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Le specie che si possono utilizzare come colture da sovescio sono numerose: la loro scelta verr effettuata soprattutto in base

alle necessit del terreno: se necessario privilegiare la ricostituzione delle riserve nutritive del suolo (soprattutto di azoto) allora si potr utilizzare una leguminosa (ad esempio trifoglio, oppure veccia). Se, invece, il terreno anche carente di sostanza organica, dovremo considerare anche la quantit di biomassa prodotta, ed allora sceglieremo una graminacea (segale) oppure una crucifera (senape), oppure ancora un miscuglio tra diverse specie. Con il sovescio si apporta al terreno una quantit di sostanza organica che pu variare da alcune decine fino ad un centinaio di quintali ad ettaro. A titolo di esempio si ricorda che il letame presenta un contenuto di sostanza organica medio del 20%. Pertanto, un buon sovescio con un miscuglio di veccia e una graminacea equivale ad una letamazione con 500 q/ha di prodotto. Rispetto al letame, tuttavia, il sovescio esercita unazione pi immediata, ma meno duratura nel tempo, soprattutto se linterramento viene eseguito quando le piante sono ancora molto giovani e quindi poco lignificate.

2.5 - LA SCELTA DELLE VARIET In linea di principio, in agricoltura biologica si dovrebbero utilizzare prevalentemente cultivar specifiche, selezionate proprio in base alladattabilit alle tecniche colturali proprie di tale sistema. In realt, cultivar apposite per lagricoltura biologica non esistono che in pochissimi casi, anche a causa del limitato interesse commerciale che esse rivestono. In attesa di un radicale mutamento del panorama varietale, pertanto, lagricoltore biologico praticamente costretto ad utilizzare cultivar tradizionali, facilmente reperibili sul mercato. fondamentale osservare come nellagricoltura biologica ladattamento delle variet alle condizioni ambientali e pedologiche dellambiente in cui si opera ancora pi importante che nellagricoltura tradizionale: infatti, materiale genetico adatto allambiente di coltivazione richiede meno interventi di supporto alla crescita e di difesa dai parassiti, anche se le produzioni possono risultare quantitativamente pi scarse. Le cultivar di pi recente costituzione (ma un discorso del tutto analogo riguarda le razze animali) sono state selezionate per essere coltivate secondo metodi intensivi, altra situazione che lagricoltura biologica tende invece ad evitare. Infine, una delle caratteristiche pi importanti

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delle moderne cultivar lelevata omogeneit: le piante sono tutte uguali, in modo da rendere pi facile la loro coltivazione e consentirne una meccanizzazione molto spinta. Come abbiamo visto nel corso di Genetica, il massimo di omogeneit si raggiunge nel caso di utilizzazione di ibridi F1, ove tutti i semi di un lotto originano piante geneticamente identiche tra di loro. Anche in questo caso, lagricoltura biologica si pone invece obiettivi diversi: un certo livello di diversit genetica tra le piante della stessa variet non solo accettato, ma addirittura gradito, in quanto garantisce una maggior adattabilit a condizioni avverse, di natura sia ambientale che parassitaria. Ricordiamo che lagricoltura biologica prevede interventi di concimazione e di difesa antiparassitaria solo in casi molto particolari: le piante, pertanto, devono essere in grado di crescere in maniera il pi possibile autonoma e di difendersi da sole dagli attacchi parassitari. Di conseguenza, lagricoltura biologica, in linea generale, preferisce le vecchie variet alle pi moderne cultivar e presta attenzione prioritaria a caratteri quali la qualit del prodotto e il suo contenuto in principi nutritivi, che invece lagricoltura tradizionale spesso considera secondari nei confronti dellaspetto puramente produttivo. Naturalmente questo discorso non va considerato in termini assoluti: esistono vecchie variet che non si prestano pi nemmeno alla coltivazione biologica, mentre alcune moderne cultivar possono fornire risultati di indubbio interesse: occorrer quindi valutare caso per caso la disponibilit di materiale genetico e scegliere la soluzione che meglio risponde alle particolari esigenze aziendali. Una strategia che viene spesso adottata dalle aziende biologiche e che consente di minimizzare i rischi di un andamento stagionale sfavorevole la coltivazione di pi cultivar della stessa specie. In tal caso, infatti, possibile che un evento sfavorevole (siccit, ritorno di freddo, diffusione di un parassita, ecc.) si manifesti con diversa intensit su cultivar diverse, garantendo cos lottenimento di una produzione.

2.5.1 - I semi biologici La normativa vigente prevede che chi coltiva secondo criteri biologici debba utilizzare semi od altro materiale di propagazione (ad esempio tuberi nel caso della patata) a loro volta ottenuti biologicamente. Per consentire alle aziende una pi facile ricerca del materiale adatto, gli Stati membri dellUnione Europea

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dovrebbero predisporre delle banche dati, nelle quali indicare la disponibilit sul mercato di semi biologici e i relativi produttori. In realt, questo particolare aspetto della normativa non ancora entrato completamente in vigore, a seguito di numerose deroghe che sono state via via approvate. Al momento in cui vengono scritte queste note (fine 2004) esiste tuttavia una banca dati europea, denominata organicXseeds, nella quale vengono fornite indicazioni sulla disponibilit di sementi ed altri materiale di propagazione ottenuti secondo criteri biologici. La banca dati reperibile in Internet, allindirizzo http://www.organicxseeds.com. Attualmente, vi sono inclusi oltre 1.000 articoli, prodotti da 20 fornitori sementieri di 7 Paesi europei: in particolare il database comprende semi di cereali, ortaggi e colture foraggere. La gestione delliniziativa affidata al FIBL (Istituto di Ricerca per lAgricoltura Biologica) in Svizzera, che agisce in cooperazione con la SA (Soil Association) e il NIAB (National Institute of Agricultural Botany) in Gran Bretagna, lAIAB (Associazione Italiana per lAgricoltura Biologica) in Italia, lLBI (Luis Bolk Institut) e il SZ (Stichting Zaadgoed) in Olanda, lALOG (Arbeitsgemeinschaft Lebensmittel Ohne Gentechnik) in Germania. Se un agricoltore biologico intende seminare una certa cultivar, ma non reperisce sul mercato dei semi prodotti biologicamente, pu a chiedere allorganismo di controllo (vedi paragrafo 1.7) una deroga ed utilizzare semente tradizionale. La normativa sullagricoltura biologica prevede inoltre che i semi non debbano essere oggetto di alcun trattamento. Tuttavia, in taluni casi consigliabile sottoporre i semi alla cosiddetta termoterapia: si tratta di un bagno in acqua calda (indicativamente 50 C, anche se la temperatura varia a seconda del tipo di semi e della malattia che si intende controllare) per alcuni minuti, il cui scopo quello di eliminare i parassiti presenti sulla superficie dei semi o al loro interno, naturalmente senza danneggiare le caratteristiche germinative del seme stesso. In certi casi, per aumentare lefficacia dellacqua calda, si aggiungono dei prodotti vegetali, quali ad esempio estratti di aglio, di equiseto o di rafano.

2.5.2 - Agricoltura biologica e Organismi Geneticamente Modificati Una questione molto dibattuta riguarda i rapporti tra agricoltura biologica ed Organismi Geneticamente Modificati (OGM). Come abbiamo visto nel corso di Genetica, gli OGM sono individui nel cui genoma, mediante interventi di

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ingegneria genetica, sono stati inseriti geni provenienti da altre specie, anche molto diverse e sessualmente incompatibili. Ad un primo esame sembrerebbe ovvio prevedere lesclusione di cultivar geneticamente modificate nellagricoltura biologica, la quale persegue modelli produttivi caratterizzati da un elevato contenuto di naturalit. Tuttavia, alcuni ricercatori fanno notare che le biotecnologie avanzate potrebbero invece essere utili per ottenere cultivar dotate di resistenze genetiche contro le principali avversit, e quindi meno bisognose di trattamenti con prodotti chimici.

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