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intellettuali, sia italiani che stranieri (in: N. Abbagnano, La saggezza della vita, Milano, Rusconi, 1985, 30-31): Tutte le strade sembrano portare ad un pessimismo facile e comodo che d lapparenza, a chi lo sostiene, di essere accorto e alla moda. facile infatti giudicare il mondo umano, nella sua totalit, sulla scorta dei fatti di cronaca, dellincertezza e dei conflitti politici, delle difficolt economiche e dellimmoralismo dominante. Ed comodo trarre da questi fatti la linea di condotta della rinuncia e del conformismo. Perch preoccuparsi, lottare difendere i valori della vita quando tutto va male? Meglio acconciarsi alla realt, fare come fanno tutti, occuparsi soltanto dei propri interessi egoistici e vivere giorno per giorno nella ricerca del massimo piacere. E cos i mali in base ai quali si condanna il mondo pessimisticamente, diventano i beni che orientano e dominano la vita dei singoli e delle comunit. Se il vecchio pessimismo, quello difeso dalle religioni e dalle filosofie tradizionali, invitava gli uomini allascetismo, cio alla rinuncia dei beni mondani, il nuovo pessimismo non fa che invitare ala ricerca disordinata e squallida di tali i beni. questo il vicolo cieco in cui vanno a finire certi indirizzi della vitae della cultura contemporanee. Ma finire in questo vicolo cieco significa per luomo chiudersi le porte dellavvenire. La lotta per la vita, che luomo ha ingaggiato da che venuto al mondo, retta dalla speranza, e dal coraggio che la speranza alimenta. Si lotta per lintegrit fisica e morale di se stessi e dei propri cari, per ottenere e difendere il proprio lavoro, per mantenere in vita la comunit sociale e politica cui si appartiene. Si lotta contro il sopruso e la violenza, contro linvidia e la gelosia, per acquistare un minimo di pace e di serenit e per la possibilit di godere delle cose belle che si preferiscono. La lotta per la vita non contente tregue e abbandono perch anche ci che si conquistato si pu perdere da un momento allaltro. Ma appunto per questo la speranza la sua forza maggiore, la condizione essenziale della sua riuscita. Ci che lintelligenza calcolatrice prospetta come una possibilit per lavvenire diventa la meta effettiva dello sforzo umano solo perch mette in opera la speranza attiva e fattiva deluomo. Nella sua forma radicale, la rinuncia alla speranza, la disperazione, porta solo alla distruzione di s, con il suicidio o con la droga. Ed anche nelle peggiori condizioni possibili, luomo si aggrappa alla vita se un barlume di speranza gli si prospetta per lavvenire. La personalit forte, luomo coraggioso non quello che si limita soltanto a vedere il pericolo o la difficolt. quello che conta sulla sua forza per vincerli e spera, appunto, che la sua forza abbia la meglio. Certo, la delusione non solo un gioco, e magari un gioco redditizio per pseudo-intellettuali che scimmiottano, fuori tempo, Humphrey Bogart in Casablanca, occhio spento e piega della bocca allingi, ovviamente con limmancabile sigaretta fra le labbra. anche qualcosa di tremendamente serio per milioni di persone che non si divertono a giocare con essa, o che, quanto meno, non lo fanno consapevolmente; ma che in essa trovano il loro tormento e perfino la loro pi amara e segreta soddisfazione. Una soddisfazione sterile e proibita, certo; ma che farci: qualcosa sempre meglio di niente. Vivere nella delusione angosciante e conduce ad una sorta di tranquilla disperazione, che spoglia il mondo della sua bellezza e lo consegna al grigiore e alla monotonia di ci che non desta pi meraviglia, di ci che non fa mai battere il cuore. Ci deludono le persone; ci deludono le situazioni; ci deludono i luoghi, le professioni e perfino il tempo libero. Le cose non sono come ce leravamo immaginate, come le avevamo a lungo desiderate; insomma, tutta una frana. Eppure, a ben guardare, bisogna pur avere lonest intellettuale di riconoscere che, in moltissimi casi, la nostra delusione la conseguenza inevitabile di un errore di valutazione da parte nostra, di una aspettativa esagerata e, in gran parte, ingiustificata. Si rimane delusi perch ci aspettava qualcosa che non esiste, qualcosa che non era assolutamente realistico attendersi.
Che cosa c di male a sognare una realt pi bella, pi poetica, pi seducente di quella dogni giorno? Nulla; purch si sia ben consapevoli che la cosa comporta dei rischi. Noi possiamo puntare allideale per quanto riguarda noi stessi, nel senso che possiamo sforzarci di lavorare su di noi allo scopo di trascendere la nostra condizione presente ed accedere a un livello superiore di esistenza; ma non abbiamo alcun motivo di aspettarci la stessa cosa dagli altri. Troppo spesso tendiamo a scambiare la realt per i nostri desideri; troppo spesso crediamo di essere in perfetta sintonia con laltro, di pensare e sentire alla stessa maniera, di volere gli stessi obiettivi, mentre le cose stanno altrimenti. Quando, poi, sopraggiunge linevitabile delusione, ci sentiamo feriti, ingannati, traditi; ma, a voler essere veramente onesti, non sono poi molti i casi in cui quel senso di inganno e di tradimento davvero giustificato. La verit che, molto pi spesso di quel che non si creda, abbiamo fatto tutto da soli. Daltra parte, la delusione pu diventare un comodo atteggiamento mentale per giustificare la nostra rassegnazione, il nostro essere rinunciatari e la nostra diffidenza sistematica nei confronti della vita. Agendo cos, per, non facciamo altro che castigare ulteriormente noi stessi: perch ogni porta che chiudiamo davanti a noi, per amarezza o per paura di subire una nuova delusione, una occasione di apertura e una possibilit di essere felici cui volontariamente rinunciamo, e senza nemmeno aver provato a lottare. Certo, aprire delle porte sempre un rischio; e bisogna imparare a farlo con qualche cautela, con qualche accortezza; spalancarle e gettarsi oltre di esse, senza sapere minimamente che cosa vi sia al di l, non una forma di coraggio, ma di follia. E tuttavia, rimane il fatto che solo correndo qualche rischio noi possiamo esperire delle ulteriori possibilit di evoluzione spirituale, di arricchimento della nostra anima. Nulla di ci che ha valore, nella vita, ci viene regalato; ma sempre deve essere il risultato di un impegno, di uno sforzo, di un sacrificio. In questo senso crediamo si possa dire che la delusione un grande setaccio che separa il grano dalla pula e fa la vera differenza tra gli esseri umani. Tutti gli esseri umani, infatti, devono fare i conti con essa, o prima o dopo; ma quello che importa che ne sappiano uscire ancora integri nel proprio equilibrio spirituale, nel rispetto di se stessi e nella capacit di guardare al mondo con stupore, ammirazione e gratitudine. Quelli che si piegano sotto il suo peso, che imprecano e maledicono il mondo, che vanno in cerca dei colpevoli cui addossare la propria delusione, magari per vendicarsi, non hanno superato la prova e accumulano scoraggiamento e amarezza, forse rancore, che condizionano negativamente tutta la loro vicenda terrena. Essi sono gli sconfitti della vita, un esercito sterminato che non raccoglie chi non abbia avuto successo esteriore, ma chi ha mancato loccasione di trasformare le proprie delusioni in fattori di crescita e di consapevolezza spirituale. Questo esercito di sconfitti ammorba laria con le vibrazioni negative che promanano dalle delusioni in esso accumulate: vibrazioni a bassa frequenza che tendono a riprodurre, in una incessante spirale distruttiva, emozioni e sentimenti negativi quali frustrazione, senso di impotenza, rabbia, desiderio di vendetta. Noi tutti, per vivere bene, avremmo bisogno di essere avvolti e carezzati da vibrazioni ad alta frequenza, che solo le energie positive sono in grado di mettere in circolo, attraverso lapertura, lentusiasmo, lo stupore, la gioia, la contemplazione della bellezza. Una sala da concerti ove una folla rapita in estasi ascolta un brano organistico di Bach, una vera e propria sorgente di energie positive e, quindi, di vibrazioni ad alta frequenza. Una folla abbrutita dalla noia, dallansia, dalle preoccupazioni, dalla delusione, come lo quella che si muove nello squallore di una grande citt congestionata dal traffico e resa invivibile da rumori e da odori sgradevoli, rilascia ondate di energia negativa e, perci, di vibrazioni a bassa frequenza, che tendono ad autoalimentarsi incessantemente. Il segreto comprendere che la scelta di vivere allInferno o in Paradiso dipende sostanzialmente da noi stessi. Possiamo coltivare la speranza e la gioia anche in un contesto sfavorevole; e, viceversa, potremmo lasciarci sopraffare dalla delusione e dalla negativit anche in una situazione di per s favorevole. Abbiamo pi potere di quel che non crediamo e, quindi, anche pi responsabilit. 3