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Storia del diritto processuale e degli ordinamenti giudiziari

Prof. Paolo Alvazzi del Frate


Esposizione del 7/4/2009 - Francesca Pucci

Sistema delle Prove Legali VS Sistema del Libero Convincimento del Giudice

Tra il XVII e il XVIII si sviluppano tre importanti ideologie penalistiche:


1. Dottrina utilitaristica
2. Umanità della pena
3. Teoria proporzionalista (tra reato e pena)

Queste 3 ideologie si soffermano sui comportamenti meritevoli di sanzione e sulle pene e non invece sui
modi di accertamento delle fattispecie da sanzionare (vedi inquisizione penale).
Nel 1700 si sviluppano quindi 2 teorie specifiche:
a) Prova legale
b) Libero accertamento del giudice

a) La legge predetermina la forza probatoria di ogni tipo di prova, quindi il giudice è vincolato e ha poteri
limitati. Questa tipologia fu adottata dai sovrani contro le giurisdizioni che erano centri di potere (es.
feudale ed ecclesiastico).
b) Il giudice deve apprezzare liberamente le prove. Nel 1700 questa tipologia viene adottata dai sovrani
che confidavano nella capacità tecnica e nel disinteresse dei giudici come mezzo efficace del diritto
sostanziale penale.

Nel XVIII secolo c’è un’associazione tra l’ideologia dell’umanità della pena e la teoria del libero
convincimento del giudice: quest’ultima era contraria alla tortura come mezzo di inquisizione penale,
mentre nel sistema delle prove legali la prova di maggior valore era la confessione e si otteneva
solitamente con la tortura inquisitoria. Riducendo il valore delle prove legali si riduceva il ricorso alla
tortura. Fino agli ultimi anni del ‘700 prevale il sistema delle prove legali: dopo il 1764, con Beccaria,
inizia l’illuminismo penale.

Sistema delle PROVE LEGALI LIBERO CONVINCIMENTO del GIUDICE

(*) Nel XVI sec. i poteri statuali fissano regole e Attualmente nel nostro ordinamento le prove sono
istituti del processo inquisitorio romano-canonico; rimesse alla valutazione del giudice.
il modello inquisitorio viene quindi riconosciuto a
livello normativo ed è quest’ultima una importante <<Art. 116 C.P.C.: Il giudice deve valutare le prove
manifestazione della nascita dello stato assoluto. secondo il suo prudente apprezzamento, salvo
Tutto ciò ha due particolari conseguenze sulla che la legge disponga altrimenti
giustizia penale: (…).>>
1) Si accentua l’efficacia repressiva;
2) Si delimita il potere discrezionale del L’eccezione contemplata dalla parola
giudice. <<altrimenti>> risiede nelle regole di prova legale,
valide SOLO ED ESCLUVAMENTE nell’ambito del
Dal momento che la pre valutazione della prova processo civile.
legale è contenuta appunto nella legge, è Le prove legali impongono la verità legale della
opportuno analizzare alcune delle più importanti prova: esse sono, ad esempio:
regolamentazioni, a partire dal XV-XVI secolo, di 1) L’atto pubblico;
due modelli legislativi particolarmente significativi: 2) La confessione come dichiarazione di fatti
la Francia e la Germania. a se sfavorevoli e favorevoli all’altra parte
resa in un interrogatorio formale;
IL MODELLO FRANCESE 3) La scrittura privata;
1498: <<Ordonnance di Blois>> 4) Il giuramento.
Essa rappresenta la prima importante
regolamentazione delle forme inquisitorie in Il libero apprezzamento delle prove da parte del
Francia. Codifica il dualismo del rito ordinario e giudice è INVECE sistema OBBLIGATORIO nel
straordinario, stabilendo la disciplina di entrambi. processo penale, dove la garanzia contro il mero
Per quest’ultimo stabilisce precise regole riguardo arbitrio è l’obbligo di motivazione.
la segretezza e l’istituto della tortura, attuabile solo
secondo precise modalità e forme, grazie al quale <<Art. 192 C.P.P.: Il giudice valuta la prova dando
s’introduce la scrittura nel processo. conto nella motivazione dei risultati acquisiti e dei
<<Art.113: Le confessioni ottenute sono criteri adottati.
considerate valide solo se ripetute di fronte alla L'esistenza di un fatto non può essere desunta da
corte, senza alcuna costrizione e fuori dalla indizi a meno che questi siano gravi, precisi e
camera della tortura.>>; concordanti.
<<Art. 114: L’imputato che ricusi di confessare o di (…).>>
confermare la confessione non può essere
sottoposto nuovamente a tortura se non in
presenza di nuovi elementi indiziari.>>;
<<Art. 118: Qualora il rito straordinario non abbia
condotto a conclusioni apprezzabili, è possibile
proseguire e concludere il processo secondo le
forme ordinarie.>>

1539: <<Ordonnance di Villers-Cotterets>>


Essa conferma tendenzialmente l’assetto del
processo penale, già emerso a Blois, che rimarrà
pressoché immutato fino all’Ordonnance
Criminelle del 1670. Unica modifica rilevante al
procedimento è la divisione in due parti diseguali:
la fase istruttoria e la fase di giudizio. La prima
richiede il concorso sia di un procuratore pubblico
sia di un unico giudice d’istruzione, dotato di
larghissimi poteri discrezionali, che può avviare il
procedimento ex officio, ed esclude esplicitamente
la figura dell’avvocato difensore.
<<Art. 163: L’imputato ha diritto di proporre appello
alla competente corte sovrana contro il rinvio alla
tortura.>>;
<<Art. 164: L’imputato che sia riuscito a resistere
alla tortura e non abbia confessato ha diritto non
solo alla assoluzione ma anche alla “reparation de
la calumnieuse accusation”.>>

1670: <<Ordonnance Criminelle>>


Essa è un’importante iniziativa legislativa di Jean-
Baptiste Colbert sulla procedura penale che, sulla
base delle Ordonnance analizzate sinora, stabilì
un sistema intimidatorio basato sulla torura.

IL MODELLO TEDESCO
Sin dal XV sec. nei paesi tedeschi la presenza di
forme processuali inquisitorie è ormai indiscutibile.

1498: <<Wormser Reformation>>


Questa riforma, parte di una revisione più generale
del diritto, è una raccolta in sei libri, di cui l’ultimo
si occupa del diritto e della procedura penale.
Introduce limiti formali e garanzie, particolarmente
innovativi per il periodo, oltre ad un accurato
sistema di valutazione degli indizi necessari alla
tortura, distinguendo questi ultimi dagli indizi
necessari per la condanna.
Contrappone al rito ex officio la forma privata di
avvio del procedimento, che però risulta essere
troppo onerosa per la parte e rende comunque
preferibile il ricorso all’azione pubblica.

1499-1506: <<Ordinanze Criminali dell’Imperatore


Massimiliano I>>
Queste Ordnungen si discostano totalmente dalla
legislazione di Worms perché rappresentano una
manifestazione della prassi inquisitoria
indipendente dagli influssi romano-canonici.
Attribuiscono massima discrezionalità ai funzionari
pubblici e affidano un particolare ruolo, in materia
probatoria, agli scabini: questi <<assistono alla
torura e con la loro testimonianza sono in grado di
rendere irrevocabile e definitiva la confessione
così ottenuta.>>

1507: <<Constitutio Criminalis Bambergensis>>


Si propone come modello strutturale e sostanziale
per la Constitutio Carolina (1532) e per alcune
dichiarazioni di principio molto innovative per il
periodo, addirittura assimilabili alla filosofia
moderna del processo penale .
<<Art. 13: E’ meglio assolvere un colpevole che
condannare a morte un innocente.>>

1532: <<Constitutio Criminalis Carolina>>


Promulgata dall’imperatore Carlo V d’Asburgo,
rimarrà fin oltre il XVIII sec. la fonte principale di
diritto penale sostanziale e procedurale. Motivo
principale di questo successo legislativo è
l’inserzione nel testo della Carolina, a seguito di
forti obiezioni da parte delle autonomie locali, della
c.d. Clausola di salvaguardia: questa garantisce il
rispetto delle pratiche, delle regole e degli usi
locali. Questa clausola rende la Carolina una fonte
di diritto comune sussidiario, ma allo stesso tempo
un modello generale di procedura sempre e
comunque percorribile.
E’ più vicina al modello italiano nelle forme
inquisitorie come dimostra l’esplicito riferimento
alla difesa dell’imputato; elabora una puntigliosa
teoria degli indizi e costruisce un sistema di prove
legali. Impone la composizione collegiale nei casi
che comportino pena capitale: il giudice togato
dovrà quindi essere affiancato da un collegio di
scabini.
La scrittura ha una sua propria disciplina secondo
la quale il cancelliere verbalizza ogni atto del
processo e ogni verbale viene raccolto
nell’apposito “fascicolo processuale” che sarà
l’unica base sulla quale il giudice costruirà la
decisione finale.
Istituisce un catalogo di garanzie dal quale si
evince che la legislazione non si fida totalmente
della confessione sotto tortura (che è comunque al
vertice del sistema delle prove legali).
L’art. 20 vieta la torura in assenza di <indizi
sufficienti>;
L’art. 22 vieta espressamente di fondare la
condanna su presunzioni e prove indiziarie;
L’art. 24 fornisce un elenco non tassativo e
estensibile analogicamente di indizi necessari alla
tortura;
<<Artt. 54 e 55: Il giudice controlla i contenuti della
confessione in modo che l’autoincriminazione
abbia contenuti conclusivi>>;
L’art. 56 vieta al giudice di ricorrere a domande
suggestive;
L’art. 61 prescrive sanzioni per il giudice che abbia
inflitto tortura in violazione delle norme e, in tal
caso, riconosce all’imputato il diritto al
risarcimento.

(*) Per i riferimenti storici e legislativi della parte sul sistema delle prove legali si fa riferimento all’articolo
sul processo penale del prof. E.Dezza, “Legislazioni statali, processo penale e modulo inquisitorio
nell’Europa del XVI secolo” pubblicato sul blog Corsi di storia del diritto medievale e moderno.
http://www.dirittoestoria.it/3/Memorie/Organizzare-ordinamento/Dezza-Processo-penale-modulo-
inquisitorio.htm

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