Sei sulla pagina 1di 44

Bosnia, sei mesi per impedire un crollo delle esportazioni

Ladesione comunitaria della Croazia avr gravissime ripercussioni sulleconomia del Paese se le autorit non si adatteranno alle norme commerciali europee. Ladesione della Croazia allUnione europea potrebbe avere gravi ripercussioni sulleconomia bosniaca. Il quotidiano Dnevni Avaz ha pubblicato questa settimana uno speciale di approfondimento sull'impatto che avr l'adesione comunitaria della Croazia sull'economia bosniaca. Sarajevo, infatti, ha perso un intero anno nel mancato adempimento delle condizioni poste dall'Ue, ma ora avr altri sei mesi per adeguare il proprio quadro normativo alle direttive europee, al fine di attenuare almeno parzialmente le conseguenze dell'adesione della Croazia all'Ue e le inevitabili perdite economiche derivanti dal pieno ingresso di Zagabria nel mercato unico. Secondo le stime, le perdite per Sarajevo si aggireranno intorno ai 150 milioni di euro. In seguito alle richieste della Camera di commercio internazionale di Sarajevo di accelerare l'adempimento delle condizioni per l'esportazione dei prodotti bosniaci nell'Ue, sono stati compiuti s piccoli passi, ma non sufficienti a scongiurare il pericolo di un pesante tracollo commerciale. Alla fine del 2012, l'Istituto bosniaco di certificazione (Bata) aveva firmato un accordo con l'Istituto europeo di certificazione, accordo che diminuir i tempi di verifica della qualit dei prodotti locali. Secondo Senad Hromic, direttore del Centro per l'informazione e corrispondenza con l'Europa della Camera di commercio internazionale, l'accordo far risparmiare denaro ai produttori locali e inoltre i laboratori bosniaci accreditati dall'istituto locale emetteranno certificati validi di qualit, evitando il bisogno di rivolgersi a laboratori croati o di qualche altro Paese europeo. Sotto questo profilo, le strutture di controllo in Bosnia si stanno lentamente adeguando ma resta unaltro difficile ostacolo da superare: larmonizzazione del quadro legislativo bosniaco a quello europeo. Secondo l'analista economico della Camera di commercio internazionale Duljko Hasic, la Bosnia ha guadagnato altri sei mesi di tempo. Cercheremo ora di preparare il settore commerciale nel modo migliore per quanto riguarda il rispetto degli standard", assicura Hasic. Il compito tocca proprio alla Camera di commercio

internazionale per quanto riguarda la produzione industriale, mentre a partire da quest'anno la stessa istituzione dovr iniziare il lavoro di applicazione degli standard europei anche per quanto riguarda prodotti di origine animale o vegetale. La Camera di commercio internazionale cercher di preparare nel modo migliore i produttori locali - sostiene lanalista economico - in modo da permettergli di continuare ad esportare i prodotti in Croazia e nell'Ue". La Bosnia ha gi applicato cinque direttive europee per quanto riguarda l'igiene di prodotti di origine animale, ma non riuscir a soddisfare tutte le richieste legate all'esportazione del latte, della carne e delle uova, per cui leconomia bosniaca subir comunque pesanti ripercussioni negative. Il problema principale costituito dallesiguo numero di valichi doganali mediante i quali i prodotti bosniaci potranno essere esportati in Croazia e nell'Ue. Sono attualmente previsti soltanto due valichi, a Gradiska e a Bijaca, il che impedisce l'esportazione di prodotti freschi. La Camera di commercio internazionale ha gi chiesto l'apertura del valico a Izacici - sostiene Hasic - in modo da permettere l'esportazione di prodotti di origine animale e vegetale e sono necessari altri cinque valichi per quanto riguarda soltanto i prodotti di origine vegetale". Il ritardo nei preparativi dovuto, come sempre, alle perenni dispute politiche e ai rimpasti dei governi locali. Halid Genjac, presidente della Commissione parlamentare per l'integrazione europea, ha sottolineato comunque che il Parlamento "cercher ora di riguadagnare il tempo perso". La Commissione "ha gi chiesto l'approvazione di piani d'azione per limitare le conseguenze dell'adesione della Croazia all'Ue". In base a quanto sostenuto da Genjac a marzo arriver a Sarajevo di una squadra di ispettori europei che controlleranno gli standard dei prodotti locali. Secondo la Camera di commercio internazionale, i produttori hanno gi applicato gli standard europei, ma ora tocca alle istituzioni assisterli dal punto di vista tecnico.

Serbia-Montenegro, disgelo con lincontro presidenziale

Belgrado vuole avere i migliori rapporti possibili con Podgorica, ha garantito Tomislav Nikolic al termine del suo primo incontro ufficiale con Filip Vujanovic. La Serbia interessata a cooperare con tutti i Paesi dei Balcani e un interesse particolare rivolto al Montenegro, con il quale vuole avere i migliori rapporti possibili: lo ha detto sabato il presidente serbo, Tomislav Nikolic, durante la sua prima visita ufficiale in Montenegro. Nel corso della conferenza stampa indetta al termine dell'incontro con l'omologo di Skopje, Filip Vujanovic, a Cettigne (Cetinje), Nikolic ha sostenuto che l'integrit territoriale, l'unit e l'adesione all'Onu del Montenegro vengono riconosciute da tutti". Il presidente serbo ha sottolineato che il recente stallo nei rapporti tra i due Paesi " palesemente ingiustificato" e che "bisogna discutere tutte le questioni aperte tra la Serbia e il Montenegro, se esistono". "Noi serbi, quando amiamo un popolo, cerchiamo delle similitudini con esso - ha spiegato Nikolic - e quando parliamo del Montenegro diciamo che siamo quasi uguali, per cui non possiamo non cooperare con un popolo del genere". La Serbia ha dichiarato neutralit militare - ha aggiunto il presidente serbo - non se la prende con il Montenegro che vuole l'integrazione nella Nato"; tale decisione, quindi, "non mette in pericolo la Serbia e noi non ci intromettiamo in quello che non ci mette in pericolo". A proposito della questione della Chiesa ortodossa serba in Montenegro, Nikolic ha ammesso che la questione non costituisce un problema nelle relazioni con Belgrado, in quanto le questioni legate alle chiese devono essere risolte dalle chiese stesse". Interrogato dai giornalisti sui motivi dello stallo nei rapporti tra Belgrado e Podgorica, Nikolic ha dichiarato che l'indipendenza del Montenegro e il riconoscimento, da parte di Podgorica, dell'indipendenza del Kosovo hanno avuto una forte ripercussione sui vertici serbi. Podgorica ha pi volte fatto sapere che all'interno di questi rapporti bisogna tener conto della stabilit del Montenegro e rispettare la nostra costituzione", ha affermato, dal canto suo, il presidente montenegrino. Vujanovic ha aggiunto che "il precedente ufficio della presidenza serba (quella di Boris Tadic) ha agito in modo non adeguato ai rapporti ufficiali tra Podgorica e Belgrado". Secondo il presidente montenegrino, ora i due Paesi devono impegnarsi

reciprocamente per costruire legami che saranno da esempio non soltanto per i Balcani, ma per tutti gli Stati". Siamo molto interessati all'avvio delle trattative di adesione tra la Serbia e Bruxelles - ha concluso il presidente Vujanovic - ma lo stesso vale per l'intera regione, e in questo contesto siamo pronti a scambiare le nostre esperienze fin qui acquisite".

Potrebbero piacerti anche