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LO SPILLO
Cultura
MAXXI, il museo del XXI secolo Con tantissime opere, ma tutte del XX
Francis Alys, acrilici di Carolina Raquel Antich, fotografie di Gabriele Basilico e Elina Brotherus, opere di Caccavale, Ghirri, Gilbert&George, Pessoli, Vezzoli. E poi Boetti, Cattelan, De Dominicis, Lewitt, Ontani (Le ore), Pistoletto, Bill Viola (Il vapore, video del 1975) e persino Andy Warhol. Sono(alcuni)artistilecuioperefarannopartedellacollezione(ilcatalogostatopresentatoieri)del MAXXI di Roma, il Museo delle arti del XXI secolo. E neppure una appartiene al XXI secolo.
CANNIBALISMO EDITORIALE
GIALLO PASOLINI
CASI Se le classifiche registrassero manuali e libri religiosi, la top ten sarebbe diversissima
troppe pretese di nouvelle cousine. Le sue ricette sono pi food che slow, visto che il libro si rivolge a donne e uomini che lavorano o sono comunque troppo impegnati per avere quella montagna di tempo (e di soldi) necessaria al fine di cercare il raffinato formaggio caprino di qualche malga sperduta, prodotto in tiratura limitata, come certe rarit librarie, per pochi fortunati. E le verdure, per la Parodi, vanno bene anche surgelate se non si trova di meglio; non indispensabile andarle a comprare fresche fresche dalle ma-
BESTSELLER
Cotto e mangiato di Benedetta Parodi (edito da Vallardi) ha venduto circa 400mila copie
cuso, la minaccia ma solo per modo di dire: in fondo inchiodato a quota centomila pur essendo uscito pi o meno negli stessi giorni di Cotto e mangiato. A dare unocchiata alle classifiche di vendita del 2009, pubblicate a met gennaio da Tuttolibri, e a fare due conti a spanne ma neanche troppo, risulta che le melanzane alla parmigiana della Parodi piacciono pi delle alpine battute di caccia di Erri de Luca, delle adolescenti con quarantenne a rimorchio di Federico Moccia, del sabato con amici di An-
drea Camilleri, della bellezza infernale di Roberto Saviano, della nuova epica italiana di Wu Ming, dei canti di Mauro Corona. E se la giocano pi o meno alla pari con i trentenni
re se sai come farlo (Ewi editore) uscito nel 2004. Catalogato nella Varia, cio nel limbo riservato a ci che non fiction e nemmeno saggistica, non ha fatto capolino nella top ten. Eppure ha venduto un milione di copie. Se poi nelle classifiche fossero registrate le vendite di alcuni libri religiosi... Met della pompatissima romanzeria, per non dire della saggistica, sparirebbe per sempre dalle liste dei libri che contano e di cui tutti parlano. Tutti chi? Alessandro Gnocchi
errebbe da dire con citazionescontata:Tanto rumore per nulla. Ma forse lespressione pi adatta quella che Agatha ChristiefacevasussurrareaHercule Poirot in una delle sue tante indagini: Svaporer. proprioquestoinfatticheaccadutoalfamosocapitolodi Petrolio, intitolato Lampi sullEni, e che avrebbe dovuto essere presentato ieri alla Mostra del libro antico di Milano. Marcello DellUtri,patrondelliniziativaaveva infatti annunciato il ritrovamentodiundattiloscritto dipi di80paginevergatodaPierPaolo Pasolini e relativo ai segreti dellEni. DellUtri quelle pagine garantiscediaverleviste:Sitratta di sottili veline le ho avute in mano anche se solo per alcuni minuti ma attualmente sostienecheNonabbiamopilepaginedi Petrolio...Chimelehaofferte non un libraio... credo che si sia spaventato per tanto clamore....Cos ha spiegato allinaugurazione della Mostra dove saranno comunque esposte una copia del quasi introvabile Questo Cefis. Laltra faccia dellonoratopresidente,ilpiccolo pamphlet dal quale Pasolini aveva tratto spunti per Petrolio, e una copia de Luragano Cefis, altro libello che praticamente nonhamaicircolatonelmercatolibrarioafirmadiFabrizioDe Masi e da cui stato cancellato anche il nome delleditore (sul dorso si legge per la sigla egr). Ma questi materiali non basterannoa calmare la bagarreprovocatadalleanticipazionidiDellUtri. E chi come Gianni DElia olitalianistaCarlaBenedettiha addirittura chiesto che le presunte carte servissero a riaprire il processo sullomicidio dello scrittore difficilmente accetter questaevaporazione.Eintanto DellUtri nulla dice su chi ha cercatodivendergliele:speradi riuscire a riagganciarlo
INTERNET E LIBERT
a libert un po come Dio. La si detta in molti modi, ma ogni definizione,per quanto sofisticata e pervasiva, pare insufficiente a contenere linafferrabile grandezza e le molteplici sfaccettature che di epoca in epoca - alla libert comeaDio-si cercatodiriconoscere. Nellormai classico Saggio sulla libert, John Stuart Mill nel 1859 cercava di tradurre lafflato libertario del suo pensiero attraverso un approccio negativo. Ovvero, per il filosofoinglese la libert civile o sociale (di questa sola accezione intendeva occuparsi!) andava espressa non elencando gli spazi e le ragioni del consentito e del lecito; ma al contrario, individuando le eventualimotivazioniche negiustificassero una restrizione, attraverso vincoli o divieti legislativi. In breve, il solo scopo per cui si pu legittimare un
Cosasignificaessereliberi(insensofisico, politico, emozionale) nellepoca delle tecnologie?: il tema sul quale parleranno StefanoMoriggieGianlucaNicoletti,autori poteresu un qualunque membro di una comunit civilizzata contro la sua volont per evitare danno aglialtri. Un atteggiamento che, circa un secolo dopo, Isaiah Berlin continuavaa considerare unpotente antidoto contro le potenzialiricadute totalitarieche, invece, unidea positiva della libert portava con s. In quello stesso 1859 in cui StuartMill mandava alle stampe il suo Saggio, lidea pericolosa di Charles Darwin, oltre alla ben nota rivoluzione nelle scienze del vivente, inaugurava un programma di ricerca in cui il concetto di libert avrebbe potuto essere riqualificato nei termini di una progressiva conquista dellevoluzione delle specie. E a mio modo di vedere, tale prospettiva scientifica ha offerto anche
di Perchlatecnologiacirendeumani (Sironi) oggi alle 16,30 allUniversit Statale di Milano. Al filosofo Stefano Moriggi abbiamo chiesto di anticipare il suo intervento. - levoluzione (tanto quella biologica quanto quella culturale) nei termini di una progressiva emancipazione da limiti e impedimenti fisici, ambientali e anche concettuali. Nessuno, credo, avrebbe difficolt a riconoscere che un cane pi libero di un albero, mameno di un esponente della nostra specie. Evolvere significa, appunto, adattarsi, ma ladattarsi implica anche e ci vale soprattutto per lHomo sapiens sapiens - la capacit di ripensare le condizioni di abitabilitdel mondo. E la cultura, in questo senso, si rivelatauno strumento straordinariamente efficace. Levoluzione di strumenti e concetti, infatti, ha costantemente permesso di ridefinire modie tempidi pratichee consuetudini,riscrivendoneltem-
lopportunitfilosofica per inquadrare il perimetro della nostra autonomia di scelta e di azione in unepoca riplasmata - e per alcuni minacciata - da tecnologie sempre pi invasive. A ben vedere, effettivamente, anche Darwin ha in qual-
posignificatie valori- compreso quello di libert. Pertanto, daquesta prospettiva, la libert pu essere dunque colta come un orizzonte di condotte e ragionamenti consentito e circoscritto dai vincoli - ovvero le condizioni - che natura e cultura hanno di volta in volta determinato. E le tecnologie che, senza alcuna esitazione, vanno annoverate tra le avanguardie della nostra cultura inevitabilmente incarnano i dispositivi con cui stiamo ridisegnando le dinamiche di quella convivenza civile a cui Stuart Mill cercava di garantire tutta la libert che non arrecasse danno ad alcuno. Levoluzione ci racconta una meravigliosa successione di libert condizionate, entro cui si sono faticosamente costruite tradizioni e civilt. E noi non facciamo eccezione. Dal telefonino al computer, dalle biotecnologie alle nanotecnologie, macchine che ormai costituiscono lirrinunciabile corredo delle nostre
giornate (lavorative e non) sono i nuovi vincoli - ovvero, i nuovi contesti evolutivi - in cui iscritta la libert ci dato vivere e pensare. Nel progresso tecnologico, quindi, prendono forma le dinamiche entro cui si sviluppano le coordinate con cui ci orientiamo, sempre pi liberamente, nel mondo. Abbandonarsia ingiustificate ansie, talora insufflate in animi sensibili da improbabili Cassandre anti-tecnologiche, non aiuta nemmeno a percepire - proprio come riteneva di fare Stuart Mill - eventuali rischi e potenziali eccessiingradodi minacciarelegittime scelte e condotte di donne e uomini. Al punto che sorge un sospetto. Forse, il vero spettro che inquieta tali presunti filantropi - e che li induce a immaginare illegittimi ed esotici divieti (si pensi ai recentidibattitisu comeregolamentare Internet) - va piuttosto cercato proprio nei nuovi orizzonti di libert che la tecnologia apre; quegli stessi entro cui stiamo ridisegnando i nostri corpi e le nostre idee. Ovvero, stiamo evolvendo...