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CARTADIMILANO

Delcarcereedellapena
Proposta per un codice etico/deontologico per giornalisti e operatori dellinformazione che trattano notizieconcernenticittadiniprivatidellalibertoexdetenutitornatiinlibert.

Premessa
Con le presenti norme di autoregolamentazione Consiglio Nazionale dellOrdine dei Giornalisti fa propria la necessit di sostenere, anche con linformazione, la lotta ai pregiudizi e allesclusione sociale delle persone condannateapeneintraoextramurarie. Ricorda il criterio deontologico fondamentale del rispetto della verit sostanziale dei fatti osservati contenuto nellarticolo 2 della Legge istitutiva dellOrdine e sollecita il costante riferimento alle leggi che disciplinano il procedimento penale e lesecuzione della pena e ai principi fissati dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dellUomo, dalla Costituzione Italiana e dalla legge sullOrdinamento Penitenziario (n. 354del1975)conlerelativemodificheapportatedallacosiddettaleggeGozzini(n.663del1986). ATALPROPOSITOINVITAIGIORNALISTIA: a)Osservarelamassimaattenzioneneltrattamentodelleinformazioniconcernentiicittadiniprivatidella libertinquellafaseestremamentedifficileeproblematicadireinserimentonellasociet. b) Tenere presente che il reinserimento sociale un passaggio complesso che pu avvenire a fine pena oppure gradualmente, come previsto dalle leggi che consentono laccesso al lavoro esterno, i permessi ordinari, i permessi premio, la semilibert, la liberazione anticipata e laffidamento in prova ai servizi sociali. c) Usare termini appropriati in tutti i casi in cui un detenuto usufruisce di misure alternative al carcere o di benefici penitenziari evitando di sollevare un ingiustificato allarme sociale e di rendere pi difficile un percorso di reinserimento sociale che avviene sotto stretta sorveglianza. Le misure alternative non sono equivalentiallalibert,masonounamodalitdiesecuzionedellapena. d) Tenere conto dellinteresse collettivo, ricordando, quando possibile, dati statistici che confermano la validitdellemisurealternativeeillorobassomarginedirischio e) Fornire, laddove possibile, dati attendibili e aggiornati che permettano una corretta lettura del contestocarcerario. f) Considerare sempre che il cittadino privato della libert un interlocutore in grado di esprimersi e raccontarsi, ma pu non conoscere le dinamiche mediatiche e non essere quindi in grado di valutare tutte leconseguenzeeglieventualirischidellesposizioneattraversoimedia. g) Tutelare il condannato che sceglie di parlare con i giornalisti, adoperandosi perch non sia identificato conilreatocommesso,maconilpercorsochestafacendo. h)Usareterminiappropriatiquandosiparladelpersonaleindivisadellecarceriitaliane:poliziotti,agentidi poliziapenitenziariaopersonaleindivisa.

i) Riconoscere il diritto dellindividuo privato della libert o exdetenuto tornato in libert a non restare indeterminatamente esposto ai danni ulteriori che la reiterata pubblicazione di una notizia pu arrecare all'onore e alla reputazione: il diritto alloblio rientra tra i diritti inviolabili di cui parla lart. 2 della Costituzione e pu essere ricondotto anche allart. 27, comma 3, Cost., secondo cui Le pene [] devono tendereallarieducazionedelcondannato. l) sono ammesse ovvie eccezioni per quei fatti talmente gravi per i quali linteresse pubblico alla loro riproposizione non viene mai meno. Si pensi ai crimini contro lumanit, per i quali riconoscere ai loro responsabili un diritto alloblio sarebbe addirittura diseducativo. O ad altri gravi fatti che si pu dire abbiano modificato il corso degli eventi diventando Storia, come lo stragismo, lattentato al Papa, il caso Moro,ifattipieclatantidiTangentopoli. m) E evidente che nessun problema di riservatezza si pone quando i soggetti potenzialmente tutelati dal dirittoallobliofornisconoilproprioconsensoallarievocazionedelfatto. n) Garantire al cittadino privato della libert, di cui si sono occupate le cronache, la stessa completezza di informazione, qualora sia prosciolto. DIRETTIVE 1. Tutte le norme elencate riguardano anche il giornalismo online, multimediale e altre forme di comunicazione giornalistica che utilizzino innovativi strumenti tecnologici per i quali dovr essere tenutainconsiderazionelaloroprolungatadisponibilitneltempo; 2. Tutti i giornalisti sono tenuti all'osservanza di tali regole per non incorrere nelle sanzioni previste dallaleggeistitutivadell'Ordine. 3. IlConsiglioNazionaledellOrdinedeiGiornalistiraccomandaaidirettorieatuttiiredattoridiaprire con i lettori un dialogo capace di andare al di l della semplice informazione per far maturare una nuova cultura del carcere che coinvolga la societ civile. Sottolinea l'opportunit che l'informazione sia il pi possibile approfondita e corredata da dati, in modo da assicurare un approccio alla questione criminale che non si limiti all'eccezionalit dei casi che fanno clamore, ma che approfondisca con inchieste, speciali, dibattiti la condizione del detenuto e le sue possibilitdireinserimentosociale. 4. Raccomanda inoltre di promuovere la diffusione di racconti di esperienze positive di reinserimento sociale,chedianoilsensodellapossibilit,perunexdetenuto,diriprogettarelapropriavita,nella legalit. ILCONSIGLIONAZIONALEDELLORDINEDEIGIORNALISTISIIMPEGNAA: 1. Individuarestrumentieoccasioniformativechepromuovanounamiglioreculturaprofessionale; 2. Proporre negli argomenti dellesame di Stato per liscrizione allAlbo professionale un capitolo relativoalcarcereeallesecuzionepenale; 3. Promuovereseminaridistudiosullarappresentazionemediaticadelcarcere; 4. Richiamare i responsabili delle reti radiotelevisive, i provider, gli operatori di ogni forma di multimedialit a una particolare attenzione ai temi della carcerazione anche nelle trasmissioni di intrattenimento,pubblicitarieeneicontenutideisitiInternet; 5. Promuoverelistituzionediunosservatoriosullinformazionerelativaalcarcere; 6. Istituireunpremioannualeperigiornalistichesisonodistintineltrattarenotizierelativeapersone detenuteoalcarcereingenerale.

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