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FONETICA NELLINDIA ANTICA

LUCA BUSETTO

Introduzione
1

La lingua sanscrita ha avuto un modello di descrizione (e
normalizzazione) completa con la produzione grammaticale di Pini
(520-460 a.C. ca.?). Il trattato chiamato abdnusana Spiegazione
delle parole o Adyy Gli otto capitoli (o anche akam
pinyam) il suo maggior lavoro: esso consiste di otto capitoli,
ciascuno suddiviso in quattro parti. In questopera formulata una
completa teoria scientifica sulla fonetica, fonologia e morfologia e
viene fatta una distinzione tra lingua dei testi sacri e lingua della

1
Per quanto riguarda la traslitterazione delle parole dellantico indiano seguiamo
luso corrente, discostandoci in alcuni punti. Le laterali e vibranti vocaliche, secondo
la traslitterazione standard, andrebbero indicate con un punto sottoscritto:
(rispettivamente caratteri unicode 1E5B e 1E37); tuttavia questo uso potrebbe essere
in alcuni casi equivoco. Inoltre, in ambiente indoeuropeistico si segue la pratica
dovuta allautorevolezza del Mmoire di Sassure di indicare la sillabicit di una
liquida o nasale con un circoletto sottoscritto: j |; tuttavia il simbolo in varie
trascrizioni fonologiche internazionali segnala un carattere sordo; per questi motivi
adottiamo per segnare questi suoni con funzione vocalica il simbolo sottoscritto
che indica (nel sistema IPA) lapice sillabico: r l. Per lanusvra usiamo al
posto di . Le varianti combinatorie fricative velare (jihvmlya) e bilabiale
(upadmnya) del visarjanya sono trascritte (ed arbitrariamente introdotte anche
dove la tradizione del testo vorrebbe ) con , seguendo i simboli di A.
MACDONELL (1916). Le consonanti aspirate sono indicate con un (h in apice)
seguente locclusiva semplice. Le vocali medie, sempre lunghe, sono indicate senza
economizzare inutilmente il diacritico: ; ci giova nei riguardi diacronico-
etimologici. La fricativa palatale segnata (luso passato era ). Le occlusive
palatali sono indicate c j (anche se non sarebbe assurdo, nelle comparazioni tra pi
gruppi linguistici, indicarle j, per coerenza con e per ribadire il carattere
palatale). Oswald SZEMERNYI in Introduction to Indo-European Linguistics 4
th
ed.
(1996), a differenza delle edizioni precedenti, segna le palatali tramite e . I
simboli per le trascrizioni fonetiche seguono le convenzioni IPA.
191
comunicazione usuale. Sulla base di poco meno di 4000 regole
espresse in forma di aforismi (stra), costruisce di fatto lintera
struttura del sanscrito, la cui forma cambier appena nei successivi
duemila anni. Questa sistematizzazione aument grandemente la
duttilit alluso scientifico della lingua. Per nessuna lingua antica
abbiamo qualcosa di comparabile.
comunque evidente nec dubitari debet quin fuerint ante
Pinim grammatici: la compiutezza dellopera presuppone per forza
una tradizione linguistica alle spalle, in grado di giustificare un
processo di evoluzione; il trattato in una fase centrale della
tradizione grammaticale e ne raccoglie e sintetizza le trattazioni
precedenti, in modo da oscurarne la fama. Pini stesso riconosce
numerosi predecessori
2
, dei quali ci rimangono solo frammentarie
citazioni.
Tuttavia, Pini, pur occupandosi dellargomento, non tratta in
modo dettagliato di fonetica, ma presuppone per gli utenti della sua
opera una conoscenza completa della fonetica sanscrita e delle sue
differenti analisi classificatorie. Il numero di opere di commento
sottolinea la difficolt della sua analisi. Infatti la costruzione delle
frasi e la composizione nominale sono spiegate tramite regole ordinate
che operano su una struttura soggiacente, in maniera simile ad una
teoria moderna. Per molti aspetti le costruzioni ricordano le
definizioni di funzioni matematiche odierne: si fa uso di espressioni
condensate con aspetto algebrico, come il pratyhr sigla

2
piali, Kyapa, Grgya, Glava, Ckravarmaa, Baradvja, kaayana,
kalya, Snapa, Spyana.
192
(grammaticale), cio linclusione per abbreviazione di una serie
di lettere o radici in una sillaba, combinando il primo membro della
serie con lanubanda (< *band- legare), lindicatore con puro
valore grammaticale (segnato qui in traslitterazione con la lettera
maiuscola), dellultimo:
3
tutto ci mostra che lAdyy si
configura come unopera linguistica altamente tecnica e non come una
grammatica per linsegnamento della lingua, cos come potremmo
pensarla oggi. La grammatica (vykaraa) in senso stretto per gli
indiani antichi era una scienza specialistica, affrontata dopo gli studi
vedici, che includevano lo studio dettagliato della fonetica.
I Prtikya e la fonetica antica
In un periodo precedente alla descrizione e normalizzazione
della lingua sanscrita da parte dellopera grammaticale di Pini, nelle
scuole vediche erano sorte discipline ausiliarie alla letteratura vedica

3
Come introduzione al testo dellAdyy, distinto, ma tradizionalmente
associato, presente un repertorio di fonemi ripartito in quattordici gruppi (stra),
noto come iva-stra o Mhvara-stra, ma comunemente riferito come
Pratyhra-stra in quanto generatore di pratyhra (sigle grammaticali).
I 14 gruppi sono:
1. a i u
1
2. ja ba 3. r l K
4. ga a da 5.
1
6. ja ba ga a da
7. ai au C 8. ka pa ca a ta ca a ta V 9. ha ya va ra
10. ka pa Y 11. l
2
12. a a sa R
13. a ma a a na M 14. ha L
Questo repertorio di fonemi non include le vocali lunghe e le vocali protratte,
lindicatore della nasalit del suono precedente (anunsika indicato dal segno
candrabindu , in traslitterazione messo generalmente su un m di appoggio m:
mahm dity [m adtjh]), lanusvr (in origine, suono fricativo
nasalizzato omorganico al seguente: aa [ = ]), il visarjanya (o visarg), il
jihvmlya, lupadmnya e i tratti prosodici dellaccento.
Per fare un esempio, i primi quattro gruppi di lettere (pratyhra-stra) nella lista
delle lettere (akara-sammnya) usata da Pini sono: 1) a i u , 2) r l K, 3) ,
4) ai au C. Quindi la formula aC (a i u + r l K + + ai au C) sta per tutte le
vocali; aK per a i u r l; iK per i u r l; C per ai au.
193
del sacrificio. Esigenze diverse avevano spinto i brahmani ad un
minuzioso lavoro di esegesi dei testi sacri (della smrti rivelazione),
dando vita cos a quello che ci giunto come il corpus dei sei
Vdga (membra del Vda): fonetica (ik), metrica (canda),
grammatica (vykaraa), etimologia (nirukta), cerimoniale (kalpa),
astronomia (jytia).
La credenza che un qualsiasi errore di recitazione durante il
sacrificio fosse fatale per la buona riuscita aveva dato uno
straordinario impulso allo sviluppo della letteratura della fonetica
(ik) ed un primo esempio di questa tradizione laggiunta nella
Rg-Vda-Sahit (o Rg-Vda), accanto al testo sahit-pa la
parte originaria scritta con tutte i fenomeni di fonetica combinatoria
(sandi) caratteristici della catena parlata / recitata, di un testo
pada-pa, che riporta le parole isolate dal loro contesto.
4

Il testo pada dei Vda naturalmente successivo a quello della
sahit ed unanalisi artificiale fatta dai grammatici per scopi
cultuali e didattici.
A proposito dellutilit di questa segmentazione della catena
parlata in parole isolate, operata sui testi sacri, nellAtarva-
Prtikya IV 107 possiamo leggere:
paddyayana antdi-abda-svarrta-jntam

4
Le parole del testo pada si presentano nella forma che assumono nel particolare
contesto prima di una pausa. Ad esempio la -s finale, si presenta sotto diverse forme
( come s r * (in < *au < *az ?)) delle quali solo una delle possibilit.
194
lo studio (adyya) delle parole isolate (pada) ha lo scopo di
insegnarne (jntam) linizio e la fine (antdi), la pronuncia
(abda), il tono (svara), luso (arta)
e con pi decisione Atarva-Prtikya II 1 dice:
apaddyy sahit vinayt tasmd bi kraair
avaydyyni
senza (a-) lo studio delle parole isolate si potrebbe sbagliare
(vinayt) nel testo continuo (sahit); da ci (tasmd) per queste
ragioni [sono] cose da studiare (adyyni
5
) necessariamente
(avayam)
NellAdyy Pini tratta di fonologia ma non d indicazioni
dettagliate su come sono prodotti i suoni: egli per indubbiamente
presuppone, per la lettura del suo trattato, una dettagliata conoscenza
della fonetica sanscrita, altrimenti molte parti risulterebbero
completamente incomprensibili. Ad esempio si prendano in
considerazione i seguenti stra (KATRE, 1987):
1.1.9 tlysya-prayatna svaram
unimpostazione (prayatna) della cavit orale (sya) simile
(tulya) [] omofona (savara)
6

8.4.58 anusvrsya yYi pra-savar
quando c unocclusiva o approssimante (yaY)
7
seguente
(para), [c] un omofono (sa-var) di anusvra

5
avaydyyni: nominativo neutro plurale, composto da avaya- (regolare come
primo elemento composizionale per lavverbio avayam) e adyya-, gerundivo
(participio futuro passivo = radice al grado gua + -ya) di ad- studiare (da adi +
i- andare).
6
Termine fonetico importante: da sa- (indicante comunanza) + var forma,
colore, classe.
195
8.4.59 v padntsya
o (v) [un omofono] della fine di parola
8.4.60 tr li
quando c l, [c un omofono] di t e d
8

8.4.61 d-a st-stanb prvasya
dopo ud-, [c un omofono] dellinizio di st- e stanb-
9

8.4.62 jaY hnyatarsym (| j-a-Y-as | ha-s | anya-tara-sym |)
dopo unocclusiva (jaY
10
), talora [c un omofono] di h
Il referente a cui il termine sa-vara (lett. che ha lo stesso
colore) rinvia pu essere individuato di volta in volta solo se si hanno
chiare le varie caratteristiche articolatorie dei suoni: ad esempio in
8.4.58-59 il savara di anusvra (nasale pura [ ], cio
labbassamento del velo palatino che prende la colorazione del
suono seguente) unocclusiva nasale ( n m [ n m]), mentre
in 8.4.62 il savara di h (sonora aspirata h []) dopo occlusiva

7
Si noti qui la necessit di saper sciogliere correttamente, con tutto ci che
presuppone, la sigla grammaticale: yaY = {ha} ya va ra + l + a ma a a na
M + ja ba + ga a da + ja ba ga a da + ka pa ca a ta ca a ta V +
ka pa Y, che indica quindi linsieme di tutte le occlusive orali e nasali e delle
approssimanti.
8
tr la forma davanti a sonora di *ts = t + - s (< *ous, con variante RUKI s
della s) genitivo duale di tau indicante le due t, la coppia di cui il primo t. Si ha
infatti la regola assimilatoria: -t + l- > -l l-; -d + l- > -l l-; ad es. tat likati >
tallikati.
9
Si ha infatti: d-st- > t-(t)t-; d-stamb- > t-(t)tamb-.
10
La sigla jaY sta per ja ba + ga a da + ja ba ga a da + ka pa ca
a ta ca a ta V + ka pa Y, indicando tutte le occlusive orali (ed escludendo quindi
le nasali n m).
196
unocclusiva sonora aspirata (ad esempio: tat + hi > tad hi o tad
di).
11

Una grammatica come lAdyy poteva essere studiata solo
da coloro che erano gia esperti di fonetica, che conoscevano i luoghi
di articolazione dei suoni, gli articolatori coinvolti, i tipi di costrizione
della cavit orale e gli stati della glottide.
Fondamentali per la descrizione di questi elementi distintivi
sono i trattati chiamati Prtikya, contenenti regole di pronuncia,
accento, fonetica combinatoria.
Il Taitirya-Prtikya XXIV 5 elenca i fattori che devono essere
tutti conosciuti per affrontare la letteratura vedica:
gurutva lagut smyam hrasv-adrga-plutni ca |
lpgamavikrca prakrtirvikrama krama ||
svaritdttancatvam vs ndgamva ca |
tat-sarva tu vijya cand-bm-adyat ||
pesantezza, leggerezza, uniformit; quantit breve lunga
protratta; elisione incremento assimilazione; base, vikrama, krama;
tono circonflesso acuto grave; fiato, voce, giunture: tutto questo deve
essere compreso da chi studia la lingua vedica
Il primo verso dellAtarva-Prtikya dichiara la materia
contenuta in questo tipo di trattato:
catur padajtn nmkytpasarganiptn
sandyapadyau guau pratijam

11
In questa posizione non possono presentarsi tutte le consonanti indicate da jaY:
le uniche consonanti occlusive permesse in fine di parola sono k t p; per ci i
savara di h [] potranno essere solo quattro, g d b e non si avr mai j.
197
le qualit (gua) delle quattro classi della parola nomi
(nma), verbi (kyta), preposizioni (upasarga), particelle (nipta)
sia in congiunzione che isolate, sono largomento
Qui il termine qualit (gua) ha il significato tecnico di
caratteristiche distintive, soprattutto per quanto riguarda laspetto
fonetico-articolatorio.
Anche in opere non tecniche come i Brhmaa, gli rayaka e
le Upaniad possiamo trovare termini quali: luogo di articolazione
(stna), articolatore mobile (karaa)
12
, occlusiva (spara),
fricativa (man), approssimante (antast), vocale (svara) e
sonora (gavat)
13
.
I Prtikya, che trattano della pronuncia del rispettivo Vda
sono i seguenti:
Rg-Vda Rk-Prtikya
Sma-Vda Rk-tantra-vykaraa
Yajur-Vda (nero) Taittirya-Prtikya
Yajur-Vda (bianco) Vjasanyi- o Ktynya-Prtikya
Atarva-Vda Atarva-Prtikya
Il Taittirya-Prtikya il testo antico facente parte del
corpo della redazione Taittirya dello Yajurvda nero che contiene
il maggior numero di informazioni sullarticolazione dei suoni
sanscriti. Esso inizia con lakara-sammnya, la lista dei suoni
della lingua. Molto interessante per questo la parte iniziale del
Taittirya-Prtikya (paragrafo I, versi 1-14):

12
Gpata Brhmaa I 24: stnnupradna-karaam.
13
Cfr. Aitarya rayaka III II 1; Cndgya Upaniad II XXII 3-5.
198
1) ata vara-sammnya
Ecco la lista dei suoni:
2) ata navdita samnkari
ora, le nove allinizio sono vocali omogenee
3) dvdv savar hrasva-drg
a due a due, breve (hrasva-) e lunga (drga-), simili (savara)
Queste nove vocali (akara n.) iniziali sono definite samna
omogenee, cio, evidentemente, con il timbro vocalico costante.
Esse vanno identificate come a i u r r l. Inoltre a due a due,
quando si tratta di breve e di lunga, sono definite sa-vara dello
stesso colore.
Parallelamente, il Vjasanyi-Prtikya testo del corpo
della redazione bianca (ukla) dello Yajurvda presenta nel suo
akara-sammnya la serie delle otto vocali iniziali dette sim
14
: esse
sono a i u r r, simili a coppia.
4) na pluta-prvam
non cos, se c una protratta precedente
Se quindi si prendono in considerazione anche le vocali
protratte, queste interrompono la successione di due in due. Al verso
20 si legge:
hrasv varttirastraym
la vocale breve seguita da -vara sta per le tre vocali
e quindi a-vara sta per la triade a ; i-vara per i ; u-vara
per u . Il Rk-Prtikya I 1-2 specifica due tipi di vocali: otto

14
1.44: sim-ditau svarm
199
monottonghi (samnkara: a i u r r) e quattro dittonghi
(sandyakara: ai au):
aau samnkary dita
le otto allinizio sono vocali omogenee (samnkara)
tata catvri sandyakary uttari
le quattro che vengono dopo sono vocali coalescenti
(sandyakara)
Le sedici vocali di Taitirya-Prtikya I 5 vanno identificate
in: a i u r r l ai au:
5) adita svar
le 16 iniziali sono vocali
6) vyajanni
il resto, consonanti
7) dy pacavimati spar
le prime (dya) venticinque, occlusive (spara)
8) par-catasr ntast |
le successive quattro (catasras), approssimanti (antast)
Le approssimanti sono chiamate anta()st stanti nel mezzo:
il termine deriva dal fatto che esse nellordinamento alfabetico
trovano posto (-st) tra le occlusive e le fricative: ci chiarito dal
commentatore Uvaa (su Rk-Prtikya I 9): sparmam
antarmady tiantty antast in mezzo a occlusive (spara) e
fricative (man) stanno le approssimanti (antast).
9) par a-ma
le sei dopo, fricative (man m.)
Le fricative ( s h), denominate man (letteralmente
calore, vapore, forse per il soffio daria compressa che esce durante
200
larticolazione), sono realizzate nello stesso luogo delle corrispondenti
occlusive (Taitirya-Prtikya II 44-45):
spara-stnma nuprvya
karaa-madya tu vivrtam
le fricative secondo lordine [sono prodotte] nel luogo
darticolazione delle occlusive, ma il centro dellarticolatore aperto
Il termine man non applicato solo alle tre lettere con statuto
fonologico s, ma anche a - - (varianti combinatorie di -),
allaspirata sonora h, formando cos un gruppo di sei suoni. Infine il
termine man riguarda anche la fase di rilascio delle occlusive
aspirate, dette appunto sman (sa-man). I sei suoni classificati in I
9 come fricative sono di due tipi: le cinque fricative sorde
omorganiche alle cinque serie di occlusive, da un parte; dallaltra
ha, fonologicamente sonora. Le cinque fricative sorde sono:
jihvmlya (,velare); a (, palatale); a (, postalveolare
retroflessa); sa (s, dentale); upadmnya (, bilabiale).
10) sparnm-nu-prvya pacapaca varg
delle occlusive, con successione di cinque in cinque, sono le
serie (varga)
11) pratama-dvitya-trtya-caturtttam
prima, seconda, terza, quarta, ultima
Le venticinque occlusive (spara) sono suddivise secondo la
caratteristiche articolatorie. In base al luogo di articolazione abbiamo
le serie indicate dalla sorda semplice (Taitirya-Prtikya I 27):
pratam vargttar vargky
201
una prima occlusiva seguita da -varga d il nome (ky) alla
serie
per cui si hanno serie del tipo ka-varga, ca-varga, ; mentre in
base allo stato della glottide e alla posizione del velo palatino sono
ripartite in cinque classi fonatorie. Esse sono: 1) sorda semplice
(pratama), 2) sorda aspirata (dvitya), 3) sonora semplice (trtya), 4)
sonora aspirata (caturta), 5) nasale (pacama o uttama). Le 25
occlusive (spara) sono chiamate anche vargya.
vargya

p
r
a
t

a
m
a


d
v
i
t

y
a


t
r
t

y
a


c
a
t
u
r
t

a


u
t
t
a
m
a

ka-varga k k g g
ca-varga c c j j
a-varga
ta-varga t t d d n
pa-varga p p b b m

12) ma-visarjanya-pratama-dvity ag
le fricative ( s ), visarjanya (), la prima e la seconda
(serie) sono sorde
13) na hakra
ma non h
15

14) vyajana- gavn

15
Per quanto riguarda luso di indicare le lettere con i suffissi -kra o -a (trascritto
a volte -a) possiamo distinguere (Taitirya-Prtikya I 16-17):
vara krttar varky | akra-vyavt vyajannm
un suono seguito da -kra il nome (ky f.) del suono, con a interposto per
le consonanti
mentre I 20-21 dice:
hrasv varttirastraym | akr vyajannm
la vocale breve seguita da vara sta per le tre vocali | -a per le consonanti
quindi, ka il nome della consonante k, mentre kakra il nome del suo suono.
202
il resto delle consonanti sonoro
La consonante h descritta qui come non sorda n sonora.
Gli aggettivi aga sordo e gavat sonoro riguardano
lanalisi fonematica, per cui anche h e le sonore aspirate possono
essere dette gavat. Questo termine non si applica alle vocali, che
non sono distintivamente sonore. Per indicare, da un punto di vista
fonetico, la sordit e la sonorit modali si usano i termini vsa fiato
e nda voce (con gli aggettivi vsin e ndin). Quindi le vocali
possono esser dette ndin ma non gavat; h [] (con le sonore
aspirate, cfr. oltre) pu essere definita gavat, ma non ndin.
Di seguito rappresentiamo una tabella che schematizza i suoni
dellantico indiano.
Sistema fonetico antico indoario
g
l
o
t
t
a
l
i

v
e
l
a
r
i

p
a
l
a
t
a
l
i

r
e
t
r
o
f
l
.

d
e
n
t
a
l
i

l
a
b
i
a
l
i

k c t p
sorde (aga)
sman k c t p
g j d b
sonore (gavat)
sman g j d b
o
c
c
l
u
s
i
v
e

(
s
p
a
r

a
)

nasali (nsikya) -- n m
fricative (man) h - - s -
c
o
n
s
o
n
a
n
t
i

(
v
y
a

j
a
n
a
)

approssim. (antasth) y r l v
brevi a i r l u
lunghe r
vocali omogenee
(samnkara)
(protratte) () () ()
brevi
v
o
c
a
l
i

(
s
v
a
r
a
)

dittonghi (sandyakara)
lunghi ai au
La vocale l non attestata nella fase pi antica, dove anche lutilizzo di l
molto scarso e l attestata (come vocale al grado ridotto) in un sola radice (kalp-).
In vedico si trovano le varianti combinatorie intervocaliche -- -- per -- --.
203
I suoni , non sempre distinti, si trovano di solito indicati nei testi a stampa
con ; la forma di e nella scrittura Dvangar la stessa: entrambi (quando
distinti da ) sono rappresentati -.
I dittonghi brevi (con inizio chiuso //) , nella fase pi antica realizzati
ancora con due timbri, evolveranno presto in monottonghi [e o], ma nellanalisi
fonematica saranno considerati ancora bitimbrici.
Descrizioni articolatorie
Il procedimento di costrizione del tratto vocale per la
modificazione del flusso daria (e quindi per larticolazione del fono)
provvede i criteri fonetici per la classificazione dei suoni e alla
distinzione tra vocali (svara) e consonanti (vyajana). Sono stati
riconosciuti quattro gradi di chiusura tra larticolatore attivo (karaa)
e quello passivo (stna). La massima chiusura, che caratterizza le
occlusive, detta spra tocco, mentre la minima, che caratterizza le
vocali, vivrta apertura; gli altri due sono gradi intermedi.
Lpiali-ika III 4-7 classifica i modi di articolazione nel
seguente modo:
spra-karan spar
at-spra-karan antast
ad-vivrta-karan umna
vivrta-karan svar
le occlusive sono con larticolatore a contatto; le approssimanti
con lalticolatore a lieve contatto; le fricative con laticolatore a lieve
distanza; le vocali con larticolatore a distanza
La Pinya-ik 38 usa termini un po differenti ma analoghi:
aCspr yaas-tv-an-nma-spr aLa smrt
204
spr haLa prkt nibdnupradnata
delle vocali (aC
16
) sono insegnate con non-contatto (a-spra);
delle approssimanti (ya
17
) con lieve (at); delle fricative (aL) con
semi-contatto (nma-spra);
le rimanenti (a) consonanti (haL) sono dette con contatto;
imparalo dalle caratteristiche secondarie
Il Rk-Prtiakya XIII 9-11 adotta una classificazione pi larga e
descrive i modi di articolazione distinguendo solo tre tipi:
spram astitam
duspra tu prggakrccaturm
svarnusvrmam aspra stitam
[per le occlusive] c un contatto momentaneo (astita);
ma un contatto imperfetto (du()spra) per le quattro prima di
hakra [y r l v];
per le vocali (svara), le nasalizzate
18
(anusvra), le fricative
(man) un costante (stita) non-contatto (a-spra)


16
aC = a i u + r l K + + ai au C, a cui vanni aggiunti i fattori
soprasegmentali delle tre lunghezze, dei tre accenti e della assenza/presenza di
nasalit (anunsika).
17
ya = {ha} ya va ra + l .
18
Lanusvra, almeno nel periodo pi antico, quando non era una pura
sostituzione grafica della nasale omorganica precedente unocclusiva o del tratto di
nasalit della vocale precedente, indica un suono nasale omorganico alla seguente
fricativa. Prima di una fricativa infatti la nasale differente dallocclusiva nasale (
n m) che precede unocclusiva: essa unanticipazione sonora nasalizzata della
fricativa seguente.
205
procedimento di costrizione es. per le palatali
Occlusive spra contatto c [c]
Fricative at-spra lieve contatto y [j]
Approssimanti ad-vivrta lieve apertura []
Vocali vivrta apertura i []
Il sistema consonantico antico indiano presenta un sistema di
occlusive in cinque serie per le quali abbiamo descritto sia il luogo di
articolazione che larticolatore attivo. Questi ultimi sono indicati nel
seguente modo:
yad upakramyat tat stnam | ynpakramyat tat karaam
quello che avvicinato il luogo (stna); quello con cui
avvicinato larticolatore (karaa)
Nella maggioranza dei casi larticolatore attivo unarea della
lingua, mentre per le labiali il labbro inferiore (collegato alla
mascella) ad esser considerato larticolatore attivo. Di seguito sono
schematizzati stna e karaa per le diverse serie.
stna (luogo di articolazione) karaa (articolatore attivo)
glottali kaa glottide
velari hanu-mla
radice della
mascella
jihv-mla radice della lingua
palatali tlu palato duro jihv-madya centro della lingua
retrofl. mrdan post-alveolo
jihv-agra
prativita
apice della lingua
retrofl.
dentali danta denti
jihv-agra
prastra
apice della lingua
piatto
labiali uttara labbro superiore adara labbro inferiore
Velari
Il luogo di articolazione pi arretrato (glottali h [], - [h] a
parte) con il quale, secondo lordinamento tradizionale, iniziano le
206
serie delle occlusive (spra o spara) quello velare, che descritto
nel seguente modo:
hanuml jihvmlna ka-varg sparayati
19

nella serie-k [velare] creato un contatto dalla base della lingua
nella base della bocca
Il termine hanu-mla base della mascella (o forse in senso pi
tecnico radice dellosso palatino) rende in modo per noi poco chiaro
ma comprensibile il luogo del velo palatino: infatti esso inizia
dove termina (mla base, radice origine: linizio o la fine sono
relativi) la parte ossea (hanu in senso tecnico) del palato. Non sembra
che ci siano ragioni per ipotizzare unarticolazione uvulare. Bisogna
tenere presente che lo spazio di questo luogo di articolazione, per la
presenza delle palatali, doveva essere meno passibile di adattamento
alla vocale contigua e non avere forse una variante molto avanzata
davanti alle vocali anteriori.
In questo luogo, oltre alla cinque consonanti del gruppo spara,
abbiamo un altro suono fricativo, - [x], chiamato jihvmlya
velarico, tassofono davanti a velare sorda della -s finale:
jihvmlyasya jihvmlam
20

del velarico velare
Palatali
Le palatali dovevano avere una reale articolazione occlusiva
palatale [c ]. La pronuncia hind moderna invece presenta delle

19
Taitirya-Prtikya II 35.
20
Siddnta-Kaumud 10.
207
affricate laminali postalveolari [ ] (gi dette palato-alveolari), con
unevoluzione tuttaltro che insolita, facilitata dallinstabilit dovuta
allampia superficie di contatto del dorso della lingua e al breve spazio
articolatorio delimitato dalle velari contigue. (In Sindh e Pajab
abbiamo la realizzazione ancora puramente occlusiva palatale[c ]
21
)
tlau jihvmadhyna ca-varg
22

nella serie-c [ creato un contatto] dal centro della lingua nel
palato
Per gli altri modi darticolazione non occlusivi si legge:
tlau jihvmadyam i-var
23

nelle vocali i, il centro della lingua nel palato
tlau jihvmadyntby ya-kr
24

in y, con i due limiti del centro della lingua nel palato
Retroflesse
Le retroflesse sono caratterizzate da uno speciale fenomeno:
larticolatore sempre lapice della lingua come per le dentali, ma ha
la caratteristica aggiuntiva di essere retroflesso (prativita):
mrdanyn jihvgr prativitam
25

delle post-alveolari lapice della lingua (jihvgra) retroflesso
(prativita)
jihvpgra mrdanynm | jihvgrdkaraa v
26


21
Cfr. LAVER (1994) pag. 354.
22
Taitirya-Prtikya II 36.
23
Taitirya-Prtikya II 22.
24
Taitirya-Prtikya II 40.
25
Aitarya-Prtikya I 22.
26
piali-ik II 6-7.
208
larticolatore delle retroflesse con la parte vicina allapice
(upgra) della lingua, o la parte in basso allapice (agrds) della
lingua
Lo spiazzamento dalla posizione neutra (zona dentale) dellapice
della lingua verso una zona posteriore fa s che il contatto con
larticolatore passivo avvenga con la parte sub-apicale della lingua.
Riguardo al luogo di articolazione presente una difficolt di
traduzione: il termine mrdan in senso non tecnico significa testa,
cranio, cima, inizio, mentre nel significato fonetico indica
evidentemente quella zona anteriore dellarcata palatale,
immediatamente seguente agli alveoli, in cui c un innalzamento
della volta. Il sostantivo tetto e laggettivo tettale ci sembrano
troppo impressionistici. Ci sembra meglio optare per una traduzione
interpretativa meno letterale, ma articolatoriamente motivata, e
rendere la classe mrdanya con post-alveolare.
mrdaabdna vaktravivarparibg vivakat
27

con la parola mrdan si intende la parte (bga) superiore
(upari) della cavit (vivara) della bocca (vaktra)
La descrizione di questa articolazione data dal Taitirya-
Prtikya (II 37), parallelamente alle altre, :
jihvgra prativya mrdani a-varg
nella serie- [ creato un contatto (sparayati)] dallapice della
lingua retroflesso nel post-alveolo (mrdan)
Dal punto di vista storico le retroflesse sono entrate
relativamente tardi nel sistema fonetico indo-ario (verosimilmente per

27
Tribyaratna.
209
influenza delle lingue dravidiche) e per questo occupano una
posizione particolare nel sistema, condivisa dallapprossimante r, che
si presenta in alcuni contesti come suppletiva (quindi
sistematicamente equivalente) della controparte sonora della fricativa
sorda retroflessa
28
: *sarvais+gunais > *sarvai+gunai >
*sarvai+gunai > sarvair gunai con tutte le qualit.
Il termine danta-mla radice dei denti, alveoli indica invece
unarticolazione alveolare generalmente indicata come caratteristica di
r e r, indicate con il nome rpa, cio con un suffisso speciale (non
con -kra).
rpasya dantamlni
[i luoghi] dei suoni r [sono] gli alveoli
rp jihvgramadyna pratyag dantamlbya
nella r dal centro della punta della lingua dietro la radice dei
denti
Dentali
Le consonanti dentali sono articolate ai denti o agli alveoli con
la punta della lingua in posizione non retroflessa (prativita), ma
come specifica lAitarya-Prtikya piatta (prastra).
dantyn jihvgra prastram
29

delle dentali lapice della lingua piatto (prastra)
jihvgra ta-varg dantamlu [sparayati]

28
La variante RUKI di s (indicata da Brugman con ) diviene , come mostra la
locuzione fossilizzata dyau-pitar- (< *djus-pter).
29
Aitarya-Prtikya I 24.
210
nella serie-t [ creato un contatto] dallapice della lingua nella
radice dei denti
Le descrizione sullesatto luogo dove avviene il contatto variano
leggermente (tra danta denti e danta-mla alveoli).
Lapprossimante l generalmente associata alle dentali.
inoltre disapprovata una realizzazione con risonanza velare [l].
Labiali
Le occlusive e la fricativa labiale (- []) sono articolate alle
labbra:
by pa-varg [sparayati]
nella serie-p [ creato un contatto] con le due labbra
Pi precisamente il labbro superiore considerato il luogo di
articolazione, mentre quello inferiore (legato al movimento della
mascella) detto articolatore attivo:
atrttara stnam uttaratvasmyd stnm
adara karaam
30

in questo modo (atra), il labbro superiore (uttara)
larticolatore passivo per la somiglianza di quello superiore con questi
articolatori passivi; il labbro inferiore (adara) larticolatore attivo
Il termine upadmnya, indicante la fricativa -, deriva dal
verbo dam- dm- soffiare ed una descrizione della fricativa
bilabiale [] che molto simile ad un soffio.
Lapprossimante trascritta con v regolarmente associata alle
labiali ed strettamente connessa con la vocale u. La pronuncia

30
Il commentario Tribyaratna su Taitirya-Prtikya II 39.
211
originaria era fuor di dubbio quella di unapprossimante labiovelare
[w], ma al tempo dei trattati, in alcuni dialetti era gi labiodentale []:
dantyy va smrt budai
31

dai saggi osservato che v labiodentale
Oggi si ritrova nelle lingue neo-indo-arie anche la realizzazione
bilabiale [].
Glottali
Nellindagine sui processi di fonazione i fonetisti indiani furono
sorprendentemente abili, in particolare rispetto alla tradizione classica
occidentale.
Per ci che riguarda lo stato della glottide si possono leggere
analisi del tipo:
vyu pra kyam anupradna kaasya k vivrt
savrt v
laria, il respiro, lemissione polmonica, nella rima della
glottide (kaasya kas) aperta (vivrta) o chiusa (savrta),
padyat vsat ndat v vaktrhym
diviene fiato (vsa) o voce (nda), durante lattivit vocale,
ubaya vntarbau
32

o di entrambi i tipi, se internamente duplice
I due stati opposti che assume la glottide (kaa) durante la
fonazione sono aperto (vivrta) e chiuso (savrta), ma ne esiste un
terzo intermedio.

31
Pinya-ik 18.
32
Rk-Prtikya III 1-3.
212
Possiamo approfondire largomento prendendo in
considerazione la parte iniziale del paragrafo II (versi 6-11) del
Taitirya-Prtikya:
1) ata abdtpatti
Ecco lorigine dei suoni:
2) vyu-arra-samrat-karas sadn
dal porre in movimento
33
di aria da parte del corpo, alla
giuntura della glottide e del petto
3) tasya prtirutkni bavanty-ura kaa ir muka nsik
iti
di esso i risonatori (prtirutka n.) sono: petto, glottide, testa,
bocca e narici.
Quando la glottide si trova in una posizione mista tra chiusura
ed apertura abbiamo unarticolazione in cui sono presenti sia la voce
(nda) sia il fiato (vsa).
4) savrt kah nda kriyat
quando la glottide chiusa, la voce (nda) prodotta
5) vivrt vsa
quando aperta, il fiato (vsa)
6) madhy hakra
quando nel mezzo, il suono
7) t vara-prakrtaya
queste le fonazioni dei suoni alfabetici (vara)
8) ndnupradnam svara-gavatsu

33
Radice r- porre in movimento (raddoppiamento del grado zero di ar-/r- < ie.
*h
o
er-; * h
o
i-h
o
r- >*r-; cfr. greco r-n-mi < *h
o
er-), participio ra.
213
la voce emessa nelle vocali (svara) e nelle consonanti
sonore (gavat)
9) hakr ha-caturtu
il suono //, in h e nelle sonore aspirate (caturta)
10) aghu vsa
per le sorde (a-gha) il fiato
11) byn-pratambynyu
maggiore nelle altre che nelle occlusive semplici (pratama)
In accordo con la relazione tra il processo di fonazione e le varie
lettere della scrittura questo il Rk-Prtikya XIII 4-6:
vas g
il fiato dei suoni sordi
itar tu nda
la voce degli altri
smma gi vsandau
34

delle occlusive aspirate (sman) e della fricativa (man)
sonore (gin) il fiato e la voce insieme (vsandau)
Queste tre fonazioni menzionate dai trattati sono quelle dei
suoni: (
a
) sordi (tipo [h]); (
b
) mormorati (tipo []); (
c
) sonori modali
(tipo []). Possono essere schematizzate nel seguente modo:

(
a
) vsa (
b
) hakra (
c
) nda
In relazione con Taittirya-Prtikya II 11, la Pinya-ik
contiene un passo che si riferisce alla forza polmonica dei suoni.
ndin ha-ja-a smrt

34
XIII 4-6.
214
ha e le sonore aspirate (ja) sono dette vociate (ndin);
an-nd ya-ja-a ca vsinas tu kapdaya
lievemente vociate sono le approssimanti (ya) e le sonore
semplici (ja); le sorde aspirate (ka-pda) sono fiatate (vsin);
ac-cvs caR vidyd gr dmaitat pracakat
lievemente fiatate le sorde (caR)
35
; dalla scienza la norma
(dman) del parlare (gu) appare questa.
Infatti per il suono (h hakra) e per le sonore aspirate le
cartilagini aritenoide si trovano abdotte ed il flusso daria, per avere
una pressione sottoglottidale tale da far vibrare le pliche vocaliche,
deve essere maggiore di quello per le sonore, poich pu in parte
attraversare senza ostacolo lapertura tra le aritenoidi. Per le sorde
aspirate il soffio daria che deve uscire dopo il rilascio dellocclusione
richiede ovviamente una forza articolatoria maggiore.
Particolarit del luogo glottale
In MARTINET (1955 [trad. italiana 1968] pag. 96) si possono
leggere osservazioni acute sul luogo della glottide:
Tra tutti gli organi della parola, la glottide occupa un posto ben
singolare: essa costituisce, sul percorso dellaria che esce dai polmoni,
il primo ostacolo possibile e insieme, per la presenza prossima della
biforcazione nasale, il solo organo che comandi necessariamente a
tutti gli altri. Nello stesso tempo, essa si trova abbastanza lontana da
questi ultimi per non disturbare le loro diverse articolazioni e anche
per impedire che il loro meccanismo contrasti irrimediabilmente con il
proprio: unocclusione, anche abbastanza profonda, non si oppone

35
caR = {ka pa ca a ta} ca a ta V + ka pa Y + a a sa R.
215
affatto alle vibrazioni delle corde vocaliche; al contrario,
unocclusione labiale rende estremamente difficili le vibrazioni
dellugola, e radicalmente impossibili quelle della punta della lingua.
Tutto ci conferisce la massima importanza alluso di diverse
articolazioni glottali quali caratteristiche pertinenti di serie correlative,
e infatti non esistono molte lingue che non facciano alcun uso
correlativo delle articolazioni glottali.
Limportanza della glottide (kaa) chiaramente evidenziata
dalla connessione instaurata tra essa e tutti i suoni della lingua
sanscrita. In primo luogo, la vocale principale della lingua (a-kra)
definita semplicemente glottale (kaya):
kaykra
a glottale
36

Per comprendere appieno questa definizione bisogna tenerne a
mente lesatto valore fonetico
37
, quello di una vocale centrale media
[], i cui organi di articolazione si trovano nella posizione neutra di
riposo e lunica caratteristica rilevante viene ad essere di fatto il flusso
daria periodico che passa attraverso la glottide: per questo motivo, []
pu essere ben definita vocale glottale
38
, evidenziando cos il suo
legame articolatorio con altri suoni. Infatti il luogo glottale lo stesso

36
Rk-Prtikya II 35.
37
In Glottologia indeuropea di Vittore PISANI, 1949 opera che stata una base
imprescindibile per la linguistica storica italiana, a pag. 5, nella tabella di
corrispondenze dei segni per trascrivere le lingue indoeuropee, il valore del segno
traslitterato con a indicato .
38
Non stupisca la possibilit di differenti denominazioni descrittive dello stesso
suono. Ad esempio la vocale bassa (= pi aperta) posteriore [] pu essere definita
come vocale faringale pi chiusa, evidenziandone la relazione articolatoria, acustica,
percettiva con la fricativa [].
216
che caratterizza le consonanti h ([] approssimante glottale sonora) e
- ([h] approssimante glottale sorda
39
):
a-ha-visarjany ka
a, h, - [sono] nella glottide
40

Inoltre, in relazione al fatto che la caratteristica di questi suoni
quella di non avere nessun altro luogo di articolazione oltre quello
comune a tutti gli altri, il Rk-Prtikya XIII 15 riporta unespressione
molto interessante riguardo alla vocale a, considerata come segmento
di sonorit:
hur ga gavatm akram k
alcuni (k) dicono (hur) che la sonorit (ga) delle
consonanti sonore (gavat) [sia] a
Altrove, viene indicato che il suono h (hakra []) pu essere
considerato unanticipazione (mormorata) della vocale seguente,
mentre
41
(visarjanya) [h] si pone come una prosecuzione sorda
della vocale precedente (Taittirya-Prtikya II 46-48):
kaa-stnau hakra-visarjanyau

39
Lesatta definizione della fonazione del suono [h] richiede una discussione che
non qui possibile affrontare.
40
Vjasanyi-Prtikya I 71.
41
Il suono rappresentato da -, la fricativa sorda glottale [h], si trova nel periodo
pi antico solo in posizione finale, davanti a pausa, dove rappresenta levoluzione
storica di *-s *- (variante RUKI di s) *-r in tale contesto. Il nome visarjanya (pi
tardi visarg) deriva dalla radice prefissata vi-srj- (emettere) e richiama
lemissione di fiato, transizione dalla vocale al silenzio, caratteristica del suono.
Gi in periodo antico appare la tendenza (ragionevolmente solo nella scrittura) ad
usare - in contesti diversi dalla pausa, primariamente davanti a fricativa. Da un
primitivo indra ra, con trascrizione rappresentante il suono omorganico al
seguente, abbiamo indra ra, dove il simbolo - vorrebbe rappresentare in un
certo senso il fonema soggiacente alle diverse realizzazioni. Questuso fu poi esteso
davanti alle velari e labiali ed oggi nei testi a stampa troviamo correntemente -
davanti alle occlusive k k g g (invece di -) e p p b b (invece di -).
217
h e - sono di luogo darticolazione glottale
udaya-svardi-sastn hakra km
per alcuni, h coarticolato (sasthna) con linizio della vocale
seguente
prvnta-sastn visarjanya
- coarticolato con la fine della precedente
Queste due consonanti avendo come unica caratteristica un
atteggiamento della glottide, prendono la colorazione del fono
contiguo di cui costituisce unanticipazione o una continuazione con
la glottide nel tipo di fonazione mormorata e sorda/bisbigliata.
Questi aforismi rispecchiano il tipo di analisi fonologica fatta
dai grammatici, che hanno cos classificato i suoni glottali:
1. - (visarjanya) considerato puro fiato (vsa) capace
avere di una funzione indipendente (come visarjanya) o di
provvedere lappropriata fonazione a tutte le consonanti sorde;
2. h (ha-kra) considerata fiato + voce (vsa-nda cio
fonazione mista, mormorata), capace avere di una funzione
indipendente (come hakra) o di provvedere lappropriata
fonazione alle consonanti sonore aspirate;
3. a (a-kra) considerata pura voce (nda) capace avere
di una funzione indipendente (come a-kra) o di fornire
lappropriata fonazione alle consonanti sonore semplici. Essa
descritta come un suono neutro, dello stesso tipo della vocale
schwa ().
Il Rk-Prtikya (in XII 16) accenna inoltre ad una possibile
differente realizzazione e/o interpretazione dellaspirazione:
218
smat ca smam mahu sastnna
dicono (hur) che laspirazione delle aspirate [sia] tramite una
fricativa omorganica (sastna)
A questo proposito ALLEN (1953 pag. 39) scrive:
Il rilascio accompagnato da emissione di fiato ha
inevitabilmente, come Sweet osserva, qualcosa del carattere della
consonante precedente; e, almeno per le sorde, vari gradi di
affricazione possono essere uditi da alcuni parlanti moderni di lingue
indoarie. Pronunce dialettali di questo tipo possono ugualmente essere
esistite nel caso del Sanscrito; tuttavia la successiva evoluzione delle
aspirate supporta con difficolt lassunzione di una pronuncia
fortemente affricata [p ts kx] come attestata, per esempio, nellAlto
Tedesco
42

senza dubbio vero che esiste una somiglianza. Tutti questi
suoni presentano una fase di passaggio tra lelemento occlusivo e
lelemento seguente. Le aspirate presentano un ritardo della sonorit
del segmento seguente dopo il rilascio dellocclusione, le affricate un
rilascio transitorio che si configura come unapprossimante (non una
fricativa come spesso si legge) omorganica. Linterscanbio tra questi
suoni notoriamente frequente in diacronia.

42
The breathy release of an aspirate stop inevitably has, as Sweet observed,
something of the character of the preceding consonant; and, in the voiceless series
at least, varying degrees of affrication are to be heard from speakers of some modern
Indo-Aryan languages. Dialectal pronunciation of this type are likely to have existed
in the case of Sanskrit; the later development of the aspirates, however, hardly
supports Uvaas assumption of a strongly affricated pronunciation (p, ts, kx) such
as is attested in, for example, High German.
219
Conclusioni
Dagli esempi esposti e dalle considerazioni fatte, appare chiaro
che la fonetica (ik) era una scienza importante, la base necessaria
per lo studio vedico e per la grammatica (vykaraa, scienza
specialistica che veniva affrontata dopo gli studi vedici), che aveva
raggiunto un accurato livello di analisi dei fenomeni fonetici della
lingua sanscrita.
In particolare degna di nota la minuziosa analisi delle
differenti fonazioni da parte dei grammatici indiani antichi che ha
portato al riconoscimento delle sonore aspirate (g j d b) e
dellaspirata sonora (h) come fonemi aventi un tipo di sonorit
differente da quelli sordo e sonoro modale. La fonazione di questi
suoni quella caratteristica dei suoni sonori aspirati che si
incontrano ancora oggi nelle lingue neo-indoarie e in alcuni dialetti
armeni, cio delle mormorate aspirate, suoni che suppliscono
allimpossibilit articolatoria di produrre delle aspirate sonore
modali. Le mormorate aspirate, pur non essendo sonore, allinterno
di un sistema fonologico contenente una serie di aspirate (che hanno
glottide aperta, quindi sorde), svolgono la funzione contrastiva di
sonore, rispetto alle altre aspirate. Tuttavia, la loro realizzazione
fonetica estremamente ricercata, con la parte posteriore della glottide
aperta (aritenoidi abdotte) e la parte anteriore chiusa (con le pliche
vocaliche accostate libere di vibrare) dovuta allestensione del tratto
correlativo dellaspirazione a suoni sonori giustificata se e solo se
nel sistema sono presenti sorde aspirate.
220
Quanto alla descrizione articolatoria di un qualsiasi suono la
precisione riscontrata ricorda i pi moderni trattati di fonetica: 1)
viene descritto il tipo di fonazione, lo stato della glottide (kaa); 2)
la posizione del velo palatino (indirettamente nel carattere nsikya); 3)
larticolatore attivo (karaa); 4) il luogo di articolazione (stna); 5) il
grado di costrizione o modo di articolazione (spra ~ vivrta e stadi
intermedi). Tutto ci ribadisca ulteriormente il carattere di scienza
gi raggiunto da parte della ik (fonetica) antica.
Inoltre non si dimentichi che le nostre lingue moderne possiedo
un lessico stratificato, sono ricche di prestiti ed hanno un vocabolario
specifico per gli usi tecnici. Le lingue antiche (e qualche caso
introverso moderno), no. Quando ci si accinge alla lettura di queste
bisogna guardarsi dallinsidia lessicale: il termine kaa, qui spesso
citato, significa prima di tutto gola, collo, non glottide, lo stesso
vale per molti altri; ma qui una interpretazione come gola, collo
sarebbe erronea e fuorviante: per questi motivi molto importante
lopera di attualizzazione per poter comprendere ed apprezzare ci che
stato scritto in passato.
A conclusione dellindagine ci si pu spingere ad avanzare
lipotesi che le conoscenze fonetiche riflesse nei trattati non siano
state elaborate da zero, allo scopo di conservare il testo vedico nella
redazione giunta fino a noi, ma abbiano sempre accompagnato la
tradizione del testo, adattandosi alle regolari trasformazioni storico-
fonetiche, lungo la diacronia dellasse genetico dallindoeuropeo
preistorico allantico indiano. infatti possibile, anche se non pu
221
essere presentato in questa sede, che parti delle maggiori opere delle
letterature indoeuropee classiche fossero state composte, conosciute e
tramandate gi in forma preistorica comune; noto infatti che la
metrica di alcuni inni vedici risulta pi regolare se questi vengono
trasposti in fonetica indoeuropea.
Ammessa leventualit di una redazione preistorica dei trattati
che accompagnano la trasmissione dei testi sacri, ugualmente lecito
prendere in considerazione lipotesi che essa sia avvenuta nelle stesse
sedi storiche in cui risulta aver ricevuto la forma definitiva nella quale
pervenuta fino a noi. Compito delle future ricerche indo-
europeistiche dunque verificare concretamente, attraverso la
simulazione di retro-proiezioni del testo, anche la correttezza e
coerenza dellipotesi che non solo i testi poetici ma anche i trattati
tecnici possano esser stati composti in epoca indoeuropea comune.

Luca Busetto
Universit degli Studi di Torino
Dipartimento di Scienze Letterarie e Filologiche
Universit degli Studi di Genova
Dipartimento di Scienze della Comunicazione Linguistica e Culturale
luca.busetto@lettere.unige.it
222
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WYATT, William F. (1970), Indo-European /a/, Philadelphia:
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