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FAUSTO MEARELLI

Dottore in Farmacia Diplomato in Erboristeria

ANNA GIOGLI
Dottoressa in Biologia

e le piante per migliorarne gli inestetismi.

La cellulite

La cellulite
Il tessuto sottocutaneo grasso
Il tessuto sottocutaneo grasso, o pannicolo adiposo, un tessuto costituito da fibre e grasso che si trova tra il derma (strato cutaneo localizzato sotto lepidermide) e la fascia muscolare. E lo strato pi profondo della pelle, e stabilisce un legame debole tra questa e gli organi pi interni che essa ricopre, permettendo lo scivolamento delluna sugli altri.

Le sue funzioni principali sono: proteggere i tessuti pi profondi da eventuali traumi, limitare la dispersione termica, contribuendo a mantenere costante la temperatura corporea, (coibenta in un certo senso il nostro organismo), rappresentare una riserva di energia.

Il tessuto adiposo formato da tre componenti principali: i lipociti, le trabecole fibrose (fibre di sostegno, come travi che attraversano il tessuto) ed i vasi sanguigni.

I lipociti (o adipociti) sono cellule che hanno la capacit di sintetizzare e immagazzinare trigliceridi nel loro interno. I trigliceridi sono assunti dal sangue gi scissi in glicerolo e acidi grassi, ed appartengono sostanzialmente a due categorie: i lipidi alimentari, trasportati dalle cellule intestinali prima nei vasi linfatici e poi in quelli sanguigni, ed i lipidi sintetizzati nel fegato e trasportati nel sangue sotto forma di lipoproteine. La cellula adiposa, oltre ad assumere lipidi dal sangue circolante, in grado di sintetizzarli a partire dal glucosio, e sia lassunzione del glucosio che la sintesi degli acidi grassi sono sotto il controllo ormonale, soprattutto dellinsulina. Quando ladipocita contiene pochi lipidi questi si accumulano sotto forma di piccole gocce sparse nel citoplasma; ma via via che i grassi aumentano, le gocce si fondono, formandone altre pi grosse, fino a che tutta la cellula si trasforma in una grande goccia di grasso. I lipociti si raggruppano tra di loro formando dei lobuli; ed ogni lobulo, separato dagli altri circostanti da un setto fibroso, possiede nervi, vasi sanguigni e linfatici propri. Labbondanza della vascolarizzazione delladipocita tale che quasi tutte le cellule hanno a livello citoplasmatico contatti con il capillare. Il tessuto adiposo ha un letto capillare comparativamente molto pi ricco del muscolo. Il grasso contenuto negli adipociti costituisce la principale riserva di energia dellorganismo. Quando gli alimenti ingeriti non sono sufficienti per il fabbisogno energetico, il corpo pu produrre energia attraverso la combustione dei grassi contenuti negli adipociti. Invece, quando le sostanze nutritizie introdotte apportano una quantit di energia superiore a quella di cui lorganismo ha bisogno, le cellule ipodermiche si sviluppano in modo esagerato, formando un pannicolo di alcuni centimetri di spessore, e le persone tendono allobesit. I lipociti possono aumentare o diminuire di volume e numero a seguito di stimoli vari nellarco della vita, e, come conseguenza, anche lo sviluppo e la distribuzione del tessuto adiposo varia.

In soggetti normali, il numero complessivo di adipociti stato valutato ammontare a circa 30 miliardi, ed il loro peso medio varia da 0,40 g, in individui giovani, a 0,50-0,60 g negli adulti di et media. Anche fattori ereditari, familiari o di razza sono coinvolti. Il metabolismo del tessuto adiposo influenzato inoltre da numerosi ormoni e stimoli neuro-endocrini. Gli ormoni tiroidei, ladrenalina e la noradrenalina ne inducono il catabolismo (mobilitazione delle riserve), mentre gli ormoni surrenalici e quelli gonadici hanno una azione anabolica (accumulo di grassi). Le modificazioni durante la pubert rivelano la dipendenza dei lipociti dagli ormoni sessuali, soprattutto nella donna, in cui tale relazione particolare per tutta la durata del periodo fertile.

Che cosa significa il termine cellulite.


Etimologicamente, il termine cellulite, cellul. + ITE (in medicina il suffisso ITE, indica uninfiammazione, o una malattia caratterizzata da infiammazione), suggerisce una patologia tissutale di origine infiammatoria. In realt, questo tipo di lesione, prima estetica, poi funzionale, sostenuta solo in un secondo tempo da fattori irritativi ed infiammatori. Questa parola, anche se non esatta, per ormai entrata nel linguaggio comune, e da tutti accettata per indicare un particolare tipo di problema che coinvolge il pannicolo adiposo: lipertrofia pannicolo-lobulare o pannicolopatia edemato-fibrosclerotica o liposclerosi.

Perch compare la cellulite.


La genesi della cellulite stata argomento di numerosi studi, ed ancora oggi non del tutto chiarita. Alcuni ricercatori ritengono che la causa iniziale risieda in un difetto circolatorio a livello dei setti che separano tra loro i lobuli, costituiti dallassociazione di pi adipociti. Si produrrebbe di conseguenza uno

stato edematoso, cui seguirebbe una sclerosi dei setti ed infine una alterazione del metabolismo dei lipociti. Concordemente con tale tesi stato coniato il termine: dermopannicolopatia edematofibrosclerotica per indicare la patologia cellulitica. A questa teoria, non supportata da prove definitive, ne viene per contrapposta unaltra. Per altri autori si tratterebbe infatti di una risposta trofica delladipocita (che da 50 pu arrivarne a misurare 150) a stimoli endocrini e/o neuroendocrini e i danni vascolari, ledema e la fibrosi, sarebbero conseguenti alla compressione dovuta alla ipertrofia dei lobuli. Questa teoria, avvalorata da alcuni dati clinici: la cellulite, o ipertrofia pannicolo-lobulare localizzata, si manifesta infatti in et puberale, si accompagna ad altre disendocrinopatie (disturbi funzionali ghiandolari), ed ha carattere familiare. La conclusione, ad oggi, sembra comunque portare a dire che linsorgenza della cellulite dipende da pi fattori che contribuiscono a determinarla, ed difficile stabilire una priorit o una sequenzialit tra di loro, perch legata a caratteristiche individuali. Certamente squilibri ormonali e disturbi circolatori, evidenziati dalle due teorie, precedentemente descritte, sono le principali cause di questa patologia.

Fattori predisponenti e scatenanti il processo cellulitico.


La cellulite caratterizzata da unabnorme accumulo di grasso in particolari distretti corporei (preferenzialmente natiche, cosce, ginocchia e braccia), dove, per difficolt primarie o secondarie, si ha un rallentamento della circolazione emolinfatica. Si verifica cos una tendenza al ristagno delle scorie metaboliche, con iniziale intossicazione locale e conseguente infiammazione.

Caratteristica costante del processo cellulitico la difficile soluzione del circolo vizioso che si viene a creare, per cui la lesione tende ad automantenersi, e, se non affrontata tempestivamente, a peggiorare gradualmente. A differenza della normale adiposit generalizzata o localizzata, caratteristica di chi tende ad ingrassare, la cellulite si manifesta come un particolare fenomeno localizzato che interessa il tessuto adiposo, che pu coesistere con lobesit, ma pu presentarsi anche in individui assolutamente non inclini ad ingrassare. Quando si aumenta di peso, a seguito di un eccesso di alimentazione, gli adipociti accrescono di numero e volume. In questo caso la soluzione del problema abbastanza semplice: una buona dieta associata ad un aumento di attivit fisica spostano in negativo il bilancio energetico dellorganismo, normalizzando lo spessore delle adiposit. La cellulite al contrario risponde meno alle diete; il grasso in questo caso reagisce pi a stimoli ormonali che metabolici. Le reali cause che determinano linsorgenza della cellulite non sono a tuttoggi del tutto note, ma molti sono i fattori chiamati in causa (Fig. 1). Esistono sicuramente elementi predisponenti di tipo costituzionale e genetico legati alla razza e alla familiarit. Spesso la predisposizione alla cellulite si trasmette di madre in figlia, esprimendosi come una maggiore sensibilit ormonale e una maggiore fragilit della microcircolazione sanguigna negli arti inferiori. Fattori determinanti sono invece di tipo ormonale, quali ormoni sessuali, tiroidei e surrenalici. Gli ormoni sessuali femminili sono stati presi in particolare considerazione come possibili cause della cellulite, tanto pi che questa patologia colpisce praticamente solo le donne e non si manifesta prima della pubert. In particolare stato evidenziato che gli estrogeni, ed anche gli estroprogestinici, assunti per periodi lunghi, a scopo anticoncezionale, provocano un rilasciamento della parete muscolare

dei vasi sanguigni e un aumento della loro permeabilit, facilitando la fuoriuscita di liquidi e la ritenzione di acqua e sali minerali nei tessuti (edema), caratteristica dei primi stadi di insorgenza della cellulite. Inoltre tutte le donne lamentano gonfiore e pesantezza (soprattutto alle gambe) in corrispondenza dellovulazione e qualche giorno prima dellinizio delle mestruazioni, esattamente in corrispondenza delle punte massime di secrezione degli estrogeni. Anche in gravidanza si ha un forte innalzamento di estrogeni (lento fino alla dodicesima settimana pi rapido in seguito), che associato allaumento di peso corporeo, rallenta la circolazione sanguigna e favorisce la trasudazione di liquidi. Alterazioni della funzionalit surrenalica provocano invece una aumentata disponibilit di glicidi, che, per via indiretta, favoriscono la sintesi di grassi in determinati distretti; mentre lipotiroidismo determina un rallentamento del metabolismo degli zuccheri ed una tendenza alla ritenzione idrica. Numerosi altri fattori esterni possono poi contribuire alla comparsa o allaggravamento della patologia cellulitica. Cattive abitudini alimentari, quali labuso di alcolici e di sale o il consumo eccessivo di cibi contenenti glicidi, possono favorire linsorgenza della cellulite, soprattutto in particolari fasi della vita, come la pubert e la menopausa. Anche insufficienze digestive e metaboliche possono provocare limmissione in circolo di sostanze tossiche per le cellule e alterazioni dei vasi del microcircolo sottocutaneo. Alla alimentazione scorretta, come aggravanti, possono associarsi la eccessiva sedentariet, il fumo, il mantenere posizioni sbagliate del corpo durante lo studio o il lavoro, e anche labitudine di indossare abiti troppo stretti o scarpe scomode. Linsufficienza venosa e linfatica degli arti inferiori sicuramente un fattore determinante nel provocare la stasi sanguigna e il conseguente accumulo di liquidi nei tessuti. Difetti osteo-articolari: iperlordosi lombare, valgismo e piedi piatti, determinano difetti di postura, che si ripercuotono in modo negativo sul funzionamento del circolo venoso. Infine anche lassunzione incontrollata di farmaci come tranquillanti, contraccettivi orali ed analgesici pu peggiorare la ritenzione idrica.

Genetico costituzionali (razza, ereditariet, predisposizione familiare) Iperestrogenismo (costituzione, gravidanza) Iperproduzione surrenalica Ipotiroidismo Iperprolattinemia Cattive abitudini alimentari, sedentarit Disfunzioni digestive (a livello gastrointestinale ed epatico) Insufficienza circolatoria degli arti inferiori Abuso di farmaci (contraccettivi, analgesici) Problemi ginecologici (infiammazioni, cisti ovariche) Fig. 1 - Fattori predisponenti o aggravanti la patologia cellulitica.

Come si forma ed evolve la cellulite.


La cellulite un problema che inizialmente interessa il tessuto adiposo sottocutaneo, si estende poi al derma sovrastante, provocando col passare del tempo alterazioni pi superficiali, percepibili anche al tatto, e trasformazioni epidermiche visibili a occhio nudo, che producono un danno estetico, deformando la linea del corpo. Il disturbo estetico tanto pi evidente quanto pi il soggetto magro. Abbiamo gi detto che la cellulite il risultato della presenza di pi fattori concomitanti che contribuiscono a creare il terreno adatto alla sua formazione. Quando i vasi venosi non svolgono perfettamente la loro funzione di riportare il sangue al cuore, trasudano, lasciando passare del liquido negli spazi interstiziali del tessuto sottocutaneo che si gonfia come una spugna (edema). Il liquido, esercitando una grande pressione sugli adipociti, li allontana tra di loro e dai capillari, ostacolando gli scambi di ossigeno, sostanze nutritizie e di rifiuto da e verso il sangue. Come conseguenza si instaurano lentamente una serie di complesse modificazioni che portano alla comparsa di sostanze, prima assenti,

che provocano dolore e permeabilizzano maggiormente i vasi, aumentando ledema e instaurando un circolo vizioso.

I stadio
Abbondante ritenzione di acqua (edema) Modesto addensamento di connettivo

II stadio
Aumento delledema

III stadio
Notevole diminuzione del contenuto di acqua

Forte addensamento di connettivo

Massimo addensamento di connettivo duro e retratto (sclerosi) Micronoduli di grasso incapsulati Cellulite molle granulare, ammassi detti calzoni da cavallerizza

Blocco dei lipidi allinizio Leggera buccia di arancia

Formazione di noduli di grasso Buccia di arancia evidente

Fig. 2 Stadi evolutivi della cellulite. Il tessuto connettivo, asfittico, imbibito da liquidi e con presenza di sostanze infiammatorie, si irrita e reagisce, cercando di ridurre i danni. Aumenta cos il volume delle sostanze che lo costituiscono, attraverso la polimerizzazione di acido ialuronico e condroitinsolforico, provocando un addensamento ed un ispessimento della sostanza fondamentale. Si forma di conseguenza una gelatina dura che avvolge e blocca tutte le sostanze e i liquidi, e la struttura del tessuto adiposo sottocutaneo si modifica. Questa cellulite in fase iniziale (I stadio) viene definita dura o compatta, ed sicuramente quella che meglio risponde alle terapie. Il tessuto aderente alla muscolatura e, preso tra le dita, non forma pieghe, le zone colpite risultano dolenti e dure, la pelle lucida e

presenta solo leggermente laspetto a buccia darancia. Se non si corre ai ripari per la degenerazione lenta e cronica del tessuto sottocutaneo continua. Le sottili fibre connettivali, in origine disposte nel tessuto come una rete, si organizzano, ispessendosi ed aumentando di numero intorno a masse di grasso pi o meno grandi, comprimendole, ed il tessuto adiposo perde la sua struttura, spezzettandosi in noduli. In questa fase (II stadio), che rappresenta laspetto pi diffuso e frequente della cellulite, i capillari non sono pi visibili, e si evidenziano solo vasi pi grandi e vene dilatate tra i noduli. Quasi sempre le donne accusano una varicosit estesa delle cosce, e larea colpita ha una consistenza gommosa con aspetto a buccia darancia, che diviene pi evidente man mano che i noduli si fanno pi superficiali. Nello stadio pi avanzato (III stadio) o terminale, la cellulite si manifesta con la presenza di micronoduli di dimensione variabile, formati da grasso e circondati da capsule di fibre connettivali fittamente stipate. Sono presenti anche aderenze fibrose che ancorano i noduli alla pelle sovrastante e ai muscoli, situati al di sotto. Alla palpazione il tessuto si presenta duro con granuli simili a chicchi di grano. Il tessuto connettivo prolifera ovunque e distrugge tutte le strutture che formavano il tessuto sottocutaneo, spremendo fuori da esso anche lacqua. Quando lacqua non c pi il tessuto connettivo sclerotizza e si ritrae, lasciando delle porzioni di tessuto flaccido, coperto dalla pelle ispessita. Questo tipo di cellulite caratteristico della porzione interna delle cosce delle donne di una certa et (cellulite molle o flaccida), e corrisponde a quegli ammassi detti calzoni da cavallerizza, che spostandosi verso il ginocchio e la caviglia, determinano una imbottitura di tutto larto, conferendogli un aspetto a zampa di elefante. Le differenze nelle trasformazioni che si verificano a livello delle cellule adipose, dellinterstizio, dei capillari, del connettivo e degli acidi grassi componenti i trigliceridi, tra individui che mostrano una adiposit localizzata, perch grassi, e chi invece presenta una patologia cellulitica, sono riassunte schematicamente nella Fig. 3.

ADIPOSITA LOCALIZZATA
Cellule adipose
Non presentano alterazioni patologiche. Sono aumentate di volume e talora di numero.

CELLULITE
Presentano notevoli modificazioni di forma e volume. Per rottura della membrana si possono formare concamerazioni pluricellulari. Il reticolo di fibrille che le avvolge ispessito.

Interstizi tra le cellule


Indenni. Non c edema.

Capillari e piccoli vasi


Normali (in relazione allet e ad eventuali turbe circolatorie)

Ispessimento del collagene. Dissociazione edematosa per fenomeni di trasudazione di plasma dai capillari.

Presenza di dilatazioni capillaro-venulari. Rottura di capillari con microemorragie.

Tessuto connettivo
Nella norma. Mancano alterazioni patologiche o reattive: i rapporti tra cellule, fibre e sostanza amorfa sono equilibrati. Fibre di nuova formazione incapsulano aree pi o meno estese (da 30 a 100 adipociti) formando micronoduli cellulitici. Le aree colpite sclerotizzano e tendono a ritrarsi come le cicatrici. Nel derma non ci sono variazioni rispetto alla norma fisiologica. Nellinterstizio tra gli adipociti diminuisce globalmente la quota mucopolisaccaridica. E alterato il rapporto tra mucopolisaccaridi acidi solforati e asolforati, con aumento relativo del condroitinsolfato, come avviene nei processi di involuzione sclerotica del connettivo.

Mucopolisaccaridi
Non c variazione rispetto alla norma fisiologica, sia nel derma che negli spazi tra gli adipociti.

Composizione chimica dei lipidi contenuti nelle cellule adipose


Nella norma.

La distribuzione degli acidi grassi nei trigliceridi alterata.

Fig. 3 Modificazioni del tessuto connettivo sottocutaneo e della composizione dei trigliceridi in individui che mostrano una adiposit localizzata, perch grassi, e in individui che presentano cellulite.

Come si pu diagnosticare la cellulite.


La cellulite non deve essere confusa con lobesit. La diagnosi clinica, facile, ed uno specialista in grado di riconoscere, con un esame accurato di palpazione, se la paziente obesa o presenta una cellulite ad un determinato stadio (Fig. 4). Esistono comunque delle moderne tecniche diagnostiche che si possono eseguire facilmente e sono del tutto innocue. Una di queste la termografia, utilizzata nellanalisi del cancro alla mammella, la quale sfrutta le differenze di calore fra aree del corpo, e le rende visibili grazie ad una immagine a diversi colori. Le zone affette da cellulite risultano pi fredde, quindi meno colorate, delle rimanenti parti corporee, poich ledema e la sclerosi connettivale impediscono una normale circolazione sanguigna. Si pu cos avere una migliore definizione della gravit della malattia cellulitica ed una sua pi precisa delimitazione. Inoltre, possibile effettuare una valutazione dello stato della rete capillare attraverso la videocapillaroscopia e lo spessore del pannicolo adiposo con lecografia e la plicometria. Gli stessi metodi possono essere utilizzati per valutare i risultati ottenuti dopo un periodo di trattamento.

ADIPOSITA LOCALIZZATA
Aspetto della, superficie cutanea
Superficie liscia, omogenea, di colorito normale e priva di scabrosit o striature. Secrezione sebacea normale.

CELLULITE

Dolore alla palpazione


Assente

Inizialmente normale, con levolversi della patologia, manifesta scabrosit, con introflessioni e retrazioni (buccia darancia) e sottili striature bianco-giallastre. Lepidermide talora secca, altre volte grassa, e tende ad assottigliarsi.

Pastosit cutanea
Nella norma.

Presente alla palpazione profonda. Diventa pi acuto man mano che la patologia peggiora. Se presente, senza eseguire alcuna manipolazione, pi sordo ed attenuato. Allinizio il polpastrello pu lasciare limpronta pi a lungo che di norma, in special modo nelle ginocchia e lateralmente sulle cosce. In seguito la pastosit cutanea risulta diminuita. Minore.

Elasticit cutanea
Nella norma.

Placche cellulitiche
Assenti. In uno stadio avanzato, esercitando una lieve pressione col polpastrello delle dita, si rilevano delle discontinuit, cio lalternarsi di aree pi dure e aree pi pastose. Inizialmente non apprezzabile, presente poi alla periferia delle placche cellulitiche Nella fase terminale assente. Inizia a manifestarsi in uno stadio avanzato, contemporaneamente alla formazione dei micronoduli ed alla loro fusione in macronoduli, quando le fibre connettivali sclerotizzano. Si apprezza sfiorando la superficie cutanea coi polpastrelli delle dita.

Edema
Assente.

Scabrosit cutanea
Assente.

Fig. 4 Criteri di differenziazione, in base allosservazione, tra individui che mostrano una adiposit localizzata, perch grassi, e individui che presentano cellulite.

Come si pu intervenire sulla cellulite.


Da quanto detto sulla complessit di questa patologia e sui numerosi fattori che hanno un certo peso nel determinarne linsorgenza e laggravamento, evidente che la terapia non semplice da attuare e deve essere volta a ridurre le cause determinanti e favorenti. La cellulite non pu essere curata solo per periodi di tempo brevi, in prossimit delle vacanze, ma deve essere trattata in tempi lunghi, e i risultati saranno migliori quanto pi tempestivamente si interviene su di essa. Lesito generalmente molto buono se si agisce su una cellulite al primo stadio, buono al secondo stadio, scarso per quella terminale, su cui di solito si opera anche chirurgicamente. Fondamentale modificare lo stile di vita che predispone allo sviluppo della cellulite, ma molti altri interventi possono essere effettuati, da soli o in sinergia tra di loro, scegliendoli in base allo stadio di sviluppo della cellulite (Fig. 5).

Topici: creme, fanghi, lozioni, sali ecc. Sulla persona: diete, esercizio fisico, massoterapia Fisici non invasivi: laser, ultrasuono-terapia, linfodrenaggio meccanico, ozonoterapia, pressoterapia Fisici invasivi: elettrolipolisi, ozono-terapia iniettiva, idrocellulolisi Fisico-farmacologici invasivi: mesoterapia Chirurgici: liposuzione Fig. 5 Trattamenti per la cellulite

E importante ricordare che i numerosi trattamenti che vengono effettuati non sono sempre efficaci, ma possono invece spesso

risultare pericolosi per la salute di chi ci si sottopone, oltre che essere notevolmente impegnativi dal punto di vista economico. Vediamo ora quali sono i principali trattamenti a disposizione delle donne per affrontare il problema cellulite. I prodotti ad uso topico. Lutilizzo dei prodotti cosmeceutici*, inserito in un programma di cura pi ampio, ed effettuato con costanza, migliora sicuramente, e senza rischi, lo stato della cellulite: i risultati sulla buccia darancia e i cuscinetti adiposi, soprattutto negli stadi iniziali, saranno evidenti. Sul mercato sono presenti molti prodotti cosmetici diversamente formulati, contenenti sostanze con efficacia differente e specifica verso alcune delle cause che determinano la comparsa del quadro cellulitico; perci basilare conoscerne la modalit di azione, per scegliere il prodotto pi mirato. E importantissimo sapere che: perch un prodotto sia efficace non deve solo contenere principi attivi, ma ne deve avere dentro la dose giusta; per effettuare un corretto dosaggio quindi indispensabile che gli estratti utilizzati siano sempre titolati. Se la causa principale una cattiva circolazione sanguigna e linfatica con ristagno di liquidi negli arti inferiori, di grande interesse la presenza di sostanze vegetali che migliorino la microcircolazione e favoriscano leliminazione delledema e delle tossine: gli estratti di Centella, Rusco, Ippocastano e Edera sono tra queste. Nello stato cellulitico i tessuti perdono tonicit, fondamentale quindi rendere la pelle anche pi elastica e morbida: molti oli e burri vegetali come avocado, jojoba, mandorle e karit possono migliorare il livello di idratazione della pelle di cosce e glutei. La tendenza allaccumulo di grassi, fattore che certamente favorisce lo sviluppo della cellulite, invece contrastata da sostanze ad azione lipolitica, come la caffeina, o estratti di piante che la contengono in dose adeguata: per esempio il t, il caff e la cola, oppure dalle alghe, che con il loro contenuto in iodio attivano la mobilitazione del pannicolo adiposo.
*I cosmeceutici sono prodotti formulati e realizzati nel rispetto della legge sui cosmetici, ma con il fine di fornire al dermatologo preparati efficaci, rispondenti alle sue esigenze. Sono ottenuti con eccipienti pi semplici possibile, ma stabili e gradevoli. Non devono contenere sostanze superflue, come coloranti e profumi, e devono contenere un dosaggio utile di principi attivi.

Gli interventi sulla persona. In alcuni casi la cellulite accompagnata ed aggravata da una tendenza ad accumulare grasso, dovuta ad abitudini alimentari sbagliate. Quando il proprio peso al di sopra di quello ideale (che pu essere calcolato avvalendosi di apposite tabelle), una diminuzione dellapporto calorico e un aumento dellattivit fisica indurranno un ridimensionamento del pannicolo adiposo, con un miglioramento di molte funzioni dellorganismo: digestione, eliminazione delle sostanze tossiche, circolazione periferica. Sia nelle celluliti senza eccesso ponderale sia in quelle associate ad obesit, oltre allesercizio fisico, pu essere utile anche sottoporsi ad una serie di massaggi professionali (massoterapia) che tonificano le fasce muscolari ed aumentano il flusso venoso e linfatico. Questi trattamenti devono essere per leggeri e superficiali, poich una manipolazione violenta non scioglie i grassi, come spesso si sente dire, ma al contrario pu provocare reazioni dolorose locali, lesioni infiammatorie ed ecchimosi in un tessuto sconnesso e con evidente fragilit vasale, peggiorandone lo stato. I trattamenti fisici non invasivi. I trattamenti fisici non invasivi, come la laser e la ultrasuono-terapia, sono generalmente poco efficaci, anche se ben accettati dalle donne perch non richiedono particolare impegno e sacrificio, come una dieta appropriata e la palestra. Il primo si basa sullutilizzo di un laser allelio-neon cui vengono attribuite, da una recente teoria, propriet stimolanti per le cellule, che quando si vengono a trovare in un ambiente pieno di sostanze tossiche (come si verifica appunto nella cellulite), non rispondono pi ai meccanismi di controllo e regolazione determinati dalle normali comunicazioni intracellulari fisiologiche. Il secondo, che utilizza un apparecchio a placca sulla zona da trattare, produce invece fenomeni meccanici, termici e chimici, con effetto lipolitico. Decisamente pi gradevole lozono-terapia, durante la quale, immersi in una vasca dacqua piena di bolle di ossigeno nascente, si cerca di fornire ossigeno ad un tessuto cellulitico che ne povero.

I trattamenti fisici invasivi. A differenza dei precedenti, i trattamenti fisici invasivi sono un tipo di terapia non del tutto priva di inconvenienti. Leletrolipolisi una tecnica che si sviluppata in Francia come evoluzione dellagopuntura. Vengono inseriti sottocute degli aghi metallici, lunghi fino a 18 cm, a distanza di 2-5 cm tra di loro, e collegandoli ad un generatore di corrente, viene creato un campo elettrico nel tessuto sottocutaneo. Questo trattamento servirebbe a favorire il catabolismo lipidico allinterno degli adipociti e a migliorare il drenaggio dei liquidi interstiziali. La sua efficacia, nonostante la larga applicazione, non ancora scientificamente provata, mentre si possono avere infezioni, legate allutilizzo degli aghi, se questi non sono stati ben sterilizzati. Anche lozono-terapia iniettiva, cio linfiltrazione dermo-epidermica di una miscela di ossigeno e ozono, e la idrossicellulolisi, inoculazione nei cuscinetti adiposi di una soluzione fisiologica poco concentrata (acqua + cloruro di sodio, il normale sale da cucina), vengono utilizzate nel trattamento della cellulite, soprattutto per ridurre il volume degli adipociti e di conseguenza il pannicolo adiposo. I trattamenti fisico-farmacologici invasivi. Tra i trattamenti della cellulite uno dei pi noti sicuramente la mesoterapia, che consiste nelliniezione localizzata sottocutanea, tramite piastre munite di aghi, di sostanze ad azione lipolitica (xantine, tiroxina, gonadotropina corionica ecc.), drenante, analgesica e vasoprotettiva (estratti di origine vegetale: ippocastano, centella, flavonoidi). Questa terapia, se effettuata con dosaggi elevati, pu avere unazione sistemica (a livello di tutto lorganismo, tramite la circolazione sanguigna) delle sostanze utilizzate, fatto oltremodo pericoloso, e da evitare soprattutto se sono usate sostanze ormonali. Se il dosaggio basso, invece lapplicazione inutile: non si ha alcun effetto a livello locale, perch le sostanze sono rapidamente assorbite con i liquidi interstiziali, portate in circolo e diluite. E importante anche non sottovalutare le possibilit di infezione e rottura di vasi sanguigni, con la comparsa di lividi e rigonfiamenti locali.

I trattamenti chirurgici. La liposuzione un trattamento di acquisizione recente, che consiste nellintroduzione di una cannula nel tessuto adiposo, nella frammentazione dei lobuli e nellaspirazione dei lipociti. Tale tecnica, che d buoni risultati, soprattutto in donne giovani, con fenomeni cellulitici piuttosto delimitati, per i rischi di infezione (il tessuto adiposo presenta scarsi meccanismi di difesa immunologica) e di embolia, deve essere utilizzata solo in centri altamente specializzati e da personale competente. In conclusione potremmo dire che gli interventi sulla persona e i trattamenti topici, sono quelli che valutando contemporaneamente benefici, sicurezza e costi portano ai risultati migliori. La cellulite comunque un problema che deve essere affrontato presto, perch col tempo porta a complicazioni sempre pi evidenti agli arti inferiori, ed i periodi pi critici per linsorgenza e levoluzione sono sicuramente la giovinezza e la fase fertile della vita di una donna. Se la cellulite non insorta nelle et precedenti infatti raro che compaia proprio in menopausa: in questo periodo della vita di una donna la cellulite non altro che il risultato di un lento processo degenerativo durato anni e anni.

Le piante efficaci nel trattamento della cellulite.

Centella
Centella asiatica Urb. (Apiaceae)
E una piccola pianta erbacea perenne, prostrata, con foglie orbicolari, reniformi, che cresce spontanea in luoghi acquitrinosi in India, Cina, Indonesia, Africa meridionale e America centrale. La droga rappresentata dalla porzione epigea della pianta, ed i componenti principali sono i derivati triterpenici (Fig.6): asiaticoside e madecassicoside e gli acidi triterpenici liberi: acido asiatico e madecassico. Secondo la Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana (X edizione) una droga di buona qualit non deve contenere meno del 5% di derivati triterpenici totali, espressi come asiaticoside. La Centella, sia per via orale che per uso topico, presenta uno spiccato tropismo nei confronti del tessuto connettivo, di cui modula lo sviluppo e normalizza gli stati patologici. I preparati a base di Centella sono in grado di contrastare levoluzione dei disturbi a carico del sistema venoso e di prevenirne le complicanze. La frazione triterpenica totale viene utilizzata in molte specialit medicinali per il trattamento degli stati varicosi e della sintomatologia ad essi associata: pesantezza e prurito degli arti inferiori, edema, crampi notturni. Nel trattamento della cellulite la sua azione si esplica a livello del connettivo perivascolare, favorendo il mantenimento del tono e della elasticit della parete vascolare venosa. Ripristina il normale equilibrio fra circolazione capillare e venosa e trofismo tissutale; riduce la stasi ematica e la permeabilit endoteliale (antiedematosa), migliorando gli stati di insufficienza venosa e

sindromi varicose. Numerosi studi clinici sono stati effettuati utilizzando estratti di foglie di centella, o preparazioni contenenti tali estratti, per dimostrarne i benefici effetti in casi di insufficienza venosa, smagliature, cellulite e processi riparativi di lesioni cutanee. In particolare gli effetti positivi dellapplicazione topica di un estratto di Centella asiatica nei confronti della patologia cellulitica stata studiata in una sperimentazione protrattasi per circa quattro mesi su 60 pazienti (Pereira 1979). Lestratto, applicato 4 volte al giorno, determin un significativo miglioramento della cellulite nell85% delle donne coinvolte. Studi in vitro hanno inoltre dimostrato lazione modulatrice della frazione triterpenica della Centella sulla produzione di collagene da parte dei fibroblasti umani, con leffetto di migliorare limpalcatura connettivale della parete vasale. Viene infatti indotta, in colture di cellule endoteliali, la sintesi di una proteina adesiva della membrana basale della tonaca intima: la fibronectina, che contribuisce a mantenere lintegrit endoteliale. I preparati per somministrazioni orali a base di Centella sono generalmente ben tollerati e in letteratura non sono riportati effetti collaterali o particolari precauzioni duso. Per il loro effetto emmenagogo sono per controindicati in gravidanza.

Fig. 6 Derivati triterpenici della Centella asiatica.

Ippocastano
Aesculus hippocastanum L. (Hippocastanaceae)
E un robusto albero deciduo, alto fino a 25 metri, con una grande chioma a cupola. Presenta foglie opposte digitate, fiori a grappoli di colore bianco o rosa e frutti verdi spinosi contenenti semi rotondeggianti di colore bruno. Originario dei boschi di montagna dei Balcani e dellAsia occidentale, coltivato nei giardini di tutto lemisfero settentrionale a fini ornamentali. Le parti utilizzate a scopo terapeutico sono i semi, la corteccia dei rami e le foglie. I semi contengono dal 3 all8% di una miscela di saponine triterpeniche nota con il nome di escina, oltre a flavonoidi, oligosaccaridi, polisaccaridi, proantocianidine e tannini condensati. La Farmacopea Italiana (X edizione) riporta che la droga essiccata (frutti) non deve contenere meno del 3% di glicosidi triterpenici calcolati come escina anidra. Gli estratti di ippocastano, contenenti escina, possiedono riconosciute attivit antiinfiammatorie, antiedematose, antiessudative e venotoniche. Lescina agisce sulle membrane dei capillari aumentandone la resistenza e normalizzandone la permeabilit, riducendo cos la

fuoriuscita di liquidi negli spazi interstiziali: ha un effetto sigillante. Nelle persone che presentano problemi circolatori alle gambe e varici, lescina agisce sulla permeabilit capillare direttamente a livello dei pori presenti sulla parete dei vasi, riducendo il numero ed il diametro di quelli localizzati sullendotelio dei capillari arteriosi, ma non di quelli venosi. Viene limitato cos il passaggio dellacqua verso i tessuti, lasciando invece invariato quello in senso inverso, favorendo il ritorno del sangue verso il cuore. Il riflusso sanguigno facilitato anche da un innalzamento del tono della parete venosa. Le saponine, producono schiuma come il sapone, diminuendo la tensione superficiale dellacqua, cio aumentandone leffetto bagnante delle superfici. Lescina agisce allo stesso modo sulle pareti dei capillari venosi: lirrorazione di questi aumenta e ci facilita la diffusione dei liquidi tissutali verso linterno dei vasi. Questa attivit migliora anche il fastidio legato alleccesso di stasi di liquidi, determinato da uninsufficienza venosa e linfatica, che provoca un senso di pesantezza alle gambe e dolore (laccumulo locale di scorie e CO2 scatena la liberazione di sostanze chimiche che stimolano le terminazioni nervose). Numerosi studi clinici attestano lefficacia di prodotti ad uso topico, lozioni, creme o gel, contenenti escina, nel trattamento dellinsufficienza venosa cronica, edemi, crampi ai polpacci, pesantezza delle gambe, vene varicose e gonfiori dei tessuti molli. Viene stimolata infatti la microcircolazione del derma, consentendo un migliore drenaggio dei tessuti e la eliminazione di tossine ed acqua in eccesso. Questa spiccata attivit antiedemigena degli estratti di frutti di ippocastano permette di avere soddisfacenti risultati nel trattamento della cellulite, soprattutto ai primi stadi, dove evidente ledema interstiziale dovuto allaumento della permeabilit capillaro-venulare. Esistono oggi in commercio ingredienti per formulazioni topiche, con particolare struttura biochimica: i liposomi, che, grazie al complesso di elementi che li compongono, permettono alle sostanze attive, in essi contenute, di superare con minor difficolt la barriera epidermica e venir meglio assorbite a livello degli strati cutanei pi profondi, dove dovrebbero esplicare la loro azione. I liposomi di escina sono appunto dei sistemi lipidici con

composizione simile a quella delle membrane delle cellule cutanee, che racchiudono nel loro interno questa sostanza funzionale. Essi riescono ad attraversare lo strato corneo e a far penetrare in profondit la sostanza veicolata. Con lo stesso fine si utilizza lacido glicolico nel trattamento della cellulite. Tale sostanza, pur essendo di per s inattiva su questo processo patologico, in virt della sua azione epidermolitica, permette la rimozione dello strato pi superficiale della pelle, cio assottiglia la barriera, consentendo una migliore permeabilit cutanea di specifiche sostanze. Lacido glicolico per fortemente irritante, e deve essere utilizzato a concentrazioni elevate solo da professionisti del settore. Tra le sostanze, oggi allo studio, come acceleratori di passaggio, c anche il limonene, terpene presente in abbondanza nelle bucce di aranci e limoni, che stato sperimentalmente associato a caffeina ed escina, per accelerarne la permeazione della barriera cornea.

Rusco
Ruscus aculeatus L. (Liliaceae)
Il rusco, o pungitopo, un suffrutice spinoso sempreverde, che sviluppa dei rami coriacei simili a foglie, i cladodi, che terminano con una punta acuminata. Tale caratteristica d il nome alla specie della pianta: aculeatus, cio spinoso. E una pianta mediterranea, che cresce spontanea sui pendii asciutti e soleggiati, contribuendo a formare la macchia mediterranea. Il rizoma contiene una miscela di saponine steroidiche, le ruscogenine, la cui struttura chimica di base si presenta come quella dei corticoidi, gli ormoni della corteccia surrenale. Le ruscogenine non hanno alcuna azione cortisonosimile, ma mostrano alcune analogie con il cortisone: agiscono infatti come antiflogistici e vasocostrittori periferici, determinando un aumento del tono vascolare, ben sorretto dalla contemporanea stabilizzazione delle membrane delle cellule endoteliali. Questo effetto si evidenzia soprattutto sul sistema venoso, a livello del quale il rusco tonifica il tessuto della parete dei vasi sanguigni. Pu essere considerato per questo motivo il rimedio di elezione per il trattamento di varici ed emorroidi. Nella terapia della cellulite luso di prodotti contenenti estratti di rusco molto
Fig. 8- Ruscogenine

importante per diminuire la tendenza alla fuoriuscita ed al ristagno di liquido interstiziale negli spazi tra gli adipociti, che gonfia il tessuto provocando edema sottocutaneo. Il liquido, infatti, esercita una grande pressione sulle cellule adipose e le allontana tra di loro e dai capillari, ostacolando gli scambi di ossigeno, sostanze nutritizie e di rifiuto da e verso il sangue, instaurando un circolo vizioso caratterizzato da dolore ed infiammazione. La Commissione E del Ministero della Sanit tedesco ne riconosce le attivit flebotoniche, capillaroprotettive, antiflogistiche e diuretiche, considerandolo utile nel trattamento dellinsufficienza venosa associata a dolore, gonfiore e senso di pesantezza alle gambe. Il suo utilizzo inoltre ritenuto sicuro, per lelevata tollerabilit anche ad alte dosi e lassenza di reazioni secondarie.

Edera
Hedera helix L. (Araliaceae)
Ledera una liana i cui rami sterili, forniti di radici avventizie, si attaccano a muri, rocce ed alberi: il suo nome deriva infatti dalla parola latina haerere, che significa essere attaccato. Invecchiando pu raggiungere anche la massa di un albero, con rami legnosi. I rami fioriferi non hanno radici, sono eretti e portano foglie romboidali; i rami sterili presentano invece foglie con 3-5 lobi triangolari. E una pianta comune in Italia, ma cresce facilmente in tutte le zone temperate dellEuropa, in Asia ed Africa settentrionale.

La droga costituita dalle foglie. I componenti principali sono un insieme di saponine triterpeniche (2,5-6%): glicosidi dellederagenina, come lederacoside C e l-ederina e glicosidi dellacido oleanolico, come lederacoside B e la -ederina. Le foglie contengono inoltre steroli, polifenoli, sesquiterpeni, un alcaloide isochinolinico (emetina), tannini, acido formico, -carotene, vitamina E e zuccheri. Per uso esterno, ledera un moderatore molto efficace della sensibilit dei nervi periferici, utile nella terapia delle nevriti, delle nevralgie e di molte manifestazioni reumartritiche. Le sue benefiche propriet si manifestano soprattutto nel trattamento delle celluliti e delle cellulalgie, dove alla sua attivit analgesica si accompagna una notevole azione vasocostrittrice, di cui principalmente responsabile l-ederina. Lazione anestetica pu essere utile per effettuare massaggi profondi sulle zone colpite dalla cellulite, mentre lazione astringente, cio la vasocostrizione, favorisce il riassorbimento dei liquidi che impregnano i tessuti, contrastando la tendenza alla vasodilatazione e la conseguente congestione che caratterizza il tessuto sottocutaneo interessato dalla cellulite. Nella medicina popolare si ritrova luso delle foglie di edera, sotto forma di decotti o cataplasmi, da applicare sulle gambe gonfie e dolenti.

CENTELLA
Normalizza gli stati patologici a carico del tessuto connettivo endoteliale: modula la produzione di collagene da parte dei fibroblasti.

Ripristina il normale scambio trofico tra microcircolo e tessuti. Mantiene elasticit venosa. il tono e la della parete

Riduce la stasi ematica e la tendenza alledema.

IPPOCASTANO
Modula la permeabilit capillaro-venulare.

Aumenta la resistenza capillare alla fuoriuscita di liquidi (azione sigillante). Migliora il flusso di liquidi verso i tessuti, il drenaggio linfatico e leliminazione delle tossine.

Riduce la stasi ematica e la tendenza alledema.

RUSCO
Antinfiammatorio e vasocostrittore.

Tonifica la parete dei vasi venosi, diminuendo la tendenza alla stasi di liquidi. Rinormalizza la circolazione periferica.

Riduce la tendenza alledema.

EDERA
Vasocostrittrice ed analgesica.

Tonifica la parete dei vasi venosi, diminuendo la congestione del tessuto sottocutaneo.

Riduce la tendenza alledema ed il dolore ad esso associato.

Fig. 10 Le piante attive sul microcircolo.

Alga bruna
Fucus vesiculosus L. (Fucaceae)
E unalga verde-brunastra che cresce fino allaltezza di un metro. Ha fronde piatte, generalmente biforcute, contenenti vescicole di galleggiamento piene daria e disposte in maniera appaiata. E originaria delle coste settentrionali dellAtlantico e del Mediterraneo occidentale, e si raccoglie tutto lanno, utilizzando in parte reti a strascico. La droga rappresentata da tutto il tallo, ed ha un odore caratteristico di pesce, un sapore salato ed una consistenza mucillaginosa. Il componente pi importante lo iodio, presente in forma inorganica, o legato a proteine e lipidi o come componente di aminoacidi iodurati. Secondo la Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana (X edizione) il contenuto totale di iodio deve essere almeno dello 0,05% e quello dello iodio proteico almeno dello 0,02%. Il Fucus contiene anche mucillagini: acido alginico, fucoidina e laminarina, e polifenoli ad azione emolliente e lenitiva. Viene impiegato nel trattamento della cellulite poich stato evidenziato che un incremento nellapporto di aminoacidi iodati e amine iodate spinge lorganismo a bruciare i grassi di riserva accumulati, tramite la stimolazione delladipocit e lattivazione del catabolismo lipidico locale. In particolare essi agiscono rapidamente e direttamente sulladipocita, innescando e mantenendo elevati i livelli degli enzimi della catena ossidativa, con conseguente attivazione della funzione lipocatabolica e mobilizzazione del pannicolo. La graduale mobilizzazione dei grassi si accompagna ad una riduzione

della costrizione emo-linfatica, a minor asfissia del tessuto e netto miglioramento degli apporti nutritivi. Lo studio di alcuni quadri istologici della cellulite ha evidenziato una diminuzione del numero dei mastociti e dei granuli in essi contenuti, nel connettivo ed in prossimit dei vasi sanguigni. I mastociti sono cellule grandi, normalmente localizzate in tali sedi, il cui citoplasma pieno di granuli, contenenti, nelluomo, eparina ed istamina. La degranulazione dei mastociti, cio la liberazione delle sostanze contenute nei granuli avviene spontaneamente come reazione dei tessuti nei confronti di danni traumatici o di altra natura (ad esempio nelle allergie). In condizioni normali, i vasi situati nel tessuto adiposo presentano sempre nelle loro vicinanze un numero pi o meno variabile di mastociti. Il fatto che queste cellule siano spesso situate nel tessuto adiposo, e che il loro numero e ancor pi la loro attivit, siano estremamente ridotte in corso di cellulite, ha fatto pensare ad un collegamento tra questi due eventi. E stato ipotizzato linstaurarsi di un circolo vizioso, dove lalterata permeabilit dei microvasi, inizialmente aumentata e poi ridotta a causa della reazione fibrosclerotica, provoca un sconvolgimento strutturale del lobulo adiposo, coinvolgendo anche i mastociti e rendendoli gradualmente incapaci di reagire e produrre granuli. Il massaggio, buon sostegno della terapia cellulitica, deve in gran parte il suo effetto positivo alla stimolazione meccanica dei mastociti, che in tal modo sollecitati si degranulano, liberando sostanze indispensabili allattivazione della circolazione. Col massaggio non si ha per una vera e propria attivazione dei mastociti, non vengono infatti prodotti nuovi granuli, ma solo rotti quelli gi esistenti. Lapplicazione topica locale di iodio amminico sembra invece determinare una reale attivazione di queste cellule, attraverso un legame specifico sulla loro membrana, con conseguente stimolazione locale del circolo. Anche altre alghe brune vengono tradizionalmente utilizzate in associazione al fucus; tra queste possiamo ricordare quelle appartenenti ai generi: Laminaria ed Ascophyllum.

Caffeina
La caffeina o 1,3,7-trimetilxantina, un alcaloide del gruppo della purina. Si ritrova nel t (fino al 4-5%), nel caff (circa il 3%) nelle foglie di mat, nelle noci di cola, nei semi di guaran e, in piccole quantit, nel cacao. E una polvere bianca cristallina, inodore e di sapore amaro, che sublima facilmente ed molto solubile in acqua bollente. Una tazza di caff contiene circa 100 mg di caffeina. Industrialmente, si ottiene soprattutto estraendola dalla polvere di t e caff, per ebollizione in acqua in presenza di ossido di magnesio, che provoca la precipitazione dei tannini e di alcune sostanze coloranti. La caffeina grezza si separa poi per ricristallizzazione dallacqua calda, dopo filtrazione e trattamento con carbone decolorante. Per via semi-sintetica si ottiene invece per metilazione della teobromina, estratta dal cacao. Lutilizzo della caffeina nel trattamento del problema della cellulite il risultato di studi pi ampi effettuati sui sistemi di modulazione dellaccumulo di grassi a livello degli adipociti nel tessuto adiposo. Si visto infatti che la lipolisi, cio la distruzione del grasso, che inizia con la degradazione dei trigliceridi a glicerolo e acidi grassi (Fig. 12), regolata in parte dal sistema nervoso, attraverso unazione sui recettori e 2 adrenergici presenti sulla superficie della cellula adiposa.
CH2-O-COR1 CH-O-COR2+3H2O CH2-O-COR3 Trigliceridi CH2OH CHOH CH2OH glicerolo + 3H R1-COO + R2-COO R3-COO acidi grassi liberi

Fig. 12 Idrolisi dei trigliceridi.

Studi in vitro dimostrano che un agente che attiva i recettori adrenergici favorisce la lipolisi, e la riduzione delle cellule adipose, mentre un agente che attiva i recettori 2-adrenergici ostacola la lipolisi. Aumentare la concentrazione di agonisti (stimolatori) -adrenergici o di antagonisti (inibitori) 2-adrenergici sulla superficie della cellula adiposa un sistema per promuovere la lipolisi e diminuire il pannicolo adiposo. Gli stimolatori -adrenergici pi noti sono: caffeina, teobromina, teofillina, acido teofillinacetico, aminofillina ed epinefrina. Questi inibiscono lattivit dellenzima fosfodiesterasi (Fig.13), che degrada lAMPc a 5AMP inattivo, stabilizzando lAMPc. Si raggiunge cos una concentrazione di AMPc sufficiente ad attivare lenzima trigliceride lipasi , che accelera la formazione di acidi grassi liberi a partire dai trigliceridi.

FOSFODIESTERASI
Caffeina

AMPc

5AMP (inattivo)

TRIGLICERIDE LIPASI

TRIGLICERIDI ACCUMULATI NEGLI ADIPOCITI

ACIDI GRASSI LIBERI

Fig. 13 Stimolazione della lipolisi.

La mobilizzazione dei trigliceridi da parte delle xantine aiuta a trasformare localmente leccesso di riserve lipidiche in acidi grassi liberi, che vengono poi eliminati dal sistema linfatico.

Prove in vivo, effettuate su donne dai 25 ai 50 anni, utilizzando, per applicazione topica, una crema contenente caffeina, hanno determinato in tutte una riduzione del pannicolo sottocutaneo della coscia, con perdita di peso corporeo. Pur essendo molte le piante contenenti caffeina, in ambito cosmetico, al fine di formulare un prodotto efficace (con alto dosaggio di caffeina), pu essere preferibile utilizzare la caffeina pura estratta da esse. Con un normale uso cosmetico degli estratti, infatti, non sempre si riesce a raggiungere un contenuto adeguato di tale principio attivo.

Incenso
Boswellia serrata Roxb. (Burseraceae)
Il genere Boswellia comprende diverse specie, non sempre esattamente identificabili, di piccoli alberi da cui si ricavano resine, vendute nei mercati con il nome generico di olibano o incenso. La Boswellia serrata, in particolare, un albero deciduo di media taglia, comune nelle regioni dellEtiopia, della Somalia, della Nubia, dellEgitto, dello Yemen e dellOman. Lincenso lessudato, unoleogommoresina, della corteccia, che fuoriesce se questa viene incisa, e solidifica esposta allaria. La frazione gommosa rappresenta circa il 23% della droga ed composta da polisaccaridi, quella resinosa il 55%, ed costituita da una miscela di acidi triterpenici pentaciclici, derivati dellacido boswellico.

Fig. 14 I principali acidi boswellici.

Luso sia rituale che medicinale dellincenso molto antico, e attraverso le culture egizia, romana, araba, cinese, indiana e altre, arrivato sino ai tempi moderni. Era e viene utilizzato, sia per uso interno che topico, nelle affezioni delle vie respiratorie, della cute, delle articolazioni e dellintestino, per le sue propriet balsamiche, antinfiammatorie, antisettiche, analgesiche antiparassitarie, astringenti ed emostatiche. E proprio lattivit antinfiammatoria che in questo caso ci interessa, perch utile per migliorare il quadro generale che si viene a determinare nel tessuto sottocutaneo, a causa del ristagno di liquidi e scorie, caratterizzato da iniziale intossicazione e conseguente infiammazione locale. Linfiammazione un complesso processo caratterizzato da una serie di reazioni metaboliche collegate tra loro con un sistema a cascata, che amplifica la risposta. Molte sono le sostanze attive prodotte dallorganismo che ne risultano coinvolte, come ad esempio le bradichinine, listamina, le prostaglandine, i leucotrieni, gli enzimi lisosomiali e le linfochine. Gli acidi boswellici isolati dalla gommoresina di Boswellia serrata, in particolare lacido acetil-11--boswellico, sono inibitori specifici, non competitivi col substrato endogeno, della sintesi di leucotrieni, nella via metabolica dellacido arachidonico, attraverso una interazione diretta con lenzima 5-lipossigenasi.

FOSFOLIPIDI

ACIDO ARACHIDONICO Acidi boswellici


via della Ciclossigenasi Via della 5 Lipossigenasi

PROSTAGLANDINE TROMBOSSANI LEUCOTRIENI

Fig. 15 Meccanismo dazione degli acidi boswellici nellinfiammazione.

La via della 5-lipossigenasi responsabile della produzione di leucotrieni sia nellinfiammazione acuta che cronica. Laumentata produzione di leucotrieni chiamata in causa nel mantenimento dello stato infiammatorio. In lavori recenti stato evidenziato che preparati topici a base di estratti di Boswellia sono efficaci nel ridurre il gonfiore da infiammazione, con ripristino della circolazione e sollievo dal dolore.

Spirea
Spiraea ulmaria L. (Rosaceae)
La Spirea ulmaria, popolarmente nota con il nome di regina dei prati, una pianta erbacea, perenne, comune negli ambienti umidi collinari e montani. Ha fusti rossastri, lunghi da 80 a 150 cm, foglie pennate e numerosi piccoli fiori profumati di colore bianco giallognolo riuniti in pannocchie. E originaria della Siberia meridionale e dellAsia occidentale e cresce in Europa (ad esclusione della fascia mediterranea), nellAmerica temperata e in Asia occidentale e settentrionale. La droga costituita dalle parti aeree fiorite, di sapore aromatico e leggermente acre, e odore debole, simile al salicilato di metile. Nei fiori, nei fusti e nelle foglie, sono contenuti circa il 3% di flavonoidi, in particolar modo lo spireoside (quercetina-4-glucoside), assieme ad altri derivati della quercetina e del canferolo. Si ritrovano inoltre glicosidi fenolici del tipo salicilico: spireina (primaveroside dellaldeide salicilica), salicoside o salicina (alcool salicilico+glucosio) e gaulteroside (questultimo, durante il processo di

essiccazione della droga, convertito in acido salicilico ed nei suoi sali alcalini), assieme a tannini (rugosina D ed E), sali minerali, cumarine, vitamina C, leucoantociani e mucillagini. Nei fiori contenuto lolio essenziale, di odore simile a quello dellessenza di mandorle amare, i cui componenti principali sono: aldeide salicilica (36%) e salicilato di metile (19%). La Spirea era una pianta gi nota nel Medioevo, ma le sue propriet medicinali sono state apprezzate solo molto pi tardi. Agli inizi dell800 veniva raccomandata per combattere la raccolta patologica di liquidi nella cavit addominale, negli edemi e nel reumatismo articolare. Nel 1897 il chimico tedesco Hoffmann, lavorando sui composti derivati dallacido salicilico, per migliorarne la tollerabilit gastrica, acetil il salicilato di metile estratto dalla Spirea, creando lacido acetilsalicilico, cui venne dato il nome tedesco: Aspirin. La ricerca farmacologica ha riconosciuto alla Spirea una notevole attivit diuretica, gi individuata dalla medicina popolare: aumenta il volume di urine emesso nelle 24 ore assieme allescrezione di urea, sodio, potassio e cloro. Questo effetto stato attribuito alla frazione flavonoidica e ai sali di potassio contenuti nella pianta. I flavonoidi modulano lattivit della succinico-deidrogenasi e della anidrasi carbonica, a livello dei tubuli renali; questi enzimi sono importanti nella regolazione dello scambio di ioni sodio, potassio, cloro, idrogeno e bicarbonato, passaggio intimamente legato alla diuresi acquosa. I sali di potassio funzionano invece in pi modi. Come diuretici osmotici, arrivano al rene in quantit eccedente la capacit di riassorbimento dei tubuli renali e aumentano la pressione osmotica allinterno di questi, con conseguente rallentamento del

riassorbimento di acqua, sodio e cloro; inoltre, gli ioni potassio in eccesso, vengono scambiati con quelli sodio nel liquido edematoso, aumentando la quantit di sodio eliminata con lurina; e ancora, dilatano i vasi sanguigni renali, aumentando il flusso di sangue in loco, e conseguentemente la quantit di filtrato glomerurale. I glicosidi salicilici possiedono invece una spiccata attivit antinfiammatoria ed analgesica. Linfiammazione una reazione di difesa dellorganismo che coinvolge diversi tipi di cellule, la cui attivit coordinata dalla presenza di mediatori chimici, quali: istamina, leucotrieni, bradichinina e prostaglandine. I composti salicilici sono in grado di inibire la sintesi di prostaglandine del 50-70%. Lacido acetilsalicilico (Aspirina), grazie alla presenza del gruppo acetile, inattiva irreversibilmente (acetilandolo) lenzima ciclossigenasi, bloccando la sintesi di prostaglandina G2. I glicosidi salicilici contenuti nella Spirea, non essendone provvisti, devono la loro attivit antinfiammatoria ad un meccanismo diverso, pi complesso rispetto a quello dellacido acetilsalicilico. Studi recenti indicano uninterferenza con il processo infiammatorio per vie differenti, che comprendono linibizione dellenzima prostaglandinosintasi, necessario alla produzione delle sostanze proinfiammatorie, linibizione dellattivazione del complemento e la stimolazione dellasse ipofisi-corteccia surrenale, capace di attivare la produzione di corticosteroidi. La Spirea non presenta problemi di tipo tossicologico; in letteratura non sono evidenziati casi di intossicazione o effetti collaterali in seguito a somministrazione della droga e dei suoi estratti. Anzi, la pianta, bench ricca di salicilati, non provoca lesioni gastriche o intestinali. Per le sue propriet diuretiche e antinfiammatorie pu essere utilmente impiegata, nella cura della cellulite, dove viene stimolato il riassorbimento di liquidi che impregnano i tessuti sottocutanei. Lassociazione con riattivatori della microcircolazione della pelle, in grado di aumentare la velocit di flusso nei capillari e nelle venule, quali ippocastano, rusco, centella ed edera, migliora i risultati della terapia.

Ananas
Ananas sativus Schult.F. (Bromeliaceae)
Lananas sativus la pianta erbacea da cui derivano i gustosi frutti ben noti a tutti. E coltivata soprattutto nellAmerica centrale e meridionale, nellIndia occidentale e in alcune zone dellAfrica, e i frutti vengono esportati in tutto il mondo. In fitoterapia utilizzato il gambo dellinfruttescenza, il cui componente pi importante la bromelina, una miscela di almeno 8 componenti, appartenenti al gruppo delle proteinasi, cio degli enzimi che demoliscono le proteine. Questa attivit enzimatica veniva sfruttata gi nel XVIII secolo: lananas era prescritta come rimedio per facilitare le digestioni difficili. Per lo stesso motivo, gli Indios brasiliani, pur ignorandone le modalit di azione, utilizzavano, il succo dananas come antielmintico (contro gli ascaridi), perch in grado di aggredire persino i parassiti viventi. I preparati a base di gambo di ananas, sono oggi largamente impiegati nella terapia dei processi infiammatori, con lintento di migliorare la circolazione locale e ridurre ledema; oppure come integratori alimentari, per favorire la digestione degli alimenti proteici e stimolare la diuresi. Lattivit antiedematosa ed antinfiammatoria della bromelina stata dimostrata in numerosi modelli sperimentali, sia per somministrazione orale che parenterale, e pu essere sfruttata con successo nella terapia della cellulite. I preparati a base di polvere di gambo di ananas sono infatti efficaci nel migliorare gli stati edematosi dei tessuti molli, secondari ad insufficienza venosa cronica e rallentato deflusso venoso (varici). Abbiamo gi detto come una eccessiva ritenzione idrosalina nei tessuti sottocutanei, associata al deposito di lipidi, contribuisca a determinare la comparsa dellinestetica pelle a buccia darancia. Non si conoscono controindicazioni alluso orale di questa droga, fatta eccezione per le persone che soffrono di ulcera peptica.

Betulla
Betula pendula Roth. e Betula pubescens Ehrth. (Betulaceae)
E un albero che pu raggiungere i 30 metri di altezza; originario dei Paesi nord-europei e nord-americani, ma cresce normalmente anche nelle zone montane e subalpine delle Alpi e dellAppennino. La corteccia del tronco e dei rami bianca e liscia ed i rami terminali sono sottili e penduli. Le foglie, di forma variabile da triangolare a romboidale, hanno la pagina superiore di colore verde scuro e quella inferiore pi chiara ed il margine seghettato. Il nome betulla deriva dal latino battuere (battere), perch con i suoi rami si facevano le verghe dei fasci littori. La droga rappresentata dalle foglie, di odore lievemente aromatico e sapore amarognolo. Esse contengono fino al 3% di flavonoidi (soprattutto iperoside, quercitrina, miricetina galattoside), olio essenziale, tannini, acidi fenolcarbossilici (clorogenico e caffeico), alcoli triterpenici, saponine e vitamina C. Secondo la Commissione E del Ministero della sanit Tedesco, la droga deve contenere almeno l1,5% di flavonoidi, calcolati come iperoside e riferiti alla droga secca. Nella medicina popolare le foglie di betulla venivano usate contro gotta e reumatismi e per la pulizia del sangue nelle cure depurative primaverili. Ne vengono oggi riconosciute le azioni diuretica, depurativa, antiuricemica, antiazoturica, anticolesterolemica, utili negli edemi e nella ritenzione idrica.

Viene utilizzata per il lavaggio delle vie urinarie nelle affezioni di natura batterica e flogistica. Stimola tutti i catabolismi provocando la caduta dei valori dellurea, dellacido urico e del colesterolo; favorisce le funzioni detossificanti del fegato (attivazione delle cellule di Kupffer epatiche) e interviene sulle infiammazioni essudative, in particolar modo se cronicizzate. La betulla, impiegata come diuretico nelle condizioni edematose, per ottenere una diuresi caratterizzata dallaumento dellescrezione di acqua ma non di sali, sembra esplicare la sua azione direttamente sull'epitelio renale, senza effetti collaterali. I principali responsabili di questa attivit sono i flavonoidi. Per la sua funzione diuretica ed antiedematosa, la betulla indicata nel trattamento della cellulite, patologia in cui un rallentato deflusso capillare e venoso determina una alterazione della permeabilit vascolare, con passaggio di liquidi e sali nel tessuto interstiziale sottocutaneo. Preparati a base di betulla favoriscono leliminazione del ristagno di acqua e delle scorie migliorando lo stato del tessuto sottocutaneo edematoso.

Alcune regole importanti da seguire


Controllare il peso corporeo:
Nella alimentazione quotidiana dare la preferenza a cibi proteici come pesce, pollo, tacchino, uova, latte scremato, yogourt magro. Integrare questi alimenti con frutta e verdura fresche di stagione, e con piccole quantit di carboidrati (pane, riso, pasta, patate), da assumere preferenzialmente a colazione e a pranzo. Non privarsi di nulla, ma utilizzare con molta parsimonia lo zucchero bianco (meglio sostituirlo con miele o zucchero grezzo), lolio, il burro, i sughi, gli intingoli, i cibi molto manipolati e fritti. Dare la preferenza a cibi crudi, freschi, cucinati a vapore o alla griglia, conditi con olio crudo dopo la cottura. Limitare gli alcolici: non bere pi di due bicchieri di vino al giorno; evitare i superalcolici, gli aperitivi e gli amari. Fare tre pasti regolari al giorno: prima colazione, pranzo e cena. Evitare di piluccare tra i pasti; se se ne sente il bisogno mangiare verdure crude come finocchietti e carote, che contengono molta acqua, sali minerali, vitamine e fibre. Ricordarsi che le calorie introdotte nelle ore serali sono pi difficili da smaltire. E sbagliato saltare la colazione al mattino e fare una cena abbondante alla sera. Il sale va sempre limitato, meglio utilizzare quello marino grezzo. Bere molta acqua.

Fare esercizio fisico:


Il moto indispensabile perch aiuta a bruciare pi calorie e a mobilizzare le riserve di grasso. Il moto e la ginnastica promuovono la tonicit dei muscoli e favoriscono un corretto modo di muoversi e camminare. Il movimento, le lunghe passeggiate a piedi o in bicicletta, il nuoto, aiutano la circolazione venosa delle gambe, evitando il ristagno venoso e i difetti del microcircolo (una delle cause primarie della cellulite) e inoltre migliorano lossigenazione dei tessuti. Ricordare che il movimento e la fatica muscolare scaricano lansia e la tensione nervosa e stimolano la produzione di sostanze euforizzanti (endorfine). Evitare di mantenere posizioni sbagliate a lungo, come lo stare troppo tempo sedute o in piedi immobili: cos si rallenta la circolazione venosa ed il ritorno del sangue al cuore. Indossare vestiti comodi: gli abiti troppo stretti comprimono e rallentano la circolazione.

Usare dei buoni prodotti erboristici


Sul mercato sono presenti molti prodotti per trattare il problema della cellulite. Ma come scegliere quello pi mirato? Per affrontare la cellulite con successo necessario agire sul maggior numero delle cause che la determinano sia con prodotti ad uso orale che topico. Per combattere una cattiva circolazione sanguigna e linfatica con ristagno di liquidi negli arti inferiori, di grande interesse luso di estratti vegetali che migliorano la microcircolazione e favoriscono leliminazione delledema e delle tossine, come gli estratti di centella, rusco e ippocastano.

E importante inoltre eliminare le tossine prodotte col metabolismo, che si accumulano nel tessuto sottocutaneo edematoso. E utile per questo luso di piante ad effetto diuretico-depurativo, per esempio: betulla, ortosiphon, tarassaco, pilosella, ananas e spirea. Il tessuto che presenta cellulite ha, soprattutto a livello venoso, problemi a carico della parete dei vasi, che tendono a dilatarsi, rallentando il flusso sanguigno e provocando stasi. Migliorare la tonicit dellendotelio facilita il ritorno del sangue venoso al cuore. Centella, rusco, amamelide e cipresso, con la loro azione tonicizzante ed elasticizzante, assolvono questo compito. La cellulite caratterizzata anche da una componente infiammatoria che pu essere combattuta con luso orale di piante antinfiammatorie quali ananas e spirea e con luso topico di estratti di incenso e rusco. La tendenza allaccumulo di grassi, fattore che certamente favorisce lo sviluppo della cellulite, invece contrastata da sostanze ad azione lipolitica, come la caffeina, o estratti di piante che la contengono in dose adeguata: per esempio il t, il caff e la cola, oppure dalle alghe marine (alga bruna e alga laminaria ad esempio), che con il loro elevato contenuto in iodio attivano la mobilitazione (lipolisi) del pannicolo adiposo. Un prodotto per essere efficace non deve solo contenere principi attivi, ma deve averne anche la dose giusta, cio una quantit sufficiente a svolgere unazione funzionale. Per effettuare un corretto dosaggio quindi indispensabile che gli estratti utilizzati siano sempre titolati.

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INDICE
La cellulite
Il tessuto sottocutaneo grasso Che cosa significa il termine cellulite Perch compare la cellulite Fattori predisponenti e scatenanti il processo cellulitico Come si forma ed evolve la cellulite Come si pu diagnosticare la cellulite Come si pu intervenire sulla cellulite:
I prodotti ad uso topico Gli interventi sulla persona I trattamenti fisici non invasivi I trattamenti fisici invasivi I trattamenti fisico-farmacologici invasivi I trattamenti chirurgici

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Le piante efficaci nel trattamento della cellulite


Centella Ippocastano Rusco Edera Alga bruna Caffeina Incenso Spirea Ananas Betulla

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Alcune regole importanti da seguire Bibliografia

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