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I finalisti dello Strega si raccontano su La Stampa

Un libro aperto in pubblico una gardenia allocchiello


ALESSANDRO PERISSINOTTO

a desideriamo a lungo, eppure, quando arriva, lestate ci lascia qualche piccolo rimpianto per quel freddo che ci costringeva a mettere addosso cappotti e giacconi dalle tasche profonde, capienti. Sono le tasche il vero amico del lettore; le tasche e, naturalmente, il libro tascabile. Pare che Pavese, di quei libri si riempisse le saccocce fino a sfondarle.
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Un libro aperto in pubblico una gardenia allocchiello


Abbiamo chiesto ai cinque finalisti del premio Strega 2013 di raccontare che cosa per loro la lettura. Oggi risponde Alessandro Perissinotto
Alessandro Perissinotto nato a Torino, ha 49 anni autore del romanzo Le colpe dei padri (Piemme)

Leggere per riempire i vuoti della vita, questa, delle mille funzioni della lettura, quella che pi mi affascina. Leggere per prendere in prestito le vite di altri, in tempi e luoghi distanti, e restituirle ai legittimi proprietari solo dopo aver divorato lultima pagina

Letture stregate

ra e pace), da leggere sullautobus (di durata variabile a seconda del numero di fermate che ci attendono), persino da leggere in bagno (di durata variabile in base ad elementi sui quali mi pare superfluo e sgradevole insistere qui). Qualcuno potr dubitare della qualit letteraria di simili prodotti editoriali, ma non questa la posta in gioco. Quando una persona estrae in pubblico un libro e inizia a leggerlo manda a

tutti gli altri un segnale, annuncia la sua ferma volont di non accontentarsi dellesperienza, di ci che si vede, di ci che si tocca o si odora, di voler andare oltre, a conquistare territori che il destino non ci ha assegnato, ma che la pagina ci consegna. Adoro chi legge sulle panchine dei parchi, chi affronta gli equilibrismi di un viaggio in tram, in bilico tra gli appositi sostegni e le pagine da sfogliare, chi si dimentica di

ALESSANDRO PERISSINOTTO
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che, cos infagottato, attraversasse Torino alla ricerca di un caff dove la sua penna potesse restituire alla carta tutte le parole che i suoi occhi avevano sottratto alle pagine spiegazzate di quei volumetti. Che belli i tascabili! Nulla contro le edizioni rilegate, beninteso. Il volume con copertina rigida, sovracoperta o finiture in oro svolge egregiamente la sua funzione sui ripiani della libreria, ricordandoci, con il suo svettare sugli altri, pi modesti per forma e dimensione, le pietre miliari del nostro cammino di lettori, ma il tascabile! Il tascabile quello che placa la nostra dipendenza dalla pagina scritta, il nostro horror vacui. Leggere per riempire i vuoti della vita, questa, delle mille funzioni della lettura, quella che pi mi affascina. Leggere per vivere senza un attimo di respiro, senza un minuto di noia. Leggere per prendere in prestito le vite di altri, in tempi e luoghi distanti, e restituirle ai legittimi proprietari solo dopo aver divorato lultima pagina, sapendo che un po di quelle esistenze altrui sono rimaste, in un modo o nellaltro, appiccicate alla nostra. Un libro in tasca significa la certezza che, mentre la mia vita viene messa in pausa da una coda alla posta o da una pizza che tarda ad arrivare, una parte di me pu continuare a viaggiare, a schiacciare il tasto Play. Per questo, gli editori si sono lanciati nella pubblicazione di raccolte di racconti a durata controllata: racconti da leggere allufficio postale (una via di mezzo, quanto a lunghezza, tra I Buddenbrook e Guer-

Dallaltro lato della barricata


Abbiamo chiesto ai cinque scrittori finalisti del Premio Strega 2013 di raccontare sulla Stampa, che cosa per loro stare dallaltro lato della barricata, ossia non latto di scrivere ma quello di leggere. Partiamo con Alessandro Perissinotto, torinese e autore di Le colpe dei padri (Piemme), un romanzo il cui protagonista un tagliatore di teste che dimprovviso vede crollare le sue certezze. Seguiranno nei prossimi giorni Paolo Di Paolo, Romana Petri, Simona Sparaco e Walter Siti.

scendere dal treno per seguire le avventure di Edmond Dants. Un libro aperto in pubblico una gardenia allocchiello, il segno di appartenenza a una setta tuttaltro che segreta, quella dei lettori; divisi dai gusti letterari (Che bellezza un buon giallo, Ah no, cara signora, per me solo classici), dalle scelte tecniche (Che orrore! Ma come fa a leggere su quellaggeggio l, E-book, contessa, si chiama e-book), ma uniti dalla stessa meraviglia per il modo in cui quei segni, tracciati sulla carta o sullo schermo, prendono forma di pensieri, di baci appassionati, di delitti impuniti. E perdonate, a noi adepti di quella setta, il vizio ingenuo di lanciare sguardi obliqui e furtivi alle copertine dei nostri compagni di viaggio, nella speranza di incontrare finalmente quello o quella che sta leggendo proprio il libro del nostro cuore, nellillusione che quellinsieme di pagine, condiviso, dia consistenza al concetto di affinit elettive, almeno lungo i 58 chilometri di strada ferrata che separano Vittorio Veneto da Pieve di Cadore. Con lo stesso libro tra le mani ci sentiamo complici, amici, persino un po cospiratori, specie se il libro in questione non lultimo best seller, ma un Drrenmatt dannata, un Camus minore (ce ne sono?), o anche uno Scerbanenco, purch in edizione originale. Con lo stesso libro tra le mani, ci scambiamo sorrisini ammiccanti e rivolgiamo muti rimproveri a quei poveri sventurati che, mentre il treno arranca lento sui binari, non trovano di meglio che sfidare il computer in interminabili partite di carte. Se perdonate tutto questo, a maggior ragione, perdonerete a noi scrittori il vezzo narcisistico di cercare sulle copertine altrui il nostro stesso nome, il sogno vanitoso di vedere la viaggiatrice del sedile di fronte confrontare il nostro viso con quello della foto del risvolto. A quel punto ammetteremo: s, sono proprio io e, con ingratitudine, accantoneremo il ricordo delle centinaia di lettori che la ragione ci ha fatto incontrare nelle librerie e nei festival letterari per sostituirlo con quello della sola lettrice che il caso, nel suo capriccio, ha disposto davanti a noi. E se questo vi sembra ingiusto, non fatevene un cruccio: solo un sogno, unipotesi, un gioco d fantasia; nella realt, per fare ammenda di queste piccole intemperanze dellimmaginazione, ci ripetiamo le parole di Jorge Luis Borges: Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; io sono orgoglioso di quelle che ho letto.

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