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. Il fu Mattia Pascal Romanzo, scritto a puntate sulla rivista Nuova Antologia nel 1904, poi ripubblicato, con revisioni, nel 1910, nel 1918 e nel 1921. Il regista francese Marcel L'Herbier ne trae un film (1925). Nella ristampa del '21, Pirandello aggiunge una Avvertenza sugli scrupoli della fantasia, dove cita una notizia di cronaca simile al caso da lui narrato. La vicenda di Mattia Pascal raccontata in prima persona dal protagonista e rivissuta nella dimensione del ricordo interiore riportato alla coscienza. L'arco di tempo del racconto, se si esclude l'antefatto, di circa due anni. Si comincia con due premesse, poi inizia, a ritroso, la narrazione. I diciotto capitoli possono essere suddivisi in cinque parti. Nei capitoli 1-5 Si narra la "prima vita" di Mattia, orfano di padre ed erede di un discreto patrimonio che la madre, buona ma "inetta", affida all'amministrazione di un uomo avido, Batta Malagna, detto "la talpa", perch a poco a poco rode la riccheza di famiglia. Costui ha per un punto debole: soffre del fatto di non poter diventare padre e Mattia, per vendicarsi di lui, mette incinta sua nipote, Romilda, che gli era stata presentata dall'amico Pomino, e anche Oliva, la giovane amante dell'avido amministratore. Costretto, Mattia sposa Romilda e va a convivere con la suocera, la vedova Pescatore. La vita matrimoniale si rivela un inferno per il protagonista e il lavoro di bibliotecario fonte di noia e solitudine . Una doppia sciagura (la morte della madre e della figlioletta) fanno nascere in lui l'idea della fuga dal paese di Miragno, in cui si svolge tutta la prima parte della vicenda. capitoli 6 e 7, Mattia si reca a Montecarlo dove vince alla roulette e, diventando ricco. Durante il viaggio di ritorno a Miragno, in treno, legge sul giornale la notizia del suicidio di un uomo che la moglie e la suocera indicano essere lui. I capitoli 8 e 9 sono quelli in cui il protagonista, che si sente felice perche pensa di essere "libero" ,dalla moglie, dalla suocera, dai creditori, dal lavoro ... recide ogni legame con il passato, giungendo a gettare in una toilette lanello matrimoniale, e si costruisce una nuova identit. Si fa tagliare la barba si fa crescere i capelli, mette un paio d occhiali azzurri che nascondono l'occhio strabico, cerca un nuovo nome e lo trova casualmente, ascoltando una conversazione sul treno: Adriano Meis. Intorno a quel nome costruisce un passato lineare e inconfutabile: figlio unico di Paolo Meis, nato in Argentina, venuto in Italia a pochi mesi, privo di memoria dei genitori, in quanto orfano di madre e abbandonato dal padre,cresciuto dal nonno ormai morto. Viaggia per circa un anno in treno visitando varie citt , ma ben presto si rende conto dei limiti della'sua nuova vita: infatti <deve risparmiare perch il denaro vinto deve bastargli per tutti gli anni che vivr, in quanto non pu lavorare; non pu avere una casa, una residenza; non pu comprare neanche un cane perch dovrebbe pagare la tassa canina; non pu neanche avere un vero amico, quindi destinato alla solitudine. Decide di reagire e provare a vivere comunque. capitoli 10-16 narrano la "seconda vita" del protagonista che si svolge a Roma, che egli sceglie perch gli sembra adatta ad ospitare con indifferenza un forestiero della vita . Prende alloggio nella pensione di Anselmo Paleari, un persi "cervello di spuma" portavoce dell'autore, che espone a Mattia la cosid detta "filosofia del lnternino" Nella pensione conosce altri personaggi: Adriana, una giovane, timida e buona, figlia del Paleari, della quale si innamora; poi Terenzio Papiano, vedovo, genero del Paleari ladro e sfruttatore del fratello epilettico; e Silvia Caporale, l'altra pensionante, signorina non pi giovane brutta, baffuta, infelice. Una serie di fatti lo convince che non si pu vivere senza identit anagrafica: infatti, non pu denunciare l'aggressione di una donna per strada; non pu sposare Adriana; deve sottoporsi a un'operazione all'occhio sbalestrato" per paura di essere riconosciuto ; non pu denunciare i furti ai suoi danni ad opera del Papiano, non pu sfidare a duello il pittore spagnolo che lo schiaffeggia. Disperato, vaga di notte per Roma e si ritrova al ponte Margherita, sul" impeto di follia, che anche di grande lucidit, mette in scena il suicidio di Meis, lasciando cappello e bastone sul parapetto del ponte. Decide il finto suicidio per vendicarsi della moglie e della suocera che l'avevano costretto a quella menzogna "macabra". I capitoli conclusivi (17 e 18) sono quelli del ritorno a Miragno. Il protagonista ridiventa, anche nell'aspetto, Mattia Pascal: si taglia i capelli, si fa ricrescere la barba compra un cappello come quello che usava portare.Il personaggio si deforma ancora ricreandosi come era prima.
Gli resta solo quell'occhio rifatto, l'occhio di Adriano Meis. Ma il ritorno alla vecchia identit gli preclusa perch la moglie Romilda sposata con Pomino e, alla vista della loro figlioletta, Mattia rinuncia; alla sua vendetta. Sul giornale locale, "il Foglietto", compare un articolo su di lui risuscitato, ma egli ormai un morto-vivente e si trova ancora una volta "solo, senza casa , senza una mta". Vive con la zia Scolastica, va in biblioteca, si reca a portare fiori sulla sua stessa tomba e diventa scrittore di se stesso e del suo tragicomico caso (creato dalla grande mente comica teatrale di Pirandello) : quello di un uomo che prima era Mattia Pascal, poi diventato un altro di nome A. Meis, ora pertanto.il fu Mattia Pascal, cio "nessuno".