Sei sulla pagina 1di 6

Definiamo socialismo come quel sistema di coercizione istituzionale contro il libero esercizio della funzione imprenditoriale.

Coercizione intesa come violenza fisica o minaccia di violenza fisica, esercitata da un attore o gruppo di attori su un altro attore o un altro gruppo, di carattere sistematico od occasionale.
Democrazia viene dal greco: significa potere assoluto del popolo. Il potere assoluto concesso all'organo rappresentativo del popolo rientra nella nostra definizione di socialismo. Siamo purtroppo giunti a idolatrare la democrazia. Tramite di essa oramai si impongono le maggiori ingiustizie. Tanto la dittatura che la democrazia sono manifestazioni di aggressione sistematica ed istituzionale alla funzione imprenditoriale. L'azione imprenditoriale rivolta alla ricerca di un beneficio latente nel processo sociale. Nel cercare di conseguire quel beneficio essa opera un aggiustamento laddove c' mancanza di coordinazione tra gli agenti economici. Non solo, grazie allazione imprenditoriale tutti gli attori coinvolti nel processo di mercato traggono dallo stesso un beneficio. Nella prima parte del corso avevamo visto le i tre effetti generati dallazione imprenditoriale. Rivediamoli rapidamente: 1) Creazione di informazione. Laccendersi della lampadina, il rendersi conto di uno scoordinamento presente tra diversi attori economici, il capire un bisogno o una necessit e il cercare di soddisfarla. 2) Trasmissione di informazione, che si plasma nei prezzi di mercato. I prezzi sono la materia prima pi importante per l'imprenditore. I prezzi guidano le azioni future, trasmettono le informazioni di scarsit e di abbondanza dei beni economici. 3) Coordinazione o aggiustamento. Come conseguenza dell'azione imprenditoriale, le persone che operavano in maniera scoordinata apprendono, motu proprio, a disciplinare il proprio comportamento in funzione delle necessit degli altri. Questo ultimo effetto rende possibile il pacifico funzionamento della societ che si realizza in un continuo processo sociale di coordinazione. Per contrasto e opposizione, quando invece si impedisce con la forza, in misura pi o meno maggiore, il libero esercizio della funziona imprenditoriale, si finisce con il ridurre o bloccare del tutto la creazione di informazione, la trasmissione di informazione, e quindi la coordinazione! Questa lidea essenziale che sta dietro al teorema dell'impossibilit del socialismo. I socialisti non sono visionari che vogliono il caos, il disordine, i violenza. I socialisti pensano di poter coordinare dall'alto il processo sociale in maniera tale da migliorare la societ. Questo, come vedremo, non possibile. Si tratta di una presunzione generata da un gravissimo errore intellettuale che porta al conseguimento di effetti indesiderati totalmente opposti a quelli perseguiti. Ripetiamo, il socialismo tutta la coazione o aggressione sistematica di carattere istituzionale, che restringe il libero esercizio della funzione imprenditoriale, coazione esercitata da un organo direttivo che si incarica di stabilire le misure di coordinazione

necessarie da imporre ai partecipanti al processo sociale .


La domanda essenziale pertanto la seguente: possibile questo? E' possibile coordinare la societ tramite mandati coattivi? La risposta no! L'ideale socialista, ad es, impedisce alle persone di comprare e vendere liberalmente, sostiene che gli scambi vanno realizzati conformemente agli ordini ricevuti dall'alto. Al di l che lideale socialista sia di destra o di sinistra, esso rappresenta un errore intellettuale e scientifico! L'organo incaricato non ha l'informazione, la conoscenza di prima mano necessaria a emettere mandati con forza coordinatrice. Il risultato finale quello togliere progressivamente ogni libert e di creare il caos nella societ. Dimostriamo quindi in maniera scientifica limpossibilit di organizzare la societ dall'alto tramite mandati coattivi. Spieghiamo il concetto da due punti di vista differenti, quello di chi riceve l'ordine e quello di chi li impartisce. Il primo punto di vista lo possiamo analizzare sia con un argomento statico che con uno dinamico. Dal punto di vista statico: 1) largomento pi elementare e meno importante: ci riferiamo alla informazione che si trova in maniera dispersa tra tutti gli attori. Chi comanda non pu avere le informazioni disperse nelle teste di tutti noi. Il volume aggregato di informazione pratica talmente immenso che non si pu conoscere in maniera centralizzata. Con i computer possiamo anche ipotizzare per assurdo che si possa fare. Peraltro lo sviluppo dei computer, dell'informatica, anzi che risolvere il problema del pianificatore lo rende ancora pi difficile! Anni fa si diceva che grazie ai computer si sarebbe potuto risolvere il problema informativo dellorgano direttivo. Invece tutto il contrario. Nessun computer pu sostituire la funzione imprenditoriale. Pu solo gestire enormi volumi di dati in tempi sempre pi rapidi, dati formalizzati e articolati. Il computer, daltra parte, moltiplica le opportunit di creazione imprenditoriale che prima non si potevano neanche immaginare. Quel che fa il computer moltiplicare esponenzialmente la capacit di informazione creativa imprenditoriale. Internet ha acceso milioni di lampadine imprenditoriali! 2) C' quindi un secondo argomento che riguarda non il volume, ma il tipo, la classe di informazioni. Si tratta infatti di informazioni ben specifiche che sono soggettive, pratiche, disperse, NON articolabili. Esse non possono essere articolate formalmente. E informazione come quella a disposizione del ciclista che sa stare in equilibrio ma non quali leggi fisiche entrano in gioco. Si tratta di unabilit particolare, tacita, non formalizzabile. Se non si pu formalizzare ovviamente non trasmissibile al pianificatore. Abbiamo quindi altri due argomenti, di carattere dinamico. 3) La conoscenza o l'informazione che servirebbe non quella di ieri, ma quella di domani!! Conoscenza ancora non creata dagli imprenditori. Non si pu trasmettere una conoscenza che ancora non stata creata. L'informazione del pianificatore pertanto sempre obsoleta, e causa del

suo ritardo crea danni e scoordinazione nel processo sociale. 4) Ultimo quarto definitivo argomento: il paradosso del socialismo. L'esercizio della coazione sistematica, blocca la creazione di informazione, la trasmissione e l'aggiustamento. Se si impedisce con la forza la funzione imprenditoriale, si impediscono i tre effetti descritti. Non possibile scoprire l'informazione rilevante, che precisamente quella che necessita l'organo pianificatore per emanare i suoi ordini, proprio perch essa non viene pi generata. Questo il gran paradosso del socialismo: lo stesso sistema di ordini e mandati blocca il sorgere delle informazioni che servono a coordinare la societ in maniera ordinata, senza che essa cada nel caos. Tutto il buonismo socialista va bene, ma alla fine la domanda rilevante la seguente: sotto lideale socialista rimane libert per attuare in maniera pacifica e creare benessere, o il buonismo viene solo imposto con la forza e porta a conseguenze nefaste (che vedremo pi avanti)? La risposta ce labbiamo grazie allanalisi economica.

Ricapitoliamo. Dal punto di vista di chi riceve gli ordini, il socialismo un errore intellettuale per i quattro motivi:
1) per ragioni di volume. Non si pu assimilare il gran volume di informazione pratica; 2) per il carattere di intrasmissibilit della informazione rilevante; 3) perch non possibile trasmettere informazioni che ancora ancora sono state scoperte; 4) perch la coercizione stessa impedisce la scoperta e la creazione dellinformazione necessaria a coordinare la societ. Dal punto di vista di chi gli ordini li d possiamo dire che il problema del socialismo o dello statalismo non sta tanto nell'identit del pianificatore, sia esso lenin o hitler, zapatero o aznar, ma nella figura stessa del pianificatore che inevitabilmente trasforma la societ in un inferno.

Esiste quindi una impossibilit del socialismo anche dal punto di vista dell'organo direttivo: per quanto il pianificatore, o il gruppo di pianificatori, sia costituito dalla persona o dalle persone pi sagge, buone, e virtuose, egli o essi non potr(nno) mai essere ominisciente/i. Solo Dio potrebbe organizzare la societ. In termini umani, non c' alcun essere umano che possa risolvere il problema insormontabile che presenta lideale socialista.
Se partecipate al dibattito o alla lotta politica non fatevi mai l'illusione che la risoluzione dei problemi che affliggono leconomia e la societ dipendano da chi sta al governo. Un ministro piuttosto che un altro non pu che realizzare solo cambi piccoli, minori, a effetti pratici quasi irrilevanti. Quello che invece si deve cercare di ottenere un quadro di leggi in senso materiale che permettano la cooperazione pacifica e l'ordine spontaneo del mercato.

La situazione dei governanti curiosa. Essi sono fuori dal processo sociale. Non si rendono conto e non sono coscienti del loro grado di ignoranza, impossibile da risolvere, di conseguenza essi agiscono sempre secondo comportamenti irresponsabili, non si rendono conto cio dei danni e dei costi che il loro operato crea nella societ. Allo stesso tempo sono vittime anche di un terribile

paradosso, tanto pi cercano di migliorare le cose, tanto pi creano distorsioni e fanno ulteriori danni.

Conseguenze periferiche del socialismo


(si veda anche la mia conferenza sullanalisi critica del socialismo del 2009, nellanniversario della caduta del muro di berlino) La tragedia che il caos che sorge dallo statalismo, dagli interventi per conseguire i fini dellideale socialista, vengono utilizzati dagli stessi socialisti al potere per dare la colpa al mercato e per realizzare ancora pi regolamentazioni e forme di interventismo. Il processo pertanto cumulativo, gli errori si stratificano uno sull'altro, generando ancora pi caos, e portando a ulteriori interventi, mentre il pubblico come un gregge di pecore lascia fare, e lentamente si fa portare verso il totalitarismo, la situazione in cui la societ intera, in ogni suo aspetto, viene invasa dallintervento del governo. Le conseguenze nefaste del socialismo sono diverse. Oltre alla discoordinazione, il disordine e il conflitto sociale, la frustrazione, la violenza, la privazione delle libert etc etc, ne esistono altre ben argomentate nel mio libro (Socialismo, calcolo economico e funzione imprenditoriale). Vediamone velocemente alcune. Enorme danno alla cultura: l'innovazione culturale viene completamente bloccata dal socialismo. La cultura deve svilupparsi in un intorno di libert creativo! Cervantes e qualunque gran compositore del passato non aveva avuto bisogno di sovvenzioni. Le sovvenzioni alla cultura di oggi servono solo a distribuire i soldi agli amichetti (che fanno propaganda, ndt). Effetti perversi sull'ambiente. E proprio dove non c definizione e rispetto dei diritti di propriet che si creano i maggiori danni alla natura e allambiente. Nel socialismo, gli abiti di condotta anzi che essere pacifici (vendo meglio il mio prodotto se mi mostro gentile, buono, se dimostro di rispettare lambiente etc etc), diventano violenti, aggressivi. Il fine quello di ottenere il potere per imporre il nostro prodotto, qualunque esso sia, con la forza. Il socialismo corruzione e comporta corruzione! Se la nostra vita dipende da chi sta in alto, non ci deve sorprendere che si scateni una lotta di tutti contro tutti per influire su chi emette gli ordini. Anzi che dedicare i nostri sforzi per sviluppare la nostra creativit imprenditoriale, volta a soddisfare nella maniera migliore possibile le necessit e i bisogni degli altri, ci impegniamo invece nel processo corruttivo che cerca di influire su chi in grado di dare ordini e distribuire ricchezza. Leffetto corruttivo anche difensivo, innesca nella societ un metodo perverso di operare ed agire. La corruzione in URSS era spesso la soluzione al problema, non il problema. Il mercato nero, le tangenti servono infatti a sbloccare ad aggirare quello che gli ordini bloccano! Leconomia sommersa spesso una soluzione, anche se una soluzione perversa.

I funzionari e i burocrati che eseguono gli ordini si lamentano sempre di non avere sufficienti risorse, ne chiedono sempre di pi. Il loro obbiettivo quello di spendere sempre di pi e di distribuire sempre di pi nel loro intorno. Ci comporta inevitabilmente una inutile, sovra estensione megalomane degli organi burocratici. C poi la corruzione prodotta sul concetto di giustizia. Come si visto, si inventa la giustizia sociale, nellambito della quale si elimina la sicurezza giuridica e si realizzano i maggior danni e la maggior corruzione che si possa immaginare. Il socialismo per riassumere il vero oppio del popolo. Quando si entra nella spirale non se ne esce pi. Una volta concessi privilegi e sovvenzioni essi non si riescono pi a togliere. Nessuno si azzarda a togliere i privilegi concessi, si rischiano le rivolte, gli scioperi che bloccano il paese, si perdono le elezioni. Non la religione ad costituire l'oppio del popolo, ma il socialismo, lo statalismo.

Il socialismo come tutte le droghe, produce dipendenza, rigidit, richiede dosi sempre maggiori di coercizione, il suo avanzare rende sempre pi difficile un ritorno a comportamenti sani e corretti. Vediamo bene il caso della Grecia: tutti in piazza a protestare contro la rimozione di privilegi impossibili da sostenere. Si scaricano le colpe su capri espiatori, gli speculatori, i tedeschi che vogliono imporre il loro modello.. etc etc
Il socialismo corrompe i principi morali e quei comportamenti che permettono un processo pacifico di cooperazione. Il socialismo tende in maniera inevitabile al totalitarismo. Pretende di controllare ogni ambito della nostra vita, cultura, religione. Il socialismo genera povert, rende impossibile lo sviluppo, le scoperte, le innovazioni. Quando i socialisti pretendono di disegnare e organizzare la societ come pi piace loro peccano di superbia intellettuale. Hayek la definisce la fatale arroganza.

Nota personale alla lezione.


Per quanto si tratti di una splendida lezione, sono un po deluso dallesclusivo riferimento al problema informativo (sollevato da Hayek) senza un chiaro riferimento al calcolo economico (sollevato da Mises), lasciato invece sottinteso ed implicito. Forse ci servito a rendere pi semplice la lezione. Il libro di Huerta peraltro si intitola proprio Socialismo, Calcolo Economico, e Funzione Imprenditoriale. Ricordo anche di come lo stesso sottolineasse in aula il rafforzamento reciproco dei diversi approcci, hayekiano e misesiano, conoscenza e calcolo economico, nella totale demolizione delle teorie socialiste. La sua sicuramente una meravigliosa sintesi dei due approcci, integrata con l'argomento della funzione imprenditoriale sviluppata dallo stesso Huerta de Soto. Tuttavia forse sarebbe stato necessario un riferimento pi chiaro anche al contributo misesiano. Rivedr il suo libro per integrare questa lezione con un riferimento pi chiaro al calcolo economico, da inserire nella eventuale versione cartacea del corso. Largomento del calcolo economico infatti ben distinto e differente, e secondo me anche molto pi potente dellargomento conoscitivo e informativo, come spiega lo stesso Rothbard in uno

splendido saggio del 1992 tradotto di recente da Piero Vernaglione sul suo sito www.rothbard.it e dal titolo: "La situazione attuale della teoria economica Austriaca". Riporto due paragrafi tratti dal paper di Rothbard che rendono giustizia al contributo di Mises: "Solo di recente, grazie ai contributi del professor Salerno, diventato chiaro il motivo per cui Mises aveva ragione, ed anche come il messaggio misesiano sia stato sistematicamente distorto, dagli anni Trenta fino agli anni recenti, da F.A. Hayek e dai suoi seguaci. Perch Hayek e gli hayekiani, ossessionati dal presunto problema della conoscenza, hanno sistematicamente distorto Mises, considerando soltanto che lUfficio del Piano socialista, confrontandosi con lincertezza di uneconomia dinamica, non dispone della conoscenza necessaria per pianificare la produzione e allocare le risorse di uneconomia socialista. Al contrario, leconomia di mercato, attraverso i segnali di prezzo, convoglia quella conoscenza necessaria ai vari partecipanti ad essa. Mises, pur non discutendo limportanza della conoscenza e la sua diffusione attraverso il sistema dei prezzi, si concentrava comunque su un aspetto totalmente diverso. Dal 1920 in poi egli ragion nel modo seguente: ipotizziamo la condizione migliore per il pianificatore. Ipotizziamo che, grazie a qualche processo magico, sia in grado di scoprire e conoscere completamente tutte le scale di valori dei consumatori, tutti i metodi tecnologici e compili un elenco di tutte le risorse. Supponiamo quindi, dice Mises, che noi garantiamo al pianificatore socialista la conoscenza totale di tutti questi dati. Egli ancora non potr calcolare, ancora non potr conoscere costi e prezzi, soprattutto della terra e dei beni capitali, e quindi non sar in grado di allocare le risorse in maniera razionale. Il vero problema del pianificatore, allora, la cosa pi importante a lui negata dallassenza del mercato, non la conoscenza, ma il calcolo economico"

Potrebbero piacerti anche