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gran parte dei giuslavoristi italiani lultima riforma del lavoro, voluta da Elsa Fornero, non mai piaciuta. Oggi che il governo Letta progetta rettifiche e aggiustamenti in corsa, la prova sul campo sembra premiare gli scettici. Non cerano pregiudizi nei nostri pareri precisa Franco Toffoletto semplice mente quella legge presentava gi in partenza difetti strutturali che poi si sono rivelati interamente una volta messa in pratica. Le troppe regole e il percorso contorto hanno ingessato uno strumento utilissimo come lapprendistato. I contratti job on call hanno subito un calo vertiginoso e in genere i contratti flessibili sono stati penalizzati. Ma questo non ha favorito i contratti a tempo indeterminato, come era nelle intenzioni del legislatore, creando ulteriore ostacolo a un mercato delloccupazione gi di per s molto problematico. Pilastro fondamentale della riforma del lavoro erano le nuove norme sui licenziamenti con la possibilit di aggirare larticolo 18 rendendo pi fluido il flusso tra assunzioni e licenziamenti. Franco Quello dellarticolo 18 diventa- Toffoletto to un balletto ridicolo sorride il giuslavorista . Ci hanno persino detto che si tratta di un tema marginale perch larticolo 18 riguarda soltanto il 3 per cento delle aziende italiane. Vero. Ma vero anche che si tratta delle aziende che occupano al 65,5 per cento dei lavoratori dipendenti. Ecco perch sarebbe stata necessaria una vera riforma in tema di licenziamenti. Lobiettivo, almeno stando alle dichiarazioni del nuovo governo, non sembra del tutto sfumato. Aggiustamenti in corsa sono sempre possibili. Io proporrei un contratto a termpo indeterminato con forti sgravi fiscali dice Toffoletto per senza lapplicazione dellarticolo 18 per due anni. Darebbe una scossa al mercato in entrata e non metterebbe a rischio i dipendenti. Quando si vive una fase di emergenza bisogna adottare misure demergenza.
I. TRO.
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ollice verso. Secondo lesperienza dello studio Trifir lultima riforma del lavoro ha avuto un impatto quasi del tutto negativo sul mercato occupazionale. In una simile analisi non si pu prescindere dalla valutazione delle norme in merito allarticolo 18 afferma Stefano Trifir . Doveva essere la chiave per liberare la mobilit del nostro mercato e invece ha finito per aumentare lincertezza del diritto. Troppa discrezionalit in mano ai giudici ha portato a giudizi eccessivamente veloci e a risultati che hanno pochi riscontri con la realt. La conseguenza che, di fatto, la via alternativa allarticolo 18 non si applica. I licenziamenti per motivi economici sono rimasti sulla carta. Avere nuove norme e non applicarle ha finito addirittura per acuire lincertezza del diritto. Il progetto di riforma prevedeva anche modifiche nellutilizzo del contratto di apprendistato e di tutte le altre forme di occupazione a tempo determinato. Anche in quei casi il risultato non si rivelato soddisfacente Stefano si lamenta il giuslavorista Trifir milanese . I contratti flessibili sono stati imbrigliati da legacci e zavorre burocratiche: nel tentativo di evitare labuso dei contratti a tempo determinato si finito per ingessarli senza incentivare quelli a tempo indeterminato e questo ha penalizzato ulteriormente il mercato. Intanto per servono idee, suggerimenti utili per la contro-riforma che allo studio. Personalmente non credo tanto alle riforme epocali, le regole si possono sempre aggiustare in corsa ma la macchina che deve essere modificata: bisogna abbassare il costo del lavoro, rendere pi veloci ed efficaci i tribunali, magari investendo sul processo telematico, rinnovando il personale delle cancellerie, aumentando il numero dei magistrati in attivit. Poi potremo concentrarci su riforme efficaci.
I. TRO.
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perare una revisione parziale della legge Fornero non porter a risultati efficaci. E' necessario abrogarla completamente. Perch scritta male, il frutto di un compromesso politico e non offre certezze legislative capaci di spingere le imprese a compiere investimenti. E' questa la tesi dell'avvocato Luca Failla, specializzato in diritto del lavoro e socio fondatore dello studio internazionale Lab Law. La verit racconta l'avvocato Failla che la riforma non ha corretto i veri guasti che riguardano il diritto del lavoro. Anzitutto non abbiamo ancora un testo unico che raccolga tutti le leggi sul tema. Inoltre, non c' certezza del diritto. Basti pensare che i giudici non interpretano in maniera univoca i contratti collettivi. Cos accade che, sullo stesso tema, ci siano sentenze diverse a seconda della citt dove vengono emesse. E poi ci lamentiamo che le imprese straniere non investono in Italia. Ma le perplessit di Failla non finiscono qui. Per il legale Luca specializzato in diritto del lavo- Failla ro la prima parziale revisione governativa della legge Fornero non sembra poter produrre esiti determinanti per lo sviluppo dell'occupazione. Ridurre l'intervallo di tempo tra un contratto a tempo determinato e l'altro un intervento utile spiega Failla . Anche perch pone rimedio a un grosso errore di valutazione. Ma influisce poco sulla vita delle imprese e dei lavoratori. Non mancano, per, i suggerimenti operativi che puntano a produrre risultati rapidi in tema d'occupazione. Occorre approvare una legge che si ponga almeno cinque obiettivi conclude l'avvocato Failla . Tagliare il costo del lavoro, ridurre la spesa pubblica, combattere l'inefficienza dei centri per l'impiego, alimentare la concorrenza e semplificare le norme.
M. AV.
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Chiomenti
Fusani-Gandolfi
ome un lago. Il mondo del lavoro ha due fiumi connessi: quello d'ingresso (il flusso dei giovani) e quello d'uscita (gli scivoli per i pensionabili). Il dibattito sulla riforma del lavoro si occupato quasi sempre del primo flusso: apprendistato costo del lavoro, contratti flessibili. Molto meno del secondo (catalizzato dallarticolo 18). In effetti la parte della riforma Fornero destinata agli ammortizzatori sociali passata quasi sotto silenzio concorda Annalisa Reale, giuslavorista dello studio Chiomenti . Eppure genera un impatto notevole sul mondo del lavoro. In caso di licenziamento collettivo spariscono i regimi speciali differenziati per settore e gli stessi vengono uniformati: gli scivoli saranno di 18/24 mesi senza distinzione. Questo aspetto, combinato con la riforma delle pensioni che allunga la permanenza al lavoro, comporta notevoli complicazioni nei casi di crisi e ristrutturazioni aziendali. In tema di uscita (ma anche di entrata), invece, la grande delusione arriva dalla riforma dell' articolo 18, incapace di sprigionare quel circolo virtuoso che ci si attendeva: licenziamenti meno blindati che incoraggino assunzioni pi numerose. E invece loccupazione precipita. In tal senso bisogna fare qualche distinguo precisa Reale . La riforma di per s non deve essere giudicata negativamente, la possibilit di scelta per il giudice un progresso rispetto al passato. Prima il regime delle sanzioni era totalmente ingessato e il giudice, per le imprese sopra i 15 dipendenti, poteva solo reintegrare. A non funzionare sono le nuove norme processuali: lil nuovo rito, che impone al giudice di decidere entro 40 giorni, troppo rapida, spesso porta a sentenze molto difformi tra di loro. Il risultato che ci troviamo davanti a un diritto ancora pi incerto che spiazza e spaventa soprattutto le multinazionali che si accostano al nostro mercato del lavoro. In tal senso non sarebbe male concentrarsi sulle carenze applicative e sullincertezza delle regole del nuovo rito. Unultima annotazione va fatta in positivo: la riforma ha introdotto il contratto a terminer senza necissit di causa che attualmente il miglior percorso dingresso dei giovani nel mondo del lavoro.
I. TRO.
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