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MENICHELLI MENICHELLI

RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MODA CULTURA COPIA GRATUITA - Anno 5 - N. 5 - Maggio 2009 - Tiratura copie 20.000

Tom Hanks
Angelo o Demone?

I primi 100 anni Matrimonio


Il futuro ha 100 anni
di Rita Levi Montalcini tra necessità e scelta
I GIORNI SENZA FINE NELLE TENDOPOLI

Tamponate le criticità dei primi momen-


ti, ora che tutti gli sfollati hanno trova-
Direttore Responsabile to un ricovero sicuro nelle tendopoli,
Mara Parmegiani nelle zone terremotate de L’Aquila e
dintorni, l'emergenza più difficile da ge-
Comitato scientifico stire rimane la paura. La case agibili
Gino Falleri, Nino Marazzita, continuano a restare vuote, soprattutto
Simonetta Matone, Carlo Giovannelli, di notte. I centri di accoglienza, che di
Rosario Sorrentino, Emilio Albertario, giorno sono semideserti o popolati so-
Anna Mura Sommella prattutto da bambini ed anziani, all’imbrunire si riempiono.
La psicosi del terremoto si allarga a macchia d'olio dalle zone
Segreteria di Redazione
martoriate.
Marco Alfonsi
La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanità, Lan-
Nicoletta Di Benedetto
franco Venturoni, ha assegnato oltre 4 milioni di euro a sostegno
Marina Bertucci
di iniziative facenti parte del progetto “La salute mentale”, e al
fabbisogno del Centro regionale per le Psicosi Infantili della Asl de
Servizi fotografici di redazione
Laura Camia, Giancarlo Sirolesi
L’Aquila 156 mila euro. L’importo totale servirà per sostenere pro-
grammi sul disagio relativo all’annualità 2009 e per il Centro di
Hanno collaborato Psicosi Infantili. Il tutto per offrire servizi e risposte adeguate a un
Marco Alfonsi, Costanza Cerìoli, disagio, quello mentale, che va affrontato con estrema cautela e
Isabella De Martini, competenza.
Nicoletta Di Benedetto, Andrea Di Capoterra, In mano alla Protezione Civile il coordinamento degli aiuti destina-
Cristina Guerra, Tiziano Melara, ti alle persone disabili che non possono vivere a lungo nelle ten-
Rita Lena, Cristian Coppotelli, dopoli. Con attenzione soprattutto alle persone con disabilità
Fabio Sciarra, Siderio intellettive. Le priorità maggiori riguardano disabili gravi per i qua-
Fotografo: Maurizio Righi li l’accoglienza nelle tendopoli appare particolarmente difficile.

Via Piero Aloisi, 29 - 00158 Roma A tutti loro la nostra solidarietà e l’incoraggiamento ad andare
Tel. 06.4500746 - Fax 06.4503358 avanti.
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Mara Parmegiani

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Si ringrazia “AltaRoma”
per la concessione delle foto di moda.

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tari realizzati da Chapeau.
numero 4 Intervista
IN QUESTO a Tom HanksKS

L’INTERVISTA 6 I must

8 Borse in rialzo

I MUST 9 Le spose di Chapeau

10 Roma by Night

12 Il giallo del Curaro

STORIA DEL MATRIMONIO 14 Storia del matrimonio

17 Cento anni di
Rita Levi Montalcini

18 Il futuro ha cento anni

IL FUTURO HA CENTO ANNI


20 Il malocchio

22 Storia della cioccolata

IL MALOCCHIO
25 Dolci messaggi

28 L’angelo sull’autobus

DOLCI MESSAGGI
29 Libri - Eventi - Mostre

30 I trucchi di primavera

31 Ricetta e oroscopo del mese


TOM HANKS
T RA A NGELI E D EMONI
duce il film, aveva contattato il Centro all'inizio del 2007
per girare al Cern alcune scene. Una richiesta che “è stata
vista immediatamente come un’opportunita” ed accettata
con entusiasmo dal direttore della ricerca del Centro, Ser-
gio Bertolucci, soddisfatto che, dopo il bestseller ‘Angeli &
Demoni’, “adesso anche Hollywood offra l’opportunità di
mostrare quanto sia eccitante la ricerca sull’antimateria”.
Un privilegio aver lavorato con il Cern, secondo il regista
Ron Howard. “I ricercatori - afferma - ci hanno aiutato
moltissimo spiegandoci fenomeni scientifici e permetten-
doci di avere accesso a luoghi incredibili. Penso che stiano
facendo cose fantastiche”. Il romanzo di Dan Brown, cosi
come il film a cui si ispira, si concentra su uno dei princi-
pali temi di ricerca del Cern: l’equilibrio fra materia e an-
timateria. Presenti nelle stesse quantità quando
l’universo ha avuto origine, 13,5 miliardi di anni fa, nel
momento in cui materia e antimateria si sono incontrate
si sono annichilite. Ma ancora non si sa perchè una certa
quantità di materia sia sopravvissuta, dando origine a
stelle e pianeti. Come nel “Codice Da Vinci”, anche in “An-
geli e Demoni”, Robert Langdon è in lotta contro poteri
antichi, disposti a tutto, anche all’assassinio, pur di rag-
giungere i loro scopi. Langdon-Hanks si imbatte stavolta
nell’antica setta segreta degli Illuminati, la più potente or-
ganizzazione clandestina della storia decisa a distruggere
la Chiesa Cattolica e il Vaticano. Il piano degli Illuminati
consiste nell’utilizzare l’antimateria rubata al CERN come
ultima arma di distruzione di massa se Langdon non riu-
scirà a risolvere una serie di misteri antichissimi. Alcune
centinaia di esponenti del mondo della stampa hanno af-
follato il CERN per vedere in anteprima alcune scene del
film e prendere parte ad un evento unico: la possibilità di
vedere la tecnologia che sta dietro al più grande esperi-
mento che il mondo abbia mai visto, il grande collisore di
adroni (Large Hadron Collider), una massa di macchinari

TOM HANKS SEGUE LA TRAIETTORIA DELLA LUCE

Cosa ci fa Tom Hanks al CERN di Ginevra? Certo, capire su


cosa lavorano gli scienziati del centro europeo di ricerca
nucleare non è semplice, soprattutto quando ci si trova
davanti al grande collisore di adroni (Large Hadron Colli-
der), l’esperimento di punta del centro. Ma cosa ha a che
vedere questo con Hollywood? Ce lo dirà, a modo suo, pro-
prio Tom Hanks che veste per la seconda volta i panni del-
lo storico dell’arte-detective di Harvard, Robert Langdon
in “Angeli e Demoni”, il nuovo film diretto da Ron Tom Hanks e Pierfrancesco Favino
Howard, tratto dall’omonimo romanzo di Dan Brown. Li-
bro che precedette il Codice da Vinci, fenomeno editoriale
di sei anni fa e da cui fu tratto il film che incassò ben 750
milioni di dollari ai botteghini. La Sony Pictures, che pro-

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e strumenti alta come un palazzo di cinque piani che si ni. “Tessere cinque anni di ricerche in una storia della du-
trova in una grande caverna, un’immensa cattedrale della rata di 12 ore è stata una sfida stimolante. Di certo la vita
scienza, che contiene così tanti cavi da riuscire a circonda- di Robert Langdon si muove più velocemente della mia”.
re l’equatore per quasi sette volte. Oltre ad alcune sequen-
ze del film, la location ha ospitato la conferenza stampa Andrea di Capoterra
con Tom Hanks, Ayelet Zurer, che interpreta il ruolo della
scienziata Vittoria Vetra, il regista Ron Howard e un espo-
nente del CERN, Rolf Landua. Hanks ha raccontato il suo
entusiasmo nel ricoprire nuovamente i panni di Robert
Langdon, un’occasione che non si è lasciato sfuggire come
ha precisato in conferenza stampa. Molte scene del film
sono state poi girate a Roma tra Castel S.Angelo, Piazza
del Popolo, Piazza Navona, di fronte alla chiesa di Santa
Susanna. E alcune, grazie alle tecnologie digitali, sembra-
no girate addirittura all’interno della basilica di San Pie-
tro. Il fatto è ancora più curioso perché le gerarchie
ecclesiastiche cattoliche, che a suo tempo avevano con-
dannato il Codice Da Vinci, hanno sempre negato l’auto-
rizzazione ad usare luoghi sacri come location del film.
Una sequenza del film “Angeli e Demoni”
“Non glielo abbiamo nemmeno chiesto”, ha spiegato Ho-
ward. “Sfruttando tutte le possibilità che i produttori cine-
matografici hanno a loro disposizione al giorno d’oggi,
sono convinto che siamo stati in grado di dare al pubblico
l’impressione di fare un viaggio veramente realistico die-
tro le mura del Vaticano. Avevamo previsto di filmare in
particolari location in tutta Roma, con il Vaticano, ma an-
che con altre chiese sullo sfondo. Tra l’altro tre giorni pri-
ma di iniziare le riprese c’è stato detto che durante un
incontro con alcuni esponenti del Vaticano un certo nu-
mero dei permessi per girare erano stati revocati.” A Ro-
ma c’è stato poi l’incontro con gli altri protagonisti del cast
di “Angeli e Demoni”, come Ewan McGregor, che interpre-
ta il Camerlengo: l’uomo che istituzionalmente ha il com-
pito di governare temporaneamente il Vaticano dopo la Tom Hanks nei panni di Robert Langdon
morte del Papa e preparare il conclave. Stellan Skarsgard
che interpreta Richter, il comandante della Guardia Sviz-
zera e Pierfrancesco Favino che recita nei panni di Olivet-
ti, l’ufficiale della polizia vaticana. Al tramonto, un tour
per seguire la traiettoria della luce di cui si parla nel film:
si dice che fosse questo il modo in cui gli Illuminati sele-
zionavano nuovi adepti, facendogli risolvere una serie di
complicati indizi ed enigmi. È questo il percorso, scoperto
da Robert Langdon, il quale spera che riuscirà a salvare i
quattro cardinali rapiti ed a fermare gli Illuminati dall’esi-
gere la loro vendetta centenaria contro la Chiesa Cattolica.
Nel romanzo si racconta che gli Illuminati risalgono al
1500 e vennero fondati per contrastare il pensiero della
Chiesa. Nella storia di “Angeli e Demoni” scompar-
Tom Hanks, Ayelet Zurer ed Ewan McGregor con l'antimateria
vero più di un secolo fa, ma qualcuno sostiene che
esistano ancora e che i loro adepti detengano posi-
zioni di potere, abbiano il controllo sugli accadi- Una sequenza del film “Angeli e Demoni”

menti del mondo e progettino di costruire un nuovo


ordine con lo scopo di sostituire gli attuali governi
di ciascun Paese. Una sorta di massoneria illumina-
ta. Il film è in sala dal 13 maggio ma intanto lo scrit-
tore Dan Brown da settembre offre al pubblico il
suo nuovo romanzo che in tutta probabilità sarà il
sequel di “Angeli e Demoni”. La prima edizione del
libro, che vedrà ancora una volta protagonista lo
storico dell’arte-detective di Harvard Robert
Langdon, prevede la stampa di cinque milione di
copie, un vero record per la casa editrice Random
House. “Questo libro è stato un viaggio strano e me-
raviglioso” ha affermato Brown, che oggi ha 44 an-

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I DIECI MUST DELLA VOST

CORALLO
è il colore che rivendica l'estate. Declinato in tutte le
sfumature dal rosso intenso al rosa salmone, dai
top ai vestiti ai bijoux alle scarpe.

ETNICO
L’etnico è un altro tema per un'estate alla moda.
Declinato in tutti i temi è proposto da Dior, con
accessori tribali per un maggiore effetto.

SAROUEL
Alexander McQuee. Per Balami
I pantaloni, per le giacche. Co
più audaci, sono
destrutturati, a
panier e larghi sulle BLUE
anche. Stile sultano, Il blu trionfa in
abbinabili a bijoux questa stagione,
etnici. riproposto anche
da Celine, John
Galliano e Sonia
Rykiel con vestiti,
bluse, scarpe e
piccole borse

6 Costanza Cerioli
TRA ESTATE
NUDO
Stella McCartney,
rilancia lo stile
GRAFICO “nudo” (beige rosato)
Bello per i tailleur e
Se amate il bianco e
il nero, Chanel ne per la sera
propone uno facile
da portare, abbinato
anche a scarpe
gioielli bicolore

CORTO
Givenchy, ma anche Dior ri-
conferma
gambe al vento!
ma... attenzione
alle scarpe che devono essere
leggere
e decorate
C.C.

SPALLE LARGHE
amin sono le spalle larghe ad imporsi sulle
e. Con l'immagine di una rock star si sposa-
no bene con i jeans

CAPPELLI
Chapeau le chapeau !
Ritornano di moda. Un
WESTERN tocco sofisticato? Con i
La grande tendenza dell'estate è la moda Western: jeans, gli short e con il
frange, borse, cinture, gilet e foulards. costume da bagno. 7
IN TEMPI DI NOTIZIE PESSIMISTICHE CHE ARRIVANO DA TUTTO IL MON-
DO GLI STILISTI CERCANO DI RISPONDERE CON UNO STILE LEGGERO E
COLORATO... DI SPERANZA, QUASI AD ESORCIZZARE I MOMENTI BUI

Neanche le borse e le scarpe fanno eccezione...


Quelle che vi mostriamo sono pezzi bellissimi ed esclusivi tutti realizzati con materiali di grandissimo valore.
C.C.

MARIELLA BURANI VERSACE

LESPORTSAC LE NUOVE PROPOSTE DELLA MAX CLAN BRACCIALINI

BULGARI
GALLIANO GUESS
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LE SPOSE DI CHAPEAU
L’abito, studiato per un solo giorno, pizzi impalpabili.
racconta di una femminilità romanti- Per l’abito da sposa è decisivo il ritor-
ca che attraversa, all’insegna della se- no dell’abito intero. Anche il velo farà
duzione, elaborati intarsi di tessuto, Lorenzo Riva parlare di sé, ponendosi talvolta come
preziosi ricami e ampie scollature che, elemento essenziale per la scelta del-
a volte, si frantumano in virtuosi vo- l’abito, all’insegna del romanticismo.
lants arricchiti di plissè, fiori delicati e C.C.

Fausto Sarli Tony Ward

Abed Mahfouz

Camillo Bona Curiel Couture

Renato Balestra

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ROMA by NIGHT
a cura di Giancarlo Sirolesi

Tesori ritrovati
"Annunciazione", Pietro Novelli, XVII sec., Carlo Capponi, Patrizia de Blanck e le unghie laccate di Solange
olio su tela, Galleria Regionale della Sicilia,
Palazzo Abatellis

L’affascinante Alessandra Martinez Una spiritosa e ironica Cinzia Leoni

Metà ‘800 - Abito da sposa in taffetas


di seta matelassè, impreziosito sul
corpino da preziosi intarsi a motivi
floreali, enfatizzato da una giacchina in
tulle dagli alti polsi a campana
- Collezione Mara Parmegiani -
Nadia Bengala e Demetra Hampton
con i loro accompagnatori

Laura Troscel sfila per Papa Moto


al Gildaper le over 50

Alessandro Aber protagonista del cortometraggio


"Quando dico di no, è no!"

Brindisi di Cinzia TH Torrini


con il marito Aldo de Luca Massimo Ranieri presenta il suo spettacolo

Micaela Ramazzotti
al premio Cinema Giovani

La compagnia di Gianluca Guidi al


L'onnipresente Franco Pazzaglia L’intramontabile regista Rai-TV, Adolfo Lippi

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Lorena Bianchetti
conduttrice di DomenicaIn
Milly Carlucci e il marito alla prima di “Fiesta”

Arisa vincitrice a San Remo 2009 - nuove proposte

Abito Liberty - 1910


Elena Sofia Ricci con il marito in raso, pizzo e ricami preziosi
-collezione Mara Parmegiani-
La gioia dei Bambini della Comunità di Sant’Egidio per il gran-
de uovo di Pasqua e giocattoli dono del Presidente dell’osser- Teatro La Cometa: Massimo Lopez ed Emanuele Filiberto “COL PIEDE GIUSTO” la nuova commedia di
vatorio Parlamentare, dott. Giuseppe Catapano Angelo Longoni con Simone Colombari,
Eleonora Ivone, Amanda Sandrelli e Blas Roca Rey
Abito da sposa 1915. Tulle pois d'esprit e raso di seta avorio, impreziosito
da ricami di fiori e spighe realizzati a pizzo rinascimento.

Angela Melillo tra le protagoniste al Bagaglino di


Pingitore

Michele Miglionico in passerella

Veronica Maio bellissima conduttrice


di

Le bellissime Matilde Brandi e Manila Nazzaro

L’elegantissima Ela Weber

La sposa di Damiani

Demi Mendez alla presentazione della nuova linea


Max Clan
Elda Alvigini protagonista de “I Cesaroni”

Il
corpo di ballo e Alex La Rosa in una performance al Gilda

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IL GIALLO DEL CURARO
“MEDICO CONDANNATO ALL’ERGASTOLO PER L’AVVELENAMENTO DELLA MOGLIE”
sua clinica, per quanto rinomata però, non rappresenta
l’eccellenza. Non stima suo figlio Carlo e dimostra solo
condiscendenza per la nuora Ombretta (sarà lui, con ge-
sto degno della storia, a consegnare il figlio alla giustizia
dopo il fattaccio).

LA RADIOGRAFIA DEI DUE CONIUGI

Da tempo c’è tensione fra i due coniugi; Ombretta rice-


ve rimproveri dal marito perché non vuole seguirlo nella
vita brillante che l’uomo conduce. Forse è a conoscenza
della relazione del marito con “l’altra”. Resta fermo il
fatto che l’amore di tredici anni prima si è trasformato,
in lui, nella disistima e, forse, nell’odio. Lei è profonda-
mente infelice ma il suo naturale riserbo non le impedi-
sce di confidare a parenti ed amici che “qualcosa non
va”; nel pomeriggio che precede la tragedia, congedan-
dosi dopo una visita ad una amica, le dice che forse non
si sarebbero riviste più. Presagio di una tragedia o volon-
tà di togliersi la vita? Tarda serata del 13 marzo 1963:
Ombretta entra in coma. Il marito la prende in braccio e
la porta, ancora viva, nell’ambulatorio della sua clinica, a
pochi metri, dall’ala della casa di cura in cui abitano.
Ombretta muore senza poter parlare. Sul comodino vici-
no al letto della sua camera, una siringa ed un flaconci-
no di sincurarina vuoto. I medici curanti della clinica
È la sera del 14 marzo del 1963 quando Ombretta (prima quello di guardia e successivamente un altro) si ri-
Galeffi, moglie di Carlo Nigrisoli, viene ritrovata fiutano di stilare l’atto di morte “per cause naturali”. Pa-
morta all’interno della clinica di famiglia. pà Nigrisoli cerca sul corpo della nuora traccie di punture
Fin da subito le accuse, anche degli stessi famiglia- che non trova. Poi, non si comprende perché, inveisce
ri, ricadono su Carlo, definito come un uomo ambi- contro il figlio Carlo e telefona ad un avvocato amico di
guo, mediocre e bugiardo con diverse relazioni famiglia. Quest’ultimo avverte il magistrato.
extraconiugali alle spalle, che avrebbe ucciso la mo- Carlo Nigrisoli viene arrestato. Il perito esegue l’autopsia
glie iniettandole una dose di curaro. e invia i reperti all’Istituto di Firenze: se è curaro, c’è una
probabilità su cento che possa essere rinvenuto.
Siamo nell’Italia degli anni Sessanta, l’Italia arcaica dei Se questi sono i fatti sicuri, tuttavia se ne possono esa-
mariti traditori e assassini, come il dottor Carlo Nigriso- minare altri due come probabili: Ombretta soffriva fisica-
li, e delle mogli fragili che si lasciano ammazzare tra la- mente di qualche malattia o di un grave esaurimento
crime e atroci dolori, con una iniezione di curaro: come nervoso; il marito le praticava una cura ricostituente a
capitò appunto ad Ombretta Nigrisoli, nella notte tra il base di calcio per via intramuscolare. La prima ipotesi è
avvalorata da questi fatti: esiste un elettrocardiogram-
14 e il 15 marzo 1963.
ma di Ombretta e lei, insieme con il marito, ha visitato
Ombretta è una donna mite, rassegnata, delusa, madre uno psichiatra; infine, una ventina di giorni prima della
di tre figli e in quell’età che sente con una certa appren- sua morte, ha accusato forti dolori.
sione gli imminenti quarant’anni. Con questi elementi si può azzardare a ricostruire la sto-
Carlo Nigrisoli è un medico fallito: nella clinica del padre ria di una morte (assassinio?).
è incaricato semplicemente dell’amministrazione; gli pe- Carlo Nigrisoli ricorda il matrimonio come l’unico atto di
sa tremendamente la tradizione familiare che lo ha co- volontà della sua vita. I genitori infatti auspicavano che
stretto - insieme al fratello - a seguire una carriera, quella questo figliolo sposasse una donna “più su”, come ave-
medica a lui non congeniale. Gli piace la vita sportiva e va fatto il fratello di Carlo. Però, quell’atto di ribellione
brillante: partecipa ai rallies automobilistici, passa alla ai voleri della famiglia si trasforma in un totale fallimen-
motonautica e infine si concede una amante. to, uno dei tanti della sua esistenza. Nascono tre figli ma
L’insigne padre, professor Pietro, si compiace di rappre- cosa possono contare per un cervello che si rode conti-
sentare la classe medica bolognese di indubbio valore; la nuamente?

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Di qui l’incompatibilità, l’irritazione profonda. Si fa tempo, si è fatta benvolere e stimare anche per il dono
un’amante; poi un’altra, infine la terza che è quella giu- dei tre nipotini. Eppure è proprio il marito a darle la pri-
sta e che lo fa innamorare follemente. La moglie sembra ma delusione. Non è il Nigrisoli che immaginava, ma so-
percepire che qualcosa non va e decide per camere sepa- lo un mediocre. Il gelo scende poco a poco fra loro. Era
rate. Carlo, però, non si accontenta e nella sua mente si una bella e fiorente ragazza; ora è una mamma vicina al-
fa strada un’altra possibilità. La casa di cura è un luogo la maturità. Ha capito che il marito ha un’amante e que-
particolare, dove si può anche morire (o uccidere, come sto la rende confusa, esaurita; avverte disturbi di cuore
nel suo caso) senza particolare trambusto. Tanta gente ma il marito non le offre un aiuto se non quello, un po’
muore in ospedale. E poi ci sono i medici che sono suoi cinico, nascosto nella frase: “Fatti visitare...”
amici dipendenti e pagati da Nigrisoli. Nella farmacia del- E lei finisce per accettare questo suggerimento e andrà a
la casa di cura ci sono tante boccette interessanti. Il cu- farsi visitare, insieme con il marito, pochi giorni prima
raro, ad esempio; che non lascia traccia nei tessuti, della tragedia. Tornata a casa, si fa strada in lei un pen-
provoca un rilassamento dei muscoli e fa morire per sof- siero: farla finita, nonostante i tre figli. La sera fatale at-
focamento dovuto a mancanza di ossigeno. L’avvelenato tende che tutti riposino; ha già fatto visita alla farmacia
da curaro non può neanche gridare perché le corde voca- della clinica ed ha preso un flaconcino di sincurarina.
li non vibrano. Ecco, Carlo Nigrisoli sceglie il curaro. Biso- Sul flacone ha notato il teschio con la dicitura “veleno”.
gna iniettarlo e dunque convince la moglie a farsi fare Si farà una iniezione su una gamba (ecco perché, ad un
una puntura che le farà bene. Ombretta non è persona primo esame, il suocero non ha trovato tracce di puntu-
molto colta ma se leggesse sul flacone “sincurarina” di- ra). Poi lascerà sul comodino la siringa e il flaconcino
rebbe di no. Bisogna perciò architettare un piano preci- vuoto.
so. Carlo sente ad un certo punto, dalla sua stanza, la mo-
glie che rantola, va da lei e la trova stravolta, incapace di
LE DUE IPOTESI parlare. Rapidamente la crisi precipita; Ombretta si fa
cianotica, Carlo la solleva e la porta nell’ambulatorio alla
La prima cosa consigliata dallo psichiatra è una cura rico- fine del corridoio. Non si rende nemmeno conto che a
stituente, iniezioni, appunto. Sarà facile, al momento op- quel punto tutto è contro di lui. Se ha guardato e poi
portuno, arrivare dalla moglie con la siringa già pronta. toccato il flacone e la siringa per rendersi conto di quan-
Poi Carlo sarà finalmente libero di andare con “l’altra” to è accaduto, le sue impronte saranno rimaste. Infatti
che aspetta. Carlo pensa: i medici della clinica sono ami- alle prime domande lui è confuso, non sa che risponde-
ci e dipendenti, rimarranno addolorati per la morte della re. C’è confusione intorno al letto dove ormai giace ca-
signora. Ma come è successo, di cosa soffriva? Mah, ri- davere Ombretta. E poi il padre che lo investe: “L’hai
sponderà lui, l’ho sentita rantolare e sono accorso ma uccisa!”, ma lui la intende in un altro senso: “sei tu che
non c’era più niente da fare. Un collasso cardiaco? Sì, lei con il tuo comportamento l’hai portata al suicidio”. Si
soffriva di cuore, l’ho fatta anche visitare. I medici della rende conto che forse è vero. Si agita e urla. Lo chiudo-
clinica stileranno il certificato di morte e tanti saluti. no in una stanza. Poi arrivano i Carabinieri, il magistrato
e lui si sente inebetito. Ecco, queste le due possibili alter-
native per la morte di Ombretta. Tuttavia occorre fare
una considerazione. D’accordo, il “delitto perfetto” non
esiste (così dicono...), ma come poter accettare, nella
ipotesi dell’uxoricidio, che un padre di tre figli, dopo aver
superato ogni orrore della premeditazione con freddezza
e con cinico calcolo, finisca poi per compiere sbagli di
una ingenuità infantile? Perché un marito che uccide la
madre dei suoi figli con il proposito di assistere impavi-
do alla spaventosa agonia (che lui, medico, conosce) non
può essere il tipo da dimenticarsi siringa e flacone, con
scritto curaro, sul comodino; non può essere il tipo che
fa accorrere i colleghi perché si avvedano in tempo dei
palesi effetti di un beneficio in atto.

IL PROCESSO

Si apre un processo in cui si alternano amanti, medici,


perizie e super prove, conclusosi con la condanna di Car-
lo Nigrosoli all’ergastolo, poi tramutata, grazie alle atte-
CONIUGI NIGRISOLI IL GIORNO DEL LORO MATRIMONIO
nuanti generiche, in 24 anni di carcere.
Questa una prima ipotesi. Ma se ne può fare un’altra, L’11 dicembre 1993, a Ravenna, si è risposato con Maria
quella del suicidio. Pezzi, 47 anni, divorziata e madre di 2 gemelli.
Ombretta, ragazza di provincia, entra in una famiglia Mara Parmegiani
molto abbiente. Lei non ha pretese, tanto meno ambizio-
ni se non quella di una vita onesta e dignitosa. E’ accol-
ta dai suoceri piuttosto freddamente anche se, con il

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STORIA DEL M
TRA NECESSI
Ci si sposa per amore, per dovere, per consuetudine; ci si sposa mani lo consideravano un’istituzione fondata sul diritto naturale
per accordo tra i genitori, per non restare vergini, per avere una in quanto nasceva dall’unione sessuale dei due fidanzati. All’ori-
discendenza. Tante sono state nel mondo e nella storia le forme gine il matrimonio non era consacrato da alcun rito, ma era suf-
di matrimonio e i motivi che hanno portato gli sposi a unirsi “per ficiente la convivenza cum affectione a sancire legalmente
sempre”, più o meno consenzienti, più o meno consapevoli. l’unione. Pian piano gli ordinamenti dell’antica Roma cominciaro-
Il matrimonio ha origini antiche, non ben conosciute, ma non ne- no a distinguere le “famiglie legali” da quelle “di fatto”, dove le
cessariamente origini religiose. La sua etimologia sembra risalire, prime ricevevano un riconoscimento ufficiale attraverso un rito
secondo una visione diffusa, al latino “matris manus” (compito pubblico ed acquisivano così diritti e doveri, tanto tra i coniugi
della madre) oppure a “matrem munere” (proteggere la madre) stessi quanto tra questi e il mondo esterno.
ad indicare in un caso il ruolo della maternità e nell’altro la stret- Poi in epoca repubblicana si impose il concetto che la donna do-
ta relazione tra i due sposi orientata alla protezione della figura veva sottomettersi all’autorità di un uomo: di conseguenza se
materna e di conseguenza della prole. Comunque la nozione di prima del matrimonio era sottoposta al potere del padre, quan-
coppia, fondata sul matrimonio, nell’ambito di un sistema pa- do si sposava questo potere passava nella mani del marito con il
triarcale che ben conosciamo, è più recente di quanto spesso si trasferimento della patria potestà. E la formula latina, estrema-
voglia credere. mente concisa - Ubi Gaius, ego Gaia - sintetizzava bene la condi-
Per un lungo periodo, infatti, in epoca arcaica - dal Paleolitico al- zione della donna nei confronti dell’uomo.
l’Età del Ferro - i rapporti tra uomini e donne sono stati decisa- Il matrimonio romano era in questa fase organizzato dai padri
mente equilibrati e in nessun momento si percepiva dei futuri sposi, i quali si potevano conoscere reciprocamente so-
l’oppressione dell’Uno sull’Altra o viceversa. Per circa 30 mila an- lo al momento del loro fidanzamento. Il matrimonio era conside-
ni dunque uomini e donne si sono divisi i compiti con equità, sen- rato un dovere del cittadino romano e doveva essere
za dare mai l’impressione che l’Uno fosse il pallido copione rigorosamente monogamico. La sposa era vestita di bianco, co-
dell’Altro. Dalla separazione inziale dei poteri che caratterizza il perta da un velo di colore arancio e incoronata da una corona di
Paleolitico alla loro condivisione durante l’Età del Ferro, non vi è fiori. Le “giuste nozze” erano riservate solo ai cittadini romani
mai alcuna traccia di quella guerra tra i sessi che sarebbe sorta in che si potevano sposare unicamente tra di loro. Tutte le altre
seguito e che ha prodotto il sistema patriarcale, tuttora alla base unioni - tra un cittadino romano e una non-cittadina o tra un ro-
della nostra società. La separazione all’epoca non significava - mano e una schiava - non erano ufficialmente riconosciute e i
concetto molto importante - esclusione (dalla società tanto quan- bimbi nati da tali unioni
to dalla casa, dai poteri politici così come dalla gestione domesti- erano considerati illeggit-
ca), ma bisogno reciproco dell’Altro con una spinta verso la timi.
solidarietà e il rispetto altrui. Probabilmente non era quello uno Il matrimonio concordato
stato connaturato all’essere umano o quanto meno non era de- tra le famiglie - detto cum
stinato a durare a lungo se in seguito i rapporti di coppia sareb- manu - fu progressiva-
bero a tal punto cambiati da determinare una prevaricazione mente sostituito da quel-
dell’uomo sulla donna. lo libero - sine manu -
E’ presumibile che il matrimonio – ovvero la necessità di ricono- fondato sul consenso de-
scere dei confini all’unione tra uomo e donna - sia nato come ri- gli sposi. Fu il giurecon-
sposta universale delle società umane alla proibizione, anch’essa sulto Ulpiano a stabilire
universale, dell’incesto. Il matrimonio cominciò ad essere giuridi- che “non è l’unione fisica
camente regolamentato in epoca romana, anche se i giuristi ro- che fa il matrimonio, ma
il consenso”. Una formula
che ebbe importanti con-
seguenze perché nessuno
doveva più sposarsi in
mancanza di una volontà
chiaramente espressa.
Ovviamente in questo ca-
so era necessario che gli
sposi avessero un’età mi-
nima per esprimere co-
scientemente il consenso:
dodici anni per le donne e
quattordici per gli uomi-
ni. Inoltre questo princi-
pio rendeva legittimo il
divorzio consensuale e
quello su iniziativa di uno
dei due coniugi, a diffe-
renza di prima quando
solo l’uomo poteva ripu-
diare la donna.
La cristianizzazione del-
l’impero romano e le suc-

14
MATRIMONIO
ITÀ E SCELTA
cessive invasioni barbariche modificarono tali pratiche. La Chiesa
accettò e riconobbe le unioni contratte secondo il diritto roma-
no, con una impostazione però etico-religiosa. Per la Chiesa era
infatti importante che si arrivasse alle nozze illibati, anche se poi
era disposta a chiudere un occhio se il matrimonio poteva costi-
tuire un argine ad una vita sgregolata. Fu con l’Editto di Milano
del 313 che alcune norme vennero cambiate. La Chiesa introdus-
se il divieto di divorzio e di secondo matrimonio per i vedovi. E
ancora nel 534 l’imperatore romano Giustiniano condannò il ses-
so al di fuori di quello consumato nell’ambito matrimoniale. Inol-
tre ridusse i motivi di divorzio unilaterale e soppresse quello
consensuale (reintrodotto però dal suo successore Michele III nel
566).
E il Codice Giustinianeo fu alla base della giurisprudenza europea
per un millennio. All’epoca il matrimonio si svolgeva con una ce-
rimonia privata al domicilio della futura sposa. Qualche volta ve-
niva impartita anche una benedizione senza però valore ufficiale.
Il matrimonio era in sostanza un contratto reciproco, scritto e fir-
mato. Era poi reso valido dalla promessa verbale - il cosiddetto
Verbum - dei due coniugi che dichiaravano reciprocamente l’in-
tenzione di costruire una vita insieme. La presenza di un sacerdo-
te o di altri testimoni era utile, ma non necessaria. E se le
circostanze la impedivano, non era richiesta.
Con il declino dell’impero romano l’abitudine di firmare uno
scritto pian piano scomparve, consentendo di fatto numerosi
abusi. Per evitare questi la Chiesa si rivolse al diritto germanico in
materia matrimoniale e
ne accettò le regole, total-
mente diverse da quelle
del diritto romano. Secon-
do il diritto teutonico in-
fatti la volontà degli sposi
non aveva alcun valore e
alcuna autonomia decisio-
nale. Il legame matrimo-
niale veniva concordato
dalle famiglie degli sposi
e contemplava due fasi.
Nella prima - la desponsa-
tio - le rispettive famiglie
stipulavano un contratto
in cui si stabiliva che il po-
tere sulla donna veniva accanto alla moglie principale. Aspetti che però la Chiesa respin-
trasferito dal padre al fu- geva fermamente.
turo marito, che in cambio Uno dei problemi che si pose riguardo al matrimonio era il rischio
pagava una dote al padre di incesto, cioè dell’unione tra consanguinei. Se già il diritto ro-
della sposa (in sostanza mano vietava il matrimonio tra parenti, la Chiesa estese la con-
comprava la moglie). Nella sanguineità fino al settimo grado nei secoli VII-XI e parificò
seconda fase avvenivano l’affinità alla parentela. Inoltre i capitolari carolingi (cioè le ordi-
le nozze vere e proprie - le nanze del re) stabilirono che il clero doveva indagare e controlla-
nuptiae - che si conclude- re l’eventuale consanguineità tra gli sposi assumendosi anche il
vano con la traditio potere di separare i coniugi incestuosi. Al tempo stesso, però, la
puellae, cioè l’accom- Chiesa cominciò a sostenere il fondamento consensuale del ma-
pagnamento della sposa trimonio che, se pure riconosciuto per la prima volta nel 866 da
nella camera nuziale. Ma il papa Niccolò I, si impose solo nell’XI-XII secolo. Progressivamen-
matrimonio germanico te il ruolo giuridico del clero si fuse con la vecchia pratica della
prevedeva anche la possi- benedizione degli sposi, così che con il tempo si affermò tra teo-
bilità del ripudio o del di- logi, giuristi e papi sia la dottrina del consenso dei diretti interes-
vorzio consensuale, così sati, sia la natura sacramentale del vincolo. A questo punto il
come del concubinato con matrimonio cessò di essere un contratto tra famiglie, ma una li-
mogli di grado inferiore bera scelta degli sposi benedetta religiosamente. Da qui nacque

15
la cerimonia religiosa in cui il prete, dopo aver indagato sui rap- mentato fortemente in occidente, così come sono aumentate le
porti di consanguineità e accertata la volontà dei futuri coniugi a convivenze, i single per scelta, i bambini nati fuori dal matrimo-
unirsi in matrimonio, consacrava l’unione davanti a Dio. nio. E’ emerso un sistema che viene definito monogamia seriale,
Il matrimonio divenne così materia di diritto canonico e con il ca- cioè il matrimonio non è più un patto a vita, ma un contratto che
nonista Graziano (1140) venne definito “l’unione dell’uomo e del- può essere interrotto da entrambe le parti. Ma tante altre sono
la donna che fonda tra loro una comunità di vita”. Poco dopo fu state le variazioni avvenute all’interno del matrimonio nel XX se-
regolamentato dal Concilio Laterano IV (1215) che stabilì: il gra- colo: diversamente da quanto accadeva nell’Ottocento, è la don-
do di consanguineità o affinità (entro il quale è vietato sposarsi) na ora ad ottenere l’affidamento dei figli nell’80% dei casi di
fu abbassato dal settimo al quarto; per evitare i matrimoni clan- divorzio; entrambi i coniugi hanno il dovere formale di dare so-
destini venne imposto l’uso delle pubblicazioni; per evitare i di- stegno alla famiglia e non più solo l’uomo; i figli nati fuori dal
vorzi il matrimonio fu reso legalmente indissolubile (tranne nel matrimonio hanno gli stessi diritti di quelli cosiddetti “legittimi”;
caso di morte di uno dei coniugi); per evitare rapimento e unioni lo stupro e la coercizione fisica contro la moglie non è più am-
combinate, fu richiesto il consenso libero e pubblico degli sposi messa ed è punita legalmente; le proprietà acquisite dopo il ma-
da esprimere in luogo aperto; per evitare il matrimonio di bambi- trimonio appartengono ad entrambi. Persiste nel mondo
ni o di ragazze molto giovani, fu imposta un’età minima; furono occidentale il concetto che il matrimonio deve essere monogami-
stabilite poi regole per l’annullamento in caso di violenze sulla co, a differenza del mondo orientale islamico, dove è invece am-
persona, di rapimento, non consumazione e matrimonio clande- messa la poligamia come segno di ricchezza e potere.
stino. Infine fu sancito che per sposarsi era necessario essere bat- Oggi dunque il matrimonio è cambiato perché sono cambiati i
tezzati e soprattutto che il matrimonio doveva essere considerato
un sacramento.
Per molti anni quanto decretato dal Concilio Laterano rimase più
o meno intatto. Solo nel 1563, durante il Concilio di Trento, ci fu
una nuova sistemazione alla luce delle dottrine protestanti che si
stavano diffondendo in quel periodo. Secondo Lutero infatti il
matrimonio aveva sì un’origine divina, ma era stato istituito non
ai fini della salvezza bensì in relazione all’ordine naturale dei rap-
porti umani e dunque non era un sacramento. La riforma lutera-
na legò il matrimonio al diritto civile, tanto che la
regolamentazione e la registrazione divenne compito dello Stato,
almeno di quello in cui il sovrano aveva scelto la confessione ri-
formata (secondo il principio del “cuius regio eius religio”). Lute-
ro ammetteva in alcuni casi il divorzio e giudicò illeggittimo tutto
ciò che si opponeva all’unione dell’uomo e della donna, compre-
so il celibato imposto a preti e suore. Una concezione che la Chie-
sa non poteva accettare. Con il Concilio di Trento dunque il
mondo ecumenico non solo condannò le tesi protestanti, ma riaf-
fermò con più forza i principi già stabiliti nel XIII secolo, vigenti
negli stati di confessione cattolica: matrimonio come sacramen-
to, celebrazione davanti al parroco e a testimoni, obbligo di regi-
strare l’unione in un libro conservato nella parrocchia, divieto di
coabitazione fuori dal matrimonio. Il Concilio si pose pure il pro-
blema dei matrimoni clandestini, celebrati tra consenzienti ma di
nascosto per sfuggire evidentemente al rifiuto delle famiglie. A
questo proposito i Padri (sia pure non all’unanimità) affermarono
che sono “veri matrimoni” solo quelli celebrati con il consenso
degli sposi, ma nel rispetto delle forme di pubblicità richieste, pe-
na l’annullamento; al tempo stesso affermarono pure che non
poteva essere causa di nullità del matrimonio il mancato consen-
so dei genitori. L’Europa si divise in due: nei paesi protestanti si
affermò il matrimonio civile, soprattutto in Germania dove si in-
debolì fortemente il ruolo delle chiese cristiane e il matrimonio
religioso venne ridotto ad una cerimonia privata; nei paesi catto-
lici invece restò di competenza del diritto canonico almeno fino
alla Rivoluzione Francese. La Francia non accolse le decisioni del
Concilio e per ancora due secoli le ordinanze reali richiesero ai
giovani sposi l’esplicito consenso dei genitori e fu equiparato a
un rapimento (punito anche con la pena di morte) il matrimonio
clandestino. Solo nel 1792 un decreto, pur ribadendo che il ma- rapporti di base. Non ci si accontenta più di stare con una perso-
trimonio era materia di diritto civile, abolì il consenso dei genito- na con cui non si va d’accordo, non si concepisce più il dovere di
ri e introdusse il divorzio. Successivamente il codice napoleonico, stare insieme anche se si è diventati estranei l’uno all’altro, si ri-
che si estese poi in gran parte dell’Europa, ristabilì il potere del tiene un’ipocrisia tenere in piedi il matrimonio quando l’amore, la
padre sui figli e del marito sulla moglie, ma non toccò il principio complicità e l’intesa non c’è più. La donna stessa, il cui ruolo è
del matrimonio civile. Proprio a questo principio si richiamò l’Eu- profondamente cambiato, non accetta più di sostenere su di sé la
ropa del XIX secolo e anche in Italia venne introdotto nel 1865. maggior parte degli oneri della vita coniugale, ma pretende una
Poi i patti Lateranensi del 1929 raggiunsero il compromesso inse- divisione equa dei compiti, cosa a cui molti uomini ancora non
rendo il doppio regime: il riconoscimento cioè degli effetti civili ai sanno adeguarsi. La mancanza di reciprocità allontana i coniugi
matrimoni religiosi, celebrati secondo il rito cattolico. Al giorno che non vogliono più avvilirsi in un amore non condiviso. Proprio
d’oggi le cose sono molto cambiate e continuano a cambiare. In- il sentimento ha un posto forte nelle nuove coppie che non vo-
nanzitutto il matrimonio non è più una tappa obbligata nella vi- gliono dominare e possedere l’Altro, ma piuttosto vivere quel ti-
ta di una persona, a differenza di quanto avveniva in passato. E po di relazione dove entrambi si possono sentire amati, capiti,
per quanto sia sempre concepito come un sacramento, almeno protetti, consolati, perdonati. Ognuno dà e riceve, tutti e due al-
da chi è credente, non vi è più una visione rigida del vincolo co- lo stesso modo. Sintetizza bene il concetto il sociologo Adorno:
niugale. L’introduzione dell’istituto legale del divorzio permette “ci ama soltanto colui con il quale possiamo mostrarci deboli sen-
di sciogliere l’unione almeno da un punto di vista civile, quando za provocarne la forza”.
il mutuo consenso e la reciproca fiducia, nonché il sentimento Cristina Guerra
d’amore, è finito o comunque viene percepito come tale. Dalla se- Giornalista RAI
conda guerra mondiale ad oggi infatti il numero dei divorzi è au-

16
I PRIMI CENTO ANNI DI
RITA LEVI MONTALCINI
“Arrivare a 100 anni è un premio per me. Il segreto? Non pen-
sare a se stessi, ma agli altri e lavorare con passione”.
È una delle frasi pronunciate da Rita Levi Montalcini festeggia-
ta all’Istituto Superiore di Sanità per i suoi 100 anni, qualche
giorno prima del suo compleanno, il 22 aprile. Un fiume di pa-
role che hanno interpretato l’ininterrotto fluire dei ricordi e del-
le riflessioni di quella che è stata una lunga vita fatta di lavoro.
Un’esistenza guidata dal “pensare non convenzionale”, ha sot-
tolineato Ferruccio Fazio, sottosegretario alla Salute intervenu-
to alla cerimonia. L’essenza della ricerca e del progresso, come
ha aggiunto il sottosegretario, è quella ‘serendipity’ che spesso
assiste gli scienziati che, mentre cercano qualcosa, fanno sco-
perte fondamentali, come fu per la penicillina. ‘Serendipity’ non
vuol dire solo fortuna, vuol dire, soprattutto, acume, curiosità e
saper capire che dietro ‘l’insolito’, ci può essere un mondo da
indagare. “E così è stato anche per Rita Levi Montalcini”,ha sot-
tolineato.
Laureatasi nel 1936 ha conquistato il premio Nobel per la Me-
dicina nel 1986 per la scoperta del fattore di crescita NGF (Ner-
ve Growth Factor), una molecola, ha spiegato la Montalcini,
scoperta “perché ho capito che quello che stavo osservando
non rientrava nella norma”. L’NGF ha aperto la strada agli stu-
di della biologia molecolare, ad un nuovo approccio diagnosti-
co che misura l’equilibrio delle vie metaboliche, quelle che
portano le informazioni tra cellula e cellula ed ha, infine, rivo-
luzionato, come ha sottolineato Fazio, anche la progettazione
dei farmaci, non solo centrati sull’efficacia generale del princi-
pio attivo, ma disegnati per riparare pezzi di circuiti metabolici
alterati.
Dopo la cerimonia di apertura, il premio Nobel è stata omag-
giata dai ricordi dei suoi amici, dei suoi collaboratori e dei suoi
allievi che hanno voluto lasciare testimonianza della loro stima
e del loro affetto per Rita, come confidenzialmente la chiama-
no, in un volume che raccoglie i loro pensieri, molti dei quali so-
no stati letti dall'attore Paolo Triestino. Ne emerge il ritratto di
una donna coraggiosa, coerente, piena di passione per il suo la-
voro, gentile, elegante e che ha sempre saputo ascoltare i gio- ca, alle donne e agli uomini sfruttati ancora oggi”. Ininterrotte
vani. Un ritratto che Enrico Garaci, Presidente dell'Istituto le parole che più volte hanno riproposto pensieri e convinzioni,
Superiore di Sanità, conferma. come quello che nella vita a contare veramente sono i valori e
“Erano gli anni ottanta - ha detto - ed erano passati già diversi “non importa quanto si vive, ma quali sono i messaggi che si la-
anni dal suo rientro in Italia. Il suo soggiorno all’Istituto Supe- sciano”. Non è mancata l'autoironia, quando, accorgendosi di
riore di Sanità era ormai concluso e la sua affermazione come parlare, forse, un pò troppo ha detto che fortunatamente non
ricercatrice di fama internazionale e la sua carriera al CNR era- soffre di Alzheimer e che il suo cervello, arricchito dall’esperien-
no sempre più in ascesa. Ma il ricordo che ho di lei non si limi- za scientifica ed umana, funziona meglio ora che quando ave-
ta a quello di un ottima ricercatrice e di una creativa della va 20 anni “se non m’illudo”, ha aggiunto. E a proposito dei
scienza. suoi inizi come ricercatrice, ha ricordato che in fondo le leggi
Era impossibile incontrare Rita Levi Montalcini e non scorgere razziali l’hanno aiutata “perché segregata nella mia stanza ho
una donna dagli occhi luminosi, curiosa della vita e del mondo, potuto lavorare”, ha detto. Ed infine, ringraziando tutti e so-
animata ogni volta che nella discussione si intrecciava l’etica prattutto l’ISS per l’onore che le ha accordato dedicandole una
con la scienza”. targa nell’aula conferenze dei premi Nobel, ha voluto anche
“Dopo tanti interventi che mi hanno celebrato - ha detto anco- elogiare il suo paese, nel quale è ritornata a lavorare nel 1963,
ra Rita Levi Montalcini - è difficile prendere la parola. Sono com- e gli italiani, “un popolo pieno di intuito e di fantasia. Un capi-
mossa e sorpresa da tale accoglienza. In realtà, non credo di tale umano enorme. “Auguro a tutti i giovani di avere la mia
essere nata per fare la scienziata, il mio grande desiderio che stessa fortuna” ed ha, così, salutato il pubblico.
solo ora, alla fine della mia vita ho potuto esaudire, è sempre
stato quello di aiutare chi ne aveva più bisogno. Penso all’Afri- Rita Lena

17
IL FUTURO HA CE

Il Futurismo è stato una corrente artistica italiana deformazione espressiva per lasciare emergere l'ani-
nata nel febbraio del 1909, con Filippo Tommaso ma delle cose.
Marinetti. Pubblicizzata nelle Cronache letterarie Le guerre, la trasformazione sociale dei popoli, i
del quotidiano bolognese, La gazzetta dell’Emilia, grandi cambiamenti politici, e le nuove scoperte
vide l’adesione di Boccioni, Carrà, Russolo, Severini, tecnologiche e di comunicazione come il telegrafo
Balla, Depero, l'architetto Sant'Elia, il cineasta e fo- senza fili, la radio
tografo Bragaglia. e gli aeroplani;
Nello stesso periodo, movimenti artistici influenzati arrivarono a cam-
dal futurismo si svilupparono in altri Paesi, soprat- biare completa-
tutto in Russia, dove alla base non c’era, però, un mente la
concetto bellicoso come quello dei futuristi, ma percezione delle
un’utopica idea di pa- distanze e del
ce e libertà, sia indivi- tempo, “avvici-
duale (dell’artista), sia nando” fra loro i
collettiva (del mon- continenti. Le ca-
do). I suoi fondamenti tene di montag-
sono in grado di ab- gio abbattevano i
bracciare praticamen- tempi di produ-
te ogni forma zione, le automo-
d’espressione artisti- bili aumentavano
ca: dalla letteratura ogni giorno, le
alla pittura e alla scrit- strade iniziarono
tura, dalla musica alla a riempirsi di luce
fotografia, dal cinema artificiale, si av-
alla cucina, al teatro, vertiva questa
alla moda e così via. nuova sensazione
Esprimevano la ten- di futuro e veloci-
denza e la sintesi, tà, sia nel tempo
l’abbreviazione e la impiegato per
stilizzazione, fino alla produrre o arriva-

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ENTO ANNI

DEPERO FORTUNATO. panciotto futurista, anni 20

re ad una destinazione, sia nei nuovi spazi che potevano nostro cervello, che sembrano illusioni ottiche.
essere percorsi, sia nelle nuove possibilità di comunicazio- Con Fortunato Depero (1892-1960) si apre la seconda fa-
ne. se del Futurismo, che, dopo la morte di Boccioni e
I futuristi compresero immediatamente il ruolo che i tra- Sant’Elia, in tempo di guerra, tenta di superare la crisi
sporti avrebbero assunto successivamente nella vita delle apertasi al suo interno. Il tentativo di “... ricostruire l’Uni-
città. Nei progetti di questo periodo si cercano nuovi svi- verso rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente ...” Si
luppi pensando ad una città in perenne mutamento, agi- estende alla progettazione e produzione di una vasta
le e mobile in ogni sua parte, un continuo cantiere in gamma di oggetti ed arredi. Nasce il “giocattolo futuri-
costruzione, le cui abitazioni sono impregnate di dinami- sta”, il “vestito trasformabile” ed altri congegni che ripro-
cità, prive di una simmetria classicamente intesa. Il mon- pongono ancora in definitiva il mito della macchina.
do va verso il futuro e non si deve più arrestarlo. Diaghilev, impresario e coreografo dei Balletti Russi, che
Faro della pittura italiana del XX, Giacomo Balla può esse- visitò il suo studio, gli commissionò scene e costumi pla-
re considerato il primo punto di riferimento per alcuni dei stici per “Il canto dell’usignolo con musiche di Stravinskij;
membri del Movimento futurista; all’inizio del novecento fu anche un antesignano, nel settembre del 1928 a New
il suo studio è frequentato da Boccioni e Severini, ai qua- York, molto attivo nel settore della pubblicità, oltreché
li trasmette le nozioni della scenografia teatrale. Nel 1919 aprì a Rovereto la Ca-
delle pittura divisio- sa d’Arte Depero nella quale venivano prodotti oggetti
nista acquisita duran- d’arte applicata, tarsie in panno e collages. Nel 1925 rap-
te un soggiorno a presentò l’Italia all’Esposizione Internazionale di Parigi in-
Parigi nel 1900. sieme a Prampolini e Balla.
“La modernità del Fu-
turismo” di Giacomo
Balla: figure in realtà
statiche che sembra-
no muoversi, oppure
immagini modificate
dalla percezione del Marco Alfonsi
Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio (1913)

19
UOCCHIO E MALOCCHIIO
PREZZZ
LE INFLUENZE DELL’OC
C
"È di solito magro e pallido, ha il naso ricurvo, e oc-
chi grandi che ricordano quelli del rospo e che egli
tende a coprire con un paio di occhiali: com’è noto,
il rospo ha il dono della jettatura, tanto che uccide
un usignolo con il solo sguardo. Quando incontrate
una persona come quella che ho descritto, guarda-
tevene: quasi sicuramente si tratta di uno jettatore.
Se costui vi ha scorto per primo, il male è fatto e
non c’è rimedio: chinate il capo e aspettate. In caso
contrario, se non avete ancora incontrato lo sguar-
do, presentategli il dito medio teso e le altre dita
piegate: il maleficio sarà scongiurato. Non occorre
dire che se portate addosso corni di giada o di
corallo non avete bisogno di tutte queste
precauzioni”.
Corna, cornetti, amule-
ti, gobbetti, ferri di ca-
vallo, e molte altre
forme di superstizioni
sul terreno di gioco: la
scaramanzia è la regina
del calcio e da sempre
Napoli detiene anche
questo singolare record
nel campo delle preven-
zioni. La verità è che nei
calciatori impera la pau-
ra che, a parte la preparazione atletica e i recenti
sviluppi degli schemi tattici, esistono anche episodi
GLI JETTATORI TERRIBILI importanti legati al caso, alla sfortuna e al maloc-
chio.
Lo jettatore è un essere moralmente perduto; dal Un caso sconcertante di un pericoloso jettatore, è il
suo sguardo emanerebbero le influenze perniciose, principe di Ventignano di Napoli, narrato da Erne-
di invidia e cattiveria, che determinano quelle alte- sto De Martino, che aveva appreso la vera storia del
razioni che colpiscono, nell’anima e nel corpo, la pericoloso personaggio, il principe X, dalla biogra-
povera vittima. Un individuo così pericoloso come fia tracciata dal Dumas. De Martino, nel suo libro:
lo jettatore che, con il solo sguardo, causa tante di- “Sud e magia” (Feltrinelli, Milano 1977), racconta:
sgrazie, è sicuramente da evitare. “Come la tradizione vuole il principe inaugura la se-
L’IDENTIKIT DELLO JETTATORE, secondo la tradizione rie delle sciagure fin da quando viene al mondo -
popolare, ci insegna come riconoscerlo. E’ arcigno, 1824 -; la madre rende l’anima nel partorirlo, la nu-
cattivo, solitario, taciturno, spesso magro, pallido o trice cui è affidato perde il latte, il padre è rimosso
di colorito giallognolo, leggermente curvo e con gli dalla carica di ambasciatore in Toscana. Questa atti-
occhi leggermente sporgenti, con sopracciglia folte vità jettatoria seguirà il principe per tutto il corso
e unite. della sua lunga vita. Il giorno in cui il principe entrò
Alessandro Dumas nel suo libro "Le surnaturel et les in seminario, tutti i ragazzi della sua classe furono
dieux d'après les maladies mentales" ce ne dà un ap- colpiti da tosse convulsiva; nel corso dei suoi studi
profondito ritratto: sopravanzava i compagni e guadagnava sempre il

20
IO
ZZEMOLO E FINOCCHIO
CCHIO MALVAGIO
Canonico De Iorio premio, Uno jetta- Re Ferdinando II
tranne una tore storico
volta che fu si dice fosse
secondo, il marchese
ma allora il Bonifacio.
compagno Nel 1529,
a cui era arrabbiato
toccato il con Carlo V
primo pre- che regalò
mio in- il suo feudo
ciampò nel a Giovanni
primo gra- d’Urbino.
dino del Pare che
p a l c o , riuscisse
mentre si con i suoi
recava a ri- influssi a
cevere la far morire
sua corona quest’ulti-
e si ruppe mo, ragion
una gam- per cuì Car-
ba. lo V ci ri-
“Né si salvarono i frati del convento di Camaldoli quan- pensò e gli restituì il feudo.
do il principe entrò a fare il suo noviziato, poiché il Un altrettanto famoso jettatore fu Alfonso di Spagna,
giorno dopo il suo ingresso apparve l'ordinanza della che in vita ne fece di cotte e di crude jellando il prossi-
Repubblica Partenopea che sopprimeva le comunità re- mo. Raggiunse l’apoteosi del portasfiga nel 1923,
ligiose. Abbandonato il proposito di darsi alla vita reli- quando nel corso di una visita a Napoli un cannone
giosa... inaugurò la sua vita mondana recandosi per la esplose uccidendo tutti i soldati che gli stavano tribu-
prima volta al San Carlo: quella sera stessa il teatro pre- tando gli onori militari.
se fuoco. Invitato ad una festa da una certa contessa, Chi temeva il malocchio dei frati era re Ferdinando I
tutto volse al peggio: gran temporale che impedì di re- che rifiutò per quindici anni l’insistenza del Canonico
stare in giardino, crollo di un lampadario, stecca della De Iorio, presunto jettatore, che voleva offrirgli in
prima donna del S. Carlo che abbandonò la sala sen- omaggio un suo libro. Finalmente il Re cedette e il 3
tendosi dominata da una forza nefasta superiore al gennaio del 1823 accettò d’incontrarlo: il mattino se-
suo talento, e così via...”. guente Ferdinando morì per un collasso.
Il genero, che da scapolo era stato un libertino, non Il suo successore, Ferdinando II ereditò questa supersti-
poté consumare il matrimonio con la figlia del nobile zione supportata poi, per gli scaramantici, dal fatto
per effetto della benedizione paterna impartita alla che avendo incontrato due frati all’uscita della Reggia
coppia. di Caserta affrontò un viaggio disastroso per assistere
Altre disgrazie sulla sua via furono lo scoppio della Ri- alle nozze del Duca di Calabria con Maria Sofia Amalia
voluzione quando giunse a Parigi e la morte di Papa Pio di Baviera dove incontrò tempeste di neve e tormente
VII, tre giorni dopo averlo incontrato per strada. Ma al punto di rientrare a Napoli con una lettiga e morire
non basta. Durante un suo viaggio in Inghilterra nau- gridando “mi hanno jettato”.
fragò la nave che lo accoglieva e identica sorte toccò
alla nave accorsa a soccorrere i naufraghi. Alessandro
Dumas, che scrisse la biografia del principe, per paura Mara Parmegiani
e scaramanzia, non volle citarne neppure il nome e lo
presentò anonimo come “Principe X”.

21
IL PIACERE DELLA CIOCCO
CURIOSITÀ STORICHE E VIR
ARTIGIANALE
sue concubine e della regina Maria Teresa. Divenne così indispen-
sabile anche per la regina Maria Antonietta che viaggiava sempre
con il suo cioccolatiere al seguito. Incoraggiate dal fatto che la Fa-
coltà di Medi-
cina di Parigi
ne avesse con-
La passione per il cioccolato ha radici antichissime. Già 1000 an- cesso il placet,
ni prima di Cristo gli Aztechi coltivavano la pianta del cacao i cui non fu dis-
semi costituivano una bevanda piccante ed energetica. La leggen- degnato nean-
da vuole che sia stato proprio il dio Quetzalcoatl a farne dono ai che da Mada-
mortali, che in suo onore chiamarono il seme “chocolati”: nome me de Pom-
rimasto sostanzialmente immutato nel tempo, in quasi le 300 lin- padour e da
gue del mondo. I semi di questa pianta erano talmente preziosi Madame du
da essere usati come moneta per pagare i tributi al loro impera- Barry, favorite
tore. Dopo la tostatura i semi erano polverizzati, mescolati con di Luigi XV
del peperoncino, diluiti con del liquido, sbattuti fino a diventare che, su sugge-
una crema spumosa. Servita in contenitori d’oro costituiva il pa- rimento della
sto giornaliero di Montezuma che riusciva a berne fino a cinquan- maga Voisin,
ta tazze, accompagnandola con focacce di pane di mais. Come il ne faceva uso,
sovrano anche i dignitari e i mercanti, dopo un lauto banchetto a la prima per
base di mais, tacchino, fagioli, peperoncini e pomodori, gustava- stimolare i
no grandi quantità di cioccolati servita in enormi zucche. Ben sa- propri ardori,
pendo che bastava una sola tazza per eliminare la fatica e la seconda per
stimolare le forze fisiche e mentali. Le vittorie della Spagna nel gli amanti,
Nuovo Mondo, grazie anche al conquistatore Fernando Cortez, perché fossero
ebbero come conseguenza l’introduzione di nuovi cibi come il pe- all’altezza dei
perone, il pomodoro ed i semi del cacao, alimenti che si integra- suoi temperamenti ardenti. I Gesuiti, golosissimi consumatori di
rono ben presto nella cucina spagnola. Dovette passare più di un cioccolata, commerciarono il cacao tra l’America latina e l’Euro-
secolo, principalmente per merito di Anna d’Austria, infanta di pa, dando così il via libera all’uso della cioccolata in Chiesa in
Spagna sposa di Luigi XII di Francia, perché il cacao definito “un quanto l’ordinanza di papa Pio V stabiliva che i liquidi non infran-
miscuglio liqui- gono il digiuno. Ma si poteva definire la densa cioccolata un liqui-
do marroncino”, do? Rompe il
giungesse nel digiuno? Il cardi-
‘600 in Francia. nale Brancaccio,
Diluito non più golosissimo di
con acqua, ma cioccolato cui
con il latte, prese aveva dedicato
il nuovo nome di una lunga ode
Cioccolatte. Era nel 1667, sciolse
preparato con la controversia di-
un vero e pro- chiarando:“La
prio cerimoniale, cioccolata non è
spesso da un ca- né bevanda né
meriere moro, tantomeno cibo
come quello del ma, bensì un
Cardinale Maz- accidente”.
zarino, che van- Permise di conse-
tava uno stage guenza alle dame
di quattordici spagnole, che
mesi in Italia per usavano sorbire
apprenderne tazze di cioccola-
l’arte. Entusia- ta dopo la messa,
smò la corte e di continuare a
divenne il cibo farlo senza com-
preferito del re mettere il pecca-
Luigi XIV, delle to di non osser-

22
OLATA
IRTUOSISMO
vanda in quanto “la marchesa di Coetlogon prese tanta cioccolata
durante la gravidanza che si sgravò con un neonato nero come il dia-
volo, che morì subito…”. Ma allo stesso tempo la marchesa quaran-
tanovenne, presumibilmente vicino alla menopausa, parla delle
qualità corroboranti della
cioccolata, della sua attività
afrodisiaca e del rimedio per
contrastare sintomi e depres-
sioni di questo periodo.
vare il digiuno. Ostacolò, per questo consenso, la decisione del L’escamotage più divertente
Vescovo di Chiapa che nel 1630, stufo di assistere durante la Messa per eludere la proibizione alle
alle grandi bevute di cioccolata dei suoi fedeli, ne vietò l’uso pena la donne di consumare alcolici,
scomunica. Proibizione amara in quanto un fedele lo uccise versan- lo trovarono giovani maestri
do del veleno proprio nella sua tazza di cioccolata. L’infatuazione dei cioccolatieri che produssero
gesuiti per il “cioccolatte” si scontrò anche con il parere contrario de- praline ripiene con acquavite
gli ambienti cattolici e di altri ordini religiosi. I Domenicani, tradizio- stravecchia, facilitando così il
nali rivali della Compagnia di Gesù, sostenuti da Padre Girolamo consumo di alcool e cioccola-
Semenzi professore di Teologia all’Università di Pavia, presero posi- to e salvando, all’epoca, la ri-
zione su l’uso e l’abuso di questa bevanda, mettendo in guardia con- spettabilità delle golose
tro i pericoli che la cioccolata poteva causare riscaldando in eccesso dame. Ad introdurre l’uso del
il sangue. Nonostante i giudizi contrari la cioccolata iniziò la sua cacao in Italia fu, nel 1606, il
trionfale ascesa, accompagnandosi all’evolversi e al modificarsi degli commerciante fiorentino An-
stili di vita conviviali. Proprio in Spagna si inizia a manipolare il cioc- tonio Carletti, che raggiunse
colato, ma si deve alla corte di Toscana l’aggiunta di ingredienti co- un immediato successo nel
me le scorse fresche “de’ cedrati e de’ limoncelli e l’odore mondo dell’aristocrazia, an-
gentilissimo del gelsomino, che mescolato con la cannella, la vani- che se Federico III di Prussia
glia, l’ambra e col muschio, dà un sentire stupendo a coloro che di ne condannò l’uso proiben-
cioccolato si dilettano”. Le dosi erano un segreto di Stato che Cosi- dolo nel proprio Regno. La
mo de’ Medici gelosamente conservava insieme al “recipe” misterio- sua diffusione in Piemonte si deve al duca Emanuele Filiberto di Sa-
so, tenuto nascosto nella cassaforte della Fonderia di Palazzo Pitti, voia, generale degli eserciti spagnoli sotto Carlo V, che nel 1678 con-
con l’ordine per il suo Archiatra, confidente e cortigiano devoto, di cesse il primo brevetto di Casa Savoia autorizzando Giò Battista Ari
non divulgare i segreti che rallegravano l’ipocondriaco e taciturno ad esercitare l’arte del cioccolatiere e a “vendere pubblicamente
principe. Madame d’Aulnoy osservò che le donne spagnole erano cioccolata in bevanda per anni sei prossimi dalla data della presen-
molto magre e ne dedusse che: ”Non esiste nulla di più bruciante te”. Si sviluppò, di conseguenza, un raffinatissimo lavoro artigianale
della cioccolata che esse bevono in grande quantità. Inoltre, aggiun- del cacao, portando Torino, verso la fine del XVII secolo, ad esserne
gono avventatamente del pepe e altri condimenti che le consumano considerata la Capitale, anche se nei paesi in cui era permesso resta-
letteralmente”. Ben presto però iniziarono a circolare strane voci, va appannaggio dei soli ricchi per il prezzo elevato. Londra nel 1657
culminanti in uno dei pettegolezzi più belli della marchesa de Sévi- si aggiudicò il primato dell’apertura della prima “Chocolate house”,
gné che, nel 1671, raccomandava alla figlia di non abusare della be- dove la costosa bevanda era servita in cioccolatiere d’argento, capo-

23
con le nocciole. I famosi cioccolatini a forma di spicchio, fatti a ma-
no, uno ad uno, furono immessi sul mercato dalla Caffarel Prochet
nel 1865. Vittorio Emanuele II, conquistatore di donne e goloso di ci-
bi, dopo un pasto a base di piatti piemontesi, ricchi di cacciagione,
non rinunciava alla torta “Principe di Piemonte” decorata con cioc-
colato fondente grattugiato di cui era ghiotto. Lo stesso Mussolini
lavori di lusso e raffinatezza. Due elementi molto diversi tra loro han- che ne apprezzava il gu-
no caratterizzato il Settecento: l’apertura della scienza e sto, dopo aver visitato nel
la galanteria. E’ il periodo di transizione della Moda 1923 gli stabilimenti della
tra Barocco e Rococò e, anche se la Francia tende Perugina, rispose al saluto
a decadere politicamente, la corte di Luigi XV del Consigliere Delegato,
influenza un nuovo stile di vita, più agile e dottor Buitoni: “… vi dico
spregiudicato, rispetto a quello forma- e vi autorizzo a ripeterlo
le. Le dame dell’alta società, delica- che il vostro Cioccolato è
te e disappetenti, tra l’agitarsi di veramente squisito!”.
ventagli e bisbigliati pettego- “Il tabacco può uccidere,
lezzi sulle novità della mo- la cioccolata no”, asseri-
da, vanno pazze per la sce il presidente cubano
nuova bevanda esotica, il Fidel Castro che ha dichia-
“brodo indiano”, in pratica la rato il suo pentimento co-
cioccolata. Il cioccolato visse il suo me ex fumatore di sigari:
massimo splendore verso la fine del ‘700 “Fanno male alla salute,
grazie ai veneziani e ai fiorentini che contri- molto meglio un pezzo di
buirono alla sua diffusione, trovando nel mar- cioccolato”. A questo pia-
chese De Sade uno dei più grandi estimatori; Carlo cere non rinuncia neanche
Goldoni ne celebra le qualità scrivendo “…viva viva la cioccolata e la regina Elisabetta d’In-
colui che l’ha inventata…”, mentre il Parini consigliava al suo giovin ghilterra che ha una pas-
signore “…il brun cioccolatte...” Voltaire ne consumava circa 12 taz- sione estrema per il gelato
ze, tra le 5 del mattino e le 3 del pomeriggio; Giacomo Casanova, al cioccolato e alla menta
dopo aver spazzolato cacciagione, tartufi e vini della Sassonia, con- e per i cioccolatini “Terry’s
sumava cioccolata apprezzandone le presunte proprietà afrodisia- Twilight” mentre suo ma-
che. Tesi condivisa, più tardi, anche dal sommo Vate Gabriele rito, Filippo d’Edimburgo,
D’Annunzio che si concedeva dei cioccolatini fondenti prima di ogni non sa trattenersi davanti a un soufflè al cioccolato. Secondo il me-
“rendez-vous”. Goethe, che l’amava follemente, era solito regalare dico Nicolas Audry (1720), la cioccolata era utile per l’alito e per la
cioccolatini e fiori per fare breccia sulla donna desiderata. Sulla na- voce, guariva addirittura dalla tisi. Oggi si sostiene che combatterla
scita dei cioccolatini si fanno diverse congetture. Forse fu conse- carie e l’ipertensione, previene l’insorgere della trombosi, favorisce la
guenza di un incidente avvenuto nella cucina del duca Plessis-Traslin: concentrazione e il buon umore. Di certo le proprietà curative di que-
un piatto di mandorle cadute per terra e una casseruola piena di zuc- sta bevanda erano già note nel ‘700 e lo testimonia un libro di spe-
chero caramellato rovesciatasi sopra, diedero l’idea al capocuoco di se di un convento pugliese che annota l’acquisto di cioccolata per
fare di questo casuale impasto un dolce da presentare in tavola, ri- due monache “afflitte”. L’uso di questo cibo aiuta nello sport ed è ra-
coperto di cioccolata, a dimensione di boccone. Sembra, tuttavia, zione supplementare nell’Esercito Italiano per i piloti dell’Aeronauti-
che la patria dei primi cioccolatini fu Torino: bocconcini dalle dimen- ca. La razione di cioccolato per le truppe americane in Italia nella 2°
sioni di una ghianda, fatti a mano da un blocco di pasta di cioccola- Guerra Mondiale, insieme alle prime calze di nylon, costituì merce di
to, ai quali furono dati il nome di givu. E, ancora, il primo spunto di scambio per un momento
decorazione degli stessi potrebbe essere stato dato a François Cail- di passione con le “segno-
ler, creatore all’inizio dell’800 della prima tavoletta di cioccolata, dal- rine”. Il 6 ottobre 1999,
le impronte impresse dalle zampe dei gatti sui mattoncini molli messi per celebrare i 10 anni del-
ad essiccare in modo artigianale sul terrazzo. L’invenzione dei gian- la caduta del Muro, a Ber-
duiotti, invece, è una storia tutta italiana. Questa squisita pasta di lino fu costruita una
cioccolato e nocciole piemontesi ridotte in polvere fu escogitata a se- parete di cioccolato di 12
guito del blocco commerciale voluto da Napoleone per indebolire gli metri con un duplice sco-
inglesi: il cacao, il cui costo era divenuto altissimo, fu allora “diluito” po: abbatterla a spallate e
festeggiare, mangiando-
sela fino all’ultima scheg-
gia. Oggi travolti dai ritmi
frenetici della vita moder-
na spesso dimentichiamo
che mangiare la cioccolata
può essere un’esperienza
sensuale e appagante, for-
se il miglior preludio ad
una notte d’amore.

M.P.

24
DOLCI MESSAGGI
La cioccolata è un alimento così noto, una presenza le feste di compleanno, come quelle setificate con l’ef-
talmente scontata nella vita di tutti i giorni, che ai più fige di Mafalda e Jolanda di Savoia.
non viene neanche in mente di chiedersi da dove ven- Passioni storiche per l’invenzione più golosa del mon-
ga, chi l’abbia introdotta e come si sia diffusa. do che ha trovato anche a pretesto, nei vari Paesi e nel
Quando mettiamo in bocca un cioccolatino, ci predi- tempo, le nozze tra il principe Umberto di Savoia e
sponiamo ad assaporare una sensazione di piacevole Maria José, del re di Spagna e di Baldovino del Belgio,
vellutatezza e cremosità frutto di un ciclo di lavorazio- di Carlo d’Inghilterra con Diana, e tutte le fauste ricor-
ne lungo e complesso, strettamente legato alla esecu- renze della Corte inglese. Uno degli esempi più fortu-
zione a “regola d’arte”. Capolavori di maestri nati di pubblicità del cioccolato risale alla Caffarel che
cioccolatieri, la cui unicità è stata suggellata con un nel 1880 confezionava gli spicchi di cioccolata in sca-
nome. Ma cosa sarebbe un cioccolatino senza un de- tole di cartone abbellite da volute, motivi floreali, trat-
gno contenitore? Sin dalla seconda metà dell’Ottocen- ti decorativi più o meno elaborati. Si affacciano così le
to, la scatola ha costituito per le aziende produttrici di prime forme di réclame con la pubblicità esterna: il
cioccolatini un efficace ed immediato mezzo di comu- cartello, la locandina e il manifesto diventano i princi-
nicazione veicolando con questo sistema il Marchio, la pali veicoli della comunicazione di massa. Scatole rea-
formula, il nome. Queste scatole hanno affascinato i lizzate con estrema semplicità tipografica che si
golosi di mezzo mondo dall’alto degli scaffali delle adegueranno via via agli stili di vita. Partendo dallo sti-
drogherie fin dal loro apparire. Tangibili resoconti del- le “floreal liberty”, basato sul messaggio di identifica-
le tendenze della moda, testimonianze dei tempi pas- zione/immedesimazione di un modello vincente,
sati, di ciò che si amava gustare ed ammirare. assumeranno caratteristiche lussuose nella realizzazio-
Funzionali contenitori rilevarono, nel decoro, eventi ne in porcellana, seta e velluto. Il viaggio nel mondo
speciali e fauste ricorrenze reali. delle scatole dei cioccolatini inizia a cavallo tra la fine
Sotto l’egida di Re Umberto I, che concedeva ad alcu- dell’Ottocento e l’inizio del Novecento attraverso le
ne ditte meritevoli “la facoltà di innalzare lo Stemma immagini su di loro rappresentate, evocatrici di ricor-
Reale sull’insegna della fabbrica” con i diplomi di di per una passione “storica” che certo non passa di
“S.M. La Regina Madre”, gli stemmi erano riportati moda. Sullo sfondo di quest’epoca va di moda lo stile
con orgoglio anche sulle scatole. Gli stessi reali usava- orientale, con i fumoir e i salotti turchi con decorazio-
no offrire piccole scatole di “chicche di cioccolato” per ni di palme. La Caffarel si adegua e propone, nel 1905,
una confezione di gianduiotti in linea con le nuove
tendenze esotiche. Con l’ingresso nel nuovo secolo la
campagna pubblicitaria non trascura le conquiste ita-
liane, lo testimonia una scatola di latta del 1912 “Tri-
poli Italia” che mostra su una faccia un soldato
italiano che insegue un negretto il quale fugge con
una scatola della Perugina tra le mani.
Con gli anni dieci dello scorso secolo si amplia la gam-
ma delle forme e dei materiali, compaiono le prime
scatole in metallo, cartone e legno, la pubblicità inve-
ste nei calendarietti, nelle cartoline Postali e nei bi-
gliettini augurali. Scatole e carteggi rari che oggi
fanno parte del collezionismo. Le campagne pubblici-
tarie si susseguono e la Perugina affida nel 1922 a Fe-
derico Seneca, uno straordinario creatore artistico, la
realizzazione di una scatola di cioccolatini. Si ispirerà
al quadro di Francesco Hayez “Il bacio”: una coppia di
innamorati sotto il cielo stellato che caratterizza anco-
ra oggi i Baci Perugina nei quali è anche inserito un
cartiglio con poetiche variazioni sul tema del bacio.
La cioccolata coinvolse anche Mussolini che il 23 otto-
bre 1923, in visita allo stabilimento Perugina di Fonti-
vegge, chiuse il suo discorso con la frase “Vi dico e vi
autorizzo a ripeterlo, che il vostro cioccolato è vera-
mente squisito”. Queste parole, pronunciate dal capo

25
del Governo e del Fascismo, diventa- te alle ricorrenze, diventano piccole e
no lo slogan in un cartello disegnato graficamente d’impatto per un consumo
da Seneca. più veloce. Gli investimenti pubblicitari
Curioso è il lancio della cioccolata puntano sull’uomo ed ecco allora i cioc-
energetica “il pollo”: una tavoletta colatini al liquore dell’ICAM in una scato-
di “cioccolato Luisa” (dal nome di la seriosa e, più tardi, la cravatta
Luisa Spagnoli), il cui valore nutriti- colorata della Ferrero. Una campagna
vo equivaleva esattamente a quello “giovane” è quella degli anni ’70 che
di un pollo. Il primo concorso a pre- esprime sulle scatole la nuova efferve-
mi promosso dalla pubblicità veicolò scenza e la voglia di vivere della “Beat
anche l’acquisto in massa di una ra- generation” e dei figli dei fiori.
dio. Le dodici puntate dei “Tre Mo- Gli anni ’80 si caratterizzeranno con pro-
schettieri” erano abbinate al poste più essenziali e raffinate. La Pejra-
concorso, indetto dalla Perugina, no da il via alla sua collezione firmata:
con l’invito ai radio ascoltatori ad in- contenitori dalle forme originali, mate-
dovinare il numero di cartoline che riali insoliti, accostamenti preziosi, di-
sarebbero state mandate alle aziende con il parere venteranno, quando il loro prodotto sarà finito,
“Qual è il cioccolatino che vi piace di più”. In premio: complemento dell’arredamento. Negli anni ’90 assi-
“una Balilla, dodici radiofonografi Phonola, cinque- stiamo ad una produzione a larga diffusione, a prezzi
cento cassette di specialità Buitoni e cinquecento sca- contenuti. La comunicazione punta sulla forma come
tole di cioccolatini ”. il Tubo della Perugina e la Piramide trasparente della
Il successo di questa iniziativa spinse la Perugina ad in- Ferrero.
serire nel prodotto cento figurine, da collezionare e Ovali, rettangolari, quadrate o rotonde, minuscole o di
raccogliere in un album, abbinato a premi che arriva- grandi dimensioni le scatole ci raccontano il passato,
rono a far vincere una Fiat “Topolino” oltre che centi- il gusto, le tendenze. Purtroppo il patrimonio di molte
naia di migliaia di scatole di cioccolatini. Ne scaturì, aziende è andato distrutto da eventi naturali o per
grazie alla prima grande campagna multimediale, una cause belliche ma i pezzi raccolti nello spazio di poco
febbre “moschettiera” con l’affannosa caccia all’intro- più di un secolo, sono in grado di ricucire, con il filo
vabile “feroce Saladino”. della memoria, i momenti “dolci” della nostra vita.
Tra il 1930 e il 1940 l’impegno pubblicitario si intensi- Scatole che dopo aver concluso la loro missione di
fica con nuove strategie. Le aziende propongono sca- portatrici di affetto e di passione, quando riemergono
tole di lusso realizzate con tessuti preziosi, spesso da un mondo come il nostro, che ha cambiato valori e
dipinti a mano, talmente raffinate da essere utilizzate regole, sanno restituire il fascino del vissuto che altri-
poi come portafazzolettini o portagioie. Nel 1937 menti non avrebbe meritato memoria.
prende il via un altro concorso, questa vota legato ad
eventi sportivi. Con il periodo post-bellico degli anni
’50 assistiamo ad un recupero di immagini storiche, ri-
produzioni di paesaggi o, più distensive immagini flo- Costanza Cerioli
reali da appendere come quadro. La novità è l’avvento
della televisione e con lei un nuovo modo di veicolare
la pubblicità. Basta per questo pensare al successo di
Carosello ed al suo impatto dirompente sulle abitudi-
ni degli italiani. Si ritorna gradatamente ad un recupe-
ro del lusso ed è interessante notare la differenza di
prezzo tra una scatola normale ed una di seta: nel
1959 una scatola di cartone di cioccolatini da 250
grammi era venduta al pubblico a L. 1.100; rivestita in
stoffa a L. 2.250. Il livello creativo sale e negli anni ’60
sulle confezioni di Majani si affacciano raffinate com-
posizioni di fiori, la Ferrero immette sul mercato pro-
dotti con le nocciole del Piemonte e i cioccolatini
parlano di sentimenti. Un vero linguaggio che passa
attraverso il simbolismo di una scatola per parlare
d’amore, di compleanni, feste del papà e della mam-
ma, testimoniato con le scatole a forma di cuore e in
scatole-libro con le liriche d’amore di Montale. Prende
piede la nuova proposta di evidenziare il prodotto sul- Perugia
Manifesto pubblicitario di
la confezione. Le scatole di cioccolatini, non più lega-
Federico Seneca, (1929)

26
CRAIG WARWICK
L’ANGELO SULL’AUTOBUS
Stavo viaggiando sulla linea bus. “Ovunque lui vada ha
122 per andare a casa di mia un’avventura”, mi inter-
sorella a sud di Londra, mi ruppe mia sorella, “andia-
aveva invitato a cena per pre- mo dentro a cenare così
sentarmi il suo nuovo fidan- puoi finire la tua storia”,
zato che, avendo sentito disse invitandoci a rientra-
parlare delle mie facoltà di re. Ci sedemmo intorno al
sensitivo, voleva farmi qual- tavolo e mia sorella mi in-
che domanda. Stavo seduto vitò ad andare avanti con
e, immerso nei miei pensieri, il racconto dell’uomo del-
guardavo distrattamente fuo- l’autobus. Intanto versava
ri dal finestrino la gente che la salsa sul suo ottimo ar-
saliva e scendeva dall’auto- rosto. Iniziai a descrivere
bus. Ad un certo punto mi re- l’uomo dell’autobus e di
si conto, che malgrado il bus nuovo sentivo che c’era
fosse molto affollato, il posto una connessione con Kim,
accanto a me era rimasto l’amica di mia sorella. Ri-
stranamente vuoto. Iniziai a cordai che l’uomo mi ave-
sentirmi a disagio. “Forse va raccontato di sua
mando cattivo odore”, pen- moglie malata, che era
sai, con apprensione, “sono preoccupato per lei e delle
vestito in modo strano” op- due monete irlandesi. Sen-
pure, “i miei capelli sono fuori posto”. I miei pensieri si accavallavano ansio- tendo queste parole a Kim
samente e cominciai a sbirciare il riflesso del mio viso nel vetro del finestrino, caddero contemporanea-
alla ricerca di qualcosa di strano. Mentre cercavo di capire cosa stesse acca- mente il coltello e la for-
dendo, notai un signore anziano alla fermata dell’autobus, che faceva un chetta dalle mani, si coprì
gesto con la mano per fermarlo. Salì sul mezzo e si sedette accanto a me, la bocca con la mano e
“Questo è il mio posto preferito” disse sistemandosi la cravatta. Era vestito chiese: “Le monete, cosa
bene: pantaloni neri, giacca sportiva, scarpe lucide e un buon profumo di ha detto delle monete?” Mia sorella capì che doveva rimanere in silenzio.
borotalco. Sotto i suoi occhi blu pastello un sorriso largo che lo faceva sem- Continuai a raccontare delle monete e del fatto che sua moglie doveva pren-
brare una persona felice. “Vado a bere una cosa con gli amici, non li vedo dere un’importante decisione e, quindi, tirare in aria le monete e leggerne il
da tre mesi, ultimamente non sono stato bene”, mi disse passandosi un faz- responso: “Croce si, Testa no”. “Cos’altro ha detto? Dov’è andato?”, mi chie-
zoletto sugli occhi come per asciugarli. “Mia moglie è malata e depressa, sta se Kim “Ha detto che andava ad incontrare i suoi amici al pub “Crown” e che
sempre a letto. Non riesce ad alzarsi”. Non sapevo cosa dire, “Ha consulta- sarebbe tornato a casa per le 20.30 circa”. Kim stava tremando, “Ha detto
to un dottore?” gli chiesi. Poi iniziò a comportarsi stranamente come fosse anche che avrebbe portato a casa delle patatine”, chiese. “Chi era?” chiese
confuso. “Ci risiamo - pensai - eccone un altro che vuole parlare e scaricarsi mia sorella, che non stava capendo nulla. “Era mio padre” rispose Kim pian-
dei suoi problemi”. Iniziò a piangere” E’ tutta colpa mia, sono io la causa di gendo “Quello era il pub dove andava sempre a bere”. A questo punto Kim
tutto”. Parlava ad alta voce e i passeggeri cominciarono a fissarci. “Mia figlia mi chiese di andare a casa sua, proprio dietro l’angolo, lì avrei trovato sua
- iniziò a raccontare - ha due bimbi, ha lasciato suo marito per un altro uo- madre. La donna era seduta sul letto. Stava lì da tre mesi e non aveva inten-
mo che non mi piaceva: troppo giovane per lei”. Capii che ero quasi arriva- zione di muoversi. “Mamma - le disse Kim - apri le mani”. La madre aprì le
to alla mia fermata e dovevo scendere, ma lui sorprendendomi disse: “No, mani: c’erano le due monete irlandesi delle quali mi aveva parlato l’uomo
tu non scendi qui, hai altre quattro fermate”. E mi diede una pacca sulla dell’autobus. “Mamma, Craig ha qualcosa da dirti” e si sedette accanto alla
gamba. Aveva ragione, mi chiesi come faceva a saperlo se non l’avevo mai madre. La donna non era vecchia, poteva avere 54 anni circa, non di più, ma
visto prima. Poi cominciò a raccontare di certe monete. “Mia moglie – disse sembrava più anziana, forse perché non usciva mai. La sua pelle era grigia e
- ha in mano due monete irlandesi, gliele ho lasciate io. Quando dovevo i capelli avevano bisogno di una spazzolata. Ma potevo sentire la sua soffe-
prendere una decisione facevo testa o croce: croce voleva dire sì, che segui- renza e la sua tristezza. Iniziai, di nuovo, a raccontare la storia dell’autobus,
vo il mio istinto, e testa voleva dire no”. Tutti i passeggeri sull’autobus ci sta- quando finii, nella stanza era caduto il silenzio. Anche mia sorella era am-
vano guardando e ridevano divertiti. mutolita.“Era tuo marito?”, le chiesi, senza pensare a cosa sarebbe successo
Ad un certo punto si alzò, “Ecco, qui scendo io, vado in quel pub a bere una dopo. La madre mi urlò di uscire, Kim cercava di calmarla, mia sorella era già
cosa con i miei amici” e stringendomi la mano, aggiunse: “Di a loro che sa- mezzo fuori dalla porta. Kim ci chiamò nella stanza accanto per spiegarci co-
rò a casa alle 20.30 e che porterò delle patatine”. Scese e passando sotto il sa stava accadendo.“Quell’uomo era mio padre. Lui prendeva sempre quel-
finestrino bussò gentilmente sul vetro e mi disse: “sto bene, dì a loro che sto l’autobus e il pub dove ha detto di andare era quello dove era solito recarsi
bene e che rimango con gli amici a bere una cosa”. C’era silenzio sull’auto- a bere”. Sospirò profondamente e proseguì: ”Tornava sempre a casa alle
bus e tutti gli occhi erano puntati su di me, non avevo idea di chi stesse par- 20.30 con una busta di patatine per mia madre”. Guardai mia sorella che
lando, poi scesi dall’autobus e m’incamminai verso casa di mia sorella. La stava cercando di accendersi nervosamente la decima sigaretta. Kim conti-
trovai fuori, in giardino, con i suoi amici, tra questi una giovane donna di cir- nuò “mia madre deve fare una scelta, vendere la casa perché abbiamo trop-
ca 35 anni, alta con capelli neri e corti. pi soldi da pagare. Io e mio padre non ci siamo parlati per oltre un anno ma,
“Sei in ritardo come sempre”, scherzò, “questa è Kim” disse presentandomi quando è morto, ero con lui”. Quell’uomo era un angelo, ecco perché la
la sua amica. Stringendole la mano ebbi una strana sensazione, notai che gente sull’autobus mi guardava ridendo: non potevano veder con chi parla-
aveva gli stessi occhi dell’uomo sull’autobus. Mia sorella notò lo sguardo sul vo. Il pensiero mi imbarazzava, ma Kim fu felice di aver ricevuto un messag-
mio viso “Che c’è?” mi chiese e, poi, rivolgendosi a Kim “Te l’ho detto che gio da suo padre e di aver saputo che stava bene e al sicuro. “Non ha mai
avrebbe capito subito il tuo problema”. Ma io non avevo capito il suo pro- messo profumo – mi spiegò - usava solo tanto borotalco”. Un particolare
blema, piuttosto stavo pensando all’uomo dell’autobus e quello che mi ave- che mi fece capire che aveva creduto a quanto gli avevo raccontato. Sua ma-
va detto. “Hai due bambini e vivi con un uomo più giovane di te” le chiesi. dre volle incontrarmi e dopo qualche giorno tirò le monetine in aria e la ri-
Kim, infastidita, si allontanò, intanto avevo sentito che intorno a lei c’erano sposta fu “si”. Bisognava vendere la casa ed andare avanti. Si alzò dal letto
tante barriere sentimentali. “Racconta, racconta”, la incalzava mia sorella ed iniziò di nuovo a vivere, a risolvere i problemi e a passare il suo tempo
“vedrai che lui riuscirà a vedere di più”. Kim si sedette sul muro fuori la ca- con la famiglia.
sa e mia sorella andò dentro a prepararci qualcosa da bere. “Si, ho due fi-
glie”, disse, mentre giocava con le sue mani “ma il mio fidanzato mi ha Dal libro “ Non è facile essere Craig Warwick”
lasciato un paio di mesi fà, ed ora mi ritrovo da sola”. Intanto mia sorella, craig_warwick2003@yahoo.com
tornata fuori, ci porgeva le bevande. “Cin cin” e bevemmo le nostre arancia- Trasled Rita Lena
te. Posai il bicchiere e cominciai a raccontare la storia dell’uomo sull’auto-

28
LA RESPONSABILITÀ PER PERDITA O
DANNEGGIAMENTO DEI BAGAGLI NEL
CI METTO LA FIRMA!
La gavetta dei giornalisti famosi
CONTRATTO DI TRASPORTO AEREO
COSA FACEVANO QUANDO NON ERANO NESSUNO
Con l’arrivo della bella stagione molti di Voi si recheranno nei vari luoghi di villeg-
giatura anche servendosi, a volte, di voli aerei. La scorsa estate è stata contrasse-
Di Mariano Sabatini
gnata, in molti casi, dalla brutta sorpresa per il viaggiatore che si è visto privato del
proprio bagaglio al momento dell’arrivo nell’aeroporto di destinazione. Dopo l’ini-
Quali sono le doti di un buon giornalista e gli errori da evitare? Come si rea-
ziale scoramento, il consumatore deve essere messo nelle condizioni di conoscere lizza l'intervista perfetta? Come si scrive un attacco irresistibile? Quali so-
gli strumenti di tutela e le eventuali inziative giudiziarie da poter azionare. La ma- no i testi da leggere e rileggere, e i modelli da seguire? Queste sono alcune
teria in oggetto è disciplinata principalmente dal Codice Civile nonché dalla nor-
mativa comunitaria e in ultimo dal Codice della Navigazione. All’atto dell’imbarco,
delle domande rivolte da Mariano Sabatini ai più brillanti giornalisti del
contestualmente al check-in, il viaggiatore deposita il suo bagaglio alla compagnia nostro Paese, che ricordano i propri esordi e l'inevitabile gavetta, e svelano
aerea, la quale, è tenuta, in caso di smarrimento, al risarcimento del danno se non i segreti del mestiere in risposta a un questionario agile e di sicura presa.
prova che lo stesso è stato determinato da cause a lui non riconducibili come pre-
visto dall’articolo 1218 c.c. nonché dall’articolo 951 del codice della navigazione.
Basate sul divertente meccanismo delle
In buona sostanza la compagnia aerea è responsabile del danno derivante dalla "interviste doppie", e in questo caso pluri-
perdita di bagagli consegnati, nonché, del loro deterioramento per il solo fatto che me, le domande si ripetono per tutti più o
tali circostanze si verifichino poi alla consegna. Il passeggero può far valere i pro-
pri diritti di risarcimento alla condizione che la compagnia aerea prenda conoscen-
meno uguali ma ricevono risposte sempre
za della perdita del bagaglio stesso ovvero quando il bagaglio consegnato non sia diverse. I maggiori giornalisti italiani rie-
giunto a destinazione entro 21 giorni dalla scadenza prevista. La responsabilità del vocano gli anni in cui respiravano la polve-
vettore in caso di distruzione, perdita o deterioramento è limitato alla somma di
circa Euro 1.165,00 circa per passeggero salvo che lo stesso abbia espressamente
re delle redazioni. La fatica di una gavetta
dichiarato, prima dell’imbarco, un valore molto superiore dei beni custoditi, il tut- spezzaschiena non retribuita - il cosiddetto
to dietro pagamento di una tassa supplementare connessa all’assicurazione del ba- "abusivato" - senza "corte" nè vacanze, i gi-
gaglio in questione. Tale tariffa è messa a disposizione dei passeggeri che ne fanno
richiesta. In tal caso l’operatore aereo sarà tenuto al risarcimento fino alla concor-
ri degli ospedali, la caccia ai disastri, la cu-
renza della somma dichiarata. Il passeggero il cui bagaglio sia andato smarrito, ha ra dei fatti periferici che spesso nascondono
altresì diritto al rimborso delle spese sostenute in considerazione dell’avvenuto "fattacci". Un libro per i moltissimi aspi-
smarrimento, spese per il vestiario ed effetti personali che devono essere docu-
mentati. Nel caso in cui avvengano le sfortunate circostanze, in base alla conven-
ranti gionalisti, sui luoghi comuni e i miti
zione di Montreal, il passeggero che subisce danneggiamento al bagaglio deve del mestiere, raccontati dalle stelle del
presentare reclamo alla compagnia aerea direttamente, mentre in caso di ritardo giornalismo nostrano.
nella riconsegna, il reclamo deve essere inoltrato entro 31 giorni dalla data in cui i
bagagli sono stati riconsegnati. Il diritto al risarcimento dei danni soggiace alla pre-
scrizione di due anni dal giorno di arrivo a destinazione dell’aereo, purchè, come Aliberti editore
detto, sia stato presentato reclamo alla compagnia aerea. Mettetevi quindi tran-
quillamente in viaggio e, in caso di perdita o ritardo nella consegna dei bagagli, non
perdete la calma, il diritto è dalla Vostra parte.
Avv. Cristian Coppotelli
avv.cristiancoppotelli@hotmail.it

IL FUTURISMO E LA MODA
Trattare di Futurismo e Moda è uno squisito escamotage per attraversare il costu-
me della società. I futuristi fecero della moda un fondamentale campo di indagi-
ne per rompere i vecchi equilibri e superare le passatiste e soffocanti “tradizioni
borghesi”. E primi fra tutti favorirono l’incessante divenire della moda, sollecitan-
done il suo continuo rinnovamento. Attribuivano al modo di vestire il compito di
rispecchiare “la dinamicità, l’energia e la velocità caratteristiche dei tempi mo-
derni”. Il loro obiettivo era realizzare il rapporto arte-vita nel quotidiano. L’abito
rientrava nell’ambito della “ricostruzione futurista dell’Universo” e l’interesse per la
moda nacque con il Movimento. Coinvolse Marinetti, Balla, Depero, Crali, Tha-
yaht, Diulgheroff, Rizzo, Nizzoli, Corona, De Sanctis, Delle Site. Ma anche, e a va-
rio titolo, Dal Monte, Volt, Mazza, Carli, Boccioni, Corra e Severini, per una
produzione di proposte e riflessioni che oggi, dal casual all’haute couture, ritrovia-
mo nel nostro guardaroba e nel nostro modo di vestire quotidiano.

Costanza Cerioli

ECCO LOTUS ELISE ED EXIGE 2010:


STESSE PRESTAZIONI, MENO EMISSIONI
Nell’epoca dell’auto politically correct, tutti si devono adeguare all’impe-
rativo ormai categorico di dare una verniciata verde ai propri prodotti. An-
che chi per tradizione fabbrica da decenni splendide sportive senza
compromessi, concentrati di guida pura, da godere al meglio tra i cordoli
di un bell’autodromo. Anche Lotus. È così che nascono la Elise e la Exige
2010: tutto immutato, nella forma e nella sostanza. Una sola, fondamenta-
le modifica, sbandierata con inconsueto orgoglio dal piccolo costruttore
britannico: il deciso taglio dei consumi e delle emissioni delle due biposto
di Hethel. Grazie ad una serie di leggeri affinamenti all’erogazione dei mo-
tori, al comportamento degli organi di trasmissione e alla profilatura aero-
dinamica dei suoi modelli, Lotus è riuscita a tagliare del 9% le emissioni
di CO2, la famigerata anidride carbonica. Secondo la casa britannica, è
stata la Elise S, che costituisce il gradino d’ingresso nel mondo Lotus, a
beneficiare dei miglioramenti più significativi per quanto riguarda le per-
correnze sul ciclo combinato: il suo consumo dichiarato scende da 8,3 a 7,6
l/100 km e le emissioni di CO2 passano da 196 a 179 g/km. Come a dire:
signori, non è più tempo di gozzovigliare senza guardare cosa ci succede
intorno. Iniziamo a darci una regolata. Tutti.
Fabio Sciarra

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Il 51% sul collo e ai polsi. fine l’azione struccante di Démaquillant
Il 20% qualche goccia al decolleté. Yeux Haute Performance, ancora più deli-
Si al profumo dietro le orecchie, sui polsi, cata sulla pelle del contorno occhi: la fase
tra i seni. azzurra è arricchita da estratti lenitivi di
Si uscire dal negozio con un profumo sul- camomilla e da provitamina B5 che pro-
la pelle e annusarlo fino a sera per capire tegge e fortifica le ciglia, mentre gli olii
se i suoi stadi ci piacciono. satinati della fase trasparente sciolgono
Si spruzzarlo all’interno dei capi, sul faz- ogni tipo di make up.
zoletto.
Si nei risvolti del dossier se siete donne in
carriera
Si nella piega del ginocchio se siete sen-
suali
No mischiare o sovrapporre più fragranze
No il profumo sul palmo della mano. È già
ricco di propri odori.
No prima dell’esposizione al sole. Essenze,
come il bergamotto possono causare
macchie sulla pelle.
No provare più di
tre essenze. Il naso
si disorienta.
La voglia di primavera si fà sempre più No non sentire un
sentire: voglia di abbandonare abiti e profumo dal tap-
giacche pesanti, cieli cupi e piovosi, per po. L’alcool aggre-
abbracciare tonalità più vivaci e colori disce l’olfatto.
sgargianti correndo incontro ad un’estate No sul pelo della
solare. Lo sguardo è il protagonista indi- pelliccia, sulla pel-
scusso, un make up femminile e grintoso le, su tessuti chiari.
allo stesso tempo, creato per una donna No sulle perle e sui
che desidera il meglio. coralli. Ricordarsi
Quindi un inno allo sguardo per sbizzarrir- che il parfum resi- Giorgio Armani Lip Wax Nuance appassio-
si e creare un occhio ste per giorni, l’eau nate per il nuovo rossetto compatto Gior-
da gatta. Il fondotinta varia da naturale a de toilette sparisce gio Armani che eredita la sua allure,
trasparente per un look acqua e sapone, subito. spiccatamente retrò, dai primi rossi per
fino a coprente per una pelle effetto por- labbra ma ha una formula all’avanguardia
cellana. Yves Saint Laurent propone nuove formu- che veste la bocca con un velo di colore
Il trucco per gli occhi è giocoso, colorato lazioni per i tre specialisti del demaquilla- dal finish satin, confortevole e impalpabi-
e creativo, in tonalità dorate e calde, ma ge: l’esfoliazione senza granuli di le. In sei tonalità intense da applicare a
anche colori forti e accesi accompagnato Gommage Action Biologique diventa più piccoli tocchi con la punta delle dita, pos-
da una dose quasi esagerata di mascara. efficace con l’estratto di corteccia di Enan- sono anche essere mescolate tra loro per
Le labbra per un effetto nature splendono tia Chlorantha, che restringe i pori e affi- un risultato cromatico su misura.
con gloss fruttati e teneri, con un punto na la grana della pelle, mentre zuccheri
luce nella parte centrale delle labbra. vegetali e olii ultra-fini assicurano confort
Infine un immancabile tocco di fard dalle e delicatezza. Lo stesso complesso rivela- Tiziano Melara
tonalità rosate ed arancioni. tore di luminosità arricchisce l’Eau Déma-
L’81% delle donne si profuma dietro quillante 3 en 1 che non inaridisce la pelle
l’orecchio. e la dinamizza con l’estratto di yuzu. E in-

30
RISO CON SCAMORZA AFFUMICATA
Ingredienti: (dose per 4 persone)
• 300 gr. riso
• 200 gr. scamorza affumicata,
• 1 l. di brodo
•una cipolla
• olio d’oliva
• sale q.b.
• 2 fogli di carta stagnola

Preparazione:
Fate soffriggere la cipolla in tre quattro cucchiai di olio, aggiungete il riso e fatelo brillare.
Aggiungete poco alla volta il brodo bollente sino ad un minuto prima della cottura completa.
Aggiungete la scamorza affumicata che avrete precedentemente tagliato a dadini.
Fate finire la cottura e servite caldo.

TORO
Il segno zodiacale del Toro (21 aprile - 21 maggio) appartiene ai segni di Terra. E’ il secondo segno dello zodiaco ed è considerato al
femminile, forse perché governato dal pianeta Venere. I nati sotto questo segno hanno un istintivo legame con tutto ciò che è bello
e rientra nelle espressioni della natura. Sono dotati di un fisico robusto e ben saldo, anche se nascondono tanta fragilità interiore. So-
no pigri, possessivi, e con una certa vena egoistica. La donna Toro ha una spiccata femminilità e una sana fertilità; l'uomo è caparbio
e dotato di una forte resistenza. Ambedue si caratterizzano per un carattere ostinato e paziente; sono per lo più introversi e con scar-
sa predisposizione ai cambiamenti d'ambiente e di abitudini. In ogni gesto del quotidiano esprimono le loro spiccate doti di riflessio-
ne e calma, ma questo non deve ingannare perché, anche se raramente e lungamente meditate, le esplosioni di rabbia sono da temere
per la loro violenza, esattamente come quelli dell'animale che li rappresenta. Però, una volta placati, tornano docili e sereni. Si sento-
no sempre al di sopra di tutti e, per questo, prima di prendere una decisione scandagliano bene la situazione. Il loro motto è: “me-
glio prevenire che curare”. Questo spiega perché raramente si abbandonano all’immaginazione e alla fantasia, preferendo restare con
i piedi ben saldi a terra. Pur non dotati di una spiccata prontezza di riflessi, i nati sotto il segno del Toro hanno enormi potenziali in-
tellettuali che mettono in atto con lentezza ma che, una volta attivati, danno buoni frutti. Per loro contano solo i risultati che devo-
no essere notevoli e di una certa consistenza.
I nati sotto questo segno preferiscono lo Smeraldo, il Rame, la Rosa, il colore Blu e il loro numero fortunato è il 6.
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