Sei sulla pagina 1di 9

Intervento di

Corrado Passera
Ministro dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti

ENERGIA DAI LEGAMI: Economie cooperative XI CONVENTION GRUPPO COOPERATIVO CGM

Mantova, 10 ottobre 2012

Convention Gruppo Cooperativo CGM


Mantova, 10 ottobre 2012 Spunti per il Ministro

Il Terzo Settore italiano o Da quando ci siamo conosciuti, nel 2003 a Monopoli, passato molto tempo. Allora avevo appena assunto la responsabilit di guidare una banca, e la vostra fu una delle prime grandi realt che ebbi la fortuna di incontrare. o Sono molto lieto di partecipare anche come Ministro alla Convention del 2012, Anno Internazionale delle Cooperative, indetto dallONU per evidenziare il contributo che le cooperative danno allo sviluppo socio-economico, riconoscendo il loro impatto sulla riduzione della povert, laumento delloccupazione e il rafforzamento della coesione sociale. o In un periodo in cui il ruolo e la tenuta delle imprese con scopo di lucro sono sempre pi alla ricerca di una nuova dimensione, i valori mutualistici della cooperazione assumono nuovo vigore. o Condivido la preoccupazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che la settimana scorsa ad Assisi ha parlato del rischio che la nostra societ perda il senso del "bene comune", dell'"interesse generale" e della necessit urgente di una larghissima assunzione di responsabilit, ad ogni livello della societ, in funzione dei cambiamenti divenuti indispensabili non solo nel modo di essere delle Istituzioni ma nei comportamenti individuali e collettivi, nei modi di concepire benessere e progresso e di cooperare all'avvio di un nuovo sviluppo del Paese nel quadro dell'Europa unita, uno sviluppo sostenibile da tutti i punti di vista. o Dai valori della persona umana, della dignit del lavoro, dellequit sociale non pu prescindere alcun processo di crescita: per questo la cooperazione merita una tutela rafforzata, adeguata alla delicatezza della funzione svolta e commisurata al contributo di sviluppo fornito al Paese. o Sempre a Monopoli nel 2003, ricordo che mi avevano colpito la portata dei risultati che avevate gi ottenuto, nonch la dimensione e il ruolo che la vostra organizzazione aveva assunto. Unorganizzazione che appariva ricca non solo di progetti, di idee e di ideali, ma anche di realizzazioni concrete che aiutavano tantissime persone a costituire aziende in grado di intraprendere un percorso di crescita sostenibile. Era gi chiara la natura della vostra attivit, ispirata a valori forti. o I numeri del vostro Gruppo ne confermano la solidit: quasi ottanta consorzi che associano circa mille cooperative diffuse in oltre 5 mila comuni di 70 province, al servizio di oltre 500.000 famiglie che usufruiscono di una diversificata rete di servizi educativi, sanitari, sociali, riabilitativi, formativi, culturali, scolastici e anche turistici.

Convention Gruppo Cooperativo CGM


Mantova, 10 ottobre 2012 Spunti per il Ministro

di tutta evidenza come voi svolgiate un ruolo non solo economico ma anche, e soprattutto, di tipo sociale. Nella difficile congiuntura che stiamo attraversando, realt come la vostra costituiscono una risorsa di straordinaria rilevanza, una ricchezza da tutelare e valorizzare.

In quasi tutti i Paesi avanzati il Terzo Settore una componente centrale delleconomia e della societ in generale , nonch una primaria fonte di benessere.

LItalia ha un settore nonprofit di tradizione secolare, grazie da un lato alla particolare presenza storica della Chiesa Cattolica e delle sue opere, dallaltro dalla presenza di una componente laica fortemente radicata nella societ, attraverso le Mutue operaie e le Societ di Consumo e di Mutuo Soccorso.

Il nonprofit italiano ha conosciuto una forte crescita negli anni intorno al 2000 e continua tuttora a creare nuova occupazione, a crescere e a rafforzare il suo ruolo: si stima che oggi impieghi circa 700.000 lavoratori dipendenti, ossia lo stesso ordine di grandezza dellintero settore bancario-assicurativo. Inoltre, il Terzo Settore si avvale di almeno 4,8 milioni di volontari. Pi difficile capire quanti siano i beneficiari dei servizi offerti: secondo una stima si tratta di oltre 26 milioni di italiani (dati nelle slide allegate).

Come negli altri Paesi avanzati, il mondo del nonprofit persegue una grande variet di missioni e si articola in numerose forme istituzionali. Fra organizzazioni nonprofit, imprese e cooperative sociali nelle diverse forme giuridiche, si arrivano a contare circa 250 mila organizzazioni.

In sintesi, il Terzo Settore non si esaurisce in alcuno degli stereotipi in circolazione. Non infatti solo il mondo dellassociazionismo a fini sportivi, sociali, politici o religiosi, vasto e socialmente interessante, ma con una contenuta attivit economica di tipo diretto; n quello delle erogazioni a titolo gratuito delle fondazioni e mutue, finanziariamente importante, ma meno numeroso e meno radicato nella societ civile; e non si limita soltanto alla componente delle imprese sociali/cooperative, che fa perno pi sul lato produttivo rispetto a quello delle relazioni sociali.

la somma di tutte queste cose, ma anche potenzialmente di altre ancora. Ad esempio, il Terzo Settore si pone al confine di promettenti dinamiche low-profit, dove le organizzazioni forprofit accettano di limitare la propria redditivit al fine di perseguire obiettivi di interesse collettivo.

Convention Gruppo Cooperativo CGM


Mantova, 10 ottobre 2012 Spunti per il Ministro

Il Terzo Settore e le sfide per il Welfare italiano o La struttura del Welfare per decenni si basata su una politica di protezione e di sicurezza sociale interamente a carico dello Stato, che assisteva il cittadino in tutti gli ambiti considerati essenziali (malattia, invalidit, vecchiaia, disoccupazione, istruzione, etc). o Lo Stato sociale rimane una conquista irrinunciabile di civilt, una fondamentale infrastruttura di coesione. una leva, essenziale, per la crescita sostenibile: solo puntando sulla competitivit e assicurando affidabili garanzie contro la paura del futuro si genera dinamismo e si liberano energie vitali ai diversi livelli della societ. o La sfida oggi quella di creare un modello di Welfare pi dinamico. Non possiamo negare che il nostro Welfare corra gravi rischi, per molte ragioni che dobbiamo avere il coraggio di affrontare e correggere: esistono insidie derivanti sia dalla crescita dei bisogni da coprire (basti pensare agli effetti della bassa natalit, alle esigenze della famiglia e dellinclusione sociale), sia dal pericolo di inefficienze, frodi e sprechi. Su alcune di queste debolezze siamo gi intervenuti, ma lo spazio per agire ancora enorme. o I crescenti squilibri di finanza pubblica hanno incrinato la struttura tradizionale dello Stato sociale, palesando i limiti di un approccio che, cercando di accontentare tutti, si rivelato inefficace in particolare per le fasce sociali pi deboli. o Il nostro modello ad esempio ancora troppo concentrato sugli insider del mondo del lavoro e troppo poco dedicato a chi invece ancora fuori, soprattutto giovani e donne. In tal senso lodevole limpegno del vostro consorzio MESTIERI, dedicato allo sviluppo delle politiche attive del lavoro, che fornisce servizi specifici di supporto per la ricerca e l'inserimento al lavoro, anche per le persone disabili. o La sostenibilit del Welfare - del nuovo e pi efficace Welfare che vogliamo costruire insieme - passa naturalmente dalla capacit della societ e delleconomia di produrre pi risorse da dedicare al Welfare. o Per fare questo dobbiamo continuare ad affrontare alcuni dei temi chiave: riduzione del debito pubblico, rilancio della crescita e creazione di occupazione. o Non a caso il primo obiettivo dellAgenda per la crescita del Governo Monti lo stimolo alloccupazione, vera e propria emergenza nazionale. Senza lavoro non c societ, non c fiducia, non c costruzione di futuro in un contesto di convivenza civile. Oggi il lavoro in pericolo e con esso in pericolo la nostra stessa democrazia.

Convention Gruppo Cooperativo CGM


Mantova, 10 ottobre 2012 Spunti per il Ministro

Il Terzo Settore ha un enorme spazio di crescita Il futuro del nonprofit italiano potrebbe delinearsi cos: da una parte occuper segmenti crescenti del Welfare abbandonati dal settore pubblico, che in grado di servire meglio del comparto forprofit; dallaltra ne identificher e servir di nuovi, perch la domanda certamente esiste ed in espansione in ambiti quali la sanit leggera, lassistenza di persone con patologie croniche, listruzione dei bambini pi piccoli, il supporto anche di tipo psicologico. o Lespansione della presenza del mondo del nonprofit non si limita per soltanto a questi ambiti, ma potr arrivare a toccarne anche altri finora scarsamente raggiunti. Un esempio in particolare pu essere quello della promozione e della divulgazione della cultura, mutuando un modello che gi molto sviluppato ad esempio negli Stati Uniti, dove sono numerose le aree nelle quali il nonprofit sostituisce in parte lazione pubblica e in parte anche quella degli operatori forprofit. o Pensare a un Welfare moderno e sostenibile significa infatti attribuire sempre maggiore rilevanza al Terzo settore, in unottica di sussidiariet. Il Terzo settore dovr assumere un nuovo e pi incisivo ruolo, indispensabile per rendere possibile il mantenimento del Welfare stesso. Se non lo valorizzeremo opportunamente, rischieremo di perdere per strada tante fasce della societ, soprattutto quelle pi deboli e pi povere di strumenti per affrontare periodi di crisi come quello che stiamo vivendo. o La dimensione nonprofit delleconomia ha quindi potenzialmente un futuro

interessante di sviluppo, che per richiede alcune precondizioni per potersi dispiegare compiutamente. o La prima di tipo giuridico. Una legge adeguata in generale necessaria per supportare tutte le iniziative di sviluppo del nonprofit e ci sono casi in cui oggi lo stesso ordinamento giuridico italiano a precludere lo sviluppo del privato sociale. Per esempio, ovvio che quando la legge prescrive di perseguire certe attivit solo in forma di societ di capitali, il nonprofit tagliato fuori. Anche il regime fiscale del nonprofit (e in particolare delle donazioni) frammentato e distorsivo, oltre che scarsamente incentivante. o Unaltra precondizione legata alla sostenibilit economica del settore, che pu essere ottenuta attraverso un aumento delle entrate piuttosto che una riduzione delle uscite. Se il risanamento della finanza pubblica produrr un calo dei trasferimenti verso il mondo nonprofit, il settore dovr inevitabilmente farvi fronte, in parte attraverso maggiori donazioni private e in parte con un pi stretto controllo dei costi.

Convention Gruppo Cooperativo CGM


Mantova, 10 ottobre 2012 Spunti per il Ministro

E importante accrescere le risorse cui il settore pu attingere. In Italia le donazioni rappresentano soltanto lo 0,2% del PIL, valore ben lontano da quello registrato nei Paesi anglosassoni (nel Regno Unito lincidenza dello 0,8%, negli Stati Uniti addirittura dell1,7%). Lincremento delle donazioni dovrebbe rappresentare un obiettivo da perseguire anche attraverso ladozione di politiche pubbliche mirate.

Molto dipender anche dallimpegno da parte delle organizzazioni nonprofit per conseguire una maggiore efficienza operativa. Occorre uno sforzo per raggiungere una adeguata patrimonializzazione e per poter disporre delle necessarie competenze manageriali. In buona sostanza, nonostante i differenti obiettivi, anche limpresa sociale deve essere gestita con le stesse modalit e criteri tipici delle imprese forprofit.

Il Terzo Settore produce PIL, benessere e coesione sociale fondamentale far emergere tutta la voglia di crescere, tutta la fiducia in un futuro visto come opportunit, attivando quellimmenso bacino di energia, di dinamismo latente insito nel tessuto imprenditoriale, nei giovani, nelle tante forze competitive del nostro Paese. Il mondo delle cooperative parte fondamentale di queste forze e di queste energie che devono fare sistema per produrre crescita sostenuta e sostenibile. o Il nonprofit, oltre a migliorare il benessere dei cittadini, dei propri lavoratori e delle comunit in cui opera, ha anche una potenzialit di creare lavoro (qualificato, giovanile, femminile, svantaggiato) difficilmente eguagliabile, stimolando in pari misura leconomia forprofit: essendo concentrato nei servizi, il Terzo Settore ha infa tti tempi di reazione molto rapidi, a differenza di altri comparti legati a cicli lunghi di investimento e di produzione. o I dati recenti confermano questa caratteristica: negli anni scorsi loccupazione del vostro comparto infatti aumentata, con una crescita ancora pi accentuata rispetto a quella del fatturato. Il modello imprenditoriale che perseguite ha confermato di privilegiare la tenuta dei livelli occupazionali rispetto alla massimizzazione della redditivit. o Limpatto del Terzo Settore ancora pi rilevante in considerazione non solo della quantit, ma soprattutto della qualit delle persone che vi operano: i volontari, ad esempio, posseggono un elevato livello di istruzione (per oltre il 70% sono laureati), sono giovani (let media di 40 anni) e in maggioranza donne. o Limportanza del Terzo settore molto rilevante in termini di contributo al PIL. La quantificazione dellincidenza sul PIL materia di discussione e divergenza fra le varie

Convention Gruppo Cooperativo CGM


Mantova, 10 ottobre 2012 Spunti per il Ministro

fonti: secondo una stima cauta il settore rappresenta l1,6% del valore aggiunto, dato paragonabile a quelli di settori importanti come il tessile (1,6%), quello delle materie plastiche (1,5%), dellelettricit e gas (1,7%), delle telecomunicazioni (1,7%). o Ai fini del calcolo del contributo al PIL viene considerata solo la produzione diretta di beni e servizi del nonprofit. Il Terzo Settore svolge per anche il ruolo di facilitatore di attivit economiche connesse, generando quindi un indotto economico assai pi vasto. Una stima complessiva di questo effetto moltiplicativo difficile da ottenere. o Il contributo complessivo del nonprofit, ossia limpatto che esso esercita sul benessere sociale va poi sicuramente oltre" il PIL, comunque lo si calcoli. Questo settore genera infatti ricadute importanti su temi fondamentali quali la salute, la lotta al disagio sociale, la coesione e il dinamismo della nostra societ. o Un esempio significativo dei contributi indiretti generati sul PIL quello delle organizzazioni di volontariato, che, somministrando servizi che per la loro natura di gratuit non sono contabilizzati nel PIL - ad esempio le cure sanitarie domiciliari delloccupazione consentendo ai familiari dei malati di riprendere il lavoro. -, liberano risorse economiche da tradurre in consumi, e talora creano i presupposti

Il Terzo Settore va adeguatamente presidiato Un settore che occupa quasi 1 milione di persone retribuite, che coinvolge 5 milioni di volontari, che conta 250.000 organizzazioni di 10 forme giuridiche diverse e che raggiunge con i suoi servizi circa 30 milioni di italiani, deve essere reso protagonista (non oggetto) delle politiche di Welfare. o Deve essere quindi definita una ampia ed organica riforma del settore, che renda possibile il massimo coinvolgimento delle istituzioni che vi operano nella definizione delle politiche di Welfare pi adatte per il nostro Paese. o In merito in particolare al tema del mantenimento del 5 per mille, essenziale per la vita delle associazioni, riteniamo che sia necessario adottare una prospettiva di lungo periodo. La stabilizzazione di questo strumento gi stata inserita nella proposta di legge delega fiscale presentata dal Governo in Parlamento. Sar fondamentale che nei prossimi mesi il mondo del Terzo settore condivida una proposta meditata e compiuta su come migliorare sia le modalit di attribuzione che di erogazione dei relativi fondi. o Il Governo ha gi preso in esame e adottato alcuni provvedimenti importanti, che segnalano la sua vicinanza al settore. Una misura in particolare stata adottata con il DL Crescita approvato di recente. Si tratta della riforma della disciplina relativa alle

Convention Gruppo Cooperativo CGM


Mantova, 10 ottobre 2012 Spunti per il Ministro

Societ di Mutuo Soccorso, basata ancora su una norma del 1886 che, per ovvi motivi, non pi in grado di rispondere alle esigenze del contesto attuale. In attesa di una complessiva rivisitazione della legge vigente, sono stati introdotti alcuni importanti correttivi: in particolare, siamo intervenuti rafforzando il meccanismo di finanziamento mutualistico di molti servizi, con importanti ricadute soprattutto nel campo dellassistenza socio-sanitaria. Inoltre, stato allargato lo spettro delle attivit che possono essere effettuate a beneficio dei soci e dei loro familiari conviventi, con linclusione di quelle legate allerogazione di trattamenti e di prestazioni di natura socio sanitaria, anche attraverso listituzione e la gestione di fondi sanitari integrativi . Infine, stata prevista liscrizione delle Societ di Mutuo Soccorso al Registro delle Imprese e vengono introdotte alcune semplificazioni operative, come la possibilit per una Societ di Mutuo Soccorso di aderire in qualit di socio ad unaltra societ di analoga form a giuridica. o Gli interventi fatti e quelli che seguiranno si pongono lobiettivo di mettere il Terzo Settore nel suo complesso nelle migliori condizioni possibili per ampliare il suo ruolo a supporto dei crescenti bisogni della societ italiana. o Il pubblico, il privato profit, il privato no profit opportunamente potenziato devono lavorare insieme, perch i motori della crescita sostenibile sono molteplici e tutti indispensabili. Si dice spesso che il futuro non sar pi quello di una volta: vero, ma se noi tutti faremo le cose giuste, potrebbe essere addirittura migliore. Magari non pi programmabile e prevedibile come quello di una volta, ma migliore. Certo, ci vuole quella tensione verso la fiducia, la condivisione, la comunit, la voglia di inventare il futuro, di cui mi sembra che voi siate davvero ricchi.

Convention Gruppo Cooperativo CGM


Mantova, 10 ottobre 2012 Spunti per il Ministro

LA STORIA Il Gruppo Cooperativo Nazionale CGM (Consorzio Gino Matterelli) la pi grande rete italiana di imprese sociali. Nata nel 1987 a Forl su iniziativa di 4 consorzi territoriali, oggi la sua base sociale costituita da 77 consorzi, che coordinano e supportano lattivit e liniziativa di 990 cooperative sociali operanti nei servizi tradizionali del Welfare, dei servizi alla persona e dellinclusione lavorativa dei soggetti svantaggiati.

LA MISSION Il Gruppo Cgm vicino a ogni comunit e, attraverso gli strumenti delleconomia, tutela e promuove bene comune, per un cambiamento che sostenga il benessere (responsabilit e libert) delle persone, rafforzi la dimensione della prossimit e della solidariet nel tessuto della comunit. Ci si attua tramite lofferta di servizi sociali, educativi, assistenziali, sanitari e attivit produttive in diversi ambiti. Le cooperative e i consorzi del gruppo Cgm fanno riferimento a un modello di impresa sociale dove la dimensione comunitaria assume una posizione di centralit nel definire la missione, le strategie, le modalit di produzione dei beni e di governo dellimpresa.

I NUMERI DI CGM CGM riunisce circa 44.200 operatori impegnati quotidianamente nelle attivit delle cooperative e dei consorzi diffusi in oltre 5.000 comuni di 70 province al servizio di oltre 500.000 famiglie. Nel 2011 i consorzi e le cooperative del Gruppo CGM hanno fatturato oltre 1,3 miliardi di euro, di cui il 79% generato dalle attivit delle cooperative socie. Nel 2011 loccupazione allinterno del gruppo, tra soci lavoratori e addetti non soci, cresciuta del 4,9%. Nelle cooperative, le donne rappresentano il 68,2% della forza lavoro e il 38% dei presidenti. Il 7,4% rappresentato da lavoratori extracomunitari. Inoltre, le cooperative del gruppo hanno rappresentato in questi anni una valida opportunit di valorizzazione per molti over 50 fuoriusciti dal mercato del lavoro a causa della crisi dei settori delleconomia t radizionale: il 30,7% dei soci delle cooperative ha unet superiore ai 50 anni, con un incremento dell1,3 nel triennio 2008 2010. Di questi, il 56,4% sono donne.

Potrebbero piacerti anche