Il Sentiero del risveglio interiore
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Il Sentiero del risveglio interiore - Eva Pierrakos
1
COS’È IL SENTIERO
Il viaggio che ci porta nelle regioni sconosciute della nostra anima è simile alle avventure raccontate nelle favole e nelle leggende. L’eroe o l’eroina desiderano sottrarsi al tedio e alla monotonia della vita quotidiana, e, seguendo la loro aspirazione a scoprire una realtà più vasta e soddisfacente, si allontanano dal loro ambiente, per avventurarsi in un mondo sconosciuto, ma affascinante. Attraversano mille peripezie, fanno incontri terrorizzanti, sono sottoposti a prove mirabolanti, ma se procedono coraggiosamente, senza mai tirarsi indietro, la ricompensa che ricevono è grande: trovano l’amore, la felicità, la ricchezza. Diventano re o regine, cioè, degli adulti maturi e soddisfatti.
Anche la ricerca interiore, se viene presa seriamente, richiede coraggio, in quanto comporta che vengano attraversate le regioni oscure del proprio essere, in cui potrebbero nascondersi temibili mostri. Proprio come nelle leggende, l’eroe non fugge davanti al drago, ma lo affronta e lo combatte, e non abbandona i più deboli, ma cerca di aiutarli. Chi è impegnato nel difficile compito di conoscere se stesso deve affrontare e vincere le forze distruttive che si nascondono nel suo inconscio.
La Guida ci mostra come soddisfare la nostra aspirazione a trovare una più vasta ed armoniosa realtà; ci indica come liberare i poteri dormienti dentro di noi e come raggiungere il tesoro nascosto: il nostro amorevole e saggio sé interiore, che attende di essere scoperto.
In questa lezione cercherò di chiarire quali sono gli aspetti più importanti di questo sentiero, destinato a realizzare le più profonde aspirazioni ed i più profondi desideri di chi lo segue.
IL DESIDERIO DI ESPANDERE LA COSCIENZA
Ogni essere umano avverte vagamente dentro di sé una profonda aspirazione interiore, che va al di là del semplice desiderio di soddisfare i suoi bisogni fisici ed emotivi, anche se li include. Quest’aspirazione deriva dalla sensazione che dovrebbe essere possibile espandere la propria coscienza fino al punto di poter percepire il vero significato della vita.
Nel tradurre questo desiderio in termini coscienti, potete trovarvi coinvolti in qualche confusione o contraddizione. La confusione e le apparenti contraddizioni provengono dal fatto che la coscienza dell’uomo attualmente si trova in uno stato dualistico. Questo dualismo è sempre presente, in quanto l’uomo percepisce la realtà in termini di questo o quello; di buono o cattivo; di giusto o sbagliato; di bianco o nero. Questo modo di percepire la vita è, nel migliore dei casi, vero solo a metà. La realtà viene percepita in modo frammentario, e ciò non permette di scoprire la verità. Questa comprende sempre di più di quanto la maniera dualistica di vedere la realtà possa afferrare.
Una possibile fonte di confusione in questo caso particolare potrebbe essere: Sto forse desiderando qualcosa di irreale, sarebbe forse più realistico e maturo rinunciare a questo desiderio ed accettare il fatto che la vita è solamente piatta, noiosa e grigia? Non è forse vero che bisogna accettare la vita così com’è, se si vuole essere in pace con se stessi? Forse, dunque farei bene a rinunciare a questo desiderio
.
L’unico modo per superare questa confusione è quello di uscire dal dualismo implicito in questo dilemma. È vero che dovete accettare il vostro stato presente. È vero che la vita come si manifesta adesso non può essere perfetta. Ma ciò che vi rende infelici non è questo fatto, ma la vostra pretesa che la vita debba essere perfetta, e che debba offrirsi a voi nella sua perfezione. Se ricercate con sufficiente attenzione dentro di voi, inevitabilmente scoprite una parte che rifiuta il dolore e la frustrazione; una parte arrabbiata e piena di risentimento per il fatto che non c’è un’autorità amorevole che vi eviti queste esperienze indesiderabili. È dunque vero che il vostro desiderio per questa utopistica specie di felicità non è realistico e dovrebbe essere abbandonato.
IL FALSO DESIDERIO
Ma questo veramente significa che è il desiderio in sé e per sé ad essere immaturo ed irrealistico? No, amici miei, non è così. C’è una voce interiore che vi dice che c’è di più, molto di più, nella vita ed in voi stessi di quanto siate adesso consapevoli.
In che modo possiamo appurare che cosa in questo vostro profondo desiderio è reale, e che cosa non lo è? Esso è falso quando desiderate amore e soddisfazione, perfezione e felicità, piacere ed espansione, ma non volete pagare il prezzo del più completo autoconfronto. È falso quando non vi assumete la responsabilità del vostro stato presente e di quello che desiderate raggiungere. Per esempio, se siete scontenti perchè conducete una vita insoddisfacente, e di ciò incolpate gli altri, i vostri genitori, i vostri amici, i vostri colleghi o la vita in generale, in realtà non vi state assumendo le vostre responsabilità. Se è questo il caso, in qualche modo in voi esiste l’aspettativa che la felicità che desiderate possiate riceverla dall’esterno come una sorta di ricompensa. Forse, allo scopo di ottenerla, potete tentare di accattivarvi le simpatie di qualche potente figura autoritaria, obbedendole e mettendovi al suo servizio. Dal momento che, non importa cosa facciate, questa ricompensa non potrà mai giungervi dall’esterno, finite con il sentirvi trattati ingiustamente, vi arrabbiate e ricorrete ancora una volta alle vostre vecchie attitudini distruttive, che sono in realtà le vere responsabili della vostra infelicità.
IL DESIDERIO REALISTICO
Il vostro desiderio è realistico quando partite dalla premessa che la chiave della vostra soddisfazione deve risiedere in voi stessi; quando siete disposti a mettervi alla ricerca delle attitudini che vi impediscono di vivere la vita in maniera soddisfacente e significativa; quando interpretate le vostre aspirazioni più profonde come un messaggio proveniente dal nucleo del vostro essere interiore, che vi indica di seguire il sentiero del vostro sviluppo personale e spirituale.
La confusione si instaura quando questo profondo, vago, desiderio viene inconsciamente tradotto nei termini della vostra negativa, avida, egoistica personalità, che pretende di ricevere senza nulla dare in cambio. Esso viene allora diretto nei canali di irrealizzabili e magiche fantasie, nelle quali supponete che la soddisfazione vi sia dovuta, e non che debba essere conquistata attraverso il coraggio e l’onestà di vedervi come veramente siete. Se una situazione della vostra vita è dolorosa e voi vi difendete arrabbiandovi, lamentandovi ed incolpando gli altri, perchè vi rifiutate di sentire il dolore in maniera pulita, ciò significa che non volete vedere la realtà del vostro stato presente. Ma se vi lasciate andare, e permettete a voi stessi di sentire il dolore, senza mettere in atto i vostri soliti giochi, (giochi come Ne sarò distrutto, non riuscirò più a venirne fuori
), ed altre manipolazioni mentali di questo tipo, che hanno l’unico scopo di provare a voi stessi che non dovreste sopportare alcun dolore, la risultante esperienza libererà potenti energie creative, che potrete utilizzare nella vostra vita e che vi permetteranno di aprire il canale della vera spiritualità. Permettervi di sentire il dolore aprirà anche la strada a una più profonda, completa e saggia comprensione dei collegamenti fra cause ed effetti. Comincerete a vedere in che modo avete attratto quel particolare dolore. Una tale visione potrà forse non sopravvenire immediatamente. Quanto più la forzerete tanto più essa vi eluderà, mentre si manifesterà quando finalmente porrete fine alle vostre lotte ed alle vostre resistenze interiori.
Non rinunciate alle vostre aspirazioni più profonde. Prendetele seriamente, coltivatele ed imparate a cogliere il loro vero significato. Questo riguarda sempre la necessità di percorrere il sentiero interiore che porta al vostro nucleo, attraversando le parti di voi stessi che vorreste evitare, ma che sono la vera ed unica causa della vostra mancanza di gioia e di soddisfazione.
Non rinunciate a queste aspirazioni, non ignorate la sensazione che la vostra vita ha molto più da darvi, che esiste uno stato in cui potreste vivere senza dolore e senza essere torturati dalla confusione, in cui potreste funzionare ad un livello insperato di resilienza, contentezza e sicurezza; in cui potreste essere capaci di provare le vostre più profonde emozioni, la più completa gioia ed il più completo piacere; in cui potreste finalmente essere in grado di esprimervi; in cui potreste avere la capacità di affrontare la vita per ciò che è, senza paura (perchè non avreste più paura di voi stessi), e perciò potreste scoprire che essa, anche con tutte le sue difficoltà, è una gioiosa avventura. Se i vostri problemi interiori diventeranno una sfida che dà sale alla vita, la pace che ne deriverà sarà tanto più dolce. L’affrontare e risolvere questi problemi vi darà la misura della vostra forza, delle vostre risorse, delle vostre capacità creative. Sentirete allora la vostra essenza spirituale fluire attraverso le vostre vene, i vostri pensieri e le vostre percezioni; le vostre decisioni proverranno dal centro del vostro essere. Quando vivrete in questo modo, gli occasionali problemi esteriori daranno sapore alla vostra vita e saranno quasi piacevoli. I periodi problematici diventeranno sempre più rari, mentre i periodi di pace, di gioia e vita creativa saranno sempre più frequenti.
IMPARARE A TOLLERARE LA FELICITÀ
Al momento, l’aspetto più triste di questo vostro conflitto è che, profondamente dentro di voi, sapete che il vostro corpo e la vostra anima non sono neanche capaci di accettare e tollerare un piacere troppo intenso. Il piacere può essere sia fisico, emotivo e mentale, che spirituale. Esso esiste su tutti e quattro questi livelli. Il piacere spirituale, tuttavia, non può essere separato dagli altri. La vera e completa felicità spirituale non può che riguardare l’intera personalità. Questa deve perciò imparare a sostenere lo stato di piacere, il che può avvenire solo se essa impara ad accettare qualunque cosa si celi nella psiche: dolore, cattiveria, malizia, odio, sofferenza, sensi di colpa, paura e terrore; tutte emozioni che devono essere trascese. Allora e solo allora la personalità umana può funzionare in uno stato di gioia e di felicità. L’aspirazione di cui stiamo parlando è un messaggio che vi invita ad intraprendere questa strada che porta verso la gioia ed il piacere.
Non rinunciate a questo stato, ritenendolo troppo lontano ed irraggiungibile. Non dovete rinunciarvi perchè avete la possibilità di farlo vostro, attraversando tutto ciò che in voi vi impedisce di raggiungerlo. Questo stato esiste già dentro di voi sotto forma di potenzialità ancora dormiente. Non è qualcosa che può esservi dato dagli altri, né qualcosa che potete ottenere
con lo studio o con i vostri sforzi. È qualcosa che si sviluppa organicamente, un prodotto collaterale, per così dire, del fatto di calcare un sentiero come quello che ho il privilegio di indicarvi.
Questo ci porta all’intera questione di cosa sia questo sentiero. Innanzitutto voglio dirvi che non è nuovo, è esistito in molte diverse forme, ed è antico quanto l’umanità stessa. Le forme ed i modi sono cambiati perchè l’umanità si è evoluta, ma esso è fondamentalmente rimasto sempre uguale. Il nostro sentiero è antico, è ancorato alla saggezza perenne, ma, allo stesso tempo, è anche nuovo, in quanto la sua forma è adatta al particolare, critico periodo che l’umanità sta attualmente attaversando.
IL SENTIERO E LA PSICOTERAPIA
Il sentiero non è psicoterapia, sebbene alcuni suoi aspetti debbano necessariamente avere un carattere che si può considerare terapeutico. Ma devo dire che nel lavoro sul sentiero l’approccio psicologico rappresenta solo un mezzo, non un fine. Venire a contatto con i conflitti, i preconcetti interiori, i malintesi, le attitudini distruttive, le difese alienanti, le emozioni negative, i sentimenti repressi, è essenziale. Anche la psicoterapia cerca di realizzare tutti questi obiettivi; tuttavia, mentre questo è il suo scopo finale, il lavoro sul sentiero entra nella sua fase più importante solo dopo che questo stadio è stato superato. Questa seconda fase consiste nell’apprendere come attivare la più vasta coscienza che risiede in ogni essere umano.
Spesso la fase principale e quella secondaria si sovrappongono. Le ostruzioni possono essere superate solo quando anche la fase principale del sentiero viene affrontata. Potrei dire che i problemi della personalità non possono veramente essere risolti, se non viene sviluppato ed usato
il contatto con il proprio centro spirituale. Come e quando questo possa essere fatto varia ampiamente, e dipende dal carattere, dalle predisposizioni, dai blocchi e dai pregiudizi con cui l’individuo entra sul sentiero. Comunque, quanto prima egli può esplorare, attivare ed usare l’inesauribile fonte di forza e d’ispirazione che ha dentro di sé, tanto più facilmente e velocemente può affrontare le ostruzioni ed i conflitti. È quindi chiaro che questo sentiero non è psicoterapia, anche se può avere alcuni metodi in comune con essa.
IL SENTIERO E LA SPIRITUALITÀ
D’altra parte, questo sentiero non è una disciplina diretta solo a sviluppare la coscienza spirituale. Esistono molti metodi e molte pratiche che hanno per scopo la realizzazione spirituale. Molti di questi, pur possedendo una loro validità e pur raggiungendo l’obbiettivo che si prefiggono, non prestano la dovuta attenzione alla distruttività ed alla negatività che affliggono la personalità. Non sempre i successi raggiunti in tal modo hanno un carattere duraturo, anche se alcune delle esperienze possono effettivamente essere genuine. Uno stato spirituale raggiunto in tale maniera unilaterale non può essere solido e non può essere mantenuto a lungo, perchè non tutta la personalità ha partecipato al processo. Dal momento che l’uomo non vuole vedere, non vuole affrontare e non vuole accettare alcune parti di se stesso, spesso cerca rifugio in sentieri che gli promettono di farli evitare queste aree problematiche. Se pensate che un sentiero spirituale debba essere fondamentalmente meditativo e contemplativo, allora questo sentiero non fa per voi.
La tentazione di usare delle pratiche spirituali per raggiungere la felicità e la soddisfazione, e per evitare la negatività, la confusione ed il dolore è grande. Ma questa attitudine sconfigge lo scopo stesso che vuole raggiungere; proviene dall’illusione e ad essa conduce. L’illusione è che ciò che esiste dentro di voi possa in qualche modo essere evitato. Ed illusorio è anche il ritenere che ciò che è in voi debba essere temuto, e quindi negato. Per quanto distruttivo possa essere, può sempre essere trasformato. Solo quando lo evitate, diventa veramente dannoso, per voi e per gli altri.
Ricapitolando, questo sentiero non è né una psicoterapia, né una disciplina spirituale, nel senso usuale della parola, ma, allo stesso tempo, è entrambe le cose. Nel prendere in considerazione l’opportunità di avventurarvi su di esso, vi sarà utile tenere in mente i seguenti punti.
COME TROVARE IL VOSTRO VERO SÉ
Iniziando a percorrere questo sentiero, voi intraprendete un viaggio che vi porterà verso un nuovo territorio: il vostro universo interiore. Indipendentemente dal fatto che siate o meno già stati in terapia, e dal fatto che abbiate o meno ancora dei problemi personali, la prima fase di questo sentiero riguarderà, per un periodo abbastanza lungo, l’affrontare gli aspetti distruttivi e negativi del vostro carattere. Questo potrà non farvi piacere, ma se volete veramente ritrovare voi stessi, se volete raggiungere il nucleo del vostro essere, da cui deriva tutto quanto c’è di buono, è necessario.
Quanto tempo durerà questa fase?
domanderete. Il tempo dipende dallo stato della vostra mente, delle vostre emozioni e della vostra vita esteriore. Quando la vostra negatività interiore sarà superata, ciò si rifletterà sulla vostra vita esteriore: su questo non ci sono dubbi. Questo sentiero vi condurrà organicamente verso nuovi interessi e nuovi valori. Il suo scopo non è quello di curarvi delle vostre malattie mentali o emotive, anche se questo avverrà, ed avverrà nella misura in cui lavorerete su voi stessi; ma non dovete cominciare a calcarlo per questo motivo.
Non entrate su questo sentiero se vi aspettate che esso vi eviterà di sentire la vostra tristezza ed il vostro dolore, o che vi permetterà di sfuggire a quegli aspetti della vostra personalità che vi piacciono meno. Il fatto che non vi piacciano potrebbe benissimo non essere nevrotico
, ed essere del tutto giustificato; ciò che non è giustificato è il ritenervi ineluttabilmente cattivi per questo motivo. Perciò il sentiero vi insegnerà ad affrontare qualunque cosa si celi in voi, perchè solamente quando fate questo potete veramente amare voi stessi. Solo allora potete trovare la vostra essenza, il vostro Dio interiore. Se volete trovare la vostra essenza, ma rifiutate di affrontare ciò che c’è in voi, questo sentiero non è per voi.
Non si può negare che espandere la coscienza di una mente limitata sia un compito tremendamente difficile, e che questa è la situazione in cui si trovano tutti gli esseri umani quando comiciano ad avventurarsi nelle profondità del loro mondo interiore. La mente limitata deve trascendere se stessa, se vuole scoprire i suoi infiniti poteri e le sue infinite potenzialità. Perciò questo sentiero vi richiede costantemente di espandere i confini della vostra coscienza, prendendo in considerazione possibilità precedentemente ignorate, ed esplorando nuove alternative nel vostro modo di sentire, di pensare e di essere.
Non commettete l’errore di aspettarvi che esso sia facile. Ma è anche vero che le difficoltà non sono una realtà definitiva, un fatto immutabile. Esistono solo nella misura in cui la personalità insiste nell’evitare aspetti di se stessa. Inversamente, nella misura in cui esiste l’impegno a stare dalla parte della verità, ad affrontare ogni singola particella di se stessi, le difficoltà svaniscono. E ciò che prima veniva vissuto come una insormontabile difficoltà, diventa un’eccitante sfida, un viaggio ed un processo, che rendono la vita intensamente viva e completa, sicura e soddisfacente. In altre parole, le difficoltà dipendono interamente dalla falsa convinzione che la presenza in voi di un aspetto negativo, vi renda totalmente negativi. Una tale convinzione rende difficile, o perfino impossibile affrontare veramente se stessi. È dunque necessario rendere cosciente questo malinteso, che si nasconde dietro ogni forte resistenza e repulsione ad affrontare le aree oscure di se stessi.
Il sentiero domanda all’individuo ciò che è meno disposto a dare: gli chiede di essere onesto, di mostrarsi quale veramente è, di togliersi la maschera, di sentirsi nudo e vulnerabile. Non è una richiesta da poco, ma è la sola strada reale, la sola che può condurre alla realizzazione di se stessi ed alla pace. Una volta che non avrete più alcun investimento nel nascondervi e nel fingere, una tale richiesta non vi sembrerà più eccessiva, ma diventerà il punto di partenza di un processo organico e naturale.
LA POSITIVITÀ E LA NEGATIVITÀ SONO UNA SOLA CORRENTE ENERGETICA
Il sentiero è allo stesso tempo facilissimo e difficilissimo. Questo dipende interamente dal punto di vista che decidete di adottare. La difficoltà può essere misurata in termini di onestà con voi stessi. Nella misura in cui siete disposti a stare dalla parte della verità, il sentiero non vi apparirà troppo difficile, né riterrete, come alcuni suoi critici sostengono, che esso attribuisce troppa importanza ai lati negativi della vita e di se stessi
. Infatti la negatività e la positività sono in essenza la stessa cosa. Esse non sono due aspetti diversi dell’energia e della coscienza, ma ambedue espressione della corrente vitale, che è unica. Tutte le particelle di coscienza e di energia del vostro essere diventate negative, devono essere riconvertite nel loro originale stato positivo
. E questo non è possibile se non vi assumete la completa responsabilità degli aspetti negativi e distruttivi che esistono in voi.
La riluttanza ad essere sinceri con se stessi vale anche per coloro che generalmente sono considerati onesti
. Un individuo può essere onesto, integro e sincero ad un certo livello, ma può non esserlo affatto ad altri livelli. Questo sentiero conduce a queste aree nascoste della personalità, che sono difficili da riconoscere, ma non per questo meno reali.
IMMAGINI
O CONCLUSIONI SBAGLIATE
È a livello inconscio che si formano durante l’infanzia i primi malintesi, che sono dovuti al fatto che il bambino percepisce ed interpreta la realtà intorno a sé in modo incompleto e distorto. Questi malintesi infantili si trasformano in convinzioni erronee ben radicate, che potremmo chiamare immagini
, in quanto sono simili ad impronte impresse nella sostanza dell’anima. Queste continuano ad esercitare la loro influenza sull’individuo per tutta la sua vita, fin quando non vengono rese coscienti e corrette.
Oltre che da questi malintesi, un’immagine è costituita anche da emozioni distorte e da blocchi fisici. Quando un’idea è basata su delle percezioni sbagliate, non può che essere erronea; quindi le immagini sono delle conclusioni sbagliate sulla natura della realtà, così profondamente radicate nella psiche, da poter assumere il controllo dell’ individuo. Vi possono essere varie immagini, ma tutte fanno capo ad un’unica immagine fondamentale, che fornisce la chiave delle attitudini negative verso la vita.
Lasciate che vi dia alcuni esempi. Una delle immagini che, data una particolare situazione familiare, possono formarsi, è che l’espressione di sentimenti, specialmente di quelli caldi ed affettuosi, è una pericolosa debolezza che può portare ad essere feriti. L’immagine che, specialmente per gli uomini, non è opportuno mostrare i propri sentimenti, perché questo li pone in stato di inferiorità rispetto agli altri, esiste in genere anche a livello collettivo. Questo preconcetto, che potremmo definire di massa, conferma e rafforza ulteriormente l’immagine individuale. Chi nutre questo tipo di malinteso tende a rimanere chiuso anche nelle situazioni in cui sarebbe appropriato e positivo essere spontanei e mostrare le proprie emozioni. Questo modo di fare genera negli altri una reazione difesa e negativa, che conferma l’idea che aprirsi è pericoloso. La persona che ha un problema del genere si priva del piacere di avere dei contatti umani e perde la sua spontaneità; la tensione che ne risulta alimenta ulteriormente l’immagine alla base del conflitto. In questo modo, questi comportamenti irrazionali tendono ad auto-perpetuarsi ed a formare dei circoli viziosi.
Un altro esempio può essere quello dell’immagine che si forma quando una madre allatta il suo bambino solo quando sta buono, mentre lo ignora quando strilla e piange. In un caso del genere il bambino trae la conclusione che esprimere i suoi bisogni significa essere trascurato dalla madre, mentre non esprimerli significa esserne accudito. Egli si forma la seguente convinzione: Perché i miei bisogni siano soddisfatti, non devo mostrare di averne!
Quest’attitudine può temporaneamente funzionare con la madre, ma si rivelerà certamente disastrosa nel prosieguo della sua vita, quando non sarà più adatta alle circostanze, e produrrà risultati opposti a quelli desiderati. Da adulto, nessuno conoscerà i suoi bisogni e nessuno li soddisferà. L’aspetto tragico di tutto questo è che, non essendo cosciente di questa immagine, egli tenderà a mostrare sempre meno i suoi bisogni, sperando che alla fine qualcuno lo ricompensi per questo. Così la sua insoddisfazione aumenta sempre più, perché egli non comprende che il vero motivo si trova dentro di lui, e consiste nel fatto che la sua immagine genera un comportamento incompatibile con il raggiungimento della soddisfazione. L’unica via di uscita è quella di prendere coscienza di questa immagine e di dissolverla. Ogni altra soluzione è illusoria, in quanto le immagini hanno un carattere magnetico, e finiscono per plasmare la realtà di chi le coltiva.
Le conclusioni sbagliate alla base di un’immagine sono dovute all’ignoranza ed all’immaturità del bambino, ma talvolta provengono anche da incarnazioni precedenti. Quando il bambino cresce, acquisisce nuove conoscenze, che contraddicono le esperienze infantili, che avevano fondamentalmente un carattere emotivo. Egli decide, allora, di sospingere nell’inconscio i pensieri e le emozioni della prima infanzia, fin quando non scompaiono completamente. Ma quanto più le emozioni ed i pensieri sono nascosti, tanto più i loro effetti sono potenti. Le immagini inconsce limitano lo sviluppo delle potenzialità dell’individuo. Un aspetto fondamentale di questo sentiero è, dunque, quello di prenderne coscienza e di disattivarle.
Per appurare se profondamente dentro di voi albergano delle immagini, esiste un metodo infallibile. Questo consiste nel porvi le seguenti domande: quanto soddisfatti vi sentite di voi stessi? Quanto ricca, piena e significativa è la vostra vita? Quanto sicuri vi sentite con gli altri? Vi sentite a vostro agio quando siete con loro? Quanta gioia siete capaci di provare, di dare e di ricevere? Quanta ansia, risentimento e tensione esistono dentro di voi? Quanta solitudine e senso di isolamento? Avete bisogno di essere iperattivi per alleviare la vostra ansia? Per inciso, il fatto che non vi sentiate ansiosi non implica assolutamente che non lo siate. Molti iniziano a seguire questo sentiero senza essere coscienti della loro ansia, ma si sentono senza vita, senza entusiasmo, in uno stato di semiparalisi. Questo significa che non hanno veramente superato le loro ansie, ma che si sono anestetizzati e paralizzati. Sul sentiero è indispensabile che l’ansia sia sentita fino in fondo, e che le cause che ne sono alla base