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I tre pilastri. Primo pilastro: rappresentato dalle Comunit europeeSecondo pilastro: rappresentato dalla politica estera e sicurezza comune (PESC)Terzo pilastro: rappresentato dalla giustizia e dagli affari interni. 2. Trattato di Maastricht 1992 D vita ad una nuova, pi ampia organizzazione : l'Unione Europea. Questa non sostituisce le tre originarie comunit europee (CECA-CEE-CEEA), ma le ricomprende instaurando inoltre delle forme di cooperazione tra gli Stati membri in due nuove materie: PESC e GAI. E l'UE viene a fondarsi sui 3 pilastri. Stabilisce i ritmi per il passaggio ad una moneta unica ed istituisce una cittadinanza europea. Elimina la E di economica, per mostrare un passaggio ad una realt pi elevata, di carattere sociale, culturale, umano. 3. Trattato di Lisbona 2007 La sua entrata in vigore era subordinata alla ratifica di tutti gli Stati membri. 27 ratifiche. Ha incontrato una prima bocciatura nel referendum dell'Irlanda, con esito opposto per fortuna nel secondo. Sono sorti problemi anche in Germania con la sua compatibilit con la Costituzione tedesca. Quando poi l'entrata in vigore era impedita dall'assenza della sola ratifica ceca, si deciso di estendere le stesse limitazioni di Regno Unito e Polonia del Protocollo n.30. Conserva la separazione in due distinti trattati : TUE e TFUE. Su questi due trattati si fonda l'Unione Europea. I 37 protocolli allegati fanno parte dei Trattati. L'Unione ha personalit giuridica. Sopravvive la CEEA e si abolisce la struttura dei 3 pilastri. La politica estera e di sicurezza comune perpetua il suo carattere intergovernativo. Istituisce il Presidente dell'Unione Europea con mandato di 2 anni e mezzo, eletto dal Consiglio europea e dall'Alto rappresentante. La codecisione diventa la procedura legislativa ordinaria, aumentando l'influenza ed il peso del Parlamento europeo. 4. Fallimento della Costituzione europea Non stata inserita invece nei Trattati la Carta di Nizza, adottata nel 2000 dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione. Essa pur avendo importanti richiami ai diritti fondamentali, non aveva carattere giuridicamente obbligatorio. La Costituzione europea pur avendo ricevuto numerose ratifiche non entrata in vigore a causa della mancata ratifica di Francia e Olanda, dopo i referendum con esiti negativi. Si scelta pertanto una pausa di riflessione che ha portato ad accantonare il progetto della Costituzione europea. 5. Meccanismo sanzionatorio Ogni Stato europeo che rispetti i valori dell'art.2 e si impegni a promuoverli pu diventare membro dell'Unione. Requisito essenziale per l'ammissione dentro l'Unione. Il Trattato di Lisbona ha peraltro stabilito un meccanismo di controllo sulla condotta degli Stati membri che pu condurre all'accertamento di una grave e persistente violazione dei valori. Il Consiglio europeo deliberando all'unanimit su proposta di un terzo degli Stati membri o della Commissione e previa approvazione del Parlamento europeo, pu constatare l'esistenza di una violazione grave e persistente da parte di uno Stato membro, dopo aver invitato lo Stato a presentare osservazioni. Le sanzioni possono consistere in una sospensione di alcuni diritti derivanti dai Trattati, compreso il diritto di voto nel Consiglio. Lo Stato membro continua ugualmente ad essere vincolato agli obblighi dei Trattati. 6. Ammissione di nuovi Stati membri La procedura di ammissione regolata da due fasi. La prima si svolge nel quadro delle istituzioni europee, la seconda invece coinvolge gli Stati membri. Il Parlamento europeo ed i parlamenti nazionali sono informati di tale domanda. Lo Stato richiedente trasmette la sua domanda al Consiglio, che si pronuncia all'unanimit, previa consultazione della Commissione e del Parlamento europeo. Due requisiti: 1) uno di natura politica e geografica, ovvero che lo Stato appartenga all'Europa. 2) l'altro di natura politica, ovvero che rispetti l'art.2Lo Stato europeo non si esaurisce alla sola natura geografica, ma anche di elementi storico-culturali. Il parere della Commissione obbligatorio. Il Parlamento pu respingere la domanda di adesione.Fase di pre-adesione:si basa su 3 criteri 1) quello giuridico, ovvero la capacit di adattarsi ai trattati 2) quello politico, riguardande il rispetto dei principi 3) quello economico, ovvero la garanzia di assicurare un mercato aperto ed in libera concorrenza. Seconda fase:si conclude con la stipulazione di un accordo tra lo Stato aderente e gli Stati membri, contentente le condizioni di ammissione e adattamento ai Trattati. L'accordo di adesione subordinato alla ratifica degli Stati contraenti. 7. Recesso dall'Unione Europea Il presente Trattato concluso per una durata illimitata. Il TUE non disponde nessun eventuale diritto di recesso unilaterale. Solo il Trattato di Lisbona ha attribuito un diritto di recesso volontario.Lo Stato infatti notifica tale intenzione al Consiglio, e l'Unione negozia tale accordo di recesso. L'accordo di recesso comporta la cessazione dell'applicazione dei Trattati, essi cessano ugualmente dopo due anni, salvo proroghe. 8. Competenze di attribuzione. Sono delimitate rispetto a quelle esercitabili dagli Stati membri. Principio di attrbuzione:L'Ue agisce esclusivamente nei limiti delle competenze che le sono attribuite dagli Stati membri nei Trattati, rispettando le procedure, le condizioni e le finalit previste. I poteri dell'Ue non sono originari ma derivati. L'Ue deve rispettare le funzioni essenziali dello Stato, vale a dire l'ordine pubblico, sicurezza nazionale, integrit territoriale. 9. Le competenze sussidiarie Nuovi poteri definiti competenze sussidiarie. Il Consiglio delibera all'unanimit su proposta della Commissione e approvazione del Parlamento europeo. E' una clausola di flessibilit. Non possibile infatti estendere la portata dei Trattati, ampliando le stesse materie. Da sottolineare ex art. 352 l'intangibilit delle competenze e delle procedure della PESC. Ne restano escluse pure la promozione della pace, dei valori dell'Unione, del benessere dei popoli, dell'unione economica e monetaria. 10. Poteri impliciti Teoria dei poteri impliciti elaborata dalla Corte di giustizia statunitense. Secondo tale teoria, l'Ue deve ritenersi provvista non solo dei poteri espressamente previsti dai Trattati, ma anche di quelli funzionali a tali poteri. Questi possono infatti essere desunti dai Trattati. 11. Categorie di competenze dell'Unione Europea Il principio di attribuzione non esaurisce la disciplina relativa alle competenze dell'Ue. Il Trattato di Lisbona ha colmato questa lacuna. Riguardo la materia economica ed occupazionale sono gli Stati membri che coordinano le loro politiche. Competenza esclusiva: solo l'Unione pu legiferare e adottare atti giuridicamente

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rilevanti e vincolanti. Gli Stati possono farlo solo se autorizzati dall'Unione oppure per dare attuazione ai suoi atti. Rientrano nella competenza esclusiva l'unione doganale, la politica monetaria, le regole di concorrenza, conservazione risorse biologiche, politica commerciale e caccia e pesca.Competenza concorrente: L'Unione ha competenza concorrente ogni volta che la materia non coperta da competenza esclusiva. Rientrano in questo ambito la coesione economica e sociale, l'agrigoltura e la pesca, l'ambiente, la protezione dei consumatori, i trasporti, l'energia, i problemi comuni di sanit pubblica. Competenze di sostegno, coordinamento, completamento: Consiste in un' opera di assistenza agli Stati membri: industria, protezione civile, salute umana, cultura, istruzione. Principio di sussidiariet. Nei settori che non sono di sua competenza esclusiva l'Unione interviene soltanto se e in quanto gli obiettivi dell'azione non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri, n a livello centrale n a livello regionale e locale. Riguarda non la ripartizione delle competenze, ma il loro esercizio. La collocazione della materia in una o nell'altra competenza va fatta secondo gli artt. 2-6. Tale principio apparso con l'Atto unico del 1986. Le condizioni per l'intervento dell'Unione sono: 1) l'insufficienza dell'azione statale 2) il valore aggiunto dell'intervento europeo. E' una difesa di fronte all'eccessivo attivismo dell'Unione, e si fonda sul concetto che le decisione e le scelte assunte debbano avere luogo nel livello pi adatto a consentire ai cittadini di esprimere le proprie esigenze e determinazioni. (Principio di prossimit)Il Protocollo n.2 verte sull'applicazione dei principi di proporzionalit e sussidiariet e su loro relativo controllo. La Commissione, prima di proporre un atto legislativo, svolge ampie consultazioni, a livello locale. Vige un obbligo della Commissione, del Parlamento europeo e del Consiglio di trasmettere ai parlamenti nazionali. Ciascun parlamento infatti pu mettere in atto una procedura di preallarme early warning (entro 8 settimane dalla trasmissione dell'atto) e possono essere consultati a tal fine p ure i parlamenti regionali. Se viene contestato dalla maggioranza semplice dei voti dei parlamenti nazionali, la Commissione tenuta a riesaminare la proposta. Se il Consiglio o il Parlamento europeo al 55% ritengono che la proposta sia incompatibile con la sussidiariet, essa non forma oggetto di ulteriore esame. Diritto dei parlamenti di impugnare dinanzi la Corte di Giustizia un atto che violi tale principio. Pure il Comitato delle regioni ne ha facolt, ma solo per atti in cui prescritta la sua consultazione. Il principio di proporzionalit. Il contenuto e la forma dell'azione europea si limitano a quanto necessario per il conseguimento degli obiettivi dei Trattati. Comporta una valutazione circa la congruit dei mezzi impiegati rispetto all'obiettivo perseguito. A differenza del principio di sussidiariet, quello di proporzionalit opera nell'interno campo di applicazione dei Trattati. Prima di essere previsto dal Trattato di Maastricht, era gi adottato dalla Corte di Giustizia. Le misure normative, devono avere la minore obbligatoriet possibile. Se non necessario un regolamento, deve scegliersi una direttiva; se non necessaria una direttiva, deve scegliersi una raccomandazione. Integrazione flessibile. I rapporti tra gli Stati membri e l'Ue, non sempre hanno il medesimo contenuto e la medesima portata. Alcuni Stati non sono integralmente soggetti alla normativa comunitaria. Si parla infatti di Europa a geometria variabile. Il meccanismo adottato dal Trattato di Maastricht, ha concesso al Regno Unito e alla Danimarca di restare estranei all'unione monetaria. Si parla pertanto di Stati membri con deroga. Un altro caso di integrazione flessibile, ossia differenziata, si ha in materia di politica estera, dove richiesta l'unanimit e del Consiglio ed possibile la cosiddetta astensione costruttiva. La cooperazione rafforzata. Favorire il meccanismo widening (allargamento) dell'Unione, rende difficile il meccanismo deepening (approfondimento-consolidamento), praticamente impossibile senza un tipo di integrazione di differenziato. Regno Unito e Irlanda sono estranei, ma possono di volta in volta partecipare con la scelta di opting in. Gli Stati se vogl iono instaurare fra di loro una cooperazione rafforzata. L'obiettivo di consentire ad un gruppo pi avanzato di utilizzare le procedure e le istituzioni europee per far progredire l'integrazione europea. Tutti gli Stati partecipano alle deliberazioni del Consiglio, ma solo alcuni ne hanno diritto di voto. L'unanimit data dai soli membri della cooperazione rafforzata e gli effetti si riversano esclusivamente su di loro. Si ricerca ovviamente la pi larga partecipazione possibile alla cooperazione rafforzata. La decisione che autorizza la cooperazione rafforzata adottata dal Consiglio in ultima istanza, quando si verifica l'impossibilit di raggiungere quei risultati dall'Unione nel suo insieme. Almeno 9 membri. La richiesta presentata al Consiglio dagli Stati interessati, che delibera all'unanimit, previo parere dell'Alto rappresentante, mentre il Parlamento ne solo informato. La Commissione pu chiedere che vengano rispettate certe condizioni di partecipazione Attribuzione della cittadinanza. Istituzione della cittadinanza europea con il Trattato di Maastricht. Diritti ulteriormente riconosciuti con la Carta di Nizza dei diritti fondamentali. E' cittadino dell'Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro, e la cittadinanza europea non si sostituisce a quella nazionale. I cittadini europei godono di diritti e sono soggetti ai doveri previsti dai Trattati. E' un arricchimento della cittadinanza nazionale. Gli Stati membri stabiliscono nei loro ordinamenti come si acquisisce e come si perde la cittadinanza, senza ingerenze esterne. E' necessario per che nell'esercizio di questa libert normativa, rispettino il diritto comunitario (sentenza Micheletti). Se l'esercizio di tale competenza lede i diritti riconosciuti dall'ordinamento comunitario, questo pu essere sottoposto al controllo giurisdizionale (sentenza Rotmann). L'individuo non viene in rilievo come un soggetto economicamente attivo, ma come un soggetto politico. Viene ribadito il diritto di libera circolazione e soggiorno nel territorio degli Stati membri da parte dei cittadini europei. Gli Stati membri possono limitare la libert di circolazione e soggiorno di un cittadino, adottando provvedimenti di allontanamento per motivi di ordine pubblico, pubblica sicurezza o di sanit pubblica. L'esercizio del diritto di soggiorno soggetto al sindacato giurisdizionale. Diritto di elettorato Art.22 TFUE contempla il diritto di elettorato attivo e passivo, riguardo le elezioni amministrative e quelle del Parlamento europeo. Ogni cittadino europeo residente in uno Stato membro, ha il diritto di voto e di eleggibilit alle elezioni comunali nello Stato membro in cui risiede. Il cittadino pu votare al Parlamento europeo nel Paese di residenza. La Corte ha

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affermato che il Regno Unito non ha violato alcuna disposizione estendendo il diritto di elettorato al Parlamento europeo ai cittadini del Commonwealth. La determinazione dei titolari del diritto di voto di competenza statale. Il diritto di petizione Ogni cittadino dell'Unione ha il diritto di petizione davanti al Parlamento europeo. Ogni persona fisica o giuridica, pu presentare una petizione inerente materie che rientrano nell'attivit dell'Ue. Dovere di esaminarlo in capo al Parlamento europeo. La petizione pu avere contenuto vario: suggerimenti relativi alle politiche Ue, soluzioni di specifici problemi, questioni di attualit e reclami contro le violazioni. La materia oggetto della petizione deve concernere l'autore della stessa. Avviene un esame di una commissione permanente: Commissione delle petizioni. Il Parlamento su proposta della Commissione pu elaborare relazioni, adottare risoluzioni, formulare interrogazioni alla Commissione o al Consiglio. Denuncia al mediatore europeo Allo scopo di avvicinare il cittadino alle istituzioni europee risponde anche l'istituto del Mediatore europeo (difensore civico). E' un organo individuale, istituito dal Trattato di Maastricht, con il compito di promuovere l'amministrazione dell'Ue, intervenendo per riparare i casi di cattiva amministrazione. Nominato dal Parlamento europeo, previo parere della Commissione e approvazione del Consiglio. Non un organo, esercita le sue funzioni in piena indipendenza. Ha un mandato rinnovabile, le sue funzioni sono fissate dal Parlamento europeo, previo parere della Commissione e approvazione del Consiglio. Non pu esercitare per la durata del mandato alcuna attivit lavorativa remunerata o non remunerata. Il Parlamento non pu revocarlo, pu solo chiedere alla Corte di dichiararlo dimissionario. E' abilitato a ricevere le denunce di qualsiasi cittadino dell'Ue, procede alle indagini che ritiene giustificate e ne investe l'istituzione interessata. Pu attivarsi d'ufficio o su richiesta del Parlamento europeo. Il suo compito di riparare l'eventuale torto subito dal denunziante e di risolvere il problema generale sollevato. Promuovere il buon governo e motivare le proprie decisioni nel rispetto della riservatezza. Organi dell'Unione europea Una articolata struttura volta a promuovere i valori, e perseguire gli obiettivi. Le istituzioni sono il Parlamento europeo, il Consiglio, la Corte di Giustizia, la Corte dei Conti, il Consiglio europeo, la Commissione, la Bce. L'art.340 TFUE enuncia l'obbligo dell'Unione di risarcire i danni provocati dalle istituzioni. Con il Trattato di Lisbona il Consiglio europeo stato inserito tra le istituzioni europee. Esso assume le decisioni fondamentali riguardanti lo sviluppo dell'azione europea e del processo di integrazione. Il Consiglio invece formato dai rappresentanti degli Stati membri (a livello ministeriale). Parlamento, Consiglio e Commissione sono rappresentativi dei cittadini, dei governi e dell'interesse unitario dell'Unione. Collaborano per la funzione normativa, approvazione del bilancio e accordi internazionali. Procedimenti interistituzionali e leale collaborazione. Tale principio sottoposto al controllo della Corte di Giustizia, secondo cui ognuno svolge una propria specifica funzione nella struttura istituzionale. L'apparato comprende pure il SEBC costitutivo della BCE e delle banche centrali nazionali. I trattati istituiscono pure organi ausiliari, come il Comitato economico e sociale ed il Comitato delle regioni. Anche il Comitato per l'occupazione, il Comitato economico e finanziario, il Mediatore, Comitato politico e di sicurezza. Ulteriori organismi di natura tecnica sono una ventina di agenzie: EEA (Agenzia europea per l'ambiente) EMEA (Agenzia europea per i medicinali) FRONTEX (Agenzia europea gestione frontiere) EASA (Agenzia europea per la sicurezza area) EFSA (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) OSHA (Agenzia per la salute nel luogo di lavoro) CEDEFOP (Centro europeo per lo sviluppo professionale) EUMC (Osservatorio europeo razzismo e xenofobia) OHIM (Ufficio arminizzazione mercato interno) EUROJUST (cooperazione giudiziaria) EUROPOL (Ufficio europeo di polizia) OLAF (Ufficio europeo per la lotta alla frode) EUSC (Centro europeo satellitare). Parlamento europeo Istituzione rappresentativa dei cittadini dell'Ue. E' composta dai rappresentanti dei cittadini degli Stati membri. Esisteva gi al momento della CECA sotto il nome di Assemblea. Denominato Parlamento europeo con l'Atto unico europeo del 1986. Formato da 736 parlamentari (di cui per esempio 99 Germania, 72 Italia e Regno Unito e 5 Malta). Il Parlamento pu avere un massimo di 750 parlamentari + il presidente. Sono contemplati inoltre i membri osservatori senza diritto di voto. La rappresentanza dei cittadini garantita in modo degressivamente proporzionale, con una soglia minima di 6 membri per Stato membro. Gli Stati demograficamente maggiori hanno un numero di seggi inferiore a quello che spetterebbe in base ad un rigido rapporto proporzionale. Il numero e l'assegnazione di seggi sono stabiliti dal Consiglio europeo con decisione votata all'unanimit, su iniziativa del Parlamento e sua approvazione. I parlamentari si aggregano secondo affinit politiche. L'elettorato attivo e passivo del Parlamento sganciato dalla cittadinanza nazionale. Dal 1975 su decisione del Consiglio, il Parlamento eletto a suffragio universale diretto. Principi elettorali comuni: metodo proporzionale, scrutinio di lista o uninominale preferenziale. Mandato parlamentare incompatibile con la partecipazione alla Commissione, alla Corte, al governo nazionale. In Italia pure incompatibile con il Pres.della Giunta regionale e assessore regionale. Un parlamentare europeo pu decadere in applicazione della legislazione nazionale. Famoso il caso dell'On. Jean Marie Le Pen, dichiarato decaduto con decreto del Primo ministro francese ed il successivo ricorso del convenuto venne pure dichiarato irricevibile. Il ruolo del Parlamento europeo, infatti non d attuazione alla decadenza del mandato, ma solo a prenderne atto. Dal 2007 il Parlamento competente a revocare l'immunit dei parlamentari. Un gruppo politico composto da deputati eletti in almeno un quarto degli Stati membri, almeno 25 deputati. Se sono di numero inferiore legittimato ad esistere fino alla seduta costitutiva del nuovo Parlamento. Si pu appartenere ad un solo gruppo politico. Non sono ammessi gruppi misti, quelli non iscritti rimangono senza gruppo politico. Il Parlamento europeo ed il Consiglio votando secondo la procedura legislativa ordinaria determinano lo statuto dei partiti politici ed il loro finanziamento. Funzioni e poteri: in origine aveva poteri molto limitati, che sono stati via via incrementati. Si arrivati infatti alla procedura di codecisione con il Consiglio, ossia adozione congiunta di un atto legislativo su proposta della Commissione. Esercita importanti funzioni anche in materia di bilancio insieme al Consiglio. Funzioni di controllo politico e consultivo. Elegge il Pres.della Commissione. Inesistenza del potere d'iniziativa del Parlamento, n dei deputati, ha solo un potere di impulso e di preiniziativa verso la Commissione. A maggioranza dei membri il Parlamento pu chiedere alla

Commissione di presentare adeguate proposte. Il Parlamento ha comunque un potere generale di adottare risoluzioni concernenti l'Ue. Strumento di controllo sono le interrogazioni del Parlamento verso la Commissione sul suo operato (con risposta scritta od orale). Oppure la mozione di censura che comporta le dimissioni dell'intera Commissione. Rapporto di fiducia tra le due istituzioni. Se il Parlamento approva a maggioranza dei due terzi tale mozione, la Commissione si dimette e pure il ruolo al suo interno che svolge l'Alto rappresentante (scrutinio palese). Rimangono in carica solo per l'ordinaria amministrazione. La mozione discussa dopo 3 giorni dal deposito con obbligo di votazione. La mozione presentata da almeno un decimo dei deputati. Non ammessa contro singoli commissari e riguarda l'operato della Commissione. Rapporti collaborativi con i parlamenti nazionali attraverso la COSAC (Conferenza delle commissioni per gli affari europei). Il Parlamento pu rivolgere interrogazioni e raccomandazioni al Consiglio e all'Alto Rappresentante. 22. Il Consiglio europeo Composto dai capi di Stato e di governo accompagnati dai ministri degli esteri, si riunisce tre volte l'anno come Consiglio delle Comunit. Duplice funzione: 1) dibattere le questioni di principale importanza al livello comunitario e operare le scelte decisive 2) svolgere attivit di consultazione, coordinamento e programmazione nel campo della politica estera. L'art.2 dell'Atto unico europeo diede la sua struttura ed un formale riconoscimento. La partecipazione degli Stati membri a livello di Capo di Stato e Capo di Governo dipende dalle costituzioni interne. Il Trattato di Lisbona istitu la figura del Pres.del Consiglio europeo, il quale un organo individuale, eletto a maggioranza qualificata, con mandato di 2 anni e mezzo ed rinnovabile una sola volta. Il Consiglio europeo pu porre fine al mandato in caso di colpa grave o impedimento. I suoi compiti: preside i lavori, assicura la continuit dei lavori, coesione e consenso nel Consiglio europeo, relazione dopo ciascuna riunione. Il Consiglio europeo si riunisce due volte a semestre. Si pronuncia per consenso, salvo previsioni diverse dei Trattati. L'astensione non osta all'adesione alla deliberazione. Funzioni: non esercita funzioni legislative, ma d gli impulsi necessari allo sviluppo. Ha natura eminentemente politica. In seno al Consiglio europeo non si esclude si realizzino accordi tra gli Stati membri. Svolge un ruolo di primo piano nell'azione esterna dell'Ue, definisce la politica estera e di sicurezza comune perch venga elaborata dal Consiglio (deliberando all'unanimit). Esamina annualmente i livelli di occupazione nell'Unione con relazione annuale. Gli atti del Consiglio europeo non sono sindacabili dal giudice comunitario. Sono impugnabili dinnanzi alla Corte solo i suoi atti che siano giuridicamente obbligatori. 23. Il Consiglio Il Consiglio composto da un rappresentante di ciascuno Stato membro a livello ministeriale. Produce atti organici che sono imputabili allo stesso Consiglio. La composizione del Consiglio variabile, poich esso formato da ministri ratione materiae. Attribuisce a qualsiasi Stato membro il diritto di contestare mediante ricorso per annullamento la legittimit di qualsiasi regolamento del Consiglio. E' stabilito che ogni Stato membro vi sia rappresentato. Il Consiglio nella formazione Affari generali assicura la coerenza dei lavori delle varie formazioni del Consiglio. Inoltre prepara le riunioni del Consiglio europeo e ne assicura il seguito in collegamento con il Pres.del Consiglio europeo e la Commissione. Il Consiglio Affari esteri elabora l'azione esterna dell'Unione secondo le linee strategiche definite dal Consiglio europeo. Il Pres.del Consiglio eletto a votazione a maggioranza qualificata in seno al Consiglio europeo. La presidenza ricoperta da ogni Stato membro per un periodo di sei mesi. Ciascuno Stato esercita a turno la presidenza. Normalmente lo Stato che ha la presidenza esercita anche la presidenza degli organi preparatori. Il Consiglio assistito da un Segretariato generale nominato dal Consiglio a maggioranza qualificata. Le riunioni del Consiglio sono di natura pubblica e le sessioni sono due: 1) per le deliberazioni sugli atti legislativi 2) per le deliberazioni sugli atti non legislativi. Il COREPER un organo intergovernativo essendo formato dai delegati dei governi degli Stati membri. COREPER 1 costituito dai rappresentanti permanenti aggiunti e COREPER 2 dei rappresentanti permanenti di rango diplomatico. Esso svolge un ruolo importante ai fini dell'adozione degli atti da parte del Consiglio. Infatti la proposta della Commissione viene trasmessa dal Consiglio al COREPER per raggiungere una posizione unanime. La votazione ordinaria del Consiglio la maggioranza qualificata, salvo che i Trattati non dispongano diversamente. Le astensioni dei membri presenti non ostano all'adozione delle deliberazioni, per le quali richiesta l'unanimit. La delibera non approvata in caso di assenza di uno Stato membro. Vi sono diversi coefficienti di ponderazione (es. Germania 29, Italia 29, Francia 29, Spagna 27, Regno Unito 29, Paesi Bassi 13 etc...) Le votazioni sono valide se hanno ottenuto almeno 255 della maggioranza dei membri. Almeno il 62% dei membri, altrimenti l'atto non adottato. Il coefficiente numerico fissato dal Protocollo n.36. Esiste una minoranza sufficiente ad impedire l'approvazione dell'atto, ovvero la cosiddetta minoranza di blocco. Il numero complessivo dei voti attualmente di 345, e la minoranza di blocco di 91 voti. La maggioranza degli Stati membri richiesta se la deliberazione debba essere presa su proposta della Commissione, quando questa non prescritta richiesta una maggioranza aggravata. Clausola di verifica democratica (62%). Il Consiglio annualmente definisce la cifra della popolazione di ciascuno Stato. A decorrere dal 1 novembre 2014 per maggioranza qualificata si intende almeno il 55% dei membri. E la minoranza di blocco sar di almeno 4 Stati membri. Dalla definita approvazione del Trattato di Lisbona si prevista l'eliminazione del voto ponderato. Infatti, se i dei membri costituiscono una minoranza di blocco, il Consiglio discute la questione per arrivare ad una sintesi. Dal 1 Aprile 2017 la minoranza di blocco si costituisce con il 55% della popolazione o il 55% degli Stati membri. Ove la discussione in seno al Consiglio non conduca ad ampio consenso si potr procedere comunque alla votazione. La votazione all'unanimit prevista sulle 1) misure contro le discriminazioni 2) sull'elettorato 3) sull'armonizzazione delle imposte 4) sui poteri sussidiari dell'Ue 5) sulla politica estera e di sicurezza comune. La votazione dei 4/5 per la constatazione di un evidente rischio di colpa grave e violazione. La seconda fase delle deliberazioni approvate si realizza con l'adozione da parte degli Stati membri. Funzioni: La funzione legislativa e la funzione di bilancio. Inoltre esercita funzioni di definizione delle politiche e di coordinamento alle condizioni stabilite dai Trattati. Il Consiglio non emana solo atti legislativi, ma anche di indirizzo, di assistenza, di consulenza e atti giuridicamente non vincolanti. Il Consiglio adotta raccomandazioni. Elabora annualmente orientamenti riguardo materie di

occupazione, di cui gli Stati devono solo tener conto. Inoltre ha compiti di sorveglianza, assistenza finanziaria, e poteri sanzionatori sulle politiche economiche. Potere decisionale nella politica estera e di sicurezza comune. Tali decisioni vincolano gli Stati membri nella conduzione della loro azione. Spetta al Consiglio, su proposta dell'Alto Rappresentante, adottare decisioni relative alla politica estera. Se la Commissione ritiene di non presentare una proposta deve comunicare le proprie motivazioni al Consiglio. Il Consiglio interviene nella nomina di altre istituzioni come la Commissione, il Comitato esecutivo BCE, la Corte dei Conti, il Comitato delle regioni e il Comitato economico e sociale. E fissa le indennit per le principali istituzioni. 24. La Commissione E' la terza istituzione politica dell'Unione ed un organo sostanzialmente sopranazionale. In posizione di piena indipendenza rispetto agli Stati membri. Il numero dei commissari era originariamente 9, dopo il Trattato CE si stabil che ogni Stato dovesse essere rappresentato, quindi per ora 27. Inclusi il Presidente e l'Alto Rappresentante. Tale composizione dovrebbe cambiare a decorrere dal 1 gennaio 2014 con una riduzione dei suoi membri, corrispondente ai 2/3 degli Stati membri con un sistema di rotazione paritaria (18). Un solo mandato senza rinnovo. La Commissione costituita cercando di rispecchiare la molteplicit demografica e geografica. I commissari sono scelti in base all'impegno europeo profuso e tra garanzie di indipendenza. Inoltre essi si astengono da ogni atto incompatibile con il loro incarico. Non possono esercitare altre attivit professionali. In caso di violazione degli obblighi la Corte pu pronunciare le dimissioni d'ufficio, la decadenza dal diritto a pensione o altri vantaggi. Gli obblighi dei commissari potrebbero sussistere anche una volta cessate le loro funzioni. Codice di condotta per i commissari (1999) ed il caso Martin Bongemann per violazione del dovere di delicatezza. Deve prevalere sempre l'interesse generale all'interesse dei singoli. Per la nomina dei commissari si assegnato potere decisionale al Parlamento europeo e un ruolo di partecipazione al Pres.della Commissione. La durata del mandato di 5 anni. Il Consiglio europeo, delibera a maggioranza qualificata e propone un candidato alla sua presidenza che viene eletto dal Parlamento a maggioranza. Altrimenti viene proposto un nuovo candidato. Il Presidente, l'Alto Rappresentante e i membri sono soggetti al voto di approvazione del Parlamento, cos poi si prosegue con la nomina da parte del Consiglio europeo. PRIMA FASE: nomina di un Presidente che sia coerente con la maggioranza parlamentare. Si tratta di un rapporto fiduciario di carattere permanente. I membri sono sostituiti per la restante durata del mandato con un membro della stessa nazionalit, da parte del Consiglio d'accordo con il Pres.della Commissione. Il Trattato di Lisbona prevede anche le dimissioni volontarie dell'intera Commissione, cos restano in carica esercitando solo l'ordinaria amministrazione. Dentro l'organizzazione interna della Commissione si articolano una serie di direzioni generale, servizi ed uffici. Di norma la Commissione si riunisce una volta alla settimana ed ogni volta che se ne presenti la necessit. Il Pres.della Commissione un primus inter pares, e definise gli orientamenti, decide l'organizzazione interna, nomina i vicepresidenti, fatta eccezione per l'Alto Rappresentante. Un membro della Commissione rassegna le dimissioni se il Presidente glielo chiede. Il Presidente il capo dell'esecutivo dell'Unione e nel caso di rottura del patto fiduciario della Commissione con il Parlamento, quest'ultimo costretto a chiedere una mozione di censura verso l'intera Commissione. Funzioni: La Commissione promuove l'interesse generale dell'Unione. Viglia sull'applicazione dei Trattati. D esecuzione al bilancio. Esercita le funzioni di coordinamento e gestione. Assicura la rappresentanza esterna dell'Unione, eccetto per la politica estera. Avvia il processo di programmazione per la conclusione degli accordi internazionali (annualmente). E' custode dei Trattati. Oltre ai poteri di vigilanza, ha un potere di carattere istruttorio. Pu proporre ricordi di annullamento degli atti dell'Ue. Oppure un'azione in carenza volta a far constatare la violazione dei Trattati. Pu infliggere delle ammende pecuniarie. Si occupa della riscossione delle entrate e dell'erogazione delle spese. Si occupa della gestione decentrata dei fondi europei. I comitati che obbligatoriamente devono essere istituiti, limitano la competenza gestionale della Commissione. La potest esecutiva degli atti obbligatori dell'Ue condivisa tra gli Stati membri e la Commissione. Sia il Parlamento sia il Consiglio hanno il potere di opporsi alle misure di esecuzione progettate dalla Commissione. Un atto legislativo pu delegare alla Commissione il potere di adottare atti non legislativi di portata generale che integrano determinati elementi non essenziali dell'atto legislativo. Gli atti legislativi fissano le condizioni cui soggetta la delega : a) il Parlamento o il Consiglio possono decidere di revocare la delega b) l'atto delegato pu entrare in vigore se Parlamento e Consiglio non sollevano obiezioni. In qualche caso anche la Commissione quando non abbia un potere esclusivo di proposta, pu emanare pareri. Parere motivato, che la Commissione emette nel quadro della procedura d'infrazione nei confronti di uno Stato membro. Inoltre la Commissione pubblica annualmente, almeno un mese prima dell'apertura della sessione del Parlamento europeo, una relazione sulle attivit dell'Unione. 25. Alto Rappresentante dell'Unione E' un organo ibrido poich oltre alla sua posizione di presidente del Consiglio degli Affari esteri, riveste lo status di componente della Commissione, della quale uno dei vicepresidenti. Il Consiglio europeo decide sulla sua nomina ed ha anche il potere di determinare a maggioranza qualificata la fine del suo mandato. Attua la politica estera in qualit di mandatario del Consiglio. La sua nomina subordinata all'approvazione del Parlamento europeo. L'Alto rappresentante pur lasciando la Commissione resterebbe nelle altre sue funzioni in qualit di mandatario del Consiglio. A differenza degli altri membri della Commissione, l'Alto rappresentante sottratto al divieto generale , secondo il quale tali membri non sollecitano n accettano istruzioni da alcun governo. Svolge una funzione di proposta verso il Consiglio e di attuazione delle sue decisioni. Conduce il dialogo con i terzi ed esprime la posizione dell'Unione nelle organizzazioni internazionali. Si avvale di un servizio europeo per l'azione esterna, previa consultazione del Parlamento europeo e della Commissione. 26. Corte di giustizia dell'Unione europea E' un'istituzione dell'Unione e comprende la Corte di Giustizia, il Tribunale ed i tribunali specializzati. Le competenze del Tribunale sono pi limitate rispetto a quelle della Corte di Giustizia. Due esigenze, decongestionare la Corte rispetto ad una massa smisurata di ricorsi che ne minacciano l'efficienza e la funzionalit. Infine

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garantire un doppio grado di giudizio, con il diritto di impugnare le sentenze del Tribunale. Successivamente dato l'aumento dei ricorsi a causa dell'allargamento dell'Ue, sono stati creati i tribunali specializzati. La Corte composta da un giudice per ogni Stato membro. Sono nominati di comune accordo con gli Stati membri per mandati di 6 anni, rinnovabili. Devono essere giureconsulti di notoria competenza. La nomina dei giudici preceduta da un parere sulla loro adeguatezza fornito da un comitato di sette ex membri di Corte o Tribunale. Il Comitato scelto dal Consiglio, su iniziativa del Presidente della Corte. I giudici invece designano tra di loro il Presidente per 3 anni rinnovabili. I giudici non rappresentano lo Stato, sono indipendenti. La Corte di Giustizia assistita da 8 avvocati generali, il cui numero pu essere aumentato dal Consiglio, all'unanimit, su richiesta della Corte. L'avvocato generale ha l'ufficio di presentare con imparzialit e piena indipendenza conclusioni motivate alle cause che richiedono il suo intervento. I giudici godono dell'immunit giudiziaria, la quale si estende oltre la cessazione delle loro funzioni per quanto concerne gli atti compiuti in veste ufficiale. La Corte ha sede a Lussemburgo e si riunisce in sezioni, composte da 3 o 5 giudici o in grande sezione costituita da 13 giudici. Il Tribunale anch'esso con sede a Lussemburgo formato da un giudice per Stato membro. 27. Banca Centrale europea e gli organi monetariE' un istituzione dell'Unione la quale vede le sue fuzioni sottoposte ad una regolamentazione divesa di un sistema speciale. Autorit monetarie: BCE e SEBCIl SEBC ha come obiettivo principale il mantenimento delle stabilit dei prezzi e definire la politica monetaria dell'Unione. La Bce ha sede a Francoforte. La Bce ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote in euro nell'Unione. Gli Stati membri possono coniare monete metalliche con l'approvazione della Bce. Gli organi della Bce sono il Consiglio direttivo ed il Comitato esecutivo. Il primo composto dai governatori delle banche centrali nazionali, il secondo composto dal Presidente, il vicepresidente e quattro altri membri. Svolge funzione preparatorie e ha un mandato di otto anni. Ha anche un potere normativo ed infatti per assolvere ai compiti del SEBC pu emanare regolamenti,decisioni, raccomandazioni e pareri controllati dalla Corte (solo di legittimit. La Corte dei conti Istituzione europea volta ad assicurare un controllo finanziario esterno alle singole istituzioni, non ha natura giurisdizionale. E' composta da un cittadino per ogni Stato membro, con un mandato di 6 anni. Sono scelti dal Consiglio a maggioranza qualificata, previa consultazione del Parlamento. E sono personaggi di indiscussa indipendenza, i quali nell'esercizio delle funzioni non accettano sollecitazini da parte di organismi o Stati e si astengono da atti incompatibili con le loro funzioni. Non possono esercitare altre attivit professionali e possono essere destituiti o dichiarati decaduti dal loro diritto alla pensione, da parte della Corte di Giustizia. Dichiarazione di affidabilit dei conti e regolarit delle operazioni sono gli atti pi importanti posti in essere dalla Corte dei conti. Inoltre fa la delibera di discarico con la quale d il via libera alla Commissione per l'esecuzione del bilancio. Emette inoltre dei pareri facoltativi a richiesta delle altre istituzioni. Gli organi ausiliaia consultivi I Trattati istituiscono anche altri organi, tra questi meritano di essere segnalati anzitutto gli organi ausiliari rispetto alle istituzioni politiche, aventi carattere prettamente consultivo. Il Parlamento, il Consiglio e la Commissione sono assistiti da un Comitato economico e sociale e da un Comitato delle regioni, che esercitano entrambi funzioni consultive. Sono entrambi organi di individui composti da persone indipendenti dai governi degli Stati membri. Il Comitato economico e seociale composto da rappresentanti delle organizzazioni, dai datori di lavoro, di lavoratori dipendenti e di altri attori rappresentativi.della societ civile. La composizione non pu essere superiore a 350 ed determinato dal Consiglio all'unanimit, su proposta della Commissione e hanno un mandato di 5 anni. Il Comitato si riunisce su convocazione del Presidente, eletto dallo stesso. La funzione esercitata mediante pareri obbligatori o facoltativi. Le istituzioni europee fissano un termine non superiore ad un mese per emettere il parere. Il Comitato delle regioni stato formalmente istituito dal Trattato di Maastricht 1992, per dare una qualche rappresentanza alle autonomie locali. Non vi corrispondenza tra il numero dei membri assegnato a ciascun Stato membro e il numero degli enti locali esistenti nei vari Stati. Pu impugnare dinanzi alla Corte di Giustizia gli atti dell'Unione. Il Comitato per l'occupazione composto da due membri nominati da ciascuno Stato membro e due dalla Commissione.Esso incaricato di seguire la situazione dell'occupazione e le politiche in materia. Elabora orientamenti relativi all'occupazione. Il Consiglio ha l'obbligo di elaborare in merito degli orientamenti annuali consultanto il Comitato. Banca europea per gli investimenti (BEI) Costituisce un entit autonoma i cui membri sono gli Stati dell'Ue. E' composta dal Consiglio dei governatori, composto dai ministri designati dagli Stati membri; dal Consiglio di Amministrazione e dal Comitato direttivo. E' composta da personalit indipendenti. Il capitale della BEI suddiviso in quote sottoscritte dai singoli Stati membri, ed essa ha il compito di contribuire facendo appello al mercato dei capitali, alle proprie risorse, allo sviluppo equilibrato e senza scosse nel mercato interno nell'interesse Ue. Gli strumenti della BEI sono : 1) concessione prestiti 2) concessione garanzie 3) fondi strutturali Il finanziamento dell'Unione europeaLe tre istituzioni europee interagiscono in molteplici materie. Per quanto riguarda il bilancio la materia regolata, oltre che dal TFUE anche dal regolamento finanziario. Il Parlamento rispetto all'origine ha assunto un ruolo. Il bilancio dell'Unione composto dalle entrate e dalle spese, le quali devono essere oggetto di previsioni per ciascun esercizio ed essere iscritte nel bilancio. Vige il principio di equilibrio delle entrate e delle spese. Le spese sono ricomprese nei poteri di approvazione del Parlamento, a differenza delle entrate che sono in larga parte decise dai governi degli Stati membri. Il sistema tende a rendere l'Unione completamente indipendente dagli Stati membri. Il Consiglio deliberando secondo procedure legislative speciali, all'unanimit, previa consultazione del Parlamento europeo, adotta una decisione per istituire nuove categorie di risorse o sopprimere quelle gi esistenti. Tale decisione necessita dell'approvazione degli Stati membri. Gli Stati membri non hanno pi le possibilit di rifiutarsi di finanziare l'Unione, ma hanno il potere di decidere quali risorse destinare a quest'ultima. Un potere proprio impositio in capo all'Unione, come le imposte derivanti dall'IVA e dall'aliquota del reddito nazionale lordo, sono i contributi che gli Stati devono obbligatoriamente versare. La riscossione effettuata dagli Stati membri.

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La formazione del bilancio dell'Unione deve conformarsi ad alcuni principi, per primo il principio dell'unit del bilancio. Le spese relative all'amministrazione e al funzionamento delle istituzioni sono a carico dell'Unione. Le spese operative sono a capo degli Stati membri, secondo un criterio di ripartizione basato sul prodotto nazionale lordo. Si prevede la costituzione di un fondo costituito da contributi degli Stati membri. Restano fuori dal bilancio dell'Unione le spese di una cooperazione rafforzata. Principio dell'annualit: l'esercizio finanziario ha inizio il 1 gennaio e si chiude il 31 dicembre. Il Trattato di Lisbona ha previsto la definizione di un quadro finanziario pluriennale. Principio di pareggio del bilancio. Prima di adottare atti bisogna assicurarsi che ess abbiano una copertura finanziaria. Principio della buona gestione finanziaria. Principio dell'efficienza, che deve ricercare il miglior rapporto tra mezzi impiegati e risultati conseguiti. Principio dell'efficacia, che prevede che gli obiettivi specifici devono essere raggiunti con i risultati attesi. Approvazione ed esecuzione del bilancioParlamento europeo e Consiglio sono due rami dell'autorit di bilancio. Vi sono delle spese obbligatorie e non obbligatorie. Il Trattato di Lisbona ha posto sullo stesso piano le due autorit di bilancio. Il quadro finanziario pluriennale mira ad assicurare l'ordinato andamento delle spese dell'Unione entro i limiti delle sue risorse. Questo quadro pluriennale stabilito per un periodo di almeno 5 anni. Il bilancio annuale a questo si deve conformare. Il quadro pluriennale fissa gli importi massimali annui per ogni categoria di spesa. Esso determinato mediante regolamento, poi adottato dal Consiglio all'uninanimit, previa approvazione del Parlamento europeo a maggioranza assoluta.Entro il primo luglio ciascuna istituzione elabora uno stato di previsione per l'anno successivo. La Commissione raggruppa tali previsioni in un progetto di bilancio. Tale progetto viene proposto entro il primo settembre. Il primo esame del progetto di bilancio fatto dal Consiglio, che entro il 1 ottobre comunica la sua posizione al Parlamento. Il Parlamento entro 42 giorni adotta il progetto con eventuali emendamenti. Il testo emendato trasmesso al Consiglio, il quale entro 10 giorni pu approvare gli emendamenti. In caso di contrario si apre la fase dinanzi ad un comitato di conciliazione, formato dai membri del Consiglio ed altrettanti del Parlamento, e con la partecipazione della Commissione. Questa deve giungere entro 21 giorni ad un accordo nel progetto a maggioranza qualificata. Qualora il Comitato non pervenga a tale accordo il progetto va considerato respinto e la Commissione deve sottoporre un nuovo progetto. Se invece si arriva ad un accordo il Parlamento ed il Consiglio dispongono entro 14 giorni per approvare il progetto comune. E' il presidente del Parlamento europeo che conferma tale adozione. Se il progetto non viene approvato si adopera provvisioriamente il regime dei dodicesimi per l'erogazione delle spese. La Commissione esegue il bilancio sotto il controllo della Corte dei conti, la quale presenta una dichiarazione di affidabilit. Adozione degli atti dell'Unione europeaPu essere prescritta la consultazione degli organi ausiliari. Il Consiglio con il Parlamento delibera con la procedura di codecisione. Gli atti inoltre possono essere adottati secondo una procedura semplificata nella quale intervenga solo il Consiglio o solo la Commissione. In caso di delega di quest'ultima. Bisogna fare una distinzione tra i provvedimenti fondati direttamente sul Trattato e le disposizioni derivate. Con il Trattato di Lisbona stata prevista la possibilit di atti delegati della Commissione di portata generale, sia di atti esecutivi della sola Commissione. Per alcune istituzioni come il Consiglio europeo escluso la possibilit di adottare atti legislativi. Nella PESC esclusa l'adozione di atti legislativi. La proposta della CommissioneLa procedura legislativa ordinaria di codecisione ha inizio, di regola con la proposta della Commissione. Un atto legislativo dell'Unione pu essere adottato solo su proposta della Commissione. Nei casi previsti dai Trattati sono molto rari i casi in cui un atto dell'Unione pu essere adottato senza proposta della Commissione. Infatti, in via eccezionale, gli atti legislativi possono essere adottati su iniziativa di un gruppo di Stati membri oppure del Parlamento europeo, su raccomandazione della BCE o su richiesta della Corte di Giustizia o della BEI. La Commisione priva del potere di iniziativa nella materia della PESC. Il potere di iniziativa pu essere sollecitato dal Parlamento, dal Consiglio o da un milione di cittadini europei, ed eccezionalmente da uno Stato membro. La Commissione si consulta anche con esperti. Il Consiglio pu emendare le proposte solo deliberando all'unanimit, fino a che questo non delibera, la Commissione pu modificare le proprie proposte. Questa ha anche il potere di ritirare le proposte. La procedura legislativa ordinariaProcedura di codecisione di Parlamento e Consiglio. Sulle proposte della Commissione si svolge una "prima lettura" da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. Anzitutto il Parlamento adotta la sua posizione e la trasmette al Consiglio, se quest'ultimo approva, l'atto adottato. In caso contrario il Consiglio adotta la sua posizione e la trasmette al Parlamento con motivazione. Si apre cos la fase si "seconda lettura" ed entro tre mesi dalla posizione del Consiglio, il Parlamento pu approvare tale posizione. Se entro tre mesi il Parlamento non si pronuncia, si interpreta come silenzio assenso. Al contrario entro il suddetto termine il Parlamento pu respingere la posizione del Consiglio a maggioranza e l'atto si considera definitavamente adottato. Il Parlamento pu proporre a maggioranza degli emendamenti al testo del Consiglio e la Commissione trasmette il suo parere cosicch il Consiglio svolga la sua seconda lettura ed entro tre mesi approvi a maggioranza qualificata gli emendamenti del Parlamento. In caso contrario entro sei mesi il Pres.del Consiglio convoca un comitato di conciliazione ed in questo fase il Consiglio pu approvare solo all'unanimit gli emendamenti su cui la Commissione ha espresso pareri negativi. Il comitato di conciliazione si basa solo sulle posizioni del Parlamento e del Consiglio nella seconda lettura. La Commissione si pone in un certo senso a servizio delle due istituzioni. Entro sei mesi deve approvare un progetto comune altrimenti l'atto non adottato. Le procedura legislative specialiIl rapporto tra Parlamento europeo e Consiglio viene a sbilanciarsi dell'una o dell'altra istituzione. La deliberazione del Parlamento subordinata all'appovazione del Consiglio, il quale pu impedire l'adozione di un regolamento del Parlamento che non condivide. Se la decisione spetta al Consiglio, in tali procedimenti la partecipazione del Parlamento si esprime con un parere o con un atto di approvazione. Per esempio le ipotesi inerenti i diritti cittadini dell'Unione e

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l'elezione del Parlamento.La consultazione del Parlamento prescritta come obbligatoria, il cui parere pu essere accettato o meno dal Consiglio. In caso di mancata consultazione l'atto illegittimo "per violazione delle forme sostanziali". Non consiste nella semplice richiesta del parere, ma occorre che il parere sia effettivamente dato. Se si modifica la proposta richiesto un nuovo parere dal Parlamento (=obbligo di riconsultazione). Nessuna norma dispone che il Consiglio possa astenersi totalmente dall'esame della proposta della Commissione. Il Consiglio pu emanare l'atto di fronte all'eccessiva e prolungata inerzia del Parlamento ad esprimere un parere. Vale sempre il principio di leale collaborazione. Un' altra forma di partecipazione del Parlamento l'approvazione delle decisioni del Consiglio, soprattutto di frequente al di fuori dall'adozione di atti legislativi. Per esempio, nella consultazione di una violazione grave di uno Stato membro. L'Approvazione, precede l'emanazione da parte del Consiglio, l'atto del Consiglio adottato solo dopo l'appovazione del Parlamento (= diritto di veto). Qui per il Parlamento a differenza della procedura legislativa ordinaria non pu incidere in senso propositivo nel contenuto dell'atto, essendo estraneo alla sua elaborazione. Conclusione di accordi internazionaliUltimo procedimento interistituzionale quello della stipulazione di accordi internazionali con Stati terzi o organizzazioni internazionali. Essi ricadono nella disciplina di due ben note consultazioni internazionali:1) Convenzione di Vienna 1969 sul diritto dei Trattati 2) Convenzione di Vienna 1986. I Trattati pongono una propria disciplina concernente la competenza a stipulare da parte dell'Unione, il procedimento ed il ruolo delle diverse istituzioni e gli effetti giuridici di tali accordi nell'ordinamento dell'Unione (Trattato di Lisbona). Teoria del parallelismo delle competenze (interne ed esterne), in base alla quale la Comunit doveva considerarsi provvista della competenza e concludere accordi internazionali in tutte le materie nelle quali avesse le competenze a dettare norme sul piano interno dell'ordinamento comunitario. Ogni qualvolta la Comunit avesse il potere di adottare una normativa al proprio interno, essa provvista di concludere accordi sul piano esterno. La Corte ribadendo il parallelismo della competenza, ha mostrato di non ritenere pi necessarie la previa emanazione di una normativa interna.Sentenza 2002 Germania c. Commissione"Le possibilit di concludere accordi ancor prima di emanare norme interne ammissibile solo nell'ipotesi in cui la competenza interna pu essere esercitata contemporaneamente alla competenza esterna, quando gli obiettivi del Trattato non possono essere raggiunti l'instaurazione di norme autonome".L'Unione pu concludere accordi quando ci sia necessario per raggiungere un obiettivo firmato dai Trattati nell'ambito delle politiche dell'Unione, quindi in tutte le materie in cui l'Unione abbia il potere di emanare le proprie normative interne. Competenza esclusiva o competenza concorrente dell'Unione europeaL'Unione ha la competenza esclusiva per la conclusione di accordi internazionali, allorch tale conclusione prevista in un atto legislativo dell'Unione. Nelle materie per come la politica ambientale, di cooperazione allo sviluppo, di cooperazione economica, di politica monetaria, l'Unione nel concludere accordi internazionali non ha una competenza esclusiva, ma concorrente. Dove la competenza interna dell'Unione sia esclusiva altrettanto sar esclusiva la competenza a concludere accordin internazionali, salvo che non sia la stessa Unione ad autorizzare gli Stati membri. Va ricordata l'ipotesi di competenza esclusiva dell'Unione quando la conclusione dell'accordo prevista da un atto legislativo dell'Unione. Gli accordi mistiSono negoziati e sottoscritti sia dall'Unione che dagli Stati membri e richiedono non solo una decisione dell'Unione ma pure una ratifica degli Stati membri. Collaborazione tra l'Unione e gli Stati membri tanto nel processo di negoziazione e di stipulazione quanto nell'adempimento degli impegni assunti. Per evitare ritardi gli accordi misti prevedono un' applicazione in via provvisoria. Effetti giuridici degli accordi dell'UnionePer quanto riguarda la conclusione degli accordi internazionali dell'Unione europea, l'art. 218 TFUE, prevede il procedimento generale, mentre varianti sono contemplate riguardo a specifiche categorie di accordi. Il procedimento generale inizia con una raccomandazione della Commissione o dell'Alto rappresentante rivolta al Consiglio affinch autorizzi l'avvio dei negoziati. Il Parlamento deve essere esaurientemente informato dalla Commissione prima dell'apertura dei negoziati e durante ogni fase per adottare raccomandazioni. La decisione di concludere l'accordo spetta al Consiglio. Sia la firma sia la decisione di concludere l'accordo sono decise su proposta del negoziatore. La conclusione pu avvenire in forma semplificata mediante la semplice firma da parte della persona delegata dal Consiglio. Una volta eseguita la determinazione del Consiglio di concludere l'accordo, alla controparte comunicato che sono state compiute le formalit necessarie. Il Consiglio delibera a maggioranza qualificata, tranne nei settori in cui prevista l'unanimit. Il Parlamento estraneo alla procedura, nella materia della PESC, in tutte le altre invece partecipa con preventiva consultazione o approvazione. Approvazione del Parlamento europeo per : 1) Accordi di associazione 2) Accordo nell'adesione dell'Ue alla Convenzione dei diritti umani 3) Accordi che creano quadri istituzionali speciali 4) Accordi che hanno risultati finanziari 5) Accordi che hanno la procedura legislativa ordinaria.In caso di urgenza, Parlamento e Consiglio possono concordare un termine per l'approvazione. Per eventuale sospensione dell'accordo, la decisione spetta al Consiglio, su proposta della Commissione oppure dell'Alto rappresentante. Uno Stato membro, il Parlamento, il Consiglio o la Commissione possono domandare il parere della Corte di Giustizia circa la compatibilit di un accordo previsto con i Trattati. In caso di parere negativo della Corte, l'accordo previsto non pu entrare in vigore, salvo modifiche dello stesso o revisione dei Trattati. L'accordo non ha la forza giuridica di modificare i Trattati stessi, ma formano dal momento della loro entrata in vigore parte integrante dell'ordinamento comunitario. L'esecuzione dell'accordo da parte degli Stati membri, rappresenta un obbligo interno derivante dal diritto dell'Unione. Gli accordi misti conclusi dall'Unione dai suoi Stati membri e dai Paesi terzi hanno nell'ordinamento comunitario la stessa disciplina giuridica degli accordi puramente comunitari.

40. Trattato sull'Unione europea e Trattato sul funzionamento dell'UE Dal punto di vista formale essi sono accordi internazionali soggetti alle regole di diritto internazionale concernenti la conclusione, la validit, l'efficacia, l'interpretazione dei trattati. La struttura dell'Unione europea una comunit di diritto poich n le sue istituzioni sono sottratte al controllo della conformit dei loro atti alla carta costituzionale di base costituita dal Trattato. La teoria dei poteri impliciti secondo cui l'Unione e le sue istituzioni devono ritenersi provviste non solo dei poteri espressamente previsti dai Trattati ma anche dei poteri ulteriori. E' stata adombrata la possibilit di individuare alcuni principi supercostituzionali i quali non sarebbero modificabili. Lo stesso ruolo della Corte nell'ordinamento comunitario un principio fondamentale immodificabile. L'unico limite certo alle libert degli Stati deriva dalle norme inderogabili di diritto internazionale (ius cogens). Dalle sentenza Van Gend en Loos discende che i Trattati sono idonei a produrre diritti soggettivi, per la cui tutela possono rivolgersi i singoli ai tribunali nazionali. L'attribuzione di questi diritti avviene in maniera diretta ed automatica. La Corte respinse quindi l'argomento addotto da vari Stati membri secondo cui in caso di violazione di un obbligo derivante dai Trattati, si sarebbe dovuta esperire la procedura d'infrazione davanti alla Corte di Giustizia da parte della Commissione o di uno Stato membro e non gi un'azione giudiziaria dei singoli dinanzi ai giudici statali. L'art.259 TFUE attribuisce dei diritti in capo ai singoli che i giudici sono tenuti a tutelare. Stabilire se una disposizione dei Trattati abbia efficacia diretta questione interpretativa che riguarda solo il contenuto chiaro, preciso ed incondizionato dalla disposizione. La Corte ha precisato che il fatto che una disposizione si riferisce agli Stati, non esclude che possa porre in essere dei diritti in capo ai singoli meritevoli di tutela. L'efficacia diretta delle disposizioni dei Trattati dipende dal loro contenuto autosufficiente. Essa comporta in primis degli effetti diretti verticali, tra il singolo e la pubblica autorit (Stato, enti locali). Il diritto soggettivo pu essere riconoscibile implicitamente in corrispondenza di un obbligo diretto formalmente agli Stati membri. Le disposizioni dei Trattati sono invocabili anche nei rapporti tra privati, creando quindi effetti diretti orizzontali. Famosa la causa Defrenne (eh famosissima :p) che ha stabilito la parit di trattamento retributivo senza discriminazioni per sesso. 41. 42. Principi generali dell'Unione europea Principio di sussidiariet. Principio di non discriminazione. Principio di libera circolazione merci/persone. Responsabilit extracontrattuale= l'Unione deve risarcire conformemente ai principi generali comuni ai diritti degli Stati membri, i danni cagionati dalle sue istituzioni o dai suoi agenti nell'esercizio delle loro funzioni. Principio di primariet del diritto comunitario dell'Union rispetto a quello interno degli Stati membri. Principio di leale collaborazione. Principio di certezza del diritto e del legittimo affidamento. Principio di eguaglianza. I principi generali si pongono quali fonti non scritte del diritto dell'Unione colmandone eventuali lacune. Un altro sarebbe il principio di proporzionalit. La possibilit inoltre di adottare per motivi di sicurezza ed ordine pubblico, misure restrizione. Il principio dell'effetto utile, secondo cui ogni norma deve essere interprete in modo che possa raggiungere nella maniera pi efficace il proprio obiettivo. Il legittimo affidamento implica la tutela delle aspettative che gli interessati nutrano sulla base dei comportamenti delle istituzioni. 42. Gli accordi internazionali dell'UnioneCostituiscono parte integrante dell'ordinamento dell'Unione sin dal momento della loro entrata in vigore. Essi sono subordinati al rispetto dei Trattati. Non hanno la forza giuridica. Le loro contrariet ai Trattati ne determinano la loro illegittimit. Gli accordi internazionali prevalgono sugli atti emanati dalle istituzioni europee. Gli accordi sono suscettibili di produrre effetti diretti per i singoli, cio di creare diritti. Ogni accordo deve essere adempiuto in buona fede dalle parti contraenti. 43. Gli accordi conclusi tra gli Stati membri Gli accordi preesistenti degli Stati membri prima ancora della loro partecipazione all'Unione europea, sono destinati ad essere abrogati dalle norme di quest'ultimi. Uno Stato il quale assuma un nuovo obbligo contrario ai diritti riconosciutigli da un trattato anteriore, rinuncia per ci a valersi di tali diritti nei limiti necessari a dare esecuzione al nuovo obbligo. Il Trattato CEE prevale sulle convenzionati i concluse fra gli Stati membri anteriormente alla sua entrata in vigore. Gli Stati membri restano liberi di concludere anche in materie di competenza dell'Unione, a condizione che tale competenza non sia esclusiva. In quest'ultimo caso gli Stati membri non possono adottare propri atti ne singolarmente n mediante un accordo. E' possibile infatti che gli Stati membri adottino atti denominati "atti degli Stati membri riuniti in seno al Consiglio". La Corte ha riconosciuto la possibilit di adottare tali atti, escludendo che vengano considerati atti comunitari e di conseguenza la propria competenza a sindacarli. Gli atti umanitari non sono competenza esclusiva dell'Unione, poich tale competenza pu essere esercitata collettivamente dagli Stati membri. La Corte ritenendo che i regolamenti attuativi dell'Unione in merito alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza violavano taluni diritti fondamentali, li ha annullati in quanto illegittimi. Prescrive l'art.351 TFUE agli Stati membri di adoperarsi per eliminare le incompatibilit fra le convenzioni ed i Trattati. I giudici interpretano la convenzione preesistente in maniera conferme al diritto dell'Unione. Uno Stato membro pu procedere alla denuncia di un accordo quando incontri difficolt oggettive che ne rendano impossibile la modifica. 44. Il diritto internazionale generale Anche il diritto internazionale generale deve essere ricompreso nell'ambito dell'ordinamento dell'Unione. Esso rappresenta un parametro giuridico alla cui stregua valutare la legittimit degli atti emanati dalle sue istituzioni. Il principio del diritto internazionale generale che consente di sospendere o estinguere l'efficacia di un accordo a seguito dell'inadempimento della controparte. E' prevista la sospensione o la cessazione di un accordi di cooperazione allo sviluppo qualora il Paese terzo non abbia rispettato i diritti dell'uomo. Il mutamento del termine, la sospensione o l'estinzione di un accordi internazionale. Esistono le norme inderogabili del diritto internazionale (ius cogens) le quali sono inderogabili dai trattati, per il resto derogabile dagli stesi trattati, i quali prevalgono sulle norme consuetudinarie. 45. I regolamentiIl regolamento ha portata generale, obbligatorio in tutti i suoi elementi ed direttamente applicabile in ciascuno Stato degli Stati membri: generalit, integrale obbligatoriet e diretta applicabilit. L'obbligatoriet assicurata dalla forma di pubblicit, cio dalla sua pubblicazione nella Gazzetta dell'Unione europea. Si rivolge in termini generali ed astratti ad

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una serie indeterminata di destinatari, conferendo ad essi diritti o obblighi giuridici. Per qualificare un atto come regolamento occorre che i suoi destinatari siano individuati sulla base di elementi oggettivi e non sulla base di qualit personali. E' possibile pure che un regolamento sia emanato con riguardo ad un solo Stato che abbia una sfera territoriale limitata. Il regolamento si impone a qualsiasi autorit, giudiziaria o amministrativa, che sia chiamata ad applicarla. Non ha bisogno di atti di ricezione, ma non si esclude che possano essere necessari alcuni atti di esecuzione dell'Unione tali regolamenti di esecuzione non possono superare i limiti stabiliti dal regolamento a cui si riferiscono a pena di nullit. Le direttive La direttiva ha efficacia parzialmente obbligatoria chiedendo e garantendo il solo raggiungimento di un obiettivo. Non direttamente applicabile, ma acquista efficacia negli Stati membri per via mediata, grazie ad atti statali di recepimento, che provvedono a dare attuazione alla direttiva ed a integrare il contenuto normativo. Prima della scadenza del termine non deve credersi peraltro che le direttive siano prive di effetti giuridici. Infatti sono gi in vigore e determinano degli obblighi a carico dei destinatari (Stati), anche se ancora non possono considerarsi inadempienti. L'obbligo in questione, detto stand-still quello di evitare misure che ne rendano pi difficile l'attuazione in pendenza del termine. il carattere definitivo di disposizioni come queste comporta un pregiudizio grave. La sopravveniente normazione interna dello Stato non pu estrinsecarsi con contenuti confliggenti con i principi della direttiva. Eventuali difficolt che lo Stato incontrasse non lo esimono dall'adempimento della direttiva, ma gli consentono di prorogarne il termine di attuazione. Le misure adottate dagli Stati destinatari vanno comunicate alla Commissione. La Commissione pu aprire una procedura d'infrazione contro lo Stato membro che non abbia adempiuto l'obbligo di comunicare le misure di attuazione. Se lo Stato non adempie, scaduto il termine, esso responsabile per la violazione e pu subire una procedura d'infrazione con relativo risarcimento danni per i singoli che ne siano stati lesi. L'efficacia diretta della direttiva ricollegata alla stessa obbligatoriet dell'atto, che sarebbe ristretta ove si escludesse a priori la possibilit di invocarla in giudizio. L'efficacia diretta quasi sempre l'eccezione per le direttive. Essa richiede infatti che essa sia self-executing, quindi che abbia un contenuto autosufficiente da essere direttamente applicabile. Prima della scadenza da escludere che la direttiva produca effetti per i singoli. Le direttive possono avere solo un'efficacia diretta verticale, cio tra i privati e lo Stato. L'esclusione di effetti orizzontali legata al principio di certezza del diritto. Solo rivendicazioni da parte del privato verso lo Stato. I giudici nazionali, nello spirito di leale collaborazione devono interpretare il diritto interno nella maniera pi conforme alla direttiva (obbligo di interpretazione conforme). Tale interpretazione non pu per condurre ad un interpretazione contra legem del diritto nazionale, e tale obbligo esiste solo al momento della scadenza del termine di attuazione della direttiva. L'interpretazione conforme rappresenta il rimedio contro la mancata o inesatta attuazione della direttiva. Sentenza Unilever: La Corte ha dichiarato che il giudice comunitario era tenuto a disapplicare una norma interna adottata in violazione di una direttiva comunitaria. Le decisioni La decisione qualificata come obbligatoria in tutti i suoi elementi, si differenzia dalla direttiva, vincolante solo per quanto riguarda il risultato da raggiungere. La nuova formulazione dell'art.288 TFUE consente che siano emanate decisioni senza indicazione dei destinatari. Se designa i destinatari sar obbligatoria soltanto nei confronti di questi. La presenza di destinatari specifici, le distingue dai regolamenti. Le decisioni indirizzate a persone fisiche e giuridiche che comportino un obbligo pecuniario hanno efficacia di titolo esecutivo nell'ordinamento degli Stati membri. Esistono vari tipi di decisioni. In primis si menzionano quelle che hanno per oggetto la composizione di determinate istituzioni o altri organi. In secundis, le decisioni relative alle nomine dei membri delle istituzioni. Ed infine le decisioni per la previsione della disciplina di dettaglio di materie regolate da un regolamento o da una direttiva. Quindi 3 tipi di decisioni hanno in comune di non avere specifici destinatari. Anche le decisioni in materia PESC non hanno specifici destinatari. Sono inserite nella Gazzetta Ufficiale tra gli atti la cui pubblicazione non obbligatoria. Riguardo alle decisioni in materia PESC, esse sono effettivamente obbligatorie. Esse possono contenere d elle sanzioni di natura pecuniaria, e in generale producono effetti diretti. Secondo la decisione 1999/93 solo per Stati membri, il singolo non pu far valere nell'ambito di una controversia per responsabilit contrattuale, che lo vede opposto ad un altro singolo, la violazione da parte di quest'ultimo di una decisione. A conclusioni differenti si giungerebbe con quelle decisioni che non individuano i destinatari. Raccomandazioni e pareri La raccomandazione una manifestazione di volont, con la quale l'istituzione che la emana chiede al destinatario, in maniera esortativa, di tenere una condotta raccomandata. Il parere, invece, una manifestazione di giudizio, un consiglio, dal quale assente l'intento, proprio della raccomandazione di sollecitare il destinatario a tenere un certo comportamento. E' peraltro diffusa l'opinione secondo cui tutte le istituzioni avrebbero una competenza ad emanare raccomandazioni. Le raccomandazioni non sono vincolanti e sono adottate quando le istituzioni in forza dei Trattati non possono emanare atti obbligatori o quando non lo ritengono necessario. Essa pu avere come destinatari Stati membri, persone fisiche o giuridiche. La Corte, pur non avendo tale atto effetti obbligatori, pu ugualmente pronunciarsi in via pregiudiziale sulla sua interpretazione. Riguardo quelle inerenti al disavanzo eccessivo, esse possono preludere alla decisione contro lo Stato che possono giungere sino ad un'ammenda. I giudici nazionali hanno il dovere di prendere in considerazione le raccomandazioni durante la decisione della causa. I pareri interorganici si dubita che abbiano efficacia giuridica, dipendendo la loro efficacia dal procedimento nel quale si inseriscono. I Trattati prevedono talvolta conseguenze giuridiche nel caso di inosservanza. Gli atti dell'Unione vanno identificati nella base del loro carattere sostanziale. L'impugnabilit dinanzi alla Corte prevista per le decisioni, non prevista per i pareri. La Corte ha osservato che un atto adottato dalla Commissione che abbia conseguenze giuridiche nella sfera delle imprese destinatarie, non un parere ma una decisione. Gli atti atipici. L'art.288 TFUE non esaurisce la gamma degli atti adottabili dall'Unione. Ci limitiamo pertanto a raggrupparli in 3 categorie: 1) atti previsti espressamente dai Trattati 2) atti previsti espressamente da disposizioni dei Trattati aventi

denominazioni e caratteri diversi da quelli citati nell'art.288 3) atti non contemplati da nessuna disposizione dei Trattati e nati dalla prassi. Riguardo ai primi possiamo annoverare i regolamenti interni delle varie istituzioni e organi. Il regolamento della Corte dei conti stabilito dalla stessa corte, ma sottoposto all'approvazione del Consiglio. I regolamenti di procedura della Corte di Giustizia e del Tribunale, hanno anche rilevanza esterna, poich disciplinano anche lo svolgimento del processo. Anche altre norme di regolamenti interni hanno rilevanza esterna quando pongono in essere diritti in capo ai terzi. Talvolta le decisioni del Consiglio possono costituire in realt degli accordi tra Stati membri. E' diffusa l'opinione secondo tali debbano considerarsi le decisioni del Consiglio relative al completamento dei diritti dei cittadini, quelle concernenti una procedura comune o principi comuni in materia d'elezione del Parlamento europeo. infatti le decisioni emanate in materia entrano in vigore solo dopo l'approvazione degli Stati membri, in conformit con le proprie norme costituzionali. La seconda categoria di atti atipici costituita da atti non inquadrabili dentro l'art.288 TFUE, pur essendo previsti dai Trattati. Per esempio l'atto del Pres.della Repubblica che constata l'approvazione del bilancio, oppure i programmi in materia ambientale, di sviluppo pluriennale, di incentivazione dell'occupazione, istruzione e formazione professionale. Quindi possono considerarsi come delle risoluzioni operative. Le istituzioni possono concludere accordi interistituzionali di carattere vincolante (es. la Corte dei conti insieme alla BCE e la Commissione oppure la Commissione insieme al Consiglio e al Parlamento europeo). Tali accordi non possono n modificare n completare le disposizioni dei Trattati. Il codice di condotta costituisce invece una manifestazione di mera convergenza di intenti e non ha effetti giuridici. Per quanto riguarda gli atti di rilevanza esterna, si ricordano le tante risoluzioni di carattere politico e che producono in certi casi effetti giuridici. Atti di rilevanza esterna della Commissione: libri verdi, libri bianchi, lettere e comunicazioni. La Corte ha dichiarato che la Commissione vincolata dalle comunicazioni da essa emanate in materia di controllo degli aiuti di Stato (secondo il principio della certezza del diritto e del legittimo affidamento). 50. Gli atti in materia PESC. L'eliminazione della struttura in pilastri dell'Unione europea, effettuata dal Trattato di Lisbona, non ha fatto venire meno la peculiarit dell'azione dell'Unione in materia di politica estera e sicurezza comune. Non possiamo avere caratteri di atti legislativi, e va esclusa la possibilit di una loro efficacia diretta verso i singoli. PESC: 1) definisce gli orientamenti generali 2) adotta decisioni volte a definire le azione che l'Unione intende intraprendere, le posizioni che l'Unione deve assumere, le modalit di attuazione delle decisioni 3) rafforza la cooperazione sistematica tra gli Stati membri per la conduzione della loro politica. Al vertice degli atti dell'Unione si pongono le determinazioni del Consiglio europeo. Si desume che essi possono riguardare i rapporti dell'Unione con n paese o una regione. L'obbligo di mettere a disposizione i mezzi necessari incombe sia sulle istituzioni, che sugli organi dell'Unione e Stati membri. Tali decisioni inoltre prese dal Consiglio europeo sono superiori a quelle prese dal Consiglio, e vanno rispettate e attuate con missioni diplomatiche e consolari e nelle conferenze internazionali. Il Consiglio adotta decisioni che definiscono la posizione dell'Unione su una questione particolare di natura geografica o tematica. Delibera a maggioranza qualificata su proposta dell'Alto rappresentante e della Commissione., informando il Parlamento europeo. 51. Competenze della Corte di Giustizia e Tribunale. Le istituzioni e gli Stati dell'Unione sono sottoposti al controllo della conformit ai Trattati (=comunit di diritto). Per questo i Trattati istituiscono la Corte di Giustizia, il Tribunale ed i tribunali specializzati, che formano insieme la Corte di Giustizia dell'Unione europea. Queste non si pongono su un piano gerarchico, ma su un ambito di competenze fissate dai Trattati ed integrate da quelle dello Statuto della Corte di Giustizia. Non sussiste quindi un doppio grado di giurisdizione. Il Tribunale competente a conoscere i ricorsi, ad eccezione di quelli attribuiti ai tribunali specializzati e di quelli che lo Statuto riserva alla Corte di Giustizia. Annullamento atti dell'Ue, azione di risarcimento danni contro l'UE e controversie tra UE e i suoi agenti, sono di competenza della Corte di Giustizia. Anche i ricorsi degli Stati membri contro un atto o un'astensione dal pronunciarsi della Commissione sono di sua competenza. Sono invece di competenza del Tribunale i ricorsi diretti contro atti della Commissione. La ripartizione peraltro si fonda sull'oggetto del ricorso. Le altre competenze non menzionate ricadono nella Corte di Giustizia, pure la stessa procedura d'infrazione attivata dalla Commissione di competenza della Corte di Giustizia. La modifica della Carte di Nizza consent l'attribuzione al Tribunale della competenza pregiudiziale al Tribunale nelle materie determinate dallo Statuto. In caso di riesame o rinvio della causa alla Corte da parte del Tribunale, per esigenze di coerenza del diritto, tale rinvio viene fatto su proposta del primo avvocato generale. Alla Corte spetta la competenza consultiva in merito alla compatibilit fra un accordo internazionale ed i Trattati. La sussistenza della competenza delle giurisdizioni nazionali dipender poi dal diritto interno di ciascuno Stato. L'Unione non gode dell'immunit dalla giurisdizione degli Stati membri ed infatti esperibile contro di essa dinanzi al giudice nazionale un'azione per inadempimento contrattuale. Per procedere all'esecuzione forzata contro l'Unione, occorre l'autorizzazione della Corte di Giustizia. 52. La litispendenza tra Corte e Tribunale e l'impugnazione delle sentenze del Tribunale. In date materie Corte e Tribunale hanno entrambi competenza e questa si ripartisce in considerazione del ricorrente (individuo, Stato membro, istituzione). E' possibile che si pongano casi di litispendenza nel senso che lo stesso caso sia sottoposto ad ambedue i giudici. Si tratta di stabilire in quale modo coordinarsi per evitare contraddizioni di sentenze. Nel caso in cui Corte e Tribunale abbiano lo stesso oggetto, sollevino lo stesso problema di interpretazione o mettono in questione la validit dello stesso atto avviene il seguente procedimento: Il Tribunale ascolta le parti, pu sospendere il procedimento sino alla pronuncia della Corte, a cui si uniformer. Quando si tratta di ricorsi di annullamento il Tribunale pu declinare la propria competenza affinch la Corte decida sui ricorsi. Il terzo caso prevede che sia la Corte a sospendere il procedimento proseguendo invece quello del Tribunale. Quando viene impugnato lo stesso atto, il Tribunale declina la propria competenza a favore della Corte di Giustizia. Le sentenze emesse dal Tribunale possono essere impugnate dinanzi alla Corte per soli motivi di diritto ed entro i limiti previsti dallo Statuto. Essendo limitata ai soli motivi diritto non comporta un riesame, ma solo la valutazione di vizi nella sentenza del Tribunale. E'

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precluso alla Corte qualsiasi riesame per questioni di fatto il cui accertamento di competenza solo del Tribunale. Se l'impugnazione accolta, la Corte, annulla la decisione del Tribunale (lo stesso vale per le impugnazioni delle sentenze dei tribunali specializzati). La procedura d'infrazione. Pu essere esercitata su iniziativa della Commissione o da uno Stato membro. Essa presenta talune varianti a seconda che sia promossa dalla Commissione o da uno Stato membro. Coerente con il ruolo della Commissione che guardiano e custode dei Trattati. Essa difficilmente potrebbe assolvere a questo compito senza essere puntualmente informata da denunce o esposti di soggetti vari. Questi non implicano il dovere di intraprendere un'azione contro uno Stato. Essa gode di un ampio potere discrezionale ed tenuta a prendere contatti con l'autore di una denuncia e ad informarlo per iscritto su ogni decisione presa al riguardo. In materia di disavanzi pubblici il Consiglio pu emanare misure contro lo Stato inadempiente, escludendo la procedura d'infrazione. I poteri spettanti alla Commissione nella procedura d'infrazione possono essere attribuiti alla BCE in alcuni casi in cui vi siano violazione sugli obblighi derivanti dallo Statuto della BCE o SEBC. La condotta dello Stato pu essere di carattere commissivo o omissivo. Lo Stato responsabile anche comportamenti di altri enti pubblici, la cui attivit imputata allo Stato. Gli Stati membri non possono giustificare la propria condotta facendo riferimento a situazioni a loro interne. Le condotte dei privati anch'essa imputabile allo Stato per non aver adottato misure preventive e repressive. Le fasi della procedura: La fase inizia con l'impulso della Commissione. Due fasi: la prima precotenziosa, in quanto non coinvolge la Corte di Giustizia e si esaurisce nel dialogo tra la Commissione e lo Stato membro. Segue una fase contenziosa, che si svolge in un processo dinanzi alla Corte e si conclude con la sua sentenza. Tale fase inizia tramite l'invio, da parte della Commissione, di una lettera, detta di messa in mora, o di diffida, o di intimazione o di addebito, con la quale la Commissione contesta allo Stato destinatario l'esistenza di una sua violazione di un obbligo derivante dal diritto dell'Unione. In essa la Commissione indica gli elementi di fatto e di diritto in base ai quali reputa che sussiste l'infrazione e le specifiche disposizioni violate dallo Stato. Fase precontenziosa, ha lo scopo di definire l'oggetto della contestazione, consentendo allo Stato di esercitare la propria difesa (circoscrivere l'oggetto del contendere). Il contenuto della lettera non modificabile n da parte del successivo atto della fase precotenziosa (parere motivato) n dall'eventualit del ricorso alla Corte. Qualora il ricorso contenga degli addebiti non contestati gi nella lettera di messa in mora, il ricorso dichiarato irricevibile. Assegna allo Stato un termine entro il quale deve uniformarsi al parere (termine ragionevole). Esistono alcune specifiche ipotesi in cui lo svolgimento della fase precontenziosa non avviene e la Commissione pu direttamente adire alla Corte di Giustizia. La Commissione ha un potere pienamente discrezionale in merito alla presentazione o meno del ricorso alla Corte di Giustizia. Spetta alla Commissione stabilire quando sia opportuno promuovere l'azione per inadempimento. Le motivazioni sono sottratte al sindacato giurisdizionale. Il processo deve necessariamente concludersi con il giudizio sull'inadempimento dello Stato. La sussistenza o meno di un inadempimento deve essere valutata in relazione alla situazione dello Stato membro quale si presentava alla scadenza del termine. I ricorsi promossi da Stati membri. Il ricorso pu essere proposto non solo dalla Commissione, ma anche da uno Stato membro. Ciascuno Stato pu adire alla Corte di Giustizia quando reputi che un altro Stato abbia mancato a uno degli obblighi dei Trattati. Nella causa Commissione c. Irlanda si accertato l'inadempimento di tale Stato per avere intrapreso un procedimento di regolamento contro il Regno Unito . La Commissione pone sia l'accusato sia l'attore nelle condizioni di esercitare le proprie difese. Qualora la Commissione non abbia formulato entro 3 mesi il parere motivato, questo non osta alla facolt di ricorso alla Corte. La Commissione non pu precludere allo Stato di fare ricorso alla Corte. Sentenza della Corte e la sua esecuzione. Qualora la Corte a seguito del processo giudichi lo Stato convenuto responsabile della violazione contestatagli, emana una sentenza dichiarativa di inadempimento e di accertamento, non gi di condanna di atti specifici. La sentenza per obbligatoria per lo Stato, il quale tenuto a prendere provvedimenti di esecuzione al pi presto. L'obbligo di esecuzione grava su tutti gli organi dello Stato, pertanto pure i giudici si dovranno astenere dall'applicare una legge nazionale che sia confliggente col Trattato. Se questo Stato non d esecuzione alla sentenza, avviene la doppia condanna, sempre di accertamento della violazione dell'obbligo di eseguire la sentenza. Col Trattato di Maastricht la Commissione pu chiedere alla Corte di condannare lo Stato al pagamento di una sanzione. Una somma forfaittaria o una penalit, determinata secondo 3 criteri: 1) gravit dell'infrazione 2) durata dell'infrazione 3) necessit di assicurare l'effetto dissuasivo per evitare recidive. La sanzione copre il periodo che va dalla sua sentenza di accertamento alla seconda condanna per mancata esecuzione della sentenza. La penalit una somma da pagare per ogni giorno di ritardo, a partire dalla seconda sentenza. Responsabilit dello Stato per violazione degli obblighi. La violazione di obblighi previsti dal diritto dell'Unione da parte di uno Stato membro pu dare luogo ad un ulteriore conseguenza: l'obbligo dello Stato inadempiente di risarcire i danni provocati ai singoli. La Corte ha enunciato l'obbligo di risarcimento nella sentenza Francovich e Bonifaci del 1991 la quale predispone un meccanismo di garanzia mediante l'istituzione di un fondo di solidariet dei crediti dei lavoratori. L'inadempienza dell'Italia aveva privato i lavoratori subordinati del diritto ad utilizzare tale garanzia, in caso d'insolvenza del datore, provocando ad essi un evidente danno. Principio di responsabilit patrimoniale dello Stato per violazione del diritto dell'Unione. il giudice pu egli stesso constatare la violazione e condannare il proprio governo al risarcimento dei danni conseguenti. Responsabilit extracontrattuale: un'azione o un'omissione illegittima comporta l'obbligo della riparazione del danno arrecato. L'obbligo risarcitorio subordinato all'esistenza di alcune condizioni. Esse sono essenzialmente tre: 1) la norma giuridica violata deve essere preordinata a conferire diritti ai singoli 2) deve trattarsi di una violazione sufficientemente grave e manifesta 3) deve esservi un nesso di casualit diretto fra la violazione dell'obbligo incombente sullo Stato e il danno subito dai soggetti lesi. Questi ultimi devono rivolgersi ai giudici nazionali per chiedere alle condizioni fissate dalla Corte, il risarcimento dei danni

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derivanti da violazioni del diritto dell'UE. Il diritto interno subordinato rispetto a due principi: il principio dell'effettivit ed il principio dell'equivalenza. Il primo comporta che il risarcimento non possa essere meno favorevole al diritto statale. La legislazione nazionale non pu ostacolare peraltro tale risarcimento. Questi due principi servono pure per la determinazione del danno risarcibile che composto dalla valutazione del danno emergente e del lucro cessante. Termini e motivi dell'impugnazione.Termine: L'impugnazione degli atti dell'Unione sottoposta al termine di due mesi. I ricorsi devono essere proposti nel termine di due mesi a decorrere dalla pubblicazione dell'atto, dalla sua notificazione al ricorrente, dal giorno in cui il ricorrente ne ha avuto conoscenza (dies a quo). Termini aggiuntivi sono previsti dal Regolamento di procedura in ragione della distanza del ricorrente. Motivi: I motivi consistono nell'incompetenza, violazione delle forme sostanziali, violazione dei Trattati o di qualsiasi altra regola di diritto relativa alla loro applicazione. Non spetta alla Corte sindacare l'opportunit dei provvedimenti adottati dal legislatore, il controllo deve limitarsi alla legittimit dell'atto impugnato. I vizi di incompetenza e di violazione delle forme sostanziali comportano anch'essi una violazione dei Trattati, i quali disciplinano la competenza dell'Unione. Sono rilevabili d'ufficio dal giudice anche se non invocati dal ricorrente, mentre gli altri due possono essere esaminati dal giudice solo su domanda del ricorrente. Per la violazione delle forme sostanziali la Corte ha affermato la sua rilevabilit d'ufficio, anche se tale violazione non arrechi alcun danno alle parti. L'autentificazione degli atti una forma sostanziale, essenziale per la certezza del diritto. L'incompetenza consiste nell'assenza del potere di emanare l'atto in questione. Essa pu essere assoluta, quando l'Unione in quanto tale sia priva del suddetto potere, o relativa, quando riguardi cio la singola istituzione o organo. L'incompetenza pu essere per materia, con riferimento al tempo di emanazione dell'atto, con riguardo al luogo d'efficacia. La violazione deve essere grave e manifesta e deve pertanto riguardare: Trattati instaurativi e fonti del diritto ad essi assimilabili, soprattutto se inerenti ai diritti fondamentali e tutte le altre fonti superiori al diritto derivato. Non si scorge infatti quale relazione sussista tra la possibilit di invocare per il singolo una disposizione convenzionale dinanzi al giudice nazionale e l'obbligatoriet per l'accordo per le istituzioni europee. Lo sviamento di potere un vizio che si configura quando ha il potere di emanare l'atto, ma quest'ultimo adottato per un fine diverso da quello stabilito. La Corte ha sempre per chiesto una prova pressocch inconfutabile sullo sviamento, al fine di evitare che diventi un controllo di merito. La Corte non pu sostituirsi alle autorit competenti, ma deve valutare se l'atto sia viziato da un errore manifesto o da uno sviamento di potere . I regolamenti adottati congiuntamente dal Parlamento e dal Consiglio possono attribuire alla Corte una competenza giurisdizionale anche di merito per quanto riguarda le sanzioni previste nei regolamenti stessi (anche il Tribunale). Sentenza della Corte sull'atto impugnato. Il ricorso per annullamento non ha effetti sospensivi sull'atto impugnato. Lo stesso TFUE attribuisce alla Corte il potere di sospendere la sua esecuzione. La Corte pu ordinare provvedimenti provvisori necessari. La sospensione dell'atto impugnato disposta con ordinanza tenendo conto della presumibile fondatezza dei motivi dei ricorsi. Se il ricorso fondato, la Corte di Giustizia dichiara nullo e non avvenuto l'atto impugnato. L'effetto di giudicato si produce "erga omnes" in quanto l'atto dichiarato nullo e non avvenuto. Obbliga l'istituzione ad adottare i provvedimenti necessari per la sola esecuzione della sentenza. Anche la sentenza che rigetta il ricorso ha effetto di giudicato. L'annullamento pu anche essere parziale limitandosi ai punti impugnati dal ricorrente, poich questi elementi viziati siano separabili dall'atto, altrimenti impugnabile solo "in toto". Non possibile che la Corte annulli parzialmente una direttiva. Le sentenze di annullamento retroagiscono al momento di adozione dell'atto. Prima del Trattato di Lisbona la possibilit di limitare nel tempo gli effetti dell'annullamento era riferita, testualmente, ai soli regolamenti. In qualche caso la Corte ha disposto una ultrattivit dell'atto annullato procrastinando l'effetto dell'annullamento al momento dell'adozione dell'atto, in sostituzione di quello annullato. L'eccezione di invalidit degli atti dell'Unione europea. Il controllo giudiziario sulla legittimit della condotta delle istituzioni europee si manifesta ulteriormente nella eccezione di invalidit, nel ricorso in carenza e nell'obbligo risarcitorio. Nell'eventualit che una controversia metta in causa un atto di portata generale adottato da un'istituzione, organo o organismo dell'Unione, ciascuna parte pu anche dopo lo spirare del termine, invocare dinanzi alla Corte di Giustizia l'inapplicabilit dell'atto stesso. ART.263 Tale articolo amplia la tutela contro gli atti illegittimi, ed particolarmente utile per i singoli, i quali in principio non sono legittimati a impugnare atti legislativi di portata generale , come i regolamenti. Impugnandola si pu ottenere un conseguente annullamento. L'eccezione non pu essere sollevata verso atti individuali. Un'altra ipotesi in cui pu essere sollevata nella proceduta d'infrazione contro uno Stato membro per violazione di un atto generale, quale un regolamento. L'invalidit del regolamento dovrebbe escludere la dichiarazione di infrazione. il sistema di impugnazione predisposto dai Trattati distingue 1) i ricorsi che mirano a far accertare che uno Stato membro non ha adempiuto agli obblighi 2) i ricorsi che mirano a far crollare la legittimit degli atti o delle omissioni delle istituzioni comunitarie. Tale eccezione pu essere accolta solo se l'atto di cui causa fosse inficiato da vizi particolarmente gravi ed evidenti, al punto da potersi considerare un atto inesistente. L'eccezione se accolta non implica l'annullamento dell'atto in questione. Il ricorso in carenza. Il ricorso in carenza previsto dall'art.25 TFUE. In questo caso il ricorso diretto a fare constatare una omissione da parte di una istituzione, organo o organismo dell'Unione, nell'adozione di un atto che questi hanno l'obbligo di emanare. Qualora in violazione dei Trattati, il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, la Commissione o la BCE si astengano dal pronunciarsi, gli Stati membri e le altre istituzioni dell'Unione possono anche adire la Corte di Giustizia per far constatare tale violazione. Il ricorso proponibile solo nel caso di inerzia dell'istituzione. Nell'ipotesi di atto diverso o di rifiuto, infatti, un atto, seppure eventualmente dal contenuto negativo esista, ove illegittimo sar impugnabile solo con un ricorso di annullamento. La mancata emanazione dell'atto deve avvenire in violazione dei Trattati e deve violare un preciso obbligo giuridico Non invece ammissibile il ricorso in esame qualora l'istituzione abbia una discrezionalit in merito all'emanazione o meno dell'atto. il ricorso

in carenza non pu essere utilizzato per aggirare il termine di due mesi, prescritto per l'impugnazione di atti illegittimi. Le istituzioni dell'UE e gli Stati membri rappresentano i ricorrenti privilegiati. Ricorrenti non privilegiati sono i singoli. Ogni persona fisica o giuridica pu adire la Corte alle condizioni stabilite per contestare ad un'istituzione, organo o organismo dell'Unione di avere omesso di emanare nei suoi confronti un atto che non sia una raccomandazione o un parere. La legittimazione a ricorrere delle persone fisiche o giuridiche risulta limitata sotto un profilo sia oggettivo che soggettivo. La Corte ha assunto un atteggiamento pi generoso, conformandosi alla propria interpretazione relativa ai ricorsi dei singoli, anche per quegli atti che pur non essendo diretti al ricorrente, li riguarda in maniera diretta ed individuale. La possibilit per i singoli di far valere i propri diritti non pu infatti dipendere dall'azione o dall'inerzia dell'istituzione considerata. Le differenze tra i due rimedi giudiziari sono state accentuate dal Trattato di Lisbona. La legittimazione dei singoli nei riguardi di atti regolamentari limitata alla singola azione di annullamento e non si estende al ricorso in carenza. La ricevibilit del ricorso subordinata al previo svolgimento di una fase, che pu denominarsi precontenziosa o amministrativa, volta a far emergere con chiarezza l'inerzia dell'istituzione. Il ricorso ricevibile solo quando l'istituzione in causa abbia ricevuto la richiesta di agire. Se allo scadere di un termine di due mesi da tale richiesta, l'istituzione non ha preso posizione, il ricorso pu essere proposto entro un nuovo termine di due mesi. il primo atto di tale fase consiste dunque nell'intimazione ad agire rivolta all'istituzione. Tale intimazione dovrebbe essere fatta entro un termine ragionevole dal momento in cui appare evidente l'inerzia dell'istituzione. Essa una condizione imprescindibile di ricevibilit del ricorso e fissa il termine dal quale decorrono i due mesi. 61. L'azione di responsabilit contro l'UE. Un ulteriore controllo giudiziario sull'operato dell'Unione in materia di responsabilit extracontrattuale. La Corte di Giustizia dell'Unione competente a conoscere delle controversie relative al risarcimento dei danni. La BCE deve risarcire i danni cagionati da essa stessa o dai suoi agenti nell'esercizio delle loro funzioni. Il ricorso previsto da tali norme quindi diretto ad ottenere il risarcimento dei danni provocati al ricorrente dall'UE per un proprio illecito. Quella dovuta alla condotta delle istituzioni dell'Unione e quella derivante dal comportamento dei suoi agenti nell'esercizio delle loro funzioni. L'autonomia del ricorso contemplato dalle norme in esame rispetto al ricorso di annullamento. E' un mezzo autonomo dotato di particolare funzione nell'ambito del regime delle impugnazioni e subordinato a condizioni attinenti al suo specifico oggetto. Tale autonomia (rende inapplicabili all'azione di risarcimento le pi stringenti condizioni richieste dagli articoli 263-265) e consente di esperire l'azione anche in caso di atto non impugnato. Se il danno derivi da un'attivit statale quale sia meramente esecutiva dell'atto dell'Unione, l'illecito imputabile all'Unione e quindi la domanda di risarcimento rientra nella competenza della Corte. Se al contrario l'atto dell'Unione legittimo mentre quelli statali di esecuzione, mentre non lo sono gli atti statali di esecuzione, l'azione va presentata ai giudici nazionali contro lo Stato in questione. Solo qualora i ricorsi interni non abbiano reso giustizia all'interessato, questi pu ricorrere alla Corte. Questa condizione va soddisfatta solo se tali ricorsi siano idonei a garantire il risarcimento danni, in caso contrario ricevibile il ricorso presentato direttamente alla Corte. Il ricorso alla Corte assume un carattere residuale, quando vi anche un atto statale, rispetto all'azione dinanzi al giudice nazionale. Affinch sorga la responsabilit dell'UE necessario che l'atto sia impugnabile ad essa. De esserci inoltre un rapporto di casualit tra condotta dell'Unione e tale danno. L'onere della prova in capo al ricorrente. Non ogni atto illegittimo dell'Unione comporta l'obbligo di risarcire il danno. La Corte ha equiparato la disciplina della responsabilit extracontrattuale dell'Unione a quella degli Stati membri per violazione del diritto comunitario. Il diritto di risarcimento riconosciuto se la norma giuridica violata sia pariordinata a conferire diritti ai singoli che si tratti di violazione sufficientemente caratterizzata e che esista un nesso casuale tra violazione dell'obbligo ed il danno subito dai singoli. La seconda ipotesi da illecito contemplata quella conseguente ad un illecito commesso dagli agenti dell'Unione nell'esercizio delle loro funzioni. Sono estremamente rare le sentenze che accolgono domande di risarcimento danni. Le azioni contro l'UE per responsabilit extracontrattuale si prescrivono in 5 anni dal momento del fatto. 62. Competenza in via pregiudiziale e le sue funzioni. Una fondamentale competenza tuttora riservata alla sola Corte di Giustizia quella cosiddetta pregiudiziale o di rinvio. Essa costituisce uno strumento di preziosa cooperazione tra il giudice nazionale e la Corte di Giustizia. Viene esercitata riguardo a una questione che sorga in un processo nazionale, relativa all'interpretazione di una di una disposizione del diritto dell'Unione la cui soluzione sia necessaria affinch il giudice nazionale possa decidere la causa. Il giudice nazionale sospende la causa e rinvia l'esame alla Corte di Giustizia la questione relativa al diritto dell'Unione. Una volta emanata la sentenza dalla Corte, il processo interno viene riassunto ed il giudice nazionale che conformandosi alla sentenza della Corte, decide il caso di propria sentenza. Tutto questo per assicurare il carattere uniforme del diritto comunitario. La Corte competente a pronunciarsi: a) sull'interpretazione dei Trattati b) sulla validit e l'interpretazione degli atti compiuti dalla istituzioni. Spetta al giudice nazionale e non alle parti adire la Corte di Giustizia. Il giudice nazionale se non di ultimo grado ha il potere di interpretare il diritto dell'Unione senza rivolgersi alla Corte. Ne puoi accertare una manifesta irrilevanza, implicante l'irricivibilit della domanda del giudice nazionale. La condotta statale essa stessa l'oggetto della sentenza della Corte, anche se solo indirettamente. La Corte ha sottolineato infatti che essa competente unicamente nell'interpretare le disposizioni del diritto comunitario. Solo la Corte pu pronunciare l'invalidit di un atto. I giudici nazionali non hanno il potere di dichiarare invalidi gli atti delle istituzioni comunitarie, ed hanno essenzialmente il compito di garantire l'uniforme applicazione del diritto comunitario. La Corte riconosce al giudice nazionale il potere di emanare provvedimenti provvisori a tutela dei diritti delle parti, ove sospetti l'invalidit di un atto dell'Unione. Detta possibilit sottoposta a rigorose condizioni: occorre che il giudice abbia gravi dubbi sulla validit dell'atto. Secondo la giurisprudenza va escluso che vengano sottoposte questioni di validit di atti che il singolo abbia impugnato nel termine di decadenza di due mesi. Quando una

questione del genere sollevata in un giudizio pendente davanti ad un organo giurisdizionale e riguardante una persona in stato di detenzione, la Corte decide il pi rapidamente possibile.

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