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Contributo Satta - Camboni Direzione del 9 marzo 2013

CONTRIBUTO ALLA DISCUSSIONE DELLA DIREZIONE DEL 9 MARZO 2013


Tutta la nostra azione come partito, nel quadro della crisi pi grave della storia del capitalismo, deve essere orientata ad un unico scopo, trasformare la crisi del capitalismo in guerra civile, ovvero far evolvere tutte le tendenze alla guerra civile insite nella crisi del capitalismo, che noi individuiamo, verso laperta rivolta ed infine linsurrezione delle masse per la conquista del potere. Si tratt a di applicare in maniera adeguata alla situazione attuale lo stesso atteggiamento del disfattismo rivoluzionario di Lenin nei confronti della prima guerra imperialista mondiale, sintetizzato nella sua celebre parola dordine: Trasformare la guerra imperialista in guerra civile. Dalla relazione e dibattito dellultima Direzione emerge su questo punto un indirizzo politico desolante ed una linea politica assolutamente inadeguata. Dalla relazione e dagli interventi dei compagni emergono su molti aspetti centrali miopia per non dire, in certi casi, panico e confusione. Intanto sulla caratterizzazione del risultato elettorale ci sembra non sia stato colto il suo significato profondo. Questo risultato non significa assolutamente uno spostamento a destra delle masse o addirittura un trionfo reazione, come sembra emergere dalla relazione e dagli interventi. Questo errore deriva innanzitutto dalla mancanza di una corretta analisi materialista dellatteggiamento delle classi sociali, dello stato attuale della coscienza della classe operaia e delle caratteristiche principali delle organizzazioni e partiti politici di riferimento in questa crisi. Intanto, il primo dato incontestabile la crisi molto profonda di consenso che si traduce in una crisi della direzione politica della borghesia, e nella perdita di fiducia e sostegno di settori fondamentali per la stabilit del suo sistema e quindi, anche, per la stessa politica reazionaria di massa - il ceto medio e la piccola borghesia. Questo conferma quanto contenuto nei documenti Internazionali del CRQI sul fatto che la crisi sia passata dal livello economico a quello politico e che ponga allordine del giorno forti confronti di massa sino alle rivolte, la guerra civile e le rivoluzioni. Tale crisi si traduce nella situazione particolare italiana, cos come emerso dal voto, in una tendenza alla paralisi ed incertezza nellesercizio del potere politico da parte dei partiti rappresentanti delle borghesia, in un contesto in cui la crisi europea ed internazionale non accenna a diminuire, e dove, quindi, tale situazione protraendosi non pu che creare seri problemi alla borghesia ed alla stabilit del sistema capitalistico italiano ed europeo nel suo complesso. In questo senso la forte ascesa del Movimento 5 Stelle ha rappresentato oggettivamente, per ora, soprattutto un elemento di instabilit ed incertezza per il capitalismo e la borghesia, e non un fattore di stabilizzazione reazionaria. Per ci che riguarda il centrodestra non si pu parlare di ricomposizione del blocco sociale berlusconiano intorno a Berlusconi. Gli oltre 8 milioni di voti dati a Berlusconi non sono certo poca cosa, ma ad essere onesti e confrontando le perdite subite da questo schieramento si dovrebbe parlare esattamente dellopposto, cio, per lo meno, di un processo di decomposizione o disgregazione del blocco sociale berlusconiano. Scambiare la tenuta di Berlusconi con una ricomposizione significa in primo luogo aver sopravalutato in partenza il significato della crisi del governo Berlusconi, pensando che il suo seguito e la sua forza ma soprattutto la sua capacit di manovra - si fossero ridotti a zero, quando invece la nascita del governo Monti, com noto, non stata il risultato di una rivolta di massa ma la risposta di vertice della borghesia italiana ed europea alla necessit di un governo dellemergenza di fronte allimpasse della maggioranza berlusconiana lacerata dalle divisioni, espressione, esse si, anche di questa disgregazione del blocco sociale

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berlusconiano determinata dalla crisi economica e dallincapacit del satiro di Arcore a porvi rimedio. Nella valutazione del risultato elettorale del PDL si deve tenere conto, anche, del fatto che si tratta di uno schieramento che controlla numerose amministrazioni, che gode di sostegni e collusione dei settori della malavita organizzata - tradizionalmente in grado di condizionare il voto in alcune regioni cruciali e molto popolose come la Sicilia e la Campania, del clientelismo e della compravendita dei voti, (non dimentichiamo il recentissimo caso in Lombardia di compravendita dei voti regionali tramite lintermediazione della malavita). Eppure, nonostante, immaginiamo, lampio ricorso a tutti i mezzi leciti ed illeciti, e malgrado lagitazione demagogica di Berlusconi su IMU ecc , durante campagna elettorale, ci non ha impedito allo schieramento berlusconiano ed alla Lega Nord di perdere circa la met dei voti rispetto al 2008. Quella a cui assistiamo quindi una sua profonda crisi e disgregazione, un logoramento molto profondo. Il dato numerico elettorale nella sua rozzezza non pu dirci chiaramente della reale consistenza di questa sopravvivenza e relativa tenuta dello schieramento berlusconiano mentre ci dice con sufficiente chiarezza che in una fortissima crisi ed ha subito un profondo logoramento come dimostra appunto la consistente perdita di voti. Si citato spesso il caso della Grecia e delle mobilitazioni di piazza e dellascesa di Syriza l. Ma in Grecia il partito di centro-destra Nuova Democrazia continua a governare, ed risultato nonostante tutto, il primo partito alle elezioni politiche greche del maggio 2012 e sempre primo anche a quelle anticipate del mese successivo aumentando addirittura di qualche centinaio di migliaia di voti. Assistiamo inoltre allascesa di un partito nazista e squadrista come Alba Dorata. Come dobbiamo interpretare ci, in un contesto di lotte continue ed ininterrotte contro lausterit che investono la stragrande maggioranza della societ? Come unavanzata della reazione? O forse perch Syriza un partito apertamente di sinistra questo ci autorizza a dire che qui le masse si sono spostate a sinistra mentre il senso del voto dato in Italia ad un organizzazione che non si definisce ne di destra ne di sinistra come il M5S indica un loro spostamento a destra verso la reazione? Ci sembra che la spiegazione sia un po pi complessa e non cos riduttiva. evidente che il fatto che la borghesia e le forze reazionarie in Grecia continuino, nonostante tutto, a governare, o nel caso particolare di Alba Dorata addirittura a crescere, sia la conseguenza del fatto che le forze rivoluzionarie (EEK) non siano ancora riuscite a conquistare la direzione del movimento operaio e popolare di rivolta contro lausterit ed aprire uno sbocco rivoluzionario alla crisi politica e sociale che scuote la Grecia. Finch la rivoluzione non provveder a seppellire questi cadaveri della borghesia come Nuova Democrazia in Grecia o il berlusconismo in Italia, questi continueranno ad ammorbare laria ed a costituire una minaccia ed una del le possibili basi per il rilancio della reazione. Movimento 5 Stelle, un polo di massa reazionario? Noi riteniamo che anche in questo caso la situazione sia pi complessa. Intanto nel considerare un movimento politico ed il suo sostegno di massa non ci si pu limitare solo allapparenza dei suoi programmi o alle proclamazioni ideologiche dei capi e di alcuni militanti, che non sono prive di significato, ma da questo punto di vista il M5S, data la sua profonda ambiguit, che non riflette tra laltro che la sua composizione sociale e politica eterogenea, pu sembrare tutto ed il contrario di tutto. Ma appunto questo, nel giudicarlo si deve innanzitutto guardare alla sua composizione sociale. Esso sostanzialmente un movimento della piccola borghesia. I suoi aderenti e militanti sono in genere lavoratori autonomi, liberi professionisti legati a settori molto spesso della cosiddetta new economy come le rinnovabili o linformatica (su cui Grillo ha battuto molto), artigiani, piccoli
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imprenditori ed anche per quanto riguarda i settori di proletariato, si parla in genere di insegnanti precari o di settori di piccola borghesia intellettuale, (come i professionisti: ingegneri, architetti, avvocati ecc), una giovane generazione di intellettuali, e professionisti precari, che con una formula efficace alcuni compagni hanno definito generazione 1000 euro, in via di proletarizzazione o di recente proletarizzazione, o di appartenenti a settori salariati, come elementi del pubblico impiego in depauperamento, ma il cui stile di vita e condizione lavorativa si riflettono comunque ancora in una psicologia tipicamente piccolo borghese. Non il primo caso, nella storia recentissima della lotta sociale contro la crisi esplosa nel 2007, di una simile agitazione di settori consistenti della piccola borghesia unitamente al proletariato, vi il caso degli Indignados spagnoli (o fenomeni analoghi individuati in Grecia dai nostri compagni), le cui considerevoli differenze rispetto al M5S non c nemmeno bisogno qui di elencare, ma che sostanzialmente riflette un esempio particolare di agitazione di questo settore sociale innescata dalla crisi con un contenuto niente affatto reazionario. Lascesa del M5S si spiega innanzitutto, quindi, come manifestazione dellagitazione, conseguenza della crisi, relativamente indipendente ed autonoma, in questa fase, di settori consistenti della piccola borghesia che hanno trascinato con se, principalmente nel consenso elettorale al M5S, anche settori considerevoli del proletariato. Come si spiega questa relativa autonomia dimostrata dalla piccola borghesia in questa fase? forse la dimostrazione dellacquisizione da parte di questa classe di un ruolo autonomo di direzione politica della masse? Sappiamo che non pu assolutamente essere cos. Si spiega invece con la concomitanza di due fattori: il coincidere della crisi di direzione politica della borghesia da una parte, e di quella del movimento operaio dallaltra. questo che ha fatto si che la piccola borghesia abbia potuto iniziare ad agitarsi in questo periodo autonomamente, trascinando con se, in queste elezioni, anche parti consistenti del movimento operaio stesso. Questa tendenza allagitazione, relativamente autonoma, della piccola borghesia labbiamo gi sperimentata nei primissimi anni passati in Sardegna e Sicilia ed in parte del meridione, ed stata in un certo senso unanticipazione. Ci riferiamo al caso del Movimento dei Pastori Sardi e degli Artigiani e Commercianti Liberi (Partite IVA e anti Equitalia) in Sardegna, dei Forconi in Sicilia e anche, se vogliamo, dellagitazione, per quanto riguarda i piccoli padroncini e gli autonomi, del trasporto su gomma che minacci di bloccare lItalia poco meno di due anni fa. Per quanto riguarda la Sardegna, che il caso che meglio conosciamo e che abbiamo potuto osservare pi da vicino, gi allepoca del Movimento dei Pastori avevamo fatto notare alcune caratteristiche fondamentali: che esso era stato il primo a muoversi autonomamente (per quanto diretto dai grossi pastori, Floris e Ladu) in urto con il grande capitale rispetto al movimento operaio, che, sempre a differenza del movimento operaio, aveva rotto con la proprio burocrazia delle associazioni di categoria (lurto tra la base dei pastori e la burocrazia della Coldiretti e Confagricoltura sar durissimo, ai limiti dello scontro fisico, e denso di significato perch chi conosce appena la storia della campagne sa che la Coldiretti stata uno degli strumenti fondamentali del consolidamento dellegemonia e del consenso della DC, e dunque della bor ghesia, nella campagne dello stato italiano per tutta lepoca della prima repubblica), e infine sar il primo, rispetto al movimento operaio sardo (per cui bisogner attendere la lotta dellAlcoa e la dura protesta del Sulcis che costrinse i due ministri a scappare in elicottero) a dare vita ad una mobilitazione di massa e ad urtarsi violentemente contro la repressione dello stato borghese. Nel Sulcis-Iglesiente, sede del centro pi combattivo della classe operaia sarda, provincia con la pi alta disoccupazione in Italia, e dove ha la sede principale anche il Movimento degli Artigiani e Commercianti liberi, il Movimento5Stelle il

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primo partito. il primo partito, o il secondo con lieve distacco dal PD, nelle stragrande maggioranza delle provincie agricole e ad alta densit pastorale della Sardegna. La rivolta che ha cacciato i due ministri Passera e Barca in elicottero e stata unazione congiunta degli operai supportati dalla popolazione locale, in cui legittimo riconoscere un fronte unico di fatto tra il proletariato e i settori della piccola borghesia locali. Della crisi della direzione borghese abbiamo gi parlato: essa si spiega sostanzialmente come conseguenza dellinasprimento della crisi economica altro che il catastrofismo non funziona e della linea di austerit imposte dalla borghesia. Ci che spiega la presa del M5S, non solo tra precari e lavoratori del pubblico impiego o della piccola impresa privata ma tra settori molto consistenti e non trascurabili dello stesso proletariato di fabbrica,i confermato da quanto riportato anche dallo stesso compagno Sorge, sono un insieme di fattori, e non uno spostamento a destra delle masse. Intanto la crisi di direzione del movimento operaio. Laltra faccia, cio, del successo del M5S tra la classe op eraia e settori consistenti del proletariato, che si tradotta nella dbacle dei residui della sinistra radicale e soprattutto nella crisi di consensi dello stesso PD (in questo caso comunque di molto inferiore, in proporzione, alle perdite subite dallo schieramento berlusconiano). Significativamente, la cosa pi evidente del voto che consistenti settori della classe operaia non hanno votato come, presumibilmente indicava la burocrazia Cgil e sindacale. Questo indice di una profonda sfiducia verso la burocrazia sindacale da parte dei lavoratori e di una crisi della sua capacit di orientamento o indirizzo politico, mentre sarebbe pi complesso invece - e non cos lineare, ma da verificare e approfondire meglio - il discorso riguardo a come viene ancora percepita per la sua la funzione di direzione sindacale (anchessa comunque in crisi se si considerano situazioni significative come il passaggio di molti lavoratori dellILVA, ad esempio dalla Fiom e altre confederazioni allUSB). Grillo e Casaleggio in questo caso hanno saputo far breccia usando unabile demagogia su due fronti. Se prendiamo la questione dellattacco ai sindacati, ad esempio, e si vanno a vedere alcuni dei comizi di Grillo, quando parla agli operai attacca la burocrazia ed i grandi sindacati distinguendo per la FIOM ed il sindacalismo di base - perch giustamente complici e inefficaci nel condurre la lotta. Quando parla, invece, ai padroncini e piccoli e medi sfruttatori attacca i sindacati come ostacolo, in fondo, alla loro possibilit ed esigenza, sotto la crisi, di spremere ancora di pi i propri dipendenti. Se si va a vedere il comizio di Grillo a Carbonia, nel Sulcis-Iglesiente, dove abbiamo contemporaneamente classe operaia e una piccola borghesia molto povera e indebitata, inve ce, questo passa dallipotesi delle nazionalizzazione delle fabbriche avanzata agli operai, allabolizione di Equitalia ed agli attacchi alle banche rivolto alla piccola borghesia degli artigiani e commercianti, e infine a rivalutare, addirittura, lesperienza del vecchio PCI contrapposta ai dirigenti del PD ed allo scandalo MPS. Ma le brecce ed il fascino della demagogia di Grillo e del M5S fra settori del movimento operaio si spiega essenzialmente con la devastazione della coscienza socialista dei lavoratori, non con uno spostamento a destra delle masse. La retorica sulla cittadinanza, sullimprenditore onesto che c rea ricchezza ed strozzato da fisco e burocrazia statali, sulla corruzione, i privilegi della casta ecc, oltre ad essere unespressione tipica dellideologia liberale borghese o anche piccolo borghese, divenuto senso comune per la stragrande maggioranza dello stesso proletariato. Il veicolo di questo senso comune sono stati la burocrazia sindacale, ed il ceto politico dellex PCI e dellex Nu ova Sinistra confluiti nel PD o nei vari rivoli della sinistra ed estrema sinistra dopo lo scioglimento del

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PCI ed il crollo del 1989. Essi ne sono divenuti veicolo, dapprima quando si trattava di giustificare la propria linea riformista di adattamento al capitalismo ed al regime democratico borghese in vista di un suo superamento graduale e non violento, e poi quando si trattato di liquidare del tutto la lotta per il socialismo e considerare il capitalismo come lunico sistema possibile dopo l89. Nella misura in cui abbandonavano o riducevano, dunque, la prospettiva della lotta di classe, e si negava la centralit, se non lesistenza stessa, della classe operaia come classe rivoluzionaria e direzione della societ, non potevano che attingere a tutto questo becero armamentario ideologico borghese. Allanalisi materialista venivano sostituite ideologie estranee al marxismo ed al programma rivoluzionario del movimento operaio, come quelle che pongono laccento sullo stile di vita e dei consumi o la cittadinanza, ecc. La moralizzazione del capitalismo e del regime democratico borghese ha preso il posto della lotta per il suo rovesciamento. questo il senso, ad esempio, della posizione della critica morale dellultimo PCI e di Berlinguer al sistema dei par titi, la cosiddetta questione morale. Infine alla denuncia e rifiuto senza appello dei rapporti di produzione capitalistici basati sullo sfruttamento si sostituita oggi la distinzione tra padroni buoni e padroni cattivi, tra capitale produttivo e speculativo, ecc. inutile ricordare poi che il crollo dei regimi del cosiddetto socialismo reale, e londata propagandistica che ne seguita, hanno contribuito a dare il colpo di grazia distruggendo ogni residuo, seppur deforme o limitato, di coscienza socialista della stragrande maggioranza delle masse proletarie. Quindi, quando il compagno Siclari, ad esempio, afferma: Anzi, si apre una forbice tra la precipitazione della crisi e i livelli di coscienza della classe: pi la crisi economica si generalizza e diventa crisi politica e di sistema, pi la coscienza di classe sembra arretrare e scomporsi prende un abbaglio. La crisi di coscienza non un prodotto della crisi economica attuale, il risultato di una crisi e sconfitta storica che viene dal passato. il risultato della crisi della direzione rivoluzionaria di pi lunga data che abbiamo sopra elencato. La coscienza socialista delle masse non il risultato immediato di una particolare situazione economica, e quindi non dipende direttamente n principalmente dalla crisi, ma da una combinazione di fattori, tra cui, innanzitutto, lazione del Partito, la cui funzione appunto quella di inoculare, sviluppare e far evolvere la coscienza socialista della masse, attraverso la loro esperienza nella lotta. Difesa del catastrofismo contro i rischi della sua negazione: lo scivolamento nel disfattismo antirivoluzionario E proprio questa crisi della coscienza socialista che spiega in parte la breccia ed il successo del M5S, e non invece, come si vuole far credere, la crisi economica che ha indebolito la coscienza delle masse spostandole a destra. La crisi economica incide, prima che sulla coscienza, soprattutto come fattore relativo dindebolimento ed ostacolo dell organizzazione politica e sindacale della masse. evidente, ad esempio, che la crisi porti a chiusure di fabbriche ed a licenziamenti, e che laddove non ci sono fabbriche sindebolisce anche il sindacato, e tende a disgregarsi il tessuto unitario della classe operaia, anche se questa non scompare immediatamente. Ma tra questo la negazione della possibilit della lotta rivoluzionaria la distanza enorme. Vi ,ad esempio, tutta una fase di resistenza dove il movimento operaio pu riorganizzarsi e passare al contrattacco, prima che gli effetti della crisi portino alla dsgregazione dellorganizzazione operaia e rendere la sua capacit di lotta ben pi difficile. La disgregazione dellorganizzazione operaia, non poi la fine della classe operaia stessa. Alla chiusura della fabbriche non corrisponde la scomparsa del proletariato. Ma viceversa lingrossamento considerevole di una sua parte costitutiva

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costantemente presente: lesercito dei disoccupati e dei sottoccupati. Un ingrossamento che tende ad assumere oggi proporzioni enormi rispetto alle quali la borghesia non ha soluzioni concrete e quindi che tiene lordine borghese sotto la sua costante minaccia. Solo lastratto schema ciclico dellanticastrofismo pu non vedere nellesplosione della disoccupazione una minaccia alla stabilit ed allesistenza stessa del capitalismo. Non deve essere un ostacolo alla lotta di classe nemmeno oggi, se i paesi europei dove pi intenso lo scontro sociale (ad esempio Grecia e Spagna) sono anche quelli dove pi alti sono i tassi di disoccupazione giovanile ed assoluta. Il paradosso dellanalisi contraria al materialismo dialettico della posizione che rifiuta il catastrofismo rivoluzionario (per sgombrare da ogni ambiguit anche il termine) che in realt essa attribuisce allanalisi del catastrofismo quello che invece lerrore alla base del proprio metodo e delle proprie conclusioni: rapporto lineare tra la crisi economica o lo stesso elemento economico materiale da una parte, e la coscienza di classe dallaltra. Se cos fosse, come si spiega che, ad esempio, in Italia proprio nellepoca di maggiore ascesa politica e numerica del proletariato, nel secondo dopoguerra, quando diviene definitivamente un paese industriale e tra le prime potenze industriali del pianeta, malgrado il pi forte partito comunista dei paesi capitalisti avanzati ed un proletariato con una forte coscienza socialista capaci di animare durissime lotte che hanno caratterizzato per una lunga fase tutta la seconda met del secolo scorso, la rivoluzione sia abortita? Si spiega certamente con il ruolo nefasto della direzione riformista staliniana e socialdemocratica del movimento operaio, ma quel ruolo aveva per una base economica: il fatto cio che in quel caso lespansione economica del secondo dopoguerra ha avuto, paradossalmente, oltre alleffetto di rafforzare organizzativamente e numericamente il movimento operaio, anche quello dindebolire la lotta rivoluzionaria del proletariato favorendo, attraverso la disponibilit alle concessioni economiche fatte dal capitalismo in un contesto dato dalla pressione dei rapporti di forza internazionali condizionati dallURSS, il consolidamento della burocrazia e delle tendenze allaccomodamento interne al movimento operaio su cui essa si innestata. Ogni situazione ha i suoi pro e contro, ed evidente che le crisi economiche, sempre pi acute nella storia del capitalismo, presentano degli ostacoli, ma costituiscono anche dei poderosi fattori di accelerazione.ii Tanto la storia passata, che quella recentissima, confermano e non smentiscono il catastrofismo. Sar dalla catastrofe imminente di cui parlava Lenin che scaturir la prima rivoluzione proletaria vittoriosa e londata rivoluzionaria che scuoter lintera Europa. La seconda catastrofe mondiale minaccer di fare altrettanto. La catastrofe economica mondiale oggi il principale fattore dinasprimento ed accelerazione delle esplosione delle contraddizioni del capitalismo e quindi della lotta di classe e delle tendenze alla guerra civile a livello mondiale, con differenti gradi o velocit da paese a paese. Anche ammettendo una relazione lineare tra situazione economica e ascesa della lotta di classe, tutto oggi smentisce le tesi del rapporto inversamente proporzionale stabilito dagli anticatastrofisti: l dove le conseguenze della catastrofe economica e della crisi europee e mondiali hanno raggiunto la forma pi acuta (la Grecia, la Spagna, il Portogallo, Cipro, o il Magreb) si assiste alla maggiore e pi violenta ascesa della lotta di classe. Nel resto dellEuropa, per non parlare del mondo, si assiste comunque ad una crescita ed intensificazione, non ad un calo della lotta di classe. Bisogna rendersi conto che di fronte al peggioramento della situazione economica della masse proletarie e piccolo borghesi, in un contesto dove tutti i dati indicano che il capitalismo non pu offrire pi nulla, il vero problema non sono i possibili effetti dellinasprimento della crisi sulla coscienza delle masse, ma la direzione rivoluzionaria. La crisi risveglia la coscienza delle masse dal suo torpore, perch manda in frantumi tutte le mistificazioni e gli idoli che occultano i reali rapporti capitalistici. Linasprimento

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della crisi non pu che accelerare e favorire tutte le tendenze al collasso politico e sociale del capitalismo, la tendenza alla guerra civile. Dipender dalla capacit del Partito di costruire la direzione rivoluzionaria che manca, se queste tendenze, o le dure lotte in corso, avranno uno sbocco rivoluzionario o meno, se la coscienza delle masse si evolver verso la comprensione della necessit di rovesciare il capitalismo. Ma un embrione di questa coscienza c gi ed rappresentato dal rifiuto generale del ceto politico borghese emerso alle ultime elezioni. Non ci troviamo, quindi, oggi, di fronte al proletariato dellau tunno caldo o della lotta dell80 alla FIAT, che aveva ben chiara come prospettiva il rovesciamento del capitalismo e linstaurazione del socialismo. Loperaio ed il lavoratore, (e soprattutto le giovani generazioni cresciute dopo l89, che per questo hanno subito uninterruzione della stessa trasmissione dellesperienza e memoria storica della lotta di classe socialista proletaria) da una parte non riesce ancora a vedere, per effetto di questa devastazione della coscienza socialista e del peso delle sconfitte storiche passate, altra forma di organizzazione economico-sociale allinfuori del capitalismo ma contemporaneamente non pu che essere spinto per sua natura a resistere e lottare contro di esso sotto la sferza della crisi e dellesplosione delle contraddizioni del sistema. Questo spiega p erch, oltre al discredito totale in cui sono cadute tutte le tendenze della vecchia sinistra ed estrema sinistra, dalle grandi masse identificate, senza alcuna distinzione e a ragione, con lintero ceto politico, il M5S sia riuscito a fare breccia in consistenti settori del proletariato. Di fronte a questa devastazione della coscienza socialista e di crisi storica della direzione rivoluzionaria, nel contesto per della pi grave crisi economica del capitalismo la rabbia ed il rigetto dellausterit e del c apitalismo hanno trovato espressione in maniera, possiamo dire empirica, nel sostegno elettorale di protesta, accanto alla piccola borghesia e ceto medio in crisi, di vasti settori del movimento operaio verso il M5S, che con il suo attacco alla casta politica e il suo appello a fare piazza pulita riflette il sentimento generale di rifiuto dellattuale societ borghese e delle sue istituzioni corrotte proponendo quello che nei fatti un surrogato della rivoluzione. Non c da stupirsi tanto, nemmeno del sos tegno e simpatia nei confronti del M5S di settori classisti e che hanno fatto della centralit operaia, o se non altro del suo concorso decisivo, un loro punto di riferimento. Ci riferiamo a compagni come Cremaschi, o al sindacalismo di base USB, ecc. Questi, non sono rivoluzionari. Hanno abbandonato la prospettiva chiara delle lotta per il socialismo per una non ben definita, per quel che attiene gli sbocchi, lotta anticapitalista. Il loro anticapitalismo si riduce, in definitiva, esclusivamente ad una lotta per una redistribuzione radicale della ricchezza senza affrontare concretamente, invece, la questione dei rapporti di produzione. Senza mettere in discussione i rapporti di produzione. per questo che n la corrente di Cremaschi, n il resto della sinistra sindacale e politica classista riuscita a fare breccia o ad influire positivamente nellevoluzione della coscienza delle masse lavoratrici in questi anni, ed anzi ha salutato, in certi casi, lascesa del M5S come quasi una rivoluzione. Possiamo stupirci del fatto che i lavoratori delle fabbriche in lotta, si appellino ancora alla funzione del Governo di turno o vedano in molti casi lintervento di un nuovo imprenditore, e non lesproprio, come la soluzione alla crisi della propria azienda? I primi a non chiarire completamente il punto ai lavoratori, a non spiegargli perch il datore di lavoro sia solo uno sfruttatore da abbattere, sono proprio quelli che dovrebbero farlo: la stragrande maggioranza della sinistra sindacale classista. Come si pu far maturare la coscienza verso la necessit di rovesciare il capitalismo se non si disvela ai lavoratori, attraverso la critica di Marx la vera natura dei rapporti di produzione? I lavoratori continueranno a credere alla favola della funzione sociale delli mpresa, alla necessit

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economica del padrone, e saranno indotti a rassegnarsi di fronte alla chiusura determinata dalla crisi. Questi sono i dati fondamentali del sostegno di massa e di settori dellestrema sinistra, per nulla contradditorio, al M5S da una parte, e della crisi di consenso dei due schieramenti borghesi dallaltra, che dobbiamo comprendere e aver ben chiari. Perch sono indicativi del fatto che la crisi economica entrata nella sua fase politica di crisi di credibilit e consenso della borghesia e del suo regime, una fase dove si accentuer lurto violento tra le classi e le tendenze alla guerra civile e dove la vittoria della reazione (come anche della rivoluzione, naturalmente) non per nulla scontata, n pu essere data gi quasi per acquisita, come sembra emergere da molti interventi dei compagni della direzione, ma dove il partito invece, dovr accentuare e sapientemente organizzare lagitazione rivoluzionaria per accelerare lesplosione di tutte le contraddizioni, lavorare a far convergere tutte le lotte in corso in un unico punto, elevare la coscienza socialista delle masse e orientarle alla conquista del potere. Hic rodus hic salta Se nellascesa del M5S possiamo leggere una manifestazione della rottura incipiente della stabilit e dellequilibrio delle classi che minaccia la borghesia, e della tendenza quindi, al fermento potenzialmente rivoluzionario di vasti settori di massa e popolari determinato dallintensificarsi della crisi, non per affatto scontato che la borghesia possa riuscire nelloperazione di incanalare e usare in senso reazionario, tramite la leadership Grillo-Casaleggio del M5S, o un redivivo Berlusconi proiettato allattacco, lagitazione e la rabbia della piccola borghesia impoverita. Ci sar determinato nel prossimo periodo da molti fattori, tra cui, come stato ammesso anche da alcuni interventi (Grisolia, Scacchi, Siclari) lacutizzarsi della crisi economica, in un contesto in cui, aggiungiamo noi, la borghesia non ha nulla da offrire se non colpi, e la cui sopravvivenza passa comunque per la devastazione sociale ed immiserimento di interi settori della piccola borghesia e del ceto medio oltre che, naturalmente, del proletariato nel suo complesso. Si aprono enormi spazi, quindi, a differenza di quel che potrebbe far intendere il pessimismo di fondo della discussione in direzione, per lagitazione rivoluzionaria, e tutto dipender dalla capacit del nostro partito di cogliere le situazioni e di saper costruire una direzione alternativa rivoluzionaria del movimento operaio nel breve periodo. Su questo punto siamo in estremo ritardo. Unassenza assordante nellanalisi: la classe operaia e lorganizzazione dellagitazione del partito tra le sue fila. Di fronte ai compiti dellimmediato (anche a voler essere conseg uenti nella risposta agli stessi segnali di allarme sulla minaccia reazionaria sollevati nella relazione e negli interventi dei compagni) la proposta conclusiva della direzione ridotta essenzialmente alla necessit di concentrare le energie del partito sostanzialmente nella raccolta di firme per presentarci nellipotesi di elezioni a breve scadenza ci sembra estremamente limitata e completamente inadeguata. Se il corpo del partito lo si ritiene stanco per la raccolta delle firme, vuol dire che la situazione grave. Il punto che lesecutivo e la direzione pianificano in modo eccellente tutto ci che utile per la nostra partecipazione alle elezioni, ma non pianificano il lavoro centrale di un partito proletario rivoluzionario che lintervento nelle fabb riche in lotta. Il rischio non solo di non fare nessun

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passo avanti nella costruzione di una direzione rivoluzionaria, ma di disperdere invece tempo ed energie preziose che dovrebbe essere impiegate a questo scopo primario. Abbiamo invece lurgenza di concentrare limpiego corretto di tutte le energie nellintervento nelle lotte della classe operaia e dei salariati in corso per orientarle, e nellagitazione di una campagna contro la burocrazia sindacale. Rispetto a questo manca assolutamente nella discuss ione unanalisi articolata ed un bilancio dello stato della presenza del partito nelle lotte delle fabbriche e negli altri luoghi di lavoro, e della pianificazione, poi, dellintervento urgente e prioritario gi da domani . Si propone ad esempio il fronte unico alla CGIL contro la reazione. La politica di fronte unico il partito lha sempre rivendicata e praticata sia con la CGIL sia con lUSB e i COBAS. Il partito stato fra i promotori dellassemblea del 26 maggio a Roma, iniziativa che poi non ha avuto alcun seguito, ed molto grave. Una politica di fronte unico con la CGIL deve, per, arricchire anche la lotta contro la burocrazia sindacale che fa le purghe. Non c stata alcuna discussione approfondita sul caso gravissimo dellespulsione del compagno Doro dalla FIOM CGIL. Dopo Bellavita venuta lazione repressiva contro i compagni Doro e Berruti. Non sufficiente un comunicato del partito pubblicato sul sito. necessaria una campagna generale del partito di agitazione nei luoghi di lavoro per il loro reintegro. Questa deve essere anche la base di una pi ampia campagna antiburocratica nei luoghi di lavoro per denunciare il tradimento del gruppo dirigente capeggiato da Camusso. Anche gli sviluppi della lotta di classe nellUnione Europea richiedono una lotta pianificata contro la burocrazia. Nella fabbrica Opel di Bochum (Renania settentrionale-Vestfalia), dove la General Motor vuole mettere sulla strada 3000 operai, il pi grande licenziamento di massa in Germania dal secondo dopoguerra, i lavoratori hanno bocciato con il 76,1% dei no il piano di ristrutturazione aziendale. Solo i ciechi o chi non si preoccupa di conoscere le lotte operaie nellUnione Europea nega la centralit della lotta alla burocrazia sindacale. Perci salutare lincontro sindacale di Parigi. Poco importa se una manovra dei morenisti, la cosa non ci impressiona minimamente. Il fatto grave che tutte le forze europee che si richiamano al trotskismo non labbiano convocata loro. Ed il nostro partito in gravissimo ritardo sul fronte della lotta di classe. In questo senso stata provvidenziale la partecipazione della Coordinadora Sindical Clasista. Lunico riferimento, nella discussione, al problema dellintervento nelle fabbriche stato quello del compagno Sorge, seppur circoscritto alla campagna anti-Grillo. Anche su questo punto ci sono tutta una serie di questioni da risolvere, e che il partito elude o sembra addirittura respingere: come ci rapportiamo con i lavoratori che dentro e fuori delle fabbriche sostengono il M5S? Li liquidiamo come reazionari? Come facciamo a discutere con loro e convincerli senza per questo essere identificati con il resto del ceto politico che attacca Grillo? Come facciamo a far evolvere la loro coscienza dal mero voto di protesta verso il M5S? Dicendogli semplicemente che Grillo un reazionario? O, ancora, dobbiamo limitare lagitazione ai soli lavoratori di sinistra? Di fronte allurgenza di sviscerare questi problemi tutta la discussione sullazione futura si incentrata esclusivamente sulla preparazione della prossima partecipazione alle elezioni o sul nostro intervento tra la base ed i militanti del RC, dimenticando completamente invece la questione centrale: lintervento nella classe operaia e tra le grandi masse. Ci sembra ci sia una to tale sottovalutazione di ci, frutto di una negazione della tendenza alla radicalizzazione della lotta di classe, che non corrisponde alla realt di una crescente diffusione generale di lotte di resistenza e agitazioni del mondo del lavoro e popolari su tu tto il territorio. Non c praticamente regione dello stato italiano in cui non ci siano proteste, agitazioni, lotte di lavoratori del settore pubblico e privato, dellindustria e di servizi come la sanit. Con casi consistenti come lILVA (Su alcuni aspet ti

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dellevoluzione della lotta allILVA, ad esempio, che analisi abbiamo da parte della Commissione lavoro del partito? Come si deve interpretare il rafforzamento dellUSB tra quei lavoratori, ecc.) o negli ultimi giorni la Bridgestone, in Puglia. E necessario al pi presto avere un quadro generale dellintervento del partito in tutti questi settori. Ritiene la Direzione, quindi che in questa fase sia prioritario concentrare risorse e uomini del partito per unagitazione permanente e costante in tutti questi settori? La conquista di militanti di base dellestrema sinistra in dissoluzione, e la lotta stessa contro la reazione passa, in primo luogo, per la conquista della direzione delle lotte da parte del Partito, o se non altro per la sua capacit di orientarle. Nella misura in cui il partito riuscir a dirigere e conquistare alla propria linea settori sempre pi ampi del movimento operaio e dei lavoratori a partire dalle lotte in corso, esso diverr un polo di attrazione anche per tutti militanti e i lottatori delusi della sinistra, ben pi di quanto possano fare dei meri appelli alla rottura. Conseguentemente nella misura in cui riuscir a dare espressione di massa organizzata ed unitaria alle proprie lotte in corso, rafforzando in questo modo la propria capacit dinfluenza sociale, il movimento operaio diverr il polo dattrazione e la direzione politica anche per quei settori della piccola borghesia in crisi ed influenzati oggi dal grillismo,iii arginando linfluenza della reazione. Ma tutto questo non si pu fare se non si pianifica molto bene, cos come stato sinora fatto per le elezioni una campagna dagitazione rivoluzionaria nelle fabbriche e negli altri luoghi di lavoro in lotta, secondo un piano centralizzata dellintervento permanente del partito in questo settore. Se c un problema serio legato alle lotte, questo non il fatto che non ce ne siano, ma semmai il contrario, che esse sono ben pi di quelle che il partito allo stato attuale riuscirebbe a coprire ed influenzare. questo il primo problema che dobbiamo risolvere, e il primo punto al centro della discussione interna. La direzione e lesecutivo devono predisporre un piano generale dintervento nelle fabbriche e nelle lotte in corso in cui impegnare tutte le sezioni. Ed operare delle verifiche periodiche sulla sua attuazione. Questa un esigenza non pi rinviabile n riservabile, di fatto, alla discrezionalit della sezioni. 26/03/2013 Gianmarco Satta, Gian Franco Camboni (Sezione PCL Sassari). APPENDICE 1: IL SIGNIFICATO DI MOVIMENTO REAZIONARIO DI MASSA NEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Con movimento reazionario di massa il socialismo scientifico definisce lorganizzazione controrivoluzionaria della piccola borghesia, rovinata periodicamente dalla concorrenza internazionale e dalle crisi catastrofiche nellepoca dellimperialismo, contro il movimento operaio socialista. Lantiparlamentarismo e la rivendicazione dellostato forte sono funzionali alla liquidazione delle organizzazioni sindacali e politiche indipendenti del movimento operaio. I movimenti reazionari di massa hanno combinato lazione illegale con quella legale (parlamentarismo con squadrismo e assassinio). In Francia, nellultimo ventennio del XIX secolo, appare per la prima volta, dopo la Societ del 10 dicembre di Luigi Napoleone, un movimento reazionario di massa: il Partito Nazionale del generale Georges Boulanger . Proprio in questo movimento si manifesta per la prima volta un elemento

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socio-politico che diventer tipico: il ruolo determinante dei rinnegati. I primi furono quei dirigenti e militanti blanquisti che dopo aver preso un abbaglio circa il rivoluzionarismo del generale, precipitarono nel tradimento. Benito Mussolini non stato il primo. Alle elezioni del 1889 il partito del generale, il Partito Nazionale,conquist un grande successo nei quartieri operai di Parigi, roccaforti blanquiste. I dirigenti blanquisti, non tutti come E. Vaillant, vedevano nel boulangismo unazione di destabilizzazione dellordine borghese i cui frutti dovevano essere colti dai socialisti. Il boulangismo un fenomeno socio-politico prodotto dalla necessit storica che spingeva limperialismo francese alla guerra, cio alla concorrenza capitalista condotta con le armi. Determinante nel movimento boulangista fu la Ligue des patriotes il primo partit o di massa strutturato in Francia sulla base di unideologia nazionalista, autoritaria e al tempo stesso militarista, populista e antimarxista, e del pari il primo partito a mettere in pratica i metodi moderni di inquadramento, propaganda e azione di piazza ( Zeev Sternhell). La Ligue fu fondata nel maggio del 1882. Nel 1887 aveva 200.000 aderenti. Agli inizi del Novecento, sempre in Francia, venne costituito il sindacato jaune. Fondato dai crumiri, attivi negli scioperi scoppiati dal 1889 al 1901, il sindacato giallo al congresso del marzo 1902 erano presenti 203 delegati per 201.745 mila iscritti. Tra i finanziatori dei jaunes cerano la duchessa dUzs, gi finanziatrice di Boulanges, ed il duca di Orleans. Il fondatore e capo dei Jaunes, Paul Lanoir, fu ricevuto dal presidente della repubblica, Emile Loubet, e invitato dallo stesso a continuare a vedere fra padroni e operai una sola classe, quella lavoratrice. La collaborazione nazionale contro i concorrenti. Il capitale francese solidale verso il lavoratore francese, e non verso il lavoratore belga scriveva Maurice Barrs, lideologo del socialismo nazionale, da cui hanno attinto tutti i capi dei movimenti reazionari successivi, compresi Mussolini e Hitler e pi vicino a noi la Lega Nord. Nessuno dei tratti propri del movimento reazionario di massa determinati storicamente presente nel fronte di settori di classe operaia, proletariato intellettuale e di piccola borghesia, che, per il momento, si esprime nel Movimento 5 stelle. Non facciamo lo stesso errore del giovane Palmiro Togliatti sul Partito Sardo dAzione nel 1921: la stessa riscossa regionalistica che i nuovi partiti dazione pretendono di condurre contro lo stato, una forma comune a tutta lItalia, uno dei tentativi che la borghesia fa per conquistare fra le masse una base al suo stato, allo stato che corre il rischio di precipitare se la violenza e linganno non lo sostengono( LOrdine nuovo, 11 dicembre 1921 ). Insomma per Togliatti, i sardisti, che occupavano le terre, che si scontravano con il principale capitalista sardo, F. Sorcinelli, non erano altro che uno strumento della borghesia per conquistare fra le masse una base al suo stato. Ci che noi dobbiamo spiegare agli elettori del Movimento 5 Stelle che gli sfruttati hanno bisogno di un partito centralizzato, militante ed elevato culturalmente. Lidea guida del Movimento per quanto riguarda lorganizzazione fa parte della stessa brodaglia con cui si sono alimentati i dirigenti piccolo borghesi del movimento No Global prima e poi di Occupy. Brodaglia che continuano a bere in Sinistra Critica: la costruzione dal basso e con forze fresche (una nuova generazione politica) di una nuova sinistra anticapitalista, una soggettivit politica tutta da inventare attraverso sperimentazioni e progetti, dando solidit a strumenti per l'autorganizzazione e allargando ancora, se possibile, le relazioni per costruire quelle che abbiamo chiamato "reti di movimento. La critica allidea di partito presente nel Movimento5Stelle proviene, anche, da quel bestiario di sciocchezze prodotto dalla Nuova sinistra degli anni settanta.

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APPENDICE 2:

ALCUNE PROPOSTE ORGANIZZATIVE PER UN MAGGIOR RADICAMENTO DEL PARTITO E PER LA COSTRUZIONE DELLIMMEDIATA CAMPAGNA DI AGITAZIONE RIVOLUZIONARIA. Limportanza delle commissioni del partito Per quel che ci risulta il fondamentale strumento di coordinamento del lavoro del partito non ha finora funzionato, o ha funzionato in maniera assolutamente limitata. Per quanto riguarda la loro struttura organizzativa, lassenza di risorse del partito non pu, ovviamente garantire un apparato, ne sedi o rimborsi per le riunioni dei compagni che compongono le commissioni. Questo probabilmente uno dei motivi che ne hanno impedito il regolare funzionamento sin dallinizio. Ci in cui consiste fondamentalmente il lavoro di una commissione quello di pianificare, coordinare lattuazione delle campagne generali e verificare il lavoro delle sezioni, delle cellule e dei quadri del partito sul territorio e nei luoghi di lavoro su specifici settori, e produrre relazioni e bilanci sul lavoro al centro del partito in modo da avere un quadro il pi possibile chiaro della situazione, della presenza e della efficacia del nostro partito sul territorio e nelle lotte. Per svolgere questo compito sufficiente per ora che il gruppo dei compagni e compagne che compone tali organi semplicemente abbia la possibilit di scambiare le opinioni e le informazioni al proprio interno, eleggere una propria struttura di ordinamento interno (ed eventualmente delle sottocommissioni interne responsabili verso quella centrale con delega per la cura di settori o questioni particolari o contingenti allinterno dello stesso settore di riferimento) che si occupi di pianificare e coordinare il lavoro, curare i rapporti con gli organi periferici e il centro del partito, raccogliere suggerimenti, stabilire scadenze, iniziative, campagne, compiti in accordo e sotto indicazione degli organi dirigenti centrali, e i termini delle verifiche, produrre relazioni ecc. I mezzi dellinformatica attuali consentono benissimo di svolgere questo lavoro, senza costi per il partito, se non il tempo che i compagni e le compagne chiamati vi dovranno dedicare: con lemail possibile avere uno scambio quasi diretto e soprattutto cont inuo tra tutti i componenti. Con software come Skype, o altri sistemi, ed una buona connessione internet possibile tenere periodiche riunioni in videoconferenza a distanza delle commissioni, questo ci consentirebbe di garantire livelli di operativit quasi normali e uno scambio costante, senza costi per il partito, ed eccessivo dispendio di energia dei compagni, quando, o se, le condizioni future lo permetteranno possibile stabilire almeno un incontro o conferenza annuale di bilancio, fino ad allora questo pu essere svolto con mezzi appena indicati. Qualche considerazione sul Giornale locale e la Guardia di Difesa Operaia. Questi sono due strumenti centrali ed indispensabili ai fine dellagitazione, della propaganda del partito, e del rafforzamento organizzativo del proletariato stesso. Il giornale Accanto al giornale nazionale suggeriamo la costituzione di giornali o fogli-bollettini locali. Con una spesa di 10, 15 euro mensili possibile per ogni sezione, con software semplici come publisher(office),o altri, ricavare 40 copie di un foglio o giornale di otto pagine semplicemente unendo due fogli A3 fotocopiati, rivendendolo a 30, 40 centesimi a copia ci si pu rifare delle spese e approntare un fondo per un aumento delle copie successive, oppure si pu decidere di distribuirlo gratis. La commissione organizzazione pu approntare un formato di impaginazione standard da

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inviare ad ogni responsabile di sezione o cellula che provveder a riempirlo con i contenuti degli articoli ed il titolo del caso. Questo pu essere un utile ed efficace strumento di agitazione e di propaganda in particolare per le grandi fabbriche o quei luoghi di lavoro e fabbriche dove siano in corso lotte, e anche un ottimo veicolo di educazione della coscienza politica della masse. Ad esempio, un titolo che richiami il luogo di lavoro o la lotta specifica (per dire: ILVA in lotta, IRISBUS ecc, star poi alla sensibilit e creativit locale) pu essere un efficace strumento di intervento, attrazione e di coinvolgimento per i lavoratori stessi di quella fabbrica. Potrebbero riconoscerlo in breve come un proprio strumento, in questo modo il partito riuscirebbe ad acquisire maggiori simpatie, individuare lavoratori stessi da coinvolgere nella preparazione del giornale, essere percepito come lo strumento organizzativo e punto di riferimento di quei lavoratori, ispirare lo stesso spirito organizzativo della classe, sarebbe poi un ottimo veicolo per condurre unagitazione e propaganda che agevoli la maturazione della coscienza di classe tra i lavoratori del settore o del luogo, e che inietti elementi di formazione e coscienza politica nelle loro teste, che ne stimoli la discussione e dibattito, che offra il punto di vista alternativo a quello delle ideologie dominanti, che detti la linea della lotta nel posto di lavoro. Per questo oltre agli scopi particolari per il quale un simile strumento pu essere creato (cronache della lotta di riferimento, linea dazione locale e dibattito interno alla fabbrica) dovr avere uno spazio al suo interno riservato alle questioni di carattere generale e internazionale, analisi economiche, teoria marxista, che il partito centrale, o la struttura locale riterranno opportuno trasmettere, e soprattutto deve riuscire a strappare oltre alla simpatia, il sostegno ed il coinvolgimento dei lavoratori. Si tratta di uno strumento molto pi agile di propaganda e di ricostituzione della coscienza di classe, rispetto al giornale nazionale, e che ci consente di diffondere il punto di vista marxista rivoluzionario su ogni questione della lotta politica e sociale e dei rapporti di produzione in fabbrica favorendo leducazione socialista delle masse. Essendo legato allesigenza particolare di specifiche lotte nascer e perir, continuamente, a seconda delle circostanze e delle esigenze del caso, quasi come i volantini che ogni sezione fa ad hoc. Ma gi intorno a questo strumento si pu coagulare un nucleo di operai o lavoratori del luogo che possono essere la base di una futura cellula, e comunque lagitazione e le simpatie e lattenzione nei confronti del partito sarebbero notevolmente rafforzate. Esso inoltre un embrione di stampa operaia indispensabile se si vogliono contrastare le idee della classi dominanti prevalenti nella classe operaia. Allo stesso modo ci consente al nostro interno un primo lavoro di formazione teorica dei quadri e di specializzazione nella pubblicistica rivoluzionaria e nellagitazione, ci consente anche di impiegare e disciplinare in modo utile le conoscenze ed il tempo libero di settori della giovent studentesca con cui il partito in contatto nel lavoro organizzativo di preparazione e di diffusione e agitazione nelle fabbriche luoghi di lavoro. La Guardia di Difesa Operaia Questo, un altro importante strumento, per lagitazione, la propaganda e levoluzione della coscienza dei lavoratori, e la stessa creazione di rapporti di forza pi favorevoli nei luoghi di lavoro e nella societ. un dovere del partito istruire i militanti sul come e quando organizzazione una Guardia di Difesa Operaia. Questo compito sar assegnato alla commissione Organizzazione in collaborazione con quella Fabbriche (su cui svolger una lavoro di supervisione), che provveder ad adeguare sulla base dellevoluzione della situazione. In tutte quelle vertenze e lotte in cui i lavoratori, sia il rischio, o si trovino ad urtarsi con rappresaglie violente, intimidazioni, offese, da parte padrone, o la stessa repressione degli apparati dello stato borghese (pensiamo ad IKEA), o

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ancora nei casi di occupazioni di fabbriche e lotta al crumiraggio, ditte appaltatrici che tirano alle lunghe con i pagamenti degli stipendi ecc, i nostri militanti devono agitare la rivendicazione della costituzione di una Guardia di Difesa Operaia, favorirla laddove vi si presentino le condizioni, o comunque semplicemente agitarla laddove queste condizioni non siano ancora mature. Questo uno strumento che si riveler sempre pi fondamentale nel prossimo periodo per rispondere alle intimidazioni e rappresaglie del padrone in maniera efficace organizzata, incutergli con la stessa pressione, minaccia e uso della forza organizzata dei lavoratori la paura e ottenerne la resa. In questo modo si abituano, anche, i lavoratori allazione e allintervento diretto, rompendo il quadro passivo e demoralizzante, delle forme di lotta come gli appelli, le manifestazioni simboliche, i flash mob, a cui la burocrazia li ha abituati e dove li tiene imprigionati. Per i lavoratori questo pu essere un ottimo strumento di maturazione della coscienza di classe socialista, perch gli fa sperimentare e verificare lefficacia ed il vantaggi della loro azione diretta, dellimpiego della propria forza organizzata, ma anche uno strumento fondamentale di difesa della lotta laddove la repressione o il crumiraggio potrebbero determinarne una grave sconfitta, o al contrario lintervento della forza organizzata dei lavoratori potrebbe strappare, letteralmente a suon di schiaffoni, una vittoria, che non pu che rafforzare, accelerare ed estendere la preparazione della lotta successiva. Nel caso del confronto con le forze dellapparato di repressione borghese, la Guardia di Difesa deve curare particolarmente il problema della fraternizzazione con i lavoratori, o settori di questi lavoratori, e della disgregazione di queste forze. In ogni occasione in cui essa dovesse essere costretta ad un confronto fisico, (e comunque ogni qualvolta si determinino o si favoriscano situazioni come, scambi di battute e discussioni tra operai, lavoratori e salariati della parte opposta della barricata - molto comuni in situazione di picchetti sotto le fabbriche o luoghi di lavoro) lurto dovrebbe sempre essere preceduto, e se possibile preparato, da appelli alla fraternizzazione, rifiuti di obbedire agli ordini, scioperi dellordine pubblico, rivolti a questi salariati, senza che ci implichi nella maniera pi assoluta la rinuncia o linibizione da parte degli operai allesercizio del loro diritto allautodifesa o a prove di forza. Qualche compagno potrebbe sorrid ere a queste proposta, o addirittura ritenerla un tradimento. un tradimento tutto ci che indebolisce una lotta e contribuisce alla sua sconfitta, ma un simile piano dazione nella peggiore delle ipotesi pu semplicemente non sortire alcune effetto nella controparte, ma in caso contrario pu aprire brecce che non possono che agevolare la lotta stessa, soprattutto quando queste si generalizzeranno. I compagni che non capiscono questo non conoscono la logica e le tattiche della guerra - e la lotta di classe come una guerra, cos come lo la guerra civile che prescrivono la demoralizzazione, il rendere neutrale, o la disgregazione delle forze del nemico, e anche il passaggio di parte di esse nel proprio campo, e soprattutto ignorano la storia delle rivoluzione, che ricca di confronti simili. Ma non hanno nemmeno una visione chiara della situazione attuale e degli spazi da essa offerti al proletariato, dove sia in Italia e soprattutto in altri paesi (pensiamo al caso del sindacato panellenico di polizia, e di agitazioni di settori dellesercito in Grecia, o ancora agli scioperi e alle dure proteste della polizia in argentina contro i tagli salariali) al collasso economico e alla disgregazione politica dello stato democratico borghese si accompagnano fenomeni sempre pi crescenti di disgregazione, demoralizzazione, crisi e confusione dei ranghi bassi del suo stesso apparato repressivo e dellesercito. Inutile ricordare infine che per quanto riguarda la costruzione del Partito del proletariato rivoluzionario la Guardia di Difesa Operaia sar lembrione o il vivaio della futura Guardia Rossa.

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Anche per questo i nostri militanti devono curarne lagitazione e costruzione ed esserne la prima linea nelle sue come nelle altre lotte. Limportanza della Commissione per la pianificazione dellintervento permane nte del partito nelle fabbriche, luoghi di lavoro e nelle lotte in corso. La commissione dovr occuparsi di organizzare, pianificare, approfondire lintervento, il pi possibile costante, e assolutamente indispensabile e prioritario del partito nelle fabbriche principali nei luoghi di lavoro a partire della vertenze e le lotte incorso, delle fabbriche principali e di quelle lotte di popolo come TAV, MUOS, basi militari ecc. Una parte consistente del tempo dello stesso corpo militante giovanile e studentesco dovr essere impegnata fortemente nel lavoro di agitazione nei luoghi di lavoro e nelle fabbriche, soprattutto in corrispondenza di lotte in corso. La commissione dovr produrre dati e censimenti sui luoghi di lavoro in lotta, analisi generali della situazione, dati sulla presenza e la copertura del partito, verifiche e pianificazione dellintervento delle sezioni in particolare in quelle regioni e realt in cui sono presenti grosse lotte e grandi fabbriche (ad esempio ILVA e Bridgstone in puglia, o la Fiat a Pomigliano, settore sanitario, ecc.) analisi e dati sullumore e laria che si respira nei luoghi di lavoro, in modo da avere un quadro generale il pi possibile dettagliato che consenta di misurare umori ed evoluzione della lotta di classe. Insomma tutti gli elementi che consentano di avere il quadro generale pi dettagliato possibile dati indispensabili alle analisi del partito. In accordo con la commissione organizzazione predisporr la campagna di agitazione e di costruzione della Guardia di Difesa Operaia e strumenti di propaganda come il giornale. Curer tutti gli aspetti della lotta contro la burocrazia sindacale e contro il padrone. Seguir sia lagitazione nei luoghi di lavoro del programma rivoluzionario del partito sia la diffusione della coscienza socialista tra la classe operaia attraverso i mezzi principali delle propaganda: giornale, volantino, comizio e altre forme, producendo anche vademecum per gli agitatori in loco. Il comizio ai cancelli laddove tecnicamente possibile deve diventare uno strumento diffuso. I militanti devono sviluppare capacit da tribuni nelle lotte dei lavoratori. Laddove siano presenti fabbriche e lotte le sezioni dovranno garantire una presenza costante e periodica almeno un volantinaggio o diffusione del giornale locale e nazionale una volta al mese, suggerendo di individuare delle sedi prioritarie per non disperdere eccessivamente le esigue forze. La Commissione Internazionale importante rafforzare e sviluppare il lavoro della Commissione internazionale Esso indispensabile per stabilire e curare il lavoro di costruzione dei primi contatti con organizzazioni, sindacati, simpatizzanti, in particolare in Europa e nellarea del mediterraneo e lo scambio con i partiti fratelli del CRQI. Dovr raccogliere dati e produrre analisi, sintesi, delle lotte in corso a livello europeo e mondiale. Entrambi lavoro indispensabili per lorganizzazione delle conferenze internazionaliste a partire dalla Conferenza Europea del prossimo giugno. Le commissioni inoltre dovranno dotarsi di forme di collegamento costante tra loro e con gli organi centrali del partito che consentano una trasmissione veloce delle analisi e delle informazioni utili ai rispettivi lavori. Ad esempio la commissione internazionale pu fornire sintesi e rapporti utili alle strutture del partito ed alle sezioni per avere un quadro aggiornato di tutti gli aspetti della situazione internazionale. Pu produrre articoli o analisi e rapporti per gli articoli e le iniziative che la commissione organizzazione indicher al giornale del partito. Curare alcuni aspetti (primi contatti,

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traduzioni, ecc) del rapporto internazionale con altre lotte operaie utili alla commissione fabbriche, lavoro ecc. In conclusione Le commissioni sono uno strumento fondamentale per un efficiente lavoro del partito, e loro operativit non pu pi essere trascurata e deve essere rafforzata. Per questo proponiamo anche che vengano integrate con almeno un compagno o compagna per ogni regione, in modo da garantire una ripartizione del lavoro organizzativo costante tra il centro ed il territorio. La Commissione concepita nei termini sinora elencati pu divenire il principale strumento di infusione dello spirito organizzativo allintero corpo del partito, e aiutare a superare tutti i limiti individuati a partire dal problemi di finanziamento stesso e della formazione dei quadri.

Nel Sulcis (31%), a Carbonia (33%), a Porto Torres (36%), a Mirafiori (31%), a Rivalta (36%), a Venezia-Marghera (29%), a Porto Tolle (29%), a Taranto (27%) e nel quartiere Tamburi di Taranto.
ii

La crisi sabbatte sul proletariato del mondo intero con una forza terrificante. La riduzione dei salari supera labbassamento dei prezzi. Il numero dei disoccupati e dei semi-occupati diventa enorme, senza precedenti nella storia del capitalismo. I frequenti cambiamenti nelle condizioni dellesistenza personale influiscono molto sfavorevolmente sul rendimento del lavoro, ma escludono la possibilit di ristabilire lequilibrio delle classi sul terreno fondamentale, cio su quello della produzione. Lincertezza delle condizioni desistenza, riflettendo linconsistenza generale delle condizioni economiche nazionali e mondiali, costituisce attualmente il fattore pi rivoluzionario. (3Congresso dellInternazionale Comunista. Tesi sulla situazione mondiale ed i compiti dellInternazionale Comunista. VI. La classe operaia dopo la guerra.)
iii

Pensiamo ad esempio ai professionisti e tecnici influenzati oggi dallideologia del M5S, che il movimento operaio pu agevolmente conquistare alla propria causa contro la borghesia e per i socialismo, semplicemente offrendogli come alternativa alla disoccupazione e precariato di massa la piena occupazione come tecnici della panificazione socialista

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