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649004
LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
gioved 1 novembre 2012
Unicuique suum
Anno CLII n. 252 (46.198)
.
Benedetto
durante lincontro settimanale con i fedeli si sofferma sul senso della comunione nella Chiesa
NOSTRE INFORMAZIONI
In data 31 ottobre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Jhansi (India) presentata dallEccellentissimo Monsignore Frederick DSouza, in conformit al canone 401 1 del Codice di Diritto Canonico.
Provviste di Chiese
In data 31 ottobre, il Santo Padre ha nominato Vescovo di Jhansi (India) il Reverendo Peter Parapullil, Vicario Generale della medesima Diocesi. In data 31 ottobre, il Santo Padre ha nominato Vescovo di Puerto Escondido (Messico) il Reverendo Monsignore Pedro Vzquez Villalobos, Vicario Generale della Diocesi di San Juan de los Lagos.
GIULIA GALEOTTI
A PAGINA
Nella foto di repertorio, militari colombiani durante un conflitto a fuoco con le Farc (Epa)
In occasione della solennit di Tutti i santi il nostro giornale non uscir. La pubblicazione riprender con la data 2-3 novembre.
Francesco Maria Russo, Gloria del Paradiso e santi (1749, Napoli, Cappella Sansevero) PAGINE 4
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Si fa sempre pi complessa la trattativa europea sui tetti alla spesa pubblica
LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
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Dalla solennit di Tutti i santi alla festa di Cristo Re la liturgia inquadra lesistenza in una prospettiva che supera la storia
on difficile capire come mai, anche nella vita cristiana, la memoria dei defunti costituisca il sentimento religioso probabilmente pi sentito e pi diffuso. Essa tocca lo scandalo essenziale della vita. Rappresenta linnesco universale dellinterrogazione religiosa. Offre in ogni caso la procedura simbolica necessaria a elaborare il trauma della morte. La paleontologia del resto ci insegna, con dovizia di documenti archeologici talvolta persino struggenti, come il rito stesso sia nato per gestire simbolicamente la morte. Nella cura dei defunti troviamo uno degli elementi originali dellumanizzazione. Si capisce che luomo nasce quando comincia a seppellire i morti. Si pu dunque capire come mai attorno alla memoria dei defunti si accumuli un sentire cos potente. Non si dovrebbe sentenziare sul fenomeno con troppa leggerezza.
Lintenzione cristiana della memoria dovuta ai defunti sta naturalmente sullo sfondo della speranza pasquale. In questo senso il cristianesimo, lungo la sua parabola storica, ha saputo anche modificare profondamente il senso delluomo per la morte. La cultura dellinumazione, vale a dire labitudine di seppellire il corpo dei defunti, in sostituzione delle pratiche antiche della cremazione, deve al cristianesimo e al principio base dellincarnazione la sua generale diffusione. La ragione di fondo della memoria cristiana dei defunti dunque la resurrezione della carne. Lo sforzo della pratica liturgica quello di muoversi sempre in tensione fra questa profonda memoria arcaica del culto per i morti e la sua iscrizione allinterno della promessa evangelica della Pasqua. La cura pastorale si muove costantemente su questo insidioso terreno di discernimento. Spesso in effetti, specialmente oggi, persino il credente attraversa lesperienza della morte con uno sgomento disarmato, in
Giovanni Pascoli
casa. E latrio ulul tetro / per le vigili cagne di sotterra. / Pur vi guizz, la turba infante, dentro, / rabbrividendo, e dietro lor la madre / nellinfinita oscurit simmerse. In conclusione non si pu non richiamare un componimento proverbiale dei Primi poemetti, I due fanciulli, dove limmagine della madre amorosa pronta a chinarsi dolcemente sui suoi figlioletti addormentati per sorvegliarne il sonno col lume / velato un poco dalla rosea mano viene identificata con limmagine finale della morte che si china su di noi con la sua lampada accesa. Il Pascoli conosce bene fin dallinfanzia il gelo della solitudine, ronzo dun ape dentro il bugno vuoto, e pu andare incontro alla morte nellultima sera quasi fosse una madre amorosa, pu immaginare gli astri del firmamento come se fossero soltanto le faville gi spente di un incendio divampato a lontanissime distanze miriadi di secoli addietro, che luniverso sia un gran buio e noi tutti immersi nel suo grembo, che noi stessi siamo larve delle nostre vere esistenze gi trascorse, e difendersi da questa angoscia cosmica e sentirsi rassicurato pensando alla madre e alla sua lampada accesa.
ogni caso senza assumere quellespe- l verso cui proiettare ambigui sogni rienza come forma della fede. La di rivincita, quanto piuttosto sullo commemorazione dei defunti perci, stile mediante il quale un uomo conspecialmente nella nostra cultura se- serva se stesso anche se perde tutto colare, rappresenta insieme il banco loro del mondo. Fino al punto di di prova delle inquietudini delluo- apprendere larte di provare fin dora mo contemporaneo e lesercizio sim- la gioia profonda della vita evangelica. Lasciando agli stolti e agli increbolico del loro possibile riscatto. Nel giorno dei morti i cimiteri duli le loro illusioni. La celebrazione cristiana del santo si riempiono. Per molta gente lunica occasione di ascolto di una prescinde dunque dalleroismo, dal parola cristiana sulla morte. Per paranormale, dalleffetto speciale. qualcuno lunica occasione di Mette al centro un atto di fede che ascolto di una parola cristiana, sem- si spinge lontano. Verso il mondo plicemente. La responsabilit eccle- che verr. siale su questo enorme. La retorica Lanno liturgico si conclude con dottrinalistica non incanta pi luo- la celebrazione di Cristo Re dellunimo che accetta di farsi domande ap- verso. Come si sa, listituzione di pena un poco profonde. La parola questa festa ha delle origini piuttocristiana deve in questi casi diventa- sto recenti. Venne difatti istituita da re umile. Non precipitarsi a proporre Pio XI nel 1925 come segno del priResurrezione di Lazzaro (dettaglio di sarcofago, Citt del Vaticano, Museo Pio Cristiano) annunci di al di l retorici. Accettare mato cristiano nel difficile contesto la fatica di sostare sullinquietudine culturale del primo Novecento. Quedelluomo che si interroga. Sapr sta connotazione polemica impressa sto significher la messa in salvo di mente la sorte dei molti che nella conquistarsi forse lautorevolezza a allistituzione della solennit di Cri- tutto quanto secondo il sogno di Chiesa sono gi nello spazio del deinfondere quella fiammella di fede sto Re stata riassorbita legando la Dio per la sua creazione. Il criterio stino promesso. La forma di questa sufficiente a rendere meno tenebroso sua celebrazione ai temi escatologici di questa salvaguardia ultima delles- celebrazione duplice. Da un lato la il transito indecifrabile del morire e che i testi delle ultime domeniche sere, secondo la splendida parola di commemorazione dei defunti celebra condurre anche gli sguardi pi con- dellanno tornano a proporre. Cristo Matteo (25, 31-46), sar il comanda- il senso cristiano del morire confusi verso le parole promettenti di viene celebrato come il senso ultimo mento originario della cura, per il giungendolo allaffettuosa memoria Ges. Non che abbiamo molto di della storia. Il percorso liturgico, che cui discernimento non saranno asso- dei defunti. Dallaltro lattesa del pi. Ma neanche molto di meno. in Avvento si apriva nel segno lutamente decisive logiche di appar- mondo che deve venire si alimenta I santi sono tutti morti. Non dellattesa, torna alla fine a mettere tenenza religiosa. Non servir essere dellonore dovuto a discepoli la cui una battuta. Si potrebbe dire che la la vita cristiana sotto il segno di una stati molto religiosi. Bisogner essere eccellenza testimoniale li ha trasforfesta di Tutti i santi in fondo una prospettiva di compimento che non stati sufficientemente uomini. mati in modelli di speranza cristiacommemorazione dei defunti consi- appartiene alla storia, ma che soCos concepita, la solennit di na. Ci sono ragioni storiche che derata sotto un altro punCristo Re chiude lanno liturgico cospiegano la perfetta contiguit della to di vista. Il cono visuale me sigillo di un epilogo la cui pacommemorazione dei defunti con la La commemorazione dei defunti da cui osservare la celebrarentesi di apertura possono essere festa di Tutti i santi. Non difficile zione dei santi quello considerate la festa di Tutti i santi e rappresenta allo stesso tempo da immaginare. Il senso cristiano della vocazione ultima della commemorazione dei defunti. Il il banco di prova la vita cristiana. Essa parla tema escatologico della vita cristiana della morte ha fin dallinizio della di ci che il cristiano delle inquietudini delluomo trova difatti in queste due feste con- storia ecclesiale raccomandato lidea chiamato a essere. Su quetigue unapplicazione ecclesiale di- di una preghiera che considerasse i e lesercizio del loro possibile riscatto sto la storia ha poi generaretta. Il loro senso testimoniare defunti in piena comunione con tutti to le sue accentuazioni nella forza del segno il reale prolun- i membri della Chiesa. a partire prestazionistiche, le sue saghe, le sue spesa al tempo che sta oltre di essa. gamento della comunione ecclesiale da questa elementare e comune affeepopee, le sue retoriche, persino le La lingua cristiana chiama quella di- oltre i confini della composizione zione per la Chiesa dei defunti che sue invenzioni. Si sa che il culto dei mensione del tempo che sta oltre la terrena della Chiesa. La Chiesa del le figure pi eccellenti per testimosanti ha sostituito la variet del poli- storia, parousa, vale a dire ritorno, Signore fin da ora protesa verso il nianza, specialmente nel caso dei teismo pagano. Ma il rivestimento tempo della definitiva presenza del tempo che sta oltre la storia in virt martiri, vengono legate a una forma del processo storico non cancella Signore Ges Risorto destinata a ri- di coloro che hanno gi oltrepassato di memoria particolarmente enfatiznulla del processo originario. Nella cevere lintera creazione nel grembo la misteriosa linea di confine del zata. Lonore dei santi nasce dal cullingua di san Paolo, come si sa, della vita divina. La signoria di Cri- tempo. La liturgia celebra precisa- to dei morti. santo il nome con cui viene chiamato ogni credente. Il battesimo difatti rende santi. Lega alla santit del Dio di Ges. Siamo santi non La concezione del corpo mistico al tempo delle catacombe solo come Lui santo, ma soprattutto perch Lui santo. da questa radice battesimale che sorge il principio di una comunione di tutti i santi, che significa la prefigurazione della comunione universale dellumanit nella vita divina. La liturgia, come si sa dalla sua storia, stata anche molto colonizdi basiliche cimiteriali, sia nella le e regolano un processo di indi GIOVANNI CARR zata dal fascino letterario e dalla pozona ipogea delle catacombe, sia tercessione, ma anche di amicitenza folkloristica della vita dei sanIl concetto di santit nella civilt nellarea sopratterra. Queste basi- zia con i santi, la quale anticipa ti. In realt la loro presenza era paleocristiana prevede un proces- liche ad corpus divengono santuari quel largo concetto della comuquella surrettizia di antichi numi tuso lento e capillare, che si muove molto ambiti dai pellegrini che, nione dei santi, che caratterizzetelari che aveva eroso lo spazio ordidallet apostolica, ma che trova specialmente nei secoli dellalto r il pi maturo pensiero cristianario di un cammino liturgico dettala sua definizione soltanto nel medioevo, diedero luogo a una no. to dalla sequela Christi. La riforma La vicinanza con i martiri e corso del IV secolo, specialmente venerazione continuata dei sacri con i santi, daltra parte, si riflette conciliare della liturgia ha molto ridal tempo della tolleranza religio- sepolcri. Una documentazione letteraria anche nellarte delle catacombe e, pulito lanno liturgico di questo insa, inaugurata da Costantino e, in molto preziosa di questo instanca- in particolar modo, nella pittura gombro. Alla fine questa scelta anparticolare, durante il pontificato bile pellegrinaggio rappresentacimiteriale. Alcuni affreschi, infatdata a vantaggio dei santi. Ha condi Papa Damaso (366-384) che ta dagli Itinerari medievali, come ti, mostrano i defunti fianco a tribuito a rimettere in primo piano il dopo aver recuperato un cospicuo la Notitia ecclesiarum e il De locis, fianco del Cristo, dei principi senso preciso e cristiano della loro numero di sepolcri martiriali nel due testi riferibili al VII secolo degli apostoli e dei martiri. Molto memorabilit. suburbio romano li dota di or- che, in forma molto sintetica, significativa risulta, a questo proIl testo evangelico che impreziosiganismi architettonici suggestivi, elencano i santuari martiriali ro- posito, una pittura da riferire agli sce la liturgia della solennit di Tutti ma estremamente sobri, per quan- mani pi importanti, che il devo- esordi del VI secolo, rinvenuta i santi su questo decisamente eloto riguarda la monumentalit, e to, giunto a Roma, dopo viaggi nella catacomba napoletana di quente e spiritualmente definitivo. Il di solenni epigrammi, che evoca- estenuanti, doveva visitare. Il tipo San Gennaro, che mostra le desenso della santit viene difatti letto di venerazione com- funte Cominia e Nicatiola, attegattraverso lo splendore letterario delportava gesti rapidi, giate come oranti, a fianco di san le beatitudini. In esse Ges si prema significativi, nel Gennaro, il quale presiede questo senta come il Mos della nuova alsenso che i pellegri- piccolo consesso, ambientato leanza, impegnato a consegnare, stani inserivano nelle nellaldil, illuminato dai ceri, volta con le sue stesse parole e metransenne che pro- quasi per sconfiggere le tenebre diante la sua stessa autorit, una teggevano le tombe delle catacombe. nuova legge, in cui non si dice pi dei martiri piccoli Anche lepigrafia ci parla, in cosa bisogna fare e cosa non bisogna pezzi di stoffa qualche caso, della beatitudine fare, ma come bisogna essere. In (brandea e palliola) vissuta in compagnia dei santi. E questo nuovo decalogo Ges si rianzi, nella piccola catacomba di per santificarli e volge a tutti coloro che hanno scelto per avere, quale me- Santa Cristiana a Bolsena, per di vivere in modo mite, cercando la una ventina di volte incidono sulmoria del pellegripace, affamati di giustizia, fedeli alla naggio, una sorta di le lastre funerarie la suggestiva povert, privi di malizia. Si rivolge a ricordo di quel formula pax tibi cum sanctis, un loro sapendo che il loro modo di viviaggio in cui si augurio che riflette una condiziovere non d lo stesso immediato ripraticato il sacro ge- ne paradisiaca vissuta dai defunti sultato di coloro che invece hanno della citt laziale di Volsinii in sto dellex contactu. Arcosolio delle catacombe di San Gennaro a Napoli (VI secolo) scelto di vivere con scaltrezza, Un altro segnale compagnia di tutti i santi. I crinellastuzia, mediante labilit di molto prezioso per stiani Maecius, Secunda, Alexanportare la legge vicino ai propri inteno le gesta dei campioni della fe- gli archeologi e per gli storici che dra, Valeria, Aurelia, Marthana, ressi, costantemente impegnati nella vogliono ricostruire la storia del Marcia, Sapricia, Decimila, Metde, in maniera enfatica e retorica. competizione e nellantagonismo. Attorno a queste tombe si svi- pellegrinaggio, rappresentato tia Navigia, Aelius, Lampadia, Ges sa che i primi sono nella tentaluppa immediatamente una forma dalluso di lasciare lungo gli itine- Cristina, sono ricordati nei tituli zione di pentirsi. Di sentirsi ingenui esponenziale di venerazione, che ra ad sanctos e attorno alle tombe funerari attraverso pochi dati ananel vivere da giusti. Di convincersi produce come effetto immediato dei martiri semplici e sintetici grafici, ma tutti sono accomunati che forse hanno ragione gli scaltri. la creazione di aree cimiteriali graffiti che ricordano il passaggio dallaugurio commovente dei faMa a loro Ges dice che sono beati. estremamente concentrate, defini- dei devoti. Queste scritte, talora miliari che, per loro, invocano, in Non li prende in giro naturalmente. te retrosanctos. Tali sepolcreti di- autografe, altre volte realizzate maniera quasi ossessionante, pax Li incoraggia. Li invita a tenere dumostrano come i cristiani delle presumibilmente dai preposti al tibi cum sanctis. ro. A non pentirsi di aver scelto la La formula rivela una convinorigini desiderino essere sepolti il santuario, ricordano esclusivastrada pi difficile. Perch in fondo pi vicino possibile alla tomba mente i nomina dei pellegrini o zione religiosa semplice ma pro anche la pi umana, quella che del martire, con la convinzione anche il refrigerium, ossia il pasto fonda di una comunit impegnata corrisponde al sogno che Dio ha che, al momento della resurrezio- organizzato in onore del martire, in un percorso di fede, che acsulluomo. Santi sono questi. Quelli ne, sarebbe stata mantenuta, nel secondo un uso che abbraccia an- compagna il cristiano lungo il che scommettono su una verifica ulmondo paradisiaco, questa parti- che le commemorazioni del dies cammino che dal battesimo lo tima della dignit di un impegno. natalis, ovvero del giorno della conduce verso la resurrezione ficolare vicinanza. Questa scommessa richiede la fede, nale, in perfetta coerenza con le Il fenomeno provoc veri e morte dei defunti ordinari. ovviamente. Significa stare nelle paTutte queste pratiche avvicina- coordinate suggerite dal Papa nel propri sconvolgimenti nelle aree role date da Ges, non tanto sul colcircostanti le tombe martiriali, no i fedeli al martire secondo un Motu proprio che promuove po di teatro paranormale di un al di con la creazione, in qualche caso, rapporto sempre pi confidenzia- lAnno della fede.
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A colloquio con dom Alessandro Barban, priore generale dei camaldolesi che questanno festeggiano il millenario di fondazione
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nellumanesimo, imparando il latino cogliere col dialogo e la fraternit e il greco, arricchendo le nostre bi- lalterit dellaltro, e lapertura a serQuestanno si celebra il millenario di blioteche di testi patristici e filosofi- vire Dio, la Chiesa e gli uomini atla pastorale delfondazione dellEremo di Camaldoli. ci, essendo presenti con Traversari al traverso Ne parliamo con il priore generale, concilio di Ferrara-Firenze, fissando levangelizzazione. dom Alessandro Barban, a cui chie- le regole sulla foresta di Camaldoli diamo innanzitutto un bilancio stori- scritte da Paolo Giustiniani, cono- I monaci camaldolesi hanno preso il loco. Rivisitando ci dice la loro sciute come Codice forestale camal- ro nome non dal fondatore ma dal postoria millenaria, la comunit di Ca- dolese; e soprattutto, nel secondo sto: Joseph H. Wong ha aggiunto un maldoli e la congregazione camaldo- dopoguerra, con il Codice di Camal- quarto carisma, quello del luogo. lese tengono presenti tre indicazioni doli (sintesi del pensiero politico una proposta senzaltro interesdi massima. Primo, la figura di san cattolico dellepoca) e linfluenza sante, ma non significa affatto che Romualdo con il suo carisma, che post-conciliare esercitata dalla nostra noi camaldolesi riceviamo il nostro ha segnato un momento di sintesi, e comunit sulla Chiesa italiana. La carisma dal luogo e non da Romualuna svolta, nel monachesimo occi- nostra storia e la nostra presenza co- do. Potremo dire che dopo tanto pedentale. In questi ultimi cin- me monaci nella Chiesa di oggi so- regrinare, Romualdo ebbe la gioia di no stati richiamati trovare il luogo pi adatto per reanellomelia di Be- lizzare il suo ideale monastico. Non nedetto XVI quan- dobbiamo dimenticare che egli cerc do, il 10 marzo per anni un luogo dove realizzarlo, e scorso, ci ha voluto che in altre due occasioni vi aveva incontrare a Roma tentato (al Pereo, vicino a Ravenna, nella chiesa di San e poi a Sitria, vicino a Fonte AvellaGregorio al Celio, na tra Umbria e Marche), dovendo per celebrare il no- per desistere e ricominciare da caEra il 19 giugno, giorno della festa di san stro millenario. So- po. Secondo alcuni storici il nome Romualdo, quando il cardinale Giuseppe no ancora molto Camaldoli sarebbe una contrazione Bertello, presidente del Governatorato dello grato al Papa che, linguistica di campus amabilis, che Stato della Citt del Vaticano, inviato accogliendo linvi- stando alle fonti pi antiche era la straordinario alle celebrazioni del millennio to, ci ha onorato denominazione del territorio nel di fondazione del sacro eremo, ha portato a con la sua visita, quale Romualdo si ferm e poi deciCamaldoli il saluto di Benedetto XVI durante incoraggiandoci a se di lasciare i suoi cinque discepoli il rito solenne. Il Papa spiega dom proseguire il nostro per costruirvi leremo. Si determin Alessandro Barban aveva comunque voluto cammino mona- unarmonia loci: leremo a 1.170 mecelebrare con i camaldolesi questo millenario stico. tri, e poi il monastero a 800, luogo incontrandoli nella loro basilica a Roma, a di pace, bellezza, solitudine e silenSan Gregorio al Celio. Lincontro si svolto Tre gli aspetti essen- zio dovuti alla natura circostante, il 10 marzo scorso, in occasione della visita ziali del carisma ca- grazie alla foresta piantata dai modellarcivescovo di Canterbury, Rowan maldolese. Come so- naci stessi e alla disposizione delle Williams. Abbiamo celebrato insieme i no cambiati, se sono celle eremitiche. Tutto ha contribuito vespri continua il priore generale e poi cambiati, in questi allattuale armonia loci di Camaldoli siamo stati insieme a cena; c stata una mille anni? che mette ancor pi in risalto il cariconversazione molto fraterna, molto sincera e san Bruno di sma di Romualdo. molto profonda. Particolarmente feconda Querfurt che men ha ricordato in quelloccasione il Pontefice ziona nella sua Come priore generale, a quale dei suoi stata laccoglienza offerta dalle foresterie opera agiografica predecessori si rif? camaldolesi. Di questa cultura La vita dei cinque Sono attratto da due figure che dellospitalit il Papa ha ricordato uno degli Fratelli la sintesi hanno dato un grande contributo alesempi pi celebri, quando cio ai tempi monastica di Ro- la storia della congregazione: Dolfin dellumanesimo fiorentino le mura di mualdo: il cenobio, (detto il Delfino) e Traversari. DolCamaldoli hanno accolto le famose cio la vita di co- fin era animato da una fede che si disputationes, alle quali partecipavano grandi munione, per colo- apriva alla cultura umanistica del umanisti come Marsilio Ficino e Cristoforo ro che vengono dal suo tempo: per il suo stile di vita Landino. Un dialogo con il mondo mondo e sono an- (viaggiava continuamente per visitadella cultura che, fino a oggi, cora dei principian- re le case dellordine) e per la linnon si mai interrotto. ti; leremo, ovvero gua umanistica che parlava, non fu la pratica della soli- sempre capito, soprattutto a Camaltudine, per i pi doli. Bisognerebbe leggere le mimaturi e per quelli gliaia di lettere che scrisse per renquantanni, Romualdo e la sua pro- che vogliono dedicarsi interamente dersi conto non solo della qualit posta monastica sono stati maggior- alla vita contemplativa; levangelium della sua fede e della sua capacit di mente focalizzati sia alla luce dei paganorum, ovvero la missione ad riflessione, ma anche della ricchezza nuovi studi storici, sia in seguito al extra (oggi potremo parlare di evan- delle sue intuizioni. Traversari, uoconcilio Vaticano II che ha invitato a gelizzazione) per coloro che voleva- mo dottissimo che padroneggiava il tornare alle fonti della propria espe- no diffondere il Vangelo rischiando greco come nessuno al tempo e che rienza religiosa. Secondo, abbiamo il martirio. Sappiamo che il mona- leggeva i padri e i filosofi in lingua avuto una storia molto ricca che si chesimo missionario era sostenuto originale, dopo anni di vita claustraintrecciata per mille anni con quella nella corte di Ottone III, ma non era le condotta nel monastero di Santa della Chiesa e con Maria degli Angeli a quella degli uomini. Vi Firenze, fu il perito di sono state diverse fasi. fiducia del Papa al Nei primi tre secoli concilio di Ferrara-Fi(XI-XIV) la congregarenze, riuscendo a trozione nasce e si orgavare un accordo con i nizza: un periodo cavescovi orientali. ratterizzato da figure quasi certo che sia lui eccezionali (quali Amlautore della bolla brogio Traversari e Laetentur caeli che sePaolo Giustiniani) e da gnava la riconciliazioun impegno culturale ne tra Chiesa cattolica e di apertura che si e Chiese ortodosse del comprende solo tenentempo. Purtroppo, di do presente qualit e tale accordo non se ne livello spirituale delle fece niente: al momennostre comunit (Cato di rientrare nelle lomaldoli, Firenze, Venero diocesi, la maggiozia). Ricordo il mapranza dei vescovi pamondo di fra Mauorientali fu costretta ro camaldolese: non (soprattutto per motivi solo unopera cartograpolitici) a rinnegare gli Andrea Della Robbia, Madonna con Bambino e santi fica geniale, ma linvito esiti del concilio. In (Camaldoli, cappella di SantAntonio abate) a guardare alla storia tempi pi recenti, dom di terre lontane e di Benedetto Calati ha lapopoli sconosciuti, dilatando il pro- valorizzato dal monachesimo tradi- sciato a tutti noi uneredit di riflesprio orizzonte. Quindi il secolo XVII, zionale che si rifaceva a Montecassi- sione sapienziale e di parresa, che che segna lattenzione alle nuove no e, poi, a Cluny. Su indicazione hanno indotto molti a parlare di tescoperte scientifiche (pensiamo alle del fondatore, le prime regole eremi- stimonianza profetica allinterno delricerche matematiche di Grandi, mo- tiche di Camaldoli delineano e orga- la Chiesa. naco camaldolese che ha insegnato nizzano la vita monastica tra eremo alla Normale di Pisa) e il XVIII, in e monastero. La storia della congre- Il cardinale Giuseppe Bertello, inviato cui si cerca di comprendere i cam- gazione testimonia la centralit di speciale del Papa per il vostro millenabiamenti del tempo. Purtroppo, entrambi, ma anche una forte diffu- rio, ha ricordato nellomelia della festa lOttocento segna la fase pi difficile sione dei camaldolesi in tante citt di San Romualdo (19 giugno) che per anche per la nostra congregazione, importanti del centro-nord Italia, fi- la contemplazione di Dio fattosi uomo, soppressa prima da Napoleone e poi no ad arrivare alla nascita di altre gli occhi del santo si riempivano di dal Regno dItalia. La storia camal- due congregazioni: la prima di carat- calde lacrime non solo di conversione e dolese sembrava finita, invece, i mo- tere eremitico (i monaci camaldolesi di afflizione, ma anche di gioia e di atnaci tornano alleremo verso la fine di Monte Corona, ancora presente in tesa del giorno del suo incontro con il del secolo e, successivamente, al mo- Italia e allestero) e la seconda di ti- Signore. nastero. Nel 1935 si riapre la foreste- po cenobitico (la cui storia termina Romualdo, come racconta Pier ria che, soprattutto dopo il concilio, nel 1935). Dopo la scoperta della ViDamiani, aveva il dono della comdiverr luogo di ricerca, studio e ta dei cinque Fratelli nellO ttocento, punctio cordis e delle lacrime. Sembra confronto su temi teologici, biblici e abbiamo constatato che la storia dei che nella maturit della sua espepatristici anche per tantissimi laici, monaci camaldolesi ha vissuto di fatrienza spirituale ricevesse questo doda Montini a Pellegrino, da Dupont to lindicazione tripartita indicata da no ogni giorno, e se non ogni giora Martini e De la Potterie, da La Pi- Bruno di Querfurt mettendola in atno, tanto spesso, che, per le lacrime ra a Moro e Lazzati, da Dossetti a to secondo una pluralit di forme. che non riusciva a trattenere, era coBarsotti. Oggi pensiamo che la ricchezza di stretto a un maggior nascondimento tale carisma possa essere vissuta se- nella solitudine e nella preghiera. La terza indicazione? condo il carattere e la personalit di Nel momento in cui si soffre per i Dovremo dire che abbiamo fatto ciascun monaco, ma in tutti noi do- propri peccati e per la miseria del storia: nel medioevo, non accettando vremo far maturare la dimensione proprio esistere, la compunzione del le logiche feudatarie stringenti e eremitica della conoscenza di s e cuore ha dato la gioia a tantissimi mantenendo viva la dialettica tra dellincontro interiore con Dio, il santi e sante di sperimentare come eremo, monastero e mondo; tratto della comunione nel saper ac- non mai la misericordia di Dio. Ed
la presenza stessa di Dio che comunica il desiderio infinito di comunione con lui. Di fronte a tanta grazia, si piange di gioia e si spera che il giorno dellincontro sia il pi vicino possibile. La vigilanza allora si trasforma in attesa di Dio. Insieme con tutta la congregazione camaldolese, lei sta riflettendo sullattualit della spiritualit benedettina camaldolese nella sua apertura al futuro. Credo sia importante distinguere tra futuro e avvenire. Il futuro il frutto dei nostri programmi e delle nostre aspettative; lavvenire, invece, da intendersi come il venire nuovo e sorprendente di Dio alle nostre comunit, alle nostre vite personali, alla Chiesa e alla storia di oggi. Spero che il monachesimo in generale, e quello camaldolese in particolare, sia capace di intercettare questo avvenire, e di tradurlo alla luce del Vangelo in esistenza e quotidianit concrete. Siamo a un bivio: da una parte, c la perdita di speranza causata dalla stanchezza, dalla delusione e dalla depressione che minano la nostra fede e la nostra societ (specie qui in Europa); dallaltra, c il rischio di fermarci qui e ora, come se non ci fosse ulteriore strada da percorrere. Anzi, mi pare che, intuendo il nuovo che arriva, siamo tentati in tutti i campi (dalla politica alleconomia, dalla cultura alla societ, anche dentro la Chiesa stessa), a guardare indietro, a ci che siamo stati e abbiamo conseguito (sperando di non fare la fine della moglie di Lot!), piuttosto che prepararci ai cambiamenti che si dovranno affrontare nei prossimi anni. Chi guarda al domani cercando di discernere cosa si sta preparando in Europa e negli Stati Uniti, in Cina, India e Africa (per richiamare gli scenari continentali pi interessanti)? Ci rendiamo conto che lEuropa chiamata s a continuare i suoi rapporti con gli Stati Uniti, ma a divenire soprattutto linterlocutrice della Cina? Una civilt millenaria come quella cinese, proprio per la sua storia, pu trovare solo nellEuropa la realt culturale pi corrispondente a se stessa. Credo che se non per scelta, almeno per necessit giungeremo alla costituzione della Comunit politica europea. Ma questa Europa nuova tutta da costruire. Poi c larea islamica, dallEgitto allIndonesia, attraversata dal virus del fanatismo religioso, finanziato da evidenti interessi politici. Questo fanatismo terroristico gi di per s un progetto perdente, e non aiuter i Paesi musulmani a partecipare alle trasformazioni in atto. I Paesi islamici riusciranno ad acquisire la democrazia e a praticarla? Non mi pare che a tuttoggi la religione musulmana riesca ad accogliere il principio della libert delle persone. Ritengo, inoltre, che nei prossimi due decenni assisteremo a novit sorprendenti in tanti settori della scienza e della tecnologia, novit che implicheranno un nuovo discorso morale e uno sguar-
do di comprensione differente rispetto a quello di oggi. Il cambiamento ci sorprender, non solo perch sar pi veloce rispetto a qualsiasi altro processo storico precedente, ma perch sar sconvolgente sul piano del contenuto. La politica in Occidente inoltre diventer sempre pi pragmatica, disgiunta da una seria riflessione culturale. Assisteremo alla lotta tra forme diverse di capitalismo: parliamo gi oggi di capitalismi differenti (da quello delle banche a quello della produzione e del lavoro, dal capitalismo del petrolio a quello della fusione nucleare o a quello dellidrogeno e della green economy). E le religioni? Le religioni saranno le voci critiche e di elaborazione per un discorso profondo di spiritualit da focalizzare a pi livelli per il bene dellumanit. Le Chiese cristiane si sentiranno chiamate a una maggiore collaborazione e a testimoniare una pi grande unit. Ci sar una competizione (speriamo pacifica) tra le fedi rispetto ai problemi che sorgeranno, e alla capacit delle loro risposte di essere significative e profetiche. Confrontandosi con le sfide di domani, alcune di loro (islamismo e induismo) attraverseranno una crisi ancor pi profonda di quella attuale. Sar difficile comprendere la societ sempre pi inter-connessa dei prossimi decenni: se la valuteremo solo
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LOSSERVATORE ROMANO
Messaggio della Conferenza episcopale del Giappone
Il preposito generale della Compagnia di Ges, Adolfo Nicols Pachn, sul Sinodo dei vescovi
Da parte del padre generale linvito a purificare lo sguardo da quelle incrostazioni che impediscono di vedere i segni dellopera di Dio anche al di fuori dei confini visibili della Chiesa. Se i nostri occhi fossero aperti per vedere ci che Dio
opera nel popolo (nei popoli) saremmo capaci di vedere molta pi santit attorno a noi e molti di noi sarebbero spinti a vivere la Vita di Dio in modi nuovi che forse sarebbero pi adatti al nostro modo di essere o al modo in cui Dio vuole che siamo. In questo senso, aggiunge, forse non siamo a nostro agio con un Dio delle sorprese, un Dio che non segue necessariamente la logica umana, un Dio che sa sempre tirare fuori il meglio dal cuore umano senza fare violenza alla tradizione culturale, alla religiosit del popolo semplice.
Il Presidente, Cardinale Domenico Calcagno, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio dei Sindaci e i componenti tutti del Fondo Pensioni vaticano si uniscono al grande dolore della Signora Maria Elisabetta e dei figli per la dipartita del carissimo
D ottor
SERGIO VALCI
Membro del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo del Fondo Pensioni vaticano
Riconoscenti per il Suo lungo e generoso servizio e per la Sua costante amicizia, lo affidano alla misericordiosa bont del Signore, affinch laccolga nella sua pace e doni conforto e speranza ai familiari e a quanti lhanno amato e stimato. Citt del Vaticano, 31 ottobre 2012
LOsservatore Romano, in tutte le sue componenti, partecipa al profondo dolore per la morte del
dottor
SERGIO VALCI
e assicura ai familiari vicinanza nella preghiera. Citt del Vaticano, 31 ottobre 2012
Piero Di Domenicantonio e Gaetano Vallini si stringono con affetto nella preghiera alla famiglia di
SERGIO VALCI
e ne ricordano le grandi doti umane e la sincera amicizia. Citt del Vaticano, 31 ottobre 2012
Giovanni Maria, Lorenzo e Paolo Vian sono vicini nella preghiera ai familiari di
SERGIO VALCI
e ricordano con rimpianto la figura gentile e fedele dellamico carissimo. Roma, 31 ottobre 2012
LOSSERVATORE ROMANO
La solennit di Tutti i santi nei sermoni scritti da san Bernardo
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Nomine episcopali
Le nomine di oggi riguardano India e America latina.
sono identiche per tutti, poich ogni uomo un mondo incomparabile e originale. Siamo nel campo della libert di Dio, e non di pertinenza delluomo di fissare dei canoni: l dove non ci sia peccato, la santit possibile, per le vie che noi ignoriamo. La Chiesa canonizza qualcuno: non detto che questi siano i pi santi.
A Dio solo dato di riconoscere e di ammirare il panorama della santit, questo deve rendere cauti nei giudizi, per non diventare ridicoli e pretenziosi: non dobbiamo attribuirci la prerogativa del giudizio che pu dar solo il Figlio delluomo, Ges. San Bernardo parla della festa comune ma non uniforme dei santi, proprio perch la santit
Il patriarca Moraglia nel centenario della nascita del Pontefice di Canale dAgordo
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LOSSERVATORE ROMANO
Benedetto alludienza generale
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parla lingue nuove, universalmente aperto ad accogliere tutti, oltre ogni confine, abbattendo tutte le barriere. Dice san Paolo: Qui non vi Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo tutto e in tutti (Col 3, 11). La Chiesa, dunque, fin dagli inizi il luogo della fede, il luogo della trasmissione della fede, il luogo in cui, per il Battesimo, si immersi nel Mistero Pasquale della Morte e Risurrezione di Cristo, che ci libera dalla prigionia del peccato, ci dona la libert di figli e ci introduce nella comunione col Dio Trinitario. Al tempo stesso, siamo immersi nella comunione con gli altri fratelli e sorelle di fede, con lintero Corpo di Cristo, tirati fuori dal nostro isolamento. Il Concilio Ecumenico Vaticano II lo ricorda: Dio volle salvare e santificare gli uomini non individualmente e senza alcun legame fra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che Lo riconoscesse nella verit e fedelmente Lo servisse (Cost. dogm. Lumen gentium, 9). Richiamando ancora la liturgia del Battesimo, notiamo che, a conclusione delle promesse in cui esprimiamo
[Il Papa prega per tutte le persone di lingua araba. Dio vi benedica tutti.] Pozdrawiam serdecznie pielgrzymw polskich. Bracia i siostry, w kontekcie koczcego si miesica modlitwy racowej i jutrzejszej uroczystoci Wszystkich witych, dzikujmy Bogu za dar Roku Wiary, a take za Synod Biskupw i jego wskazania, co do nowej ewangelizacji. Niech wstawiennictwo Maryi, Krlowej Raca, ordownictwo witych, jak rwnie przykad ycia naszych bliskich zmarych,
stata pubblicata in questi giorni, sul sito della Santa Sede, la versione in ebraico dellesortazione postsinodale Ecclesia in Medio Oriente, firmata il 14 settembre 2012, gi disponibile in arabo, francese, inglese, italiano, polacco, portoghese, spagnolo e tedesco.
la rinuncia al male e ripetiamo credo alle verit della fede, il celebrante dichiara: Questa la nostra fede, questa la fede della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Ges nostro Signore. La fede virt teologale, donata da Dio, ma trasmessa dalla Chiesa lungo la storia. Lo stesso san Paolo, scrivendo ai Corinzi, afferma di aver comunicato loro il Vangelo che a sua volta anche lui aveva ricevuto (cfr. 1 Cor 15, 3). Vi unininterrotta catena di vita della Chiesa, di annuncio della Parola di Dio, di celebrazione dei Sacramenti, che giunge fino a noi e che chiamiamo Tradizione. Essa ci d la garanzia che ci in cui crediamo il messaggio originario di Cristo, predicato dagli Apostoli. Il nucleo dellannuncio primordiale levento della Morte e Risurrezione del Signore, da cui scaturisce tutto il patrimonio della fede. Dice il Concilio: La predicazione apostolica, che espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva essere consegnata con successione continua fino alla fine dei tempi (Cost. dogm. Dei Verbum, 8). In tal modo, se la Sacra Scrittura contiene la Parola di Dio, la Tradizione della Chiesa la conserva e la trasmette fedelmente, perch gli uomini di ogni epoca possano accedere alle sue immense risorse e arricchirsi dei suoi tesori di grazia. Cos la Chiesa nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto trasmette a tutte le generazioni tutto ci che essa , tutto ci che essa crede (ibidem). Vorrei, infine, sottolineare che nella comunit ecclesiale che la fede personale cresce e matura. interessante osservare come nel Nuovo Testamento la parola santi designa i cristiani nel loro insieme, e certamente non tutti avevano le qualit per essere dichiarati santi dalla Chiesa. Che cosa si voleva indicare, allora, con questo termine? Il fatto che coloro che avevano e vivevano la fede in Cristo risorto erano chiamati a diventare un punto di riferimento per tutti gli altri, mettendoli cos in contatto con la Persona e con il Messaggio di Ges, che rivela il volto del Dio vivente. E questo vale anche per noi: un cristiano che si lascia guidare e plasmare man mano dalla fede della Chiesa, nonostante le sue debolezze, i suoi limiti e le sue difficolt, diventa come una finestra aperta alla luce del Dio vivente, che riceve questa luce e la trasmette al mondo. Il Beato Giovanni Paolo II nellEnciclica Redemptoris missio affermava che la missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la fede e lidentit cristiana, d nuovo entusiasmo e nuove motivazioni. La fede si rafforza donandola! (n. 2). La tendenza, oggi diffusa, a relegare la fede nella sfera del privato contraddice quindi la sua stessa natura. Abbiamo bisogno della Chiesa per avere conferma della nostra fede e per fare esperienza dei doni di Dio: la sua Parola, i Sacramenti, il sostegno della grazia e la testimonianza dellamore. Cos il nostro io nel noi della Chiesa potr percepirsi, ad un tempo, destinatario e protagonista di un evento che lo supera: lesperienza della comunione con Dio, che fonda la comunione tra gli uomini. In un mondo in cui lindividualismo sembra regolare i rapporti fra le persone, rendendole sempre pi fragili, la fede ci chiama ad essere Popolo di Dio, ad essere Chiesa, portatori dellamore e della comunione di Dio per tutto il genere umano (cfr. Cost. past. Gaudium et spes, 1). Grazie per lattenzione.