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COREA DEL NORD

La Corea vista dalla Corea


I media si sono infervorati allennesima trasgressione della Corea del Nord: il timore di una rapida escalation al conne tra Nord e Sud Corea tangibile. Alle minacce di un attacco nucleare preventivo, USA e Seul hanno risposto dispiegando missili.
di Thomas Knig

ra marzo 2012 e aprile 2013, si sono registrati ben dieci atti intimidatori da parte della Repubblica Democratica, a pochi mesi dallinsediamento di Kim Jong-un nel ruolo di Leader Supremo. Siamo vicini al punto di non ritorno? Ero a Seul nei giorni in cui il Nord ha proclamato di riavviare il complesso nucleare di Yongbyon e annunciato di non garantire la sicurezza dei diplomatici e delle organizzazioni interna-

condizioni di sicurezza ed perfettamente riuscito. Da l, e per i mesi successivi, le provocazioni saranno continue. Interrotta ogni forma di comunicazione con il Sud, abrogato lantico armistizio che pose fine alla guerra di Corea, annunciati nuovi test nucleari. Soprattutto si mettono in marcia i missili nord coreani, in imprecisate localit della costa est. L8 aprile Pyongyang ordina ai propri lavoratori di abbandonare larea di Kaesong: la zona industriale di cooperazione tra Sud e Nord, simbolo e sintomo delle relazioni tra i due paesi. Gesto estremo e

autolesionista, perch larea frutta parecchie migliaia di dollari allesangue stato coreano. Allarme rosso, con il Giappone che schiera batterie anti-missile Patriot nel centro della capitale. A met aprile la guerra sembra ormai imminente. Tranne a Dandong, dove i cinesi si affrettano a precisare: tutto tranquillo. Gli affari, anzi, proseguono. I commercianti cinesi precisano: I nostri clienti sono nord coreani privilegiati, con legami importanti nelle sfere pi alte del regime. Viaggiano fino a qui, e comprano prodotti che poi riportano a casa. Tutto

normale dunque? Non secondo Wang, il proprietario di un ristorante sul lungo fiume: Ultimamente, quando passo dallaltra parte, sono i coreani stessi a chiedermi notizie del loro leader. Neanche loro sanno chi sia la guida del Paese. I cinesi di frontiera cominciano a provare un certo fastidio nei confronti di unalleanza che comincia a vacillare anche da parte di Pechino. Dalla new town di Dandong si aspettavano la nascita di una zona di libero commercio: affari, traffici, denaro. Un sogno che rimasto impantanato nelle esercitazioni guerresche del leader di Pyongyang.

ANA BRIGIDA/4SEE/CONTRASTO

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east european crossroads

COREA DEL NORD

\ La Corea del Nord una nazione autosuciente solo a parole ma in realt sullorlo del baratro economico, tuttavia punta sulla potenza militare a discapito del benessere della sua popolazione.

zionali a Pyongyang. Poco prima, durante una visita in Cina, il generale americano Martin Dempsey ammoniva che il pericolo di un errore di valutazione del rischio pi che mai serio. I segnali sembrano indicare che il regime continua ad agire irrazionalmente, ma la Storia ci racconta unaltra storia. Lattuale ordinamento planetario prevede che ogni paese sovrano provvede alla propria sopravvivenza. E la Corea del Nord, fin dalla sua fondazione nel 1948, ha accettato le regole del gioco. Lo sviluppo politico e ideologico del paese ha attraversato due fasi: Juche, autosufficienza (1955/1995) e Songun, predominio militare (dal 1995 a oggi). Nel 1955, Kim Il-sung introduce il principio di autosufficienza con un discorso Sulleliminazione del dogmatismo e formalismo e sullintroduzione di Juche nel processo ideologico. In quella fase, la Corea del Nord cercava di liberarsi dal giogo dellURSS. La Juche fu avviata con il Piano Quinquennale 1956-1961 e segna di fatto la sparizione della nazione dallo scenario economico mondiale. Se la teoria appariva ambiziosa, lapplicazione pratica di Juche si rivelata pi che problematica: la Corea del Nord si trovata costretta a ricorrere a continui aiuti finanziari, alimentari ed energetici, prima da parte dellUnione Sovietica e della Cina, poi, dopo la caduta dellURSS, da Russia, Stati Uniti, Giappone e, naturalmente, Corea del Sud. In particolare la Corea del Sud, con lavvio nel 1998 della cosiddetta Sunshine Policy che garantisce aiuti alimentari e permette ad aziende sud-coreane come Hyundai, dinvestire al nord, ha giocato un ruolo importante nel permettere ai fratelli del settentrione di mantenere livelli minimi di sussistenza. Nel 1995, Kim Jong-il dichiara che la politica ufficiale del paese Songun, accordando speciali privilegi alla casta militare: si calcola che il 25% delle gi limitate risorse del paese venga destinato alle forze armate. Il crollo dei regimi socialisti ha indebolito la gi debole Corea del

Nord, una nazione sullorlo del baratro economico, che tuttavia mette laccento sulla potenza militare a discapito della sua popolazione. La Corea del Nord intende sopravvivere. Ma le sue alternative sono limitate e, visto che Songun la linea politica, aggressive. Dalla met degli anni Novanta, il regime ha lanciato minacce sperando di terrorizzare il resto del mondo e ottenere cos aiuti per la popolazione affamata. E la strategia ha funzionato. I nordcoreani ritengono che il solo modo per convincere gli altri ad aiutarli minacciare. Pi forte strillano, pi dovrebbero guadagnarci. Quella che definiscono la diplomazia della minaccia della Corea del Nord, comprovata: guardando i numeri, gli aiuti alimentari che dal 1955 a oggi lhanno sostenuta aumentano o diminuiscono in relazione allultima dimostrazione di forza. Pi il regime minaccia, pi le organizzazioni umanitarie straniere restringono i cordoni della borsa, per poi mostrarsi ben pi generosi quando la tensione si allenta. La svolta avviene nel 2006, dopo i test nucleari sotterranei del Nord, la Sunshine Policy di Seul subisce una tale ondata di critiche che il Ministro dellUnificazione sud-coreano deve dare le dimissioni. In questo frangente gli aiuti alimentari registrarono un picco negativo senza precedenti e da allora sono sempre diminuiti. Ultimamente anche la Cina naturale alleato ha cominciato a tagliare i ponti. Gli aiuti alimentari si stanno contraendo e la retorica di Kim Jong-un si fa sempre pi aggressiva. Eppure, per quanto sconcertanti siano gli ultimi proclami, improbabile che dalle minacce si passi ai fatti finch la Corea del Sud e il resto del mondo terranno i nervi saldi. La Corea del Nord sa bene che scagliare la prima pietra comporterebbe la fine definitiva della nazione del Grande Leader e sta seguendo una sua linea politica, che per quanto aliena ci possa sembrare mira essenzialmente a prolungare la sopravvivenza del regime.
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numero 48 luglio/agosto 2013

REUTERS/KCNA/ CONTRASTO

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