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Giovanissimo e studente. questo il nuovo identikit del giocatore d'azzardo, come emerge dallultimo rapporto Azzardopoli, presentato da Libera.

. Si stima che 450.000 studentesse e 720.000 studenti siano coinvolti, cio il 47,1% dei giovani che frequentano le scuole medie superiori. Il gioco dazzardo coinvolge il 58,1% dei maschi tra i 15 e i 19 anni e il 36,8% delle ragazze. Il giro d'affari cresce, le entrate per lo Stato - in percentuale - scendono incessantemente: si passati dal 29,4% del 2004 all'8,4% del 2012, sul totale del fatturato, che invece cresciuto del 400 per cento! I consumi e i risparmi delle famiglie italiane decrescono, ma le spese per i giochi non conoscono crisi: siamo il primo paese al mondo per il Gratta e vinci, deteniamo il 23% del mercato mondiale del gioco on line. La spesa pro capite annua per ogni italiano maggiorenne va, a seconda delle stime, da 1703 a 1890 euro. Il fatturato legale stimato tra gli 88 e i 94 miliardi di euro, a cui si devono aggiungere, mantenendoci prudenti, i quindici miliardi di quello illegale. evidente che i dati sul fenomeno di cui disponiamo sono largamente insufficienti. Ma sappiamo che questa "la terza impresa"italiana, l'unica con un bilancio sempre in attivo e che non risente della crisi che colpisce il nostro paese. E sappiamo che 49 clan gestiscono giochi di vario genere. Le mafie sui giochi non vanno mai in tilt. Ad Azzardopoli i clan fanno il loro gioco, con modalit e tipologie di vera fantasia criminale: infiltrazioni delle societ di gestione di punti scommesse che si prestano in modo "legale" ad essere le "lavanderie" per riciclaggio di soldi sporchi; imposizione di noleggio di apparecchi di videogiochi, gestione di bische clandestine, toto nero e clandestino; il grande mondo del calcio scommesse, un mercato che da solo vale oltre 2,5 miliardi di euro; la grande giostra intorno alle scommesse delle corse clandestine dei cavalli e del mondo dell'ippica; sale giochi utilizzate per adescare le persone in difficolt, bisognose di soldi, che diventano vittime dell'usura. E non ultimo quello dell'acquisto da parte dei clan dei biglietti vincenti di Lotto, Superenalotto, Gratta e vinci. I clan offrono di comprare da normali giocatori i biglietti vincenti, pagando un sovrapprezzo che va dal cinque al dieci per cento: una maniera "pulita" per riciclare il denaro sporco. Esibendo alle forze di polizia i tagliandi vincenti di giochi e lotterie possono infatti giustificare lacquisto di beni e attivit commerciali. Eludendo cos i sequestri.

Numeri, storie, analisi non svelano la soluzione di un giallo perch, semmai, il colore che prende l'impresa il nero. Per i risvolti in chiaroscuro, per le numerose zone d'ombra di un sistema complessivo, quello dei giochi d'azzardo, che, curiosamente, ma non troppo, in un paese in crisi come l'Italia, funziona e tira. Offre lavoro a 120.000 addetti e muove gli affari di 5.000 aziende, grandi e piccole. E mobilita il 4% del Pil nazionale. Per rendere lidea: 88 miliardi sono lequivalente di oltre quattro Finanziarie,una cifra due volte superiore a quanto le famiglie spendono per la salute e, addirittura, otto volte di pi di quanto viene speso per

l'istruzione. Soldi che girano grazie alle 400mila slotmachine presenti in Italia, una cifra enorme, una macchinetta "mangiasoldi" ogni 150 abitanti, un mini casino' tablet in giro per i nostri quartieri.

Non sono solo numeri: dietro ci sono storie, fatiche, speranze che si trasformano per tanti in una trappola psicologica ed economica, con costi umani e sociali che di certo superano i guadagni in termini monetari per le casse pubbliche. E stimato che in Italia vi siano due milioni di giocatori a rischio e ben 800.000 adulti patologici, ai quali occorre sommare i giocatori patologici minorenni. Il quadro che emerge sollecita una risposta adeguata da parte di tutti, a cominciare dalle istituzioni e da chi le governa. Si tratta d'intervenire insieme e quanto prima possibile su tutti i versanti di questa vera e propria calamit, economica e sociale: quello normativo, per rendere pi efficace il sistema delle autorizzazioni, dei controlli e delle sanzioni; quello educativo e d'informazione, rivolto soprattutto ai pi giovani; quello di prevenzione e cura delle patologie di dipendenza dal gioco; quello culturale e formativo, che chiama in causa gli stessi gestori delle attivit lecite.

Con la campagna mettiamoci in gioco chiediamo tra laltro che sia restituito un potere decisionale alle comunit locali, ora espropriate di ogni funzione di "governo" del fenomeno: i sindaci non possono intervenire sulle licenze, perch totalmente scavalcati dall'attuale legge dello Stato. Perch intanto non incoraggiare il movimento no slot? Per quanto riguarda, invece, la prevenzione e il contrasto dei fenomeni d'illegalit nel mercato dei giochi, Libera, sollecita tra laltro l'elaborazione di norme efficaci e lintensificazione del monitoraggio, per scoraggiare e prevenire fenomeni di riciclaggio; l'inasprimento delle sanzioni per chi viola il divieto di gioco di minori; l'inasprimento delle sanzioni in funzione antiriciclaggio per chi gestisce attivit di gioco senza autorizzazioni. Ma prima che di giustizia in senso stretto, necessario prendersi a cuore il problema di giustizia sociale che affligge il nostro Paese e che alla base della sua grave crisi. Ma giustizia sociale non significa altro che democrazia. A ricordarcelo la Costituzione e in particolare il suo terzo articolo, dove si esorta a rimuovere tutti gli ostacoli di varia natura - economica, sociale, culturale - che impediscono un'effettiva uguaglianza dei cittadini. Senza uguaglianza, senza lo sforzo costante per affermarla, non c' democrazia. Ma per affermarla necessaria la corresponsabilit, il concorso e l'impegno di tutti. Roberto Tommasi Referente Libera Rovigo

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