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La Via della Seta per mare - Zheng He il grande navigatore

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LA VIA DELLA SETA PER MARE ZHENG HE IL GRANDE NAVIGATORE


Il traffico sulla Via della Seta per mare raggiunse il suo apice all'inizio del secolo XV. Nei 28 anni che corrono fra il 1405 e il 1433, il grande navigatore cinese Zheng He attravers ben sette volte il burrascoso Oceano Indiano, al comando di una flotta dotata di 27.000 uomini fra ufficiali e marinai. La sua flotta era la pi grande del mondo e navigava verso trenta paesi e regioni nell'Asia sud-orientale, nell'Oceano Indiano, nel Mar Rosso e lungo la costa orientale dell'Africa, inaugurando una linea marittima fra la Cina e l'Africa. Si consideri inoltre che il primo viaggio di Zheng He ebbe luogo 70-80 anni prima della scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo e un secolo prima del viaggio di circumnavigazione del mondo da parte di Ferdinando Magellano. Zheng He aveva in origine il cognome Ma. Nacque a Kunyang, nella provincia dello Yunnan, nell'attuale distretto di Jinning, municipio di Kunming, dove la sua famiglia si era trasferita alla fine del XIII secolo, partendo dalla Cina del nord-ovest. Per molte generazioni la sua famiglia aveva creduto nell'Islam: suo nonno e suo padre avevano pellegrinato alla Mecca ed erano stati onorati con il titolo di Haji. Il vezzeggiativo di Sambao, il terzo bimbo, era stato assegnato a Zheng He, terzo di sei fratelli e sorelle. Era ancora molto giovane quando ebbe occasione di ascoltare i racconti dei viaggi alla Mecca del padre e del nonno e cominci ad interessarsi alla navigazione marittima e alla conoscenza delle terre e dei popoli stranieri. Nel 1381, quando Zheng He aveva circa dieci anni, Zhu Yuanzhang, l'imperatore Ming, invi un'armata a conquistare lo Yunnan. Zheng He fu preso prigioniero e costretto a diventare un eunuco, addetto al palazzo imperiale. Fu assegnato come paggio al principe Zhu Di, il quarto dei figli di Zhu Yuanzhang. In occasione della sua contesa per il trono con il nipote Zhu Yunwen, Zhu Di si accorse dei chiari talenti militari di Zheng He e della sua fedelt nel servizio. Quando Zhu Di ascese al trono e cambi il titolo del suo regno in quello di Yongle, nomin Zheng He capo degli eunuchi, responsabile degli affari generali della reggia e lo gratific del cognome Zheng. Dagli storici cinesi Zhu Di considerato un imperatore molto capace. Di fatto, subito dopo la sua ascesa ai trono, invi suoi rappresentanti nell'isola di Giava, nella penisola di Malacca, a Cochin e a Calicut. Decise inoltre di spedire una flotta in Occidente. per estendere l'influenza dell'impero Ming e per sviluppare le relazioni amichevoli e commerciali con i paesi stranieri. A comandare la flotta scelse Zheng He, uomo superiore per intelligenza e abilit. L'11 luglio 1405, Zheng He salp da Liujiagang al comando di una flotta di 62 navi. La flotta, superate Champa, Giava, Palembang. Sumatra e Sri Lanka, raggiunse finalmente Calicut, sulla costa occidentale dell'India, dove Zheng He elev una stele di pietra come ricordo. Dopo aver navigato per due anni, Zheng He torn a Nanjing per imbarcarsi in vista di un secondo viaggio. Questa volta lasci a Sri Lanka una lapide scolpita in tre lingue (Cinese, Tamil e Persiano) che fu scoperta nel 1911 ed conservata nel Museo di Colombo. La lapide ricorda l'omaggio e i doni portati da Zheng He e dai suoi compatrioti in iscrizioni redatte in cinese, in tamil e in persiano. Durante il quarto viaggio Zheng He raggiunse Hormuz nel Golfo Persico e dividendo la flotta in piccole squadre riusc a visitare pi contrade che nei viaggi precedenti. Il quinto viaggio lo port ad Aden, all'ingresso del Mar Rosso. Navig lungo la costa orientale dell'Africa fino a Mogadiscio, Brava in Somalia, a Malindi nel Kenia e ad altri posti a sud dell'equatore. Nel suo viaggio di ritorno in patria, apr una nuova via diretta fra Malindi e Quilon. L'ultimo viaggio di Zheng He in Occidente dur due anni, dal 1431 al 1433. Quando la sua flotta arriv a Calicut, invi dei pellegrini che si unirono a una nave di viaggiatori, diretti alla Mecca. In 28 anni, dal 1405 al 1433, Zheng He viaggi per sette volte lungo la Via della Seta attraverso l'Oceano Indiano. Ad ogni sosta nei porti stranieri, rendeva una visita di cortesia al governatore del luogo e si impegnava in scambi culturali e commerciali con gli abitanti, dando un contributo grandissimo al rafforzamento delle relazioni diplomatiche con quei paesi. In ogni viaggio, inviati stranieri si univano alla flotta per il viaggio di ritorno in Cina. Nel suo sesto viaggio tornarono con lui pi di 1200 inviati da 16 paesi. Questi contatti amichevoli potenziarono la comprensione reciproca fra i popoli della Cina, dell'Asia e dell'Africa. La flotta di Zheng He trasportava all'estero manufatti di seta, di bronzo, di ferro, di porcellana, di oro e di argento e monete. Porcellane cinesi sono state scoperte durante gli scavi archeologici in quasi tutte le aree geografiche toccate dalla flotta. Nelle tombe e nei castelli del Kenia e della Tanzania, risalenti al XV secolo, sono stati rinvenuti piatti e vasi cinesi in porcellana. Spezie, colori da tintoria, gioielli e animali rari furono importati in Cina, nello stesso periodo. Infine, i sette viaggi di Zheng He verso l'Occidente ci illuminano globalmente sulla fiorente industria cinese delle costruzioni navali e sulla avanzata maestria nella navigazione durante la dinastia Ming. Ognuno dei vascelli di Zheng He era lungo 147 metri, aveva una larghezza di sei metri, 12 vele e 9 alberi con equipaggi di 200-300 marinai. Soltanto con un'arte consumata del navigare e una forte decisione, i marinai che usavano queste navi dipendenti dai venti, potevano attraversare l'Oceano Indiano. Questi navigatori decidevano la loro direzione con l'aiuto di bussole e osservando il sole di giorno e le stelle di notte. Inoltre, durante i viaggi, sondavano la profondit delle acque ed esaminavano il fondo marino. Come risultato, poterono

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viaggiare nel burrascoso oceano con sicurezza come andassero sulla terra ferma. La carta nautica di Zheng He, che fornisce indicazioni sul suo viaggio da Xiaguan di Nanjing ai paesi dell'Oceano Indiano, fu la prima carta nautica disegnata da un cinese. Con Zheng He viaggiarono anche Mahuan, Fei Xin e Gong Zhen, i quali lasciarono molte opere che rappresentano valide fonti per lo studio delle politiche, dell'economia e dei costumi dei paesi intorno all'Oceano Indiano, come terre esotiche, e paesi a occidente della Cina. Questi libri sono inoltre importanti per le ricerche sui viaggi di Zheng He verso l'Ovest. Ancora oggi sono largamente diffuse fra la gente dei paesi del l'Asia orientale e meridionale storie riguardo alle navigazioni verso Occidente di Zheng He. Il fatto che molte delle sue memorie siano state conservate nei luoghi dove approd testimonia il rispetto e l'onore dei popoli per il grande navigatore. I numerosi contatti di Zheng He con l'Occidente sono un esempio di come fosse fiorente nei tempi passati la Via della Seta per mare. Ma varie forze, compresa la politica della porta chiusa dell'impero cinese, provocarono il declino della Cina come nazione dedita alla navigazione.

Frammenti d'Oriente, dicembre 2008

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Dossier

I viaggi di Zheng He nei mari occidentali hanno aperto la porta degli scambi di amicizia tra la Cina e l'Africa
2010-09-01 13:54:44 cri

Concorso a premi sul tema "Amo studiare la lingua cinese" Cari amici, con il continuo crescere della febbre per lo studio della lingua cinese, ora nel mondo coloro che tramite vari canali studiano la nostra lingua superano ormai i 40 milioni, ivi compresi molti italiani. La sezione italiana di RCI sta esplorando nuovi canali per aiutarvi ad apprendere e migliorare il vostro cinese in modo pi facile e comodo...

Angolo dei corrispondenti

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Quest'anno ricorre il 605 anniversario dei viaggi di Zheng He nei mari occidentali. Dal 1405 al 1433 l'imperatore della dinastia Ming Zhu Li ordin pi volte a Zheng He di raggiungere i mari occidentali a capo di una flotta composta da 300 navi e 30 mila marinai. Zheng He effettu sette spedizioni con la flotta, arrivando fino alle attuali Monbasa e Malindi, in Kenya, sulla costa orientale dell'Africa. Che scopo ebbe questo grande viaggiatore? Port davvero in Cina la giraffa donatagli dal re di Malindi? Nell'odierno programma, vi daremo le risposte a queste domande. Zheng He nacque nel 1371 in una famiglia musulmana della provincia dello Yunnan; il padre e il nonno si erano recati entrambi alla Mecca in pellegrinaggio. L'infanzia di Zheng He fu molto felice, ma il caos delle guerre pose fine a questa felicit, visto che fu costretto ad entrare a corte come eunuco. In seguito l'imperatore Zhu Li lo invi nei mari occidentali per effettuare degli scambi commerciali con gli altri paesi. Perch l'imperatore pose Zheng He a capo della flotta? Il direttore dell'ufficio di ricerche sulla storia della dinastia Ming dell'Istituto di storia dell'Accademia di Scienze sociali, signora Wan Ming, ritiene che oltre al bell'aspetto e al genio militare di Zheng He, che gli valsero la fiducia dell'imperatore Zhu Li, ci sono ancora due importanti motivi: "Zheng He era discendente di Haji, il nome di rispetto nei confronti dei pellegrini alla Mecca. L'invio di una persona con un contesto familiare musulmano corrisponde alla situazione del tempo, perch la meta, ossia l'Oceano Indiano e i paesi circostanti, avevano uno sfondo musulmano." Nell'inverno del 1405, la flotta di Zheng He salp per l'Oceano Indiano. Innanzitutto raggiunse Giava, poi Malacca e Sumatra, e infine il regno Furusato sulla costa di Malabar, in India, dove scambi le preziose sete e porcellane della dinastia Ming con il pepe locale. Per aprire degli scambi commerciali con pi paesi, la flotta di Zheng He entr per la prima volta nel Mare Arabico nel 1414. Al tempo, i mercanti arabi erano degli ottimi navigatori che controllavano le rotte commerciali dall'India ai paesi arabi e all'Africa, e che erano arrivati pi volte a Quanzhou, citt costiera sud-orientale della provincia cinese del Fujian. Per cercare i mercanti arabi, Zheng He si rec apposta a Quanzhou. L'esperto dell'Istituto di ricerche su Zheng He di Changle, nella provincia del Fujian, Zeng Guoxin, ha detto al nostro giornalista che nel 1992 nelle vicinanze di Changle sono emersi 5 templi, uno dei quali dedicato al "Dio di pattuglia sul mare". "La statua al centro di Zheng He, e le altre sono dei ministri della sua flotta. Tramite gli studi degli esperti di beni culturali, quella a sinistra di Zheng He risulta essere di un arabo, ossia fra i capi della sua flotta c'erano degli arabi." Grazie alle mappe tracciate dai navigatori cinesi ed arabi, nel 1419 la flotta raggiunse lo Yemen, e poi svolt a sud verso la costa orientale africana, toccando alla fine il regno di Malindi, in Kenya, al tempo una ricca confederazione di citt dove vivevano molti mercanti arabi. Dopo l'arrivo, Zheng He partecip insieme ai locali alle attivit religiose nella moschea. Nelle sue sette spedizioni, la flotta di Zheng He visit una trentina di paesi e regioni e scambi molti prodotti tipici locali, fra cui la giraffa donata dal re di Malindi all'imperatore cinese. Wan Ming ritiene che questo tratto di storia testimoni la tradizione degli scambi amichevoli tra Cina ed Africa. "Nel suo quarto viaggio nei mari occidentali, Zheng He raggiunse il regno di Malindi, in Africa orientale, che invi poi una delegazione in Cina donando una giraffa all'imperatore cinese. Al tempo la giraffa era chiamata

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dai cinesi Qilin, e considerata un animale propizio, il che divent una testimonianza storica degli scambi amichevoli tra Cina ed Africa. Occorre ricordare che in somalo, la giraffa chiamata 'jili'. Alcuni studiosi ritengono che i cinesi del tempo abbiamo chiamato la giraffa Qilin secondo la dizione somala 'jili'. La cosa certa che il viaggio di Zheng He in Africa dette inizio agli scambi di amicizia con il popolo africano." Nell'isola Part del Kenya diffusa una leggenda sul naufragio della flotta di Zheng He: 600 anni fa la flotta di Zheng He naufrag nelle vicinanze dell'arcipelago Lam, e alcune decine di marinai riuscirono a raggiungere le sponde delle sue isole meridionali, dove si sposarono con donne locali, e la loro discendenza continua ancora oggi. Costoro sono chiamati dai locali "Wasanga". Anche se mancano documenti scritti o prove materiali che dimostrino che gli antenati di questi Wasanga erano cinesi, costoro insistono nel dire di essere discendenti di cinesi, secondo l'insegnamento trasmesso in famiglia da generazioni. Poco tempo fa il Museo nazionale cinese, l'Istituto di archeologia dell'Universit di Beijing e il Museo nazionale del Kenya hanno deciso di effettuare nel novembre prossimo delle ricerche archeologiche sottomarine nei pressi dell'arcipelago Lam. Il vice segretario generale dell'Istituto dei viaggi nei mari occidentali di Zheng He di Beijing, Mao Peiqi, ritiene che si tratti di un evento significativo che risolver ulteriormente i dubbi storici sugli antichi scambi culturali e commerciali tra Cina ed Africa. "La ricerca di risposte una cosa molto interessante per il mondo culturale ed accademico. Le relazioni tra Cina e Kenya sono molto amichevoli. Se tramite il lavoro archeologico riusciamo a provare che i due paesi hanno cominciato gli scambi amichevoli nell'antichit o a scoprire altre cose di grande valore, ci fornir maggiori documenti per i futuri scambi fra i due paesi e per le ricerche sulle loro relazioni di amicizia." Prima del suo settimo viaggio, Zheng He fece scolpire un epitaffio su una stele, il cui contenuto dimostra appieno che i suoi viaggi miravano a svolgere degli scambi commerciali con gli altri paesi, a divulgare la cultura cinese e ad attuare una diplomazia di pace. La realt dimostra anche che durante i suoi viaggi, Zheng He non saccheggi un centimetro dei paesi raggiunti. Zeng Guoxin afferma: "All'epoca, la flotta di Zheng He era la pi grande del mondo, e la Cina della dinastia Ming il paese pi forte del pianeta. Non abbiamo invaso nessun paese, il nostro concetto di diplomazia pacifica risale all'antichit, e non cambier mai. Questo costituisce l'importante significato della nostra commemorazione dei viaggi marittimi di Zheng He."

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Zheng He, l' anti-Colombo ora la Cina riscrive la storia


PECHINO - Non contenta di aver egemonizzato la produzione mondiale di computer e scarpe, vestiti e telefonini, ora la Cina vuole toglierci anche Cristoforo Colombo. "Indovinate chi ha circumnavigato il globo 87 anni prima di Colombo e 114 anni prima di Magellano?" chiede il sito online dell' agenzia stampa di Stato Xinhuanet. La sua risposta: "L' ammiraglio cinese Zheng He esplor l' Occidente in sette viaggi dal 1405 al 1433, percorrendo 50.000 chilometri e visitando 37 nazioni". Si appena spenta l' eco dei festeggiamenti per i trionfi olimpici dei suoi atleti e il governo di Pechino lancia sui mass media ufficiali la celebrazione dell' anti-Colombo. il tentativo ambizioso di riscrivere una Storia ufficiale troppo eurocentrica, e al tempo stesso di legittimare la nuova vocazione della Cina come superpotenza planetaria. A scatenare l' offensiva contro i primati del navigatore genovese scende in campo il ministro dell' Informazione, Xu Zuyuan: Il governo cinese attribuisce una grande importanza alle commemorazioni del seicentesimo anniversario dei viaggi di Zheng He in Occidente. Xu guida un comitato governativo di 15 ministri, dagli Esteri alle Finanze, mobilitati per riparare le ingiustizie degli storici occidentali. La foga tale che le celebrazioni stanno cominciando addirittura con un anno di anticipo. Per la precisione i sei secoli dalla prima esplorazione del Colombo cinese cadono solo nel 2005, ma nessuno ce la fa ad aspettare. Gi adesso si accavallano conferenze e mostre, inserti speciali dei giornali e concorsi a premi per commemorarne le gesta. La televisione pubblica inizia un kolossal a puntate dedicato alle imprese del leggendario ammiraglio. In barba alla laicit dello Stato gli archeologi annunciano con emozione il ritrovamento nella citt meridionale di Xiamen di un antico tempio dell' epoca Qing dedicato al culto di Zheng He, elevato al rango di un semidio. Una statuetta ci tramanda l' immagine di un bell' uomo dai tratti raffinati, corpulento come si addice all' eunuco, vestito con una tunica bianca ornata di complessi ricami dorati, e con in mano sempre una carta geografica arrotolata. L' importanza di questo personaggio in effetti nota da tempo anche in Occidente. Su mandato dell' imperatore Cheng Zu, una flotta di dimensioni ineguagliate al mondo salp nel luglio del 1405 dal porto di Suzhou, la "Venezia cinese" vicino a Shanghai. Un secolo e mezzo dopo il viaggio del veneziano Marco Polo in Cina. La sua missione dichiarata era quella di allacciare legami con paesi lontani, espandere il commercio di prodotti cinesi. La comandava l' eunuco imperiale Zheng He, noto anche con il suo nome d' infanzia di Sanbao (che significa letteralmente "tre tesori"). Ai suoi ordini c' erano 208 navi con 27.800 uomini a bordo. Le navi pi grandi erano lunghe 146 metri e larghe 60, ognuna poteva trasportare un migliaio di passeggeri, e disponevano dei mezzi tecnici pi avanzati dell' epoca: nessun paese europeo poteva competere con la Cina di allora per la qualit di quei nove alberi, delle carte nautiche e delle bussole di bordo. Oltre agli equipaggi e ai soldati la flotta di Zheng He trasportava un esercito di scienziati e interpreti, medici e metereologi. La spedizione del 1405 serv a esplorare il Mare del Sud della Cina fino alle isole di Giava e dello Sri Lanka. Per Zheng He fu solo una prima prova. Nei 28 anni seguenti l' Armada cinese salp per ben otto volte diretta verso Occidente: dallo Yemen all' Iran, dalla Somalia alla Mecca, l' impero cinese allarg a dismisura le sue conoscenze e la sua influenza. Un controverso best-seller angloamericano "1421: The Year China Discovered the World" dello storico navale nonch ex ufficiale della British Navy Gavin Menzies - ora sostiene che Zheng He non navig solo verso Ovest. Menzies scrive di aver raccolto le prove che l' eunuco-ammiraglio raggiunse con la sua flotta l' America 70 anni prima che Colombo sbarcasse ai Caraibi. Un pezzo forte di questo "teorema" secondo Menzies il ritrovamento da parte dei portoghesi nel 1424 di una mappa geografica dell' America disegnata dai cinesi. Dopo l' uscita del libro di Menzies altri ricercatori si sono esposti per suffragare la stessa tesi, per esempio sulla base del ritrovamento di antichi vasi cinesi sulle coste del Brasile in epoca precolombiana. Le teorie di Menzies sono talmente contestate che il governo di Pechino mantiene una prudente distanza, pur simpatizzando con l' esperto navale anglosassone. L' idea che i cinesi abbiano scoperto l' America prima di Colombo - dichiara il ministro Xu - ancora al vaglio delle indagini accademiche e al momento non sono state raggiunte conclusioni uniformi. La questione di chi abbia veramente scoperto l' America pu rimanere in sospeso. Quel che conta oggi la decisione del governo di Pechino di investire generosamente per le celebrazioni in onore di Zheng He "nello spirito del patriottismo, dell' amicizia tra i popoli e della navigazione scientifica" come dice il ministro dell' Informazione. I suoi viaggi a Occidente dimostrarono che la Cina aveva la tecnologia pi avanzata a quei tempi, servono a ricordarci la saggezza e il coraggio del popolo cinese in tutte le epoche. Gli storici occidentali non contestano che la Cina del XV secolo fosse una lunghezza pi avanti, sia nello sviluppo economico che nelle conoscenze scientifiche. La riscoperta orgogliosa delle imprese di Zheng He anche lo specchio di quel che la Cina pensa di se stessa oggi: dalla conquista dello spazio ai record olimpici, dalla modernizzazione economica all' invasione dei mercati esteri, ogni traguardo alla sua portata. Se negli anni Cinquanta Pechino ambiva a prendere la guida

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dei paesi del Terzo mondo nella coalizione dei "non allineati", oggi gareggia in serie A, l' obiettivo pi vicino superare il Pil della Germania e del Giappone, per puntare all' aggancio con gli Stati Uniti. La nuova storiografia ufficiale insiste sul carattere pacifico delle imprese di Zheng He. Quei viaggi - dice Xu - furono all' insegna della collaborazione tra il popolo cinese e i suoi vicini. Le commemorazioni serviranno a esaltare questi valori: le relazioni pacifiche tra la Cina e i suoi vicini, specialmente le altre nazioni del Sud-Est asiatico. Ancora oggi - assicurano le relazioni ufficiali ai convegni in onore di Zheng He - i vasi Ming ritrovati in Somalia e Tanzania sono considerati dai popoli locali come dei pegni d' amicizia, mentre in Thailandia e Malaysia hanno ribattezzato nel nome di Sanbao perfino citt, porti e pagode. Lui non occup mai un paese straniero, non vi costru fortezze n derub tesori sottolinea il ministro dell' Informazione, con un' allusione implicita al diverso comportamento dei conquistadores coloniali europei. il linguaggio felpato e diplomatico di una Cina che vuole rassicurare i vicini, ma che in realt sta recuperando nei fatti il rango di una superpotenza come ai tempi della dinastia Ming. Nell' Asia di oggi non ci sono dubbi sulla crescente influenza della Cina. La sua espansione economica l' ha gi portata a diventare il partner pi importante di Giappone e Corea, soppiantando gli Stati Uniti. Da commerciale e tecnologica la forza diventa politica e militare. Mentre l' America di Bush impantanata in Iraq costretta a ritirare truppe dall' Asia, Pechino occupa gli spazi d' influenza lasciati liberi. Come ai tempi del grande ammiraglio vissuto sei secoli fa la Cina pronta a rinascere come potenza navale, cancellando secoli di umiliazioni e di subalternit nei confronti degli "imperi marittimi", prima quello britannico, poi il giapponese e infine l' americano. Dall' orgia di retorica si stacca la voce sobria dello storico Xin Yuan' ou dell' universit di Shanghai Jiaotong. La vera motivazione del primo viaggio di Zheng He, spiega Xin, che la dinastia Ming stava per soccombere sotto l' assedio terrestre delle armate di Tamerlano, l' imperatore turco-mongolo che aveva conquistato gran parte dell' Asia. L' ammiraglio fu mandato per i mari alla disperata ricerca di alleati che soccorressero l' impero cinese ormai agli sgoccioli.
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI

02 settembre 2004

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Repubblica.it esteri "Non abbiamo scoperto l'America" La Cina dis...

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La flotta di giunche dell'esploratore Zheng Hu arriv in Africa ma non attravers mai il Pacifico. Il mito creato da un inglese

"Non abbiamo scoperto l'America" La Cina disconosce la falsa mappa


La carta del 1418 non vera: Pechino confuta tutte le prove "I nostri studiosi hanno dimostrato di saper superare il nazionalismo" di PAOLO RUMIZ

CI SON voluti i cinesi a farci capire che la storia dell'America scoperta dai cinesi era una bufala. Sparata con dispendio di mezzi e martellante crescendo mediatico da uno scaltro businessman inglese, ex sommergibilista della Royal Navy e sedicente storico, la notizia che ribaltava la storia del mondo stava gi consolidandosi nell'immaginario globale. Sfruttando la benedizione della Royal Geographical Society di Londra e un ipnotico silenzio della scienza, era passata indenne sui giornali d'Europa. Se l'era bevuta persino il Paese di Cristoforo Colombo: l'Italia, esterofila e prontissima, come sempre, a perdere le sue primogeniture. Il segreto, continua a sostenere imperterrito Gavin Menzies, il rocambolesco signore di cui sopra, sta tutto in una carta settecentesca del Globo acquistata da lui medesimo. Una copia, egli dice, di un mappamondo del 1418, precedente di tre anni la leggendaria - e mai provata - circumnavigazione mondiale di Zheng He, grande ammiraglio del Celeste impero. Una carta ad altissima precisione per le conoscenze dell'epoca; con dettagli apparsi sulle mappe occidentali solo alla fine del Cinquecento, cio solo dopo i viaggi di Magellano, Vasco de Gama e Bartolomeo Diaz. "Figurarsi se i cinesi andranno mai a smentire questa storia", aveva scritto con sufficienza il Times di Londra; sono "troppo nazionalisti per credere che i loro antenati non abbiano scoperto l'America". E invece, con uno scatto d'orgoglio, sono stati proprio loro - i figli della potenza emergente del secolo ventuno - a dare una bella lezione agli europei creduloni. Appena la mappa stata presentata a Pechino, pochi giorni fa, sono usciti dal silenzio e ne hanno contestato seccamente la forma, le scritte, la lingua, la grafica e persino il titolo. La raffigurazione del mondo impostata su doppio globo, per esempio. Inverosimile. Ci ricordano amorevolmente i cinesi: ma come? Ma se siete stati voi europei, attraverso i missionari gesuiti del Seicento, a insegnarci latitudine, longitudine e le nuove tecniche della proiezione reticolare sui mappamondi? E che dire delle scritte dei nomi di luogo, non plausibili linguisticamente? E del titolo della carta, decisamente inconcepibile nella visione del mondo del quindicesimo secolo? Persino su Zheng He a Pechino non si sbilanciano. Troppo veloce - due anni appena - quel suo viaggio attraverso tre oceani con le navi pi lente della storia dell'uomo, le giunche. "I nostri studiosi hanno dimostrato di saper superare il nazionalismo ed esprimere un'analisi oggettiva" commenta l'autorevole quotidiano Dongfang Zaobao - il "Mattino d'Oriente" - in risposta al Times, ed elenca nel dettaglio i motivi per cui inverosimile che una flotta della Terra di Mezzo possa aver circumnavigato il mondo e conosciuto le Americhe prima di Colombo. Come dire: cari amici d'Europa, non avete solo scoperto l'America, ma anche la geografia moderna. Prendetene almeno atto. Il bello che i migliori geografi e i sinologi italiani sapevano perfettamente - e inutilmente proclamavano da tempo - che la carta di Menzies era al novanta per cento una patacca. Ma non avevano il fiato per dirlo. Troppo forte era stato il clamore della notizia, sparata su siti web, su libri tradotti in decine di lingue, giochi interattivi, videogiochi e persino sceneggiati tv; e troppo debole sarebbe stato, al confronto, il peso della smentita. E poi nel mondo angloamericano - scientificamente egemone - era forte anche la voglia di smentire Colombo: un italiano, figlio di un popolo di immigrati con valigie di cartone. Non poteva essere lui il padre prima potenza mondiale. Gi in passato gli americani, forse traditi da questo bisogno provinciale di radici pi "nobili", si erano fatti rifilare dei falsi. Il pi clamoroso fu del 1965, nel Columbus day, quando un costoso volume curato da quattro studiosi Usa di fama internazionale spar la cosiddetta "Vinland Map", acquistata a un antiquario a cifre da capogiro dalla Yale University. Col nome di Vinland, i vichinghi avevano battezzato le coste nordorientali d'America al tempo delle esplorazioni di Erik il Rosso, e la carta, datata 1440 dai curatori, venne definita figlia di un prototipo vichingo del dodicesimo secolo. "Qualcuno, come mio padre, vide subito che era un falso - racconta Ilaria Caraci, dicente di cartografia all'universit di Roma e figlia di Giuseppe, uno dei padri nobili della geografia italiana contemporanea - ma la notizia era troppo ghiotta perch le smentite fossero prese in considerazione. I norvegesi, vuoi mettere con gli italioti. Ci vollero, molti anni dopo, le analisi chimiche degli inchiostri, fatte da un italiano, per dimostrare che la carta era stata disegnata nel secolo ventesimo. Il falsario era un gesuita austriaco, padre Josef Fischer, che negli anni Trenta la disegn su una pergamena strappata da un volume del 1440". I cinesi sono maestri di falsi, sanno riprodurre qualsiasi cosa. Anni fa hanno rifilato per cifre da capogiro al museo di Cleveland un bel vaso-bidone facendo credere che fosse di epoca imperiale. Il mappamondo sbandierato da Menzies, invece, ha poco di credibile. Al confronto, padre Fischer era un professionista. Gli manca completamente la "Terra Australis", il continente mitologico che sarebbe stato tolto dai mappamondi solo nel Settecento, dopo le esplorazioni di Cook. E poi, "com' possibile che l'ammiraglio Zheng He, che inizia il suo viaggio nel 1421, avesse avuto a disposizione una carta cos completa realizzata prima, gi nel 1418?", "Diciamo da tempo che questa storia inverosimile, ma nessuno ci ascolta", lamenta la Caraci, che esprime i suoi dubbi da ben prima dei geografi cinesi. In fondo tutto cos ovvio. Basta aprire un volume di mappe cinesi del Settecento, dipinte su carta di riso tre secoli dopo quella di Menzies. Sembrano pi antiche, non pi recenti. Niente reticolato geografico; una visione simbolica, primitiva, quasi infantile, dello spazio terrestre, con la Terra di Mezzo che occupa tutto lo spazio e gli altri continenti inesistenti o ridotti al minimo. Se davvero nel '400 la Cina aveva scoperto l'America, come mai tutte quelle conoscenze erano successivamente scomparse? Si erano abolite per decreto, come fece l'imperatore del Giappone? In tanti, ti ricordano alla Societ Geografica Italiana, hanno calcato il suolo americano prima di Colombo - polinesiani, vichinghi, popoli siberiani - ma la storia del mondo cambiata solo col suo viaggio, il 12 ottobre 1492. Per questo lo scopritore considerato lui e solo lui, il gran genovese. Ammesso dunque che i cinesi fossero arrivati davvero in America prima di Colombo, che importanza pu avere una scoperta che non lascia traccia nella storia dell'umanit, non cambia le conoscenze, i flussi di traffico, e scompare persino dalle cartografie? La lettura delle scritte cinesi sulla mappa presentata a Pechino conferma alla grande i dubbi dei geografi. "C' soprattutto una cosa che non convince: la parola Mediterraneo", osserva il sinologo Federico Masini, docente alla Sapienza di Roma. "Il termine era sconosciuto nella Cina nel Quattrocento. Ma non basta: se quella carta stata davvero perfezionata sulla base del famoso viaggio di Zheng He, allora va detto che la sua flotta non mai passata per il Mediterraneo. Si afferma che abbia navigato gli oceani, ma non il Mare di Mezzo. E allora, da dove viene quel nome? Pu venire solo da Occidente". Anche le due Americhe, sulla carta, sono chiamate col loro nome, il che da solo taglierebbe la testa al toro. Ma quei nomi, si giustificano Menzies e i suoi, sono stati aggiunti dopo, nel rifacimento settecentesco. S, ma allora cosa impedisce di dire che l'intero mappamondo settecentesco? "Tutto l'impianto della carta - chiosa Marini chiaramente copia di un modello occidentale ed posteriore al passaggio in Cina, nel Seicento, del gesuita Matteo Ricci, che ha insegnato ai mandarini com'era fatto il mondo. Il nome dell'Europa, riportato nella mappa, arrivato in Estremo Oriente solo con lui. Questo i cinesi lo sanno benissimo". Gli italiani, magari, un po' meno. (24 gennaio 2006)

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