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LASTAMPA

MERCOLED 17 SETTEMBRE 2008

TuttoScienze VII

Misteri
GLI INCERTI CONFINI TRA ANIMATO E INANIMATO
MARCO PIVATO

Progetto senza precedenti Per le sue creature il guru americano ha scelto una via differente, quella biotecnologica

una bollicina di sapone di appena una manciata di nanometri, un milionesimo dello spessore di una ciglia. Tutta artificiale, assemblata come una scatola del meccano con pezzettini presi in prestito dalla natura. E pensare che dentro c' la vita. Effimera, perch dopo qualche passettino smette di funzionare, ma capire come riuscire a stabilizzarla soltanto questione di tempo. Pier Luigi Luisi, biologo allUniversit di Roma Tre, alla ricerca della ricetta giusta: dosa enzimi, lipidi e acidi nucleici da infornare in bolle di lipidi per dare alla luce la prima cellula artificiale. Sono sferette di acidi grassi in cui sono stati inseriti gli elementi minimi, ma sufficienti, per la vita. Oggi anche la cellula pi semplice, per esempio il batterio Escherichia Coli, contiene migliaia di componenti. Cos ci siamo chiesti, se per caso, la vita fosse possibile anche a complessit minori....
GLI OBIETTIVI

Forme primitive
I liposomi creati in laboratorio Si tratta di bollicine che racchiudono acidi nucleici proteine ed enzimi Sono la forma di vita artificiale pi semplice Sopra il biologo Usa Craig Venter famoso per aver decifrato il Genoma umano

Tra qualche anno potremo disporre di batteri su misura per nuovi farmaci
Ed possibile?

Crediamo di s, del resto i primi esseri viventi dovevano essere molto semplici, quando la natura stava stabilendo dove si trovava il confine tra lanimato e linanimato.
Esiste gi questo vivente minimo?

Le forme di vita pi semplici sono anche le pi fragili. Valutare la composizione biochimica minima della vita, ricrearla e stabilizzarla, un'operazione molto delicata. Abbiamo bisogno ancora di un po di tempo.
Quando verr alla luce?

Acidi, enzimi e qualche proteina E la ricetta per generare la vita


Il Craig Venter italiano: con i miei test imitiamo le prime creature Assembliamo elementi gi esistenti in natura e li stabilizziamo
blare la vita, se cos si pu chiamare, in condizioni di assoluta primitivit: si tratta di cellule che stanno a malapena in piedi, zoppicanti, moribonde. Smettono di funzionare appena dopo qualche passo. E per questo che non sono esperimenti pericolosi dal punto di vista bioetico.
Come sapete se quello che avete creato in laboratorio davvero qualcosa di vivo?

Io credo entro due, al massimo quattro anni.


A questo punto la ricetta...

Prima mettiamo i costituenti cellulari - acidi nucleici, enzimi e proteine - in acqua. Poi con una siringa aggiungiamo una quantit di lipidi, che, in un ambiente idrofilo, vanno a raggrupparsi immediatamente in piccole bollicine, esattamente come farebbe l'olio nell'acqua. Queste bolle, chiudendosi, intrappolano dentro anche i costituenti cellulari. Il risultato una bolla contenente acidi nucleici, enzimi, proteine ed altri elementi: una cellula!.
Chi sta lavorando a questo progetto rivoluzionario?

della cellula, e non la definizione stessa di vita. Le nostre vecchie zie ottantenni sono incapaci di riprodursi, eppure non sono dei viventi? La riproduzione, a livello del singolo, non un elemento essenziale, lo soltanto per la specie.
Professore, a che scopo creare cellule artificiali?

ca. Noi, invece, tentiamo di crearla partendo da materiale inerte: assembliamo elementi gi esistenti in natura e li stabilizziamo in vescicole lipidiche.
Creare vita dalla materia inerte: non si tratta solo di scienza. E un concetto che da sempre coinvolge filosofi, antropologi, teologi ed il mistero per eccellenza. Quali implicazione avr, secondo lei, per la societ?

La base italiana e si trova ai laboratori del Dipartimento di Biologia dell'Universit di Roma Tre. Siamo una squadra di 12 persone, ma dialoghiamo con diversi centri internazionali: Harvard e Santa Cruz negli Stati Uniti e Osaka in Giappone.
La sua ricerca ha sollevato polemiche di carattere etico?

Le cellule che abbiamo creato fino ad ora possiedono un'attivit metabolica propria e autonoma. Pu ritenersi vita? Le scuole di pensiero sono varie... Quella classica ritiene che per esserci vita debbano realizzarsi tre condizioni: metabolismo autonomo, riproduzione e capacit di evolvere secondo le leggi darwiniane.
Lei quale scuola di pensiero sposa?

Chi Luisi Biologo


RUOLO: E PROFESSORE DI BIOFISICA ALLUNIVERSITA DI ROMA TRE RICERCHE: EVOLUZIONE PREBIOTICA E MECCANISMI DI FORMAZIONE DELLE PRIME STRUTTURE VITALI SITO WEB: HTTP://WWW.PLLUISI.ORG/

A scopo biotecnologico, per esempio. Oggi si fa produrre industrialmente insulina ai batteri, dopo averli dotati del gene specifico. Per, poi, occorre purificarla in mezzo a tutte le altre proteine prodotte dal suo lungo genoma. Un vivente minimo, invece, potrebbe contenere un unico gene che fa unicamente insulina.
Non ci ha gi pensato il celebre Craig Venter, negli Usa, con lannuncio del suo batterio sintetico?

Quello che noi facciamo assem-

Penso che la riproduzione sia una conseguenza dell'attivit metabolica

La differenza che Venter tenta di creare la vita per via biotecnologi-

In fondo, una reazione cera gi stata proprio dopo gli esperimenti di Venter, che riuscito a sintetizzare in laboratorio il gene di un batterio. Non ci furono prese di posizione esagitate, anche perch la gente, oggi, gi preparata ai tanti miracoli della biologia molecolare. Immagino che sar lo stesso quando si compir il passo successivo, vale a dire il nostro: dare alla luce in laboratorio una cellula minimale.

PAESAGGIO, GIARDINO E BOTANICA

PAOLO PEJRONE

ra Saluzzo e Torino un vero fiorire di rotonde arredate in modo mirato e concettuale: un viaggio in una realt spe- dalusia, in un crocevia battuto e trafficiale e vistosa, essendo la strada che cato, non sar una vittima del futuro? faccio pi spesso, pi spesso mi torA Moretta ci si cade nel pi espresmenta: essendo diventata per me un sivo dei racconti storici-pubblicitari: vero ed obbligatorio zig-zag tra gli al centro delle rotonde ci sono pentoorrori. loni, sagome di forSaluzzo fa ecPRETESE CONCETTUALI maggiai intenti e curcezione: seria e Un campionario sempre pi vi al lavoro. Pi avanrigorosa e in ti ancora si gira inbizzarro di esibizioni torno a lapidi, pi (quasi) tutte le sue rotonde ma- commerciali e pubblicitarie evocative di cimiteri nifesta una meche di araldiche memoria agricola (ed un futuro). Sorge morie. In quel di Casalgrasso, una trisempre un dubbio nel giudicare gli ste e imbarazzante sagoma riprodurulivi: saranno veramente parte del rebbe il Monviso, contornato da dignipassato? O come nel caso di un vec- tosi erbaggi e allegri fiorellini: vorrebchio ulivo trapiantato, forse, dall'An- be forse ricordare che le Alpi sono

GLI ORRORI DELLE ROTONDE

definir acque e fontane. Il campionario di esibizioni giardiniere, pubblicitarie, commerciali e botaniche si esaurisce tra Carignano e sempre l a guardare ed a proteggere Nichelino, dove la natura ed il disinteil Piemonte (mute ed immobili testi- resse hanno il sopravvento e dove la moni di una rotonderia impazzita e bi- stessa non-manutenzione va a vantagslacca!). gio dell'estetica e del buon senso. Al Sempre pi verso Torino sta na- termine di questi cadenzati ed estetiscendo alle porte di ci elettroshock si Lombriasco una VIVA LE ERBACCE pu, a mio giudizio, nuova rotonda at- Dove non c manutenzione capire la mia privatrezzata e vestita gioia alla vista vincono a sorpresa delle erbacce: le veta. E' gi visibile lestetica e il buon senso do come una liberaun vero nuovo programma a giardizione. Il troppo, lo no che sostituisce unantica croce di si sa, molto pi fastidioso del poco e ferro arrugginito. Ma non pi il tem- i giardinetti leziosi e artificiosamente po di questo genere di cose: ora lo pre- manicurati, spesso, sono molto meno annunciano un muretto di tufo e un attraenti di un campetto di erba miboomerang di plastica che in futuro sta ad erbacce.

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