Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
La Medicina Omeosinergetica, ultima nata dopo Omeopatia e Omotossicologia, cerca di colmare lo iatus che c' tra l'Omeopatia, corpus terapeutico "tutto testa" (infatti l'approccio omeopatico enfatizza i sintomi mentali del paziente) e l'Omotossicologia, corpus terapeutico "tutto corpo" (infatti per l'omotossicologia tedesca non esiste la psiche, o perlomeno tutte le manifestazioni psichiche sono da addebitare alle tossine). La Medicina Omeosinergetica si propone di riequilibrare l'energia vitale del paziente per la salute dell'anima e del corpo tramite, non solo la somministrazione di rimedi omotossicologici particolarmente formulati, ma anche attraverso l'accettazione di atteggiamenti o comportamenti altrui "simili" (omeo), che sono "sintonici", "armonici" (sin) alla consapevolezza ed al "ritrovamento" di se stessi; inoltre si propone di facilitare la presa di coscienza dello Spirito che dimora in ogni essere umano come Energia di Vita. Attraverso studi di Programmazione Neuro-Linguistica (PNL), l'Analisi Psicologico-Comportamentale, e l'Integrazione Neuro-Emozionale (NEI), si verificato che la causa dell'evento morboso dovuta alla "non accettazione" o "rifiuto" dell'esperienza, comunque verificatasi. Il rifiuto fa scattare nel paziente uno stress, cio un input che, attraverso la mediazione del sistema nervoso neurovegetativo, si va a somatizzare perifericamente a livello dell'organo, che poi funzionale alla comprensione della malattia stessa, dando luogo a malattie psicosomatiche e somatopsichiche. La Medicina Omeosinergetica, pertanto, da una parte valorizza l'aspetto biochimico e clinico del paziente; infatti, mediante l'uso di farmaci complessi, essa agisce su sindromi cliniche ben definite ma secondo un concetto squisitamente omotossicologico di malattia. La malattia viene sempre vista in un ambito dinamico, e l'obbiettivo di riequilibrare le capacit reattive e vitali del soggetto. Dall'altra valorizza l'aspetto psicologico-comportamentale del paziente, riconoscendogli un' "anima" e un "cuore" di cui la malattia o il sintomo non sono altro che l'epifenomeno. Da questo punto di vista, la malattia solo una spia, fedele e chiarificatrice, di una disarmonia comportamentale del vivere. Pertanto l'approccio al sintomo duplice: da un lato, viene curato con dei farmaci omeosinergetici, particolarmente formulati, efficaci e tollerati, ma dall'altro si insiste sulla comprensione e sul conseguente "cambiamento" di quel comportamento che ha portato al disequilibrio prima ed alla sofferenza fisica poi.