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la Repubblica

MERCOLED 17 LUGLIO 2013

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I 47

Il reportage Invisibile la tua vera patria di Liviano DArcangelo

QUEL CHE RESTA DEL VIAGGIO IN ITALIA


GIORGIO FALCO
urante lultima campagna elettorale, Silvio Berlusconi si fatto fotografare in treno, su un Frecciarossa, nel viaggio di ritorno da Roma a Milano. Seduto al proprio posto, in doppiopetto e cravatta, le gambe accavallate, isolato in prima classe, lontanissimo dallidea di Quadro aziendale lutilizzatore medio di quello stesso mezzo, brulicante di telefoni e computer, in seconda classe Berlusconi divideva lo spazio con lo squarcio rettangolare del finestrino, il punto il cui lo sguardo compiaciuto delluomo riponeva per una volta la seduzione frontale, per cercare unartefatta serenit nel paesaggio laterale toscano, ridotto a stereotipo da cartolina. Dolci colline idilliache, il verde luminoso, lo sfondo fotogramma di una qualsiasi pubblicit. Chiss se fosse vivo Piero della Francesca. Forse ritrarrebbe il Battesimo di Cristo e sullo sfondo non potrebIL LIBRO be mancare unindustria diInvisibile smessa, un capannone e un cane la tua che abbaia impazzito nel cortile, vera patria uno di quei capannoni che da andi Giancarlo ni espongono teloni e grandi Liviano scritte affittasi o vendesi, numeri D'Arcangelo di telefoni appartenuti ad agen(Il Saggiatore zie immobiliari, ora forse chiuse. pagg. 256 Qual allora lItalia? Il minueuro 16) scolo giardinetto tenuto ad abbaglio, o molta parte del paesag- cancro, che di fame. Incontriagio ridotto a ferita, cicatrice pe- mo la scaltrezza di Doppiacopraltro inutile, in quanto spesso pia, soprannome della guida alla dismessa? Basterebbe davvero centrale nucleare del Garigliano. guardare fuori dal finestrino per Questo ex allevatore aveva la intuire che, forse, la peculiarit propriet vicino alla centrale e di qualsiasi paesaggio il rim- ha documentato gli esiti della pianto di ci che non . In una si- prossimit con fotografie risatuazione come quella che vivia- lenti alla fine degli anni Settanta, mo da parecchi anni, la tentazio- quando la centrale era ancora in ne di comporre opere che lancia- funzione. Io ho visto tirare fuori no solo urla di dolore facile e dal ventre di una vacca un vitello gratificante. Ma il compito di con due teste. La centrale nuogni artista cercare di dire la cleare diventata unossessione propria verit, non certo di avere per me. Una specie di nuovo Dio ragione. Un esempio in tal senso creatore. La vicinanza diven unopera letteraria anomala, a tata per lui un business, e il bemet tra il reportage giornalisti- stiame sterminato dalle malattie una fonte di guadagno: un americano gli ha dato 100mila dollari per il corpo del vitello, poi se l Un itinerario imbalsamato nello studio di cada Nord a Sud sa. nei luoghi segnati Era unepoca nella quale i dallindustria morti di leucemia, di tumore non facevano notizia, anche pere ora dal declino ch, a poche decine di chilometri di distanza, cera il divertico e la prosa, con slanci narrativi mento marino di Baia Domizia. che fanno dimenticare il punto Ma cosa sappiamo, davvero, deldi partenza per portarci altrove. lo smaltimento in mare delle Invisibile la tua vera patria (Il scorie nucleari italiane? E una Saggiatore, pagg. 256, euro 16) di volta che, oggi, pensiamo di saGiancarlo Liviano DArcangelo pere tutto, quanto possiamo inun viaggio italiano, da sud a cidere? Lautore ci racconta annord, nei luoghi che hanno sub- che luoghi nei quali il trauma to la scomparsa o il ridimensio- della trasformazione sembra esnamento del lavoro; sono tutti sere stato assorbito. A Crespi posti in cui la presenza dellindu- dAdda, tra Milano e Bergamo, stria intesa, in un caso, anche c un ex cotonificio, un villaggio come industria del divertimento operaio ora diventato patrimo ha trasformato il paesaggio e nio dellUnesco. Non vi alcun inciso le esistenze delle persone segnale di degrado, n di distruche hanno vissuto l. LIlva di Ta- zione, n di gloria passata, n di ranto, lOlivetti di Ivrea, la ex cen- miseria a Crespi dAdda. Tutto trale nucleare del Garigliano, il decoroso. La fine dellera provillaggio operaio di Crespi dAd- duttiva pare essere accaduta da, la Palermo ottocentesca dei senza lacerazioni. la parte in Florio, la miniera sarda dismes- cui Liviano DArcangelo trova sa a Montevecchio, e infine Lu- meglio la vicinanza al suo monEur, lex luna park della capita- dello dichiarato, Sebald. A volte, le. Lautore ha usato alcune gui- viceversa, incappa in alcune cade, memorie storiche dei luoghi dute stilistiche (la natura, stustessi. Emblematico il caso di prata), ma complessivamente Amedeo, ottantenne ex lavora- si tratta di un esperimento riutore dellIlva di Taranto, rimasto scito, come la descrizione di Pavittima, molti anni fa, di un inci- lermo o il parallelo tra il luna park dente che lo ha reso cieco. Eppu- dinfanzia e il LunEur. re, a distanza di decenni, AmeAl capitolo su Adriano Olivetti deo riesce ancora a distinguere i si potrebbero aggiungere le maluoghi dallodore e grazie a quel cerie invisibili, silenziose e vircortocircuito dei sensi ascoltia- tuali, quelle della odierna Ivrea, mo la storia di Martino Calimero, dove operano aziende di terziaspietato selezionatore abusivo rio, lontanissime dalle idee virdel personale, un uomo che re- tuose di Olivetti. Del resto, capiclutava decine di operai prele- ta sempre cos, allontanandosi. vandoli dalle campagne. Dobbiamo perdere qualcosa, e Sono storie di cui sentiamo il in un senso di crescente estrabisogno, ormai abituati, quasi neit verso i luoghi, esiliare una assuefatti al solo sentire la paro- parte di noi per capire, solo dopo la Ilva, proiettati in un orizzonte la nostra partenza, come labitupi mediatico che narrativo. Ab- dine di un orizzonte sia invisibibiamo bisogno di una scrittura le sedimentazione, e il suo imche ci restituisca la vita irrespira- provviso manifestarsi ci che vibile, lessere inconciliati di fron- viamo. te al ricatto: Meglio morire di RIPRODUZIONE RISERVATA

AL FRONTE
Unimmagine tratta dallinvasione dei militari israeliani in Egitto durante il conflitto della Crisi di Suez nel 1956

TIMIDO
VITA, GUERRE E OPINIONI DI STEFANO TERRA, GENTILUOMO
cenni, se non proprio di stenti, di vacche magre, in quel periodo i cavalli sui quali puntava negli ippodromi vincevano quasi sempre, e nei casin i numeri della roulette uscivano con una frequenza sorprendente. Lui frequentava gli uni e gli altri stupito dalla fortuna che linseguiva. Felice, ma con qualche complesso, poich era generoso, troppo generoso, quasi volesse discolparsi. Stefano Terra era un tormentato mosaico umano. In lui le virt si confondevano con i vizi. E gli uni e gli altri, vizi e virt, mischiandosi, creavano un personaggio avido di ingenui piaceri e sperticate ambizioni. Ha fatto bene Massimo Novelli a dare come titolo al suo libro La grande armata dei dispersi visionari. Perch quella armata, di cui parlava Terra facendone parte, era composta di uomini di qualit rimasti a lungo nellombra. Sono personaggi che appartengono soprattutto al periodo egiziano, agli anni della guerra quanlavventuriero, sia pure timido come si descriveva. Nessuna traccia che testimoniasse la passione e il coraggio degli anni di guerra; n laudace attivit antifascista svolta in Egitto tra i prigionieri italiani; n lagitato impegno politico di giornalista nella sua Torino del dopoguerra; n lo scomodo corrispondente nella Jugoslavia di Tito, tanto scomodo (perch in equilibrio tra anarchia e trotzkismo) da esserne espulso. Nellamatissima Grecia era

LA VVENTURIERO

do, poco pi che ventenne, Terra partecipa a un giornale antifascista destinato ai campi dei prigionieri italiani, e respira laria letteraria che arriva dalla Alessandria un tempo di Kavafis, di Forster, e poi di Durrell, di Ungaretti, di Fausta Cialente. Uno dei suoi pi cari (e anche miei) amici era Georges Henein, poeta egiziano copto morto a Parigi e oggi celebrato nelle antologie francesi. Nel 70 Stefano Terra partecip come attore a un film tratto

Una vita da corrispondente lEgitto, la Grecia del colpo di Stato, la Jugoslavia di Tito
approdato come su unultima spiaggia, ma l era stato toccato dalla fortuna. Una fortuna economica grazie allintraprendente moglie serba che stampava fumetti (tipo presse du coeur) con grande successo. Lui, Stefano, non se ne interessava. Continuava a comporre poesie e romanzi. Ma aveva notato, mi disse quella notte, che il suo destino, per quel che riguardava i soldi, era cambiato. Cera stata come una rivoluzione: dopo de-

Il caso

UN FILM SULLA MISTERIOSA SCOMPARSA DI MICHEL HOUELLEBECQ


PARIGI Il grande scrittore ci riprova con il grande schermo. Il romanziere francese Michel Houellebecq, gi regista in passato senza ottenere molto successo, parteciper a un film. Ma stavolta sar un film su di lui. Si chiamer Lenlvement de Michel Houellebecq (il rapimento di Michel Houellebecq) e lo girer Guillaume Nicloux. Al momento non si conoscono particolari come sceneggiatura e cast, ma una cosa certa: la pellicola si occuper della scomparsa dello scrittore francese, avvenuta nel 2011 tra Belgio e Paesi Bassi durante un tour di promozione del romanzo La carta e il territorio (Bompiani). Nicloux ha annunciato che il film dovrebbe far luce su cosa sia veramente successo in quei giorni in cui Houellebecq aveva fatto completamente perdere le sue tracce. Allepoca si era speculato molto: qualcuno aveva persino sostenuto che Houellebecq era stato rapito da estremisti islamici, visti i suoi precedenti proclami poco benevoli con lIslam.

Era felice, ma con qualche complesso poich era troppo generoso, quasi volesse discolparsi
da La fortezza del Kalimegdan, romanzo che lui, Terra, aveva scritto anni prima e che aveva avuto pi fortuna in Francia che in Italia. Durante le riprese, in un albergo sul Nilo, Stefano mi disse quel che doveva a Georges. Tutto, scand. Georges era il Levante che laveva accompagnato in una vita intera. A quellepoca Georges Henein era in esilio a Roma, perch anti-nasseriano.
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