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60 Congresso Nazionale ATI, 13 15 settembre, 2005, Roma

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ANALISI ENERGETICA ED ECONOMICA DI UN IMPIANTO DI PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA ALIMENTATO CON BIOGAS DA DISCARICA
P. Pierpaoli (1) A. Diotallevi (1) M. Diotallevi (2)
(1) Universit Politecnica della Marche, Facolt di Ingegneria, Dipartimento di Energetica, Via delle Brecce Bianche, I60100, Ancona, Italy. mail:p.pierpaoli@univpm.it (2) A.S.P.E.S. Multiservizi S.p.A., Pesaro, Italy.

Nel lavoro viene preso in esame un impianto di produzione di energia elettrica che sfrutta, come fonte energetica primaria, il metano, prodotto dalle attivit biologiche di una discarica controllata. La discarica controllata, di cui fa parte limpianto di produzione di energia elettrica a biogas, ubicata in localit C Asprete, Comune di Tavullia (PU), a circa 10 Km dalla citt di Pesaro e limpianto stato ufficialmente inaugurato il 15 Dicembre 1998. Lanalisi dellimpianto stata eseguita partendo da una breve descrizione del sistema di estrazione del biogas dal corpo della discarica, dal sistema di trattamento del biogas e delle apparecchiature elettromeccaniche destinate alla conversione del combustibile in energia elettrica, concludendo con la gestione automatizzata dellimpianto. Dal punto di vista funzionale limpianto a biogas stato analizzato nelle sue tre sezioni principali: captazione aspirazione biogas; trattamento e analisi; conversione in energia elettrica. Il biogas captato viene sfruttato come combustibile in due motori endotermici accoppiati a due generatori elettrici e, prima di essere utilizzato nella centrale, viene sottoposto a controlli analitici e trattamenti atti a migliorarne la qualit e quindi la resa.

Abstract

1. Caratteristiche discarica di C Asprete La discarica controllata di cui fa parte l'impianto di produzione di energia elettrica a biogas ubicata in localit C Asprete, Comune di Tavullia (PU), a circa 10 km dalla citt di Pesaro, in una zona collinare a bassa antropizzazione che risponde ai requisiti caratteristici di scelta di un sito idoneo. Questa discarica un impianto di smaltimento definito di 1 categoria, nel quale possono essere smaltiti i rifiuti solidi urbani (RSU), i rifiuti speciali assimilabili e i fanghi biologici provenienti dalla depurazione di acque di scarico civili. L'impianto stato attivato il 1 luglio 1992 ed occupa una superficie di 200.000 mq dei quali 120.000 saranno interessati dalle attivit concrete d "interramento sanitario" dei rifiuti. I restanti 80.000 mq sono dedicati agli impianti, agli uffici e al verde. 2. Gestione discarica La gestione della discarica stata affidata all'azienda ASPES Multiservizi S.p.a (Azienda Servizi Pesaresi - 350 dipendenti ca.), che oltre a svolgere il compito di raccogliere e smaltire i rifiuti, gestisce anche i servizi gas, acqua, fognature, verde e illuminazione pubblica. Fino al 1995 tali servizi erano gestiti da Amanup (Azienda municipalizzata per la nettezza urbana e i

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trasporti pubblici), mentre il gas, l'acqua e le fognature erano di competenza dell'Amga (Azienda municipalizzata per il gas e l'acqua). A partire da tale anno i due enti si sono unificati in un'unica azienda denominata Aspes (Azienda speciale pesarese), un ente pubblico economico la cui attivit doveva essere finalizzata sia al pubblico interesse sia al conseguimento di un profitto che quantomeno riuscisse a coprire i costi. Dal 1 Gennaio 1998 l'azienda ha cambiato forma giuridica di gestione diventando un consorzio - azienda di cui i Comuni serviti, da clienti, sono diventati comproprietari, mantenendo l'acronimo Aspes e passando ad Azienda per i Servizi Pesaresi; di recente l'azienda diventata Societ per Azioni con l'ingresso di azionisti privati.
3. Caratteristiche generali dell'impianto a biogas L'impianto di produzione di energia elettrica da biogas stato ufficialmente inaugurato il 15 Dicembre 1998; l'investimento intrapreso dall'azienda Aspes stato deciso in virt delle stime previsionali di produzione del biogas, che ne avrebbero reso possibile lo sfruttamento a fini energetici, come poi si verificato. Inoltre le deliberazioni emanate nei primi anni '90 sull'attuazione del piano energetico nazionale in materia di sviluppo degli impianti a fonte rinnovabile hanno facilitato ed agevolato la decisione di investimento. Dal punto di vista funzionale l'impianto a biogas pu essere suddiviso in tre sezioni principali: captazione - aspirazione biogas; trattamento e analisi; conversione in energia elettrica. Lo schema di fig. 1 riporta le principali apparecchiature elettromeccaniche che compongono l'area tecnologica di arrivo del biogas dai pozzi di captazione al gruppo elettrogeno. Occorre osservare che limpianto di captazione era preesistente all'impianto destinato alla produzione di energia elettrica, in quanto il biogas doveva comunque essere smaltito mediante termodistruzione con torcia; ad ogni modo stato oggetto di importanti modifiche e nuove installazioni, come da progetto, per venire incontro alle esigenze del nuovo sistema di smaltimento del gas prodotto dalla discarica.

Fig.1

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Il biogas viene sfruttato come combustibile in due motori endotermici accoppiati a due generatori elettrici: la scelta delle apparecchiature e dei macchinari stata fatta ipotizzando una portata media di biogas dalla discarica di ca. 250 Nm3 /h, un indice di funzionamento in termini di tempo pari a circa 0,80 (7000 h/anno) ed un potere calorifico medio della miscela gassosa supposto in base alle previste percentuali medie di metano in essa contenute (ca. 4500 kcal/Nm3 - 53% CH4). Tab.1
Anno 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Biogas prodotto 3 [m /anno] 2.312.518 3.921.644 5.032.918 5.852.234 6.518.164 7.037.332 7.556.319 8.054.756 8.540.754 9.019.332 9.493.109 9.964.635 10.434.690 10.905.696 11.378.334 8.670.814 7.057.881 6.075.102 5.443.566 5.014.462 4.704.283 4.466.409 4.274.583 4.112.807 3.972.685 3.849.346 3.738.511 3.640.008 3.549.197 3.466.501 Biogas prodotto 3 [m /h] 264 448 5754 668 744 803 863 920 975 1030 1084 1138 1192 1245 1299 990 806 693 621 572 537 510 488 469 453 439 427 415 405 396 Biogas captabile 3 [ m /h] 148 251 322 374 417 450 483 515 546 577 607 637 667 697 727 554 451 388 280 274 269 264 259 253 248 243 237 232 227 221

URVA DELLA PRODUZIONE E DELLA RECUPERABILITA' TEORICA DEL BIOGAG

1400 1200 1000 800 600 400 200 0

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10111213141516171819202122232425262728293031
A n ni
Bi ogas Pr odotto Bi ogas Recuper abi l e

Graf.1
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Per quanto riguarda la discarica di C Asprete, i calcoli previsionali effettuati per un periodo di tempo pari a 30 anni hanno condotto (Tab.1) a determinati valori della produzione specifica annua e oraria di biogas; stata calcolata anche la quantit di biogas captabile, ipotizzando un rendimento di captazione del 70% ed un indice di funzionamento dell'impianto pari a 7000 ore/anno come da progetto. Il corrispondente grafico (Graf.1) conferma l'andamento tipico delle curve di produzione.
4. Il sistema di captazione Il sistema di captazione deve assicurare lafflusso costante di biogas prodotto dalla discarica fino ai motori endotermici, garantendo anche una sua regolazione per migliorare le caratteristiche energetiche della miscela finale. Il percorso del biogas parte dai pozzi verticali di captazione (costruiti durante i lavori di abbancamento dei rifiuti o successivamente mediante trivellazione); tramite le tubazioni orizzontali giunge in collettori intermedi che miscelano il biogas di un singolo lotto; da qui parte un tubo di adduzione all'area tecnologica di trattamento che confluisce in un collettore generale di aspirazione in cui si miscela il biogas proveniente dai vari lotti prima di essere trattato, analizzato e usato per scopi energetici. Attualmente nella discarica di C Asprete lestrazione del biogas avviene tramite 50 pozzi di aspirazione, distribuiti con una certa uniformit sui 6 lotti di abbancamento; infatti i pozzi vengono dislocati uniformemente nei vari lotti tenendo conto che stato stimato un raggio di influenza di circa 25 metri. La dislocazione delle condotte di aspirazione che formano la rete di captazione stata valutata in base alla planimetria generale di ogni singolo lotto (pendenze, dislivelli, strade, dislocazione dei pozzi) e alla distanza tra i pozzi e i collettori di aspirazione intermedi, dette stazioni. Il sistema di captazione e trasporto del biogas dai pozzi di aspirazione pu essere scelto tra due metodologie differenti, quali: aspirazione passiva e aspirazione attiva: Aspirazione passiva: il biogas esce spontaneamente grazie alla sovrapressione che si crea all'interno del pozzo (digestore), come conseguenza della continua produzione di gas; Aspirazione attiva: prevede l'aspirazione forzata del biogas mediante la applicazione di una leggera depressione, in questo modo si evitano emissioni nocive e si favorisce il recupero energetico. In questo impianto stata scelta come soluzione impiantistica laspirazione attiva, effettuata con lutilizzo di aspiratori/compressori uno per ogni singolo motore. La depressione utilizzata deve essere sempre ad un corretto livello: normalmente i pozzi lavorano con depressioni nellordine di qualche mbar; le stazioni con depressioni di 4060 mbar e il collettore di aspirazione con depressione creata dai due aspiratori/compressori di 60-90 mbar. La caduta di pressione che si nota dagli aspiratori/compressori ai pozzi di aspirazione, generata dalle perdite di carico lineiche delle tubazioni, e dalle perdite di carico concentrate dei raccordi e delle valvole di regolazione. 5. Sistema di trattamento del biogas Il biogas, captato ed estratto dal corpo della discarica, viene sottoposto alla fase di pretrattamento volto alla eliminazione delle sostanze che possono causare danni e/o inconvenienti alle apparecchiature dell'impianto di aspirazione e di produzione di energia elettrica al fine di garantire la funzionalit del sistema di smaltimento e ottimizzare cos il recupero energetico (figura.2). Il sistema di pretrattamento costituito dai seguenti componenti impiantistici:
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filtro preliminare; valvole pneumatiche di sicurezza ON/OFF a chiusura rapida. gruppo aria compressa; deumidificatore; gruppo refrigeratore; separatore di condensa; aspiratori/compressori del biogas; stazione di filtrazione a carbone attivo; termodistruzione in torcia.

A seguire una succinta descrizione delle componenti impiantistiche

5.1 Filtro preliminare


Il primo trattamento a cui sottoposto il biogas effettuato dal filtro preliminare che consente l'eliminazione di materiale trascinato dalla massa gassosa; costituito da un elemento filtrante con grado di filtrazione pari a 1.000 micron realizzato in acciaio inox, con una superficie filtrante di 10.000 cm2. 5.2 Sistema di deumidificazione Il sistema di deumidificazione del biogas da inviare al motore endotermico sostanzialmente composto da uno scambiatore a fascio tubiero collegato, mediante un circuito chiuso ad acqua glicolata, ad un sistema di refrigerazione e condensazione ad aria posizionato fuori dalla zona di rischio. Tale trattamento si rende indispensabile per garantire una corretta separazione dell'acqua contenuta nel biogas e parallelamente provvedere alla separazione dei componenti solforati. La presenza di queste componenti aggressive, anche se a livello di tracce, pu determinare effetti di corrosione con risultati devastanti per le attrezzature utilizzate per la combustione dei biogas. Lo scarico della condensa realizzato nello scambiatore di condensa protetto mediante la stessa guardia idraulica in modo da evitare il risucchio di aria da parte dei turbo aspiratore.

5.3 Aspiratori/compressori di biogas


L'aspirazione e successiva compressione del biogas fino alla pressione necessaria garantita da una idonea apparecchiatura multigirante , di tipo centrifugo, posta a valle del separatore di condensa. Il lavoro di aspirazione/compressione effettuato delle soffianti viene regolato dal sistema di gestione computerizzato, che a sua volta utilizza gli input provenienti dai sensori sulla percentuale di metano presente nella miscela gassosa e sulla pressione di alimentazione del motore endotermico. Le caratteristiche meccaniche delle giranti sono le seguenti: hanno una portata nominale di circa 350 m3/h, la pressione del biogas sulla mandata si aggira attorno ai 110 mbar per fare in modo che all'entrata del motore, sommando le perdite di carico accidentali e lineiche, vi risulti una pressione di alimentazione di circa 80 mbar., se si verifica un calo di pressione allingresso del motore il sistema va ad agire sul numero di giri delle soffianti tramite un variatore di frequenza.

5.4 Filtro a carboni attivi


Lultimo trattamento a cui viene sottoposto il biogas, un processo di assorbimento su carbone attivo al fine di assicurare l'abbattimento di sostanze dannose presenti nel biogas, quali silossani (composti organici contenenti silicio e ossigeno), che alle temperature e pressioni della camera di combustione, danno origine alla formazione di depositi di silice
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(SiO2), particolarmente intorno alla sede delle valvole di scarico, alle teste dei cilindri, alle candele e ai collettori di scarico, comportando un sensibile aumento degli interventi di manutenzione al gruppo motore e diminuendone la loro vita utile.

5.5 Termodistruzione con torcia


Qualora vi sia eccesso di produzione di biogas (caso mai verificatosi) o l'impianto di produzione di energia elettrica sia fuori servizio per manutenzione ordinaria o straordinaria, o per blocchi dovuti ad allarmi, la captazione del gas dalla discarica e la sua combustione in torcia restano necessari al fine di evitare i potenziali rischi connessi alla produzione di biogas senza il suo utilizzo, cos come prescritto dalla normativa vigente.

Fig.2

6. Sistema di analisi del biogas Prima di essere utilizzato nella centrale elettrica si sottopone il gas a controlli analitici e a trattamenti atti a migliorare la qualit e quindi la resa. E previsto un sistema di controllo ed analisi del biogas aspirato per assicurare il corretto prelievo dalla discarica. In particolare previsto il controllo dei parametri caratteristici fondamentali, quali CH4 ed O2; lanalisi di tali valori permetter di stabilire lesatta taratura della valvola di regolazione, ai fini di una conduzione ottimale dell'impianto. Le informazioni che giungono al sistema di gestione computerizzata da parte dell'analizzatore sono tra i pi significativi poich permettono di controllare la qualit del biogas e, di conseguenza, di intervenire su determinate apparecchiature con un duplice scopo: mantenere un elevato livello di rendimento (ad esempio agendo sulle soffianti affinch la portata di biogas mantenga un adeguato contenuto energetico); evitare situazioni di pericolo (ad esempio azionando la valvola on\off all'ingresso del sistema di trattamento del biogas qualora si possano formare miscele esplosive). 7. Il motore endotermico Il gruppo comprende due motori endotermici accoppiati a due generatori in grado di erogare una potenza elettrica utile pari a circa 1 MW, con un funzionamento annuo di circa
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7000 h/anno; l'impianto prevede inoltre apparecchiature capaci di funzionare fino ad un limite minimo di potere calorifico del biogas pari a 3400 kcal/Nm3 e con parzializzazione del carico fino al 30% della potenza massima. I gruppi sono collocati all'interno di due container insonorizzati, questi ospitano anche i quadri di controllo dei motori (TEM), i quadri elettrici di controllo, di regolazione e di sicurezza dell'apparato. Due secondi container, attigui ai precedenti, ospitano il sistema di acquisizione dati e gestione computerizzata dell'impianto con i relativi quadri, la cabina di trasformazione, il locale ENEL M.T. per il vettoriamento su rete pubblica e tutte le apparecchiature elettriche relative alle utenze dell'intero impianto.

7.1 Caratteristiche tecniche


Il motore endotermico del tipo a ciclo Otto sovralimentato, adattato per il funzionamento con biogas da discarica, raffreddato ad acqua, mentre il generatore di tipo sincrono trifase autoeccitato. Le caratteristiche tecniche minime sono le seguenti: potenza meccanica motore: 485kW potenza elettrica ai morsetti dell'alternatore: 469 kW potenza termica immessa nel motore: 1282 kW fattore di potenza nominale: 0,8 tensione trifase nominale: 400 V frequenza nominale: 50 Hz regime di rotazione: 1500 r.p.m. ciclo di lavoro: Otto a 4 tempi rendimento elettrico: 36,6% al 100% del carico ca. 32% al 50% del carico sistema di avviamento: elettrico fluido di raffreddamento: acqua consumo specifico biogas: ca. 245 Nm3 /h; costante dal 75% al 100% del carico sistema di lubrificazione: forzato revisione generale motore: ca. 50.000 h Il motore a combustione interna alimentato dal biogas stato scelto nella versione da 12 cilindri disposti a V con angolazione di 60 con sistema di combustione a 4 tempi a miscela magra; provvisto di sovralimentazione a gas di scarico e di raffreddamento della miscela. Il motore non viene sfruttato al massimo della propria potenza: attualmente impostato ad un punto di funzionamento che varia dal 60-80% a seconda delle condizioni del biogas captato. Il mantenimento di questo valore fisso affidato ad un sistema elettronico (TEM) che provvede al monitoraggio dei parametri del motore e alla gestione del medesimo.

7.2 Container alloggiamento motore e impianto antincendio


I gruppi sono alloggiati in due container insonorizzati e ventilati (dim.: 9125 x 2435 x 2585 mm) che accolgono anche i quadri elettrici di gestione e di controllo dei medesimi. L'elettroventilazione necessaria per garantire una temperatura ambiente massima compatibile con i requisiti di funzionamento richiesti dai costruttori delle apparecchiature installate, comunque non superiore ai 40C; l'insonorizzazione garantisce un livello di rumore residuo che non supera i 60 dB(A) a 7 m. dal container grazie anche ai silenziatori per la presa d'aria esterna e per l'espulsione.

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8. Il generatore I generatori, accoppiati direttamente ai motori mediante giunto, sono del tipo sincrono trifase autoeccitato ed autoregolato ad asse orizzontale senza spazzole ed anelli sul circuito di eccitazione. I dati tecnici relativi ad un singolo generatore sono i seguenti: potenza attiva: 469 kW tensione di uscita: 400 V senso di rotazione: orario (visto dal lato accoppiamento) fattore di potenza nominale (cos ): 0,8 n poli: p= 4 frequenza: f = 50 Hz regime di rotazione: n = 1500 r.p.m. La linea elettrica derivata dalla cabina impianto collegata con un trasformatore, il quale provvede ad interfacciare il sistema di produzione di 1 categoria (B.T.) con il sistema di distribuzione di 2 categoria (M.T.) innalzando la tensione da 400 V a 20000 V. Il trasformatore accompagnato da un'unit di rifasamento (condensatore) da 30 kVAR 400V e della regolazione del fattore di potenza; in base alle prescrizioni ENEL quest'ultimo deve avere un valore medio mensile nel punto di consegna attorno a 0,9. 9. Gestione elettronica del motore Il sistema TEM (Total Electronic Management) concepito per la gestione e la regolazione elettronica della combustione del gas, nonch per il controllo del gruppo motore-generatore, con possibilit di controllo anche di accessori ausiliari come il circuito di raffreddamento. Il sistema effettua continuamente operazioni di diagnostica interna monitorando i circuiti elettronici e svolgendo un esame della plausibilit dei segnali di misura ad ogni ciclo del calcolatore. I segnali elaborati provengono da sensori analogici e digitali sul motore e sugli apparecchi di periferia dell'impianto, consentendo un esame approfondito dello stato dei principali componenti. La sezione composta da un comando modulare a programmazione memorizzata e da un calcolatore di comando che grazie ai segnali ricevuti, realizza tutte funzioni operative e di protezione del gruppo, ed in particolare: l'avviamento e l'arresto automatico del gruppo; il controllo e la regolazione della potenza richiesta; la regolazione della combustione e dell'emissione del motore; la memorizzazione dei dati rilevati. Il TEM in grado di segnalare ogni situazione anomala che si verifica durante il funzionamento; inoltre il sistema pu ordinare il disinserimento del gruppo e l'arresto dei motore in circostanze particolari quali bassa pressione dell'olio, alta temperatura dell'acqua del motore, avarie del circuito di raffreddamento, bassa pressione del gas di alimentazione. 10. Valutazione economica dellimpianto La redditivit degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati con fonti rinnovabili rappresenta il fattore relativamente pi sfavorevole nel confronto con gli impianti tradizionali a combustibili fossili. In questa situazione, tuttavia, caratterizzata da relativamente bassi costi di esercizio ed importanti costi di investimento, questo tipo di impianto gode, a proprio vantaggio, di opportune agevolazioni per quanto riguarda le tariffe di vendita dell'energia elettrica all'ENEL, soggette al provvedimento del Comitato Interministeriale Prezzi denominato C.I.P n 6 del 29 Aprile 1992 (recentemente aggiornato) che prevedeva incentivi per facilitare la
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diffusione di impianti a fonte rinnovabile, con un intento sia di carattere ambientalistico (riduzione delle emissioni di CO2 e di CH4) sia di risparmio energetico; non si trattato quindi di erogare contributi per finanziare gli investimenti ma di "imporre" un prezzo di vendita che consentisse, a questi impianti, il conseguimento di una certa redditivit. Premesso ci si proceduto all'analisi economica dell'impianto a biogas in oggetto, condotta confrontando il prezzo medio di vendita dell'energia elettrica con il costo del kWh autoprodotto e calcolando i tempi di recupero dell'investimento. Il provvedimento CIP n 6 aveva stabilito un sistema tariffario e contributivo articolato su componenti tecnico finanziarle per consentire un recupero accelerato del capitale investito; inoltre aveva introdotto un meccanismo di aggiornamento annuale delle tariffe applicato dalla Cassa conguaglio per il settore elettrico (CCSE), che tenesse conto dell'andamento dell'inflazione. I risultati conseguiti dall'Azienda Aspes Multiservizi fino ad oggi sono pi che soddisfacenti; in base ai prezzi di vendita fissati con lENEL per gli anni di esercizio svolti fino a Dicembre 2006, termine in cui scade il contratto con tariffa agevolata stipulato con lENEL, riuscita a coprire in soli 3 anni, con i ricavi, i costi sostenuti per l'investimento e sta conseguendo ottimi traguardi. In Tab.2 si pu notare landamento della produzione di energia elettrica negli anni, considerando che nel Novembre 2001 entrato in funzione il secondo generatore e che landamento non costante causa variazioni delle condizioni del biogas captato e dei fermi macchina per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. Tab.2
P R O D U Z IO N E E N E R G IA E L E T T R IC A 5 0 0 .0 0 0 4 5 0 .0 0 0 4 0 0 .0 0 0 3 5 0 .0 0 0 3 0 0 .0 0 0 2 5 0 .0 0 0 2 0 0 .0 0 0 1 5 0 .0 0 0 1 0 0 .0 0 0 5 0 .0 0 0 MAR '99 MAR '00 MAR '01 MAR '02 MAR '03 MAR '04 NOV '98 LUG '99 NOV '99 LUG '00 NOV '00 LUG '01 NOV '01 LUG '02 NOV '02 LUG '03 NOV '03 LUG '04 NOV '04

M ese

Conclusioni Lesperienza condotta, in questo ultimo quinquennio, dallASPES di Pesaro presso la discarica di C Asprete, conferma come lutilizzo del biogas prodotto dalle attivit biologiche naturali in un deposito di rifiuti solidi urbani rappresenti un valido metodo di utilizzo della risorsa energetica rinnovabile rifiuto e che leventuale applicazione dello stesso metodo alla miriade di discariche sparse nel territorio nazionale, ora maleodoranti sorgenti di inquinamento sia del territorio che dellatmosfera, possa contribuire
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Bibliografia 1) Damiani A., Gandolla M., Gestione del biogas da discariche controllate, Istituto per

lAmbiente, Milano, 1992. 2) DAntonio G., Trattamento dei rifiuti solidi urbani, Maggioli Editore, 1997. 3) Cella P., LEnergia alternativa: guida base per ottenere energia economica da sole, acqua, vento, rifiuti, legno, Longaresi, Milano, 1979. 4) Andreottola-Cossu, Modello matematico di produzione del biogas in uno scarico controllato, 1988.
5) Gadolla M., Dugnani L.,Trattamento dei gas di discariche controllate di rifiuti solidi

urbani, Sardinia 97, ISWA- International sanitary landfill symposium, Cagliari, 1978.
6) Lagrange B., Il Biogas: i rifiuti animali e umani come fonte di energia. Principi e tecniche

di utilizzazione, Longanesi, Milano, 1981.

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