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Da Il Popolo, N. 2716, 1 giugno 1909, X.

Di Benito Mussolini A DON CHELODI Nel Trentino di sabato avete pubblicato che Mussolini pu ben vantarsi di essere impregiudicato, ma le sue fedine dicono diversamente . Orbene, le mie fedine sono nettissime, e voi avete mentito sapendo di mentire. E se il sig. Lutteri ha presentato ricorso per le mie fedine, si accorger di aver preso un solennissimo granchio. Non so se nella vostra frase ci siano gli estremi della calunnia. Non mi preoccupo neppure di chiederlo. Se anche avessi la certezza di una vostra condanna, non ricorrerei al magistrato. Figlio non ancora immemore della mia Romagna, io mi vergognerei di bussare alle porte dei giudici. Ma sappiate che finora sono entrato una volta sola nelle aule di Temi, come accusato e per un delitto di cui sono fiero perch non ha nulla di comune con quelli dei vostri colleghi Don Riva, Don Adorni, Don Vittozzi e compagnia. Fui arrestato lanno scorso in seguito a una fierissima agitazione agraria che avea scatenato la tempesta sociale nelle campagne della mia provincia. Giudicato per direttissima al Tribunale di Forl, fui condannato a 3 mesi di reclusione, 1000 lire di multa, danni e spese. Dopo 15 giorni di carcere ottenni la libert provvisoria. Presentai ricorso. La Corte dAppello di Bologna nel novembre quando la passione popolare s'era calmata riduceva la pena a dodici giorni di reclusione, a danni e spese, col beneficio della legge Ronchetti e colla non iscrizione della condanna nel Casellario Giudiziario. Lenorme riduzione della pena, prova che la prima condanna fu voluta dalla polizia che aveva bisogno di togliermi dallagitazione e alla lotta. Questa la purissima verit. Ho diritto di dirmi impregiudicato, e finch non sia condannato per delitti infamanti, posso tenere alta la fronte. Ed ora, signor Chelodi, io vi lascio cinque giorni di tempo per dichiarare sul vostro giornale falsa la vostra asserzione di sabato. Scrivete o fate scrivere alla Procura di Forl. Se poi non avete il pudore di una rettifica, io mi prometto e vi prometto che prima di andarmene da Trento, lascer sulla vostra chierica il segno non facilmente delebile delle mie mani. Da Il Popolo, N. 2719, 4 giugno 1909, X. A DON CHELODI Io voglio sottoporre allesame di quante persone oneste mi leggeranno il contegno criminale di questo prete bugiardo. Riassumo i fatti. Nella V. C. di sabato v' una relazione di un mio processo con questa frase : II Mussolini pu ben vantarsi di essere incensurato, ma le sue fedine penali dicono diversamente . Come si vede un colpo di pugnale nella schiena. Io sfido lo scrittore di quella frase prete Chelodi a rettificarla; gli do (originale) cinque giorni di tempo per accertarsi che le mie fedine penali sono nettissime. Orbene, il bugiardo mi risponde avvertendomi che mi ha querelato per offesa allonore *. A questo miserabile che tenta di gettarmi addosso una manata di fango con unaffermazione falsissima io chiedo ancora una volta: La mia fedina penale pulita o macchiata? Rispondi, microbo! E poi avrai il diritto di trascinarmi in tribunale. *(291)

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