corpo e anima per ricevere la vita eterna o la morte eterna. Inoltre, coloro che ricevono la vita eterna trascorreranno le- ternit non in un paradiso etereo e spirituale, ma su questo pianeta, restaurato e ricondotto da Dio alla sua perfezione originale. Lo studio del destino umano richiede una riflessione su alcune idee popolari ed errate riguardanti lo stato intermedio tra la morte e la risurrezione, tra il paradiso e linferno, come si dice in genere. Ciascuno di questi temi esaminato in capitoli separati, alla luce del- linsegnamento biblico. Nella quinta parte viene posta una particolare attenzione allo stu- dio dellinferno per dimostrare biblicamente che esso non il luogo di una vita di tormento senza fine. Lo scopo ultimo non solo di espor- re le vedute erronee, ma di sottolineare con forza il concetto biblico unitario e realistico della natura umana e del suo destino. Nellintroduzione vorrei presentare una veduta dinsieme dei due aspetti basilari delluomo e comprendere il loro grande influsso eserci- tato sulla vita pratica dei credenti e infine aiutare il lettore a capire lim- portanza della discussione, perch comprendere chi siamo ci permet- ter di capire meglio il mondo, la redenzione e il nostro ultimo destino. 1. Due aspetti basilari delluomo Come abbiamo visto, due modi di concepire luomo determinano due modi di comprendere il proprio destino. Da una parte il concetto del1 J.A.T. ROBINSON, The Body, London, 1952, p. 16. Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 19 20 Introduzione limmortalit dellanima, dallaltra la risurrezione dai morti. Nello stu- dio teologico La natura e il destino delluomo, Reinhold Niebuhr sug- gerisce che queste dottrine cristiane fondamentalmente diverse circa la natura umana e il destino, derivino da due concetti: quello classico e quello cristiano.2 Il primo si appoggia sulla filosofia greca, il secondo sullinsegna- mento della Bibbia. Il termine cristiano, applicato al secondo termi- ne, potrebbe anche trarre in inganno perch, come si avr modo di vedere, la maggioranza dei cristiani stata fortemente influenzata dal- linsegnamento classico della natura umana che prefigura

un corpo mortale e unanima immortale. Per questo, allora, preferisco utilizzare il termine biblico per il secondo concetto, in quanto riflette gli inse- gnamenti della Bibbia. Il dualismo classico La nozione classica della natura umana deriva in massima parte dagli scritti di Platone, Aristotele e dai filosofi stoici. Il pensiero dominante della speculazione filosofica relativa alluomo caratterizzato dalla distinzione tra materia e anima. Nel pensiero platonico, la natura umana costituita da una componente materiale e da una spirituale. Il corpo formato dalla materia ed sostanzialmente malvagio; la com- ponente spirituale , invece, lanima (psyche)o la mente (nous), che essenzialmente buona. Il corpo umano transitorio e mortale mentre lanima umana permanente e immortale. Alla morte, lanima viene liberata dalla prigione del corpo dove stata, per un periodo, sepolta. Nel tempo, il pensiero cristiano stato profondamente influenzato da questa visione dualistica e non-biblica della natura umana. Le impli- cazioni teologiche e le conseguenze pratiche derivanti dalla filosofia classica sono state davvero incalcolabili. Per la Bibbia luomo un tutto Luomo biblico considerato come un tutto, non diviso; corpo, anima e spirito sono parte integrante di un organismo indivisibile. Questo pensiero della rivelazione evidenzia almeno due differenze importanti con il concetto classico. La prima che lidea unitaria della natura umana si fonda sulla convinzione che la creazione fisica del cosmo e del corpo umano, siano 2 R. NIEBUHR, The Nature and Destiny of Man, New York, 1941, pp. 4-17. Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 20 21 Il dibattito sulla natura e il destino delluomo considerate molto buone (Gn 1:31). Nelle prime pagine della Bibbia non troviamo nessuna contrapposizione tra la materia e lo spirito, tra il corpo e lanima, perch fanno tutti parte della creazione di Dio. La redenzione prevede la restaurazione di tutta la persona, corpo e anima, e non la salvezza di unanima separata dal corpo. La seconda differenza che la natura umana non stata creata con unimmortalit innata, ma con la possibilit di diventare immorta- le. Gli esseri umani non possiedono un corpo mortale e unanima immortale, ma sono individui che con il corpo e lanima sono candida- ti allimmortalit. La vita eterna il dono di Dio a coloro che accettano il piano della salvezza; quelli che lo rifiutano conosceranno la di-struzione eterna, non un tormento eterno, n un fuoco infernale che duri sempre. La ragione semplice: limmortalit data come ricompensa ai salvati e non come retribuzione ai non-salvati. Questo il messaggio del Vangelo: Dio ha creato Adamo ed Eva come esseri mortali ma candidati alla vita eterna, se solo avessero mangiato il frutto dellalbero della vita. Anche noi, figli di Adamo, nasciamo mortali ma possiamo ricevere la vita eterna se accettiamo il dono di Dio. Limmortalit un dono e non un possesso umano innato. condizionato dalla nostra volont di accettare la grazia di Dio per la salvezza della nostra intera natura, corpo e anima. Cos la soluzione biblica anche chiamata immortalit condizionale, perch offerta da Dio a condizione che luomo laccetti. Il dibattito corpo-anima Alcuni lettori potranno dire che la discussione del corpo in contrasto con lanima sia un problema superato che non interessa pi a nessuno e dedicare un libro solo a questo argomento potrebbe sembrare ecces- sivo. La verit che la questione lontana dallessere irrilevante o superata. Il suicidio di massa di 39 persone in una residenza di San Diego, in California, che volevano abbandonare il contenitore del loro corpo per raggiungere con le loro anime la cometa Hale-Bopp, ricorda quanto sia viva la discussione intorno al corpo e lanima. Oggi pi che mai, linteresse per la vita ultraterrena sembra

sia diventato di grande attualit. Nel medioevo la fede nella vita ultrater- rena stata mantenuta accesa attraverso rappresentazioni letterarie, artistiche e superstiziose della beatitudine dei santi e dei tormenti dei peccatori. Oggi, questa convinzione diffusa in modo pi sofisticato Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 21 22 Introduzione attraverso i medium, i parapsicologi, le ricerche chiamate scientifi- che di esperienze prossime alla morte e gli spiritisti del New Age che cercano un contatto con gli spiriti del passato. Il risultato che tutto questo rumore intorno alla questione corpo-anima sta attirando unat- tenzione senza precedenti persino nella comunit teologica. Unindagine della letteratura prodotta negli anni recenti mostra chiaramente come questo argomento sia fortemente dibattuto dai maggiori studiosi di diverse convinzioni religiose. Lanima pu soprav- vivere ed esistere separatamente dal corpo? In altre parole, bisogna sapere se veramente luomo possiede questa scintilla di eternit che alla morte del corpo continua a esistere. Basandosi sulla tradizione, la grande maggioranza dei cristiani ha risposto affermativamente a questa domanda. Molti credono che tra la morte e la risurrezione finale, Dio preservi lesistenza delle anime senza il corpo e che, alla risurrezione, i corpi fisici vengano riuniti alle anime spirituali, intensificando cos il piacere del paradiso o il dolore dellinferno. Questi concetti tradizionali e popolari sono stati rivalutati in que- sti ultimi decenni. Tuttavia un numero sempre maggiore di studiosi sta abbandonando il concetto classico e dualista della natura umana a favore di un concetto unitario delluomo secondo la rivelazione. Diversi fattori hanno contribuito allabbandono del dualismo clas- sico da parte di molti studiosi. Uno di questi da ricercarsi negli studi biblici effettuati di recente circa il significato dei termini antropologici (corpo, anima, spirito, carne, mente e cuore); queste indagini hanno aiutato molti studiosi a riconoscere che questi termini non indicano dei componenti indipendenti, ma diversi aspetti della persona intera. Gli studi recenti riconoscono scrive Eldon Ladd che termini come corpo, anima e spirito non costituiscano facolt diverse e separabili delluo- mo, ma modi diversi nellosservare lintero uomo.3 Qualsiasi parte delluomo pu essere usata, nella Bibbia, per rap- presentare lintero essere umano. Non c nessuna dicotomia tra un corpo mortale e unanima immortale che sopravviva e funzioni sepa- ratamente dal corpo. Entrambi, corpo e anima, carne e spirito fanno parte della stessa persona e non si dividono alla morte. 3 G.E. LADD, A Theology of the New Testament, Grand Rapids, 1974, p. 457. Sul dibatti- to corpo-anima in campo filosofico e logico-linguistico segnaliamo lo studio corredato da una ricca biobliografia di G. GAVA, Mente versus corpo, un errore logico-linguistico, Liviana Ed., Padova, 1977. Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 22 23 Il dibattito sulla natura e il destino delluomo Il rifiuto del dualismo In tempi recenti numerosi studiosi della Bibbia sono giunti alla con- clusione che gli scrittori dellAntico e del Nuovo Testamento hanno ignorato la concezione dualistica della natura umana, in favore di una unitaria e integrale. I loro studi verranno presi in considerazione nei capitoli successivi. Posso per anticipare che i risultati di queste inte- ressanti ricerche hanno messo in crisi molti sostenitori del dualismo, i quali, in numero sempre crescente, rifiutano la nozione di unesisten- za dellanima parallela o separata dal corpo e riconoscono che essa non fa parte dellinsegnamento biblico. Molti storici della chiesa

condividono queste conclusioni pur rico- noscendo che il dualismo e la fede nella sopravvivenza di anime senza il corpo siano stati introdotti nel cristianesimo da padri della chiesa influenzati, a loro volta, dalla filosofia dualistica di Platone. Questo spiega perch queste convinzioni siano state ampiamente accettate nella chiesa cristiana anche se estranee agli insegnamenti della Bibbia. Filosofi e scienziati hanno contribuito a smantellare lidea tradi- zionale e dualistica della natura umana. I filosofi hanno confutato gli argomenti tradizionali secondo i quali lanima costituisce una sostanza immortale che sopravvive alla morte. Hanno proposto teorie alternati- ve secondo le quali essa rappresenta invece un aspetto del corpo umano e non un elemento separato. Gli scienziati, dal canto loro, hanno contribuito a demolire la convinzione di unesistenza indipendente dellanima, mostrando come la coscienza umana dipenda, e allo stesso tempo sia influenzata, dal cer- vello. Alla morte, il cervello cessa di funzionare e tutte le attivit coscienti si arrestano. La cessazione di tutte le funzioni mentali, alla morte, suggerisce come sia altamente improbabile che le funzioni attribuite allanima possano continuare a esprimersi. I ripensamenti sul dualismo da parte di ricercatori biblici, di stori- ci della chiesa, di filosofi e di scienziati hanno condotto i liberali e per- sino alcuni cristiani conservatori a rifiutare il concetto dualistico tradi- zionale della natura umana. Nel suo libro Corpo, anima e vita eterna, John W. Cooper riassume il risultato di questa discussione, dicendo: I liberali hanno rifiutato [il dualismo] considerandolo fuori moda e non pi intellettualmente sostenibile. Certi protestanti conservatori sostengono che, dal mo- mento che dovranno seguire solamente la Scrittura e non le tradizioni umane, qualora il dualismo antropologico risultasse essere una tradiBacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 23 Introduzione zione umana non basata sulla Scrittura, dovranno riformulare le pro- prie dottrine fondamentali epurandole da ogni aggiunta extra biblica. La distinzione anima-corpo dunque attaccata da pi parti.4 Dualisti preoccupati Questi ultimi sviluppi preoccupano coloro che continuano a mantene- re una comprensione dualistica della natura umana. Il libro di Cooper rappresenta uno dei molteplici tentativi di riaffermare linsegnamento dualistico e tradizionale cercando di rispondere agli attacchi sul duali- smo. La ragione bene espressa dallo stesso Cooper: Se ci che [gli studiosi] dicono fosse vero, allora bisogna rispondere a due do-mande veramente sconvolgenti. La prima che una dottrina affermata dalla maggior parte della chiesa cristiana falsa. La seconda, pi personale ed esistenziale, che sarebbero delusi quei milioni di cristiani convin- ti di ottenere il premio alla loro morte.5 Cooper profondamente impensierito per lalto costo emotivo determinato dallabbandono del concetto dualistico della natura umana. Egli scrive: Il pi ovvio che le convinzioni che praticamente tutti i comuni cristiani hanno circa la vita ultraterrena, debbano esse- re gettate come si getta a mare un carico in caso di pericolo. Se le anime non sono qualcosa che si possa staccare dai corpi, allora, in real- t, non esistiamo, tra la morte e la risurrezione, n con Cristo n da qualche altra parte, n consciamente n tanto meno inconsciamente. Questa conclusione causer a molti cristiani, livelli di ansiet esisten- ziale. Un costo pi generale costituito dalla perdita di un altro asse nella piattaforma delle convinzioni tradizionali cristiane, forzatamente slegato e gettato fra gli scampoli della informata cultura moderna.6 Non c nessun dubbio che la moderna cultura biblica stia causan- do grande ansiet esistenziale a milioni di sinceri cristiani i quali credono che, alla morte, le loro anime disincarnate andranno in cielo, l dove ora sono quelle dei loro cari. Qualsiasi provocazione contro la rassicurante tradizione del passato pu essere devastante. Eppure quei cristiani che riconoscono lautorevolezza normativa della Scrittura dovrebbero essere disposti a riesaminare le proprie convinzioni e a cambiarle se non sono in armonia con essa. 24

4 J. W. COOPER, Body, Soul and Life Everlasting. Biblical Anthropology and the Monism- Dualism Debate, Grand Rapids, 1989, p. 3. 5 Ibidem, p. 1. 6 Ibidem, p. 4. Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 24 25 Il dibattito sulla natura e il destino delluomo Le reazioni emotive sono comprensibili quando le proprie convin- zioni religiose sono messe in dubbio dagli studi biblici. Il teologo sviz- zero Oscar Cullmann, per esempio, stato amaramente criticato da molti che hanno energicamente dissentito sul suo libro Immortalit dellanima o risurrezione dei morti? Nella prefazione scrive: Nes- sunaltra pubblicazione nostra ha suscitato reazioni vive come questa, talune entusiaste, altre violentemente ostili.7 La critica, in effetti, divent talmente intensa e cos tanti si sentirono offesi dalle sue dichiarazioni, che decise deliberatamente di rima- nere in silenzio per qualche tempo. Va qui aggiunto che Cullmann non si lasci impressionare dagli oppositori del suo libro poich constat che questi si basavano non gi su argomenti esegetici, ma su conside- razioni emotive, psicologiche e sentimentali. Atteggiamenti scorretti In certi casi, la reazione ha preso forma di molestia. Il rispettato teolo- go canadese Clark Pinnock menziona alcune delle tattiche di molestia messe in atto per screditare eventualmente gli studiosi evangelici che avessero abbandonato il punto di vista dualistico della natura umana e la dottrina attinente alleterno tormento di un inferno ardente. Una delle tattiche stata quella di associare questi studiosi o ai liberali o ai settari come gli avventisti. Pinnock scrive: Sembra che sia stato scoperto un nuovo criterio per definire la verit, secondo il quale se gli avventisti o i liberali difendono una determinata posizione, allo- ra deve essere sicuramente sbagliata. Chiaramente si pu vedere che una verit pu essere stabilita in base a una associazione, e non ha bisogno di essere provata dallopinione pubblica attraverso un dibatti- to aperto e franco. Un tale argomento, inutile in una discussione intel- ligente, potrebbe avere un qualche effetto sulle persone meno prepa- rate perch sedotte dalla retorica.8 Nonostante gli atteggiamenti poco simpatici, la posizione biblica circa il concetto unitario delluomo, che nega limmortalit naturale dellanima e, di conseguenza, le pene dellinferno dei non salvati, sta ottenendo un sempre maggiore consenso tra gli evangelici. Con il suo appoggio pubblico, John R.W. Stott, noto teologo e predicatore britan7 O. CULLMANN, Immortalit dellanima o risurrezione dei morti?, Paideia, Brescia, 1967, p. 7. 8 C.H. PINNOCK, The Conditional View, in Four Views on Hell, William Crockett, Grand Rapids, 1992, p. 161. Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 25 26 Introduzione nico molto rispettato, sta sicuramente incoraggiando questa tendenza. In un piacevole brano, pieno di ironia scrive Pinnock sta creando una linea di credito per associazione, offrendo le stesse tattiche usate contro di esse. diventato impossibile pretendere che solo gli eretici o quanti a essi vicini (come gli avventisti) mantengano questa posizione, anche se, sono sicuro, qualcuno rigetter lortodossia di Stott precisa- mente su questo terreno.9 Lo stesso Stott esprime forti preoccupazioni sulle conseguenze laceranti allinterno della comunit evangelica di cui dirigente, legate proprio alle sue nuove convinzioni.

Egli scrive: Sono esitante in meri- to alle cose scritte, perch da una parte ho un grande rispetto per la tradizione di vecchia data, particolarmente quando afferma come verit uninterpretazione della Scrittura, e non laccantono a cuor leggero. Inoltre, lunit della comunit mondiale evangelica ha sempre avuto un gran significato per me. Ma la questione troppo importante per essere soppressa, e le sono grato (scrive a David Edwards) del suo invi- to a rendere noto il mio attuale pensiero. Non credo che la posizione a cui sono giunto sia assoluta, ma per il momento la tengo ferma; alzo la mia voce affinch un dialogo schietto, basato sulla Scrittura, possa avvenire tra noi evangelici.10 Lauspicio di Stott per un dialogo schietto tra evangelici, basato sulla Scrittura, potrebbe essere molto difficile se non impossibile da realizzarsi. La ragione semplice: gli evangelici sono condizionati dai loro insegnamenti tradizionali e denominazionali, tanto quanto i catto- lici romani e gli ortodossi orientali. In teoria, fanno appello alla sola Scriptura ma in pratica, gli evangelici spesso interpretano la Scrittura secondo i loro insegnamenti tradizionali e denominazionali. Se la nuova ricerca biblica sfida le dottrine tradizionali, nella mag- gior parte dei casi le chiese evangeliche cercheranno di sostenere la tradizione piuttosto che la sola Scriptura. La differenza tra evangeli- ci e cattolici romani sta in questo: i cattolici ammettono che la loro tra- dizione ecclesiastica ha unautorit normativa. Levangelico pu sostenere alcune dottrine tradizionali senza porsi domande, perch chi osa mettere in discussione la validit biblica di una dottrina tradizio- nale rischia di essere considerato eretico. 9 Ibidem, p. 162. 10 J.R.W. STOTT e D. EDWARDS, Essentials, A Liberal-Evangelical Dialogue, London, 1988, pp. 319-320. Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 26 27 Il dibattito sulla natura e il destino delluomo Nel 1989, in una grande assemblea organizzata per discutere sul significato del termine evangelico, venivano poste delle domande e molti si chiedevano se teologi come J. Stott o P. Hughes potessero esse- re considerati ancora evangelici, dal momento che avevano aderito alla dottrina dellimmortalit condizionale e dellannichilimento dei non salvati. La decisione di escludere questi teologi dalla comunione evan- gelica non stata presa solo per una manciata di voti.11 Altri insegnamenti tradizionali sono collegati al dualismo della natura umana; questo spiega perch alcuni gruppi evangelici difenda- no tenacemente limmortalit dellanima. Il rifiuto del concetto duali- stico delluomo significa abbandonare anche tante altre dottrine. Quali sono le conseguenze del dualismo antropologico? 2. Conseguenze del dualismo Implicazioni dottrinali Il concetto dualistico classico della natura umana ha enormi implica- zioni dottrinali. Un gran numero di dottrine derivano o dipendono grandemente da questo. Per esempio, la convinzione che al momento della morte lanima possa trasmigrare nel paradiso, nellinferno o nel purgatorio riposa sul presupposto che lanima sia immortale per natu- ra e che abbia una sua vita autonoma. Questo significa che, se lim- mortalit innata dellanima poggiasse su una concezione non biblica, allora la dottrina relativa allaldil, (paradiso, purgatorio e inferno), dovrebbe essere radicalmente modificata se non addirittura rifiutata. Dal dualismo antropologico dipende anche la mediazione di Maria e lintercessione dei santi che nella chiesa cattolica e nelle chiese orto- dosse hanno un posto rilevante. Se le anime dei santi sono in cielo, si potrebbe pensare che esista la loro intercessione a favore dei peccato- ri che si rivolgono a loro. La devozione mariana e il culto dei santi anche se scaturiscono da una piet popolare molto sentita, sono in con- trasto con linsegnamento biblico. Lapostolo Paolo ribadisce: Infatti c un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Ges uomo (1 Tm

2:5). Se, per , lanima non sopravvive e non pu esistere separata dal corpo, allora tutto linsegnamento della mediazione di Maria e dei santi 11 Si consiglia di consultare Christianity Today (June 16, 1989), pp. 60-62. John Ankerberg sostiene che negare la concezione tradizionalista dellimmortalit della- nima e della punizione eterna nellinferno, equivale a negare la divinit di Cristo (cfr. K.S. KANTZER e C.F. HENRY, eds., Evangelical Affirmations, Grand Rapids, 1990). Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 27 28 Introduzione deve essere considerato come una aggiunta ecclesiastica. Un riesame dellinsegnamento biblico sulla natura umana, potrebbe avere conse- guenze veramente dirompenti per le dottrine tradizionali della chiesa. Anche la dottrina del purgatorio poggia sul presupposto che lani- ma sopravvive al corpo e questo falso insegnamento ha per indotto la chiesa a considerarsi, sulla terra, colei che ha una giurisdizione sul serbatoio dei meriti e pu cos attribuire i meriti di Cristo e dei santi alle anime che si trovano nel purgatorio. Questa dottrina ha portato la chiesa allo scandalo della vendita delle indulgenze, dando cos inizio alla Riforma del sedicesimo secolo. I riformatori hanno considerato il purgatorio come una dottrina non biblica, ma hanno mantenuto la dottrina della traslazione delle anime individuali in uno stato di beatitudine (cielo) o in uno stato di punizione continua (inferno). Di nuovo, se la convinzione della sopravvivenza dellanima alla morte fisica fosse considerata non biblica, allo- ra le dottrine tradizionali relative al purgatorio, alle indulgenze e al transito delle anime al cielo o allinferno, dovrebbero anchesse essere rigettate come impianti voluti dalluomo. Lopera che i riformatori hanno iniziato eliminando il purgatorio, ora, deve essere completata col ridefinire il paradiso e linferno in accordo con la Scrittura e non secondo le tradizioni ecclesiastiche. improbabile che un tale colossale compito, possa essere oggi intrapre- so da una qualsiasi chiesa protestante. Ogni tentativo di modificare o di rifiutare le dottrine tradizionali stato spesso interpretato come un tra- dimento della fede, una causa di lacerazione del corpo unitario della chiesa. Questo un prezzo talmente alto, che la maggior parte delle chiese non sono disposte a pagare. Limmortalit dellanima svaluta la parousia Il dualismo tradizionale ha anche contribuito a svalutare la speranza dellavvento. La fede nellascensione delle anime al cielo pu oscurare ed eclissare lattesa del secondo avvento. Se alla morte, lanima del cre- dente ascende immediatamente alla beatitudine del paradiso per essere con il Signore, il credente con difficolt potr coltivare il senso reale dellattesa di Cristo che scende per risuscitare i santi che dor- mono. La preoccupazione principale sar quella di raggiungere imme- diatamente il paradiso, come anima immortale e non di vivere ogni momento presente con lo sguardo rivolto allevento futuro. Quelli che sono convinti di possedere unanima immortale credoBacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 28 29 Il dibattito sulla natura e il destino delluomo no che una parte di se stessi sia incapace di non esistere. Tale convin- zione esalta lindividuo e d la certezza che una parte di s ritorna al Signore. Mentre quelli che credono alla risurrezione finale non possono esaltare se stessi perch hanno riposto la fiducia in Cristo Ges e nelle sue promesse, tra cui quella del

suo glorioso ritorno per risusci- tare i morti e trasformare i viventi. Questo significa che non sono le anime dei morti che volano in cielo, ma il Signore che viene dal cielo per incontrare i suoi fedeli. Unaltra conseguenza della speranza individuale fondata sullim- mortalit immediata risiede nel fatto che essa cancella la speranza biblica comunitaria per unultima restaurazione della creazione e delle sue creature (cfr. Rm 8:19,23; 1 Cor 15:24,28). Quando lunico futuro che conta veramente la sopravvivenza dellanima individuale alla morte, langoscia per lumanit raggiunge un interesse periferico e marginale. In questo modo il valore della redenzione di Dio che per- mea tutto il cosmo viene a essere grandemente offuscato. La conse- guenza ultima, secondo Abraham Kuyper, questa: La maggioranza dei cristiani pensa a un futuro che non va oltre la propria morte.12 Equivoci sul mondo futuro Il dualismo classico ha incoraggiato idee erronee sul mondo futuro. Il concetto comune di paradiso come luogo di beatitudine dove le anime glorificate trascorreranno leternit nella contemplazione e nella medi- tazione, ispirato pi al dualismo platonico che al realismo biblico. Per Platone, i componenti materiali di questo mondo sono malvagi e, di conseguenza, non degni di sopravvivenza. Lo scopo ultimo, quello di raggiungere il regno spirituale dove le anime, liberate dalla prigionia del corpo materiale, godranno una beatitudine eterna. Durante il corso di questo studio vedremo che nellAntico e nel Nuovo Testamento non esiste il dualismo tra un mondo materiale infe- riore e un regno spirituale superiore. La salvezza finale inaugurata dalla venuta del Signore considerata nella Scrittura non come una fuga da, ma come una trasformazione di questa terra. Linsegnamento biblico riguardo il mondo futuro non quello di un celestiale ritiro spirituale abitato da anime glorificate, ma questo nostro pianeta popolato da santi risuscitati (cfr. Is 66:22; Ap 21:1). 12Citato da G.C. BERKOUWER, The Return of Christ, Grand Rapids, 1972, p. 34. La stessa visione espressa da R. F. ALDWINCKLE, Death in the Secular City, London, 1972, p. 82. Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 29 30 Introduzione Implicazioni pratiche Il dualismo classico della natura umana ha privilegiato le attivit intel- lettuali a scapito di quelle manuali. Lesistenza di unanima separata dal corpo ha svilito tutte le attivit legate al corpo e soppresso gli appe- titi fisici, impulsi naturali e salutari. Per contro, luomo secondo la Bibbia, come unit psicosomatica indivisibile, canta la creazione di Dio, compreso il piacere fisico. La spiritualit medioevale aveva promosso la mortificazione della carne come un modo per raggiungere la meta divina della santit. I santi sono persone ascetiche che si dedicano alla vita contemplativa, distaccando se stessi dalla vita activa. Dal momento che la salvezza dellanima veniva considerata pi importante di quella del corpo, gli impulsi fisici dello stesso furono intenzionalmente trascurati o persino soppressi. La dicotomia tra corpo e anima, tra fisico e spirituale, ancora presente nel pensiero di molti credenti. Sono ancora molti coloro che associano la redenzione solo allanima e non al corpo umano. La mis- sione della chiesa consisterebbe nel salvare le anime, perch sono pi importanti dei corpi. Conrad Bergendoff afferma: I vangeli non offrono nessuna base per una teoria di redenzione che salvi le anime separatamente dai corpi. Quello che Dio ha congiunto, filosofi e teologi non dovrebbero separare. Essi sono colpevoli di aver decretato il divorzio tra corpo e anima che Dio, invece, ha unito alla creazione; la loro colpa, poi, non diminuisce quando si scusano asserendo che la salvezza , cos, facili- tata. Fino a quando lessere umano non riconoscer una teoria di redenzione che soddisfi tutte le sue aspettative, non capir le ragioni per cui Cristo si sia incarnato per salvare lumanit.13

Lorigine del secolarismo Alcuni studiosi affermano che il dualismo classico stato determinan- te per la genesi del secolarismo moderno e per lerosione progressiva dellinfluenza cristiana sulla societ e la cultura.14 13 C. BERGENDOFF, Body and Spirit in Christian Thought, The Lutheran Quarterly n. 6, Agosto 1954, pp. 188-189. 14 Un eccellente studio che dimostra come il dualismo anima-corpo abbia contribui- to alla nascita del moderno secolarismo e la distizione tra secolare e spirituale o vita religiosa si pu trovare in B. WALSH e R. MIDDLETON, The Development of Dualism capitolo 7 in The Transforming Vision, Downers Grove, Illinois, 1984. Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 30 31 Il dibattito sulla natura e il destino delluomo Essi trovano una correlazione tra il secolarismo moderno che esclude la religione dalla vita, e la distinzione tra corpo e anima del cri- stianesimo tradizionale. Essi vedono anche un collegamento tra seco- larismo e distinzione tra natura e grazia come particolarmente soste- nuto da Tommaso DAquino. Secondo questultimo, la ragione natura- le sufficiente per vivere la vita naturale in questo mondo, mentre c bisogno della grazia per vivere una vita spirituale e raggiungere la meta della salvezza. Cos, la divisione della scolastica su corpo-anima ha permesso alla vita di essere divisa in due compartimenti diversi: vita activa e vita contemplativa o, si potrebbe dire, vita secolare e vita spirituale. Questa distinzione ha progressivamente condotto alla convinzione che il cristianesimo dovrebbe preoccuparsi della salvezza delle anime delle persone, mentre lo Stato dovrebbe essere responsabile della cura del corpo. Questo significa che lo Stato, e non la chiesa, dovrebbe preoccuparsi delleducazione, della scienza, della tecnologia, dei siste- mi economici, dei problemi sociali e politici, della cultura in generale e dei valori pubblici. Dualismo nella liturgia Linflusso del dualismo rintracciabile in molti inni cristiani, nelle pre- ghiere e nelle poesie. La frase iniziale della preghiera di sepoltura, che si trova nel Libro delle Preghiere della chiesa dInghilterra, totalmen- te dualistica: Poich piaciuto al Dio onnipotente, nella sua grande misericordia, di prendere con s lanima del nostro caro fratello che ci ha lasciato, noi, adesso, affidiamo il suo corpo alla terra.15 Una frase, in unaltra preghiera dello stesso servizio funebre, rive- la un chiaro apprezzamento dualistico: Le anime dei fedeli, dopo esse- re state salvate dal peso della carne, sono nella gioia e nella felicit. La nozione platonica della liberazione dellanima, prigione del corpo, chiaramente espressa nei versi del poeta John Donne: Come i corpi nella tomba scendono, dalla tomba le anime si sollevano.16 Molti inni sono permeati di pensieri dualistici sottilmente travesti- ti. In essi viene spesso chiesto di vedere questa vita presente come un 15 Citato da D.R.G. OWEN, Body and Soul. A Study on the Christian View of Man, Philadelphia, 1957, p. 28. 16 Dal poema di John Donne, The Anniversary. Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 31 gravoso pellegrinaggio e di cercare eventualmente rifugio in cielo, su, di sopra, in alto. Esempi di inni che manifestino ostilit verso questa vita terrena, levasione religiosa e lessere di un altro mondo, possono essere trova- ti facilmente negli innari della maggior parte delle denominazioni cri- stiane. Alcuni inni ritraggono questa terra come una prigione dalla quale il credente viene liberato per ascendere alla casa celeste. La casa di mio Padre costruita in alto,/ lontana, sopra il cielo stellato;/ quando, liberato da

questa prigionia terrena,/ quella residenza celeste sar mia. Altri inni descrivono il cristiano come uno straniero che non vede lora di lasciare questo mondo: Qui in questo paese cos scuro e triste,/ per molto ho vagato abbandonato e stanco. Oppure Son stra- niero in questa terra,/ sta la patria mia nel ciel!/ Questo mondo mi fa guerra,/sta la patria mia nel ciel!. I cristiani che credono alle parole di questi inni potrebbero, un giorno, essere delusi scoprendo che la loro dimora eterna non sopra il mondo... sul tavolato del cielo, ma qua sotto, su questa terra. Questo il pianeta che Dio ha creato, redento e che alla fine restaurer per le- terna dimora dei salvati. Le vaste implicazioni dottrinali e pratiche del- lidea dualistica della natura umana possono aiutare il lettore a rico- noscere limportanza di questo studio: non si tratta di una mera que- stione accademica, ma si indaga su un insegnamento biblico fonda- mentale che ha ripercussioni dirette e indirette su molte altre convin- zioni e pratiche cristiane. 3. Implicazioni delluomo biblico Dignit del corpo Luomo, essere completo in cui il corpo e lanima costituiscono ununi- t indissolubile, creato e redento da Dio, ha lobbligo di vedere la digni- t anche negli aspetti fisici della vita oltre che in quelli spirituali. Si onora Dio non soltanto con la mente, ma anche con il corpo, perch il nostro corpo il tempio dello Spirito Santo (1 Cor 6:19). La Scrittura ci esorta a presentare i nostri corpi come sacrificio vivente (Rm 12:1). Questo significa che non solo la mente agisce sul corpo, ma che anche il corpo pu influenzare i nostri pensieri. Lecologia della persona non riguarda solo i pensieri negativi, ma anche le abitudini quotidiane e lo stile di vita (droghe, alcol, tabacco possono avvelenare non solo i nostri corpi ma anche i pensieri e le relazioni). Henlee H. Barnette nota che quello che le persone sono disposte 32 Introduzione Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 32 33 Il dibattito sulla natura e il destino delluomo a fare agli altri, per gli altri, con gli altri e al proprio ambiente, dipen- de in buona misura da quello che pensano di Dio, della natura, di se stessi e del destino.17 La persona intera Il concetto delluomo secondo la Bibbia incoraggia tutti ad avere rispet- to per la persona intera. Nella predicazione, nellinsegnamento e nella missione la chiesa deve rispondere non solo alle esigenze spirituali dellanima, ma anche a quelle fisiche. compito della chiesa salva- guardare il creato e rispettare la persona, in modo che ogni credente possa ricercare la salute fisica, emotiva e spirituale. Nella missione evangelistica la chiesa non si occuper solo delle anime, ma anche delle condizioni di vita, della prevenzione, della salute, dellalimentazione e delleducazione. Lo scopo dovrebbe essere quello di servire al meglio il mondo, non di evitarlo, chiudendosi in uno spazio sacro. I problemi della giustizia sociale, della guerra, del razzismo, della povert e dello squilibrio economico riguardano tutti i credenti perch essi credono che Dio operi per restaurare luomo e il mondo intero. Leducazione cristiana dovrebbe promuovere lo svilup- po della persona nella sua completezza. La formazione scolastica dovrebbe mirare non solo allo sviluppo intellettivo, ma anche a quello fisico e spirituale. Un buon programma di educazione fisica dovrebbe essere considerato importante quanto quelli accademici e religiosi. I genitori e gli educatori dovrebbero for- nire le nozioni basilari per acquisire buone abitudini alimentari, per prendersi cura del proprio corpo e per svolgere un programma di eser- cizi fisici regolari. La visione biblica della persona ha anche implicazioni di carattere medico. La scienza medica ha recentemente sviluppato quella che nota

come medicina integrata. Professionisti integrali della salute enfatizzano la necessit di curare lintera persona, inclusa la condi- zione fisica, la nutrizione, lo stato emotivo, lo stato spirituale, i valori dello stile di vita e dellambiente.18 Nel 1975, durante la prolusione accademica alla facolt di medici- na delluniversit John Hopkins, il dott. Jerome D. Frank disse ai suoi allievi: Qualsiasi trattamento di una malattia che non inglobi anche lo 17 H.H. BARNETTE, The Church and the Ecological Crisis, New York, 1972, p. 65. 18 Encyclopedia Americana, 1983 ed., s. v. Holistic Medicine, p. 294. Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 33 34 Introduzione spirito umano, grandemente insufficiente.19 Il mantenimento della salute fisica e la sua eventuale guarigione in caso di malattia, dovran- no sempre coinvolgere lintera persona. La redenzione del cosmo Luomo biblico presuppone anche un aspetto cosmico della redenzione che racchiude il corpo, lanima, il mondo materiale e spirituale. La separazione tra il corpo e lanima o lo spirito hanno spesso portato alla divisione tra il regno della creazione e il regno della redenzione. Questultima ha privilegiato in larga misura, sia nel cattolicesimo sia nel protestantesimo, la salvezza delle singole anime a scapito della dimensione fisica e cosmica della redenzione. I santi sono spesso ritratti come pellegrini che vivono sulla terra ma distaccati dal mondo e le cui anime, alla morte, lasciano immedia- tamente i loro corpi materiali per ascendere a un luogo astratto chia- mato cielo o paradiso. Questo concetto riflette il dualismo classico, ma non tiene conto del pensiero biblico circa il creato. Se, come abbiamo visto, il dualismo tradizionale ha prodotto di- sprezzo verso il corpo e il mondo naturale, se i credenti continuano a cantare son straniero in questa terra,/ sta la patria mia nel ciel, creando una sorta di separazione tra il mondo dello spirito e quello fisico, nel leggere i salmi non troviamo alcun disprezzo per la terra. Nel salterio ebraico si cantavano, e ancora si leggono, le lodi al Signore per le sue opere magnifiche. Davide dice: Io ti loder , perch sono stato creato in modo stu- pendo. Meravigliose sono le tue opere, e lanima mia lo sa molto bene (Sal 139:14). Il salmista loda Dio per il suo corpo meraviglioso, un fatto saputo molto bene dalla sua anima (la sua mente). Questo un buon esempio del pensiero unitario, dove il corpo e lanima fanno parte della meravigliosa creazione di Dio. Nel Salmo 92, il salmista invita a lodare Dio con strumenti musicali, dicendo: Poich mhai rallegrato con le tue meraviglie, o SIGNORE; io canto di gioia per le opere delle tue mani. Come sono grandi le tue opere, o SIGNORE! Come sono profondi i tuoi 19 Cited by N. COUSINS, Anatomy of an Illness, New York, 1979, p. 133. Consideriamo degno di nota, tra i vari libri che parlano della medicina olistica, i seguenti: D. ALLEN e altri., Whole Person Medicine, Downers Grove, Illinois, 1980; E. GAEDWAG, ed., Inner Balance: The Power of Holistic Healing, Englewood Cliffs, NJ, 1979; M. WALKER, Total Health: The Holistic Alternative to Traditional Medicine, New York, 1979; J. LA PATRA, Healing the Coming Revolution in Holistic Medicine, New York, 1978. Bacchiocchi 29-07-2004 15:24 Pagina 34 35 Il dibattito sulla natura e il destino delluomo

pensieri! (Sal 92:4,5). Lallegrezza del salmista per il suo corpo mera- viglioso e per la magnificenza della creazione basata sulla sua con- cezione unitaria del mondo, creato come parte integrante dellintera opera della creazione e della redenzione.

Realismo biblico Linsegnamento biblico circa la natura umana si ripercuote anche sul nostro modo di vedere il mondo futuro. Nella sesta parte, vedremo in che modo la Bibbia descrive il mondo avvenire, non come un paradiso etereo dove le anime glorificate trascorreranno leternit vestite di tuniche bianche, cantando, suonando arpe, pregando, inseguendo nubi e bevendo latte di ambrosia. La Bibbia, al contrario, parla di santi risuscitati che abitano su que- sto pianeta purificato, trasformato e perfezionato con la venuta del Signore (cfr. 2 Pt 3:11,13; Rm 8:19,25; Ap 21:1). I nuovi cieli e la nuova terra (Is 65:17) non sono affatto un ritiro spirituale remoto fra spazi siderali non meglio definiti, ma indicano il presente cielo e la terra odierna riportati alla loro perfezione originale. I credenti entrano nella nuova terra non come anime disincarna- te, ma come persone risuscitate (cfr. Ap 20:4; Gv 5:28,29; 1 Ts 4:14,17). Sebbene nulla di impuro entrer nella nuova Gerusalemme, viene detto che i re della terra porteranno la loro gloria [alla luce]... e por- teranno a lei la gloria e lonore delle nazioni (Ap 21:24,26). Questi ver- setti suggeriscono che tutto quello che ha vero valore nellantico cielo e sulla vecchia terra, inclusi i successi dellabilit inventiva, artistica e intellettuale delluomo, troveranno posto nellordine eterno. Lim- magine stessa di citt trasmette lidea di abilit, vitalit, creativit e relazioni reali. Conclusione Intorno alluomo due grandi concetti si oppongono radicalmente: uno il dualismo classico e laltro lunit psicosomatica biblica. Il dibattito in corso sullinsegnamento biblico della natura umana ha mostrato limportanza fondamentale di questo argomento per linsieme delle dottrine e delle pratiche cristiane. imperativo, perci , esaminare con umilt quello che la Bibbia insegna intorno alluomo. Nella prima e nella seconda parte esamineremo i termini relativi alla persona umana utilizzati nellAntico e nel Nuovo Testamento. Dalla terza alla sesta parte vedremo il destino delluomo.

Potrebbero piacerti anche