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Raccolta mensile di Articoli ed Opinioni redatta in proprio dalla delegazione di Biella del Movimento Politico

LARALDO di Biella
ITALIA REALE - STELLA e CORONA
Coordinamento redazionale : alberto.conterio@hotmail.com

(Anno VIII - Numero 04.2013)


LARALDO di Biella, piccolo contributo periodico alla diffusione dellideale Monarchico, non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della Legge No. 62 del 07 marzo
2001. Esso quindi una appendice cartacea del Sito http://biellamonarchica.blogspot.com/ che viene aggiornato quale raccolta selezionata di articoli ed opinioni rintracciati liberamente su Internet per Voi ! LARALDO di Biella, riconoscendo nellUnit dei Monarchici un valore assoluto, fortemente auspicabile e necessario, aderisce al Progetto MONARCHICI IN RETE, facendo capo al portale Internet http://monarchicinrete.blogspot.com/

Aprile 2013

Sallusti giustiziato dai colleghi


Graziato dal Presidente Napolitano stato sospeso per tre mesi dall'Ordine dei giornalisti
di Vittorio Feltri 23 marzo 2013 Tanto per gradire, l'Ordine dei giornalisti (Consiglio regionale della Lombardia) ha inflitto in prima istanza al collega Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, una sanzione disciplinare: tre mesi di sospensione, cio tre mesi di disoccupazione, zero stipendio, neanche lo straccio di un assegnino sborsato dalla Cassa integrazione guadagni. Che cos'altro ha combinato il responsabile di questa testata per meritare la punizione? Un bel niente. Si tratta di uno strascico della nota vicenda di cui si occupato addirittura il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. _____________________________________________________________ Il lettore obietter: i magistrati non erano tenuti a sapere chi materialmente avesse steso l'articolo. E invece sarebbe stato facile verificarlo: bastava che telefonassero allo stesso Sallusti o a me, che a Libero non ero un ospite di passaggio. Non lo fecero. D'altronde erano e sono pieni di lavoro, mica si poteva pretendere che perdessero tempo in simili quisquilie. E cos la sentenza giunge in Cassazione. Il procuratore chiede il rifacimento del processo; la corte, invece, conferma: 14 mesi di galera. Il direttore deve scontarli: non esiste un ulteriore grado di giudizio oltre il terzo. Succede un finimondo. Ha voglia Sallusti di disperarsi e di protestare.

Dalla redazione de LARALDO di Biella

Una buona e serena Pasqua a tutti Voi


Il grido di dolore di Repubblica
Come si permette lUngheria di difendere la sovranit e lidentit cristiana? di Paolo Deotto 6 marzo 2013 Oltre un anno fa, nel gennaio 2012, scrivevamo su Riscossa Cristiana Dittatura europea: in Ungheria sono iniziate le manovre per eliminare un governo voluto dal popolo. Non ci voleva la sfera di cristallo, che non abbiamo, bastava il buon senso (e di quello ne conserviamo un po). In Ungheria le elezioni erano state vinte dal partito Fidesz, guidato da Viktor Orban, che, avendo conquistato una maggioranza parlamentare di oltre i 2/3, aveva avviato una riforma costituzionale. Tutto ci sarebbe, o dovrebbe essere, normalissimo: un partito, arrivato al potere con elezioni democratiche, decide, avendo sufficienti seggi per farlo, di scrivere una nuova costituzione. In ogni caso, e anche questa una considerazione normale, sono fatti interni allUngheria, nazione sovrana. puGi, ma il partito Fidesz di orientamento tradizionale e cristiano, e la nuova Costituzione ungherese consumava lorrendo crimine di dichiarare le radici cristiane della Nazione, fondata da Santo Stefano, e dettava altre norme generali conseguenti a questo riconoscimento, quali la difesa della vita, della famiglia (lunica che esista, non quelle previste dal carnevale permanente dellomosessualismo). Apriti Cielo! Grida dallarme da UE, manifestazioni di piazza, che come tutti sanno sono sempre spontanee, appoggiate dal governo del bombarolo di Washington e ovvia preoccupazione espressa anche dai nostri disciplinati mezzi di informazione, tra i quali ( Segue a Pagina 4 )

Politica interna - Pagina 6

Monarchici per il Campidoglio, Lavinia Massimo testimonial deccezione


LOpinione - Pagina 7

La Chiesa e il supermercato
Ambiente e salute - Pagina 7

Chi ha ucciso le rinnovabili?


DallEstero - Pagina 10

Grecia: il grande successo delleuro secondo gli eurocrati Conclave - Parlamento 1 a 0


di Massimo Gramellini 15 marzo 2013 Possibile che un centinaio di anziani preti abbiano intercettato in pochi giorni il desiderio di cambiamento che i politici italiani si rifiutano da anni di vedere? Da quando Papa Francesco apparso al balcone, con quella faccia da santo subito che i primi gesti si sono incaricati di confermare, le persone normali non smettono di porsi questa domanda. Chi crede nello Spirito Santo ha la risposta pronta. Gli altri arrancano, ma il buon senso giunge loro in soccorso. Suggerendo che ai cardinali giunti a Roma per lelezione del successore di Ratzinger sia bastato annusare laria di Curia per capire che con un altro pontefice intellettuale si sarebbe rischiato il tracollo. Sesso, soldi, segreti, ricatti, il Vaticano precipitato in un brutto romanzo di Dan

I lettori ricorderanno la porcata della condanna a 14 mesi di carcere rifilata a Sallusti per un articolo vergato da Renato Farina su Libero. Omesso controllo? Nossignori. Per omesso controllo non si va in galera, tutt'al pi si paga una multa. Si d il caso che il pezzo delittuoso fosse firmato con uno pseudonimo. Il tribunale si risparmi lo sforzo di accertare chi si nascondesse sotto tale pseudonimo e consider autore del corsivo il nostro Alessandro, che all'epoca dirigeva Libero, cosicch lo baston come se egli l'avesse scritto di suo pugno.

Vada dentro, punto e chiuso. Trascorre pi di un mese. Arriva il momento di blindare il condannato, che non vuole i domiciliari - questione di principio - ma la cella. Tiremmolla. Alla fine, si appalesano in redazione alcuni poliziotti, prelevano con garbata fermezza il direttore e lo conducono a casa, raccomandandogli: di qui non si muova neanche per scherzo. Lui, viceversa, davanti ai loro occhi, finge di uscire.

( Segue a Pagina 3 )

Brown. Per risollevare lumore dei fedeli e la reputazione della ditta non serviva tanto un cesellatore di encicliche, quanto un uomo di cuore. Meglio se provvisto di mano ferma e di una certa energia vitale, per non prendere troppi raffreddori in quelle stanze piene di spifferi. Tratteggiato lidentikit del momento, hanno individuato la persona giusta e lhanno votata. Tra alti e bassi, si comportano allo stesso modo da circa duemila anni: una delle ragioni della loro durata. E qui scatta il paragone deprimente. Perch mentre le cronache del Conclave raccontano di un Bergoglio che va a saldare il conto dellalbergo la mattina dopo essere diventato papa, quelle della politica insinuano una possibile candidatura alla presidenza del Senato della signora Finocchiaro, di cui solo gli estimatori strettissimi ricordano pensieri e parole, mentre alle folle furibonde che poi votano Grillo il suo nome riporta piuttosto alla mente una fotografia che la ritrae allIkea con la scorta intenta a trascinarle il carrello della spesa. Intendiamoci. Alzi la mano, o uno scaffale di truciolato, chi osa mettere in dubbio che Finocchiaro sia una persona meravigliosa e una politica eccellente. Per appartiene ad altra epoca storica. E non per et, ma per anzianit di servizio e di linguaggio: incomprensibile senza traduttore automatico. Possibile che, persino dopo la scoppola elettorale, fra i dirigenti di lungo corso di quel partito nemmeno uno sia stato attraversato dal sospetto che in tempi di sommossa sociale contro la Casta certi nomi abbiano sullo stomaco dei cittadini lo stesso effetto di una peperonata a colazione? Non che dalle parti del Pdl i cervelli sfrigolino meglio. Ieri il collegio cardinalizio della libert era riunito a conclave nella suite ospedaliera di Polifemo Berlusconi. Fra i porporati pi attivi si segnalava Cicchitto, lo stesso Cicchitto su cui gi quarantanni fa si espresse definitivamente Montanelli con uno dei suoi formidabili controcorrente: A chi ieri gli chiedeva perch avesse fondato una nuova corrente del Psi, lonorevole Cicchitto ha risposto: Devo pur vivere anchio. Non ne vediamo il motivo. Non serve possedere lintuito di un cardinale di Santa Romana Chiesa. Ai protagonisti della Seconda Repubblica al crepuscolo basterebbe un giro al mercato (senza scorta) per capire che il loro tempo in politica finito. Almeno per ora. I vecchi democristiani - cardinali in sedicesimo - sapevano quando era il momento di inabissarsi, di mandare avanti le seconde linee per poi ricomparire al successivo cambio di stagione. Oppure per dedicarsi ad altro, applicando su se stessi quel principio di riconversione esistenziale che oggi la politica auspica soltan-

to per i cassintegrati. Costretti, e con molti meno mezzi, a reinventarsi la vita a cinquantanni. Ma i nuovi notabili non hanno il fiuto dei cardinali n ludito dei democristiani. A furia di credere che la campana suoni sempre per qualcun altro, non si accorgono che suonata per loro. Tratto da : www.lastampa.it/

Societ e cultura
Mezza Italia vot il Re eppure la monarchia fu subito dimenticata
di Mario Cervi 17 marzo 2013 Forse non l'avete notato, ma in questi tempi di acceso e amaro dibattito sui destini d'Italia e sulle riforme istituzionali da adottare manca all'appello un tema che, stando alla storia patria, dovrebbe essere, se non dominante, almeno rilevante.

no una tifoseria pi numerosa o almeno pi chiassosa - nel nome di un meridionalismo spavaldo - di quella spettante ai Savoia. Queste considerazioni mi sono venute a mente perch il professor Aldo A. Mola, piemontese purosangue e sabaudo convinto, mi ha segnalato un anniversario di questi giorni. Trent'anni fa, il 18 marzo 1983, si spegneva a Ginevra Umberto II, ultimo re d'Italia. Per onorarne la memoria i fedeli del re e gli studiosi di quel tempo infuocato sono stati invitati ieri a un convegno nel santuario di Vicoforte nel cuneese. Bella e opportuna l'iniziativa. Quel sovrano malinconico che ha galleggiato sugli avvenimenti anzich determinarli, ma che ne fu ugualmente protagonista, merita l'attenzione degli storici. La merita per la sua tormentata biografia e anche per l'interrogativo cui ho pi sopra accennato, e che ripropongo. Come mai la mezza Italia monarchica si liquefatta? Mi azzardo grossolanamente a rispondere che la mezza Italia monarchica non era monarchica. O se aveva una monarchia nel cuore era quella di Franceschiello. Al Savoia andarono

quando le d'intralcio. Grillo a Roma, Umberto II a Vicoforte. Tratto da : www.ilgiornale.it/

Nota della Redazione


Larticolo proposto serve da riflessione per noi che, entusiasti del nuovo partito monarchico unitario Italia Reale, desideriamo aggiornarci ad ogni novit proposta sul tema, necessaria al rilancio dellideale monarchico nel nostro Paese. Non possiamo per non replicare al Sig. Mario Cervi, che in poche righe, oltre ad incensare la figura di Re Umberto come san fare tutti, perch ormai morto da trentanni e non pi pericoloso, riesce a dare un robusto schiaffo a casa Savoia, giudicata in sub-ordine alla Dinastia Borbonica, ai piemontesi o sabaudi dorigine, giudicati aggressori, assassini e a finire traditori della monarchia. Solita serie di luoghi comuni insomma, coronata da un finale a sorpresa, che mai ancora avevamo avuto il piacere di apprendere: la vecchia Democrazia Cristiana fu la sostituta della monarchia per i moderati italiani, facendo confusione tra epoche, necessit e situazioni politiche diverse e cronologicamente separate. Se il convegno di Vicoforte, organizzato dal Professore Aldo Mola, ha provocato in Mario Cervi, questi turbamenti mentali, siamo contenti di non aver partecipato allevento. Del resto, non dimentichiamolo, il Professor Aldo Mola, lunica persona in Italia che, come monarchico, ha tentato di mettere in dubbio (senza riuscirci peraltro) loperato e le ricerche storiche dellAvvocato Franco Malnati inerenti la truffa di matrice repubblicana al Referendum istituzionale del 2 giugno 1946. Non ci aveva provato ancora nessuno! ________________________________

Il tema della scelta tra monarchia e repubblica che dominante fu di sicuro 67 anni or sono, quando al popolo spett di decidere cosa volesse. Quasi la met dei votanti si pronunci per la monarchia. Di quell'imponente esercito elettorale oggi non rimane nulla. vero che la Costituzione italiana pretende l'irreversibilit della scelta repubblicana fatta il 2 giugno 1946. Ma le perennit delle leggi sono sempre provvisorie. Se davvero la corona avesse significato ancora qualcosa in questi ultimi decenni e significasse ancora qualcosa adesso ce ne saremmo accorti. Invece zero. Gli italiani disistimano la Repubblica, i suoi partiti, le sue leggi, ma se ambiscono al nuovo lo vedono nelle mattane del grillismo, non in un ritorno ai solidi valori tradizionali della monarchia. Semmai ci sono nostalgie per il fascismo, per il suo Dux. Il Rex rimane invece confinato nella Nomenklatura marittima. Non che manchino, nell'ambito storico e culturale, ricordi e rimpianti. Ma coinvolgono gruppi o gruppuscoli. A me pare che i Borbone di Napoli abbia-

massicciamente i voti meridionali, ossia delle regioni dove pi incalzanti sono adesso le polemiche contro i piemontesi oppressori e assassini, e dove l'amministrazione borbonica viene generosamente descritta come saggia e illuminata. I borbonici votarono per il sabaudo, e i sabaudi votarono in larga maggioranza per la repubblica. Gli che nel referendum la maggior parte dei voti monarchici non venne da fedeli del re o da estimatori dell'istituzione da lui impersonata. Venne dai moderati - sempre maggioritari in Italia, Grillo o non Grillo - che immaginavano con angoscia un domani affidato ai vocianti agitprop della sinistra. Poi, instaurata la repubblica e affidata a personaggi come Luigi Einaudi e Alcide De Gasperi, i moderati capirono in fretta che la Dc, non la monarchia, era la loro tutela. Da quel momento la fede monarchica fu da quasi tutti buttata alle ortiche. Ossia agli storici, il che fa lo stesso. La storia maestra di vita, ma la vita se ne infischia della storia,

E destabilizzante
Pell, che non voleva la rinuncia di Ratzinger Arcivescovo di Sydney, da sempre in lotta contro il liberalismo moderno di Matteo Matzuzzi 2 marzo 2013 I cardinali non sono esperti dei mezzi di comunicazione, e quindi meglio non commentare quello che dicono in interviste sulla stampa o in televisione. E questa la risposta ufficiale del Vaticano a chi chiedeva di commentare le dichiarazioni del cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney, che in un intervento allaustraliano Seven Network, mercoled scorso, aveva criticato la scelta di Benedetto XVI di rinunciare al ministero petrino. La scelta del Papa stata destabilizzante, ha detto Pell, auspicando che il prossimo

Pontefice sia qualcuno che manterr la tradizione riguardo alle questioni di fede e a quelle che hanno a che fare con la morale. Il cardinale australiano fa parte di quel gruppo di persone che come ha scritto Gian Maria Vian nel suo editoriale sullOsservatore Romano del 1 marzo non capiscono la rinuncia, atto grave e nuovo. Una scelta, quella del Papa tedesco, che secondo Pell rappresenta un pericoloso precedente: un domani, infatti, qualcuno potrebbe essere intenzionato a montare una campagna contro un futuro Pontefice per indurlo alle dimissioni. Joseph Ratzinger stato un maestro brillante, ma il governo non stato il suo punto di forza. Il desiderio dellarcivescovo di Sydney che il prossimo Papa sia qualcuno con una forte esperienza pastorale diocesana e, al contempo, capace di portare un po pi di disciplina in Vaticano. George Pell nella curia romana stava per entrarci poco pi di due anni fa, quando Benedetto XVI fu chiamato a decidere il nome del successore di Giovanni Battista Re alla guida della Congregazione per i vescovi. Fin da subito su suggerimento del segretario di stato, Tarcisio Bertone il Papa pens a un nome non italiano, recuperando la tradizione che dal 1984 al 2000 aveva visto quellincarico occupato da porporati stranieri (prima il beninese Bernardin Gantin e poi il brasiliano Lucas Moreira Neves). La scelta era caduta sul cardinale australiano, al quale fu anche comunicata dal Pontefice in persona la nomina. Poi qualcosa cambi, e Benedetto XVI opt per il canadese Marc Ouellet, arcivescovo di Qubec, teologo di formazione ratzingeriana e membro associato della rivista Communio. Oltre alle perplessit dello stesso Pell, a quanto pare non convinto di lasciare lAustralia a causa di qualche problema di salute, a pesare sono state le accuse di unassociazione irlandese che riunisce vittime di pedofilia, che ha contestato a Pell la gestione inadeguata di alcuni vecchi casi di abusi sessuali su minori. Settantadue anni, uomo di grande cultura (nel curriculum vanta una licenza in Teologia allUniversit Urbaniana di Roma, un master in Educazione a Melbourne e un dottorato di Filosofia della storia della chiesa a Oxford), Pell un tradizionalista: conservatore, stato uno dei porporati che ha celebrato la Messa con rito tridentino dopo la riforma liturgica. Durante il sinodo dello scorso ottobre ha denunciato la difficolt sempre maggiore di professare liberamente la religione cristiana in diversi paesi europei e anglofoni. Libert minacciata da tribunali, leggi e parlamenti che alimentano unintolleranza al cristianesimo che assume sempre pi i tratti totalitari. E questa deriva, sostiene larcivescovo australiano, che caratterizza il liberalismo moderno, cos diverso da quel liberalismo tradizionale che vede lindividuo e la famiglia al centro di ogni cosa. Attento

alla formazione dei giovani e del clero, stato lorganizzatore della Giornata mondiale della giovent del 2008 di Sydney. Un appuntamento riuscito e significativo in un paese che negli ultimi cinquantanni ha visto crescere il numero degli atei. Bisogna difendere a tutti i costi il principio che la fede religiosa fondamentale nella costruzione di una societ giusta. Altrimenti si torna ai tempi del profeta Elia, quando il monoteismo stava per soccombere alle forze pagane. Tratto da : www.ilfoglio.it/

Nota della Redazione


Larticolo proposto, non vuole essere una voce contro Benedetto XVI, ma invece il desiderio di voler evidenziare la difficolt sempre maggiore di professare liberamente la religione cristiana, che il Cardinale Pell ha saputo denunciare in questo articolo, Non a caso larticolo non viene proposto nella rubrica dedicata al Vaticano e quindi alla Chiesa, ma sulla rubrica Societ e cultura. ormai un attacco concentrico a tutti i livelli, che vede i cristiani soccombere ovunque. Nei civili Paesi europei o nord americani a colpi di sentenze giudiziarie o a colpi di leggi parlamentari, mentre nel resto del mondo, a colpi di fucile. un processo inarrestabile, che avviato con labbattimento delle Corone, prosegue oggi con labbattimento degli Altari, verso un mondo di odio e di caos. ________________________________

In pratica, il custode della Costituzione, il rappresentante dell'Unit nazionale, perdona. L'Ordine della Lombardia, no: infatti ieri ha ammollato al direttore tre mesi di sospensione (relativamente alla diffamazione a mezzo stampa a causa della quale egli si era gi beccato 14 mesi, poi coperti dalla grazia). Con quale motivazione? A suo tempo il responsabile di Libero non pubblic la smentita della persona diffamata. Una pena accessoria che ha dell'incredibile. Per una ragione: la rettifica che l'Ordine rimprovera ad Alessandro di non aver pubblicato, in realt non gli pervenne, quindi non poteva divulgarla. In effetti il diffamato non la sped alla redazione di Libero, ma la gir all'Ansa, che con quel quotidiano c'entrava come i cavoli a merenda. Siamo dinanzi a un episodio imbarazzante. normale che una corporazione professionale si accanisca su un iscritto gi bistrattato dalla Giustizia (nell'ultimo mezzo secolo non era accaduto che un giornalista fosse privato della libert per un articolo, scritto da altri, per giunta), agitando un pretesto che non sta in piedi n formalmente n sostanzialmente, visto che Sallusti risibilmente accusato di non avere diffuso una smentita mai ricevuta? Il comportamento dell'Ordine sul piano logico incomprensibile. Probabilmente ispirato a un sentimento negativo nei confronti del collega, che non riusciamo a decifrare, e proprio per questo ci inquieta. Siamo confortati soltanto dal fatto che la sospensione non immediatamente esecutiva, poich il sanzionato ha inoltrato ricorso. L'ultimo giudizio spetter all'Ordine nazionale che ha sede a Roma, il cui presidente, Jacopino, lo stesso che port la propria solidariet a Sallusti mentre costui era alla sbarra. Ma la coerenza esiste ancora? Tratto da : www.ilgiornale.it/

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Segue - Societ e cultura


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Bimbo ha due mamme, l'asilo cancella la festa del pap


di Lucia Bellaspiga 18 marzo 2013 Dopo il Natale, in qualche scuola messo alla porta e ridotto a "festa di stagione", ora tocca al 19 marzo, tradizionalmente la Fest del pap. successo alla scuola materna "Bartolomei" di Roma, dove le maestre, a causa della presenza in classe di un bimbo che a casa ha invece due "mamme" quella naturale e la sua compagna su consiglio di una psicologa del Comune hanno semplicemente cancellato la Festa del pap per tutti. Scontata la rivolta dei genitori degli altri scolari, che si sono rivolti al II Municipio di Roma chiedendo a gran voce il ripristino della tradizione.

Graziato dal Presidente Napolitano stato sospeso per tre mesi dall'Ordine dei giornalisti
(Continua dalla prima Pagina) Una fuga simbolica finalizzata a farsi trasferire a San Vittore. Processo per direttissima. Reato: tentata evasione. In aula, seduto dietro l'imputato, ecco Enzo Jacopino, presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti. Che ci fa l? venuto a sostenere Sallusti nella difficile prova che gli tocca affrontare, e a esprimergli la solidariet propria e quella dell'intera categoria. Un bel gesto, indubbiamente. Cui per ora segue un provvedimento che lascia basiti. Del quale parler pi avanti. Dall'accusa di tentata evasione Alessandro assolto per non aver commesso il fatto, che in effetti commesso non ha. Gli rimangono tuttavia da scontare quei 14 mesi di reclusione a domicilio, dove Sallusti resta bloccato per quasi un mese, fin quando il presidente della Repubblica non gli concede la grazia ovvero la commutazione della pena detentiva in sanzione pecuniaria.

Tutto ha avuto inizio un mese fa con un incontro tra genitori e maestre sulla "ricorrenza del pap e della mamma" e la proposta di abolire entrambe. Lidea era di dedicare le due giornate a una "festa della primavera", o tuttal pi genericamente "della famiglia". Dopo un infuocato dibattito, infine si deciso di graziare la Festa della mamma ma non quella del pap... Probabilmente sarebbe andata al contrario se il bimbo fosse stato "figlio" di due padri, con conseguente eliminazione del giorno dedicato alle mamme. Furiose le proteste: Per non discriminare un bimbo se ne discriminano trenta? E che pedagogia quella che si basa sul nascondere un principio naturale come il fatto che ogni bambino nato dallunione di una mamma e un pap?, insorgono ora i genitori, che attendono un cambio di rotta. Viviamo in una societ in cui le minoranze culturali hanno una supremazia su quella che la storia, la cultura, la tradizione di un popolo commenta lo psichiatra Bruno Renzi . grave che una scuola materna dimostri una cos ridotta capacit di attenzione a quei bambini che hanno una famiglia composta da un padre e una madre, secondo natura, e alla realt della famiglia in cui crescono. Inoltre al bimbo senza padre negano una visione dinsieme. Ormai un teatro dellassurdo. Tratto da : www.avvenire.it/

Nota della Redazione


Questo fatto, brevemente raccontato con lo stile particolare del Direttore Feltri, testimonia, come il lungo braccio della giustizia sommaria, settaria e giustizialista propria della sinistra, raggiunge comunque lobiettivo, anche quando di mezzo c un Presidente della repubblica. Tutti i giornalisti sono quindi avvertiti. Non si tratta di libert di stampa negate, si tratta di regime mirante a condizionare il lavoro dei giornalisti (che non appartengono al coro riconosciuto) al di sopra della legge. Mussolini che aveva inventato la corporazione dei giornalisti per controllare il loro operato, non avrebbe saputo essere altrettanto efficace.

ITALIA REALE

Perch me ne vado da questa Chiesa debole con l'islam


Cinque anni dopo aver ricevuto il battesimo in San Pietro da Benedetto XVI, l'annuncio dell'addio: troppo relativismo di Magdi Cristiano Allam 25 marzo 2013 Credo nel Ges che ho amato sin da bambino, leggendolo nei Vangeli e vivificato da autentici testimoni - religiosi e laici cristiani - attraverso le loro opere buone, ma non credo pi nella Chiesa. La mia conversione al cattolicesimo, avvenuta per mano di Benedetto XVI nella notte della Veglia Pasquale il 22 marzo 2008, la considero conclusa ora in concomitanza con la fine del suo papato. Sono stati 5 anni di passione in cui ho toccato con mano la vicissitudine del vivere da cattolico salvaguardando nella verit e in libert ci che sostanzia l'essenza del mio essere persona come depositario di valori non negoziabili, di un'identit certa, di una civilt di cui inorgoglirsi, di una missione che d un senso alla vita. La mia una scelta estremamente sofferta, mentre guardo negli occhi Ges e i tanti amici cattolici che proveranno amarezza e reagiranno con disapprovazione. C' stata un'improvvisa accelerazione nel far maturare questa decisione di fronte alla realt di due Papi, che per la prima volta nella Storia s'incontrano e si abbracciano, entrambi depositari di investitura divina, dal momento che il grande elettore lo Spirito Santo che si manifesta attraverso i cardinali, entrambi successori di Pietro e vicari di Cristo anche a prescindere dalla decisione umana di dimettersi. La Papalatria che ha infiammato l'euforia per Francesco I e ha rapidamente archiviato Benedetto XVI, stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un quadro complessivo di incertezze e dubbi sulla Chiesa che ho descritto correttamente e schiettamente gi nel mio Grazie Ges del 2008 e in Europa Cristiana Libera del 2009. Se proprio Benedetto XVI denunciando la dittatura del relativismo mi aveva attratto e affascinato, la verit che la Chiesa fisiologicamente relativista. Il suo essere contemporaneamente Magistero universale e Stato secolare, ha fatto s che la Chiesa da sempre accoglie nel suo seno un'infinit di comunit, congregazioni, ideologie, interessi materiali che si traducono nel mettere insieme tutto e il contrario di tutto. Cos come la Chiesa fisiologicamente globalista fondandosi sulla comunione dei cattolici in tutto il mondo, come emerge chiaramente dal Conclave. Ci fa s che la Chiesa assume posizioni ideologicamente contrarie alla Nazione come identit e civilt da preservare, predi-

cando di fatto il superamento delle frontiere nazionali. Come conseguenza la Chiesa fisiologicamente buonista, mettendo sullo stesso piano, se non addirittura anteponendo, il bene altrui rispetto al bene proprio, compromettendo dalla radice il concetto di bene comune. Infine prendo atto che la Chiesa fisiologicamente tentata dal male, inteso come violazione della morale pubblica, dal momento che impone dei comportamenti che sono in conflitto con la natura umana, quali il celibato sacerdotale, l'astensione dai rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, l'indissolubilit del matrimonio, in aggiunta alla tentazione del denaro.

invece convinto che la popolazione autoctona debba legittimamente godere del diritto e del dovere di salvaguardare la propria civilt e il proprio patrimonio. Sono contrario al buonismo che porta la Chiesa a ergersi a massimo protettore degli immigrati, compresi e soprattutto - i clandestini. Io sono per l'accoglienza con regole e la prima regola che in Italia dobbiamo innanzitutto garantire il bene degli italiani, applicando correttamente l'esortazione di Ges ama il prossimo tuo cos come ami te stesso. Sono stati dei testimoni - coloro che fanno s che la verit che affermano corrisponde alla fede in cui credono e si traduca nelle opere buone che compiono - a persuadermi della bont, del fascino, della bellezza e della forza del cristianesimo come dimora naturale dei valori non negoziabili, dei binomi indissolubili di verit e libert, fede e ragione, valori e regole. Ed proprio nel momento in cui attorno a me viene sempre meno la presenza di testimoni autentici e credibili, in parallelo alla conoscenza approfondita del contesto cattolico di riferimento, che vacillata la mia fede nella Chiesa. Faccio questa scelta, nella sofferenza interiore e nella consapevolezza della disapprovazione che generer nella patria del cattolicesimo, perch sento come imperativo il dovere morale di continuare ad essere coerente con me stesso e con gli altri nel nome del primato della verit e della libert. Non mi sono mai rassegnato alla menzogna e non mi sono mai sottomesso alla paura. Continuer a credere nel Ges che ho sempre amato e a identificarmi orgogliosamente nel cristianesimo come la civilt che pi di altre avvicina l'uomo al Dio che ha scelto di diventare uomo e che pi di altre sostanzia l'essenza della nostra comune umanit. Continuer a difendere laicamente i valori non negoziabili della sacralit della vita, della centralit della famiglia naturale, della dignit della persona, della libert religiosa. Continuer ad andare avanti con la schiena dritta e a testa alta per dare il mio contributo alla rinascita valoriale e identitaria degli italiani. Lo far da uomo integro nell'integralit della mia umanit. Tratto da : www.ilgiornale.it/

Il grido di dolore di Repubblica

(Continua dalla prima Pagina) brillava per vaneggiamenti Il Fatto, che parlava anche di pericolo di antisemitismo. Insomma, la solita pattumiera che conosciamo ormai a memoria, le solite litanie, causate anche da un ulteriore crimine che il governo Orban stava commettendo: riportare sotto controllo statale la Banca Centrale. E veniamo a oggi. Il governo Orban tuttora in sella, il partito Fidesz ha ancora la sua maggioranza, e ha introdotto alcune modifiche alla nuova costituzione. Si tratta di cose orribili, che fanno fremere di sdegno laico-democratico-europeo Repubblica, che in un articolo di ieri, a firma di Andrea Tarquini, ci informa che in Ungheria in atto una svolta autoritaria (Perbacco!) e che i dissidenti si appellano alla UE (riPerbacco!). Cos accaduto di tanto preoccupante in Ungheria? Vediamo un po. Repubblica ci informa che ormai siamo arrivati in sostanza a un vero e proprio golpe bianco, voluto dal Primo Ministro Orban, che, tra le altre colpe, ha quella di essere amico di Berlusconi. Ebbene, questo sciagurato pare che voglia imporre norme terribili, quali:

Ci che pi di ogni altro fattore mi ha allontanato dalla Chiesa il relativismo religioso e in particolare la legittimazione dell'islam come vera religione, di Allah come vero Dio, di Maometto come vero profeta, del Corano come testo sacro, delle moschee come luogo di culto. una autentica follia suicida il fatto che Giovanni Paolo II si spinse fino a baciare il Corano il 14 maggio 1999, che Benedetto XVI pose la mano sul Corano pregando in direzione della Mecca all'interno della Moschea Blu di Istanbul il 30 novembre 2006, mentre Francesco I ha esordito esaltando i musulmani che adorano Dio unico, vivente e misericordioso. Sono invece convinto che, pur nel rispetto dei musulmani depositari al pari di tutte le persone dei diritti inalienabili alla vita, alla dignit e alla libert, l'islam sia un'ideologia intrinsecamente violenta cos come stata storicamente conflittuale al suo interno e bellicosa al suo esterno. Ancor di pi sono sempre pi convinto che l'Europa finir per essere sottomessa all'islam, cos come gi accaduto a partire dal Settimo secolo alle altre due sponde del Mediterraneo, se non avr la lucidit e il coraggio di denunciare l'incompatibilit dell'islam con la nostra civilt e i diritti fondamentali della persona, se non metter al bando il Corano per apologia dell'odio, della violenza e della morte nei confronti dei non musulmani, se non condanner la sharia quale crimine contro l'umanit in quanto predica e pratica la violazione della sacralit della vita di tutti, la pari dignit tra uomo e donna, la libert religiosa, infine se non bloccher la diffusione delle moschee. Sono contrario al globalismo che porta all'apertura incondizionata delle frontiere nazionali sulla base del principio che l'insieme dell'umanit deve concepirsi come fratelli e sorelle, che il mondo intero deve essere concepito come un'unica terra a disposizione di tutta l'umanit. Sono

- La famiglia riconosciuta dallo Stato solo l'unione ufficializzata da matrimonio di una coppia eterosessuale che si sposa al fine di fare figli. Nessun altro tipo di unione avr pari dignit con la famiglia sposata etero che vuole prole. - Non tutte le religioni saranno riconosciute come tali a pari dignit, bens soltanto quelle definite come tali dalle recenti leggi del governo. - Il vecchio partito comunista del passato definito nella costituzione "associazione criminale" - Eccetera. Potete bearvi leggendo tutto larticolo di Repubblica, che ci informa anche che dissidenti e molte Ong ungheresi in favore della difesa dei diritti umani hanno appena reagito inviando un disperato appello alla Commissione europea, personalmente al suo presidente Barroso e alla Corte europea di giustizia. Proprio cos: lappello disperato. Poveracci!

http://www.reumberto.it
Il pi documentato sito internet su Re Umberto II di Savoia

In alcuni punti larticolo di Repubblica raggiunge punte di involontario umorismo. Ad esempio, si incarta totalmente sul discorso della libert politica, perch da un lato fa notare che la definizione di associazione criminale si applica al vecchio partito comunista del passato, ma poi dice che ci permetter processi politici. Ora, che il vecchio partito comunista fosse unassociazione criminale, lo dice gi la Storia, non cera neanche il bisogno di scriverlo nella Costituzione. Ma se quello vecchio e del passato, contro chi saranno celebrati i paventati processi politici? Contro i morti? Mistero. Un altro bellaggrovigliamento l allarmato articolista lo fa parlando della limitazione di poteri che il premier Orban imporrebbe alla magistratura. Infatti nella Costituzione vengono introdotte come norme costituzionali alcune leggi che erano state dichiarate incostituzionali dalla Corte costituzionale. assolutamente ovvio che ora, dal momento in cui tali norme sono divenute costituzionali, la corte non potr pi bocciarle, essendo chiamata, come la nostra Corte Costituzionale, a valutare se una norma di legge in contrasto con la costituzione. In caso contrario, avremmo lassurdo di una Corte costituzionale che deve giudicare se la costituzione costituzionale. Roba da manicomio. Quanto alla libert religiosa, evidentemente il nostro articolista non ha mai letto lart. 8 della nostra osannata costituzione, che dice pi o meno le stesse cose della costituzione magiara E poi ci sembra invece superfluo soffermarci sui soliti deliri sulla famiglia. Questa una e una sola, e le ossessioni pansessuali e omosessualiste, oltre che dare il voltastomaco, appartengono solo alla patologia. Ma non importa che ci sai una logica per Repubblica. Limportante ricominciare lattacco a una Nazione che, a quanto pare, non ha lintenzione di farsi mettere i piedi sulla testa dagli ultra-poteri della UE. Ovviamente poich la costituzione, in questultima formulazione, pone dei chiari sbarramenti a difesa della civilt e delle radici storiche cristiane della Nazione, va attaccata. Orban non esercita i poteri che il popolo gli ha conferito con unelezione che nessuno ha mai contestato, ma diventato un autocrate e populista (magia delle parole: quante volte lha pronunciata il nostro Loden? Ma sanno cosa vuol dire?). Ovviamente la tanto sbandierata sovranit popolare va bene solo quando in linea coi dettami dei tecnocrati e dei massoni che da Bruxelles vogliono dirigere le nostre vite. Repubblica, disciplinato altoparlante dei potentati finanziari che stanno distruggendo la civilt, lancia il grido di dolore, ma larticolista un po distratto e chiude il suo pezzo con una frase che contiene al tempo

stesso una solida dose di umorismo e uninteressante chiave di lettura. Leggiamola: Strappo gravissimo ai valori europei, dunque (le ultime modifiche alla costituzione, N.d.R.). Arriva pochi giorni dopo che Orban aveva imposto a capo della Magyar Nemzeti Bank (Banca centrale) il suo braccio destro Gyorgy Matolcsi, ritenuto pericolosamente incompetente sui mercati e pronto a regalare di fatto al governo l'autonomia dell'Istituto, oltre ad essere discendente di un funzionario del regime di Horthy che pare abbia collaborato all'Olocausto. Dopo queste notizie il fiorino si di nuovo svalutato avvicinandosi alla soglia della paura di 300 fiorini per un euro. (noterella: il cambio ufficiale di 290 fiorini per un euro. Una variazione del 3,33% "la soglia della paura"? Mah!) Chiaro, no? Il governo ungherese vuole controllare la Banca Centrale, ossia sottrarla agli onnipotenti interessi della grande finanza. E questo non ammissibile! E poi, la vetta dellumorismo: in mancanza di meglio, il nuovo Presidente della Banca Centrale imparentato con un funzionario del regime di Horthy che pare abbia collaborato con lolocausto. Insomma, siamo alla colpa generazionale, dimmi che nonno hai e ti dir chi sei. Siamo anche, sia detto per inciso, alla consueta ignoranza storica, perch il regime di Horthy riusc a contenere la furia antisemita dei tedeschi in Ungheria. La vera tragedia per gli ebrei ungheresi inizi proprio dopo che le SS arrestarono Horthy (che, consapevole della disfatta dellAsse, aveva cercato di stipulare una pace separata coi sovietici) e misero al potere a Budapest le Croci Ferrate, i nazisti ungheresi. Ma lasciamo perdere i dettagli. Repubblica non si preoccupa mai eccessivamente delle balle che racconta; essendo non un giornale, ma un Dispensatore di Verit Totali e Indiscutibili, si accetta con bigotta devozione laica e democratica. Amen. Possiamo solo fare allUngheria laugurio di poter difendere la sua indipendenza e la sua civilt. E il caso ungherese non pu che riconfermarci su ci che diciamo da tempo: lUnione Europea, con ci che racchiude e rappresenta, costituisce attualmente la pi grave minaccia alla civilt. (Riscossa Cristiana) Tratto da : www.facebook.com/

Politica interna
Costi della politica Un taglio serio (ora o mai pi)
di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella 2 marzo 2013 Ma come venuto in mente a quelli della Conferenza delle Regioni di rimuovere dal sito la tabella con gli stipendi e le diarie dei governatori e dei consiglieri? Diranno: ora ci sono link delle leggi locali. Cliccate a caso: uno scroscio di commi, codicilli, subordinate... Non trasparenza: una presa in giro dei cittadini. Prima potevano confrontare vicepresidente e vicepresidente, assessore e assessore... Ora no. Davano fastidio le tabelle insolitamente chiare? Le hanno tolte per toglier acqua ai pesci dell'antipolitica? sbalorditivo che dei professionisti (presunti) non capiscano i danni che fanno alla politica con errori cos madornali. Di questi tempi, poi... Tutti l a chiedersi sgomenti: e ora, cosa fare? Cambiate, la risposta. Il risultato delle urne, oltre a un mucchio di problemi, offre a un sistema in crisi l'occasione di sterzare prima dell'abisso. Facendo finalmente cose indispensabili non per tirar su una diga contro l'ondata grilliana ma per recuperare un rapporto decente coi cittadini.

Per rivendicare la propria centralit il Parlamento deve cambiare se stesso. Siamo gli unici al mondo a imporre a un governo di guadagnarsi due fiducie in due Camere. Non ce lo possiamo pi permettere. I parlamentari devono far chiarezza sugli stipendi loro e dei collaboratori. Fanno un lavoro importante, hanno diritto a buste paga decorose. Ma basta con le ambiguit sui collaboratori. E basta con l'andazzo dei due mestieri insieme, magari usando il ruolo parlamentare a favore dei clienti privati. Nei Paesi seri chi fa il deputato fa quello e basta. Cos magari s'attacca meno alla poltrona. Vale per Roma, vale per le Regioni. Ancora: va spezzato quel rapporto anomalo costruito da una classe politica mediocre con la burocrazia. Pi gli eletti sono scadenti, pi devono affidarsi a burocrati (spesso strapagati) che diventano gli unici in grado di fare e poi interpretare gli atti. E dunque hanno interesse a rallentare ogni svolta vera che li renda meno indispensabili. Ma il punto di partenza, insieme con atti di rottura quali l'abolizione delle Province visto che tranne la Lega si dicono tutti d'accordo, deve essere la trasparenza. Tutto online. Senza furbizie. Dai bilanci (leggibili per...) degli organi costituzionali a quelli delle municipalizzate, dai finanziamenti ai partiti fino ai patrimoni di ministri e parlamentari: gli italiani devono poter sapere come sono spesi i loro soldi e da chi. Non sar semplice? Non lo sar neanche per i cittadini recuperare la fiducia perduta. Tratto da : www.corriere.it/ ________________________________

Bossi contro Maroni: Doveva dimettersi


Proprio il trionfo di Grillo, senza manifesti, spot o camion-sandwich, smonta la tesi abusata che i costi della politica (esagerazioni e privilegi compresi) siano i costi della democrazia. Non cos. Mentre il Pil precipitava sotto ai livelli del 2001, i costi del Palazzo hanno continuato a salire: del 65% in un decennio le spese correnti del Senato, del 43% il costo del consiglio regionale del Lazio solo dal 2007 in qua. Mentre imponevano agli italiani tagli drastici e immediati, loro contenevano o rimandavano i propri. Tanto che i consiglieri uscenti stanno facendo le pratiche per vitalizi regionali che qua e l si possono avere ancora a 50 anni. Proprio l'obbligo di recuperare la fiducia dei cittadini nella politica impone misure urgentissime anti Casta. Intorno cui cercare intese. Certo, alcune richiedono modifiche costituzionali. Ma se c' la volont, si visto sull'obbligo del pareggio di bilancio, si fanno in fretta. Ha scoperto di avere il culo per due poltrone Il Padre fondatore della Lega, attacca il segretario federale dopo l'elezione a governatore della Regione Lombardia della Redazione ondine 15 marzo 2013 Umberto Bossi usa parole dure contro il segretario della Lega e neo governatore della Lombardia. Parlando con i giornalisti alla Camera, il senatur afferma che Maroni da sei mesi dice mi dimetto, riferendosi ovviamente alla guida del movimento padano. Dopo l'elezione alla presidenza della Regione, poi, all'ultimo momento, si accorto di avere il culo molto pi largo, per poter stare su molte poltrone. Ma, osserva Bossi, la Lega in subbuglio, perch sempre stata abituata ad avere un segretario che mantiene la parola. Bisogna sempre mantenere la parola. Roberto Maroni non vorrebbe perdere troppo tempo con la questione

Osservazione
Come vorremmo essere cittadini ungheresi, per sentirci finalmente tutelati e protetti nei nostri valori fondanti, per poter guardare con fiducia ad un futuro, che prevediamo difficile.

delle dimissioni: Luned scorso, come promesso, ho presentato le mie dimissioni al Consiglio Federale. Il Consiglio le ha respinte all' unanimit : adesso basta. Per il padre fondatore della Lega il fenomeno M5S non avr una vita lunga: Grillo far fatica a far entrare il suo schema in Parlamento: lui non vuole essere parlamentarizzato, ma alla fine sar costretto a fare dei cambiamenti. Se un governo si mette in piedi poi non c' pi niente che lo tira gi, ha aggiunto il senatur, conversando con i cronisti di Montecitorio. Appoggiare Bersani?- conclude Bossicos si rischia di passare per traditori. Se Berlusconi interessato a fare un governo con Bersani faccia lui la prima mossa, non tocca a noi fare il primo passo. Tratto da : www.corriere.it/ ________________________________

uomini. E cos un abbraccio ai due mar Latorre e Girone stato indirizzato, da piazza del popolo, da Silvio Berlusconi ai due fucilieri del San Marco rientrati in India. La folla ha applaudito calorosamente. Lo sapete che non avevo mai visto tanti impresentabili tutti insieme? Perch ci dicono che siamo impresentabili, ineleggibili, collusi. In realt noi siamo l'Italia migliore e siamo anche la maggioranza dell'Italia ha ripreso dal palco romano. Mando un saluto a Gianfranco Fini e a tutto il suo club di gentiluomini. Sono convinto che a Montecarlo non se la passi cos male, ha detto Berlusconi. Poi ancora: Mando un saluto a Di Pietro, spero che le sue braccia che sono tornate all'agricoltura non facciano troppi danni. Berlusconi dal palco di piazza del Popolo ha salutato anche Antonio Ingroia: Lo hanno mandato in Valle d'Aosta, l'unico posto dove non si candidato, ora far le intercettazioni agli stambecchi del Gran Paradiso. Avete visto ieri Grillo? andato da Napolitano travestito da dittatore dello Stato libero di bananas.... E sulla presidenza della Repubblica, Berlusconi voluto tornare dicendo che il capo dello Stato deve essere un moderato del centrodestra, dieci milioni di italiani non possono essere esclusi dalle pi alte cariche - ha aggiunto Berlusconi - Bersani non pu deciderlo con Vendola e Monti; e magari invitando Romano Prodi. Ribadisco la mia fiducia nell'equilibrio di Napolitano. La sinistra ha messo le mani sulle presidenze e adesso vogliono farlo per la presidenza della Repubblica: sarebbe un golpe un atto ostile contro met e oltre del paese. Bersani vuole sequestrare il 100% delle cariche istituzionali, questo inaccettabile Poi l'attacco al Pd e al suo segretario: Bersani non ha mai pronunciato la parola sviluppo, il suo unico problema togliere di mezzo il signor Berlusconi. Scherzano con il fuoco e non capiscono che persino per un grande Paese come il nostro possono esserci scenari drammatici come Cipro. Se Bersani proseguir nel tentativo assurdo di un governo minoranza - ha aggiunto il cavaliere - sappia che la nostra opposizione sar durissima nel Parlamento e nelle piazze. Se invece non ci riusciranno, allora l'essenziale che non facciano perdere tempo al paese si torni subito al voto. Bersani spera che turisti della politica, questi ospiti della politica nell'albergo a 5 stelle possano dargli i numeri per fare un esecutivo, una cosa lunare. Dopo la catastrofe Monti noi abbiamo un programma di riforme per rilanciare l'economia. Bersani sta ripetendo l'errore-orrore di Monti: pensare al suo interesse e non a quello del Paese ha sostenuto il Cavaliere dal palco di piazza del Popolo.

Il Pd, ha ribadito, dice no a un patto con noi perch ancora accecato dall'odio e dall'invidia contro di noi, contro il ceto medio e i benestanti. Presenteremo nei prossimi giorni i primi 4 ddl per abolire e restituire l'Imu e per modificare i poteri del 'mostro' Equitalia, ha affermato Berlusconi da piazza del Popolo. Gli altri chiacchierano - dice - noi lavoriamo per il cambiamento. O si fa un governo forte che coinvolga tutte le forze politiche responsabili nell'interesse del Paese, oppure si va al voto. Non ci sono alternative. Tratto da : www.avvenire.it/ ________________________________

t in Parlamento 40 deputati e 16 senatori e poi si alle col Msi nel 1972, fondando la Destra nazionale. Tratto da : www.intelligonews.it/

Intervista al Dott. Novellino (Segretario Italia-Reale):


I monarchici ? n con Alemanno, n con la sinistra, ma con la gente della Redazione online 20 marzo 2013 Novellino N con Alemanno, n con la sinistra: noi vogliamo essere lalternativa vera, non grillina, al sistema dei partiti in putrefazione; non ci alleeremo con nessuno, vogliamo rappresentare sul serio i cittadini.

Monarchici per il Campidoglio, Lavinia Massimo testimonial deccezione


della Redazione online 11 marzo 2013 Cunctando restituit, ossia temporeggiando restitu la Repubblica. Dal tempo dellimpero romano tanta acqua passata sotto i ponti (pur restando le crisi politiche ed economiche pi o meno quasi sempre le stesse), al punto che il motto potrebbe trasformarsi in temporeggiando restitu la monarchia: il segno dei tempi, anzi della prossima campagna elettorale per scegliere il sindaco di Roma.

Berlusconi in piazza contro l'oppressione


della Redazione online 23 marzo 2013 Silvio Berlusconi dal palco di Piazza del Popolo a Roma ne ha per tutti: da Pier Luigi Bersani a Gianfranco Fini ad Antonio Di Pietro. Sono centinaia i sostenitori di Silvio Berlusconi arrivati in piazza del Popolo per partecipare alla manifestazione indetta a Roma dal Cavaliere. Armati di bandiere bianche con il simbolo del Pdl e cappellini con la scritta Anch'io con Silvio. Grazie per essere qui in tanti siete uno spettacolo straordinario - ha esordito dal palco dove si presentato da solo e senza occhiali -, gi tutti pronti per una campagna elettorale per vincere davvero alla grande.

Chi parla a IntelligoNews Angelo Novellino, un professionista non della politica ( dottore commercialista), candidato-sindaco dei monarchici. I suoi collaboratori, infatti, stanno raccogliendo le firme per presentare la lista coronata, che si chiamer, appunto, Italia-Reale (il gioco di parole regale voluto), e che vedr il battesimo (a parecchi decenni dalla scomparsa nazionale di Stella e Corona e dopo qualche timido esperimento locale), proprio in occasione delle elezioni comunali di Roma. I vostri gazebo sono il termometro non solo del vostro consenso tecnico, ma anche della politica in genere: che reazioni avete avuto? Dal fastidio per la politica in termini generali, alla simpatia di molti monarchici latenti che aspettavano un segno, italiani delusi dalla Repubblica, stanchi di questo sistema politico, dei soliti nomi; a molti episodi di aperta adesione popolare nei nostri confronti, e purtroppo fino al nulla, al sottovuoto spinto dei giovani sotto i 30 anni, che non sanno niente della nostra storia, meno che mai della monarchia e del suo ruolo nel Risorgimento. Un fatto terribile, ma anche positivo, perch almeno non sono stati totalmente manipolati dai luoghi comuni e dai pregiudizi ideologici contro i Savoia. Insomma, ci si pu pure lavorare. Per noi, rispetto ai partiti ufficiali, ci abbiamo messo la faccia. In che senso? Nei nostri gazebo romani, allEur, a piazza della Balduina, raccogliendo le firme per la nostra lista, ci siamo

Ci avevano dati per agonizzanti e invece eccoci qui. Un popolo che combatte contro la crisi economica e sociale. Siamo maggioranza del Paese ha ricordato il Cavaliere. Definito precario l'incarico affidato dal presidente della Repubblica Napolitano al segretario del pd: passato pi di un mese, dite a Bersani che non ha vinto le elezioni aggiunge Berlusconi, e via con gli applausi. E poi il turno di Monti, che sempre stato supino alla Germania ora anche all'india ha affermato l'ex premier Berlusconi, criticando la gestione della vicenda dei Mar da parte del governo che invece non dovrebbe mai lasciare soli i propri

Il motto nobiliare in questione quello dei principi Massimo, antichissima famiglia di sangue blu, discendenti, appunto, da Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore. E quelli che non temporeggiano affatto sono i monarchici, ardimentosi di abbandonare la nostalgia e le messe per fare politica, scendere in campo e dire la loro, con la lista Italia Reale (che sta raccogliendo le firme per partecipare alla competizione capitolina, tentando di intercettare sia il voto conservatore, sia il voto grillino di protesta con lo slogan: corona la tua protesta). Testimonial deccezione di Italia Reale, infatti, la giovane principessa Lavinia Massimo, attualmente occupata in una multinazionale immobiliare. Candidato realista sindaco, il professionista (dottore commercialista) Angelo Novellino; capolista lavvocato Fabrizio De Lorenzo. In lista anche nomi noti dellambiente monarchico, tra cui Franco Ceccarelli e lultimo genito di unaltra famiglia blasonata, Giampiero Covelli, figlio di Alfredo Covelli, leader storico di Stella e Corona, il partito monarchico che nel 1953 por-

esposti, presentando il nostro simbolo. Siamo ci che siamo, a viso aperto, alla luce del sole. Gli altri, al contrario, si nascondono, rimuovono ogni appartenenza. Ad esempio, la Prestipino, nostra vicina di gazebo, ha cancellato qualsiasi riferimento al Pd, alla sinistra, c solo il suo faccione. Mi sembra chiaro. Hanno paura, si affidano ai nomi, ai visi, ai personaggi, non alle idee. Perch vi siete presentati? Per dare una voce ai monarchici che da tanto tempo fanno solo convegni e messe (per colpa di quelle associazioni legittimiste che ci stanno boicottando); poi, per dare corpo alla protesta contro la politica e il sistema istituzionale che non va, per interpretare unesigenza vera di cambiamento da parte della societ civile, che non quello di Grillo, una risposta sbagliata a domande giuste. Dove vi collocate politicamente e culturalmente? Pensiamo di incarnare lo zoccolo duro di un nuovo centro-destra che ancora non c. Quindi, vi alleerete col Pdl, La Destra e Fratelli dItalia in Comune? Non ci pensiamo proprio, siamo oltre questa destra e questa sinistra. La sinistra vecchia, ferma agli anni Settanta. Il centro-destra per reggersi sulle stampelle, ha bisogno dei soldi di Berlusconi. Una cosa ridicola. Guardi, non ho il complesso della testimonianza. Di per s un valore positivo. Da candidato-sindaco, ci dica le tre cose pi importanti che far se venisse eletto.. Abolizione dei parlamentini dei municipi, sono la bellezza di 500 poltrone inutili; lo snellimento della macchina amministrativa, assegno di 3.000 euro per ogni bambino che nasce. Cos ammorbidiremo lavanzata demografica degli immigrati. Tratto da : www.intelligonews.it/

di essere cristiano e di appartenere ad una Chiesa che non teme il tempo che vive, ma anzi, oggi come nei secoli passati, resta protagonista del tempo stesso. Questa una Chiesa, che nonostante le critiche e le difficolt degli ultimi lustri, ha saputo in meno di due settimane mettere daccordo un nutrito gruppo di persone, tra le pi colte ed istruite del pianeta, diversissime tra loro per tradizioni, nazionalit ed esperienze, ed eleggere senza fronzoli il nuovo Papa, cio colui che questa Chiesa dovr guidare nei prossimi anni in ogni angolo del mondo. Il confronto con qualunque altra elezione pi o meno democratica senza paragoni, e per quanto riguarda il nostro Paese, risulta addirittura imbarazzante.

Lopinione di
La Chiesa e il supermercato
di Alberto Conterio 23 marzo 2013 Da ammiratore di Benedetto XVI, ho vissuto la sua rinuncia al Soglio Pontificio come lennesima riprova della sua grandezza, e ho vissuto lattesa al conclave che avrebbe designato il nuovo Papa con curiosit e orgoglio. Pur non essendo un assiduo praticante infatti, sento lorgoglio

A ormai quasi un mese dalle elezioni politiche, questa repubblica ancora non riuscita a palesare un accordo di principio per la formazione del nuovo governo, altro che governare il Paese. Essere cristiani dunque, vuol anche dire vivere lunico vero valore rimasto, quando tutti gli altri sono ormai ridotti a essere immagini vuote di interesse, commercio, ipocrisie, falsit, convenienze, moda. Con la certezza di assistere ad un capitolo di storia insomma, mercoled 13 marzo 2013, ho vissuto attimi di attesa e di felicit nel conoscere il nuovo Papa Bergoglio, Francesco. Il suo volto e le sue parole non lasciano dubbi, sar un ottimo Papa. Dopo lo studio e le riflessioni universalmente riconosciute di Benedetto XVI, serviva un evangelizzatore capace di trasmettere la fede alle genti del mondo con lentusiasmo della semplicit. Papa Francesco, ha tutte le caratteristiche per essere un ottimo evangelizzatore. Le sue qualit sono cos evidenti che i nemici palesi della Chiesa hanno portato il loro primo attacco (poche ore dopo la sua elezione) con rabbia, come se rispondessero ad un istinto bestiale, come quegli animali che colpiti in pieno grugno, tentano di mordere scompostamente la stessa mano che li colpiti! La difesa di Papa Francesco, non ha avuto difficolt, aggiungendo tra le qualit del nuovo Santo Padre, anche quelle di fiero e strenuo oppositore del passato regime militare argentino, confermato da innumerevoli testimonianze provate! Purtroppo per, la Chiesa ha anche tanti, forse troppi nemici occulti che, viste le prime azioni del nuovo pontefice, hanno cominciato ad agitarsi a fantasticare a pretendere. Sto parlando di nemici pericolosi, di nemici che non sanno neppure di

essere nemici. Sono nemici che si annidano dentro la Chiesa stessa, nemici che frequentano le messe molto pi assiduamente di quanto non faccia io, che non sono per nulla un buon cristiano. Non credo di scrivere delle eresie, ma escludendo casi limite (ad esempio Don Gallo della Comunit di San Benedetto di Genova, che qualche giorno prima dellelezione del nuovo Papa, durante unintervista arrivato a invocare un Papa gay, credendo forse di risultare al passo con in tempi), che si commentano e si valorizzano da se, questi nemici, si identificano in tutte quelle persone che aspettano dal nuovo Papa, delle aperture. Perch il fatto che Francesco, si sia presentato al mondo come una persona affabile, buona, vicino ai deboli e ai bisognosi, secondo costoro implica che debba essere anche predisposto al dialogo, ai compromessi, alle aperture appunto. E cos i divorziati si attendono di poter fare anche loro la comunione, gli omosessuali magari di potersi sposare in chiesa. Ci si attende che anche i preti possano avere una moglie e magari che le donne possano diventare sacerdoti e perch no, domani anche Papa, e via tutta una serie di amenit e ridicolaggini, come la necessit di rivedere la non negoziabilit di certi valori cardine, perch non politicamente corretti! La Chiesa deve adattarsi ai nuovi tempi, alla societ moderna. Questa la parola dordine in questi giorni nei Talk Show, e in tutte le trasmissioni pi in voga, alla radio o alla televisione. Queste persone, non sono nemmeno sfiorate dallidea che la religione semmai, per mezzo dei valori che rappresenta, serve a calmierare una societ, non a farsi guidare per essere pi appetibile. Secondo costoro il Papa dovrebbe forse cambiare le tavole dei dieci comandamenti cos come sarebbe necessario aggiornare la Costituzione? Desideriamo ridurre anche la Chiesa ad un contratto commerciale da aggiornare secondo le quotazioni di mercato o le previsioni di vendita del prossimo semestre? Io mi auguro, che Papa Francesco, che viene dalla fine del mondo, zona sicuramente meno agiata della nostra, sia mosso da una sensibilit maggiore (come hanno gi indicato le sue prime apparizioni in pubblico) per la vita reale delle persone, soprattutto le pi deboli e bisognose, ma mi auguro che, con la stessa forza e determinazione, sia una faro nel buio di questa societ allo sbando, difendendo lortodossia della dottrina Cattolica della Chiesa da ogni richiesta di maggior tolleranza e apertura, che porterebbero a snaturala rendendola irriconoscibile o uguale a certe sette pseudo religiose tanto in voga nei Paesi pi ricchi. Se desideriamo una maggior apertura, stiamo cercando un supermercato h24, non una Chiesa. Rendiamoci conto dellassurdit. La Chiesa Cattolica peraltro aperta a tutti gli uo-

mini di buona volont, un centro commerciale invece aperto soltanto per gli uomini che possono spendere del denaro! Tratto da : Opinionimonarchiche.com/

Ambiente e salute
Chi ha ucciso le rinnovabili? Per chi avesse ancora qualche dubbio
di Guido Guidi 3 marzo 2013 Una morte in culla quella delle fonti rinnovabili? Non proprio, perch il corpaccione era gi bello grosso prima di finire in stato comatoso irreversibile.

E quindi cosa? Unutopia, unoccasione persa o, molto pi semplicemente la classica storiaccia allitaliana? Tutte e tre le cose insieme. Che le fonti rinnovabili possano un giorno sostituirsi a quelle tradizionali per assicurare il fabbisogno energetica attuale e futuro chiaramente utopico. Che per qualcosa di buono senza ridursi sul lastrico si potesse fare sempre stato vero, ma se ne persa loccasione, appunto spendendo una fortuna per avere molto poco. E questo accaduto, specialmente da noi, secondo il pi classico dei copioni fallimentari del belpaese. Sono impazzito? Voglio scatenare le ire dei benpensanti? No, leggo, semplicemente leggo quello che chi ne sa pi di me ha scritto sullargomento. Togliendomi ogni dubbio. E un libro, anzi, pi precisamente un istant book, scritto da Chicco Testa, Giulio Bettanini e Patrizia Feletig: Chi ha ucciso le rinnovabili? La storia come non ve lhanno mai raccontata del green business del fotovoltaico in Italia Negli ultimi giorni abbiamo affrontato a pi riprese largomento degli incentivi alle fonti rinnovabili, ma ci voleva una trattazione a 360 per far capire realmente come stanno e, purtroppo, staranno le cose. Un breve estratto da quello che certamente non il passaggio pi significativo, ma sono certo che vi far prudere le mani:

In pochi anni, anzi in pochi mesi, come si spiega nelle pagine successive, si sono bruciate risorse finanziarie ingenti, la cui conseguenza oggi un ulteriore aumento del prezzo finale dellenergia elettrica. Alla data in cui scriviamo, il costo cumulato annuo degli incentivi dati allenergia fotovoltaica di 6,5 miliardi. Centotrenta miliardi grosso modo nei prossimi 20 anni. Si tratta, probabilmente, del pi grosso intervento di politica industriale realizzato dallItalia negli ultimi tempi. La scelta, infatti, di corrispondere incentivi di questo peso e di questa durata stata presa con decisioni pubbliche del governo e del Parlamento. una cifra enorme 6,5 miliardi allanno. Lequivalente del costo di due nuove linee metropolitane di 50 km ogni anno. Di un treno veloce NapoliBari. Di unautostrada nuova di 1.200 km, ogni anno. Con la stessa cifra si potrebbe garantire la vita degli 8 milioni di studenti dItalia con la messa in sicurezza di tutte e 42mila scuole di ogni ordine e grado. Si potrebbero bonificare i 57 SIN, (siti dinteresse nazionale), aree contaminate a tal punto da mettere in pericolo persino la salute di quei 9 milioni di cittadini che ci vivono. Basterebbero appena due anni di incentivi per risolvere a livello nazionale il problema della gestione dei rifiuti e superare definitivamente il sistema delle discariche. Per tamponare le emergenze del dissesto idrogeologico lo Stato stanzia 2 miliardi in 10 anni (4.800 interventi inderogabili contro i 15mila previsti dal PAI). Gli incentivi al solare costano 3 volte di pi in un decimo dellarco temporale. Con 6,5 miliardi allanno si potrebbero restaurare definitivamente Pompei, Ercolano, Paestum, la valle dei Templi, il Palatino, la Domus aurea, il Colosseo e altre centinaia di siti archeologici e musei che giacciono in condizioni precarie. Ci sono molti altri settori della green economy dove una cifra siffatta avrebbe prodotto risultati in termini ambientali e occupazionali molte volte maggiori. Se una modesta parte di questi incentivi, per esempio 1 miliardo allanno, fosse stata dedicata a progetti di sviluppo tecnologico probabilmente oggi avremmo la leadership del settore nel mondo. Invece Tratto da : www.climatemonitor.it/

Otto specie estinte che potremmo riportare in vita


Rinoceronte lanoso, mammut, dodo e moa, sono tra gli animali che scienza e tecnologia potrebbero far riemergere dalle nebbie del tempo di Brian Clark Howard 15 marzo 2013 Un addetto di un museo ispeziona una replica di mammut lanoso (Mammuthus primigenius), una specie che si estinta tra i 3.000 e i 10.000 anni fa. Nel marzo del 2012, scienziati russi e sudcoreani hanno annunciato una partnership per tentare di clonare il mammut e generarne un esemplare vivente.

mente suscettibile a processi di decadimento. "Non saremo mai davvero in grado di ricreare un genoma esatto, perch quando si hanno a disposizione solo brevi frammenti non esiste nessun modo per identificare il numero di ripetizioni delle sequenze", ha detto Poinar. Ma gli scienziati possono confrontare i frammenti tra loro per trovare aree di sovrapposizione, e mettere insieme i pezzi grazie anche alla mappatura e al confronto di quelle regioni con quelle del DNA del parente pi prossimo del mammut, l'elefante asiatico. "In teoria siamo in grado di utilizzare quelle informazioni per modificare i cromosomi esistenti con ci che immaginiamo possa essere valido per i mammut", ha detto Poinar. Il risultato sarebbe un elefantemammut ibrido, e una creatura del genere potrebbe teoricamente essere impiantata nel grembo di una madre surrogata elefante. Azzeccando la formula, la prole potrebbe essere un "mammut negli occhi di chi guarda", ha detto Poinar. Poinar stesso si posto qualche interrogativo sul perch gli scienziati puntino a fare una cosa del genere, e quali sarebbero le possibili conseguenze. " perch abbiamo questa necessit di spingere sempre pi in l i confini di ci che possibile, per il bene dell'innovazione?" Poinar si chiede: "Tutto questo darebbe ai movimenti per la conservazione qualcosa di nuovo ed entusiasmante, oppure genererebbe apatia, facendo nascere nelle persone pensieri tipo 'perch mai dovremmo preoccuparci di salvare le specie a rischio se siamo comunque in grado di farle tornare in vita?'". Secondo Poinar ci sono zone della Siberia che potrebbero ospitare le rinate popolazioni di mammut, che sarebbero probabilmente in grado di sopravvivere anche in un clima pi caldo. "Questo non significa che sia la cosa giusta da fare", ha aggiunto Poinar. "Per quanto al bambino che in me piacerebbe vedere queste specie fantastiche ripopolare tutto il nord, difficile vedere un motivo forte per cui dovremmo farlo, a meno che non pensiamo che questa tecnologia possa darci strumenti utili per la conservazione". A questo proposito Poinar ha detto che la vera vittoria sarebbe adattare tali tecniche utilizzandole a sostegno delle specie oggi minacciate di estinzione, come i gorilla di montagna. >>> Tratto da : www.nationalgeographic.it/

Dal Vaticano
Ratzinger, eredit viva Fisichella: ci ha indicato la centralit di Cristo
di Mimmo Muolo 4 marzo 2013 Sorprendente dallinizio alla fine. Da quella elezione avvenuta a 78 anni (cio 20 in pi dellet che aveva Giovanni Paolo II allinizio del suo pontificato) e dopo appena un giorno e mezzo di conclave, fino alla rinuncia compiuta dopo una profonda riflessione davanti a Dio e alla sua coscienza. E poi sorprendente nei gesti e nei discorsi, nella sua capacit di dialogare con la cultura e trasmettere il messaggio del Vangelo. In definitiva stato il Papa che ha creato stupore e meraviglia, perch se a molti era noto il pensiero di Joseph Ratzinger, pochi ne conoscevano laffabilit, la mansuetudine e lumilt. Questo papa Ratzinger visto da monsignor Rino Fisichella. Circondato dai libri, nello studio biblioteca del suo appartamento a due passi da piazza san Pietro, dove troneggiano tra gli altri i volumi di Hans Urs von Balthasar (che Benedetto XVI ha portato con s a Castel Gandolfo) e di Romano Guardini (che il Papa ha citato nel suo ultimo discorso, mercoled scorso) larcivescovo cui il Pontefice ora emerito ha affidato la responsabilit del nuovo dicastero per la promozione della nuova evangelizzazione ripensa a questi otto anni di pontificato e li vede fondati soprattutto su due pilastri: La centralit di Cristo e laffermazione che la Chiesa viva.

National Geographic ha chiesto a Hendrik Poinar, genetista molecolare e bioantropologo presso l'Ancient DNA Centre della McMaster University di Hamilton, Ontario, se davvero vedremo presto i giganteschi mammiferi terrestri vagare di nuovo per le steppe. Poinar parler delle emergenti tecnologie coinvolte in questi progetti in occasione della TEDx Conference on DeExtinction in programma il 15 marzo presso la sede della National Geographic Society, a Washington. "In alcune caverne, in Francia, esistono pitture rupestri con immagini di mammut che risalgono a 35.000 anni fa. Questi animali hanno alle spalle una storia incredibile", ha detto Poinar. Il team di Poinar isola materiale genetico da fossili e resti ben conservati, e utilizza sofisticati strumenti di sequenziamento e di analisi studiando cos l'estinzione delle specie, l'evoluzione e la diffusione di malattie infettive. Poinar ha lavorato con campioni relativamente ben conservati di carcasse di mammut rinvenute nello Yukon e in Siberia. I resti di mammut erano sepolti nel permafrost (suolo permanentemente gelato), spiega Poinar, per cui la degradazione del loro DNA era stata rallentata nel corso del tempo. Nel 2006, il laboratorio di Poinar ha cominciato a mappare grandi sezioni del genoma del mammut, grazie a sequenziatori di DNA di nuova generazione che possono analizzare rapidamente milioni di frammenti. Fattore importante, questo, perch anche gli esemplari meglio conservati di mammut hanno filamenti di DNA spezzettati e ridotti in numerose sequenze pi piccole, dal momento che la complessa molecola alta-

Osservazioni
Fin dalle prime copie dellAraldo, abbiamo sempre testimoniato la nostra convinta contrariet a questo sistema di spacciare lambientalismo, pertanto non proviamo stupore per larticolo, semmai rabbia. Diciamo quindi grazie alla miopia ambientalista e alle solite lobby di potere politico e industriale che hanno tirato i fili movendo le marionette, spennando nel contempo le famiglie italiane che devono pagare il conto per tutti!

Monsignor Fisichella, quindi la rinuncia non stata lunica sorpresa di Benedetto XVI. Certamente no. Basti pensare a come era stato presentato da certi media e a come ha saputo mostrare la sua vera personalit, ad esempio in certi viaggi (Gran Bretagna, Stati Uniti). La seconda sorpresa stata poi la capacit con cui ha trasmesso la profondit del suo pensiero, lui grande teologo e memoria viva del Concilio, in una semplicit di linguaggio. Cos abbiamo scoperto anche un grande predicatore e un grande catecheta. Quindi quali sono i pilastri di questo pontificato?

ITALIA REALE

Innanzitutto la centralit di Cristo. Benedetto XVI ci ha ricordato ci che lessenziale del cristianesimo. Poteva sembrare una constatazione ovvia, ma il Papa lha riproposta con intelligenza e con forza come lorizzonte sul quale far convergere gli sguardi. Quanto alla Chiesa, poi, pur con tutte le difficolt, egli ha sempre tenuto a sottolineare dal primo allultimo dei suoi discorsi che essa viva e presente. Del resto basta vedere quanto avvenuto in questi giorni per rendersene conto. E ci contraddice certa stampa che pretende di delineare le cause della decisione di Benedetto XVI in base a fatti, pur sempre gravi, ma solo contingenti. Eppure si ha limpressione che questo Papa non sia stato capito. Piuttosto non lo si voluto capire. Soprattutto da parte di una certa cultura che ha rigettato il suo messaggio. Benedetto XVI infatti ha proposto un insegnamento basato sul Vangelo e sostenuto da un pensiero forte. Ricordo ad esempio il discorso al College des Bernardins, a Parigi, quando afferm la cultura sempre in movimento e questo movimento un ricercare Dio. Quindi una cultura che non ricerca Dio non solo non coerente con se stessa ma devia dal suo percorso naturale. Si immagini che cosa significa questo per i sostenitori del secolarismo, che prescinde completamente da Dio. Oppure si pensi ai discorsi in cui ha parlato della necessit di una intelligenza della fede per capire pi a fondo la realt, quando invece il pensiero scientifico vorrebbe relegare la religione nel privato se non proprio nel pietistico. E ancora: linsistenza come ad esempio nellintervento al parlamento tedesco sul rispetto della vita e del creato, che proprio in quanto creato chiede responsabilit, a fonte di un utilizzo invece strumentale della creazione da parte di tante multinazionali. Tutto questo stato davvero dirompente per le centrali del pensiero debole e questo spiega perch spesso non si voluto comprendere il messaggio del Papa. Ma la resistenza penetrata anche allinterno della Chiesa o questa solo una costruzione mediatica? La resistenza nella Chiesa stata fortunatamente limitata ad alcuni pensatori che hanno voluto vedere nel magistero di Benedetto XVI solo lespressione della sua personale teologia. Con molta probabilit, stata invece la dimensione liturgica che pu avere coagulato forme di "contestazione", soprattutto da parte di alcune frange che non hanno compreso il vero motivo che stava alla base del pensiero di Benedetto XVI. Il Papa ci ha ricordato infatti che non pu esserci discontinuit nella interpretazione della Parola di Dio e nella liturgia. Perci c un solo rito e in questo rito hanno diritto di cittadinanza le due forme: quella ordinaria voluta dal Concilio e anche, per chi lo desidera, quella straordinaria.

Il Papa ha insistito sul Concilio reale, abbandonando invece quello virtuale. C ancora molto da realizzazione del Concilio Vaticano II? S. E tra i contenuti pi urgenti c la costituzione Dei Verbum che stata letta solo a met. Soprattutto deve essere ripresa la parte in cui si parla della trasmissione della fede e della ispirazione della Parola che non degli uomini, ma di Dio. In definitiva come immagina la Chiesa con un Papa emerito orante e quello che il Conclave sta per eleggere? Benedetto XVI ancora una volta ci mostra lessenziale, cio il mettersi davanti a Dio e invocarlo. Ma la Chiesa anche popolo in cammino che ha ben presente la sua missione e la sua meta. Sa quindi di avere alle spalle una storia di santit e di amore, nonostante le infedelt di alcuni cristiani, e sa che in questo cammino deve coinvolgere gli uomini e le donne del nostro tempo. Io credo che realmente limmediato della Chiesa lasciatoci da Benedetto XVI sia la nuova evangelizzazione, da intraprendere con fedelt, entusiasmo e intelligenza e credo che questo lo si debba fare in modo particolare nellOccidente, il quale sta perdendo sempre di pi la propria identit perch ha perso le proprie radici e non sa pi chi e dove sta andando. Benedetto XVI, nellultimo discorso ai cardinali ha ricordato: Noi abbiamo portato speranza. Dunque anche il prossimo Papa avr questa missione: dare speranza al mondo di oggi attraverso una rinnovata e sempre pi convinta opera di evangelizzazione. Tratto da : www.avvenire.it/ ________________________________

della Santa Sede ha esordito nell'incontro odierno con la stampa internazionale. Lo stile di papa Francesco. Padre Lombardi - secondo quanto riportato dalla Radio Vaticana - dopo aver atto alcune annotazioni sul discorso di questa mattina che sono abbastanza caratteristiche - ha detto dello stile di questo Papa. Ad esempio ha ricordato il direttore della Sala Stampa vaticana si rivolge ai cardinali chiamandoli 'fratelli', 'fratelli cardinali' e non 'signori cardinali' come era forse abituale per le nostre orecchie che poi ha fornito altre informazioni sullattivit di papa Francesco e su come ha passato la giornata.

so, per venire a Roma in questa occasione e che facciano una offerta, un atto di solidariet invece per i poveri. Un atteggiamento non nuovo a papa Bergoglio che si comport nello stesso modo quando Giovanni Paolo II lo cre cardinale nel 2001. Una campagna calunniosa. Padre Lombardi si poi riferito alle accuse che sono state sollevate sul passato del nuovo Papa nel tempo della dittatura. Sono accuse - ha detto che erano un tema gi di molti anni fa, che per adesso in Argentina stato risollevato in questa occasione. Quindi ha ricordato in proposito una dichiarazione importante di Prez Esquivel che ha detto che non cera compromissione del cardinale

Il pranzo con i fratelli cardinali. Il direttore della Casa Santa Marta ha detto che quando papa Francesco va per i pasti, per la cena o per il pranzo, di solito arriva che i cardinali sono gi arrivati allora va a trovare un posto che sia libero: non ha un posto particolare per lui e va a mettersi a un tavolo dove trova un posto libero, dove ancora pu inserirsi. Con molta naturalezza. La vicinanza alla gente comune. Questa mattina - ha proseguito - ha celebrato la Messa alla 7.00 nella Cappella di Santa Marta e molti cardinali hanno desiderato concelebrare con lui. Il Papa ha fatto un piccola omelia, spontaneamente, sul Vangelo e sulle Letture della Messa. Il direttore della Casa di Santa Marta, che stato anche direttore alla Casa di Via della Scrofa, dove il Papa alloggiava in questi giorni - ha riferito padre Lombardi - ha detto che il suo passaggio ieri stato veramente molto commovente, perch si vedeva che conosceva personalmente e bene tutti i dipendenti, chiedeva loro notizie della loro figlioletta o della moglie Tutti piangevano di commozione. Quindi unesperienza di una persona molto vicina alla gente comune, anche agli impiegati e ai lavoratori. Padre Lombardi ha poi raccontato della telefonata la sera dell'elezione al Soglio pontificio da parte del Papa al Nunzio apostolico in Argentina, l'arcivescovo Tscherrig, per far sapere ai vescovi e i fedeli a non venire a Roma per la Messa di inaugurazione: non c bisogno che facciano un lungo viaggio, molto costo-

Padre Lombardi: campagna calunniosa e diffamatoria contro Papa Bergoglio


della Redazione online 15 marzo 2013 Benvenuti ancora una volta per questo incontro - ha detto padre Federico Lombardi - in cui accompagniamo il Pontificato nei suoi primi passi, con molta gioia e con molto entusiasmo. Ieri pomeriggio, abbiamo potuto partecipare con la trasmissione televisiva, alla prima concelebrazione del nuovo Papa con i cardinali elettori nella Cappella Sistina. Eravamo molto attenti al suo stile, che si manifestato - ancora una volta - semplice, diretto. In particolare abbiamo seguito la sua omelia: abbiamo visto che era una omelia breve, che ha voluto dare senza leggere un testo, ma in modo diretto, spontaneo, molto incisivo con le tre parole 'camminare', 'edificare', 'confessare'. Quindi ci ha dato una impressione di chiarezza, semplicit, ma anche grande forza di messaggio. Con queste parole il portavoce

Bergoglio con la dittatura. Una dichiarazione, quindi, da prendere con molta attenzione perch Prez Esquivel non tradizionalmente favorevole alla Chiesa. Bergoglio non stato complice della dittatura, Le circostanze del Paese erano tali per cui la maggioranza della popolazione era vittima della dittatura. Lo ha ripetuto con fermezza, in un'intervista concessa al Sir, il premio Nobel per la pace Adolfo Perez Esquivel, 82 anni, argentino, militante dei diritti umani, che ha passato diversi anni in carcere, sotto tortura, durante il periodo della dittatura. Inoltre ha riportato ancora padre Lombardi: Questa mattina un sacerdote, un gesuita ungheresetedesco, che uno dei due - quello sopravvissuto - sacerdoti che erano stati sequestrati molti anni fa e che erano loggetto dellepisodio a cui si rivolgono queste accuse, ha fatto questa mattina in Germania, in tedesco, una dichiarazione in cui racconta la vicenda e in cui dice che poi, dopo questa vicenda, aveva incontrato - anche con laltro che era ancora vivo - Bergoglio, che era allora vescovo di Buenos Aires: avevano concelebrato la Messa insieme, avevano avuto una pubblica e piena manifestazione di armonia e di accordo. Padre Lombardi ha poi letto una sua dichiarazione, come riporta anche Radio Vaticana: La campagna contro Bergoglio ben nota e risale gi a diversi anni fa. E portata avanti da una pubblicazione caratterizzata da campagne

a volte calunniose e diffamatorie. La matrice anticlericale di questa campagna e di altre accuse contro Bergoglio nota ed evidente. Laccusa si riferisce al tempo in cui Bergoglio non era ancora vescovo, ma Superiore dei Gesuiti in Argentina, e a due sacerdoti che sono stati rapiti e che lui non avrebbe protetto. - questa era laccusa - Non vi mai stata unaccusa concreta credibile nei suoi confronti. La Giustizia argentina lo ha interrogato una volta come persona informata sui fatti, ma non gli ha mai imputato nulla. Egli ha negato in modo documentato le accuse. Vi sono invece moltissime dichiarazioni che dimostrano quanto Bergoglio fece per proteggere molte persone nel tempo della dittatura militare. E noto il ruolo di Bergoglio una volta diventato vescovo - nel promuovere la richiesta di perdono della Chiesa in Argentina per non aver fatto abbastanza nel tempo della dittatura. Le accuse appartengono quindi alluso di analisi storicosociologiche del periodo dittatoriale fatte da anni da elementi della sinistra anticlericale per attaccare la Chiesa e devono essere respinte con decisione. Padre Lombardi ha quindi ribadito che le accuse non sono attendibili e non hanno motivo, anche oggi, in qualche modo, di mettere unombra sulla figura del nuovo Papa. Tratto da : www.avvenire.it/

no: lartefice del cambiamento Recep Tayyip Erdogan. Il premier turco rappresenta un vero e proprio punto di non ritorno nella vita politica dalla nascita della Repubblica turca, tanto che ormai quasi tutti lo considerano lAtaturk (fondatore della Turchia moderna nel 1923 nrd) con connotati religiosi. Di carattere forte, secondo molto autoritario, Erdogan in questi 10 anni finito pi volte sui giornali con laccusa di voler islamizzare il Paese, utilizzando lingresso in Unione Europea solo per indebolire lo strapotere dei militari, da sempre strenui difensori dello Stato moderno e laico fondato da Atatrk. Gi durante il suo mandato da sindaco di Istanbul, dal 1994 al 1998, il futuro premier aveva fatto parlare di s per aver criticato i dipendenti dal comune che servivano bevande alcoliche, e perch non stringeva la mano alle donne.

Gli appelli di Erdogan alle donne turche a fare almeno tre figli sono allordine del giorno. Dietro le sue parole si cela anche il timore per il peso demografico della componente curda, concentrata nel Sud-Est del Paese e dove non hanno problemi di natalit. Ma parallelamente ha portato avanti una campagna serrata contro laborto, minacciando di cambiare la legge, che attualmente fissa linterruzione di gravidanza a 10 settimane, e una vera e propria crociata contro una telenovela, campione di ascolti in Turchia e allestero, rea di aver ritratto il sultano Solimano il magnifico come troppo dedito allalcol e troppo succubo delle donne. Infine, in questi anni, la Turchia di Recep Tayyip Erdogan finita pi volte nellocchio del ciclone per la questione della libert di stampa e pressioni sui media. Al momento oltre 70 giornalisti si trovano in carcere con laccusa di associazione a organizzazione terroristica. Nei giorni scorsi il quotidiano Milliyet ha sospeso per due settimane Can Dundar e Hasan Cemal, due fra le firme pi note del giornalismo turco, che avevano messo in luce i retroscena sulla trattativa segreta fra Stato turco e Pkk, il partito dei separatisti curdi, il che aveva profondamente irritato il premier. Tratto da : www.lastampa.it/

Grecia: il grande successo delleuro secondo gli eurocrati


di Michele Rallo 23 marzo 2013 La situazione in Grecia gi precipitata da qualche mese. Ma la stampa europea non ne ha praticamente fatto cenno, perch non bisognava avvantaggiare i partiti populisti prima delle elezioni italiane e delle prossime elezioni tedesche. In Grecia si ricorder dopo un risultato elettorale che aveva premiato le forze populiste (di destra e di sinistra), sono state indette nuove elezioni allinsegna di una propaganda di regime che mirava a terrorizzare gli elettori: se prevarranno ancora i populisti la Grecia sar espulsa dallUnione Europea e precipiter nel caos.

Osservazioni
Lanticlericalismo, al pari dellambientalismo, una sorta di parareligione in cui crede la sinistra italiana, dalla quale occorre difendersi con energia. Costoro, sarebbero capaci di accusare anche San Francesco in persona, altro che il neo eletto Papa. storia infatti, che il Santo povero, si rec a parlamentare con il Saladino durante le Crociate. Un fiancheggiatore del terrorismo

La sua nomina a primo ministro, avvenuta ufficialmente nel 2003, lo ha portato a pi miti consigli, ma per poco. dello stesso anno il tentativo del primo governo Erdogan di fare entrare gli studenti delle imam-hatip (scuole vocazionali islamiche) alluniversit. La legge venne bloccata dallintervento dellallora presidente Ahmet Necdet Sezer, ultralaico e gradito allestablishment militare. Nel 2008 ritorna la tensione sociale per una legge, approvata in parlamento grazie allaiuto dei nazionalisti del Mhp, che consente il velo islamico nelle universit, gi negato da una sentenza del 1989 della Corte Costituzionale. Sar proprio lAlta Corte a bocciare il provvedimento, ritenendolo contrario ai principi laici dello Stato. Oggi il divieto viene ampiamente disatteso, anche per una circolare dello Yok, la Conferenza dei rettori, del 2010 che invitava i responsabili degli atenei a non fare differenze basate sullabbigliamento. Le elezioni del 2011 hanno segnato un punto di svolta nella politica del premier, che al terzo consenso elettorale sempre maggiore, ha modificato la sua strategia comunicativa, accentuandone le componenti conservatrici. Nel 2012 viene approvata la riforma scolastica che consente ai genitori di inviare i bambini alle scuola vocazionali gi dallet di 10 anni. In alcuni quartieri di Istanbul scoppia la polemica per alcuni studenti trovatisi iscritti dufficio alle imam-hatip e non in istituti laici come avevano richiesto, per mancanza di posti. Il premier dice: alleveremo generazioni di giovani devoti.

Osservazione personale
di Alberto Conterio Dellavanzamento dellIslam nella societ turca, siamo tutti indirettamente responsabili. Dopo ave viaggiato molte volte in Turchia per lavoro negli ultimi 20 anni, ho sempre asserito che la Turchia era un Paese da attrarre il prima possibile nella Comunit Europea. Pu sembrare strano detto da me, che ho sempre predicato contro lEuropa e resto a maggior ragione contro anche oggi, ma se Europa deve essere, possiamo fare a meno degli Inglesi, o dei Paesi scandinavi, ma non della Turchia, perch la Turchia resta una porta aperta verso loriente. Una porta quindi che meglio controllare, perch, molto pi comodo avere 80 milioni di turchi entusiasti dessere europei anche se moderatamente mussulmani, invece di avere domani (e tutto fa ormai presumere che ci avverr) 80 milioni di ferventi mussulmani contro. Politiche nord europee, ancora una volta miopi di una classe politica e finanziaria che ha gabbato lEuropa, instillando nella gente a maggioranza cristiana la paura del mussulmano con la mano destra, mentre con la mano sinistra ci privava proprio dei nostri valori cristiani. Siamo quindi rimasti soli, senza valori a dover fronteggiare domani un nuovo avversario motivato. Complimenti!

Dallestero
La rivoluzione di Erdogan: pi velo e meno libert
della Redazione online 11 marzo 2013 Pi che lislamizzazione una rivoluzione culturale. Piaccia o no, dal novembre del 2002, data in cui lAkp, il Partito islamico-moderato per la Giustizia e lo Sviluppo, prese il potere per la prima volta, la Turchia cambiata. Per molti sono aumentati gli standard democratici e il benessere. LAkp continua a essere rieletto con percentuali plebiscitarie, ma c chi teme per la tenuta della libert. Su una cosa tutti concorda-

I greci come si sa hanno abboccato allamo e sono tornati a votare per i partiti europeisti. Risultato: stato creato un governo responsabile che ha accettato le ricette iugulatorie della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale. E il caos quello vero, quello destinato a durare ben pi di qualche mese arrivato. In Grecia anche se la stampa indipendente si guarda bene dal darne notizia siamo agli assalti ai supermercati, siamo alla caccia allimmigrato accusato di rubare ai greci non pi un lavoro (che non c) ma un piatto di minestra alla mensa dei poveri, siamo alla fame vera, con i bambini che svengono in classe per la denutrizione, siamo alla scomparsa della sanit pubblica, con fasce sempre pi larghe di cittadini ellenici che ricorrono per le cure alle ONG, cio alla carit, siamo addirittura alla vendita di pezzi di territorio nazionale agli stranieri: un intero arcipelago (le sei isole delle Echinadi) stato ceduto allemiro del Qatar per un piatto di lenticchie, 8 milioni e mezzo di euro, il prezzo di una azienda agricola italiana di media grandezza. Perch questo? Perch in Grecia (e a Cipro, un pezzo di Grecia che la diplomazia occidentale vuole forzatamente mantenere divisa dalla madrepatria) le ricette europee in salsa tedesca hanno portato alle uniche conseguenze logicamente possibili: innanzitutto, un indebitamento progressivo cui impossibilitato a battere una propria moneta lo Stato deve far fronte indebitandosi ulteriormente con i mercati e con gli organismi europei che forniscono gli aiuti; e, come ulteriore conseguenza, un ricorso alla pi crudele macel-

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leria sociale per sottostare ai diktat di chi concede i prestiti a strozzo. Di fronte a questa situazione, come dimenticare la cinica dichiarazione (ancor oggi reperibile su You Tube) che stata resa ai microfoni de La 7 dal pi autorevole eurocrate nostrano, il professor Mario Monti? Trascrivo fedelmente: Oggi, secondo me, stiamo assistendo, non un paradosso, al grande successo delleuro. E qual la manifestazione pi concreta del grande successo delleuro? La Grecia. () Quale caso di scuola si sarebbe mai potuto immaginare caso limite di una Grecia costretta a dare abbastanza peso alla cultura della stabilit e che sta trasformando s stessa? Certo che la Grecia sta trasformando s stessa: da nazione con un tenore di vita collocato nella fascia medio-alta delle classifiche mondiali, a nazione con una economia da paese sottosviluppato. La stessa trasformazione che attende lItalia, se rester ancora nellUnione Europea. Tratto da : www.ereticamente.net/ ________________________________

rersi malato di dati economicofinanziari e centrata su un nuovo umanesimo, che pone al centro lindividuo con i suoi diritti, le sue aggregazioni, rispettose le une delle altre, trattato dalluniverso economico come una risorsa, non pi come una merce o una macchina. E come nel libro, anche a voce per lui non ci sono dubbi: Restando cos le cose la catastrofe levento pi probabile. Perch attualmente la societ e la politica non sono in grado di produrre attori capaci di gestire il cambiamento. E quando parlo di attori mi riferisco a organizzazioni sociali, partiti politici, linsieme degli intellettuali. E il caso italiano emblematico di questa situazione, col suo debito pubblico, con la sua forte accentuazione dei problemi legati allo spread. E finora, secondo lui, sono state adottate le cure sbagliate. Da quando in Europa si affacciato il liberismo, le crisi si sono succedute le une alle altre e nei fatti gli unici interventi messi in campo sono stati finanziari, con rinnovate distribuzioni di soldi alle banche. Allo stesso modo la crisi attuale non gestita dalla politica, ma dalla Banca centrale europea, che si muove con le stesse logiche. Questo un paradosso, oltre che la conferma dellinconsistenza della politica, sia in ambiente conservatore che in quello socialdemocratico, con la sinistra completamente spiazzata dagli eventi attuali, in particolare dal processo di destrutturazione della societ industriale. Le nostre istituzioni non hanno la capacit di affrontare e risolvere n i problemi economici, n le urgenze dellecologia. Nei fatti gli essenziali legami fra la politica, leconomia e la societ sono stati spezzati dalla globalizzazione della finanza, sulla quale nessuno riesce pi a esercitare il controllo. Il rischio vero nel riproporsi di derive autoritarie, come quelle generate dalla crisi economica e sociale che ha sconvolto lOccidente dopo la prima guerra mondiale. E quando parla di destrutturazione della societ industriale, Touraine si riferisce allincapacit del capitalismo industriale di far fronte, oggi come allora, agli imperativi della crisi, anche a causa del progressivo disimpegno del settore pubblico dallindustria. Attenzione, per, spiega il sociologo, non si pu pensare di fare un salto indietro nel tempo e di risolvere il problema riproponendo ricette economiche antiche, perch la conseguenza sarebbe il ripetersi di nuove crisi sempre pi gravi. Lunica soluzione possibile nasce dalla contrapposizione del tema morale al tema economico. In sostanza bisogna ricostruire una societ in cui i padroni delleconomia siano obbligati dallo Stato a tener conto degli interessi degli individui, che vogliono essere rispettati, non continuare a subire e essere umiliati. Intanto, per evitare il rischio immediato di catastrofe, con derive autoritarie e

violente, bisogna rilanciare il capitalismo industriale, seppure in termini nuovi, per ridare vitalit alle realt sociali esistenti. Contemporaneamente bisogna porre le basi di una societ nuova, fondata sui principi etici universali che sono contenuti nella Carta dei diritti delluomo. La lotta per laffermazione sociale di questi diritti deve fronteggiare il predominio del capitale finanziario, che fondato su logiche speculative contrarie a ogni diritto, ribadendo che la democrazia, che trasforma gli individui in cittadini responsabili, la condizione prima del rilancio economico e sociale. Tratto da : www.avvenire.it/ ________________________________

"Dallinizio di marzo gli agenti si sono imbattuti in altri 120 casi simili", ha aggiunto il portavoce. Tratto da : www.ilgiornale.it/

Osservazioni
Fosse vero almeno! Larticolo per, vale un riflessione, in quanto chiunque ormai si sente di poter criticare o accusare lItalia, addirittura i tedeschi! ________________________________

Berlino attacca l'Italia: "Spinge gli immigrati del Nord Africa da noi"
Per il ministro degli Interni Joachim Herrmann, il nostro paese d all'immigrato "un permesso di soggiorno temporaneo Schengen e 500 euro per fargli lasciare lItalia" di Luca Romano 15 marzo 2013 La Germania attacca l'Italia. L'accusa, mossa dal ministro degli Interni bavarese Joachim Herrmann, quella di spingere gli immigrati illegali nordafricani verso altri paesi Schengen.

Parigi, centinaia di migliaia in piazza Nozze gay, non cederemo


della Redazione ondine 25 marzo 2013 Centinaia di migliaia di persone hanno marciato ieri nel centro di Parigi, per dire no ai matrimoni gay. La folla - un milione e 400mila persone per gli organizzatori, qualche centinaia di migliaia secondo la polizia ha tentato di raggiungere gli Champs Elysees ma stata bloccata dalla polizia che ha usato i lacrimogeni e le cariche per disperdere i pi esagitati. La manifestazione era diretta contro il disegno di legge per legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso e la possibilit che le coppie gay adottino figli, gi approvato dalla Camera bassa e che ad aprile approder al Senato per il varo definitivo. L'imponente corteo si snodato lungo cinque chilometri, dal distretto finanziario della Defence fino all'Arc de Triomphe, all'inizio dei viali simbolo della capitale francese. La polizia ha confermato l'uso dei lacrimogeni "per disperdere 100-200 persone che cercavano di forzare i blocchi".

La finanza pu travolgere l'Europa


Intervista ad Alain Touraine di Roberto I. Zanini 14 marzo 2013 Poich lindividuo non si misura in dollari, bisogna mettere fine al dominio delleconomia sulla societ. La crisi il risultato della rottura, imposta da chi gestisce la finanza mondiale, fra i loro interessi e quelli dei cittadini. Alain Touraine a Roma per un ciclo di conferenze alla facolt di Sociologia della Sapienza. arrivato da Parigi ieri pomeriggio e si subito buttato nella bolgia di unaula universitaria piena di studenti e di professori accorsi per ascoltare uno dei pi grandi sociologi viventi. Oggi e domani sono previsti altri quattro incontri. Loccasione formale la presentazione del suo ultimo libro, Dopo la crisi. Una nuova societ possibile uscito in Italia per leditore Armando (pp 192, euro 18), che non solo unanalisi sociologica, quasi antropologica, della crisi economica, ma anche il tentativo di proporre soluzioni che svincolino definitivamente la societ e la politica dai diktat delleconomia. Touraine ha 88 anni, una celebrit accademica, ma si muove fra i ragazzi alla stregua di un qualunque altro dei loro molto pi giovani professori. Gli parliamo poco prima della conferenza appena sceso dallaereo, davanti a un romanissimo "cappuccino e cornetto", in sostituzione del perduto pasto di mezza giornata. Nel libro disegna unEuropa che rischia dessere travolta dalla crisi economica. Per lui il problema non tanto economico, ma sociale. La sua ricetta la costruzione di una societ nuova, emancipata da questo rincor-

" sfacciato il comportamento del governo italiano, che oltre a un permesso di soggiorno temporaneo per larea di Schengen mette in mano agli immigrati nordafricani illegali anche 500 euro per fargli lasciare lItalia", ha attaccato l'esponente del governo teutonico, secondo quanto riporta la Dpa. Il ministro bavarese ha dunque chiesto un intervento a livello europeo del ministro tedesco degli Esteri, Guido Westerwelle, per rimediare alla situazione. Le proteste di Herrmann sono arrivate dopo che la polizia tedesca ha fermato lungo lautostrada austriaca Inntal (A12), sei migranti africani e iracheni su un pullman di linea italiano diretto in Germania. Secondo quanto reso noto da un portavoce della polizia di Rosenheim, cittadina bavarese al confine con lAustria, i migranti volevano trasferirsi in Germania, cosa che il permesso temporaneo concesso in Italia non gli avrebbe permesso.

I manifestanti hanno chiesto al governo di ritirare il provvedimento e di sottoporlo a referendum. La Francia del no, comunque, sembra pi determinata che mai. I leader della Manif pour tous (Manifestazione per tutti) sono convinti che al Senato, dove la bozza sar discussa a partire dal 4 aprile e dove la maggioranza di sinistra minima, il fattore coscienza potrebbe davvero risultare decisivo. AllAssemble, cerano gi stati dei franchi tiratori e nelle ultime ore i segnali incoraggianti non mancano.

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Sembrano intanto aprirsi nuove brecce nel bunker politico attorno alla contestatissima bozza. La guardasigilli Christiane Taubira, lex attivista originaria della Guyana che ha coordinato la redazione della bozza, continua ad assicurare che il dossier sar chiuso entro lestate. Ma sembra una previsione funzionale soprattutto a contrastare i dubbi profondi che gi serpeggiano alla Camera alta, dove certi senatori parlano apertamente di bozza raffazzonata e dove soprattutto circolata una nota giuridica confidenziale sul forte sospetto dincostituzionalit del cosiddetto matrimonio per tutti. Ai senatori, in proposito, appena giunta una vibrante lettera aperta di 170 fra i pi noti docenti universitari di diritto pubblico, costituzionale, privato e di storia del diritto. Linvito a bocciare la bozza in toto non potrebbe essere espresso in modo pi chiaro e acceso. I senatori devono assumere le loro responsabilit di fronte alla storia poich occorre proteggere le donne e i bambini contro un testo che, sotto lapparenza di buone intenzioni, si rivela quello della schiavit moderna delle donne e della nuova tratta dei bambini!, gridano alto e forte i 170 guardiani del diritto usciti allo scoperto. Sono parole pesanti come macigni e che ricalcano in gran parte la stessa identica posizione difesa fin dalla scorsa estate dalla Chiesa cattolica, affiancata in seguito vieppi anche dai rappresentanti di tutte le altre principali confessioni religiose. Intanto, nelle ultime ore, 4 vescovi i monsignori Jean-Pierre Cattenoz (Avignone), Marc Aillet (Bayonne), Dominique Rey (Tolone) e Raymont Centne (Vannes) hanno apertamente invitato i fedeli a recarsi a Parigi per protestare. Inoltre, sui senatori, scelti in modo indiretto da grandi elettori che sono in gran parte dei sindaci, pesa sempre pi proprio la pressione degli amministratori locali. Il Collettivo dei sindaci per lInfanzia, frontalmente opposto alla bozza Taubira, continua a registrare nuove adesioni, giunte ormai a quota 20mila. E un fortissimo segnale giunto a Parigi pure dai popolosi territori e dipartimenti dellOltremare, decisivi meno di un anno fa nellaffermazione presidenziale del socialista Franois Hollande. Se in generale, secondo un sondaggio Ifop, solo il 39% dei francesi preferisce la bozza alle altre ipotesi (senza adozioni gay) discusse nel dibattito, nelle popolose Antille solo il 12% degli intervistati favorevole (sondaggio Harris). La Taubira viene fra laltro massicciamente bocciata dai suoi stessi elettori della Guyana, dove i favorevoli sono appena il 33%. Nonostante un residuo clima di silenzio assecondato da molti media fra i pi influenti, tutti questi fattori peseranno di certo al Senato, accanto alla sempre pi diffusa ondata di delusione verso lesecutivo socia-

lista, divenuto in pochi mesi il pi impopolare della Quinta repubblica. La maschera sta per cadere, sussurrano fiduciosi tanti militanti. Tratto da : www.avvenire.it/

Storia e tradizioni
Il massacro dei lumi I gufi maledetti che in Vandea si opposero alla Rivoluzione.
La Francia dibatte se riconoscere il genocidio di Giulio Meotti 18 marzo 2013 La Vandea nomen omen del massacro di innocenti, al pari della notte di San Bartolomeo, di Guernica, di Srebrenica. Eppure in Francia, a distanza di oltre due secoli, la Vandea resta uno scandalo difficile da maneggiare. La parola Vandea fino a pochi anni fa era sinonimo di cattolico reazionario. Sono i chouans, gufi maledetti. Baciapile, nemici della Rivoluzione, servi dei nobili, sanguinari. Di Vandea si tornati a parlare in Francia, in Parlamento, sui giornali e sugli schermi televisivi. LUmp, il partito di opposizione, ha presentato in Assemblea nazionale un disegno di legge che ha lo scopo di riconoscere il genocidio vandeano, che ebbe luogo, a pi riprese, tra il 1793 e il 1796 per opera delle truppe rivoluzionarie di Robespierre nei confronti degli abitanti della regione contadina della Vandea. I sostenitori della tesi del genocidio parlano di una congiura del silenzio, in cui la politica e la storiografia avrebbero cospirato perch cadesse nelloblio il grande sacrificio dei vandeani, colpevoli di aver difeso le loro convinzioni religiose contro il nuovo potere ateo e giacobino. Le colonne infami repubblicane compirono spietati massacri contro i vandeani, lasciando sul terreno dai duecentocinquanta ai trecentomila morti. Se approvasse la proposta sul genocidio, la Repubblica accetterebbe per la prima volta di guardarsi allo specchio, ha scritto sulla rivista Causeur lo storico Frdric Rouvillois. Per la prima volta riconoscerebbe il terribile delitto che ha segnato linizio della propria storia. Di parere opposto lo storico della Rivoluzione francese, Jean-Clment Martin: I crimini sono crimini, ma manca la logica. Significa che i vandeani non furono sterminati in quanto tali, ma sono stati vittime di una guerra civile. Lo spiega cos Alain Gerard: La Rivoluzione non poteva ammettere che il popolo si ribellasse contro di lei. Per questo la Vandea doveva scomparire. La tesi del genocidio stata portata avanti da Reynald Secher, uno dei maggiori storici delle guerre vande-

ane, secondo il quale quelle rappresaglie non corrispondono agli atti orribili, ma inevitabili, che si verificano nellaccanimento dei combattimenti di una lunga e atroce guerra, ma proprio a massacri premeditati, organizzati, pianificati, commessi a sangue freddo, massicci e sistematici, con la volont cosciente e proclamata di distruggere una regione ben definita e di sterminare tutto un popolo, di preferenza donne e bambini (Il genocidio vandeano, Effedieffe Edizioni, Milano 1989). La Vandea oggi mito e tab, tanto che il massacro alla chiesa di Petit Luc a Roche sur Yon viene accostato a quello nazista di Oradour nel 1944. Il leader della gauche militante Jean-Luc Mlenchon ha protestato vivacemente per un programma televisivo andato in onda su France 3, dove Robespierre viene chiamato il boia della Vandea (le bourreau de la Vende).

Anche il settimanale Nouvel Obs attacca il documentario di Franck Ferrand, in cui le armate giacobine vengono accostate alle Einsatzgruppen naziste. I preti che insorgono in Vandea erano chiamati corvi neri. Scortate da gendarmi mal vestiti, con la coccarda tricolore sui cappellacci, le carrette della Rivoluzione erano cariche di questi preti refrattari detti inserments, quelli che non hanno giurato, che hanno mantenuto fedelt allautorit del Pontefice, cancellata per decreto. Georges Jacques Danton avrebbe voluto fare un mazzetto di tutti i preti refrattari su cui si riusciva a mettere le mani, imbarcarli a Marsiglia e scaricarli da qualche parte sulle coste dello stato della chiesa, come una trentina di anni prima Sebastio Jos de Carvalho y Melo, marchese di Pombal, illuminato primo ministro dellilluminato re Giuseppe I, aveva tentato di fare con i gesuiti espulsi dal Portogallo. Tutti i libri in latino, fossero pure i Colloqui di Erasmo da Rotterdam, finirono nel fuoco. I preti nella trappola di Rochefort furono pi di quattrocento. Nelle loro ciotole di legno la Rivoluzione vers solo carne putrida, merluzzo andato a male, malsane fave di palude. Lacqua era infetta. A chi ne chiedeva di pi, i fidati seguaci della Dea Ragione rispondevano di servirsi pure, mostrando a dito loceano. Vi furono presto casi di delirium tremens, di

follia. In poche settimane fu unecatombe di sacerdoti. I guardiani abbandonarono la nave. I morti venivano scaraventati in mare o seppelliti nella palude. Per non sbagliare qualcuno venne sepolto mentre ancora respirava. In Vandea la guerra non ebbe un centro, ma era dappertutto, perch ovunque vi fosse un vandeano, fanciullo o adulto, uomo o donna che fosse, l per la Repubblica si trovava un soldato nemico. Nessuna delle regole dellantica arte militare fu rispettata in quella guerra, perch fu la prima guerra moderna, in cui dei civili si fece carne da macello. In Vandea le armi principali furono le preghiere nelle chiese solitarie, le corone di rosario agli occhielli, i sacri cuori cuciti agli abiti, le processioni e le riunioni nei boschi, i giuramenti di rifiutarsi al reclutamento, i racconti dei miracoli, fu la rivolta di tutto un popolo, in cui le congiure erano nascoste dietro laltare di ogni borgo contadino. I sacerdoti officiarono nelle brughiere e nelle paludi. Per primi sarmano i contadini. Mentre altrove in Francia sono state le classi superiori ad avere spinto il popolo, nella Vandea cristianissima il popolo a incitare le classi superiori. A dispetto di certa storiografia, i contadini della Vandea non erano monarchici pi di altri, non furono supini sostenitori dellAncien Rgime. Erano profondamente cattolici. Lorigine di questa fedelt vandeana alla chiesa ebbe radici antiche, affonda in un passato di simpatie calviniste e nellopera di catechizzazione dei missionari della Compagnia di Maria e delle Figlie della Saggezza. Il generale vandeano era un venditore ambulante. Si chiamava Jean Cathelineu, per tutti il santo dAnjou. E intento a impastare il pane, quando sente la voce che gli comanda di alzarsi e mettersi a capo di questa guerra santa. Guida una folla armata di falci, bastoni e pochi fucili, in cui le donne, nei campi e nei boschi, pregano in ginocchio per la vittoria dei loro mariti e figli. Da ogni angolo della regione si leva un augurio che un grido di odio verso i giacobini e il loro ateismo. I vandeani conquistano le citt e poi le abbandonano. La facolt di dissolversi e ricomporsi la loro forza e la loro debolezza. Guidati dal santo di Anjou attraversano a decine di migliaia la Loira per liberare Nantes, per coinvolgere nella loro guerra i fieri chouans realisti della Bretagna. Papa Karol Wojtyla ha beatificato, durante il suo pontificato, 164 di questi martiri della Rivoluzione francese. Nel corso di una controversa visita in Vandea, pronunci un discorso ben lontano dal revanchismo. Nel rendere onore ai vandeani caduti nellimpari lotta contro le armate illuministe, Giovanni Paolo II sottoline la loro testimonianza di fede, ma trascur, se non addirittura condann, il senso politico della controrivoluzione. Forzando un po la storia, il Papa afferm che anche i vandeani desideravano sincera-

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mente il necessario rinnovamento della societ, circoscrisse alla difesa della libert religiosa la loro ribellione, non tacque i peccati di cui anchessi si erano macchiati nellasprezza della lotta (sanguinose furono le rappresaglie vandeane contro i rivoluzionari). Anche nella chiesa cattolica ci sono opinioni differenti sulla Vandea. Padre Giuseppe De Rosa sulla Civilt Cattolica ad esempio ha scritto che la guerra di Vandea di due secoli fa andrebbe guardata con maggiore spirito critico, senza farne una bandiera e, tanto meno, il simbolo dellautentico cristianesimo. Di diverso avviso larcivescovo di Bologna, cardinale Giacomo Biffi, secondo il quale in quanto avvenuto in Vandea trovano le loro premesse le stragi che hanno insanguinato lintero XX secolo in nome o di un assurdo ideale di giustizia, o di unaberrante esaltazione di una nazione o di una razza, o di un egoismo mascherato da civile comprensione. La Vandea come preludio di Auschwitz, del Ruanda, del Gulag. Lo storico della Rivoluzione francese Jules Michelet parla cos dei vandeani: Ci imbattiamo in un popolo s stranamente cieco e s bizzarramente sviato che si arma contro la Rivoluzione, sua madre. Scoppia nellovest la guerra empia dei preti. Anche un figlio dei Lumi come Andr Glucksmann ha definito la Vandea la prima Glasnost dopo i giorni del Terrore. E la rivelazione del male compiuto da Robespierre. E anche Jean Tulard, docente allUniversit Paris IV ed esperto di Vandea, paragona le azioni dei giacobini agli eccidi ordinati da Stalin. Gli storici non amano i paragoni con lOlocausto. Ma della Vandea parlano come di un popolicidio, mentre a lungo storici marxisti hanno letto la guerra di Vandea come una guerra della borghesia centralizzatrice delle citt contro il popolo contadino. Varr la pena di ricordare che i vandeani sono stati sterminati con metodi non dissimili da quelli nazisti. Cos si legge sul Bollettino ufficiale della nazione: Bisogna che i briganti di Vandea siano sterminati prima della fine di ottobre. La salvezza della patria lo richiede. I vandeani sono considerati degli ominidi, delle sottospecie di uomini, e in quanto tali non aventi diritto a un territorio. Il nome stesso Vandea viene eliminato, deve scomparire. Si assegna un nuovo nome alla Vandea chiamandola dipartimento Vendicato, per esprimere appunto questa volont di ripopolare quella parte di Francia un tempo abitata da cattivi francesi. Quello della Vandea il primo genocidio della storia ideologica del mondo contemporaneo. Le Colonne infernali, tagliagole al comando del generale Louis Marie Turreau, devastarono la regione con feroce acribia cartesiana. Fucilazioni, annegamenti, fal di parrocchie zeppe di civili, camere a gas. Cera lonta di un pezzo di Francia che aveva osato levarsi contro la volont gnrale,

ma anche il diffondersi didee malthusiane in una Francia attanagliata dalla fame per colpa della stessa rivoluzione. Cos i giacobini concepirono, votarono allunanimit e realizzarono lannientamento di un gruppo umano religiosamente identificabile. Con ben due leggi, scritte e conservate negli archivi militari: il 1 agosto si decise la distruzione del territorio, degli abitati, delle foreste e delleconomia locale; il 1 ottobre si ordin lo sterminio degli abitanti, prima le donne (solchi riproduttori) poi i bambini. Leggi in vigore fino alla caduta di Robespierre, nel luglio 1794. Tutto come Hitler prima di Hitler. Si us in Vandea il termine race: un vocabolo che, di conio illuminista (Voltaire, Buffon, lEncyclopdie), produsse l subito lidea di una race maudite da estirpare. Bertrand Barre, membro del Comit de salut public, gridava dalla tribuna: Quelle campagne ribelli sono il cancro che divora il cuore della Repubblica francese. Quanti furono i morti? Un vandeano su tre? Centoventimila o seicentomila, come sostiene lo storico Pierre Chaunu? Qualsiasi rivoluzione scatena negli uomini gli istinti della pi elementare barbarie, le forze opache dellinvidia, della rapacit e dellodio, disse il grande scrittore russo Aleksandr Solzenicyn quando inaugur a Lucs-sur-Boulogne un memoriale dedicato ai martiri del massacro perpetrato in questa piccola localit dalle truppe repubblicane del generale Cordelier. In poche ore, fra il 28 febbraio e il primo marzo del 1794, furono uccise 564 persone, fra cui 110 bambini al di sotto dei sette anni. Il XX secolo ha notevolmente ottenebrato laureola romantica della rivoluzione del XVIII secolo, disse ancora lautore di Arcipelago Gulag. Nonostante le esecuzioni sommarie di Angers, nonostante le noyades, gli annegamenti notturni a Nantes, in cui senza processo in due mesi vennero gettati nellestuario della Loira da due a tremila tra preti refrattari, la resistenza della Vandea non venne domata. Per vincere i vandeani, caduto il Comitato di salute pubblica, la Rivoluzione pens di ricorrere a la douceur, alla dolcezza. Si consigli ai soldati dalla casacca azzurra di partecipare alle funzioni nei villaggi, di rispettare i preti e la fede della povera gente. Alla fine era la Vandea che aveva vinto, seppure da un immenso cimitero. Al termine della guerra, il generale francese Joseph Westermann sped una breve lettera al Comitato di salute pubblica: Non c pi nessuna Vandea. Secondo gli ordini che mi avete dato, ho massacrato i bambini sotto i cavalli e le donne non daranno pi alla luce briganti. Non ho prigionieri. Li ho sterminati tutti. Sembra un inveramento delle parole pronunciate negli anni del Terrore dal celebre moralista Chamfort: La Rivoluzione un cane randagio che nessuno osa fermare. Tratto da : www.ilfoglio.it/

dalla Redazione
''La mia destra'', libro dedicato al politico Alfredo Covelli
Scritto dal giornalista Terriero, presentato venerd 22 della Redazione online 23 marzo 2013 A cura del Circolo Reale della Tuscia, stato presentato ieri, venerd 22 marzo a Viterbo presso la Sala Regia di Palazzo dei Priori, il libro dedicato ad Alfredo Covelli La Mia Destra curato dal giornalista e scrittore Fabio Torriero e pubblicato da I Libri del Borghese.

Non si tratta quindi di ricordare soltanto la figura del leader di Stella e Corona, ma alla luce del suo insegnamento si tratta di analizzare levoluzione della destra italiana dal dopoguerra fino ai nostri giorni, arrivando alle ultime elezioni politiche che hanno portato allennesima dissoluzione nellarea di centrodestra. Fabio Torriero giornalista professionista, direttore del bimestrale La Destra Italiana e del quotidiano on line Intelligonews.it docente alla Link Campus University e consulente di comunicazione. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni fra le quali: Un arbitro per la Repubblica; Repubblica Monarchica; Oltre il Polo; Rivoluzione Blu; Nel Nome dellItalia; Terza Repubblica; La Destra che verr; Federalismo Tricolore. Ha inoltre curato le edizioni italiane dei libri di Sarkozy, Aznar, Cameron e Le Pen. Lincontro, moderato dal giornalista Americo Mascarucci stato aperto dal saluto di Aldo Quadrani del Circolo Reale della Tuscia. Torriero si confronter con il giornalista Arnaldo Sassi, gi caposervizio della redazione viterbese del quotidiano Il Messaggero e direttore del blog di informazione locale Viterbo Elaborato da : www.viterbonews24.it/

Alfredo Covelli (1914-1998) stato un personaggio di spicco della destra italiana, dallimmediato dopoguerra alla fine degli anni settanta del novecento. Dopo il referendum del 1946, che sanc la fine della monarchia e linizio dellera repubblicana, Covelli ebbe la straordinaria intuizione di trasformare lopzione monarchica in una proposta politica da incardinare nel nuovo assetto costituzionale del Paese. Il partito monarchico che Covelli and a costituire non andava contro ma oltre la repubblica e si prefiggeva lobiettivo di ricostruire le condizioni per un ritorno alla monarchia operando allinterno delle istituzioni. Covelli tent anche di costruire lalternativa di destra alla Democrazia Cristiana ed al Partito Comunista unendo monarchici, missini, liberali e cattolici di destra in un unico blocco elettorale e parlamentare in grado di offrire alla Dc la prospettiva di unalleanza diversa dal centrosinistra. Torriero ricostruisce i vari tentativi fatti da Covelli per creare una grande forza di destra, spiegando anche i motivi per cui il progetto del leader monarchico non and a buon fine. Il libro si conclude con una domanda di stretta attualit: Alleanza Nazionale prima ed il Popolo della Libert successivamente possono aver completato il progetto di Covelli realizzando finalmente quellidea di destra da lui cos tenacemente inseguita? Il dibattito aperto.

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