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Intervento di

Corrado Passera
Ministro dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti

Presentazione del MANIFESTO PER IL SUD NELLA CRESCITA DELLITALIA

Roma, 21 maggio 2012

Prima di tutto vorrei ringraziare i promotori del Manifesto per il Sud nella crescita dellItalia che viene presentato oggi, perch tocca un tema centrale e lo affronta articolandolo nel modo pi condivisibile. Il Sud contribuisce ad un quarto del PIL nazionale: non ci pu essere una adeguata ripresa della crescita economica nel nostro Paese senza il contributo delle regioni meridionali. Ma il Manifesto ha anche il pregio di spingersi oltre questo enunciato per offrire una chiara strategia per il rilancio del nostro Mezzogiorno: abbandonare le politiche assistenzialistiche del passato, la cui inefficacia sotto gli occhi di tutti e porre al centro la valorizzazione delle risorse locali. Senza per questo chiedere meno Stato, ma anzi esigendo pi Stato: uno Stato pi snello, ma ben pi presente, perch in grado di garantire pienamente i diritti fondamentali di cittadinanza, perch meno dissipativo nel fornire i servizi fondamentali e pi attento alla loro qualit, perch capace infine di costruire le condizioni materiali e culturali per uno sviluppo pro-business, maggiormente inclusivo nei confronti dei giovani e delle donne e pi sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale. Un Manifesto che richiama lo Stato al compito e alla responsabilit della buona amministrazione, quale condizione imprescindibile per stimolare un mercato in grado di produrre opportunit autentiche, crescita sostenibile e nuova occupazione. Proprio nella logica della buona amministrazione sono molteplici i richiami ad una azione di spending review volta a eliminare le tante distorsioni nellallocazione delle risorse pubbliche che invece di promuovere sviluppo lo ostacolano limitando gli spazi di mercato. Il Governo, fin dalle prime battute della sua attivit, ha dimostrato grande attenzione ai problemi delleconomia meridionale. Lapproccio adottato in linea con gli auspici formulati nel Manifesto: superare le arretratezze strutturali per creare condizioni pi favorevoli allo sviluppo. Lobiettivo quello di far s che le tante forze vive presenti nel tessuto sociale e imprenditoriale del Mezzogiorno possano emergere, crescere ed esprimersi sui 2

mercati con maggiore facilit, senza rimanere penalizzate, come troppo spesso oggi accade. La riforma e il riordino degli incentivi di diretta competenza del MISE un primo indispensabile tassello di questa strategia di liberalizzazione. Il Manifesto su questo fa un esplicito richiamo a unesigenza di pulizia e trasparenza a cui stiamo concretamente dando risposta. Nel corso degli anni passati si sono stratificati e confusamente affastellati decine e decine di meccanismi di incentivazione ed agevolazione alle imprese, con particolare riguardo alle imprese del Sud. Lelevato numero di norme di agevolazione (circa 100 regimi di aiuto per le sole amministrazioni statali) determina: scarsa trasparenza del sistema, difficolt di accesso da parte delle imprese e criticit gestionali in capo agli enti e organismi chiamati alla gestione degli interventi; una scarsa focalizzazione su obiettivi strategici, con evidente

sovrapposizione di pi norme rispetto alle medesime finalit; unelevata dispersione delle risorse disponibili, diventate col tempo sempre pi modeste, su una pluralit di interventi e una conseguente scarsa capacit di fare massa critica rispetto agli obiettivi prioritari. Questa vera e propria giungla di interventi frammentati ha creato un elemento di pesante ed inefficiente intermediazione pubblica, che oggi si trova a gestire oltre 27 mila procedimenti, che rimangono spesso aperti per lunghi anni. I risultati di questi trasferimenti alle imprese possono essere interpretabili sotto pi profili, ma certamente non sembrano aver prodotto una azione di stimolo alla competitivit del tessuto imprenditoriale del Sud allaltezza delle risorse pubbliche impiegate. Lintervento di riforma e riordino che abbiamo disegnato al MiSE volto a disboscare questa giungla, semplificando le procedure di gestione delle pratiche in corso e passando a una nuova articolazione degli interventi basata

su un numero molto ridotto di strumenti, con una focalizzazione su finalit chiaramente specificate e di immediato impatto per le imprese. La razionalizzazione dei benefici concessi non si traduce in una riduzione dellimpegno complessivo del Governo, che ha messo a disposizione risorse importanti anche attraverso il recente sforzo di riprogrammazione del Piano di Azione e Coesione, su cui si soffermato il Ministro Barca, che ha riguardato complessivamente oltre 5 miliardi di euro. Lo sforzo di riprogrammazione ha coinvolto importanti risorse di competenza del Ministero dello Sviluppo Economico. Circa 900 milioni sono stati allocati su asset strategici per la competitivit e la coesione del Sud: il MISE avvier presto le prime erogazioni di risorse sui contratti di sviluppo, che potranno portare al Sud circa 800 milioni di risorse, attivando fondamentali investimenti imprenditoriali; significative risorse sono state allocate sulla ricerca industriale, sugli incentivi alla creazione di impresa e allauto-imprenditorialit (circa 100 milioni), sullAgenda Digitale (oltre 700 milioni) e sul supporto allinternazionalizzazione delle imprese (50 milioni). Mi fa piacere osservare come anche in questo caso i provvedimenti che stiamo adottando siano coerenti con gli intendimenti espressi nel Manifesto, che sostiene la necessit di interventi mirati. In ogni caso, al di l delle modalit di sostegno diretto alle imprese, il nodo fondamentale per rafforzare la competitivit delleconomia meridionale rappresentato dallammodernamento infrastrutturale. Al momento, il gap esistente rispetto alle altre aree del Paese e alle altre nazioni europee costituisce una debolezza strutturale che incide pesantemente anche sulla possibilit di attrarre investimenti: non a caso sono diretti al Sud solo il 4% degli investimenti esteri ricevuti dallItalia. Non si tratta peraltro soltanto di un deficit di carattere quantitativo, inteso come mancanza assoluta di opere, ma anche di tipo qualitativo: nel caso delle infrastrutture stradali, ad esempio, non la dotazione ad essere insufficiente, quanto piuttosto la mancanza dei requisiti necessari per considerarle moderne ed adeguate rispetto alle necessit. La tipologia di interventi richiesti per superare questa criticit 4

quindi di natura diversa a seconda delle specifiche situazioni: in alcuni casi necessario realizzare opere nuove, mentre in altri richiesta una riqualificazione di quelle esistenti. Il Governo sta investendo con decisione in questo campo, in questi mesi sono stati sbloccati progetti approvati dal CIPE e confermate opere e lavori complessivamente per circa 27,7 miliardi di euro. Questi investimenti portano con se circa 400 mila posti di lavoro, di cui 120 mila di nuova occupazione. Lobiettivo del Governo e di sbloccare ulteriori opere infrastrutturali per altri 25 miliardi fra questanno e il prossimo e per altri 50 miliardi entro il 2015: un obiettivo complessivo di 100 miliardi, certamente ambizioso ma alla nostra portata. La particolare attenzione per il Sud testimoniata dal fatto che la met delle opere approvate, che coinvolgono circa 12 miliardi di risorse, riguardano proprio interventi nelle regioni meridionali. Si tratta in alcuni casi di lavori attesi da decenni, come lammodernamento della SS 106 Jonica (700 milioni) e di altri importanti tratti di viabilit stradale ordinaria, piuttosto che il rafforzamento di alcune tra le principali direttrici ferroviarie, come la NapoliBari-Lecce-Taranto, la Salerno-Reggio Calabria e la Catania-Palermo. Linfrastrutturazione del Sud un presupposto determinante per sfruttarne le potenzialit di piattaforma logistica e il collocamento geo-strategico che ne fanno il crocevia naturale degli scambi internazionali lungo le direttrici Nord Sud e Est Ovest. Molto importante anche limpegno profuso nellambito delle azioni connesse con la realizzazione dellAgenda Digitale italiana, dal momento che leliminazione del digital divide sullintero territorio nazionale sar realizzata proprio a partire dalle regioni meridionali, per le quali i fondi (170 milioni) sono gi stati trovati. Altri fondi (440 milioni) sono stati riprogrammati per accelerare la costruzione di reti di nuova generazione nel Sud attraverso il Piano Nazionale Banda UltraLarga. Nel Sud troveranno anche collocazione i data-center che consentiranno la progressiva migrazione delle capacit di storage ed elaborazione dati della pubblica amministrazione in modalit cloud 5

computing, per la completa virtualizzazione di alcuni servizi di e-governement a partire dalla didattica e dalla gestione della sanit elettronica. Il Sud sar quindi per una volta il battistrada nella diffusione capillare di una nuova infrastruttura futuro. Il Mezzogiorno poi centrale per le strategie del Governo anche in unaltra area fondamentale, quella delle politiche energetiche. Gi in questo momento, in quasi tutta larea la produzione di energia risulta superiore al consumo. Lincidenza rispetto al totale nazionale particolarmente rilevante nellambito di alcune fonti rinnovabili: ad esempio, al Sud viene prodotta la quasi totalit dellenergia di fonte eolica. Il Governo sta elaborando una nuova Strategia Energetica Nazionale, tecnologica, sempre pi cruciale per lattrazione degli investimenti: mi sembra che questo rappresenti un segnale importante per il

nellambito della quale il Meridione vedr ancor di pi rafforzata la sua centralit. In particolare per quanto riguarda due dei pilastri principali di questa strategia: in merito al primo di tali pilastri, lo sviluppo dellItalia come Hub sud-europeo per lapprovvigionamento del gas, non si pu prescindere infatti dal ruolo delle regioni meridionali come naturale porta di accesso per i flussi provenienti dal bacino del Mediterraneo. Le autorizzazioni recentemente concesse per la costruzione dei rigassificatori a Gioia Tauro e Porto Empedocle e quelle che contiamo a breve di dare, di concerto con le Regioni interessate, per il gasdotto del Galsi, sono parte integrante di questo disegno. Per quanto riguarda invece il secondo, ossia lincremento della produzione di idrocarburi, assumono una grande rilevanza in particolare i giacimenti della Basilicata e della Sicilia. Lesempio dellimportanza assegnata al territorio meridionale Mezzogiorno rappresenta unopportunit, unarea caratterizzata in campo da forti

energetico significativo per cogliere appieno il fatto che per il Governo il potenzialit finora rimaste in larga parte latenti e che devono essere compiutamente valorizzate, piuttosto che un territorio da sussidiare.

Qualche segnale di vivacit da parte delleconomia meridionale, sebbene piuttosto timido, pu gi essere colto: nonostante si registri una dinamica complessivamente ancora pi debole rispetto a quella delle altre aree del Paese, le esportazioni stanno tenendo, segno che si sta consolidando un tessuto produttivo in grado di affrontare la competizione sui mercati mondiali, approfittando degli spazi aperti dalla globalizzazione. Alcuni distretti industriali ad esempio rappresentano un grande successo in campo manifatturiero, riconosciuto anche allestero. Il punto che questi esempi virtuosi sono ancora troppo poco sviluppati, non si sono diffusi fino ad innervare compiutamente leconomia del territorio. Lincidenza delle esportazioni sul PIL totale nel Sud pari ad appena l8%, mentre nel Centro-Nord si arriva al 22%; la quota sul totale delle esportazioni nazionali non va oltre l11%. La scarsa internazionalizzazione delle imprese meridionali in una certa misura conseguenza della loro ridotta dimensione. E quindi assolutamente prioritario sostenere con decisione gli sforzi di consolidamento dimensionale e di internazionalizzazione delle imprese che competono con successo sul mercato. Limpegno del Governo va in questa direzione: come gi evidenziato, nellambito della rimodulazione delle risorse destinate al Piano di azione e coesione sono previsti stanziamenti specifici a favore dei contratti di sviluppo, dellinternazionalizzazione e della creazione di imprese. Il Meridione ha poi delle importanti potenzialit non sfruttate non solo nellambito prettamente manifatturiero, ma anche in altri importanti comparti come il turismo, la cultura e lagri-business. Per quanto riguarda il turismo, un territorio cos ricco di bellezze

paesaggistiche e di importanti beni culturali, che costituiscono un formidabile monopolio naturale del nostro Paese che nessuna delocalizzazione potr mai depauperare, non contribuisce neanche per un quinto al totale italiano. Occorre sfruttare meglio queste risorse, il miglioramento della dotazione infrastrutturale anche sotto questo profilo pu rappresentare un elemento importante per agevolare i flussi turistici. 7

La pi preziosa risorsa di cui dispone il nostro Sud non per di tipo materiale, ma rappresentata dal capitale umano: il sistema della formazione scolastica ed universitaria mette infatti a disposizione professionalit con buoni livelli di qualifica, che il tessuto produttivo non riesce per ad assorbire e valorizzare adeguatamente. Di conseguenza, sta crescendo lincidenza dei laureati sul totale dei giovani che scelgono di emigrare, per sottrarsi ad una condizione di disoccupazione che tocca un milione di persone nel Sud o di disagio occupazionale allargato che investe non meno di altre 2,5/3 milioni di persone. Si tratta di un fenomeno nuovo rispetto alle forme tradizionali di emigrazione: se prima il Sud perdeva le braccia, oggi perde sempre di pi i cervelli. Se poi consideriamo che al Sud si concentra larga parte dei giovani NEET, ovvero 1,2 milioni di giovani che non lavorano e non frequentano nessun corso di istruzione o formazione, ci rendiamo conto di come molti giovani del Sud siano spesso nella condizione di dover scegliere fra emigrazione o inattivit. Il Paese non pu rimettersi in moto senza la partecipazione di queste energie. Le dinamiche demografiche stimate dallISTAT per i prossimi 50 anni disegnano un futuro su cui riflettere: prevista una riduzione del 20% della popolazione meridionale, a fronte di una crescita complessiva della popolazione italiana, con una contrazione particolarmente rilevante della quota di giovani. Noi siamo convinti per che un futuro diverso sia immaginabile: se si dar continuit al percorso che il Governo ha avviato, che riflette molto di quanto indicato dal Manifesto per il Sud nella crescita dellItalia, leconomia meridionale, senza dover ricorrere a sostegni assistenziali, sar in grado di crescere grazie alle sue forze, permettendo alle future generazioni di costruire un futuro migliore e di maggiore prosperit per il loro territorio come per lintera collettivit nazionale.

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