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All’Assessore
Territorio e Ambiente della Regione Siciliana Via Ugo La Malfa, 169
90146 PALERMO
Il Presidente
Domenico Craparotta
14) La scelta del sito di Bellolampo (e di tutti i siti) non è stata fatta dalla
struttura Commissariale sulla base di precisi criteri di strategicità,
economicità, basso impatto, posizione baricentrica con le aree
metropolitane, distanza dai centri abitati, aree soggette a vincoli
idrogeologici e paesaggistiche, vie di comunicazione. Infatti, lo stesso
avviso pubblico per la selezione delle aziende a cui affidare lo
smaltimento, poneva come condizione che le ditte avessero “siti idonei”,
ovvero impianti industriali propri o di cui abbiano la disponibilità
gestionale, esistenti nel territorio della Regione Sicilia, ivi compresi quelli
per la produzione di energia elettrica, in sostituzione totale o parziale di
combustibili ora impiegati. Si è così precostituita una scelta degli
operatori e si è lasciata loro la facoltà di scegliere il sito più vantaggioso
per l’azienda piuttosto che più idoneo sotto il profilo ambientale con il
costo a carico dell’utenza. Altra conseguenza di tale procedura è il fatto
che i rifiuti viaggeranno da un capo all’altro della Sicilia con l’irrazionale
conferimento, per esempio, di quelli di Catania all’impianto di Augusta,
quelli di Messina a Paternò (Catania), quelli di tutta la Provincia di
Palermo e di Trapani a Bellolampo (PA) già ospitante un discarica che va
avanti da 30 anni, ed è stata ampliata ulteriormente da 30.000 ettari a
150.000, situata a ridosso della città di Palermo (Conca D’Oro), ospitante
già un inceneritore per rifiuti ospedalieri e pericolosi;
15) Non risultano pertanto esposti i criteri che hanno determinato la scelta del
sito, la loro configurazione modulare, prescelta su precisa base analitica.
Manca una scheda parametrica dei dati necessari per la esecuzione di
un’analisi dei dati territoriali, delle valenze naturalistiche, delle valenze
culturali, dei dati fisici. Manca ogni riferimento ai rapporti tra studi
territoriali effettuati e soluzioni progettuali adottate, nonché il quadro di
riferimento ambientale, i livelli di qualità preesistenti all’intervento, la
stima qualitativa e quantitativa degli impatti indotti dall’intervento
sull’ambiente e, quindi, la individuazione e la caratterizzazione delle
componenti e dei fattori ambientali ed antropici interessati;
16) Gli aspetti sismici sono stati del tutto ignorati mentre l’elevata sismicità
dell’area del comune di Palermo (seconda categoria) richiede invece
indispensabili approfondimenti sui caratteri, localizzazione e potenziale
sismico delle principali strutture sismogenetiche potenzialmente
interferenti con l’area interessata all’insediamento. Dai dati dello studio
non è possibile stimare gli effetti attesi al suolo in assenza di un indagine
geognostica ed in particolare geofisica volta a determinare i parametri
sismici e geotecnici dei terreni fondali tecnicamente significativi in
funzione dell’opera in progetto e quindi non è possibile valutare una
plausibile risposta attesa;
18) Lo studio non fornisce alcuna analisi degli aspetti idraulici e idrogeologici
che possono ingenerare dissesti. La vulnerabilità del sito traspare appena
dallo studio mentre andrebbe seriamente indagato il rischio frana indotto
dagli interventi di realizzazione delle opere e il successivo deposito in
discarica di oltre 4 milioni di tonnellate di rifiuti;
19) Il sito ricade all’interno del Sito di Interesse Comunitario “Raffo Rosso,
Monte Cuccio e Vallone Sagana”. Lo studio annuncia elevati impatti
ambientali con la perdita di habitat, denaturalizzazione e avvelenamento
alimentare per l’avifauna, e si dichiara che “Considerando che non è
possibile dimostrare l’assenza d'impatto e che ‘le disposizioni
dell’articolo 6 della Direttiva Habitat non sono limitate a piani e progetti
concernenti esclusivamente un sito protetto e prendono anche in
considerazione sviluppi al di fuori del sito, ma che possono avere
incidenze su esso’. Le autorità degli Stati membri sono pertanto invitate
quanto meno ad astenersi da tutte le attività che possono provocare il
deterioramento di un sito inserito nell’elenco nazionale”.
24) Manca la valutazione di rischio delle sostanze rilasciate - tra cui quelle
cancerogene come la diossina ed i metalli pesanti-, mentre si dichiara
genericamente che le emissioni rientreranno nei parametri di legge. E’
del tutto evidente che ciò contrasta fortemente non solo con le norme
per la redazione dello studio ma anche con le esperienze, ricerche e
risultanze delle valutazioni condotte in Italia ed in Europa negli ultimi
decenni e che comprovano significativi impatti sanitari;
26) La sintesi riferisce che nella relazione SIA sarebbero riportati i risultati
delle simulazioni di uno scenario emissivo (in quali condizioni meteo? in
quale fase di funzionamento degli impianti? Per quale estensione
temporale?) per poi affermare che i picchi sono da 1 a 2 ordini di
grandezza inferiori ai limiti di legge (quale legge?) e che si concentrano
nelle zone montuose e privi di centri abitati. Tutto ciò è inverosimile
anche alla luce del fatto che la stessa sintesi avverte che “il nucleo
abitato presente in prossimità dell’area dell’impianto potrà essere
soggetto ad un inquinamento olfattivo non trascurabile in quanto la
percentuale di ore annue nelle quali è superata la soglia di riferimento è
compresa tra l’1% e poco più del 15%”.
27) Gli scarichi idrici indicati (50 m3/giorno) sono incoerenti con i dati del
consumo (600 m3/giorno) ovvero non viene specificata la destinazione
dei restati 550 m3;
32) La sintesi non fornisce alcun serio ed aggiornato studio sulla composizione
merceologica dei rifiuti conferiti all’impianto né esamina la questione
degli inerti (quanto vetro?) che si ritroveranno nella frazione secca
compattata (altrimenti detta eco-balla) da avviare ai forni , mentre la
frazione organica stabilizzata si dichiara ne conterrà il 30-40%, e ciò a
dimostrazione del fatto che rimarrà inutilizzabile quale compost;
37) La sistemazione a verde delle aree contigue agli impianti è solo avanzata
come ipotesi ma non fa parte del progetto e non se ne assicura la
realizzazione;
38) Non viene fatta alcuna stima quantitativa della produzione di biogas e,
mentre si dichiara che verrà utilizzato a fini energetici, non si chiarisce
quale impianto lo utilizzerà;
40) Si dichiara che gli effetti del traffico sono sicuramente significativi ma si
stimano in soli 40 viaggi al giorno. Considerato che all’impianto
dovrebbero essere conferite circa 800.000 t/anno di rifiuti (più 8.000
t/anno di calce, 4.400 t/a di urea, 2.650 t/a di chimici) ne deriva che ogni
giorno, per 365 giorni l’anno arriverà nel sito una media di 2.200
tonnellate. E’ poi noto che gli autocompattatori siciliani portano al
massimo 10-12 tonnellate. Riteniamo più attendibile stimare il numero
dei viaggi in almeno 150-200 al giorno con effetti ben più drammatici di
quelli ipotizzati sul traffico di Palermo e degli assi viari interessati;
41) Nessuno studio viene fatto sulle eventuali modifiche che la realizzazione
dell’impianto potrebbe indurre sul microclima dell’area;
44) Manca una descrizione del progetto e la relativa valutazione degli impatti
che comporterà la realizzazione dell’elettrodotto che, si intuisce,
dovrebbe consentire l’immissione in rete dell’energia elettrica prodotta.
45) Non è stato prodotto uno studio epidemiologico attendibile sullo stato
sanitario delle popolazioni interessate alle ricadute dei fumi ed una
credibile valutazione ante e post intervento. L’affermazione che “Non si
ritiene quindi che la realizzazione e l’entrata in funzione degli impianti
possa determinare effetti negativi sulla salute pubblica” è del tutto priva
di fondamento e contraddice la univoca e copiosa letteratura medico-
scientifica sull’argomento.
Lo scrivente Comitato, alla luce delle osservazioni di cui sopra, nella
convinzione dell’inutilità dell’opera proposta ed i gravi ed irreparabili
guasti che essa produrrebbe sull’ambiente e sulla salute delle
popolazioni, ritenendo inoltre che lo studio di impatto ambientale
presenti gravi ed incolmabili lacune, chiede alla Commissione che
vengano esaminate attentamente tutte le questioni qui evidenziate
esprimendosi singolarmente su di esse pronunciando al termine parere
negativo. Chiede già fin d’ora copia del giudizio di compatibilità
ambientale che sarà rilasciato dichiarandosi disponibile al pagamento
delle spese di fotoriproduzione e spedizione.
Palermo, 16/07/2007
Comitato di Bellolampo
Il Presidente
Domenico Craparotta
Stradale Bellolampo, 4700 - 90135 – Palermo Tel. 091224185
E-mail: crep.mimmo@tin.it Sito: http://bellolampo.it