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REGIONE LAZIO Assessorato dellAgricoltura

ISTITUTO NAZIONALE DI SOCIOLOGIA RURALE

Presidenza

IL TURISMO RURALE NEL LAZIO


di Damiano Lucia

Quaderni di Informazione socio-economica

REGIONE LAZIO Assessorato dellAgricoltura

ISTITUTO NAZIONALE DI SOCIOLOGIA RURALE

Presidenza

IL TURISMO RURALE NEL LAZIO


di Damiano Lucia

Quaderni di Informazione socio-economica n. 9

REGIONE LAZIO Assessorato Agricoltura Area A Servizio di informazione socio-economica Via Rosa Raimondi Garibaldi, 7 00145 Roma Istituto Nazionale di Sociologia Rurale Via della Stelletta, 20/23 00186 Roma Tutti i diritti sono riservati

QUADERNI DI INFORMAZIONE SOCIO- ECONOMICA COORDINATORE EDITORIALE: Pier Luigi Cataldi

IL TURISMO RURALE NEL LAZIO di Damiano Lucia

L Istituto Nazionale di Sociologia Rurale ringrazia Pier Luigi Cataldi e Silvano Paone dell Assessorato allagricoltura della Regione Lazio per i contributi recati alla definizione del progetto

Questo il nono volume della collana del progetto editoriale denominato I quaderni dellInformazione socio-economica. La collana frutto di una collaborazione tra il Servizio di informazione socio-economica dellAssessorato allAgricoltura della Regione Lazio, il Dipartimento di Economia Agroforestale e dellAmbiente rurale dellUniversit degli Studi della Tuscia e l Istituto Nazionale di Sociologia Rurale. Il progetto consiste nella realizzazione di una serie di pubblicazioni a carattere monografico relative allanalisi ed allo studio di problematiche inerenti il settore agricolo e pi in generale lo sviluppo agricolo delle aree rurali del Lazio. Sono stati gi pubblicati nella collana i volumi: Le aree rurali del Lazio, Percorsi di Sviluppo locale- Il caso del Lazio, Indagine sui prodotti agricoli della Regione Lazio, I musei etnografici del Lazio, Larchitettura rurale del Lazio, Le terre collettive nel Lazio, Il Lazio agricolo attraverso il Censimento del 2000, I giovani e le donne nellagricoltura del Lazio.

Indice
Prefazione Introduzione 1. Uno sguardo dinsieme 1.1 Comuni senza alberghi 1.2 Limportanza delle zampogne 1.3 Non bastano parchi e santuari 1.4 In Sabina e nella Tuscia 2. Obiettivi e metodologia 2.1 Le finalit di questo studio 2.2 La cornice metodologica 3. Per una definizione del turismo rurale 3.1 Linterpretazione della U.E. 3.2 Agriturismo e non 3.3 Gli orientamenti regionali 3.4 Turismo rurale e turismo ambientale 3.5 Unipotesi di definizione 4. Il turismo rurale nel Lazio 4.1 Il turismo nelle province laziali 4.1.1 La provincia di Frosinone 4.1.2 La provincia di Latina 4.1.3 La provincia di Rieti 4.1.4 La provincia di Roma 4.1.5 La provincia di Viterbo 4.2 Turismo rurale nel Lazio: gli indicatori utilizzati 4.2.1 Per una definizione di comune rurale 4.2.2 Ospitalit e ristorazione 4.2.3 Le risorse territoriali collegate al turismo rurale 4.2.4 Lintegrazione tra offerta di ospitalit, ristorazione e valenze territoriali

5. I risultati a livello comunale: un commento 5.1 Area della ruralit 5.2 Area dellospitalit e ristorazione 5.2.1 Una valutazione a livello comunale 5.3 Area della valenza territoriale 5.3.1 Una valutazione a livello comunale 6. Lintegrazione dei dati e la loro interpretazione 6.1 Le province in ritardo 6.2 Le province dello sviluppo 7. Prospettive di sviluppo e strategie di intervento 7.1 Il turismo rurale come catalizzatore di sviluppo territoriale 7.2 Le azioni di sostegno 7.3 Per una cultura del turismo rurale ALLEGATI 8. Allegato 1 Le carte tematiche 9. Allegato 2 Cinque casi di iniziative imprenditoriali o associative relative al turismo rurale 10. Allegato 3 I comuni rurali del Lazio e le loro caratteristiche in funzione del turismo rurale 11. Allegato 4 I comuni rurali del Lazio (offerta di alloggio, ristorazione, sagre e feste, prodotti tipici)

PREFAZIONE

A fronte del forte processo di globalizzazione e di standardizzazione degli stili di vita e dei consumi, negli ultimi decenni, il turismo rurale stato oggetto di una crescente attenzione da parte delle politiche comunitarie, nazionali e regionali. In particolare, la Regione Lazio ha puntato sulle produzioni agroalimentari e enogastronomiche locali, sul turismo rurale e sullagriturismo assegnando loro un ruolo strategico per favorire lavvio e il potenziamento di processi di sviluppo a carattere locale basati su risorse autoctone ambientali, culturali e tradizionali. Lattuazione di programmi comunitari come il Piano di sviluppo rurale e il Leader II offre opportunit di sviluppo per un uso sostenibile e integrato delle risorse locali, recuperando tradizioni che rischiavano di scomparire, di disgregarsi o comunque di rimanere sottoutilizzate. Tutto ci con lobiettivo di qualificare il territorio e rafforzare lidentit locale attraverso la creazione di nuovi legami fra gli abitanti locali e la valorizzazione delle risorse culturali, ambientali ed economiche rendendo maggiormente attrattivo il territorio grazie alla creazione di un offerta peculiare. Fondamentale, a tal proposito, stata pure lapprovazione della legge istitutiva delle strade del vino, dellolio e dei prodotti tipici di qualit. Dopo dieci anni di stallo il Lazio si cos munito di uno strumento fondamentale che permetter di innescare dinamiche di sviluppo durature e sostenibili anche dal punto di vista economico e occupazionale. Altrettanto significativo stato il successo ottenuto col progetto Ippovie che ha dimostrato la possibilit di incrementare il mercato equestre nel settore del turismo. Attraverso l'equitazione possibile riscoprire i paesaggi naturali e le bellezze storico monumentali che, assieme alla produzione agroalimentare, fanno parte della cultura locale. In questo modo l'amministrazione regionale mira ad indirizzare in un'unica direzione le potenzialit dei settori turistici, artigianali, culturali ed enogastronomici per puntare alla valorizzazione e al rilancio del territorio e far emergere un unico prodotto, il "Prodotto Lazio".

Ci auguriamo che questo quaderno possa essere per tutti unoccasione di riflessione e di stimolo per lo sviluppo di tali iniziative. Antonello Iannarilli Assessore allagricoltura

INTRODUZIONE

Prof. Corrado Barberis

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1. Uno sguardo dinsieme


Come si sviluppa lofferta turistica nei comuni rurali del Lazio? E, in particolare, quanta di questa offerta da classificare allinterno del modello di ospitalit che va sotto il nome di turismo rurale?. I capitoli che seguono vogliono rispondere a queste domande, partendo dai dati raccolti per ogni singolo comune rurale del Lazio. Motivi di spazio impediscono di allegare, comune per comune, il corposo data base su cui tali informazioni sono state riportate, che infatti vengono di seguito commentate a livello provinciale e sinteticamente visualizzate (questo s su scala comunale) nelle cartine allegate al testo. La notevole mole di dati disponibili permette per di fare qui delle considerazioni che, in ultima analisi, vogliono rispondere ad alcune semplici domande preliminari. Quanti sono i comuni rurali regionali a offrire ospitalit turistica? Ne esistono alcuni da cui - leventuale turista/visitatore deve necessariamente allontanarsi per trovare un alloggio, in quanto totalmente privi della possibilit di pernotto? Ci sono, sempre in Regione, comuni che non posseggono neppure una piccola trattoria/pizzerie dove rifocillarsi? Se s, in quali accade? Necessariamente nei pi piccoli? 1.1 comuni senza alberghi Anzitutto da dire che pi della met dei comuni rurali laziali risulta priva di strutture alberghiere (precisamente il 51,3%). Sono infatti 170 i paesi dove non si ritrovato neppure un piccolo hotel dove passare la notte. La situazione migliora se il nostro turista rurale si accontenta di soluzioni un po pi spartane. In ostello, nei bed and breakfast, o magari in campeggio (sempre che abbia con s il camper o almeno la tenda). Scendono infatti a quota 90 (il 27%) i comuni che risultano totalmente privi della possibilit di dare alloggio - nelle pi diverse forme - al forestiero di passaggio. Molto pi difficile (e appannaggio quasi esclusivo di comuni la cui dimensione demografica minimale) incontrare paesi dove non esiste neppure una piccola trattoria. Solo in 21 casi non si infatti trovato alcun segno di offerta di ristorazione nel comune. E comunque probabile che tale numero sia sovrastimato. Nel senso che non si pu escludere che, anche dove ufficialmente non esistono ristoranti, questi poi nei fatti ci siano. Il dato infatti condizionato dal poco interesse riscontrato presso gli Apt a censire questa informazione in modo completo. Ed anche dalle possibili forme di

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ristorazione che non compaiono nei repertori ufficiali. Come per i cosiddetti circoli gastronomici riservati solo agli associati, ma spesso disponibili basta fare la tessera! anche per il frequentatore occasionale. 1.2 Limportanza delle zampogne Unulteriore notazione riguarda il rapporto tra dimensione del comune, offerta di alloggio e ristorazione. Se vero - almeno tendenzialmente - che a comune molto piccolo corrisponde una offerta di ristorazione ridotta o addirittura inesistente1, la regola nel caso dellalloggio non pi cos evidente. Nella provincia di Frosinone, ad esempio. Dove convivono grandi comuni come Pontecorvo (13.394 abitanti) o Boville Ernica (8.942 ab.) senza offerta di ricettivit, con altri, come Acquafondata che - pur essendo il paese meno popolato della provincia (solo 331 abitanti) - si ritrova ad avere due alberghi, oltre che un paio di ristoranti. Merito della notoriet di cui Acquafondata gode per le botteghe artigiane specializzate nel costruire zampogne e dellannuale festival internazionale riservato a questo strumento da fiato che richiama ogni anno musicisti e appassionati? Difficile dirlo, anche se piace pensarlo cos. Per la conferma che si ha di quanto, una tradizione artigianale di pregio, possa aiutar il turismo. Resta il fatto che, anche nelle altre province, si ritrovano numerosi esempi di piccoli comuni dotati di strutture ricettive e di grandi che ne sono invece sprovvisti. E cos in provincia di Latina dove nessuna delle tre Rocche (Rocca Gorga, Rocca Massima e Rocca dei Volsci) ha strutture di pernotto per i visitatori. Nemmeno la prima Rocca Gorga che pure conta quasi 5.000 abitanti. Si ritrovano invece alberghi a Prossedi (1.320 abitanti), a Bassiano (1.607) e soprattutto a Ventotene (7 alberghi e due esercizi complementari su 667 abitanti). Anche se, in questultimo caso, coincidendo il comune con il territorio di unisola di notevole bellezza, il dato non poi cos significativo. 1.3 Non bastano parchi e santuari Una maggiore correlazione tra piccola dimensione del comune e assenza di strutture ricettive presente invece nella provincia di Roma, dove sono ben 29 i comuni privi di offerte di alloggio (e 7 quelli senza neppure un ristorante). Per molti di questi (Camerata Nuova, Gorga, Percile, Rocca Canterano, Rocca di Cave, Saracinesco, Vallepietra, Vallinfreda, Vivaro) infatti la ridotta base demografica a qualificarli,
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Ma le eccezioni non mancano. Come a Filettino (FR) , dove a soli 588 abitanti corrispondono ben 11 tra ristoranti e trattorie.

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essendo tutti al di sotto della soglia dei 500 abitanti. Ma anche la provincia rurale della Capitale ha le sue eccezioni. Come Marcellina (5.476 abitanti, ma nessun alloggio) o SantOreste, un comune di una certa notoriet ed anche molto antico (risale allanno 1000) in cui evidentemente la presenza di unarea protetta (Riserva naturale del Monte Soratte) e di un santuario famoso non sono bastati a far decollare nemmeno una piccola offerta di affittacamere. 1.4 In Sabina e nella Tuscia E il territorio rurale di Rieti e Viterbo? In ambedue le province si ritrova una percentuale di poco superiore al 20% di comuni che non offrono alloggio. Della prima Rieti da notare per il primato regionale nel numero di paesi che non posseggono neppure una pizzeria (sono 8). Anche se, come spiegato precedentemente, il dato va preso con una certa cautela. Ma altre osservazioni sono possibili. Come quella che vede nel reatino la presenza di un albergo (anche se piccolo) in un comune di soli 176 abitanti (Paganico). Mentre risulta sprovvista di strutture ricettive Antrodoco (2.937 abitanti) e ci nonostante che la guida del Touring Club Italiano lo citi con una voce propria. Lo stesso capita a Vignanello, anchesso menzionato dal T.C.I, ma privo di alberghi e di altre forme di accoglienza. Curioso infine il dato sul comune viterbese di Marta. Ha quasi 3.500 abitanti e ben 15 tra ristoranti, trattorie e pizzerie. Ma chi, dopo cena, avesse desiderio di prolungare la permanenza sul posto deve rassegnarsi a prendere lauto fino a Viterbo o - rimanendo nellottica della ruralit - arrivare al vicino paese di Capodimonte. Che ha s la met degli abitanti di Marta, ma possiede un albergo e altre 5 strutture complementari di alloggio, tra cui un agriturismo.

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2. Obiettivi e metodologia
Prima di affrontare lo specifico di questo studio, necessario fare una premessa che parte dalla constatazione come lagriturismo in Italia, ma anche nel Lazio, abbia rappresentato in questi ultimi anni una delle novit imprenditoriali pi interessanti per lagricoltura. Nato in sordina, come fenomeno marginale e limitato ad un territorio - il Trentino Alto Adige - ben lontano dal baricentro agricolo nazionale si progressivamente imposto come una attivit di rilevante portata economica (il giro di affari complessivo ha superato nel 2002 i 710 milioni di Euro) e di notevole interesse per il sociologo rurale. E assieme allagriturismo, si iniziato a parlare sempre pi spesso di turismo rurale. Non tanto come fenomeno nuovo (le vacanze in campagna sono una realt ben conosciuta dalle generazioni precedenti la nostra) quanto come rinnovato interesse verso le ricchezze e potenzialit turistiche della campagna. Questo studio dedicato a questultimo tipo di turismo, di cui lagriturismo ne solo una componente (peraltro minoritaria). Lobiettivo quello di dare un contributo al dibattito sul tema, e di fornire una prima valutazione sullo sviluppo del fenomeno nella regione Lazio. Ma anche di fornire spunti e riflessioni che possono essere trasferiti a una scala pi ampia che coinvolge luniverso della ruralit italiana. 2.1 Le finalit di questo studio Lo scopo che ci si proposto in queste pagine duplice. Anzitutto quello di fornire una prima anche se certamente non esaustiva - indicazione quali/quantitativa sullattuale sviluppo del turismo rurale in Regione. Obiettivo non facile, anche perch sul tema del turismo rurale (e losservazione non riguarda solo la regione Lazio) la

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letteratura disponibile non affatto abbondante2. Si poi cercato di individuare una metodologia che permettesse di individuare dei criteri il pi possibili oggettivi a cui fare riferimento per valutare lentit dellofferta turistica (intesa come alloggi e servizi di ristorazione) e la valenza territoriale dellarea considerata. Per arrivare infine a dare una valutazione dellintegrazione esistente tra lofferta turistica presente in un dato territorio (comune) e gli elementi che caratterizzano questo tipo di vacanza. Ci anche allo scopo di fornire un eventuale supporto alla programmazione in sede regionale di eventuali programmi di supporto e incentivazione del settore. Tale obiettivo ha necessariamente comportato una riflessione sulla tematica di cosa effettivamente sia il turismo rurale. In particolare ci si preoccupati di definire cosa lo caratterizzi e di come tale termine venga attualmente utilizzato in Italia e nellambito della U.E. Ed anche di sviluppare alcune considerazioni sullimportanza che questo tipo di turismo riveste nellambito dello sviluppo socioeconomico del territorio. La trattazione che segue affronta anche il tema delle possibili sinergie che il fenomeno agrituristico ha con il turismo rurale, di cui rappresenta, in un certo senso, come la punta avanzata. Lottica entro cui ci si mossi a differenza di altre fonti o impostazioni - vede infatti nella crescita dellospitalit agrituristica non una pericolosa concorrenza con lofferta di alloggio e ristorazione tradizionale. Bens come una importante chance da giocare per allargare la gamma delle possibilit offerte al visitatore del Lazio. In altre parole lidea che della recente espansione numerica degli agriturismi in Regione, sempre che vengano rispettate le norme che regolano questa attivit, ad avvantaggiarsene debbano essere tutti. Gli agricoltori che gestiscono aziende multifunzionali nel settore dei servizi (agriturismo), ma anche gli altri operatori turistici che, da una maggiore frequentazione delle loro strutture da parte degli appassionati della ruralit, dei prodotti tipici, delle sagre o delle cantine, non possono che rallegrarsene. 2.2 La cornice metodologica

Curiosamente, infatti, lattenzione dei ricercatori stata in gran parte attirata dal fenomeno dellagriturismo che, negli ultimi anni, stato oggetto di numerosi approfondimenti sia dal punto di vista socio-economico, sia da quello dellanalisi della abbondante normativa inerente il settore

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Parlare di turismo rurale comporta necessariamente una scelta di aree. Se di questo turismo bisogna parlare ovvia infatti la necessit di individuare quali, tra i comuni laziali, soddisfano il criterio di ruralit. Tale scelta stata attuata come ampiamente descritto nel paragrafo 4.2 - utilizzando dati gi disponibili, opportunamente integrati e reinterpretati alla luce delle finalit di questo studio. Ad esempio, prevedendo una valutazione pi o meno favorevole allo sviluppo del turismo rurale in base alla tipologia della vocazione agricola presente nei singoli comuni. Allinterno dei comuni classificati come rurali si poi provveduto a realizzare un censimento delle diverse tipologie di ospitalit e ristorazione presenti (vedi paragrafo 4.2.2). Ci allo scopo di dare una valutazione quantitativa del peso che, allinterno dei singoli comuni, riveste questo tipo di offerta. Laltro elemento preso in considerazione quello della valenza territoriale che stata valutata in vista delluso turistico-rurale del comune considerato. Gli elementi utilizzati e censiti - hanno riguardato una pluralit di indicatori relativi alla presenza di sagre e feste popolari, di musei etnici, ricchezze artistiche-naturali e prodotti (vedi paragrafo 4.2.3). Ai dati raccolti per ogni singolo comune stato quindi possibile assegnare dei numeri indice ottenuti seguendo criteri di classificazione relativi a pi indicatori elementari, del tipo se-allora, basati su soglie. Ci ha permesso di ottenere una serie di mappe regionali che evidenziano per ogni singolo comune indicazioni relative ai tre elementi di classificazione considerati: tipologia della vocazione agricola offerta turistica valenza territoriale

Infine stata realizzata una mappa di sintesi che, tenendo conto dei dati raccolti e della conoscenza personale dei luoghi, permette di avere una prima indicazione sullo sviluppo attuale del fenomeno del turismo rurale nella Regione.

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3. Per una definizione del turismo rurale


Definire cosa sia il turismo rurale non facile. Anche perch, quando si parla di definizioni, occorre fare riferimento a fonti certe, autorevoli e universalmente accettate che dicano in cosa consiste il fenomeno e quali sono gli elementi che lo caratterizzano necessariamente. In tal senso, un aiuto pu venire dallesame di cosa intenda attualmente per turismo rurale lUnione Europea e di come tale concetto sia stato recepito a livello nazionale e regionale, soprattutto in ambito normativo. 3.1 Linterpretazione della U.E. Anzitutto da dire che lUnione Europea, gi nel documento su Il futuro del mondo rurale (COM/88/501), attribuisce al turismo rurale una definizione che abbraccia qualsiasi attivit turistica svolta in tale ambito. Come giustamente sottolineato in uno studio realizzato dallInea3, per lEuropa il concetto infatti molto ampio. Secondo questa interpretazione spiegano allInea i termini turismo rurale e agriturismo possono essere considerati sinonimi in quanto indicano forme di vacanza svolte in localit rurali per le quali pressoch impossibile pervenire a una definizione univoca o operare una differenziazione in funzione delle strutture utilizzate e delle attivit svolte. Una idea questa, che trova conferma nel quadro di applicazione del Reg. 1257/99 (Piani di Sviluppo Rurale) dove, gli interventi relativi alle attivit turistiche in ambito rurale, non sono inseriti tra quelli destinati alle aziende agricole. Ma posti allinterno della stessa misura indirizzata alla incentivazione delle attivit artigianali. 3.2 Agriturismo e non Non cos in Italia dove esiste una netta distinzione tra i due settori produttivi. La normativa nazionale (L. 5 dicembre 1985, n 730) considera infatti lagriturismo come una vera e propria attivit agricola, svolta in un preciso rapporto di connessione e complementariet rispetto alle attivit di coltivazione del fondo, silvicoltura e allevamento del bestiame, che devono comunque rimanere principali. Ci in unottica che riconosce allattivit agrituristica un ruolo particolare di sostegno alla imprese agricole e che spiega anche le facilitazioni in termini di autorizzazioni, trattamento fiscale, inquadramento del personale, ecc. previste dalla 730/85 e dalle norme emanate successivamente dalle diverse Regioni.

C. Hausmann, Lo sviluppo rurale, Inea , Roma 1996

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In altre parole, ci significa che eventuali altre iniziative e forme di ospitalit turistica presenti in ambito rurale, anche allinterno di una azienda agricola, ma non conformi alle condizioni dettate dalla 730/85 sono da considerare invece come turismo rurale e quindi inquadrate allinterno delle normative riguardanti il turismo. Questultima considerazione necessita per di una precisazione. Si ha infatti la sensazione che attualmente oggi in Italia la scelta di una azienda agricola di svolgere la sua attivit di ospitalit al di fuori del regime normativo previsto per lagriturismo venga vista come una forma di declassamento. Ma lagriturismo si spera che tutti siano daccordo non esaurisce le possibilit che la campagna offre ai vacanzieri rurali. Esistono anzi particolari segmenti turistici (si pensi alle cosiddette beauty farm) dove probabilmente lo strumento normativo previsto per lagriturismo si dimostra troppo rigido e non in grado di venire incontro a determinate richiesta da parte del mercato. Inoltre la natura necessariamente complementare delle attivit agrituristiche rispetto allimpegno di tempo destinato allattivit agricola, non sempre si abbina con le esigenze di crescita (in termini di reddito e di occupazione) di una attivit dai connotati fortemente imprenditoriali. In questo caso, come gi stato evidenziato in passato, a un certo punto della parabola di vita aziendale, pu porsi ad una impresa agrituristica il dilemma se conservare uno statuto di azienda agricola. ma non espandere il volume di attivit o espandere tale volume e rinunciare allo statuto di impresa agricola. In questo caso si assiste al consolidamento di unimprenditorialit di tipo commerciale, che costituisce un importante elemento di sviluppo rurale. Rispetto tale imprenditorialit, lo statuto di azienda agricola costituisce unutile nursey, una sorta di serra protetta, in cui vengono predisposte delle condizioni pi favorevoli al consolidamento di tale imprenditorialit4. 3.3 Gli orientamenti regionali A questo punto da evidenziare la presenza di alcune normative regionali che, nate dopo la legge del 1985, hanno comunque cercato di disciplinare - invero con scarso successo di adesione da parte degli imprenditori - in maniera specifica il turismo rurale. E il caso della regione Emilia Romagna che, nella legge 26/94 (Norme per lesercizio dellagriturismo e del turismo rurale ed interventi per la loro promozione) lo definisce come una specifica articolazione dellofferta turistica regionale composta da un complesso di attivit che pu comprendere
M.Gregori , Agriturismo e turismo rurale, Osservatorio di ricerca sul territorio e per il turismo, Udine 1994.
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ospitalit, ristorazione, attivit sportive, del tempo libero e di servizio, finalizzate alla corretta fruizione dei beni naturalistici, ambientali e culturali del territorio rurale. Specificando altres che lofferta di ricettivit e/o di ristorazione deve essere esercitata in immobili gi esistenti, ubicati allesterno del territorio urbanizzato dotati di arredi e servizi consoni alle tradizioni locali e dando indicazioni sul tipo di offerta gastronomica (da realizzare utilizzando materie prime provenienti, in prevalenza, da aziende agricole locali). Lindicazione relativa allutilizzo obbligatorio di immobili preesistenti e lutilizzo prevalente di prodotti aziendali locali per la ristorazione presente anche nella legge regionale emanata dal Molise (L.R. n. 19/95 Incentivazione dellofferta turistica nei settori alberghiero e di turismo rurale) che fissa anche un limite di 15 camere per ogni singola unit di ospitalit. Indicazioni simili si ritrovano anche nelle Marche (L. R. 3/02 - Norme per lattivit agrituristica e per il turismo rurale) dove per ulteriormente enfatizzata limportanza delluso dei prodotti provenienti da aziende o cooperative agricole locali che devono concorrere per almeno il 70% nella composizione del men ed essere di preferenza scelti tra le produzioni Dop e Igp, tra i prodotti tradizionali e tra le produzioni certificate come biologiche. Sempre la normativa marchigiana individua - a differenza di quanto fanno Emilia Romagna e Molise che di fatto fanno rientrare nel turismo rurale le tradizioni forme di ospitalit alberghiera e extralberghiera - due sole tipologie di esercizi abilitati al turismo rurale: i centri rurali di ristoro e degustazione e le country-houses. Per i primi i ristori la norma richiama la Legge regionale n. 287/91 sullinsediamento e sullattivit dei pubblici esercizi di somministrazione, mentre i secondi le country-houses fa riferimento allart. 1 della Legge regionale n. 19/2000 che li definisce come i fabbricati, siti in campagna o nei borghi rurali, trasformati a seguito di lavori di ammodernamento che non comportino comunque alterazioni degli aspetti architettonici originali, in strutture ricettive dotate di camere o di appartamenti con servizio autonomo di cucina ed eventualmente dotati di servizio di ristorazione e di attrezzature sportive e ricreative. Non viene inoltre previsto alcun albo specifico di operatori (presente invece nella normativa dellEmilia Romagna e del Molise). Una lettura comparata della normativa regionale in materia (che ha tenuto conto dei riferimenti al settore presenti anche in norme della regione Umbria e della provincia di Bolzano) evidenzia in definitiva le conseguenze della mancanza di una legge quadro nazionale che regoli il settore (cos come stato per lagriturismo) ed probabilmente alla base della vaghezza che si riscontra a livello locale nel definire in modo chiaro, limiti, caratteristiche e specificit del turismo rurale.

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3.4 Turismo rurale e turismo ambientale Da quanto esposto precedentemente, appare evidente la necessit di giungere a formulare una proposta di definizione di cosa sia il turismo rurale. Anche a sostegno della scelta degli indicatori utilizzati in questo studio per quantificarne la presenza e le potenzialit sul territorio laziale. Tenuto conto di quanto accade in ambito europeo, occorre anzitutto prendere atto che la nozione di turismo rurale deve necessariamente comprendere in s anche lagriturismo, definibile perci come una specifica forma di turismo rurale che presenta caratteristiche particolari nellorganizzazione dellofferta in quanto connessa con la presenza di una azienda agricola vitale (di una certa dimensione) e con quella di un titolare dellattivit che sia imprenditore agricolo. Non invece possibile affermare che ogni forma di turismo presente nei comuni rurali sia di per s classificabile come turismo rurale. Si tratta di una affermazione scontata. E infatti evidente, volendo fare un esempio, che lattivit di un pubdiscoteca in un comune ruralissimo ben poco ha da spartire con la nozione, anche solo recepita a livello istintivo, di turismo rurale. Ci che manca in questo caso infatti la connessione e valorizzazione di risorse specifiche del territorio (sempre che non si tratti di una discoteca specializzata in musiche etniche locali, cosa che francamente ci sentiamo di escludere). Pi difficile e impegnativo avventurarsi in una distinzione tra quello che viene chiamato turismo di ambiente e il turismo rurale. Il problema che tra i due mondi (la natura e la campagna) le differenze sono quanto mai sfumate, tanto da rendere impossibile tracciare una qualsivoglia linea di demarcazione. Lo evidenzia anche il I Rapporto sul Turismo Natura realizzato dallENIT5 che afferma come la natura stessa del fenomeno lo ponga al di fuori dei circuiti tradizionali, creando una difficolt oggettiva a rilevarne la quantit e la qualit evidenziando anche la presenza di una miriade di componenti difficilmente rilevabili tra le quali viene citato espressamente lagriturismo. La sola differenza possibile forse da ricercare, pi che nelle strutture, nelle motivazioni del turista. Nel caso del turismo dambiente a prevalere sarebbero le motivazioni strettamente legate alle fruizione della natura. Ad attirare sono fondamentalmente i parchi nazionali, le aree protette, la possibilit di praticare sport

I Rapporto sul turismo natura, in Enit-Italia n.13, maggio 2003, pag.18.

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o attivit per il tempo libero molto specifiche (alpinismo, bird-watching, torrentismo, canoa, parapendio, ecc.). Mentre il turismo rurale dovrebbe evidenziare uno spiccato tropismo verso gli aspetti pi paesaggistici, culturali, artistici, artigianali e gastronomici presenti sul territorio, visto non solo come base di partenza per svolgere determinate attivit alternative, ma come valore in s, da apprezzare e di cui godere. Grossomodo le differenze si fermano qui e sono anchesse molto sfumate (non pu forse lappassionato alpinista abitare in una agriturismo di montagna e godere appieno anche della ruralit del soggiorno?), tanto da poter affermare che i due termini assumono quasi lo stesso significato poich entrambi fanno riferimento a forme di vacanza svolte in localit rurali, per le quali impossibile operare una differenziazione in funzione delle strutture utilizzate e delle attivit svolte6. Laffermazione non sorprende perch, come stato giustamente osservato nel mondo del turismo tutte le strutture ricettive diverse dallalbergo classificato soffrono da sempre di problemi di classificazione e accorpamento. Il turismo rurale non sfugge a questa regola e pertanto non vi classificazione funzionale, appunto come quella di turismo rurale, che non sia frutto di convenzioni o scelte individuali7. 3.5 Una ipotesi di definizione Il richiamo alla necessit di rifarsi a convenzioni e scelte individuali per giungere a una definizione di turismo rurale, sopra espresso, apre comunque uno spiraglio alla possibilit di formulare quantomeno una ipotesi definitoria di cosa questo sia. Una forma di fruizione turistica basata su specificit territoriali (naturali e agricole) sintetizzabili nellespressione patrimonio locale, la cui motivazione principale il contatto con lambiente rurale nelle sue espressioni caratteristiche (agricoltura, folklore, arte, gastronomia, artigianato, ecc.) e il cui soggiorno praticato in strutture ricettive alberghiere, extralberghiere e agrituristiche coerenti col contesto paesaggistico in cui sono inserite. Ulteriori elementi qualificanti questo tipo di offerta sono poi:
Romanelli M., Il turismo rurale secondo lUnione Europea, Carrefour Lazio n.41, gennaio/febbraio 2003 AA.VV., Turismo rurale e agriturismo: modelli di valorizzazione delle risorse locali nelle zone rurali del Lazio, a cura di Agriconsulting, Regione Lazio, Roma 1996.
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- la tendenziale autogestione del soggiorno e un interesse a vivere a contatto con i residenti pi che con gli altri turisti (c.d. turismo relazionale); - la possibilit di facili integrazioni con i segmenti di offerta che fanno riferimento al turismo dambiente in senso stretto; - la frequente presenza di una articolazione della vacanza in percorsi (tematici e/o geografici) che comportano la partecipazione di diversi attori operanti sullo stesso territorio; - la sostenibilit ambientale8 intesa come utilizzo di strutture e scelta di attivit da proporre in forme tali da non compromettere il patrimonio delle risorse presenti sul territorio.

Per un approfondimento delle tematiche relativo allo sviluppo di un turismo rispettoso dellambiente si veda quanto riportato ne la Carta per un turismo sostenibile elaborata dalla Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile di Lanzarote (Spagna 1995).

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4. Il turismo rurale nel Lazio


Linterpretazione dei dati statistici relativi alle risorse turistiche laziali nel loro complesso fortemente condizionata dalla presenza della citt di Roma. Questa da sola concentra (anno 2002) infatti ben il 46,8% delle strutture alberghiere e il 54,4% degli esercizi complementari. Un dato ancor pi significativo se ad essere prese in considerazione sono le presenze turistiche che, sempre riferendosi al 2002, sono concentrate per il 62,7% nel solo comune di Roma9. Ci premesso, basandosi sui dati relativi allofferta turistica utilizzati in questo studio10 possibile dare un quadro regionale di riferimento indubbiamente interessante. Anzitutto da osservare che, nel panorama turistico nazionale, il Lazio occupa grazie soprattutto alla presenza della capitale una posizione di tutto rispetto. E al 6 posto come numero sia di esercizi alberghieri (dopo Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Lombardia), sia di esercizi complementari (dopo Veneto, Marche, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Toscana). E inoltre la 5 regione come numero di presenze turistiche totali (dopo Veneto, Trentino Alto Adige, Toscana ed Emilia Romagna) e al 4 per quelle di stranieri (dopo Veneto, Trentino Alto Adige e Toscana). Il primato viene raggiunto, ma il dato non sorprende vista la forte incidenza che ha in Roma il turismo religioso e artistico, nellIndice di Utilizzazione Lorda (cio di quanto viene effettivamente occupato ogni anno il singolo posto/letto) pari a 53,3, di molto superiore alla seconda classificata (la Liguria) che arriva solo a

Fonte: Apt ed elaborazione Sistar Lazio, Roma 2003. Va per notato che il dato relativo alla presenze va preso come orientativo in quanto i valori disponibili per il 2002 non tengono conto delle presenze extralberghiere nellhinterland romano ed anche, per quanto si riferisce a Roma, incompleto riferendosi solo all87,3% dei posti letto disponibili nella Capitale.
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Istat Statistiche sul turismo, anno 2001 ed. a cura dellIstat, Roma 2003.

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41,911. Inoltre il Lazio al secondo posto in Italia come entit della spesa dei turisti nella regione (dopo il Veneto) e al primo posto per la spesa attribuita agli stranieri12. Ulteriori dati utili alla comprensione del fenomeno turistico laziale sono: - una distribuzione stagionale delle presenze che vede (anno di riferimento 2001) ai primi posti i mesi di giugno (1.174.809 presenze mensili), luglio (1.711.082) e agosto (2.139.119) e agli ultimi quelli di novembre (775.957) e febbraio (764.737); - un andamento delle presenze a livello provinciale che evidenzia una scontata prevalenza della provincia di Roma, con due province (Viterbo e Rieti) che insieme cumulano solo il 2,5 % delle presenze turistiche regionali; - una permanenza media nelle strutture ricettive pi bassa di quella nazionale. In particolare, per lanno 2000 risulta che, in media, il visitatore del Lazio rimane 2,9 notti nelle strutture alberghiere (3,5 in quelle italiane) e 5,4 notti negli esercizi complementari (7,9 in Italia)13. 4.1 Il turismo nelle province laziali Come gi precedentemente evidenziato, il turismo allinterno della Regione Lazio appare fortemente differenziato nelle diverse province.

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LIndice di Utilizzazione Lorda dato dal rapporto tra presenze registrate negli esercizi e la disponibilit di posti letto alberghieri espresso in termini di giornate/letto. In termini matematici pari a P/(L*G)*100, dove P sono le presenze registrate negli esercizi, L i letti degli esercizi corrispondenti, G il numero di giornate di disponibilit dei letti al lordo delle chiusure stagionali. Fonte; Irpet (Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana), Firenze 2002.

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Eures Rapporto 2002 sullo stato delle province del Lazio - Roma 2003. I dati sulle presenze negli esercizi ricettivi riportati nel rapporto, sono stati utilizzati nelle pagine relative alle province, che seguono.

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Tab. 1 Presenze negli esercizi ricettivi laziali per cittadinanza dei clienti (anno 2001) province Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio (fonte: Istat 2003) italiani 1.031.874 2.584.126 213.081 9.275.428 336.440 13.440.949 stranieri 411.714 493.351 28.116 14.518.593 144.446 15.596.220 totale 1.443.588 3.007.477 241.197 23.794.021 480.886 29.037.169 % sul totale 5,0 10,6 0,8 81,9 1,7 100,0

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E quindi necessario distinguere come questo si presenta nei diversi territori che compongono la Regione. 4.1.1 La provincia di Frosinone Senza sbocchi al mare, la provincia in cui, dopo quella di Roma, si concentrano la maggior parte degli esercizi alberghieri regionali (il 17,5%). Ci dovuto essenzialmente alla presenza al suo interno del comune di Fiuggi che raccoglie la maggior parte delle unit alberghiere della provincia. Questultimo infatti un comune a forte impatto turistico che, grazie alla presenza delle terme, costituisce un polo di eccellenza per tutta larea concentrando il 75% delle presenze provinciali, il 68% degli esercizi alberghieri e poco meno del 70% dei posti letto. A fare da contrappeso alla notevole incidenza dellofferta alberghiera provinciale (32 posti letto ogni 1000 abitanti) il valore particolarmente basso relativo agli esercizi complementari: solo 6,2 posti letto ogni 1000 abitanti (4,4 se si esclude il comune di Fiuggi) contro una media regionale di 18,8 (vedi tab. n. 6 del capitolo 5). Lincidenza percentuale sulle presenze totali nella Regione media e si aggira sul 5%. 4.1.2 La provincia di Latina Tutto il territorio appare caratterizzato fortemente dal turismo balneare che spiega anche la forte presenza di una offerta turistica di alloggio in appartamenti affittati da privato a privato (stimati in oltre 38.000) soprattutto durante i mesi estivi. Il numero di presenze annue di turisti , dopo la provincia di Roma, quello pi alto (oltre 3 milioni, pari al 10,6% del totale). La presenza di posti letto alberghieri ogni 1000 abitanti pi bassa della media regionale (19,2 contro una media laziale del 25,8%). E invece molto significativa la presenza delle strutture complementari (55,3 posti letto ogni 1000 abitanti, rispetto a una media regionale di 19) e soprattutto di campeggi e villaggi turistici (ne sono attivi ben 61). Grazie alla presenza del mare, Latina anche la provincia dove i turisti del Lazio si fermano di pi, sia negli alberghi (in media 4,1 notti), sia negli esercizi complementari (7,7).

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4.1.3 La provincia di Rieti La meno popolata delle province laziali (151.242 abitanti) anche la meno frequentata dai turisti. Lo evidenzia il numero di presenze che, nel 2001, hanno inciso per meno dell1% sul totale delle presenze regionali. A disertare la Sabina sono soprattutto gli stranieri (solo 28mila presenze nel 2001, contro le 114mila di Viterbo, o le 493mila di Latina). Ci nonostante, dal punto di vista delle strutture ricettive, la situazione non molto dissimile da quella del resto del territorio regionale. La media di posti letto alberghieri di 17,8 posti letto ogni 1000 abitanti (in provincia di Latina solo di poco superiore - 19, 2 e in quella di Frosinone, se si esclude Fiuggi, di 10,6). Quella poi relativa agli esercizi complementari (13) superiore sia a Frosinone (6,2), sia a Roma (12,6) e manifesta , negli ultimi anni, una evidente tendenza alla nascita di nuove iniziative imprenditoriali relative a questo comparto14. Interessante pure il dato che vede una permanenza alberghiera in linea con la media regionale (3,2 notti), mentre quella relativa alle strutture complementari allo stesso livello di Latina (circa 8). 4.1.4 La provincia di Roma E la provincia turistica per eccellenza, dove si concentrano il 62% degli alberghi e il 72,2% degli esercizi complementari. Con un picco dell83,6% del Bed and Breakfast e strutture assimilate. Ed inoltre la provincia dove la presenza degli stranieri assolutamente preponderante. E anche il territorio laziale dove la permanenza media alberghiera pi bassa (2,4 notti). Risulta caratterizzata , oltre che dalla forte influenza del turismo religioso e artistico della Capitale, da un turismo costiero-balneare importante (comuni di S,Marinella, Ladispoli, Cerveteri, Nettuno, ecc.) e da aree interne particolarmente attrattive e famose (es. i Castelli romani).

Gli esercizi complementari sono, ad esempio, raddoppiati dal 1997 al 1999 (fonte Eures 2001)

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4.1.5 La provincia di Viterbo Dal punto di vista dellofferta, linflusso della vicina Toscana sulla provincia di Viterbo particolarmente evidente nel comparto agrituristico; senzaltro il pi sviluppato quantitativamente e qualitativamente nella Regione. Il valore percentuale relativo alla presenze turistiche, rispetto al totale regionale, modesto (1,7%). Anche se, rispetto a Rieti (il fanalino di coda della Regione) in questa provincia la percentuale di stranieri significativamente pi alta (circa 1 su 3 degli ospiti non italiano). Gli esercizi complementari sono ben presenti, con un valore di posti letto ogni 1000 abitanti che il pi alto del Lazio (60,3). Ci si deve alla particolare rilevanza del segmento di offerta relativo a campeggi e villaggi turistici, dove la media di posti per esercizio supera i 700 posti letto. I posti letto alberghieri (sempre ogni 1000 abitanti) sono invece poco sotto la norma (19,2) rispetto alla media regionale di 25,8. In crescita secondo le ultime rilevazioni disponibili la permanenza media (3,1 notti), soprattutto nel comparto della ricettivit extralberghiera dove la permanenza di almeno una settimana la regola (7,5 notti per ospite). 4.2 Turismo rurale nel Lazio: gli indicatori utilizzati Dovendo a questo punto focalizzare lattenzione su quel particolare segmento turistico che stato definito come turismo rurale necessario dare una breve descrizione degli indicatori territoriali utilizzati, delle fonti a cui si fatto riferimento e del diverso peso che stato attribuito al singolo elemento censito. 4.2.1 Per una definizione di comune rurale Anzitutto stato necessario restringere il campo di indagine ai soli comuni rurali della Regione. Operazione non facile e affatto scontata. Tra i sociologi il termine rurale da applicare a un Comune ha infatti avuto nel tempo una notevole evoluzione.

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Dalla tradizionale visione che identificava sic et simpliciter il rurale con lagricolo, oggi buona parte della sociologia rurale si muove in unaltra direzione. Da una sociologia dellazienda agricola si passati a una sociologia ecologica, del verde, dello spazio. Ci che interessa il territorio nel suo insieme, comprensivo di tutte le sue componenti naturali, economiche, sociali e umane. scrive Rita Zaccherini in un noto testo dellInsor che affronta il tema nelle sue molteplici sfaccettature e in cui la tesi finale quella che vede lattribuzione di Comune urbano, intermedio e rurale collegata a una serie di indici relativi alla superficie a verde, alla densit, alla presenza di montagne e di comuni con pi di 50.000 abitanti15. Pur concordando nella definizione adottata dallInsor, per il presente studio si per preferito utilizzare un altro criterio. E precisamente quello della partizione del territorio basata sul metodo del consenso, cos come descritto in una recente indagine pubblicata dall Assessorato allAgricoltura della Regione Lazio16. Tale scelta ha una serie di motivazioni. Senzaltro di continuit allinterno della stessa collana di studi e di validit dellindagine. Ma anche di convenienza a fare riferimento a una fonte pi aggiornata (i dati Insor sulla popolazione fanno infatti riferimento al 1989). Esiste poi una motivazione importante di omogeneit di dati che ha permesso lutilizzo di questo tipo di classificazione per una ulteriore ripartizione del territorio in base alla tipologia della vocazione agricola. Seconda tale classificazione si delinea un universo laziale in cui il rurale numericamente parlando appare ben rappresentato. 331 sono infatti i comuni classificati come rurali, 21 quelli intermedi (semiurbani) e 25 quelli urbani con valori pari rispettivamente all87,8%, al 5,6% e al 6,6% del totale dei comuni laziali. A tale

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Merlo V., Zaccherini R. - Comuni urbani, comuni rurali: per una nuova classificazione - Franco Angeli Ed., Roma 1992

Senni S. , Le aree rurali del Lazio, Quaderni di Informazione Socioeconomica, Viterbo 2000

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quota come gi lo studio prima citato evidenziava non corrisponde unanaloga percentuale di popolazione. I comuni rurali accolgono infatti solo il 26,3% della popolazione totale, pari a 1.393.557 residenti, Mentre gli urbani e semiurbani nel accolgono il 73,7% (3.908.745). E invece totalmente a favore dei comuni rurali la ripartizione del territorio che coinvolge il 74,3% del totale della superficie regionale. Laver mantenuto lo stesso criterio di identificazione dei comuni rurali utilizzato nellindagine pubblicata dallAssessorato allAgricoltura della Regione Lazio, permette anche un raffronto sullevoluzione delle popolazione nei comuni rurali dal 1996 al 2000. I dati raccolti indicano una sostanziale tenuta della distribuzione della popolazione che, in termini assoluti, appare in crescita in tutte e quattro le province laziali, sia per i comuni rurali, sia per quelli urbani e semiurbani. Unica eccezione la provincia di Viterbo (vedi tab.2) che registra una piccolissima diminuzione (-99) nel numero dei residenti nelle aree urbane e semiurbane, nel caso specifico, coincidenti con il solo comune capoluogo. Gli stessi dati, se trasformati in valori % (vedi tab. 3) permettono per di fare alcune considerazioni. La prima quella relativa alla diminuzione percentuale della popolazione residente nei comuni rurali delle province di Frosinone (-0,4%), Latina (-0,4%) e Rieti (-0,1%) che confermano - semmai ce ne fosse bisogno - limportanza di iniziative di sostegno socioeconomico di queste aree (anche attraverso la promozione di un adeguato sviluppo del turismo rurale). In controtendenza sono i dati relativi alle province di Viterbo (+ 0,2%) e di Roma (+0,3%). Ma, almeno per quanto si riferisce alla provincia di Roma il dato appare assai poco significativo e collegato pi che a una rinascita demografica dellagro romano, al forte incremento dei valori immobiliari della capitale che spingono le famiglie pi giovani a trovare soluzioni alternative e meno costose al problema dellalloggio

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.Tab. 2 - La popolazione residente nelle aree rurali del Lazio (in V.A.)
in comuni rurali anno 1996 Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio 346.546 230.268 99.981 459.812 230.106 1.336.713 anno 2000 347.009 233.063 100.115 479.959 233.411 1.393.557 in comuni urbani e semiurbani anno 1996 144.249 272.987 50.757 3.321,980 60.486 3.850.455 anno 2000 147.316 280.387 51.127 3.369.528 60.387 3.908.745

(fonte: nostre elaborazioni su dati Istat) Tab. 3 - La popolazione residente nelle aree rurali del Lazio (in %)
in comuni rurali anno 1996 Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio 70,6 45,8 66,3 12,2 79,2 26,2 anno 2000 70,2 45,4 66,2 12,5 79,4 26,3 in comuni urbani e semiurbani anno 1996 29,4 54,2 33,7 87,8 20,8 73,8 anno 2000 29,8 54,6 33,8 87,5 20,6 73,7

(fonte: nostre elaborazioni su dati Istat)

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a) Rurale agricolo e non Avendo a disposizione (per i 331 comuni definiti come rurali e sempre allinterno della citata indagine dellAssessorato per le politiche dellagricoltura della regione Lazio) di una ulteriore qualificazione della ruralit in base a tre dimensioni (marginalit sociale ed economica; vocazione agricola; dimensione urbana) si ritenuto interessante utilizzare i dati relativi alla sola vocazione agricola per ipotizzare una possibile distinzione tra aree agricole vitali (e perci tendenzialmente idonee allo sviluppo del turismo rurale) e quelle dove, pur permanendo i caratteri di ruralit, sono presenti caratteri di residualit o di forte influenza urbana che, a una prima approssimazione, rendono tali comuni meno interessanti dal punto di vista delle potenzialit di sviluppo di questa forma di turismo. Ci nella convinzione che campi, frutteti, pascoli, allevamenti (nonch i prodotti ad essi collegati) pur non esaurendo il patrimonio di ricchezze e peculiarit del turismo rurale, ne sono parte essenziale e caratterizzante. Oltre che un elemento di differenziazione di questo tipo di turismo da quelli ad esso strettamente imparentati (ecoturismo, turismo dambiente, ecc.). b) Due gruppi di comuni A tale scopo si sono raggruppati tutti i comuni classificati come rurali, in due raggruppamenti che fanno riferimento ai criteri utilizzati per individuare le diverse tipologie di vocazione agricola. A) comuni che presentano favorevoli al turismo rurale caratteristiche di agricoltura

Rientrano in questa categoria i comuni caratterizzati da: - agricoltura della grande dimensione - agricoltura complementare - agricoltura ad alta redditivit - agricoltura montana.

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B) comuni che presentano caratteristiche di agricoltura meno favorevoli al turismo rurale Rientrano in questa categoria i comuni caratterizzati da: - agricoltura a influenza urbana - agricoltura residuale (la tradizione residuale) La scelta di inserire queste due ultime tipologie nel secondo raggruppamento si giustifica in quanto i primi (agricoltura a influenza urbana) individuano unarea in cui lagricoltura non sembra essere particolarmente diffusa sul territorio, n in termini di aziende per abitante, n in termini di superficie agricola e in cui la percentuale di territorio urbanizzato (3,1%) significativamente pi alta rispetto alla media regionale (2%). In quanto ai secondi (tradizione residuale) a suggerirli come poco interessanti per uno sviluppo di iniziative di turismo rurale la bassa suscettivit agricola dei terreni aziendali unita a un tasso di erosione demografica e disimpegno antropico fra i pi elevati del Lazio che lasciano supporre una ridotta presenza di giovani - agricoltori e non potenzialmente pi interessati a diversificare la propria attivit mediante lattivazione di iniziative collegabili con lospitalit rurale in senso ampio. Non tutti i comuni individuati nel raggruppamento B sono stati per inseriti tra quelli classificati come meno favorevoli. In sede di inserimento dei dati si infatti provveduto a inserire nellelenco A quei comuni che pur essendo classificati come ad agricoltura a influenza urbana e a tradizione residuale presentavano una SAU17 comunale superiore al 63% rispetto alla superficie territoriale (la media regionale 43%) e/o una densit per Kmq inferiore ai 30 abitanti.

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La SAU (Superficie Agricola Utilizzata) costituita dallinsieme dei seminativi, prati permanenti e pascoli, coltivazioni legnose agrarie, orti familiari e castagneti da frutto.

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Linserimento di questo fattore correttivo stato previsto in considerazione che ambedue gli elementi (una forte incidenza della SAU e la bassa densit abitativa) giustificasse in ogni caso l'inserimento nel raggruppamento A. Nelle 5 province i comuni riclassificati tenendo conto di questi due elementi sono stati 23 (9 in provincia di Frosinone, 11 in quella di Rieti, 1 in quella di Roma e 3 in quella di Viterbo). 4.2.2 Ospitalit e ristorazione Una volta individuati i comuni rurali della regione ( e realizzata la distinzione precedentemente descritta tra aree pi o meno favorevoli al turismo rurale) si trattava di censire il presente in termini di offerta attuale di alloggio e di servizi di ristorazione. Ci allo scopo di ottenere un dato quantitativo sul "peso" che questo tipo di servizi rivestono allinterno dei singoli comuni. Alloggio e ristorazione sono infatti i due elementi cardine su cui si poggia l'offerta turistica di un territorio. E' vero infatti che l'obiettivo prioritario di chi si reca in un determinato posto spesso un'altro (conoscere quella citt, godere della spiaggia o fare passeggiate in montagna, ecc.), ma evidente che, perch ci sia possibile bisogna assicurare l'essenziale: un letto e il cibo. Ci vale evidentemente anche per il turismo rurale. E forse pi che per ogni altro tipo di turismo (si pensi, ad esempio, al ruolo che riveste l'aspetto gastronomico sulle aspettative del turista rurale). Gli indicatori presi in considerazione (9, di cui 7 relativi agli alloggi e 2 alla ristorazione) sono il numero e le tipologie di esercizi presenti nei singoli comuni, ricavati da una pluralit di fonti. a) Esercizi alberghieri e non Per i dati relativi all'offerta di alloggio negli esercizi alberghieri ed extralberghieri si fatto riferimento fonte principale l'Istat ("Statistiche sul turismo, anno 2001", a cura dell'Istat, Roma 2003), che a suo volta si rif a un insieme di fonti (tra cui, in particolare gli APT: le Aziende di Promozione Turistica Provinciale). Tali dati sono

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stati integrati, per il segmento che riguarda numero e tipologie di aziende agrituristiche operanti sul territorio, da contatti diretti con gli APT interessati e con le tre associazioni di categoria (Agriturist, Terranostra e Turismo Verde) che associano la grande maggioranza degli operatori laziali. Sempre all'Istat si poi fatto riferimento per i dati sulla popolazione utilizzati per ricavare il numero di posti letto ogni 1000 abitanti. Indicatori utilizzati: 1. Numero di alberghi Sono esercizi ricettivi aperti al pubblico, a gestione unitaria, che forniscono alloggio, eventualmente vitto ed altri servizi accessori, in camere ubicate in uno o pi stabili o in pi stabili (il c.d. albergo diffuso) o in parti di stabili. Devono avere una dimensione ricettiva non inferiore alle 7 stanze. Si tratta di una tipologia che si presta, soprattutto quando sono ubicati in piccoli centri e di dimensione medio-piccola, a dare un interessante opportunit di alloggio al turista rurale. Tradizionalmente vengono considerati la forma di vacanza che - rispetto alle altre tipologie - si caratterizza per una ridotta integrazione con l'ambiente circostante e che presenta il minore grado di autogestione del soggiorno. Il dato utilizzato stato quello del numero di alberghi ubicati all'interno del territorio del comune. 2. Numero di posti letto alberghieri E' un indicatore che collega il dato numerico relativo agli alberghi con quello della popolazione residente nel comune. Si tratta di un dato pi significativo del precedente ( evidente che un alto numero di alberghi in un piccolo comune ha un significato molto diverso se, lo stesso numero di alberghi, fa riferimento a un comune molto popolato) e in grado di evidenziare maggiormente l'impatto economico-sociale che l'attivit di ospitalit alberghiera ha nel comune considerato. 3. Numero delle aziende agrituristiche

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Si tratta di alloggi (in stanze e/o appartamenti) situati in edifici rurali nei quali viene dato alloggio a turisti da imprenditori agricoli singoli o associati. Anche se, come precedentemente gi chiarito, non possibile identificare il turismo rurale con l'agriturismo, evidente che la presenza o meno di un certo numero di aziende agrituristiche attive sul territorio sia un indicatore prezioso. Inoltre la presenza di imprese di questo tipo gioca un ruolo di primo piano come possibile volano di altre iniziative collegabili con l'offerta di turismo rurale. Da notare che in questo campo non sono state inserite le aziende agrituristiche che offrono solo servizi di ristoro (cosa che generalmente non accade nei repertori realizzati dagli Apt che tendono a unificare sotto la stessa denominazione di agriturismi sia le aziende che offrono alloggio sia quelle che forniscono solo pasti). 4. Numero alloggi in affitto18 Secondo la distinzione adottata dall'Istat si tratta di alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale che includono gli esercizi di affittacamere, le attivit ricettive in esercizi di ristorazione, le unit abitative ammobiliate per uso turistico, i residences e le locande. L'indicatore, pur accumunando realt ricettive abbastanza differenziate tra loro, senz'altro un indice interessante sulla presenza di offerte di alloggio che favoriscono uno stretto contatto con la popolazione locale. Anche per l'alto grado di autogestione della vacanza che ne caratteristico. 5. Numero di campeggi e villaggi turistici. Tale raggruppamento riguarda sia gli esercizi ricettivi attrezzati su aree recintate attrezzate per la sosta e il soggiorno di turisti provvisti di mezzi autonomi di pernottamento (es. camper), sia quelli che prevedono il soggiorno in allestimenti minimi (es. bungalows) di ospiti sprovvisti di mezzi autonomi di pernottamento.

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Gli alloggi in affitto non vanno confusi con gli alloggi dati in affitto da privato a privato durante le vacanze, censisti a parte dall'Istat e ritenuti poco significativi ai fini di questo studio, anche per la mancanza di dati attendibili a cui fare riferimento.

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Si tratta di un indicatore la cui validit ai fini del turismo rurale critica in quanto accomuna realt strutturalmente avulse dal territorio che le circonda e quindi poco interessanti ai fini del turismo rurale (si pensi ai grossi camping costieri) con altre iniziative (campeggi natura, mini-aree di sosta per campeggiatori itineranti , ecc) caratterizzate invece dalla ricerca di uno stretto contatto con l'ambiente circostante, oltre che di un forte grado di autogestione della vacanza. 6. Numero di altri esercizi LIstat raggruppa in questa categoria finale, tutti gli altri esercizi ricettivi non compresi nelle categorie precedenti. Vi rientrano infatti, ad esempio, anche i rifugi alpini, gli ostelli per la giovent, le case per ferie, ecc. .Ai fini del turismo rurale il tipo di alloggio pi interessante compreso all'interno di questo raggruppamento quello dei Bed and Breakfast. Come per gli alloggi in affitto (vedi sopra) l'indicatore, pur se relativo a realt ricettive molto differenziate tra loro, fornisce dati interessanti sulla presenza nel comune di offerte di soggiorno gestite preferibilmente in modo autonomo da parte del turista e che sono caratterizzate da uno stretto contatto con gli abitanti del luogo. 7. Numero di posti letto negli esercizi complementari Come per il "numero di posti letti alberghieri" si tratta di un indicatore che collega il dato numerico relativo alle categorie precedentemente nominate (alberghi esclusi) con quello della popolazione residente nel comune. Il dato, come per i posti letto alberghieri, particolarmente significativo perch mette in relazione lofferta di ricettivit con il numero degli abitanti del comune.

b) I servizi di ristorazione L'altro elemento cardine nel quantificare l'offerta turistica di un determinato territorio dato dal numero e dalla tipologia degli esercizi di ristorazione presenti.

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A differenza degli alloggi, per i dati relativi ai ristoranti, pizzerie e trattorie operanti nei comuni interessati all'indagine non stato possibile fare riferimento all'Istat ed stato quindi necessario reperire altre fonti. In particolare si sono utilizzate i dati forniti dagli Apt provinciali, integrandoli in qualche caso (provincia di Latina, Roma Viterbo) con quelli della Seat. Per i ristoranti agrituristici si invece fatto riferimento sia a dati forniti dalle Province sia a quelli forniti dalle tre associazioni di categoria (Agriturist, Terranostra e Turismo Verde) che concentrano la grande maggioranza degli operatori laziali. Indicatori utilizzati 8. Numero di ristoranti, pizzerie e trattorie E' un indicatore sotto il quale sono raggruppati esercizi di ristorazione molto differenti sia dal punto di vista qualitativo (tipo di cucina proposta, livello di accoglienza, ecc.) sia quantitativo (numero di posti tavola). Il dato ha comunque una sua importanza dal punto di vista del turismo rurale. L'impossibilit di consumare pasti in zona infatti fortemente penalizzante in un'ottica di valorizzazione delle risorse turistiche locali. E lo anche il numero pi o meno elevato di esercizi operanti nel comune. Quantomeno perch una pluralit di offerte indica una possibilit di scelta sicuramente apprezzata dal turista. 9. Numero di ristoranti agrituristici. Come per gli alloggi, anche per la ristorazione la presenza di aziende agrituristiche specializzate in questo tipo di offerta un indicatore importante. La possibilit di consumare pasti all'interno di una azienda agricola (quindi in ambiente sicuramente rurale), che utilizza prodotti propri e che, auspicabilmente, propone men tipici della zona (e magari anche strettamente collegati alla cucina contadina tradizionale del luogo) ha infatti una scontata e notevole importanza in un'ottica di sviluppo del turismo rurale.

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c) I criteri di indicizzazione utilizzati Reperiti i dati numerici relativi agli indicatori relativi ai servizi di ospitalit e di ristorazione il passo successivo consistito nell'attribuire a ogni comune un indice complessivo correlato ai 9 indicatori prima descritti. Ci allo scopo di poter arrivare a definire come "alta, "media" o bassa" l'offerta turistica presente nel comune. A tale risultato si giunti assegnando dei valori indice elementari correlati alla maggiore o minore presenza di ogni singolo indicatore utilizzato (es. numero degli alberghi). La somma algebrica degli indici elementari cos ottenuti ha poi permesso di individuare la classe di offerta turistica relativa ad ogni singolo comune. Giova a questo punto notare che la distribuzione dei valori indice correlati al singolo indicatore e anche limportanza attribuita ad esso sono necessariamente frutto di scelte soggettive legate alla complessit del fenomeno da quantificare. Cos, ad esempio, l'aver assegnato ai ristori rurali un indice massimo che esattamente il doppio di quello attribuibile alla presenza degli altri esercizi di ristorazione frutto di una convenzione. Ma che evidenzia comunque una scontata maggiore importanza della ristorazione agrituristica rispetto a quella relativa agli altri tipi di strutture presenti sul territorio. D'altra parte, tra gli scopi di questo lavoro, vi anche quello di evidenziare aspetti meritevoli di essere approfonditi in successive indagini. Come senzaltro lo quello della valutazione del peso da assegnare alle varie componenti territoriali in funzione della maggiore o minore importanza in funzione del turismo rurale. 4.2.3 Le risorse territoriali collegate al turismo rurale L'altro aspetto preso in considerazione in vista di una analisi del territorio in funzione del turismo rurale quello della "valenza territoriale". A tale scopo si provveduto a individuare e censire una serie di caratteristiche che potessero fornire una valutazione della maggiore o minore "attrattivit" del comune nei confronti del turista rurale. I fattori presi in considerazione sono stati 8, divisi in tre

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raggruppamenti relativi alle tradizioni popolari, al patrimonio artistico-naturale, ai prodotti. E' evidente che l'elenco delle possibili variabili da utilizzare per dare una valutazione delle "ricchezza" rurale di un determinato comune poteva essere ben pi corposo. Ma dovendo comunque effettuare una scelta, si ritiene che gli elementi presi in considerazione coprano, se non tutte, almeno buona parte delle aspettative di chi alla ricerca di un tipo di vacanza come quella oggetto di questa indagine. a) Le tradizioni popolari E' evidente che un censimento puntuale della ricchezza in termini di tradizioni popolari di un determinato comune non pu essere realizzato se non mediante dei sopralluoghi. Il dato qui riportato quindi necessariamente una stima realizzata attraverso l'uso di indicatori indiretti del fenomeno oggetto dello studio. A tale scopo si utilizzato fondamentalmente un repertorio delle feste e sagre locali (Feste e sagre nel Lazio, ed . Lozzi & Rossi, Roma 2003) le cui informazioni sono tratte essenzialmente da contatti diretti con le Apt provinciali e una recente indagine pubblicata dallAssessorato allAgricoltura della Regione Lazio (I Musei etnografici del Lazio: collezioni, raccolte e musei della cultura contadina, Quaderni di Informazione Socioeconomica, Viterbo 2002). Tali dati sono stati poi successivamente integrati da altre informazioni reperite sul sito del Noria (Osservatorio della aree rurali del Lazio: http://www.assagri.it/cocoon/noria) e da altre fonti bibliografiche inerenti largomento in questione19 .

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C. Auterio - Guida alle feste popolari in Italia - ed. Datanews Milano, 1988; U. Corderi - Guida alle sagre e alle feste patronali - ed. Piemme, Torino, 1988; M. Colangeli, A.Fraschetti - Alla scoperta delle Feste e Sagre popolari nel Lazio - ed. I Dioscuri, Viterbo 1981.

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Indicatori utilizzati 1. Numero e qualit delle feste e sagre popolari E' l'indicatore che fa riferimento alle feste e sagre presenti nei singoli comuni laziali. La sua importanza ai fini del turismo rurale scontata e particolarmente importante per qualificare un'offerta turistica che trova in questo tipo di manifestazioni uno degli elementi pi caratteristici. Per questi motivi si voluto sottolineare con particolare enfasi questo dato distinguendo non solo il numero di feste presenti nel comune, ma anche il tipo: festa agricola o non, dando ovviamente una maggiore importanza alle prime. Secondo questo criterio - per fare un esempio - si censita come agricola la sagra della Pera Spadona che si svolge nel mese di Luglio a Castelmadama (RM). Mentre, per lo stesso comune, si classificata come non agricola la festa puramente religiosa di S.Michele Arcangelo che si celebra la domenica pi vicina al 29 Settembre di ogni anno. Oltre a ci si anche voluto tenere conto dellantichit della feste (in pratica si dato pi valore alle ricorrenze che godono di una tradizione pi che trentennale, rispetto a quelle dove tale dato non era presente, o comunque non reperito in bibliografia). Quest'ultima notazione merita qualche riga di spiegazione. Negli ultimi anni in Lazio (ma il fenomeno riguarda tutta l'Italia) sono infatti nate parecchie nuove sagre e feste popolari, dai nomi anche molto evocativi, ma che non hanno una tradizione consolidata alle spalle. Ben vengano, soprattutto quando servono a rivitalizzare borghi rurali dove questo tipo di manifestazioni era andato scomparendo. E' per evidente che, quando l'origine della festa ha radici storiche antiche, a questa vada assegnata una valutazione superiore dal punto di vista dell'obiettivo di questo studio. 2. Presenza di musei etnografici Anche di musei etnografici, forse pi delle feste e della sagre rurali, ne sono nati molti negli ultimi anni. Come pure cresciuta la sensibilit sull'apporto che questi sono in grado di dare a una conoscenza non superficiale del territorio e delle sue radici. Il turista

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che vi si reca infatti spesso guidato attraverso veri e propri "percorsi didattici" che illustrano come cambiato nel tempo, il luogo che si sta visitando; spiegano gli antichi mestieri; mostrano attrezzature agricole, arredamenti, costumi di una volta. Naturalmente lo spessore culturale di queste iniziative - a volte promosse da privati - fortemente disomogeneo. E accanto a vere e proprie strutture museali, convivono realt molto piccole, ma non per questo meno interessanti. b) L'ambiente e l'arte Quantificare in termini numerici il patrimonio artistico di un comune rispetto ad un altro o dare una valutazione sulla validit in termini "ambientali" di un determinato territorio non impresa facile. Si tratta infatti di dare giudizi qualitativi, necessariamente soggettivi. Per questo si scelto di rifarsi a fonti "ufficiali" e autorevoli, quali sono il Touring Club Italiano20 (riportando le suddivisioni che questo usa per classificare dal punto di vista dell'interesse artistico le localit) e andando a verificare la presenza o meno di una area protetta all'interno del comune (dando, ovviamente, maggiore importanza al dato quando questa faceva riferimento a un Parco nazionale). Indicatori utilizzati 3. Ricchezza del patrimonio artistico Ben poco c' da sottolineare sull'importanza che questo indicatore ha per il turista rurale. La curiosit artistica e l'apprezzamento per le testimonianze storiche sono senz'altro tra le motivazioni che guidano chi gira tra borghi e pievi rurali. E la presenza all'interno del comune di "ricchezze" di questo tipo senz'altro da considerare tra gli elementi di cui tenere conto nella valutazione turistica di un comune. Tanto pi se queste fanno riferimento a manufatti (chiese, castelli, antiche masserie, ecc.) strettamente collegate con la storia e le tradizioni del luogo.

20

AA.VV - Guida rapida dellItalia: Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna - ed. Touring Club Italiano, Milano 2000.

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4. Presenza e qualit di aree protette Nelle pagine precedenti, gi si detto della stretta parentela che intercorre tra turismo d'ambiente e turismo rurale. A parte le possibili distinzioni tra questi due modi di vivere la vacanza, infatti evidente che la presenza di un territorio tutelato all'interno del comune, rappresenti una risorsa importante. Sia perch la presenza di un parco offre una valida meta per occupare il tempo libero. Sia perch unarea protetta di per s porta gi sul posto un certo numero di visitatori che, spinti da un interesse iniziale per la natura, poi facile indirizzare verso una fruizione globale delle altre risorse turistiche locali. c) L'artigianato e i prodotti tipici alimentari E' questo il raggruppamento di indicatori che pi si presta alla realizzazione di un censimento di risorse a livello comunale, in quanto tutti gli indicatori utilizzati possono facilmente essere espressi numericamente (es. numero dei prodotti tradizionali presenti nel comune). Per la componente che fa riferimento all'artigianato (numero di settori artigianali presenti nel comune) le fonti utilizzate sono state un repertorio, molto dettagliato realizzato dall'ACI (Automobil Club Italiano)21 che, riportando su scala comunale i dati sui settori artigianali presenti nella Regione, ne rendeva molto agevole l'attribuzione al singolo comune. Nell'inserimento di questi dati si anche tenuto conto delle informazioni bibliografiche pi recenti ottenute dal sito di Noria (Osservatorio della aree rurali del Lazio: http://www.assagri.it/cocoon/noria) e da una recente pubblicazione tematica realizzata dal Touring Club Italiano in collaborazione con la Confartigianato22. Il sito ufficiale del ministero delle Politiche Agricole e Forestali (http://www.politicheagricole.it) e le informazioni riportate all'interno del sito istituzionale della regione Lazio (http://www.regione.lazio.it)
21

AA.VV. - Atlante cartografico dellartigianato tipico dItalia - ed. ACI, Roma 1998. AA.VV. - Artigianato, sapori e tradizioni - ed. T.C.I., Milano 2001.

22

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sono state invece la fonti utilizzate per reperire i dati sui vini e gli altri prodotti alimentari tipici. Indicatori utilizzati 5. Numero di settori artigianali presenti Se vero che i prodotti pi importanti che una vacanza rurale in grado di offrire al turista fanno riferimento probabilmente ad aspetti immateriali (il godimento dell'arte e della natura, i contatti umani, la bellezza dei luoghi visitati) indubbio che tra questi vanno inserite anche le "cose belle e buone" da acquistare sul posto. Delle "cose buone" se ne parla successivamente attraverso gli indicatori che seguono (vini e prodotti alimentari). A quelle "belle" si fa riferimento qui parlando dellartigianato. Che siano importanti scontato. Lo dimostra il successo che hanno i souvenir tra i turisti, soprattutto stranieri. Con la differenza che, nel caso dei prodotti artigianali censiti in questa sezione, si tratta di oggetti che possiedono un valore aggiunto che deriva loro dalla possibilit di aver visto coi propri occhi come tale oggetti vengono confezionati e magari di aver potuto fare quattro chiacchiere con l'artigiano che li produce. 6. Numero di prodotti tipici tradizionali Con il termine di prodotti tradizionali si intendono "quei prodotti agroalimentari le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni". La definizione fa riferimento al Decreto Ministeriale del 18 luglio 2000 che ha promosso l'elaborazione di elenchi regionali di prodotti tipici non inseriti tra quelli a tutela europea (Dop, Igp, Stg). Anche se vero che si tratta di censimenti non definitivi (sono infatti sottoposti ad aggiornamenti) e che la ricchezza o meno di prodotti inseriti (salumi, formaggi, conserve, dolci, paste alimentari, ecc.) dipesa molto dalla accuratezza con cui a livello locale si sono elaborati questi repertori, indubbio che si tratta di un indicatore importante. Ancor pi dei vini Doc o delle Dop e Igp. Perch si tratta

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di prodotti artigianali, caratteristici di ristretti territori (a volte l'area di riferimento relativa a un solo comune!) e disponibili in ridotte quantit. Cosa che li rende particolarmente attrattivi per il turista interessato a farsi una cultura gastronomica legata davvero al territorio che sta visitando. 7. Numero di vini DOC e IGT Nulla di pi classico che legare un determinato territorio con i vini che vi si producono. Appare quindi logica la scelta di inserire un indicatore territoriale che faccia riferimento a questo segmento produttivo. Anche tenendo conto del successo che il "turismo del vino" sta avendo negli ultimi anni un po' in tutta Italia (Lazio compreso). Quanto poi al valore da assegnare alla importanza enologica di un determinato comune, da dire che questa appare senz'altro correlata al numero di "vini" prodotti (ed questo il dato di cui si tenuto conto). Ma anche ad altri fattori, difficili da quantificare numericamente e dei quali non si perci tenuto conto; come la notoriet e qualit del vino prodotto (che in qualche caso potrebbe essere il motivo principale di un viaggio) o la presenza o meno nel comune di "cantine" aperte al pubblico, di enoteche, ecc. 8. Numero di prodotti DOP e IGP Come noto i prodotti tutelati dalla U.E nascono con una forte connotazione geografica. Ci vale soprattutto per i prodotti Dop in cui la qualit attribuita dipende "essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui questi sono prodotti". Ma anche per gli Igp dove, il riferimento al territorio pure molto importante ( infatti prescritto che almeno una fase del processo produttivo debba avvenire in una determinata area). La notevole caratterizzazione territoriale spiega perch si sia voluto inserire questo indicatore all'interno delle risorse dei comuni laziali. Solo da notare la forte disomogeneit nell'ampiezza del territori a cui fanno riferimento le singole Dop e Igt, alcune delle quali coinvolgono tutta la regione, mentre altre sono relative a territori piccolissimi (es. il pane di Genzano, limitato all'omonimo comune dei Castelli Romani).

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d) I criteri di indicizzazione utilizzati Reperiti i dati numerici relativi agli indicatori relativi ai tre ambiti a cui stato fatto riferimento (tradizioni popolari, patrimonio artisticonaturale, prodotti) si provveduto - analogamente a quanto fatto per l'offerta di ospitalit e ristorazione - ad attribuire a ogni singolo comune un indice complessivo correlato agli 8 indicatori prima descritti. In modo da arrivare a definire come "alta, "media" o "bassa" la valenza territoriale presente nel comune. Anche in questo caso giusto sottolineare che la distribuzioni dei valori indice elementari relativi al singolo indicatore e anche il peso attributo ad esso sono necessariamente frutto di scelte soggettive effettuate in base alla significativit del fenomeno da quantificare. Cos, ad esempio, l'aver assegnato al numero di prodotti tipici tradizionali presenti in un comune un valore indice massimo che superiore a quello utilizzato sia per i vini Doc e Igt, sia per i prodotti Dop e Igp, riflette la convinzione della maggiore importanza che ha la presenza dei primi per il turista rurale. Lo stesso dicasi per il maggior peso attribuito alle feste e sagre rurali e non, rispetto agli altri indicatori, ecc. 4.2.4 L'integrazione tra offerta di ospitalit, ristorazione e valenze territoriali L'ultima operazione di indicizzazione che si realizzata stata quella relativa all'integrazione dei risultati relativi all'offerta di ospitalit e ristorazione con quelli che fanno riferimento alla valenza territoriale. Utilizzando a tal scopo le classi di appartenenza (alta, media, bassa) assegnate a ogni singolo comune stato infatti possibile correlare tra loro le informazioni relative allofferta turistica e alla valenza territoriale. Ci allo scopo di individuare le aree dove il turismo rurale appare attualmente pi sviluppato e quelle dove presumibilmente incontra maggiori difficolt.

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5. I risultati a livello comunale: un commento


Gli indici ricavati dalle elaborazioni precedentemente descritte, hanno permesso l'elaborazione di alcune mappe (vedi allegato 1), che sintetizzano graficamente i risultati ottenuti, di seguito commentati facendo riferimento alle tre aree di indagine in cui la ricerca stata divisa. 5.1 Area della ruralit La rappresentazione grafica riportata in allegato nella cartina 1, mostra la distribuzione dei comuni cos come stata utilizzata per questo studio. In particolare sono evidenziate le aree relative ai comuni urbani e semiurbani (intermedi). La cartina - allinterno del segmento relativi ai comuni classificati come rurali - distingue anche le due aree individuate seguendo i criteri esposti nel paragrafo 4.2.1 che evidenziano per ogni provincia i comuni che presentano caratteristiche di agricoltura favorevoli al turismo rurale e quelli che presentano caratteristiche meno favorevoli. Tale distinzione verr utilizzata in seguito per distinguere come, in base a tale caratteristica, variano lofferta di ospitalit e ristorazione e i dati relativi alla valenza territoriale. Due le zone dove massima la concentrazione di comuni urbani e intermedi. Anzitutto larea limitrofa al comune di Roma, in particolare il sud est della capitale (comuni della costa) e i Castelli Romani. E poi, per la provincia di Latina, un gruppo di comuni localizzati in prossimit del confine con la Campania (Formia, Gaeta e comuni limitrofi). Le provincia con pi comuni urbani e semiurbani quella di Roma (21 comuni), seguita da Frosinone e Latina (11). Anche se questultima che detiene il primato sulla percentuale di comuni urbani e semiurbani rispetto al totale dei comuni della provincia (33,3%). Per quanto poi si riferisce alla distinzione tra comuni con caratteristiche di agricoltura favorevoli al turismo rurale e quelli che presentano caratteristiche meno favorevoli, sono Rieti e Roma ad avere il maggior numero di comuni favorevoli. Il dato relativo ai

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valori assoluti non per poi cos significativo (almeno per quanto riguarda Roma). I valori percentuali evidenziano infatti due province (Rieti e Viterbo) con oltre l80% di comuni in cui il tipo di attivit agricola presente appare, in prima approssimazione, pi idoneo a fare da substrato favorevole per uno sviluppo del turismo rurale, seguite da Roma (43,3% dei comuni favorevoli), Latina (39,4%) e da Frosinone (34,1%), unica provincia in cui la percentuale di comuni con una attivit agricola tendenzialmente meno favorevole ad attivare iniziative di turismo rurale maggioritaria. Tab. 4 - Distribuzione dei comuni laziali in funzione della vocazione agricola (Valori Assoluti)
province comuni urbani e semiurbani 11 11 2 21 1 46 comuni rurali con caratt. di agricoltura favorevoli 31 13 62 52 48 206 comuni rurali con caratt. di agricoltura meno favorev. 49 9 9 47 11 125 totale

FR LT RI RM VT LAZIO

91 33 73 120 60 377

Tab. 5 - Distribuzione dei comuni laziali in funzione della vocazione agricola (Valori %)
province comuni urbani e semiurbani
12,1 33,3 2,7 17,5 1,7 12,2

comuni rurali con caratt. di agricoltura favorevoli


34,1 39,4 84,9 43,3 80,0 54,6

comuni rurali con caratt. di agricoltura meno favorev.


53,8 27,3 12,3 39,2 18,3 33,2

totale

FR LT RI RM VT LAZIO

100 100 100 100 100 100

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5.2 Area della ospitalit e ristorazione Molto pi articolata e ricca di informazioni appare la distinzione dei comuni rurali in base allofferta di ospitalit e di ristorazione. Facendo riferimento ai dati regionali relativi alle strutture di ospitalit e ristorazione riportato in tab. 6 anzitutto da osservare la netta prevalenza delle strutture alberghiere nei comuni non rurali (il numero posti letto/1000abitanti circa il doppio). Tale affermazione non tiene per conto degli alberghi del comune di Fiuggi (ben 206 alberghi attivi) che, classificato tra i comuni rurali, in grado da solo di modificare sostanzialmente la situazione. Landamento si capovolge se a fare riferimento invece il numero di posti letto nelle strutture complementari (extralberghiere) dove i comuni rurali registrano un numero di posti letto/1000 abitanti decisamente superiore (32,8 contro il 13,6). Il dato per fortemente condizionato dai valori molto alti relativi ai camping e villaggi turistici (sono 64 nei comuni rurali e 49 nei non rurali) che concentrano la maggior parte dellofferta dellalloggio nelle aree rurali. Se infatti si considerano i valori assoluti relativi agli alloggi in affitto e alle altre strutture ricettive (bed and breakfast e strutture assimilate) a prevalere ancora il Lazio non rurale, con la sola eccezione (peraltro scontata) degli alloggi agrituristici. Dove invece i comuni rurali risultano nettamente in vantaggio su quelli urbani e semiurbani il numero totale dei ristoranti, trattorie, pizzerie e, naturalmente, dei ristori agrituristici. Merito della tradizione della gita domenicale fuori porta? In parte s. Anche se va notata che tra i dati relativi ai comuni non rurali mancano quelli relativi alla citt di Roma, dove di certo ristoranti e simili non mancano. A livello provinciale numerose sono le osservazioni possibili. Anzitutto sugli esercizi alberghieri. Escludendo Fiuggi, i comuni rurali della provincia di Roma sono quelli che registrano il valore assoluto pi alto (104 esercizi), seguiti in ordine di importanza da Viterbo (91), Latina (90), Frosinone (78) e Rieti (52). Se per ad essere considerato

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Tab. 6 - Offerta di ospitalit e ristorazione nei comuni rurali del Lazio


provincia nalberghi p/letto alberghi ogni 1000 abitanti 13,3 39,9 9,3 32,0 10,5 20,1 18,1 19,2 13,7 19,8 17,8 28,6 12,3 26,6 22,3 18,4 19,2 27,1 21,7 14,1 25,7 23,7 n agriturismi 2 22 21 24 23 7 16 23 2 55 57 29 26 55 6 100 106 46 219 218 265 264 n ncamalloggi in peggi e affitto villaggi turistici 0 1 22 3 7 2 22 4 7 3 16 29 14 32 30 61 1 0 49 1 50 1 250 19 13 9 263 28 3 0 13 19 16 19 270 49 111 64 96 63 381 113 366 112 n altre strutture ricettive 8 44 34 52 42 16 17 33 9 72 81 1294 189 1483 22 104 126 1349 426 416 1775 1765 n totale esercizi compl. 11 91 64 102 75 68 79 147 12 177 189 1592 237 1829 31 236 267 1714 820 793 2534 2507 p/letto strutt. complementari ogni 1000 abitanti 4,5 6,9 4,4 6,2 4,4 32,6 82,7 55,3 3,1 18,1 13,0 12,7 11,6 12,5 8,0 73,9 60,3 13,6 33,2 32,8 18,8 18,6 n. ristoranti, trattorie, pizzerie 145 490 459 635 604 460 369 829 76 249 325 1056 913 (***)1969 104 431 535 1841 2452 2421 4293 4262 n agriturismi con solo ristorazione 3 28 27 31 30 2 7 9 2 10 12 12 11 23 3 11 14 22 67 66 89 88

FR non rurale FR rurale (*) FR rurale(**) FR totale (*) FR totale (**) LT non rurale LT rurale LT totale RI non rurale RI rurale RI totale RM non rurale RM rurale RM totale VT non rurale VT rurale VT totale Lazio non rurale Lazio rurale(*) Lazio rurale(**) Lazio totale(*) Lazio totale(**)

28 284 78 312 106 86 90 176 17 52 69 1015 104 1119 19 91 110 1165 621 415 1786 1580

(*) compreso il comune di Fiuggi

(**) escluso il comune di Fiuggi

(***) escluso il comune di Roma

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il numero di posti letto/1000 abitanti (decisamente pi significativo), le aree rurali meglio dotate sono quelle relative alla provincia di Rieti (19,8), di Viterbo (18,4) e di Latina (18,1). Mentre Roma si ferma a 12,3. Un caso a parte Frosinone che considerando Fiuggi arriva a un valore molto alto (39,9), ma che privata della famosa stazione termale, chiude la classifica con un misero 9,3. Sempre facendo riferimento ai posti letto/1000 abitanti, ma in questo caso riferiti agli esercizi complementari, la provincia con i comuni rurali meglio posizionati quella di Latina (82,7) e di Viterbo (73,9). A grande distanza seguono Rieti (18,1), Roma (11,6) e Frosinone (6,9). La forte disparit tra i due gruppi di province, Latina e Viterbo da una parte e Rieti, Roma e Frosinone dallaltra, si spiega essenzialmente per la notevole presenza di campeggi e villaggi di grande dimensione, che caratterizza le prime due province (sono ad esempio ben 61 i camping con sede allinterno di comuni rurali in provincia di Latina, mentre Rieti ne ha solo uno e Frosinone 3). Non quindi un dato che indica una particolare disponibilit di alloggi interessanti per il turista rurale. Tanto pi che si tratta di ricettivit di certo non in linea con le esigenze del turismo rurale, vuoi per laffollamento caratteristico di queste strutture, vuoi per la sostanziale mancanza di contatti col territorio da parte di chi trascorre in spiaggia la maggior parte del tempo. E quindi pi sugli altri tipi di strutture ricettive che va posta lattenzione. Lagriturismo anzitutto, che vede la provincia di Viterbo nettamente come la pi dotata (100 strutture operanti nei comuni rurali), seguita da Rieti (55), Roma (26), Frosinone e Latina. Rispetto alla categoria alloggi in affitto Rieti a guidare invece la classifica con 49 strutture, seguita a lunga distanza da Frosinone, Latina, Roma e Viterbo. Interessante il dato relativo alle altre strutture ricettive di cui fanno parte i bed and breakfast, un tipo di alloggio che per le ridotte esigenze strutturali di cui abbisogna, riveste un ruolo di particolare importanza per il settore oggetto di questo studio. La provincia rurale di Roma quella che ne ha di pi (189) seguita da Viterbo (104), Rieti (72), Frosinone (34) e Latina (17).

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I dati assoluti relativi allofferta di ristorazione nei comuni rurali vedono infine la maggiore offerta relativa alla provincia di Roma (913), seguita da Frosinone (459), Viterbo (431), Latina (369) e Rieti (249). Sorprende la posizione di Frosinone che, relegata quasi sempre in posizioni di coda per lofferta di alloggi (a parte la situazione gi descritta per gli alberghi del comune di Fiuggi) si prende una buona rivincita gastronomica rispetto alle altre province, classificandosi subito dopo Roma. Una cucina - quella ciociara - che trova poi nel numero degli agriturismi con solo offerta di ristorazione un ulteriore conferma di successo. Considerando questultimo segmento di offerta sono infatti i comuni rurali del frusinate a registrare il numero pi alto di strutture (28), seguiti a distanza da quelli di Viterbo e Roma (11 strutture) Rieti (10) e Latina (7). 5.2.1 Una valutazione a livello comunale I dati sopra riportati, disaggregati a livello comunale e indicizzati secondo i criteri precedentemente descritti hanno poi permesso lelaborazione di una carta tematica (la n. 2) che illustra visivamente lofferta di ospitalit e ristorazione nei comuni rurali della regione e di tre tabelle che forniscono una valutazione di come, a livello provinciale, si distribuiscono tali comuni. Lesame di queste ultime evidenzia nella provincia di Latina i valori percentuali pi alti. Il 50% dei comuni rurali di questa provincia sono infatti classificati tra quelli corrispondenti a unalta valutazione dellofferta di ospitalit e ristorazione. Segue Viterbo con il 42,4 % dei comuni e Rieti con il 36,6%. Roma si colloca in una situazione intermedia, con una presenza prevalente di comuni che presentano una valutazione media dellofferta. Ultima classificata Frosinone che registra in assoluto la maggiore percentuale di comuni classificati come bassa valutazione dellofferta. La conferma visiva di tale situazione evidenziata dalla cartina n. 2 su cui sono riportati per ogni comune gli indici di alta, media e bassa valutazione dellofferta. Limitando lesame alle zone dove si concentrano i comuni dove migliore appare lofferta di ospitalit e ristorazione si possono evidenziare alcune aree particolarmente sviluppate da questo punto di

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vista. Il territorio dei comuni costieri della provincia di Latina ad esempio o il territorio limitrofo - e in piccola parte coincidente - ai Castelli Romani (i cui comuni pi importanti, come Marino, Ariccia, Albano ecc. sono stati classificati come non rurali). Ma anche larea a nord ovest di Roma, che evidentemente risente positivamente dellinflusso del viterbese che, a sua volta evidenzia, nella zona di Bolsena, lungo la costa e tra i comuni che corrispondono grossomodo alla direttrice seguita dalla via Cassia, le aree di maggiore sviluppo dellofferta. Nella provincia di Rieti sono i comuni pi distanti dalla Capitale a registrare la maggiore concentrazione di unalta offerta di ospitalit. Il dato evidentemente da mettere in relazione alla presenza di una zona di forte sviluppo turistico montano (il Terminillo) e probabilmente anche alla nascita relativamente recente del Parco nazionale del Gran sasso e Monti della Laga (zona di Amatrice, Accumuli, ecc.). La positiva influenza della presenza di unarea protetta di valenza nazionale, si fa sentire anche in provincia di Frosinone, dove lunica area a est del capoluogo provinciale con un certo numero di comuni ad alta offerta di ospitalit coincide grossomodo con il versante laziale del Parco nazionale dAbruzzo. Sempre in provincia di Frosinone poi da sottolineare la buona dotazione di servizi di ospitalit localizzati a nord est del capoluogo, in una zona ricca di comuni di notevole richiamo turistico (Fiuggi, anzitutto, ma anche Alatri, Anagni e parte del territorio dei monti Simbruini). La sovrapposizione dei dati della cartina n. 1 con quelli della n. 2, nonch la tabella n. 9, possono infine dare alcune indicazioni su come varia lofferta di ristorazione e ospitalit in funzione della maggiore o minore vocazione agricola dei comuni rurali considerati. Tale distinzione permette infatti di individuare tra i comuni che presentano caratteristiche di agricoltura favorevoli al turismo rurale alcuni raggruppamenti contigui di municipi dove la presenza di una attivit agricola sviluppata si collega a un buon livello dellofferta di accoglienza.

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Un risultato a prima vista di non immediata interpretazione poi offerto dalla distinzione dalla valutazione regionale dellofferta di ospitalit e ristorazione tra i comuni distinti in base alle caratteristiche di agricoltura favorevoli e meno favorevoli al turismo rurale. La tab.9 mostra infatti che, a fronte di valori percentuali uguali tra i due gruppi di comuni ad alta valutazione dellofferta, quelli a media valutazione sono sensibilmente pi rappresentati nel gruppo dei comuni con caratteristiche di agricoltura meno favorevoli. Il dato non deve sorprendere. Tenendo infatti conto che tra i non favorevoli sono ampiamente rappresentati i comuni a influenza urbana, appare logico che sia cos in quanto aree dove un certo tipo di offerta pi legata allambiente cittadino (gli alberghi, ristoranti e pizzerie, ecc.) sicuramente molto sviluppata. Tab. 7 - La valutazione dell'offerta di ospitalit e ristorazione nei comuni rurali del Lazio (Valori Assoluti)
province ALTA MEDIA (n di comuni) (n di comuni)
21 11 26 23 25 106 28 8 28 45 20 129

BASSA (n di comuni)
31 3 17 31 14 96

TOTALE (n di comuni)
80 22 71 99 59 331

FR LT RI RM VT LAZIO rurale

Tab. 8 La valutazione dell'offerta di ospitalit e ristorazione nei comuni rurali del Lazio (Valori %)
province ALTA (% di comuni)
26,3 50,0 36,6 23,2 42,4 32,0

MEDIA (% di comuni)
35,0 36,4 39,4 45,5 33,9 39,0

BASSA (% di comuni)
38,8 13,6 23,9 31,3 23,7 29,0

TOTALE

FR LT RI RM VT LAZIO rurale

100 100 100 100 100 100

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Tab. 9 La valutazione dell'offerta di ospitalit e ristorazione nei comuni rurali del Lazio (Valori %): comuni con caratteristiche di agricoltura favorevoli e meno favorevoli al turismo rurale
province ALTA % comuni con % comuni caratteristiche con caratt. di agricoltura di favorevoli agricoltura meno favorevoli.
38,7 38,5 35,5 11,5 43,8 32,0 18,4 66,7 44,4 36,2 36,4 32,0

MEDIA % comuni con % comuni caratteristiche con caratt. di agricoltura di favorevoli agricoltura meno favorevoli.
25,8 38,5 38,7 42,3 29,2 35,4 40,8 33,3 44,4 48,9 54,5 44,8

BASSA % comuni con % comuni caratteristiche con caratt. di agricoltura di favorevoli agricoltura meno favorevoli.
35,5 23,1 25,8 46,2 27,1 32,5 40,8 0,0 11,1 14,9 9,1 23,2

TOTALE comuni con comuni con caratteristiche caratt. di di agricoltura agricoltura favorevoli meno favorevoli.
100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

FR LT RI RM VT LAZIO rurale

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5.3 Area della valenza territoriale Laltro elemento preso in considerazione in questo lavoro stato la valenza territoriale, intendendo con tale termine una serie di caratteristiche legate al territorio che potessero fornire una valutazione della maggiore o minore "attrattivit" del comune nei confronti del turista rurale. I fattori diversi presi in considerazione sono stati divisi in tre raggruppamenti. Il primo relativo alle tradizioni popolari, il secondo al patrimonio artistico-naturale e il terzo ai prodotti. I dati raccolti hanno evidenziato una distribuzione abbastanza disomogenea a livello provinciale delle risorse disponibili. a) tradizioni popolari I due indicatori riportati in tab. 10 indicano anzitutto una notevole ricchezza in sagre e feste. Sono infatti circa 1700 le manifestazioni di questo tipo censite nel Lazio (Roma esclusa), di cui 1493 organizzate ogni anno nei soli comuni rurali. Di queste ultime quasi un terzo fa riferimento alla provincia di Roma (481). 300 circa sono invece organizzate nei comuni del Viterbese, Reatino e Frusinate. Meno in provincia di Latina (135), che per la provincia numericamente con meno comuni. La distribuzione cambia lievemente se ad essere prese in considerazione sono le sole sagre a contenuto marcatamente agricolo (360), cos come spiegato nel paragrafo 4.2.3. Di queste la maggioranza presente ancora nella provincia di Roma (103), ma mentre Rieti e Frosinone ne conteggiano rispettivamente 77 e 71, la provincia di Viterbo cala a 46, mentre Latina ne conteggia 27. In cambio la provincia di Viterbo quella dove si trova il maggior numero di musei etnografici (11), contro i 10 di Frosinone, 8 di Roma, 6 di Rieti e 4 di Latina.

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Tab. 10 - La valenza territoriale nei comuni rurali del Lazio (escluso vini e prodotti agroalimentari)
provincia n sagre e feste rurali 11 71 82 9 27 36 1 77 78 13 103 (*)116 2 46 48 36 324 360 n altre sagre e feste 21 204 225 53 108 161 13 23 236 81 378 (*)459 7 256 263 175 1169 1344 totale feste e sagre 32 275 307 62 135 197 14 300 314 94 481 (*)575 9 302 311 211 1493 1704 n musei patrimonio artistico: n patrimonio naturale: n etnografici comuni segnalati dal comuni con aree protette TCI (**) n.r. 2 4 10 9 26 (6) 10 11 30 (6) n.r. 6 10 (2) 4 9 11(2) 4 15 21 (4) n.r. 1 2 6 6 18 (2) 6 7 20 (2) n.r. 14 15 8 13 40 8 27 55 n.r. 1 11 17 12 11 18 12 n.r. 24 31 (2) 39 55 107 (10) 39 79 138 (12) (**) tra parentesi i comuni interessati da un parco nazionale n comuni con attivit artigianale 3 25 28 6 6 12 1 13 14 12 9 21 1 17 18 23 70 93

FR non rurale FR rurale FR totale LT non rurale LT rurale LT totale RI non rurale RI rurale RI totale RM non rurale RM rurale RM totale VT non rurale VT rurale VT totale Lazio non rurale Lazio rurale Lazio totale

(*) escluso il comune di Roma

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b) Patrimonio artistico-naturale I comuni rurali segnalati dal Touring Club Italiano, pur con classificazioni diverse (dalla semplice menzione al grandissimo interesse) sono risultati 55. La provincia che in termini assoluti ne pi ricca quella di Viterbo (17), seguita da Roma (14), Latina e Frosinone (9) e Rieti (6). E per Latina, contando solo 22 comuni rurali, che percentualmente ha il maggior numero di segnalazioni (40,9%), seguita da Viterbo, Roma, Frosinone e Rieti. Roma registra invece un primato per il numero di comuni interessati, almeno in parte, da aree protette (40), seguita da Frosinone (26), Rieti (18), Viterbo (12) e Latina (11). Se per, anche in questo caso, si considera tale dato come percentuale sul totale dei comuni rurali delle diverse province, la situazione cambia notevolmente. A risultare la pi naturalistica delle province laziali passa infatti lultima classificata, Latina in cui un comune su due interessato da un Parco. Al secondo posto passa Roma (40,4) seguita da Frosinone, Rieti e Viterbo. c) Artigianato e prodotti alimentari Lultimo raggruppamento di indicatori utilizzati per quantificare la valenza territoriale dei comuni oggetto di questo studio sono stati i prodotti. Quelli artigianali anzitutto. A registrare il maggior numero di comuni rurali dove presente una certa attivit artigianale Frosinone (25 comuni), seguita da Viterbo (17), Rieti (13), Roma (9), Latina (6). La classifica non cambia di molto se il criterio di classificazione segue le percentuale di comuni interessati dallartigianato sul totale dei comuni rurali. Lunica variazione riguarda infatti Latina che passa al secondo posto, lasciando ultima la provincia di Roma. Pi complesso dare una valutazione per i vini e i prodotti alimentari. I dati di pi semplice rilevazione riguardano i prodotti a denominazione Europea (Dop e Igp), presenti in tutte e cinque le province, con una prevalenza (7 prodotti) nel caso di Roma e di Viterbo.

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I prodotti tipici tradizionali, cos come definiti nel D.M. 18.7.2000, vedono invece una grossa disparit di concentrazione, con due province (Latina e Frosinone) con una novantina di menzioni ciascuna e le altre tre con meno di 50 (la pi povera Frosinone, con 31). Per i vini scontato il primo posto alla provincia di Roma (19) seguita da Viterbo (11) e pi a distanza da Latina e Frosinone. Ultima classificata Rieti con soli due vini Doc/Igt.

Tab. 11 - Patrimonio artistico-naturale e artigianato: % di comuni rurali interessati sul totale dei comuni rurali
province % comuni segnalati dal T.C.I.
11,3 40,9 8,5 13,1 28,8 16,6

% comuni con aree protette


32,5 50,0 25,4 40,4 20,3 32,3

% comuni con attivit artigianale


31,3 27,3 18,3 9,1 28,8 21,1

totale comuni
100 100 100 100 100 100

FR LT RI RM VT LAZIO rurale

Tab. 12 - La distribuzione dei vini e dei prodotti tipici tradizionali nei comuni rurali del Lazio (Valori Assoluti)
province n di n di vini Doc e prodotti tipici Igt (escluse le tradizionali (1) sottodenominaz.)
31 94 88 48 42 201 5 7 2 19 11 32

n di prodotti Dop e Igp


5 5 5 7 7 10

totale comuni
80 22 71 99 59 331

FR LT RI RM VT LAZIO rurale (1)aggiornati al 19.6.2002

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5.3.1 Una valutazione a livello comunale Come per lofferta di ospitalit e ristorazione, anche i dati raccolti sulla valenza territoriale sono stati successivamente disaggregati a livello comunale e indicizzati. Ci ha permesso lelaborazione di una ulteriore carta tematica (la n. 3) che illustra visivamente la valenza territoriale presente nel territorio rurale della Regione e di tre tabelle che forniscono una valutazione di come, a livello provinciale, si distribuiscono tali comuni. I dati raccolti nella tabella 14, confermano, come gi per lofferta di ospitalit e ristorazione, la felice posizione della provincia di Latina che registra un 63,6% dei suoi comuni rurali nel segmento di alta valenza territoriale. Segue Rieti con quasi il 40%, ma che, con solo un 1,4% di comuni classificati con bassa valenza territoriale (Latina ne ha invece solo il 9,1%) si propone come la provincia laziale globalmente pi dotata di risorse di turismo rurale legate allattrattiva del territorio. Seguono poi Viterbo (30,5% dei comuni ad alta valenza territoriale), Frosinone con 13,8% e Roma con solo il 7,1%. Se per si tiene conto dei valori relativi ai comuni a bassa valenza territoriale, anche in questo caso lultimo posto spetta a Frosinone. Esattamente come per la valutazione relativa allofferta di ospitalit e ristorazione. Una illustrazione grafica di quanto sinora esposto la si ha esaminando la cartina n. 3 che riporta per ogni comune rurale gli indici di alta, media e bassa valenza territoriale. I territori dove si concentrano i comuni rurali meglio dotati in termini di ricchezze legate al territorio seguono grossomodo le aree descritte nel paragrafo relativo allofferta di ospitalit e ristorazione. In particolare si confermano, anche se con qualche esclusione, i comuni che fanno riferimento allarea costiera della provincia di Latina e quelli del nord-est (Cori, Norma, Sermoneta, ecc.). Anche per la provincia di Viterbo, i comuni pi dotati risultano pi o meno gli stessi che sono stati individuati come ad alta offerta di

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ospitalit e ristorazione: soprattutto quelli della costa o ad essi limitrofi (Tarquinia, Montalto di Castro, Tuscania, Canino) e la zona di Bolsena. Lo stesso accade nella provincia di Rieti, dove i comuni rurali con i valori pi alti di valenza territoriale fanno riferimento alla gi individuata zona montana che fa riferimento al Terminillo e alla propaggini inferiori del Parco nazionale del Gran sasso e Monti della Laga. Rispetto a quanto riportato nella cartina 2, la n. 3 individua per anche unaltra zona di buona concentrazione di alte valenze territoriali a sud del capoluogo, tra Gasperia e Fara Sabina. Si discostano invece almeno parzialmente dalla regola che vorrebbe una buona offerta di ospitalit e ristorazione generalmente collegata con ricchezze territoriali in termini di folklore, arte, natura e prodotti le due province di Frosinone e Roma. La prima presenta infatti solo una zona di discreta aggregazione di comuni ad alta valenza territoriale a nord del capoluogo, in corrispondenza (anche se solo parziale) con larea di alta offerta di ospitalit e ristorazione individuata nella cartina n. 2. Nella provincia di Roma invece non possibile individuare alcun raggruppamento contiguo ad alta valenza territoriale. Nemmeno nelle due zone (nord Ovest della Capitale e comuni limitrofi ai Castelli) che invece mostravano una buona concentrazione di comuni rurali ad alta offerta di ospitalit e ristorazione (vedi cartina n. 2). Un certo interesse lo riserva anche lanalisi dei dati che correlano lelemento oggetto di rilevazione (in questo caso la valenza territoriale) con la maggiore o minore vocazione agricola dei comuni rurali considerati. La sovrapposizione delle cartine n. 1 e n. 3 permette infatti di individuare alcune zone dove la presenza di caratteristiche di agricoltura favorevoli al turismo rurale si collega con unalta valenza territoriale dei comuni, soprattutto nelle province di Latina, Viterbo e Rieti. Unultima notazione riguarda i dati percentuali riportati in tabella 15. A livello regionale i valori relativi ai due gruppi di comuni (favorevoli e meno favorevoli) sono sostanzialmente identici per i comuni ad alta valenza territoriale. E invece notevolmente pi alta la percentuale di comuni favorevoli collocati nella fascia classificata

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Tab. 13 - La valutazione della valenza territoriale nei comuni rurali del Lazio (Valori Assoluti)
province ALTA (n di comuni) 11 14 28 7 18 78 MEDIA (n di comuni) 27 6 42 49 33 157 BASSA (n di comuni) 42 2 1 43 8 96 TOTALE (n di comuni) 80 22 71 99 59 331

FR LT RI RM VT LAZIO rurale

Tab. 14 La valutazione della valenza territoriale nei comuni rurali del Lazio (Valori %)
province ALTA (% di comuni) 13,8 63,6 39,4 7,1 30,5 23,6 MEDIA (% di comuni) 33,8 27,3 59,2 49,5 55,9 47,4 BASSA (% di comuni) 52,5 9,1 1,4 43,4 13,6 29,0 TOTALE

FR LT RI RM VT LAZIO rurale

100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

63

Tab.15 - La valutazione della valenza territoriale nei comuni rurali del Lazio (Valori %): comuni con caratteristiche di agricoltura favorevoli e meno favorevoli al turismo rurale
province ALTA MEDIA BASSA TOTALE % comuni % comuni % comuni % comuni % comuni % comuni % comuni % comuni con con caratt. con con caratt. con con caratt. con con caratt. caratteristiche di caratteristiche di caratteristiche di caratteristiche di di agricoltura agricoltura di agricoltura agricoltura di agricoltura agricoltura di agricoltura agricoltura favorevoli meno favorevoli meno favorevoli meno favorevoli meno favorevoli favorevoli favorevoli favorevoli
12,9 69,2 35,5 1,9 25,0 23,3 14,3 55,6 66,7 12,8 54,5 24,0 38,7 30,8 62,9 50,0 60,4 53,4 30,6 22,2 33,3 48,9 36,4 37,6 48,4 0,0 1,6 48,1 14,6 23,3 55,1 22,2 0,0 38,3 9,1 38,4 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

FR LT RI RM VT LAZIO rurale

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come media. Una tendenza questa che trova per due eccezioni nelle province di Rieti e Viterbo dove sono invece le aree meno favorevoli a mostrare una prevalenza di comuni ad alta valenza territoriale.

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6. Lintegrazione dei dati e la loro interpretazione


Allo scopo di fornire alcuni dati di sintesi sui risultati di questo studio sullattuale sviluppo del turismo rurale nella Regione, si sono infine realizzate due tabelle riassuntive (tab. 16 e 17) che aggregano a livello regionale e provinciale la distribuzione dei comuni rurali del Lazio in funzione della maggiore o minore integrazione tra ospitalit e ristorazione e valenza territoriale. I valori riportati nelle tabelle fanno a loro volta riferimento agli indici attribuiti - comune per comune - nella colonna D dellallegato n. 3 posto in appendice al volume23. Lesigenza di sintesi ha poi suggerito lopportunit di evidenziare anche graficamente alcune delle conclusioni a cui questa ricerca giunta. A tal fine si realizzata la carta tematica n. 4 riportata in allegato 1. La cartina, elaborata tenendo conto dei dati riportati nelle mappe precedenti (n. 2 e n. 3) e integrata dalla conoscenza personale dei luoghi, ha fondamentalmente lo scopo di permettere lindividuazione dei comuni che presentano gi ora un elevato numero di strutture di accoglienza e di ricchezze territoriali utili al turismo rurale (aree di eccellenza) e di quelli pi carenti da questo punto di vista (aree di marginalit di risorse). Ci al fine di fornire una prima indicazione sulle aree pi sviluppate che possono fungere da traino per i comuni limitrofi e su quelle in ritardo su cui eventualmente far convergere interventi di sostegno. In questottica propositiva si per ritenuto interessante evidenziare anche un raggruppamento di comuni (aree dello sviluppo potenziale) caratterizzati da una bassa offerta di ospitalit e
La divisione in 5 classi dei comuni in funzione dellofferta di ospitalit e ristorazione e della valenza territoriale stata realizzata integrando i dati delle colonne B e C dellallegato 3, secondo una scala il cui valore superiore (integrazione molto buona) stato attribuito ai comuni in cui era contemporaneamente presente unalta offerta turistica e un alta valenza territoriale; quello inferiore (integrazione scarsa) a quelli dove sia lofferta turistica che la valenza territoriale stata rilevata come bassa.
23

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ristorazione (o comunque dallassenza completa di esercizi alberghieri ed extralberghieri) correlata per ad una significativa presenza di valenze territoriali. Basandosi su queste sintesi finali (tabelle e cartina) possibile, a questo punto, evidenziare alcune informazioni di massima sulla situazione attuale e le prospettive di sviluppo. Anzitutto quella di una percentuale significativa di territorio gi ben dotato di risorse utili al turismo rurale. Pi di un terzo dei comuni rurali del Lazio (vedi tab. 17) mostra infatti di possedere caratteristiche positive da questo punto di vista. Ma anche vero che tale ricchezza non appare equamente divisa. Tanto da poter identificare due raggruppamenti provinciali distinti. Il primo, che accomuna le province di Frosinone e di Roma, in cui il turismo rurale appare meno sviluppato e in ritardo. Il secondo, che fa riferimento a Rieti, Viterbo e Latina, in cui invece i dati che integrano lofferta turistica e la valenza territoriale appaiono sostanzialmente positivi. 6.1 Le province in ritardo Le tabelle n. 16 e 17 danno ragione di quanto affermato sopra in merito al territorio della provincia romana e della Ciociaria. In particolare (vedi tab. 16) da evidenziare come, dei 47 comuni regionali valutati con scarsa integrazione di offerta turistica e valenza territoriale, ben 44 facciano riferimento a queste due province (23 per Frosinone e 21 per Roma). Indicazioni simili si deducono dai valori percentuali riportati in tabella 17, dove sia Frosinone che Roma si collocano come le due province pi povere da questo punto di vista. a) Provincia di Frosinone In particolare, per la provincia di Frosinone, la cartina n. 4 mostra due sole ristrette zone dove offerta turistica (alloggio e ristorazione) e valenza territoriale raggiungono i valori pi alti. Si tratta di un gruppo

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di 5 comuni contigui tra loro (Fiuggi, Anagni, Ferentino, Alatri, Veroli) che non a caso coincidono nellessere segnalati dal T.C.I. per la presenza di un notevole patrimonio artistico-territoriale. Laltra area di sviluppo quella che fa riferimento alla parte di territorio laziale inserito allinterno del parco Nazionale dAbruzzo, dove tre comuni contigui vengono classificati24 con molto buona e buona integrazione di offerta turistica e valenza territoriale (San Donato Val di Comino, Settefrati e Picinisco). Le aree sopra indicate presentano comunque discrete possibilit di fungere da volano per lo sviluppo turistico rurale di alcuni dei comuni vicini individuati tra le aree di sviluppo potenziale (Vico nel Lazio, Collepardo, Sgurgola e Boville ernica nel primo caso, e Campoli appennino, Villa latina e S.Elia fiumerapido nel secondo), grazie alle buone risorse che si registrano sul territorio di questi comuni in termini di offerta di valenza territoriale. E invece tutta da promuovere e sostenere la vasta area a sud est di Frosinone dove si concentrano la maggior parte dei comuni con scarse risorse turistico rurali e in cui sono presenti solo due comuni classificati tra le aree dello sviluppo potenziale: Pontecorvo e Ausonia. a) Provincia di Roma Inatteso appare il dato relativo alla provincia rurale della Capitale. Nonostante la vicinanza di Roma (e dei suoi innumerevoli visitatori) le aree dove si ritrovano un certo numero di comuni che presentano valori alti in termini di integrazione di offerta di alloggio/ristorazione e valenza territoriale sono infatti solo due: il territorio a nord Ovest di Roma (Cerveteri e, in misura minore, Bracciano, Anguillara, Trevi nel Lazio,) e, almeno parzialmente, larea dei Castelli romani (Velletri, Castelgandolfo, ecc.).

24

vedi allegato n. 3

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In particolare appare fortemente distanziata dal resto della Regione larea (peraltro significativa in termini di numero di comuni interessati) che fa riferimento al Nord Est della Capitale e il cui baricentro ideale coincide grossomodo con Subiaco. Questultimo lunico comune della zona a registrare una valutazione molto buona (che lo fa inserire nel raggruppamento relativo alle aree di eccellenza) in termini di integrazione di offerta turistica e valenza territoriale. Mentre sono invece posizionati nelle fasce di classificazione pi basse (scarsa e sufficiente) tutti o quasi i comuni25 confinanti e quelli che sorgono lungo la direttrice di collegamento con Roma. Il dato riveste un suo interesse in quanto individua chiaramente un territorio dove gli interventi a sostegno del turismo rurale trovano una base oggettiva di opportunit; nonch di probabile successo. Almeno sulla carta, infatti, buona parte di questi comuni avrebbero tutte le caratteristiche per proporsi come aree di forte sviluppo del turismo rurale. Per la vicinanza della citt eterna che li dovrebbe rendere molto interessanti al turista, anche estero. Ma anche per la forte competitivit in termini di prezzo che le strutture decentrate sono in grado di offrire. Da segnalare infine l'elenco degli 11 comuni individuati come aree di sviluppo potenziale e quindi di particolare interesse per interventi rivolti a favorire la nascita di iniziative legate all'ospitalit: Camerata nuova, Cerreto laziale, Jenne, Magliano romano, Marcellina, Monteflavio, Moricone, Percile, Pisoniano, Sant'oreste, Torrita tiberina. 6.2 Le province dello sviluppo Diversa, anche se differenziata nelle motivazioni che ne sono alla base, la situazione delle rimanenti province laziali. In particolare i dati riportati in tab. 16 e 17 evidenziano una condizione favorevole in termini turistico rurali soprattutto nella provincia di Latina (la classificazione molto buona viene assegnata al 36,4% dei comuni e quella buona al 31,8% ).

25

vedi allegato n. 3

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Meno evidente, ma ugualmente positiva, appare la posizione in cui si situano le altre due province (Rieti e Viterbo) nelle quali quasi la met dei comuni mostra di godere di una situazione sostanzialmente favorevole verso il turismo rurale. E se per la Latina e Viterbo il dato non sorprende (si tratta di aree dove il turismo gode da tempo di notevole sviluppo), per Rieti ci rappresenta una indicazione tuttaltro che scontata. a) Provincia di Latina Terra molto ricca in termini sia di offerta di ospitalit (soprattutto nel segmento delle strutture complementari), sia di valenze territoriali, la provincia rurale di Latina mostra di possedere quasi ovunque notevoli chanse in termini di turismo rurale. Lunica area di minore sviluppo riguarda tre comuni: SS. Cosma e Damiano, Roccasecca e Rocca Massima. Il primo a causa soprattutto delle scarse risorse in termini di valenza territoriale; gli altri due per la totale assenza di possibilit di alloggio. Lesame dei dati riportati in cartina 4 evidenzia 3 comuni dell'interno classificati tra le aree di sviluppo potenziale (Roccagorda, Rocca Massima e Rocca dei Volsci). Tale collocazione suggerisce, oltre che un incoraggiamento alla nascita di iniziative di ospitalit, anche una possibile direttrice di sviluppo orientata allofferta gastronomica. Lo spunto, in questo caso, viene dallesperienza della Sardegna dove negli ultimi anni si sviluppato un interessante e valido interscambio di ospiti tra le strutture ricettive presenti lungo la costa e iniziative di ristorazione (molti sono agriturismi) ubicati nei comuni dellinterno. b) Provincia di Rieti I dati sostanzialmente positivi che fanno riferimento alla provincia di Rieti, hanno diverse motivazioni. Anzitutto la buona dotazione di alloggi alberghieri ( la provincia i cui comuni rurali registrano il valore pi alto - 19,8 - in termini di numero di posti letto/1000

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abitanti). Inoltre, dopo Viterbo, questa la provincia in cui si registra il maggior numero di aziende agrituristiche. Particolarmente ricca poi la dotazione di prodotti agroalimentari, soprattutto nel segmento - cui stata data una buona rilevanza in termini di valenza territoriale - che fa riferimento ai prodotti tradizionali e quella relativa alle sagre e feste locali. Dal punto di vista territoriale, la cartina n. 4 evidenzia numerosi raggruppamenti di comuni dove offerta turistica (alloggio e ristorazione) e valenza territoriale raggiungono valori alti di integrazione in termini turistico rurali. Aree di particolare eccellenza riguardano un raggruppamento di comuni al confine con la provincia di Roma (Poggio Mirteto, Montopoli Sabina, Fara in Sabina), alcuni dei comuni che circondano il capoluogo provinciale e soprattutto il territorio a nord di Rieti che gode della positiva influenza della presenza di una stazione sciistica importante (il Terminillo) e di un parco nazionale (Gran Sasso e Monti della Laga). Volendo infine segnalare un'area di particolare interesse in un'ottica di incentivazione del turismo rurale possibile individuarla soprattutto nei comuni che sorgono lungo la direttrice che collega il territorio di Belmonte in Sabina fino a Pozzaglia, oltre che tra quelli inseriti all'interno del raggruppamento di aree di sviluppo potenziale (Antrodoco, Borgo Velino, Colle di tora, Colli sul velino, Concerviano, Configni, Cottanello, Fiamignano, Frasso sabino, Marcetelli, Mompeo, Montebuono, Nespolo, Pozzaglia sabino, Rocca sinibalda, Stimigliano, Toffia). c) Provincia di Viterbo Dato per scontato il positivo collegamento esistente tra turismo rurale e diffusione del fenomeno agrituristico, non sorprendono i dati sostanzialmente positivi registrati nel territorio rurale viterbese. Si tratta infatti della provincia laziale in assoluto pi sviluppata in termini di offerta di alloggi agrituristici. A ci si aggiungono dotazioni

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numericamente significative relativi sia alle strutture alberghiere, sia a quelle complementari. Nonch un significativa presenza di valenze territoriali (sagre, musei, prodotti, ecc.) capillarmente diffuse tra i comuni rurali della provincia. Aree di particolare sviluppo si ritrovano a nord del capoluogo provinciale (Lago di Bolsena). Ma anche lungo la costa e il confine con la Toscana. Sostanzialmente positiva anche la situazione dei comuni che sorgono lungo la via Cassia, partendo da Viterbo in direzione di Roma. Limitati numericamente sono invece i territori municipali che evidenziano un certo ritardo. Si tratta essenzialmente dei comuni di Onano, Marta, Graffignano, Vasanello e Vignanello; di una piccola "isola" territoriale a ovest di Viterbo (Tessennano, Cellere, Arlena e Piansano) e di 4 comuni contigui ubicati tra Vetralla e il confine provinciale di Roma (Villa San Giovanni in Tuscia, Barbarano, Vejano e Oriolo). Va per osservato che tutte queste localit (con l'unica eccezione di Piansano) risultano inserite in cartina 4 tra le aree dello sviluppo potenziale in quanto, pur essendo caratterizzate da carenze in termini di offerta di ospitalit, presentano invece interessanti risorse di valenza territoriale.

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Tab. 16 - Lintegrazione tra offerta turistica e valenza territoriale nei comuni rurali del Lazio (Valori Assoluti)
province FR LT RI RM VT LAZIO rurale molto buona (n comuni) 8 8 16 6 13 51 buona (n comuni) 7 7 17 15 14 60 discreta (n comuni) 24 4 26 28 15 97 sufficiente (n comuni) 18 3 11 29 15 76 scarsa (n comuni) 23 0 1 21 2 47 totale (n comuni) 80 22 71 99 59 331

Tab. 17 - Lintegrazione tra offerta turistica e valenza territoriale nei comuni rurali del Lazio (Valori %)
province FR LT RI RM VT LAZIO rurale. molto buona (% di comuni) 10,0 36,4 22,5 6,1 22,0 15,4 buona (% di comuni) 8,8 31,8 23,9 15,2 23,7 18,1 discreta (% di comuni) 30,0 18,2 36,6 28,3 25,4 29,3 sufficiente (% di comuni) 22,5 13,6 15,5 29,3 25,4 23,0 scarsa (% di comuni) 28,8 0,0 1,4 21,2 3,4 14,2 totale (% di comuni) 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

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7. Prospettive di sviluppo e strategie di intervento


Come accennato precedentemente, i dati raccolti a livello regionale sui comuni rurali laziali sono abbastanza incoraggianti. E se vero che in termini assoluti il movimento turistico appare ancora molto influenzato dalla presenza di Roma (dove si concentrano gran parte delle presenze turistiche laziali), esistono concreti indicatori che la situazione possa evolvere verso un maggiore coinvolgimento turistico di tutta la Regione. Daltra parte lesempio della Toscana fa scuola. Anche in questo caso ci si ritrova con una presenza decisamente invadente di una citt come Firenze che attrae un gran numero di turisti. Ma dalla presenza del capoluogo i toscani hanno saputo farne una opportunit, per indirizzare flussi notevoli di turisti nella altre citt darte e soprattutto nei piccoli centri, dove lofferta di turismo rurale (e soprattutto di agriturismo) sviluppa oggi un fatturato di tutto rispetto. E ad avvantaggiarsene, in definitiva, stata la stessa Firenze che, dalla promozione turistica dei territori che la circondano, ne ha fatto unulteriore fattore di richiamo. Per raggiungere un obiettivo di questo tipo anche in Lazio, la strada da percorrere ancora parecchia. E se le premesse (anche in termini di interventi legislativi e di sostegno) non mancano, limpressione che serva una maggiore consapevolezza delle grandi risorse esistenti da parte di chi, in questi comuni ci abita e ci lavora. Serve anche, da parte degli amministratori locali (ai pi diversi livelli), un impegno di reale supporto al settore. Attraverso il sostegno a quanti imprenditori turistici, agricoltori, artigiani, ecc. vi si vogliono cimentare. Ma anche a quanti sono in qualche modo coinvolti nella tutela e promozione del territorio. Come esposto nella pagine precedenti, il turismo rurale nasce e si sviluppa solo in presenza di precise valenze territoriali. La sua fruizione da parte del turista non immediata, come accade invece per la balneazione o per il turismo tradizionale di montagna. Ecco perch parlare di turismo rurale significa parlare anche di politica delle infrastrutture, di marketing, di sostegno allambiente e agli ecosistemi

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naturali, di salvaguardia del patrimonio artistico, di artigianato, di folklore e tradizioni, di prodotti tipici. E di come questi fattori debbano essere potenziati e sostenuti con un mix di interventi entro i quali la promozione del turismo rurale diviene parte di una strategia di sviluppo rurale pi ampia. 7.1 Il turismo rurale come catalizzatore di sviluppo territoriale Da questo punto di vista il ruolo che pu svolgere e in parte gi svolge il turismo rurale notevole. Anzitutto nel creare nuove opportunit di lavoro e di occupazione in centri minori tagliati fuori dai grandi flussi turistici e dalle aree di sviluppo industriale. Ci attraverso la nascita ex novo di iniziative imprenditoriali direttamente collegate allofferta di ospitalit (alberghi, bed and breakfast, ristoranti) o spingendo verso una multifunzionalit in chiave turistica delle aziende agricole gi attive in zona (nascita di nuove aziende agrituristiche). Ma anche grazie allaiuto che la presenza di un significativo flusso turistico pu dare allo sviluppo di altri settori produttivi. Il riferimento anzitutto alle attivit artigianali (alimentari e non) e ai servizi collegati alla tutela, salvaguardia e recupero dei beni naturali e culturali presenti nellarea interessata. Da non trascurare poi sono le positive ricadute territoriali che lo sviluppo di questi nuovi modelli di turismo leggero porta con s. Mediante la spinta verso una maggiore valorizzazione delle risorse naturalistiche in genere e verso modelli di fruizionesostenibili. E verso levoluzione di un rapporto meno conflittuale tra lattivit agricola tradizionale e ambiente. Si pensi, ma solo un esempio, allaiuto che questo pu dare alla vendita diretta (la cosiddetta filiera cortissima) da parte di aziende agricole e di trasformazione specializzate in prodotti tipici di qualit. O anche alla spinta verso metodologie di produzione (agricoltura biologica) che trovano nella presenza di un valido mercato locale uno dei principali elementi di successo. Ma soprattutto il turismo rurale in grado di svolgere una funzione di catalizzatore dello sviluppo socio economico inteso nel senso pi

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ampio. Ci per la sua strutturale intersettorialit che, se da una parte richiede non pochi sforzi di integrazione e coordinamento delle risorse da attivare, determina anche ricadute positive sullo sviluppo economico delle comunit rurali e un conseguente miglioramento generale della qualit della vita. 7.2 Le azioni di sostegno In questa ottica, si comprende il ruolo di primo piano che le politiche rurali sono chiamate oggi a svolgere. Ad esse infatti affidato il compito principale: quello di fare da volano alle risorse endogene presenti al fine di trasformarle in occasioni di sviluppo. Da questo punto di vista occorre riconoscere che, in ambito europeo, molto gi stato fatto, almeno dal punto di vista concettuale. Oggi infatti a prevalere nettamente una nuova concezione della politica rurale. Superata la fase di attenzione esclusiva o comunque prevalente di sostegno alle produzioni che laveva per anni caratterizzata, oggi la nuova Politica Agricola Comune ha preso decisamente la strada del sostegno territoriale. Con interventi volti non tanto a sostenere la singola produzione agricola, quanto piuttosto lo sviluppo complessivo delle aree oggetto di intervento. I riferimenti concettuali che fanno riferimento a questo nuovo ruolo che chiamata a svolgere la politica rurale europea sono numerosi e li si ritrovano in vari documenti quali, anzitutto il libro Verde del 1985 (COM/CEE/(85/333), il documento elaborato dalla Commissione Europea su Il futuro del mondo rurale (COM/CEE/88/501) e quello su la Relazione tra agricoltura e ambiente (COM/CEE/88/338). A ci si aggiungono gli orientamenti di politica rurale messi a punto a pi riprese e a partire dal 1988 dallOCDE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), la dichiarazione finale della conferenza di Cork (del 1996) e, pi recentemente il documento denominato Agenda 2000.

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Tre i principi fondamentali che, a parere degli esperti, collegano tutti questi interventi: - una nuova concezione del patrimonio ambientale, visto non pi come vincolo, ma come risorsa in grado di generare un reale e duraturo sviluppo socio-economico del territorio; - la spinta verso una diversificazione delleconomia rurale e dellimprenditorialit verso modelli innovativi e intersettoriali (vedi, ad esempio, per le aziende agricole i nuovi modelli di aziende multifunzionali); - una particolare attenzione al tema della qualit e territorialit delle produzioni. Naturalmente alle istituzioni nazionali e locali che affidato il compito di tradurre questa politica di sviluppo in interventi operativi sul territorio. In Lazio ci si attuato con una serie di interventi legislativi e di sostegno, molti dei quali hanno direttamente o indirettamente a che fare con lo sviluppo del turismo rurale. Tra questi un ruolo di primo piano lo svolge il PSR (Piano di Sviluppo Rurale 2002-2006). Come noto si tratta di uno strumento fondamentale per il lo sviluppo economico, in particolare dei territori meno sviluppati della regione. Strettamente collegato con le strategie di intervento introdotte da Agenda 2000, il PSR attuativo del regolamento 1257/99 e del relativo documento di applicazione n. 1750/99. In coerenza con gli indirizzi comunitari il PSR costituisce infatti oggi il pi importante riferimento programmatico per il comparto agricolo, forestale e agro industriale non trascurando i temi agro-ambientali, di eco-compatibilit, di salvaguardia e sviluppo dellambiente rurale nel suo complesso proponendosi come obiettivo prioritario la crescita delle aree rurali sotto il profilo economico e sociale, in unottica di tutela e valorizzazione dellambiente rurale nel suo complesso26.
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Dossier Piano di sviluppo rurale, in Lazio informazione, n. 17, Roma 2002.

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Organizzato secondo tre assi prioritari, prevede una serie di misure e azioni alcune delle quali hanno un riferimento molto stretto con la tematica oggetto di questo studio. In particolare: - misura II.1: diversificazione delle attivit agricole e delle attivit affini (vedi azione P.1 su diversificazione delle attivit agricole, reti agrituristiche, turismo verde, percorsi blu, fattorie didattiche); - misura II.2: incentivazione delle attivit turistiche e artigianali (vedi azione S.1 sull incentivazione delle attivit turistiche nellambito rurale e azione S.2 sullincentivazione delle attivit artigianali); - misura II.5: sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali (vedi azione R.1 sul miglioramento delle viabilit rurale); - misura II.7: rinnovamento e miglioramento dei villaggi e protezione e tutela del patrimonio rurale. E per da dire che, almeno sinora, i risultati ottenuti dal PSR nellambito del sostegno e incentivazione del turismo rurale sono ancora limitati. I dati relativi alle richieste di finanziamento che hanno avuto esito positivo fino al 2002, indicano infatti che le misure sopra citate hanno infatti totalizzato solo 255 domande (172 per la misura II.1; 9 per la II.2; 74 per la II.5 e nessuna per la II.7). Molto poche quindi, soprattutto se si tiene conto che le sole domande relative allagroambientale (misura III.1) ne hanno totalizzate ben 16.162. Altre risorse, come noto, sono disponibili attraverso altre strade (vedi ad esempio i cosiddetti Programmi di Iniziativa Comunitaria) od anche tutto il grande mondo dei progetti da realizzare in cooperazione con altri con soggetti di altri Paesi e gestiti direttamente dalla Commissione Europea. E lelenco potrebbe continuare. Ma ci si ferma qui. Lo scopo non infatti quello di dare una informazione esaustiva sulle risorse a cui attingere per attuare azioni di sostegno al

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turismo rurale (i compendi elaborati a tal fine gi esistono e sono facilmente consultabili anche in rete). Ma solo di sottolineare che gli strumenti per il decollo di questo modello di turismo gi esistono. Infine solo un accenno, volutamente non esaustivo e sempre unottica di veloce disanima delle possibili azioni di sostegno disponibili nella Regione, al patrimonio legislativo regionale collegato col settore. E anzitutto da dire che di norme strettamente collegate al turismo rurale in Lazio ne esistono parecchie. La legge regionale sullagriturismo, ad esempio (L.R. n.36 del 10 novembre 1997 Disciplina dellAgriturismo), quella sulle Norme relative alla disciplina e alla classificazione degli esercizi di affittacamere, degli ostelli della giovent e delle case per ferie (L.R. n. 18 del 29 maggio 1997), la norma su Disciplina e gestione delle case e appartamenti per vacanze (L.R. n. 35 del 5 agosto 1998) o quella sui Camping e villaggi turistici (L.R. n. 59 del 3 maggio 1985 Disciplina dei complessi ricettivi campeggistici). Di particolare interesse appaiono poi i contenuti della Legge Regionale n. 40 del 22 dicembre 1999 (Programmazione integrata per la valorizzazione ambientale, culturale e turistica del territorio) che, oltre a prevedere la possibilit di attingere a contributi regionali specifici per la redazione dei Programmi integrati darea (attualmente ne sono attivi due: uno riguardante i Monti Lepini e laltro la Media Valle del Tevere), permette laccesso a canali privilegiati di finanziamento riservati a questi territori. Sempre nellottica della promozione territoriale, altre due normative risultano interessanti per lo sviluppo turistico rurale. La prima (L.R. n. 1/2001) su Norme per la valorizzazione e lo sviluppo del litorale del Lazio che prevede una serie di interventi di sostegno allo sviluppo turistico e al recupero, conservazione e valorizzazione del patrimonio ambientale indirizzata a tutti i comuni delle province di Roma, Latina e Viterbo che si affacciano su mare. La seconda (L.R. n. 10/2001) su Promozione del turismo montano incentrata invece sulla promozione e valorizzazione turistica di alcune aree specifiche di montagna (due nella provincia di

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Rieti, una in quella di Roma e una in quella di Frosinone). Un posto a parte merita infine un breve commento alla Legge Regionale n. 21 del 3 agosto 2001 (Disciplina delle strade del vino, dellolio di oliva e dei prodotti tipici e tradizionali), il cui regolamento di attuazione stato recentemente promulgato (n. 4 del 20 dicembre 2002). Linteresse che riserva questa norma i fini dellargomento oggetto di questo studio evidente. Il turismo rurale si presta infatti moltissimo ad essere articolato in percorsi. Cio in programmi di fruizione (e le strade ne sono un esempio) che legano luoghi, servizi e prodotti, coinvolgendo una pluralit di attori pubblici e privati. E se la giovent della norma non permette per ora di fare considerazioni sugli effetti che questa ha avuto sulla promozione turistico rurale del territorio, di certo si pu affermare che si tratta di un intervento in linea con una impostazione di questo tipo. Le strade di cui si parla sono infatti percorsi segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli, caratterizzati dalla presenza di vigneti e cantine di aziende agricole, singole e associate, aperte al pubblico ovvero di oliveti e frantoi, di aziende di produzione dei prodotti alimentari tipici e tradizionali regionale, nonch di attrattive culturali, naturalistiche e storiche27. Inoltre i soggetti coinvolti (elencati nei primi articoli del regolamento 4/2002) coincidono in gran parte con gli indicatori di offerta di ospitalit e ristorazione e di valenza territoriale che in questo studio si cercato di individuare e censire: aziende agricole, di trasformazione alimentare, agrituristiche, enoteche e botteghe tipiche alimentari, di ristorazione, turistico ricettive alberghiere e complementari, aziende artigiane. Quasi un esempio, insomma, di un modello applicativo reale di quanto scritto sinora. Da cui, si spera, sar possibile in futuro trarre preziose indicazioni sullefficacia dellapproccio multisettoriale per la promozione e il sostegno del turismo in aree rurali.

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Regione Lazio; Regolamento Regionale n. 4/2002, art. 1

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7.3 Per una cultura del turismo rurale A questo punto sia concesso dedicare le ultime righe ad alcune considerazioni al margine dellargomento trattato. Cio al turismo rurale visto dal punto di vista di chi ne usufruisce. Dato per scontato che lo sviluppo di una significativa offerta di turismo nei comuni rurali presenta numerosi vantaggi per lambiente, loccupazione e in genere lo sviluppo socioeconomico del territorio interessato, va infatti sottolineato che anche per il turista i riflessi positivi non mancano. Sul tema ci si potrebbe dilungare molto. Ma probabilmente basta sottolineare la forte componente di legame col territorio caratteristico di questo tipo di vacanza per riuscire a identificarli. Va notato anzitutto che, nel borgo rurale e in campagna, ci si ritrova a vivere in un ambiente (agricolo e naturale) che esercita oggi una forte attrattiva. E questo gi di per s un elemento di soddisfazione per il turista. Non infatti un caso se le indagini motivazionali realizzate tra i fruitori di agriturismo hanno pi volte identificato il contatto con la natura e lambiente rurale e la ricerca della tranquillit come le due motivazioni principali che spingono a scegliere questo tipo di soggiorno. Altre riflessioni si possono fare in merito ad aspetti pi materiali, quali la qualit dei prodotti, la ristorazione tipica, il patrimonio architettonico, le feste e le sagre rurali: tutti elementi fortemente ricercati dal turista rurale e senzaltro arricchenti anche dal punto di vista culturale. A questo tipo di vacanza viene poi giustamente associata la soddisfazione di una esigenza sempre pi sentita da una parte dei consumatori. Si tratta della possibilit (certo non esclusiva del turismo rurale, ma che le caratteristica), di poter gestire con molta autonomia il proprio soggiorno. Non cosa da poco, in un mercato delle vacanze affollato di turisti-clienti che rinunciano a priori a costruirsi le proprie ferie per limitarsi a scegliere tra le opzioni preconfezionate delle agenzie e dei tour operator, non cosa da poco. Oggi - anche per la quasi totale assenza di operatori turistici specializzati in questo settore - chi sceglie la campagna si ritrova

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infatti a dover decidere lui cosa fare, dove andare, cosa vedere. Niente spiaggia mattina e pomeriggio; niente giochi organizzati dagli animatori del villaggio vacanze, nessuna escursione di massa. S invece al piacere di leggere, di informarsi sul territorio e di andarlo poi a scoprire da soli, con la famiglia, con gli amici. Facendosi magari consigliare e guidare da chi fornisce lalloggio o dal titolare della trattoria dove ci si fermati a pranzare. Questultima considerazione la richiesta di consiglio a un indigeno del luogo introduce molto bene unultima riflessione. Quella che sottolinea il turismo rurale come uno dei pochi modelli reali di turismo relazionale28 presenti oggi in Italia. In un mondo come quello attuale, fortemente caratterizzato dalla scomparsa progressiva del legame tra territorio e prodotto (la c.d. globalizzazione) il turismo rurale ne riafferma invece limportanza. Sul fronte dei prodotti tipici, ad esempio, per apprezzare i quali la conoscenza dei luoghi ne un elemento fondamentale di apprezzamento. Ma soprattutto sul piano dei rapporti interpersonali. Da questo punto di vista esattamente lopposto del modello di un certo tipo di villaggi turistici dove lospite vive lontano dal mondo esterno. Volontariamente recluso allinterno di una struttura turistica (magari bellissima) in cui trova tutto quello di cui ha bisogno e dove pu tranquillamente trascorrere la propria vacanza senza avere alcun contatto con chi, in quella zona abita e ci lavora. Non cos col turismo rurale che vede invece nellintegrazione con la cultura, le tradizioni, i valori e le persone del luogo uno dei valori aggiunti pi importanti che caratterizzano questo modo di fare turismo.

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Con questo termine, peraltro poco conosciuto, si intende il settore della domanda e dellofferta di servizi e beni a valenza turistica realizzati e fruiti attraverso una combinazione di relazioni interpersonali (cfr. Arces, http://www.arces.it e presentazione del master in turismo relazionale: Universit degli studi di Palermo, Dipartimento di Scienze economiche, Aziendali e Finanziarie, Palermo 2003)

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Allegato 1

le cartine tematiche

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CARTINA N.1 LELENCO DEI COMUNI


PROVINCIA DI FROSINONE Comuni urbani e semiurbani (intermedi): Cassino, Cervaro, Coreno ausonio, Esperia, Falvaterra, Frosinone, Isola del Liri, Piedimonte San Germano, Sora, Vallecorsa, Villa Santa Lucia Comuni rurali con caratteristiche di agricoltura favorevoli al turismo rurale: Acquafondata, Acuto, Arnara, Belmonte castello, Boville Ernica, Collepardo, Colle San Magno, Filettino, Gallinaro, Giuliano di Roma , Guarcino, Morolo, Patrica, Picinisco, Posta fibreno, Ripi, Rocca d'arce, San Biagio saracinisco, San Donato val di comino, SantAmbrogio sul garigliano, San Vittore del Lazio, Settefrati, Sgurgola, Supino, Terelle, Torrice, Trevi nel Lazio, Vallerotonda, Veroli, Villa latina, Viticuso. Comuni rurali con caratteristiche di agricoltura meno favorevoli al turismo rurale: Alatri, Alvito, Amaseno, Anagni, Aquino, Arce, Arpino, Atina, Ausonia, Broccostella, Campoli appennino, Casalattico, Casalvieri, Castelliri, Castelnuovo parano, Castrocielo, Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Colfelice, Ferentino, Fiuggi, Fontana Liri, Fontechiari, Fumone, Monte San Giovanni campano, Paliano, Pastena, Pescosolido, Pico, Piglio, Pignataro interamna, Pofi, Pontecorvo, Roccasecca, San Giorgio a Liri, San Giovanni incarico, SantAndrea del garigliano, Sant'apollinare, SantElia fiumerapido, Santopadre, Serrone, Strangolagalli, Torre cajetani, Trivigliano, Vallemaio, Vicalvi, Vico nel Lazio,Villa Santo Stefano. PROVINCIA DI LATINA Comuni urbani e semiurbani (intermedi): Aprilia, Campodimele, Formia, Gaeta, Itri, Latina, Lenola, Minturno, San Felice Circeo, Sperlonga, Spigno Saturnia. Comuni rurali con caratteristiche di agricoltura favorevoli al turismo rurale: Bassiano, Cisterna di latina,Cori, Fondi, Maenza, Pontinia, Roccagorga, Rocca massima, Roccasecca dei Volsci, Sabaudia, Sezze, Sonnino, Terracina. Comuni rurali con caratteristiche di agricoltura meno favorevoli al turismo rurale: Castelforte, Monte San Biagio, Norma, Ponza, Priverno, Prossedi, Santi Cosma e Damiano, Sermoneta, Ventotene. PROVINCIA DI RIETI Comuni urbani e semiurbani (intermedi): Borgorose, Rieti Comuni rurali con caratteristiche di agricoltura favorevoli al turismo rurale: Accumoli, Amatrice, Antrodoco, Ascrea, Belmonte in sabina, Borbona, Borgo velino, Cantalice, Cantalupo in sabina, Casaprota, Castel di Tora, Castelnuovo di Farfa, Castel Sant'Angelo, Cittaducale, Cittareale, Collalto sabino, Colle di Tora, Collegiove, Colli sul Velino, Concerviano, Contigliano, Cottanello, Fiamignano, Frasso sabino, Greccio, Labro, Leonessa, Longone sabino, Magliano sabina, Marcetelli, Micigliano, Mompeo, Montasola, Montebuono, Monteleone sabino, Montenero sabino, Monte San Giovanni in sabina, Montopoli di sabina, Morro reatino, Nespolo, Orvinio, Paganico, Pescorocchiano, Petrella salto, Poggio moiano, Poggio nativo, Poggio San Lorenzo, Posta, Pozzaglia sabino, Rivodutri, Roccantica, Rocca sinibalda, Salisano, Scandriglia, Selci, Tarano, Toffia, Torricella in sabina, Torri in sabina, Turania, Vacone, Varco sabino.

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Comuni rurali con caratteristiche di agricoltura meno favorevoli al turismo rurale: Casperia, Collevecchio, Configni, Fara in Sabina, Forano, Poggio Bustone, Poggio Catino, Poggio Mirteto, Stimigliano PROVINCIA DI ROMA Comuni urbani e semiurbani (intermedi): Albano, Anzio, Ariccia, Civitavecchia, Colleferro, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Guidonia Montecelio, Marino, Mentana, Monterotondo, Nettuno, Pomezia, Roma, Santa Marinella, Tivoli, Ladispoli, Ardea, Ciampino, Fiumicino. Comuni rurali con caratteristiche di agricoltura favorevoli al turismo rurale: Allumiere, Anguillar Sabazia, Anticoli Corrado, Arcinazzo Romano, Arsoli, Camerata Nuova, Canterano, Capranica Prenestina, Carpineto Romano, Casape, Castel San Pietro Romano, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Cineto Romano, Civitella San Paolo, Colonna, Gavignano, Gorga, Jenne, Licenza, Magliano Romano, Marcellina, Monteflavio, Montelanico, Montelibretti, Montorio Romano, Moricone, Nemi, Nerola, Olevano Romano, Palombara Sabina, Percile, Pisoniano, Poli, Ponzano Romano, Riofredd, Rocca canterano, Rocca di cave, Roccagiovine, Roiate, Sambuci, San Gregorio da Sassola, San Polo dei Cavalieri, SantAngelo Romano, Saracinesco, Tolfa, Torrita Tiberina, Vallepietra, Vallinfreda, Vivaro Romano, Zagarolo, San Cesareo. Comuni rurali con caratteristiche di agricoltura meno favorevoli al turismo rurale: Affile, Agosta, Artena, Bellegra, Bracciano, Campagnano di Roma, Canale Monterano, Capena, Castel Gandolfo, Castel Madama, Castelnuovo di Porto, Cave, Cerveteri, Ciciliano, Fiano Romano, Filacciano, Formello, Gallicano nel Lazio, Gennazzano, Gerano, Labico, Lanuvio, Mandela, Manziana, Marano Equo, Mazzano Romano, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Morlupo, Nazzano, Palestrina, Riano, Roignano Flaminio, Rocca di Papa, Rocca Priora, Rocca Santo Stefano, Roviano, Sacrofano, SantOreste, San Vito Romano, Segni, Subiaco, Trevignano Romano, Valmontone, Velletri, Vicovaro, Lariano. PROVINCIA DI VITERBO Comuni urbani e semiurbani (intermedi): Viterbo. Comuni rurali con caratteristiche di agricoltura favorevoli al turismo rurale: Acquapendente, Arlena di castro, Bagnoregio, Barbarano romano, Bassano romano, Bassano in teverina, Bomarzo, Calcata, Canepina, Canino, Capodimonte, Capranica, Caprarola, Carbognano, Castel SantElia, Castiglione in teverina, Celleno, Cellere, Civita castellana, Civitella d'agliano, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Farnese, Graffignano, Ischia di castro, Lubriano,, Montalto di castro, Monte romano, Monterosi, Nepi, Onano, Orte, Piansano. Proceno, Ronciglione, Villa San Giovanni in tuscia, San Lorenzo nuovo, Soriano nel cimino, Sutri, Tarquinia, Tessennano, Tuscania, Valentano, Vallerano, Vasanello, Vejano, Vignanello. Comuni rurali con caratteristiche di agricoltura meno favorevoli al turismo rurale: Blera, Bolsena, Gallese, Gradoli, Grotte di castro, Latera, Marta, Montefiascone, Vetralla, Vitorchiano.

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CARTINA N.1 COMUNI URBANI, SEMIURBANI E RURALI DEL LAZIO

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CARTINA N. 2 LELENCO DEI COMUNI


PROVINCIA DI FROSINONE alta: Acquafondata, Acuto, Alatri, Anagni, Arpino, Atina, Ceprano, Colle San Magno, Ferentino, Filettino, Fiuggi, Gallinaro, Guarcino, Paliano, Picinisco, San Donato val di comino, Serrone, Settefrati, Supino, Trevi nel Lazio, Veroli. media: Alvito, Aquino, Arce, Broccostella, Castrocielo, Castro dei Volsci, Ceccano, Fumone, Monte San Giovanni campano, Morolo, Pastena, Patrica, Pescosolido, Pico, Piglio, Pofi, Pontecorvo, Posta fibreno, Ripi, Roccasecca, San Giorgio a Liri, Sant'apollinare, Santopadre, San Vittore del Lazio, Torre cajetani, Vallerotonda, Villa latina, Viticuso. bassa: Amaseno, Arnara, Ausonia, Belmonte castello, Boville ernica, Campoli appennino, Casalattico, Casalvieri, Castelliri, Castelnuovo parano, Colfelice, Collepardo, Fontana Liri, Fontechiari, Giuliano di Roma, Pignataro interamna, Rocca d'arce, San Biagio saracinisco, San Giovanni incarico, SantAmbrogio sul garigliano, SantAndrea del garigliano, SantElia fiumerapido, Sgurgola, Strangolagalli, Terelle, Torrice, Trivigliano, Vallemaio, Vicalvi, Vico nel Lazio, Villa Santo Stefano. PROVINCIA DI LATINA alta: Castelforte, Cori, Fondi, Ponza, Priverno, Prossedi, Sabaudia, Sermoneta, Terracina, Ventotene. Sezze,

media: Bassiano, Cisterna di latina, Maenza, Monte San Biagio, Norma, Pontinia, Santi Cosma e Damiano, Sonnino. bassa: Roccagorga, Rocca massima, Roccasecca dei Volsci. PROVINCIA DI RIETI alta: Accumoli, Amatrice, Ascrea, Borbona, Castel di tora, Castel Sant'angelo, Cittaducale, Cittareale, Collevecchio, Contigliano, Fara in sabina, Greccio, Labro, Leonessa, Magliano sabina, Micigliano, Montopoli di sabina, Morro reatino, Petrella salto, Poggio bustone, Poggio mirteto, Poggio moiano, Rivodutri, Roccantica, Selci, Varco sabino. media: Cantalice, Cantalupo in sabina, Casaprota, Casperia, Castelnuovo di farfa, Collalto sabino, Collegiove, Configni, Forano, Longone sabino, Montasola, Monteleone sabino, Montenero sabino, Monte San Giovanni in sabina, Orvinio, Paganico, Pescorocchiano, Poggio catino, Poggio nativo, Poggio San Lorenzo, Posta, Salisano, Scandriglia, Tarano, Torricella in sabina, Torri in sabina, Turania, Vacone. bassa: Antrodoco, Belmonte in sabina, Borgo Velino, Colle di tora, Colli sul velino, Concerviano, Cottanello, Fiamignano, Frasso sabino, Marcetelli, Mompeo, Montebuono, Nespolo, Pozzaglia sabino, Rocca sinibalda, Stimigliano, Toffia.

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PROVINCIA DI ROMA alta: Anguillara sabazia, Bracciano, Campagnano di Roma, Castel gandolfo, Castelnuovo di porto, Cerveteri, Fiano romano, Montecompatri, Monte porzio catone, Nemi, Nerola, Palestrina, Rocca di papa, Rocca priora, Sacrofano, San Vito romano, Segni, Subiaco, Zagarolo, San cesareo. media: Agosta, Allumiere, Arsoli, Artena, Bellegra, Canale monterano, Canterano, Capena, Capranica prenestina, Carpineto romano, Castel madama, Castel San pietro romano, Cave, Cervara di Roma, Ciciliano, Cineto romano, Colonna, Formello, Gallicano nel Lazio, Gavignano, Genazzano, Labico, Lanuvio, Manziana, Mazzano romano, Montelanico, Montorio romano, Moricone, Morlupo, Nazzano, Palombara sabina, Poli, Riano, Rignano flaminio, Riofreddo, Roccagiovine, Roiate, Roviano, San polo dei cavalieri, Sant'angelo romano, Tolfa, Valmontone, Vicovaro, Lariano. bassa: Affile, Anticoli corrado, Arcinazzo romano, Camerata nuova, Casape, Cerreto laziale, Civitella San paolo, Filacciano, Gerano, Gorga, Jenne, Magliano romano, Mandela, Marano equo, Marcellina, Monteflavio, Montelibretti, Percile, Pisoniano, Ponzano romano, Rocca canterano, Rocca di cave, Rocca Santo Stefano, Sambuci, San gregorio da sassola, Sant'oreste, Saracinesco, Torrita tiberina, Vallepietra, Vallinfreda, Vivaro romano. PROVINCIA DI VITERBO alta: Acquapendente, Bagnoregio, Bolsena, Bomarzo, Capodimonte, Caprarola, Celleno, Civita castellana, Civitella d'agliano, Fabrica di Roma, Farnese, Ischia di castro, Montalto di castro, Montefiascone, Nepi, Orte, Proceno, Ronciglione, San Lorenzo nuovo, Soriano nel cimino, Sutri, Tarquinia, Tuscania, Vetralla, Vitorchiano. media: Bassano romano, Bassano in teverina, Blera, Canepina, Canino, Capranica, Castel SantElia, Castiglione in teverina, Corchiano, Faleria, Gallese, Gradoli, Grotte di castro, Latera, Lubriano, Marta, Monte romano, Monterosi, Valentano, Vallerano. bassa: Arlena di castro, Barbarano romano, Calcata, Carbognano, Cellere, Graffignano, Onano, Oriolo romano, Piansano, Villa San Giovanni in tuscia, Tessennano, Vasanello, Vejano, Vignanello.

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CARTINA N. 2: COMUNI RURALI DEL LAZIO: OFFERTA DI OSPITALITA E DI RISTORAZIONE

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CARTINA N. 3 LELENCO DEI COMUNI


PROVINCIA DI FROSINONE alta: Alatri, Anagni, Arpino, Ausonia, Collepardo, Ferentino, Fiuggi, Pontecorvo, San Donato val di comino, Settefrati, Veroli. media: Alvito, Aquino, Arce, Atina, Boville ernica, Campoli appennino, Ceccano, Ceprano, Colle San Magno, Fumone, Guarcino, Morolo, Pastena, Patrica, Picinisco, Pico, Piglio, Pofi, Posta fibreno, Roccasecca, San Biagio saracinisco, SantElia fiumerapido, Sgurgola, Vallerotonda, Vico nel Lazio, Villa latina. bassa: Acquafondata, Acuto, Amaseno, Arnara, Belmonte castello, Broccostella, Casalattico, Casalvieri, Castelliri, Castelnuovo parano, Castrocielo, Castro dei Volsci, Colfelice, Filettino, Fontana Liri, Fontechiari, Gallinaro, Giuliano di Roma, Monte San Giovanni campano, Paliano, Pescosolido, Pignataro interamna, Ripi, Rocca d'arce, San Giorgio a Liri, San Giovanni incarico, SantAmbrogio sul garigliano, SantAndrea del garigliano, Sant'apollinare, Santopadre, San Vittore del Lazio, Serrone, Strangolagalli, Terelle, Torre cajetani, Torrice, Trevi nel Lazio, Trivigliano, Vallemaio, Vicalvi, Villa Santo Stefano, Viticuso.

PROVINCIA DI LATINA alta: Cisterna di latina, Cori, Fondi, Maenza, Monte San Biagio, Norma, Ponza, Priverno, Roccagorga, Sabaudia, Sermoneta, Sezze, Sonnino, Terracina. media: Bassiano, Castelforte, Pontinia, Prossedi, Rocca massima, Roccasecca dei Volsci. bassa: Santi Cosma e Damiano, Ventotene. PROVINCIA DI RIETI alta: Accumoli, Amatrice, Antrodoco, Cantalice, Casaprota, Casperia, Castelnuovo di farfa, Cittaducale, Collevecchio, Cottanello, Fara in sabina, Fiamignano, Leonessa, Magliano sabina, Marcetelli, Micigliano, Montopoli di sabina, Petrella salto, Poggio bustone, Poggio catino, Poggio mirteto, Poggio moiano, Rivodutri, Roccantica, Scandriglia, Selci, Toffia, Torricella in sabina. media: Ascrea, Borbona, Borgo Velino, Cantalupo in sabina, Castel di tora, Castel Sant'angelo, Cittareale, Collalto sabino, Colle di tora, Collegiove, Colli sul velino, Concerviano, Configni, Contigliano, Forano, Frasso sabino, Greccio, Labro, Longone sabino, Mompeo, Montasola, Montebuono, Monteleone sabino, Montenero sabino, Monte San Giovanni in sabina, Morro reatino, Nespolo, Orvinio, Paganico, Pescorocchiano, Poggio nativo, Poggio San Lorenzo, Posta, Pozzaglia sabino, Rocca sinibalda, Salisano, Stimigliano, Tarano, Torri in Sabina, Turania, Vacone, Varco sabino. bassa: Belmonte in sabina.

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PROVINCIA DI ROMA alta: Castel gandolfo, Cerveteri, Marcellina, Monte porzio catone, Palestrina, Subiaco, Velletri. media: Allumiere, Anguillara sabazia, Bracciano, Camerata nuova, Campagnano di Roma, Canale monterano, Carpineto romano, Castelnuovo di porto, Castel San pietro romano, Cave, Cerreto laziale, Cineto romano, Fiano romano, Formello, Genazzano, Jenne, Lanuvio, Licenza, Magliano romano, Manziana, Montecompatri, Monteflavio, Montelanico, Montorio romano, Moricone, Morlupo, Nazzano, Nemi, Nerola, Palombara sabina, Percile, Pisoniano, Riano, Riofreddo, Rocca di papa, Roccagiovine, Rocca priora, Roviano, Sacrofano, San polo dei cavalieri, Sant'angelo romano, Sant'oreste, Segni, Tolfa, Torrita tiberina, Trevignano romano, Vicovaro, Zagarolo, Lariano. bassa: Affile, Agosta, Anticoli corrado, Arcinazzo romano, Arsoli, Artena, Bellegra, Canterano, Capena, Capranica prenestina, Casape, Castel madama, Cervara di Roma, Ciciliano, Civitella San paolo, Colonna, Filacciano, Gallicano nel Lazio, Gavignano, Gerano, Gorga, Labico, Mandela, Marano equo, Mazzano romano, Montelibretti, Olevano romano, Poli, Ponzano romano, Rignano flaminio, Rocca canterano, Rocca di cave, Rocca Santo Stefano, Roiate, Sambuci, San gregorio da sassola, San Vito romano, Saracinesco, Vallepietra, Vallinfreda, Valmontone, Vivaro romano, San cesareo. PROVINCIA DI VITERBO alta: Acquapendente, Bagnoregio, Bolsena, Canepina, Canino, Caprarola, Civita castellana, Farnese, Gallese, Latera, Marta, Montalto di castro, Montefiascone, Soriano nel cimino, Sutri, Tarquinia, Tuscania, Vetralla. media: Arlena di castro, Barbarano romano, Bassano romano, Bassano in teverina, Blera, Bomarzo, Calcata, Capodimonte, Capranica, Castiglione in teverina, Cellere, Corchiano, Fabrica di Roma, Gradoli, Graffignano, Grotte di castro, Ischia di castro, Lubriano, Monte romano, Nepi, Onano, Oriolo romano, Orte, Proceno, Ronciglione, Villa San Giovanni in tuscia, San Lorenzo nuovo, Tessennano, Valentano, Vallerano, Vasanello, Vejano, Vignanello. bassa: Carbognano, Castel SantElia, Celleno, Civitella d'agliano, Faleria, Monterosi, Piansano, Vitorchiano.

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CARTINA N. 3: COMUNI RURALI DEL LAZIO: VALENZA TERRITORIALE

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CARTINA N. 4 LELENCO DEI COMUNI


PROVINCIA DI FROSINONE le aree di eccellenza: Alatri, Anagni, Arpino, Ferentino, Fiuggi, San Donato val di comino, Settefrati, Veroli. le aree di media integrazione: Acquafondata, Acuto, Alvito, Aquino, Arce, Atina, Broccostella, Castrocielo, Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Colle San Magno, Filettino, Fumone, Gallinaro, Guarcino, Monte San Giovanni campano, Morolo, Paliano, Pastena, Patrica, Pescosolido, Picinisco, Pico, Piglio, Pofi, Posta fibreno, Ripi, Roccasecca, San Giorgio a Liri, Sant'apollinare, Santopadre, San Vittore del Lazio, Serrone, Supino, Torre cajetani, Trevi nel Lazio, Vallerotonda, Viticuso. le aree dello sviluppo potenziale: Ausonia, Boville ernica, Campoli appennino, Collepardo, Pontecorvo, San Biagio saracinisco, SantElia fiumerapido, Sgurgola, Vico nel Lazio, Villa latina. le aree di marginalit di risorse: Amaseno, Arnara, Belmonte castello, Casalattico, Casalvieri, Castelliri, Castelnuovo parano, Colfelice, Fontana Liri, Fontechiari, Giuliano di Roma, Pignataro interamna, Rocca d'arce, San Giovanni incarico, SantAmbrogio sul garigliano, SantAndrea del garigliano, Strangolagalli, Terelle, Torrice, Trivigliano, Vallemaio, Vicalvi, Villa Santo Stefano. PROVINCIA DI LATINA le aree di eccellenza: Cori, Fondi, Ponza, Priverno, Sabaudia, Sermoneta, Sezze, Terracina. le aree di media integrazione: Bassiano, Castelforte, Cisterna di latina, Maenza, Monte San Biagio, Norma, Pontinia, Prossedi, Santi Cosma e Damiano, Sonnino, Ventotene, le aree dello sviluppo potenziale: Roccagorga, Rocca massima, Roccasecca dei Volsci. PROVINCIA DI RIETI le aree di eccellenza: Accumoli, Amatrice, Cittaducale, Collevecchio, Fara in sabina, Leonessa, Magliano sabina, Micigliano, Montopoli di sabina, Petrella salto, Poggio bustone, Poggio mirteto, Poggio moiano, Rivodutri, Roccantica, Selci. le aree di media integrazione: Ascrea, Borbona, Cantalice, Cantalupo in sabina, Casaprota, Casperia,Castel di tora, Castelnuovo di farfa, Castel Sant'angelo, Collalto sabino, Collegiove, Contigliano, Forano, Greccio, Labro, Longone sabino, Montasola, Monteleone sabino, Montenero sabino, Monte San Giovanni in sabina, Morro reatino, Orvinio, Paganico, Pescorocchiano, Poggio catino, Poggio nativo, Poggio San Lorenzo, Posta, Salisano, Scandriglia, Tarano, Torricella in sabina, Torri in sabina, Turania, Vacone, Varco sabino.

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le aree dello sviluppo potenziale: Antrodoco, Borgo Velino, Colle di tora, Colli sul velino, Concerviano, Configni, Cottanello, Fiamignano, Frasso sabino, Marcetelli, Mompeo, Montebuono, Nespolo, Pozzaglia sabino, Rocca sinibalda, Stimigliano, Toffia. le aree di marginalit di risorse: Belmonte in sabina. PROVINCIA DI ROMA le aree di eccellenza: Castel gandolfo, Cerveteri, Monte porzio catone, Palestrina, Subiaco, Velletri. le aree di media integrazione: Agosta, Allumiere, Anguillara sabazia, Arsoli, Artena, Bellegra, Bracciano, Campagnano di Roma, Canale monterano, Canterano, Capena, Capranica prenestina, Carpineto romano, Castel madama, Castelnuovo di porto, Castel San pietro romano, Cave, Cervara di Roma, Ciciliano, Cineto romano, Colonna, Fiano romano, Formello, Gallicano nel Lazio, Gavignano, Genazzano, Labico, Lanuvio, Licenza, Manziana, Mazzano romano, Montecompatri, Montelanico, Montorio romano, Morlupo, Nazzano, Nemi, Nerola, Olevano romano, Palombara sabina, Poli, Riano, Rignano flaminio, Riofreddo, Rocca di papa, Roccagiovine, Rocca priora, Roiate, Roviano, Sacrofano, San polo dei cavalieri, Sant'angelo romano, San Vito romano, Segni, Tolfa, Trevignano romano, Valmontone, Vicovaro, Zagarolo, Lariano, San cesareo. le aree dello sviluppo potenziale: Camerata nuova, Cerreto laziale, Jenne, Magliano romano, Marcellina, Monteflavio, Moricone, Percile, Pisoniano, Sant'oreste, Torrita tiberina. le aree di marginalit di risorse: Affile, Anticoli corrado, Arcinazzo romano, Casape, Civitella San paolo, Filacciano, Gerano, Gorga, Mandela, Marano equo, Montelibretti, Ponzano romano, Rocca canterano, Rocca di cave, Rocca Santo Stefano, Sambuci, San gregorio da sassola, Saracinesco, Vallepietra, Vallinfreda, Vivaro romano. PROVINCIA DI VITERBO le aree di eccellenza: Acquapendente, Bagnoregio, Bolsena, Caprarola, Civita castellana, Farnese, Montalto di castro, Montefiascone, Soriano nel cimino, Sutri, Tarquinia, Tuscania, Vetralla. le aree di media integrazione: Bassano romano, Bassano in teverina, Blera, Bomarzo, Canepina, Canino, Capodimonte, Capranica, Castel SantElia, Castiglione in teverina, Celleno, Civitella d'agliano, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Gradoli, Grotte di castro, Ischia di castro, Latera, Lubriano, Monte romano, Monterosi, Nepi, Orte, Proceno, Ronciglione, San Lorenzo nuovo, Valentano, Vallerano, Vitorchiano. le aree dello sviluppo potenziale: Arlena di castro, Barbarano romano, Calcata, Cellere, Graffignano, Marta, Onano, Oriolo romano, Villa San Giovanni in tuscia, Tessennano, Vasanello, Vejano, Vignanello. le aree di marginalit di risorse: Carbognano, Piansano.

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CARTINA N. 4 COMUNI RURALI DEL LAZIO: LINTEGRAZIONE TRA OFFERTA DI OSPITALITA E RISTORAZIONE E LA VALENZA TERRITORIALE

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Allegato 2

Cinque casi di iniziative imprenditoriali o associative relative al turismo rurale

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scheda n. 1 provincia: denominazione: dati identificativi: settore di appartenenza: natura giuridica Roma Country Relais I due laghi loc. Le Cerque, Anguillara Sabazia Hotel e ristorante S.r.l.

sinergie presenti con altri Utilizzo di prodotti tipici locali prodotti da altre aziende per lattivit di settori collegati con il ristorazione. turismo rurale: E un esempio significativo di valida iniziativa imprenditoriale nata come attivit di ospitalit agrituristica circa ventanni fa ed evoluta nel tempo come hotel quattro stelle e ristorante. Il passaggio a questa nuova tipologia di offerta non ha per modificato i forti connotati rurali che lavevano caratterizzata sin dallinizio. La proposta di ospitalit, strettamente collegata alla fruizione del territorio mediante iniziative nel campo dellequitazione, dellescursionismo e delle attivit a carattere naturalistico. I 150 ettari dellazienda agricola entro i cui confini sorge lalbergo sono inoltre inseriti allinterno del Parco naturale del lago di Bracciano Martignano. La presenza di significative produzioni agricole, fornisce oltre che un contesto paesaggistico particolarmente piacevole - la materia prima per la preparazione dei piatti offerti nel ristorante. In particolare sono utilizzate produzioni zootecniche certificate come biologiche (formaggi caprini e carni) ottenute dallallevamento di 260 capi di capra (razza maltese e siciliana), 80 ovini e circa 40 capi di bovini maremmani. Significativo anche il forte utilizzo di prodotti locali, strettamente legati al territorio dellalto Lazio. Sono presenti anche una sessantina di cavalli utilizzati per lequitazione. La fascia di prezzo medio-alta (150 per la camera doppia; 35-50 per i pasti) e la clientela fortemente caratterizzata dalla presenza di stranieri (circa il 45%) provenienti soprattutto da Inghilterra, Francia, U.S.A. e, recentemente, dal Giappone. Da segnalare limportante impatto occupazionale generato nel tempo dalla struttura che tra attivit turistica e agricola occupa attualmente 45 persone.

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scheda n. 2 provincia: denominazione: dati identificativi: settore di appartenenza: natura giuridica Viterbo Camping natura R.N. Lago di Vico loc. Renicci s.n.c. Caprarola Camping S.a.s.

sinergie presenti con altri Ospitalit e ristorazione in aziende agrituristiche della zona. settori collegati con il turismo rurale: Un esempio di campeggio realizzato in ambiente rurale (tutta larea circostante intensamente coltivata a noccioleti intensivi) con forti connotazioni naturalistiche e didattiche. Nata senza apporto di finanziamenti pubblici, la struttura ha ventanni di vita e sorge su un terreno di propriet del comune di Caprarola con cui il camping ha stipulato una convenzione pluriennale per laffitto. Le dotazioni presenti sono 70 piazzole, 10 capanni di 16mq e 2 da 32 mq dotati di letti a castello, bar e ristorante. Ubicata allinterno della Riserva Naturale del Lago di Vico, il campeggio si sviluppa su unarea di 20.000 mq che permette di ospitare un massimo di 220/persone giorno. Lorganizzazione degli spazi studiata in modo da evitare i tipici sovraffollamenti presenti nella maggioranza dei camping. Nellarea sono presenti percorsi didattici, strutture per sport allaperto (tiro con larco, pallavolo), fuochi attrezzati. E possibile praticare lequitazione, la canoa e la vela. Ogni anno viene organizzato un trekking di pi giorni a cavallo e altre iniziative di esplorazione e conoscenza del territorio a piedi o in mountain bike. In particolare stata studiata una offerta, denominata natura experience, che prevede soggiorni di 8 15 giorni per ragazzi dai 6 ai 18 anni con attivit di educazione ambientale e territoriale guidate da personale specializzato (guide della Associazione Italiana Guide Ambientali escursionistiche). I prezzi sono medi (5 persona/giorno; 6 per posto tenda/camper al giorno) e lutenza soprattutto giovanile (campi scuola, scolaresche, ecc.) e familiare. Esiste una buona sinergia con le aziende agrituristiche della zona presso cui pernottano gli insegnanti o i genitori dei ragazzi ospitati nel camping.

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scheda n. 3 provincia: denominazione: dati identificativi: settore di appartenenza: natura giuridica Latina Nature Trend via S.Angiolillo, snc, Formia Attivit sul territorio Associazione Regionale Onlus

sinergie presenti con altri Promozione di strutture ricettive collegate al turismo rurale, di prodotti settori collegati con il tipici e di artigianato locale turismo rurale: In questo caso non ci si riferisce a una iniziativa imprenditoriale, anche se negli intenti degli iniziatori prevista una possibile evoluzione anche in tale senso. Si tratta di una associazione riconosciuta che opera nel basso Lazio, in particolare nellarea compresa allinterno del parco naturale dei Monti Aurunci. Le proposte riguardano essenzialmente lorganizzazione e gestione di escursioni, weekend e soggiorni collegati a una fruizione in chiave turistico-rurale del territorio, con una particolare attenzione verso gli aspetti ambientali. Il target dei fruitori rappresentato da giovani (2240 anni) e da anziani interessati a farsi guidare alla scoperta delle bellezze naturali e delle risorse rurali presenti lungo gli itinerari proposti. Una particolare attenzione viene rivolta alla scoperta dellartigianato locale (lavorazione dei formaggi, cesteria, ecc.), delle tradizioni popolari e alla redazione di materiale illustrativo che serva da guida alla conoscenza della realt locale. In particolare in fase di realizzazione una pubblicazione relativa allarea compresa nei monti Aurunci. Liniziativa, essendo nata da poco (febbraio 2002) ancora in una fase di rodaggio, ma prevede la creazione di pacchetti tematici da offrire a quanto sono interessati a questo tipo di proposta. Gi ora sono comunque in atto collaborazioni con altri soggetti presenti sul territorio (comuni, ristoratori, aziende che operano nel settore dei prodotti tipici, ecc.). Di notevole interesse sono le sinergie possibili con altri operatori del rurale e in particolare con lofferta di ospitalit agrituristica o presso strutture alberghiere di piccola dimensione.

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scheda n. 4 provincia: denominazione: dati identificativi: settore di appartenenza: natura giuridica Rieti Convento SantAndrea via dei Cappuccini 02042, Collevecchio casa per ferie Piccola cooperativa femminile

sinergie presenti con altri Utilizzo di prodotti tipici locali, partecipazione a sagre e feste popolari, settori collegati con il educazione al turismo responsabile turismo rurale: Ex convento francescano, restaurato e riconvertito in alloggio e ristorante. La struttura, pur contando su una certa superficie di terreno coltivato a vite e olivo (2 ha) non ha potuto ricevere la qualifica di agriturismo per la ridotta rilevanza dellattivit agricola rispetto a quella turistica (14 camere a 2-4 posti letto). Dal 2000 gestito da una piccola cooperativa femminile del luogo e offre soggiorni a gruppi e famiglie. E utilizzato anche per incontri/convegni per associazioni impegnate nel sociale e nel settore del turismo responsabile. Lorganizzazione degli alloggi, larredamento e il tipo di cucina proposto sono in linea con una filosofia di semplicit che si rif allorigine francescana del luogo e prevede lutilizzo di prodotti locali e di ricette contadine. Dopo una prima fase di avvio in cui il taget stato caratterizzato quasi esclusivamente da gruppi organizzati, si andato man mano rivolgendo verso unutenza familiare interessata a un tipo di vacanza dai forti contenuti rurali e ambientali. Le tariffe sono medie (la pensione completa si aggira sui 50 /giorno) e laffluenza buona, anche perch si tratta di una delle poche strutture ricettive presenti in zona. Sono attive collaborazioni e contatti con aziende agricole della zona e in particolare con una struttura che offre la possibilit agli ospiti di praticare equitazione rurale. Linteresse delliniziativa riguarda due aspetti. Uno di tipo architettonico artistico, in quanto la nascita della struttura stata loccasione per un pieno recupero di un fabbricato destinato al degrado. Laltro riguarda il coinvolgimento di personale locale nella gestione dellospitalit, con conseguente creazione di nuovi posti di lavoro.

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scheda n. 5 provincia: denominazione: dati identificativi: settore di appartenenza: natura giuridica: Frosinone La voce del vento via Casali 2 - 03020 Pastena Bed & Breakfast ditta individuale

sinergie presenti con altri Utilizzo di prodotti tipici locali, orientamento dei clienti verso ristoranti settori collegati con il locali, conoscenza del territorio turismo rurale: E un esempio di come, allinterno della proposta di ospitalit caratteristica dei B&B, si possano ritrovare strutture molto ben inserite nel contesto rurale che fanno, dello stretto collegamento con il territorio, il loro punto di forza. E il caso de La voce del vento. Tre camere con bagno e servizio di prima colazione ubicate fuori dal paese utilizzando una vecchia struttura ristrutturata (abitazione rurale e stalla). La scelta dei materiali (pavimenti in cotto, presenza di pareti a pietra viva in tutte le stanze, tipo di arredamento utilizzato) e le dotazioni esterne ( porticato, campo da bocce, i campi coltivati circostanti) individuano un tipo di target di appassionati del soggiorno in campagna. Anche la prima colazione offerta in linea con la scelta rurale e utilizza prodotti locali tradizionali. Gestita da un imprenditore che gi operava da tempo nel settore turistico, la struttura si rivolge principalmente al mercato estero ed presente su numerosi cataloghi internazionali, oltre che sul web. I prezzi sono alti (dai 65 agli 80 Euro per stanza singola/giorno) e ci per una scelta strategica di selezione della clientela. Le proposte per il tempo libero privilegiano soprattutto la fruizione delle risorse artistiche della zona (abbazie di Cassino, Casamari, Trisulti, ecc.) e di quelle ambientali. Esiste un buon collegamento con le attivit di ristorazione (i turisti vengono indirizzati verso ristoranti del luogo specializzati nella cucina tipica regionale). Si tratta in definitiva di un interessante esempio di B&B che ha scelto di utilizzare i connotati rurali per qualificare la sua offerta e che opera in buona sinergia con le risorse locali collegate alla fruizione del territorio (prodotti, ambiente, arte, ecc.).

103

Allegato 3
I comuni rurali del Lazio e le loro caratteristiche in funzione del turismo rurale CODICI comuni rurali comuni urbani o intermedi A - tipologia delle vocazione agricola 1 pi favorevole 2 meno favorevole B- lofferta turistica: (alloggi e ristorazione) 1 - alta 2 - media 3 bassa C - La valenza territoriale: la presenza di iniziative (sagre), elementi territoriali favorevoli (musei etnografici, aree protette, patrimonio artistico) e prodotti (artigianato, prodotti tradizionali, vini Doc e Igt, prodotti Dop e Igp) 1 - alta 2 - media 3 bassa D: lintegrazione tra offerta turistica e iniziative, elementi territoriali favorevoli, prodotti 1 - molto buona 2 - buona 3 - discreta 4 - sufficiente 5 - scarsa

104

105

Provincia

Comune

A
vocazione agricola

B offerta turistica

C valenza territoriale

D lintegrazione

FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR

Acquafondata Acuto Alatri Alvito Amaseno Anagni Aquino Arce Arnara Arpino Atina Ausonia Belmonte castello Boville ernica Broccostella Campoli appennino Casalattico Casalvieri Cassino Castelliri Castelnuovo parano Castrocielo Castro dei volsci Ceccano Ceprano Cervaro Colfelice Collepardo Colle san magno Coreno ausonio Esperia

1 1 2 2 2 2 2 2 1 2 2 2 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 1 1

1 1 1 2 3 1 2 2 3 1 1 3 3 3 2 3 3 3 3 3 2 2 2 1 3 3 1

3 3 1 2 3 1 2 2 3 1 2 1 3 2 3 2 3 3 3 3 3 3 2 2 3 1 2

3 3 1 3 5 1 3 3 5 1 2 3 5 4 4 4 5 5 5 5 4 4 3 2 5 3 2

106

Comune Provincia FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR
Falvaterra Ferentino Filettino Fiuggi Fontana liri Fontechiari Frosinone Fumone Gallinaro Giuliano di roma Guarcino Isola del liri Monte san giovanni campano Morolo Paliano Pastena Patrica Pescosolido Picinisco Pico Piedimonte san germano Piglio Pignataro interamna Pofi Pontecorvo Posta fibreno Ripi Rocca d'arce Roccasecca San biagio saracinisco San donato val di comino

A
vocazione agricola

B offerta turistica

C valenza territoriale

D lintegrazione

2 1 2 2 2 2 1 1 1 2 1 2 2 1 2 1 2 2 2 2 2 1 1 1 2 1 1

1 1 1 3 3 2 1 3 1 2 2 1 2 2 2 1 2 2 3 2 2 2 2 3 2 3 1

1 3 1 3 3 2 3 3 2 3 2 3 2 2 3 2 2 2 3 2 1 2 3 3 2 2 1

1 3 1 5 5 3 3 5 2 4 3 3 3 3 4 2 3 3 5 3 2 3 4 5 3 4 1

107

Provincia

Comune

A
vocazione agricola

B offerta turistica

C valenza territoriale

D lintegrazione

FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR

San giorgio a liri San giovanni incarico Sant'ambrogio sul garigliano Sant'andrea del garigliano Sant'apollinare Sant'elia fiumerapido Santopadre San vittore del lazio Serrone Settefrati Sgurgola Sora Strangolagalli Supino Terelle Torre cajetani Torrice Trevi nel lazio Trivigliano Vallecorsa Vallemaio Vallerotonda Veroli Vicalvi Vico nel lazio Villa latina Villa santa lucia Villa santo stefano Viticuso

2 2 1 2 2 2 2 1 2 1 1 2 1 1 2 1 1 2 2 1 1 2 2 1 2 1

2 3 3 3 2 3 2 2 1 1 3 3 1 3 2 3 1 3 3 2 1 3 3 2 3 2

3 3 3 3 3 2 3 3 3 1 2 3 2 3 3 3 3 3 3 2 1 3 2 2 3 3

4 5 5 5 4 4 4 4 3 1 4 5 2 5 4 5 3 5 5 3 1 5 4 3 5 4

108

Provincia

Comune

A
vocazione agricola

B offerta turistica

C valenza territoriale

D lintegrazione

LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT

Aprilia Bassiano Campodimele Castelforte Cisterna di latina Cori Fondi Formia Gaeta Itri Latina Lenola Maenza Minturno Monte san biagio Norma Pontinia Ponza Priverno Prossedi Roccagorga Rocca massima Roccasecca dei volsci Sabaudia San felice circeo Santi cosma e damiano Sermoneta Sezze Sonnino Sperlonga Spigno saturnia

1 2 1 1 1

2 1 2 1 1

2 2 1 1 1

3 2 2 1 1

1 2 2 1 2 2 2 1 1 1 1 2 2 1 1

2 2 2 2 1 1 1 3 3 3 1 2 1 1 2

1 1 1 2 1 1 2 1 2 2 1 3 1 1 1

2 2 2 3 1 1 2 3 4 4 1 4 1 1 2

109

Provincia

Comune

A
vocazione agricola

B offerta turistica

C valenza territoriale

D lintegrazione

LT LT

Terracina Ventotene

1 2

1 1

1 3

1 3

RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI

Accumoli Amatrice Antrodoco Ascrea Belmonte in sabina Borbona Borgorose Borgo velino Cantalice Cantalupo in sabina Casaprota Casperia Castel di tora Castelnuovo di farfa Castel sant'angelo Cittaducale Cittareale Collalto sabino Colle di tora Collegiove Collevecchio Colli sul velino Concerviano Configni Contigliano Cottanello Fara in sabina

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 2 1 1 2

1 1 3 1 3 1 3 2 2 2 2 1 2 1 1 1 2 3 2 1 3 3 2 1 3 1

1 1 1 2 3 2 2 1 2 1 1 2 1 2 1 2 2 2 2 1 2 2 2 2 1 1

1 1 3 2 5 2 4 2 3 2 2 2 2 2 1 2 3 4 3 1 4 4 3 2 3 1

110

Provincia

Comune

A
vocazione agricola

B offerta turistica

C valenza territoriale

D lintegrazione

RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI

Fiamignano Forano Frasso sabino Greccio Labro Leonessa Longone sabino Magliano sabina Marcetelli Micigliano Mompeo Montasola Montebuono Monteleone sabino Montenero sabino Monte san giovanni in sabina Montopoli di sabina Morro reatino Nespolo Orvinio Paganico Pescorocchiano Petrella salto Poggio bustone Poggio catino Poggio mirteto Poggio moiano Poggio nativo Poggio san lorenzo Posta Pozzaglia sabino

1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 1 1 1 1 1

3 2 3 1 1 1 2 1 3 1 3 2 3 2 2 2 1 1 3 2 2 2 1 1 2 1 1 2 2 2 3

1 2 2 2 2 1 2 1 1 1 2 2 2 2 2 2 1 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 2 2 2 2

3 3 4 2 2 1 3 1 3 1 4 3 4 3 3 3 1 2 4 3 3 3 1 1 2 1 1 3 3 3 4

111

Provincia

Comune

A
vocazione agricola

B offerta turistica

C valenza territoriale

D lintegrazione

RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI

Rieti Rivodutri Roccantica Rocca sinibalda Salisano Scandriglia Selci Stimigliano Tarano Toffia Torricella in sabina Torri in sabina Turania Vacone Varco sabino

1 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1

1 1 3 2 2 1 3 2 3 2 2 2 2 1

1 1 2 2 1 1 2 2 1 1 2 2 2 2

1 1 4 3 2 1 4 3 3 2 3 3 3 2

RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM

Affile Agosta Albano laziale Allumiere Anguillara sabazia Anticoli corrado Anzio Arcinazzo romano Ariccia Arsoli Artena Bellegra Bracciano Camerata nuova

2 2 1 1 1 1 1 2 2 2 1

3 2 2 1 3 3 2 2 2 1 3

3 3 2 2 3 3 3 3 3 2 2

5 4 3 2 5 5 4 4 4 2 4

112

Provincia

Comune

A
vocazione agricola

B offerta turistica

C valenza territoriale

D lintegrazione

RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM

Campagnano di roma Canale monterano Canterano Capena Capranica prenestina Carpineto romano Casape Castel gandolfo Castel madama Castelnuovo di porto Castel san pietro romano Cave Cerreto laziale Cervara di roma Cerveteri Ciciliano Cineto romano Civitavecchia Civitella san paolo Colleferro Colonna Fiano romano Filacciano Formello Frascati Gallicano nel lazio Gavignano Genazzano Genzano di roma Gerano Gorga

2 2 1 2 1 1 1 2 2 2 1 2 1 1 2 2 1 1 1 2 2 2 2 1 2 2 1

1 2 2 2 2 2 3 1 2 1 2 2 3 2 1 2 2 3 2 1 3 2 2 2 2 3 3

2 2 3 3 3 2 3 1 3 2 2 2 2 3 1 3 2 3 3 2 3 2 3 3 2 3 3

2 3 4 4 4 3 5 1 4 2 3 3 4 4 1 4 3 5 4 2 5 3 4 4 3 5 5

113

Provincia

Comune

A
vocazione agricola

B offerta turistica

C valenza territoriale

D lintegrazione

RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM

Grottaferrata Guidonia montecelio Jenne Labico Lanuvio Licenza Magliano romano Mandela Manziana Marano equo Marcellina Marino Mazzano romano Mentana Montecompatri Monteflavio Montelanico Montelibretti Monte porzio catone Monterotondo Montorio romano Moricone Morlupo Nazzano Nemi Nerola Nettuno Olevano romano Palestrina Palombara sabina Percile

1 2 2 1 1 2 2 2 1 2 2 1 1 1 2 1 1 2 2 1 1 1 2 1 1

3 2 2 1 3 3 2 3 3 2 1 3 2 3 1 2 2 2 2 1 1 2 1 2 3

2 3 2 2 2 3 2 3 1 3 2 2 2 3 1 2 2 2 2 2 2 3 1 2 2

4 4 3 2 4 5 3 5 3 4 2 4 3 5 1 3 3 3 3 2 2 4 1 3 4

114

Provincia

Comune

A
vocazione agricola

B offerta turistica

C valenza territoriale

D lintegrazione

RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM

Pisoniano Poli Pomezia Ponzano romano Riano Rignano flaminio Riofreddo Rocca canterano Rocca di cave Rocca di papa Roccagiovine Rocca priora Rocca santo stefano Roiate Roma Roviano Sacrofano Sambuci San gregorio da sassola San polo dei cavalieri Santa marinella Sant'angelo romano Sant'oreste San vito romano Saracinesco Segni Subiaco Tivoli Tolfa Torrita tiberina Trevignano romano

1 1 1 2 2 1 1 1 2 1 2 2 1 2 2 1 1 1 1 2 2 1 2 2 1 1 2

3 2 3 2 2 2 3 3 1 2 1 3 2 2 1 3 3 2 2 3 1 3 1 1 2 3 1

2 3 3 2 3 2 3 3 2 2 2 3 3 2 2 3 3 2 2 2 3 3 2 1 2 2 2

4 4 5 3 4 3 5 5 2 3 2 5 4 3 2 5 5 3 3 4 3 5 2 1 3 4 2

115

Provincia

Comune

A
vocazione agricola

B offerta turistica

C valenza territoriale

D lintegrazione

RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM

Vallepietra Vallinfreda Valmontone Velletri Vicovaro Vivaro romano Zagarolo Lariano Ladispoli Ardea Ciampino San cesareo Fiumicino

1 1 2 2 2 1 1 2

3 3 2 1 2 3 1 2

3 3 3 1 2 3 2 2

5 5 4 1 3 5 2 3

VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT

Acquapendente Arlena di castro Bagnoregio Barbarano romano Bassano romano Bassano in teverina Blera Bolsena Bomarzo Calcata Canepina Canino Capodimonte Capranica Caprarola Carbognano

1 1 1 1 1 1 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1

1 3 1 3 2 2 2 1 1 3 2 2 1 2 1 3

1 2 1 2 2 2 2 1 2 2 1 1 2 2 1 3

1 4 1 4 3 3 3 1 2 4 2 2 2 3 1 5

116

Provincia

Comune

A
vocazione agricola

B offerta turistica

C valenza territoriale

D lintegrazione

VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT

Castel sant'elia Castiglione in teverina Celleno Cellere Civita castellana Civitella d'agliano Corchiano Fabrica di roma Faleria Farnese Gallese Gradoli Graffignano Grotte di castro Ischia di castro Latera Lubriano Marta Montalto di castro Montefiascone Monte romano Monterosi Nepi Onano Oriolo romano Orte Piansano Proceno Ronciglione Villa san giovanni in tuscia San lorenzo nuovo

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 1 2 1 2 1 2 1 2 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1

2 2 1 3 1 1 2 1 2 1 2 2 3 2 1 2 2 2 1 1 2 2 1 3 3 1 3 1 1 3 1

3 2 3 2 1 3 2 2 3 1 1 2 2 2 2 1 2 1 1 1 2 3 2 2 2 2 3 2 2 2 2

4 3 3 4 1 3 3 2 4 1 2 3 4 3 2 2 3 2 1 1 3 4 2 4 4 2 5 2 2 4 2

117

Provincia

Comune

A
vocazione agricola

B offerta turistica

C valenza territoriale

D lintegrazione

VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT

Soriano nel cimino Sutri Tarquinia Tessennano Tuscania Valentano Vallerano Vasanello Vejano Vetralla Vignanello Viterbo Vitorchiano

1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 2

1 1 1 3 1 2 2 3 3 1 3 1

1 1 1 2 1 2 2 2 2 1 2 3

1 1 1 4 1 3 3 4 4 1 4 3

118

Allegato 4
I comuni rurali del Lazio Offerta di alloggio, ristorazione, sagre e feste, prodotti tipici

Si riportano in questo allegato alcuni valori assoluti ritenuti particolarmente significativi, utilizzati allinterno della ricerca al fine di quantificare limportanza dei singoli comuni ai fini del turismo rurale.

comuni rurali comuni urbani o intermedi

note:
1. I dati relativi ai posti letto extralberghieri non comprendono i valori relativi a campeggi e villaggi turistici (di cui si invece tenuto conto nella ricerca) in quanto tale dato - data la dimensione notevole di questi esercizi - avrebbe di fatto annullato la possibilit di effettuare confronti significativi tra i diversi comuni. 2. Il numero relativo agli esercizi di ristorazione comprende anche i ristori agrituristici che offrono la possibilt di consumare pasti, ma non servizio di alloggio. 3. I valori che fanno riferimento ai prodotti tipici comprendono prodotti tradizionali, vini DOC e IGT, prodotti DOP e IGP. 4. Vengono riportati i dati relativi ai soli comuni rurali.

119

120

Provincia

Comune

posti/letto alberghi

posti/letto numero esercizi esercizi di extra ristorazio albergh. ne

numero sagre e feste

numero prodotti tipici

FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR

Acquafondata Acuto Alatri Alvito Amaseno Anagni Aquino Arce Arnara Arpino Atina Ausonia Belmonte castello Boville ernica Broccostella Campoli appennino Casalattico Casalvieri Cassino Castelliri Castelnuovo parano Castrocielo Castro dei volsci Ceccano Ceprano Cervaro Colfelice Collepardo Colle san magno Coreno ausonio Esperia

44 67 42 25 419 38 122 120 22 25 147 -

12 2 16 19 8 78 6 20 2 6 13 56 -

2 6 23 4 8 30 3 9 3 19 16 4 1 7 5 5 1 1 2 2 7 11 15 6 2 5 1

3 4 8 6 5 5 6 5 10 3 5 5 11 4 5 6 2 4 1 3 3 3 3 9

8 9 9 12 11 9 7 7 7 7 10 20 8 7 9 9 8 9 7 7 8 10 8 8 7 7 7

121

Provincia

Comune

posti/letto posti/letto numero alberghi esercizi esercizi di extra ristorazio albergh. ne

numero sagre e feste

numero prodotti tipici

FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR

Falvaterra Ferentino Filettino Fiuggi Fontana liri Fontechiari Frosinone Fumone Gallinaro Giuliano di roma Guarcino Isola del liri Monte S. Giovanni C Morolo Paliano Pastena Patrica Pescosolido Picinisco Pico Piedimonte S. G. Piglio Pignataro interamna Pofi Pontecorvo Posta fibreno Ripi Rocca d'arce Roccasecca San biagio Sar. San donato val di C.

369 72 10.683 10 72 200 43 20 40 18 76 42 32 42 75

14 509 4 46 12 17 2 11 6 24 21 104

20 11 32 1 2 13 9 2 10 18 5 12 6 8 3 3 2 6 2 4 8 9 9 1 4 3 7

9 3 2 3 7 2 6 4 4 1 5 6 1 1 6 8 7 4 3 3 4 4

9 8 8 7 8 8 9 18 10 7 18 11 19 17 8 10 20 8 7 8 22 8 7 7 9 7 9

122

Provincia

Comune

posti/letto posti/letto numero alberghi esercizi esercizi di extra ristorazio albergh. ne

numero sagre e feste

numero prodotti tipici

FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR FR

San giorgio a liri San giovanni incar. Sant'ambrogio sul G Sant'andrea del G. Sant'apollinare Sant'elia fiumerap. Santopadre San vittore del lazio Serrone Settefrati Sgurgola Sora Strangolagalli Supino Terelle Torre cajetani Torrice Trevi nel lazio Trivigliano Vallecorsa Vallemaio Vallerotonda Veroli Vicalvi Vico nel lazio Villa latina Villa santa lucia Villa santo stefano Viticuso

12 81 64 88 60 32 303 18 302 13

120 12 83 -

4 2 1 1 9 2 7 10 2 3 2 7 1 2 4 11 2 1 5 22 1 4 4 1 2

6 3 6 4 4 1 5 3 2 3 3 4 8 7 3 1

7 9 8 8 7 8 7 7 8 10 19 7 17 7 7 7 7 7 8 8 7 8 9 10 10 8

123

Provincia

Comune

posti/letto posti/letto numero alberghi esercizi esercizi di extra ristorazio albergh. ne

numero sagre e feste

numero prodotti tipici

LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT LT

Aprilia Bassiano Campodimele Castelforte Cisterna di latina Cori Fondi Formia Gaeta Itri Latina Lenola Maenza Minturno Monte san biagio Norma Pontinia Ponza Priverno Prossedi Roccagorga Rocca massima Roccasecca dei vol. Sabaudia San felice circeo S. cosma e damia. Sermoneta Sezze Sonnino Sperlonga Spigno saturnia

13 583 89 39 192

60 24

7 3 22 14 40

6 11 6 11 3

24 16 20 26 29

47 55 71 44 581 39 86 750 30 22 26 10

12 12 8 107 2 26 12 55 39 2

4 8 3 10 27 20 3 4 2 6 55 5 29 26 3

9 3 8 1 7 14 6 7 5 6 3 5 4 4 9

34 28 24 17 10 32 26 26 22 14 16 11 32 43 26

124

Provincia

Comune

posti/letto posti/letto numero alberghi esercizi esercizi di extra ristorazio albergh. ne

numero sagre e feste

numero prodotti tipici

LT LT

Terracina Ventotene

1.396 134

396 15

77 8

6 1

18 11

RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI

Accumoli Amatrice Antrodoco Ascrea Belmonte in sabina Borbona Borgorose Borgo velino Cantalice Cantalupo in sabina Casaprota Casperia Castel di tora Castelnuovo di farfa Castel sant'angelo Cittaducale Cittareale Collalto sabino Colle di tora Collegiove Collevecchio Colli sul velino Concerviano Configni Contigliano Cottanello Fara in sabina

38 154 33 56 19 15 148 112 70 16 76 32 35 -

43 57 6 2 47 11 57 16 4 44 8 77 23 111

2 17 5 4 2 4 2 3 3 2 3 3 5 7 3 3 3 2 5 3 5 3 13

6 6 12 4 2 1 6 1 7 3 4 5 6 7 4 2 6 7 1 3 6 11 3

29 30 35 24 24 27 32 24 41 40 40 24 41 32 34 24 24 25 24 41 24 39 40 27 40 41

125

Provincia

Comune

posti/letto posti/letto numero alberghi esercizi esercizi di extra ristorazio albergh. ne

numero sagre e feste

numero prodotti tipici

RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI

Fiamignano Forano Frasso sabino Greccio Labro Leonessa Longone sabino Magliano sabina Marcetelli Micigliano Mompeo Montasola Montebuono Monteleone sabino Montenero sabino M. S. giovanni in S. Montopoli di sabina Morro reatino Nespolo Orvinio Paganico Pescorocchiano Petrella salto Poggio bustone Poggio catino Poggio mirteto Poggio moiano Poggio nativo Poggio san lorenzo Posta Pozzaglia sabino

23 43 24 474 142 56 15 6 12 34 60 30 45 94 14 24 -

16 112 6 138 12 103 18 16 22 16 18 89 20 14 10 78 45 43 131 29 4 -

2 4 2 5 5 19 9 3 2 2 2 4 1 2 5 1 1 2 1 3 5 2 1 9 7 6 5 8 -

10 5 1 3 15 2 6 4 8 7 4 4 1 3 5 5 2 3 2 5 6 3 8 3 2 1 5

42 42 40 24 27 29 24 42 41 24 39 39 38 40 40 24 39 27 24 25 24 42 42 25 41 41 43 39 40 28 24

126

Provincia

Comune

posti/letto posti/letto numero alberghi esercizi esercizi di extra ristorazio albergh. ne

numero sagre e feste

numero prodotti tipici

RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI RI

Rieti Rivodutri Roccantica Rocca sinibalda Salisano Scandriglia Selci Stimigliano Tarano Toffia Torricella in sabina Torri in sabina Turania Vacone Varco sabino

44 17 23 -

29 41 6 44 33 27 5 30 10 8 20 58

4 2 3 1 5 3 3 2 8 3 1 2 2

3 6 3 6 4 9 4 5 7 9 4 4 -

26 40 24 40 41 40 40 41 40 40 39 24 39 40

RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM

Affile Agosta Albano laziale Allumiere Anguillara sabazia Anticoli corrado Anzio Arcinazzo romano Ariccia Arsoli Artena Bellegra Bracciano Camerata nuova

21 54 344 24 18 253 -

11 12 19 29 -

2 2 15 39 3 6 3 8 5 44 1

3 5 8 7 2 4 8 5 4 9 9

11 11 15 12 10 11 11 11 10 12 11

127

Provincia

Comune

posti/letto posti/letto numero alberghi esercizi esercizi di extra ristorazio albergh. ne

numero sagre e feste

numero prodotti tipici

RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM

Campagnano di R. Canale monterano Canterano Capena Capranica prenest. Carpineto romano Casape Castel gandolfo Castel madama Castelnuovo di porto Castel S. pietro rom Cave Cerreto laziale Cervara di roma Cerveteri Ciciliano Cineto romano Civitavecchia Civitella san paolo Colleferro Colonna Fiano romano Filacciano Formello Frascati Gallicano nel lazio Gavignano Genazzano Genzano di roma Gerano Gorga

97 22 72 24 230 17 25 39 24 877 23 98 -

47 42 16 18 18 5 8 29 16 8 6 49 15 3 40 19 10 8 -

13 4 1 19 2 3 39 10 15 5 6 1 64 2 2 1 7 18 1 14 4 5 9 1 1

5 5 1 7 9 8 3 3 7 7 5 6 10 3 11 4 11 6 5 6 6 5 2 4 8 3 -

12 11 10 11 10 21 11 17 11 11 12 12 10 11 15 11 10 12 12 11 10 11 12 11 12 11 21

128

Provincia

Comune

posti/letto posti/letto numero alberghi esercizi esercizi di extra ristorazio albergh. ne

numero sagre e feste

numero prodotti tipici

RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM

Grottaferrata Guidonia montecelio Jenne Labico Lanuvio Licenza Magliano romano Mandela Manziana Marano equo Marcellina Marino Mazzano romano Mentana Montecompatri Monteflavio Montelanico Montelibretti Monte porzio catone Monterotondo Montorio romano Moricone Morlupo Nazzano Nemi Nerola Nettuno Olevano romano Palestrina Palombara sabina Percile

48 79 268 310 56 102 150 17 210 -

14 6 7 6 345 4 66 22 19 6 4 6 5 51 12 -

1 8 15 5 2 2 8 1 7 4 31 1 3 5 24 4 8 13 4 21 2 9 29 10 -

6 2 2 4 4 3 5 2 7 3 5 1 5 6 5 5 3 2 2 3 10 4 6

10 10 17 11 10 10 12 11 20 10 17 21 21 21 16 22 22 11 10 13 20 12 11 20 11

129

Provincia

Comune

posti/letto posti/letto numero alberghi esercizi esercizi di extra ristorazio albergh. ne

numero sagre e feste

numero prodotti tipici

RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM

Pisoniano Poli Pomezia Ponzano romano Riano Rignano flaminio Riofreddo Rocca canterano Rocca di cave Rocca di papa Roccagiovine Rocca priora Rocca santo stefano Roiate Roma Roviano Sacrofano Sambuci San gregorio da sas. S. polo dei cavalieri Santa marinella Sant'angelo romano Sant'oreste San vito romano Saracinesco Segni Subiaco Tivoli Tolfa Torrita tiberina Trevignano romano

49 43 331 122 27 272 100 41 186 179 385 147

2 23 10 416 4 28 5 39 4 17 20 78 12 52

3 2 9 5 1 36 2 15 1 1 3 15 2 2 8 4 5 6 1 11 19 7 1 28

5 2 7 4 3 5 5 5 3 6 4 2 5 8 5 6 6 2 2 5 6 2 4 6 7 9 3

10 11 10 10 10 10 10 11 15 11 16 10 11 12 10 11 11 23 21 10 11 10 21 11 15 10 12

130

Provincia

Comune

posti/letto posti/letto numero alberghi esercizi esercizi di extra ristorazio albergh. ne

numero sagre e feste

numero prodotti tipici

RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM RM

Vallepietra Vallinfreda Valmontone Velletri Vicovaro Vivaro romano Zagarolo Lariano Ladispoli Ardea Ciampino San cesareo Fiumicino

63 211 115 52

10 157 25 20 9

3 1 16 69 11 15 16

3 6 8 9 8 3 4 2

11 10 10 16 12 10 13 18

68

29

14

11

VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT

Acquapendente Arlena di castro Bagnoregio Barbarano romano Bassano romano Bassano in teverina Blera Bolsena Bomarzo Calcata Canepina Canino Capodimonte Capranica Caprarola Carbognano

90 53 48 608 60 30 20 38 -

96 18 122 6 42 107 20 66 142 58 36 -

13 5 2 3 3 4 30 3 3 6 5 6 8 11 2

6 2 8 6 5 3 5 3 2 3 3 6 5 7 6 1

21 17 16 16 15 18 22 19 17 14 19 17 18 20 19 17

131

Provincia

Comune

posti/letto posti/letto numero alberghi esercizi esercizi di extra ristorazio albergh. ne

numero sagre e feste

numero prodotti tipici

VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT

Castel sant'elia Castiglione in tev. Celleno Cellere Civita castellana Civitella d'agliano Corchiano Fabrica di roma Faleria Farnese Gallese Gradoli Graffignano Grotte di castro Ischia di castro Latera Lubriano Marta Montalto di castro Montefiascone Monte romano Monterosi Nepi Onano Oriolo romano Orte Piansano Proceno Ronciglione Villa S. giovanni in T San lorenzo nuovo

15 151 48 170 34 424 330 24 67 440 146 32

21 8 55 51 107 6 10 6 81 39 4 65 20 10 12 120 165 4 14 81 30 101 68 6 18

2 2 2 1 23 4 5 7 3 6 1 5 2 5 3 2 15 23 28 3 4 10 1 18 1 1 16 1 9

5 6 2 6 10 3 10 9 10 5 6 8 4 8 3 13 1 13 4 4 10 9 2 4 2 2 3 6

14 16 16 16 15 17 18 18 14 17 17 20 17 20 17 17 16 17 22 18 22 15 14 18 16 16 15 16 20 16 20

132

Provincia

Comune

posti/letto posti/letto numero alberghi esercizi esercizi di extra ristorazio albergh. ne

numero sagre e feste

numero prodotti tipici

VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT

Soriano nel cimino Sutri Tarquinia Tessennano Tuscania Valentano Vallerano Vasanello Vejano Vetralla Vignanello Viterbo Vitorchiano

313 59 808 72 12 22 38 140

12 64 40 127 44 117 21

24 14 41 14 3 5 2 4 18 2 8

2 6 6 1 8 7 5 6 6 12 2 2

20 17 24 17 19 17 19 17 16 23 21 18

133

QUARTA DI COPERTINA

La quasi totalit dei flussi turistici della nostra regione si riversa su Roma. Il resto del Lazio, pur con qualche significativa eccezione, ha oggi una presenza turistica certamente sottodimensionata rispetto alle potenzialit che molte zone della regione hanno in termini di risorse artistiche, culturali, ambientali. In questa ricerca, le potenzialit dei vari territori della regione sono state messe in relazione con lofferta turistica attualmente esistente per individuare le zone di eccellenza e quelle con le migliori possibilit di sviluppo.

134

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