EMERGENZA MALTEMPO NEI BALCANI, ANCHE LA BOSNIA PESANTEMENTE COLPITA DA NEVE E GELO Il freddo polare che sta attraversando

lintera regione balcanica (le precipitazioni di neve degli ultimi giorni risultano le pi intese da trentanni a questa parte) non ha certo risparmiato la Bosnia che rimane uno dei Paesi pi colpiti dal maltempo insieme alla Serbia. Ne parla Dnevni Avaz, riferendo che neve e temperature estreme (ieri sera si arrivati a meno 26 gradi) stanno creando enormi problemi in BosniaErzegovina: paesi completamente isolati, scuole obbligate a chiudere fino alla settimana prossima e una lunga serie di voli cancellati. Un diciassettenne bosniaco di Zepce, Ejub Nadzak, stato ritrovato morto assiderato dal freddo dopo che la famiglia ne aveva denunciato la scomparsa il 2 febbraio. Le zone del Paese pi colpite sono il cantone di Zenica-Doboj nellentit della Federazione e le due citt di Sokolac e Han Pijesak nella Repubblica Serba Bosniaca (RS). Lentit della Federazione ha dichiarato lo stato demergenza mentre la RS non lo ha fatto, anche se molte municipalit e cantoni lo hanno autonomamente dichiarato. Un gran numero di paesi vicino a Sokolac, Srebrenica e Foca (in Bosnia orientale) sono isolati e bloccati dai cumuli di neve che rendono le strade inutilizzabili; per questo i rifornimenti di cibo e medicine sono rallentati notevolmente. Anche se molta gente al lavoro per spalare quanta pi neve possibile ci vorranno dei giorni prima che le

strade diventino nuovamente accessibili visto che, secondo le previsioni, lemergenza maltempo durer fino a venerd e sabato. PROSEGUE IL PROCESSO CONTRO TRE EX SOLDATI DELLESERCITO DELLA RS ACCUSATI DI CRIMINI DI GUERRA A BIJELJINA Durante ludienza di venerd del processo sul caso Bijeljina un testimone ha rafforzato laccusa contro i tre ex soldati della Repubblica Serba Bosniaca (RS) sospettati di crimini di guerra (omicidi e stupri) avvenuti proprio nella citt bosniaca di Bijeljina. Ne riferisce Balkan Insight, precisando che il testimone Danilo Spasojevic ha dichiarato di aver udito chiaramente il suono di uno sparo proveniente dalla casa delle vittime ma di non aver visto la scena. Spasojevic si rivolto alla corte di Belgrado affermando di non essere entrato in quella casa: Sono rimasto fermo sulle scale di fronte alla casa insieme a un altro soldato e ho poi chiaramente sentito il suono di uno sparo di pistola provenire dallabitazione. Pi tardi ho scoperto che i tre militari avevano assassinato il proprietario di quellabitazione, Avidic. Dragan Jovic, Zoran Djurdjevic e Alen Ristic sono i tre ex soldati dellunit volontaria dellesercito della RS accusati di aver commesso crimini di guerra contro civili a Bijeljina, in Bosnia. Secondo laccusa i tre sono entrati in un abitazione di bosniaci il 14 giugno del 1992, hanno rubato soldi

e oggetti di valore e hanno infine violentato ripetutamente due donne. Inoltre il soldato Dragan Jovic sospettato di aver brutalmente assassinato un civile sparandogli in bocca. I tre hanno poi legato le due donne trascinandole, nude e scalze, per la citt. Spasojevic ha ribadito pi volte di aver incontrato Jovic in un bar di Bijeljina la notte del 14 giugno 1992 e di essere stato costretto ad accompagnarli in macchina presso labitazione di Avdic per commettere una rapina. Spasojevic per stato recentemente condannato a nove anni per crimini di guerra contro civili proprio in merito a questo episodio. Il processo stato trasferito dalla corte del Distretto di Bijeljina a quella di Belgrado, in Serbia, in seguito allapprovazione della legge sullAssistenza reciproca internazionale in questioni criminali. La prossima udienza verr celebrata il 16 marzo. LE PROTESTE MONTENEGRO INFIAMMANO IL NORD DEL

Secondo Vijesti proteste e manifestazioni contro laumento dei prezzi dellenergia e contro le privatizzazioni stanno prendendo piede anche nel nord del Montenegro visto che un gran numero di organizzazioni non governative, sindacati e associazioni varie hanno organizzato una grande manifestazione il 10 febbraio nella citt di Bijelo Polje, nel settentrione del Paese.

Il primo grande evento di protesta stato il 21 gennaio a Podgorica, dove migliaia di cittadini insoddisfatti e angosciati hanno sfogato tutte la loro rabbia per il sensibile aumento dei prezzi dellelettricit. Nella capitale verr poi organizzata unaltra grande manifestazione il 18 febbraio. Almer Mekic, a capo dellONG Euromost e uno dei principali organizzatori della manifestazione a Bijelo Polje ha dichiarato che: Le proteste di Podgorica sono state un trampolino di lancio per tutti noi. La partecipazione di tutta quella gente ci ha fatto sentire pi sicuri e coraggiosi. Ci sentiamo profondamente vicini ai cittadini e ai lavoratori che hanno protestato il 21 gennaio. Certamente accorreremo tutti in massa anche il 18 a Podgorica. I manifestanti pretendono che la Procura di Stato indaghi su tutte le privatizzazioni compiute nella regione visto che il recente aumento dei prezzi dellelettricit viene considerato una rapina alla povera gente. Il governo ha mostrato da subito di non volere alcun confronto e il premier del Montenegro Igor Luksic ha quindi respinto ogni richiesta della societ civile; non ha acconsentito n alle dimissioni dei membri dellAgenzia di controllo dellenergia n alla cancellazione dellincremento dei prezzi dellelettricit. Laumento pi duro da digerire per gli abitanti del nord del Paese visto che in queste zone (gi caratterizzate da una maggiore povert e un minore sviluppo economico rispetto al sud) la crisi sta facendo chiudere molte fabbriche e stabilimenti e

costringe molte persone a dover emigrare al sud per cercare lavoro. CHIUSO LUNICO SITO INTERNET CHE FORNIVA DATI PRECISI SULLINQUINAMENTO A SKOPJE Gli ambientalisti di Skopje sono in agitazione da un mese; sono passati 30 giorni infatti dalla chiusura dellunico sito internet che forniva dati esatti sugli elevatissimi livelli dinquinamento nella capitale della Macedonia. Secondo molti attivisti verdi il prolungato oscuramente del sito (chiamato Skopje respira) stato voluto dalle autorit comunali per impedire al pubblico la consultazione quotidiana dei dati sullinquinamento della citt. Biljana Dukovska, a capo di una delle pi importanti organizzazioni non governative ambientali di Skopje, ha dichiarato che: Non esiste alcuna giustificazione per una cosa del genere. Skopje respira offline da troppo tempo. Faremo qualsiasi cosa per costringere il comune a riaprire il sito. Dnevnik ricorda che in effetti il comune a giugno aveva chiuso la pagina internet dopo che mesi prima, a dicembre, il sito aveva rivelato livelli impressionanti dinquinamento dellaria. Allora loscuramento della pagina fu motivato mediante fantomatiche difficolt tecniche. Anche questa volta Cvetanka Ikonomova, a capo del settore ecologico del comune, si appella a problemi tecnici: Abbiamo forti difficolt a connettere gli strumenti di misurazione alla pagina internet ma stiamo lavorando duro per risolvere linconveniente.

Ribadisco che non c stata alcuna intenzione da parte del comune di chiudere volontariamente il sito. Daltra parte siamo stati proprio noi a voler aprire questa pagina dinformazione, perch mai dovremmo oscurarla?. Gli ambientalisti rimangono per molto diffidenti riguardo a questi chiarimenti.