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1900-1930 Dopo l'entrata in guerra contro l'Austria, il 24 maggio 1915, le commesse statali all'industria nazionale crebbero in maniera esponenziale

per rifornire l'esercito di cannoni, armi, mezzi di trasportoe vestiario: la produzione di automobili crebbe di oltre il 100%, arrivando a 20000 unit all'anno (nel 1914 erano 9500), e raddoppi anche la produzione di energia elettrica. Anche l'industria siderurgica registr un notevoleaumento di richieste. Aumentarono anche gli aumenti di capitale delle azienda: per esempio, la FIAT aument il suo dai 17 milioni del 1914 ai 200 milioni del 1919, ci nonostante il forte processo inflazionistico in atto[9]. In questo periodo la produzione in gran parte controllata da pochi gruppi quali FIAT (con Giovanni Agnelli), Societ Adriatica di Elettricit(con Vittorio Cini), Pirelli (con Alberto Pirelli) e la Falck (con Giorgio Enrico Falck). Tra il 1922 (anno della marcia su Roma) e il 1929 l'Europa e gli Stati Uniti stavano vivendo una situazione economica favorevole. Nel 1929 la produzione industriale registr un incremento del 50% rispetto ai dati del 1922. In questo contesto nascono iniziative per promuovere il disegno del mobile della casa, tra le quali la Biennale delle arti decorative promossa da Guido Marangoni del1923 presso la Villa Reale di Monza. Nel 1922 nacque il movimento artistico Novecento, formatosi intorno al salotto di Margherita Sarfatti. Questo movimento artistico riguardava principalmente la pittura, ma ben presto and ad influenzare la progettazione d'interni e di pezzi d'arredo. Tra gli esponenti di questa corrente troviamo gli architetti Gi Ponti, Giovanni Muzio, Giuseppe De Finetti, Alberto Alpago Novello, i pittoriMario Sironi, Achille Funi, Leonardo Dudreville, Anselmo Bucci, Gian Emilio Malerba, Pietro Marussing e Ubaldo Oppi e lo scrittore Massimo Bontempelli. Nel breve romanzo di Bontempelli 522. Racconto di una giornata del 1926, l'automobile (la Fiat 522) diventa soggetto letterario e, oltre che simbolo della nuova modernt industriale[11]. Ad uno degli architetti qui sopra citati, Gi Ponti, in collaborazione con Emilio Lancia, si deve il progetto di arredi Domus Nova (1928-29) pensato per il grande magazzino La Rinascente di Milano, con l'intento mi rinnovare l'immagine dell'arredo e dei complementi per la casa medio-borghese[12]. La III Biennale di Monza del 1927 e la IV Triennale, tenutasi anch'essa a Monza prima del trasferimento a Milano, sanciscono il superamento dello stile rustico, facendo emergere gli architetti delNovecento quali protagonisti del nuovo arredo.[13] Per la V Triennale di Milano venne costruito il Palazzo dell'Arte ad opera di Giovanni Muzio.

Il design italiano del primo dopoguerra spiega sempre Branzi nacque anche dalla strana alleanza, determinatasi tra intellettuali (estromessi sia dal governo che dallopposizione) e i piccoli e medi imprenditori, storicamente estranei e scontenti del governo centrale. Essi stabilirono in determinate aree geografiche come Milano, una sorta di alleanza operativa, che sceglieva di iniziare subito, a partire dai prodotti industriali, quella trasformazione della societ e delle strutture che Roma ritardava a programmare. Questa alleanza tattica nasceva dalla fiducia che nel paese reale esistesse una domanda inevasa di modernit a cui si poteva rispondere con buoni risultati anche economici. Come giustamente osserv alcuni anni fa lo storico delle imprese industriali Duccio Bigazzi, in un bel saggio intitolato Un inventario del progetto e del saper fare: La storia industriale di Milano e dellarea economica che al capoluogo lombardo fa riferimento mostra come le iniziative pi vitali e capaci di espandersi sul lungo periodo siano state quelle che hanno saputo evitare le fughe in avanti della omogeneit serializzata e piattamente normalizzata; ma che hanno saputo abbandonare allo stesso tempo, il conservatorismo tecnico della dimensione strettamente artigiana e la visione limitata e autocompiacente del localismo. La Milano ottocentesca sapeva guardare ben oltre i propri confini, cercando punti di riferimento in contesti socio-tecnici non certo favoriti dal punto di vista delle risorse naturali, ma ricchi di iniziativa individuale ed esemplari per coesione comunitaria:

laSvizzera e lAlsazia in primo luogo. Il contatto selettivo con queste e altre dinamiche aree regionali europee (il Lionese, il distretto serico di Krefeld, il mercato finanziario di Londra, e molti altri) si sostanziava di scambi e movimenti di persone, con trasferimenti provvisori o anche definitivi, che arricchivano la citt di nuove energie e conoscenze. La capacit di attrazione di questa Milano su giovani talenti imprenditoriali come Falck, Lepetit, Richard, Hoepli, ma anche su una miriade di tecnici e operai specializzati, la stessa che in tempi pi recenti ha saputo richiamare dallOlanda, dalla Svizzera, dalla Germania, dal Giappone e da altri paesi alcuni dei pi brillanti progettisti, designer e grafici che oggi consideriamo milanesi3.

All'origine di una storia Anni 50 Il dopoguerra italiano dal punto di vista del design si delinea come ricerca di idee innovative: l'invenzione la parola chiave. L'Italia la nazione pi creativa da questo punto di vista. Milano e la zona industriale della Brianza sono il luogo adatto perch vicina alle aziende, per la sua apertura internazionale, per la presenza di riviste vitalissime, della Triennale e di studi di architettura pronti a trasformarsi nella casa dei progettisti. Inoltre non si pu analizzare il target quindi il prodotto nasce dalla cooperazione di progettisti e industria. Propositi anni 50: organizzare la disciplina del design e progettare prodotti con forme innovative in relazione all'uso. Coniugare bellezza della forma e perfezione esecutiva. La Rinascente (con UPIM) l'unica organizzazione capace di coniugare il tutto: nasce il premio La Rinascente-Compasso d'Oro, premio al progettista e all'azienda. Nasce la rivista Stile Industria. Rispetto al prodotto gli anni 50 sono caratterizzati dalla sperimentazione. Molte aziende identificano la propria immagine con un materiale: Arflex con il nastrocord e la gommapiuma, Rima e Tecno con il metallo, Cassina e Poggi con il legno, Cartell con il polietilene. Arflex nata nel 1950 dalla pirelli, fa poltrone, Lady di Zanuso, snodo tra spalliera e seduta (Sleep-omatic), fiancate con componenti serializzabili (Milord), sfoderabilit (Martingala), sfruttare l'angolo per il divano (Crociera). Cassina invece non parte da un'innovazione tecnologica, ma da prodotti artigianali innovati gradualmente, senza rischi, non diventando mai totalmente industria; tre esempi di Ponti: sedia Superleggera, divano Due Foglie, poltrona Lotus. Tecno invece rivoluziona la sua produzione fino ad allora artigianale in ottica innovativa e industriale: divano totalmente reclinabile D70, poltrona regolabile P40. Anche lontano da Milano si sviluppano questi 3 modi di vedere la nuova industria del mobile ma solo grazie a contatti con la zona industriale e creativa milanese. Importanti sono anche le influenze della cultura americana e scandinava. Alla fine degli anni 50 vi una crisi di questa visione ideologica e le aziende insieme ai progettisti decidono di aggredire il mercato; si va verso la produzione in serie per garantire al consumatore un prodotto di qualit adeguato alle sue necessit e alle sue possibilit economiche. Anni 60 La proposta del design d'arredo spesso elitaria. La spinta anche in questi anni viene dal Nord. L'industria cerca di anticipare il mercato, progetta prodotti del futuro non sapendo quando arriver il loro effettivo successo sul mercato, cercando di forzare i tempi. Grande sviluppo degli elettrodomestici, si introduce nel 64 lo standard dei 60 cm. Si sviluppano anche gli apparecchi televisivi; Zanuso-Sapper per Brionvega: Doney 14, Algol 11, Black e la radio portatile TS 502.

Il rinnovamento della casa italiana comincia quindi dall'attrezzatura tecnica. La fascia con minore potere d'acquisto preferisce i mobili di stile, la borghesia l'artigianato, l'alta borghesia l'antiquariato. Emblema di questi anni la mostra La Casa Abitata, dove si cerca di proporre al pubblico il moderno prodotto di design offerto da diversi progettisti. Vi sono esposti elementi caratteristici del periodo, come la stanza da pranzo dei Castiglioni, il soggiorno-pranzo-cucina di Magistretti e la camera da letto di Sottsass, ma anche prodotti che anticipano tendenze future, come spazio vivibile per due persone di Ricci. Altro aspetto saliente del decennio la sperimentazione di materie sintetiche. La plastica quindi diventa oggetto di ricerca che implica cultura progettuale, conoscenza tecnicoscientifica, gusto per la sperimentazione e coinvolge competenze diverse. L'obiettivo svecchiare le convenzionalit d'arredo. Il divano la tipologia su cui si concentra questa ricerca: Landels per Zanotta 1965 divano Throw Away, in poliuretano espanso, filosofia usa e getta. Altro ambito di ricerca di questi anni la progettazione di mobili con elementi componibili, completamente industrializzati: Cub 8 di Mangiarotti per Poltronova del 68 (mobile contenitore ed elemento caratterizzante l'intero spazio architettonico). Importanti anche le lampade dei Castiglioni con Flos e di Joe Colombo con O-luce. Dal 1961 il Salone del Mobile di Milano diventa il punto di riferimento del settore. Anni 70 Anni di piombo, crisi politica ed economica, inflazione, atti terroristici, insicurezza nel futuro. Prevale l'essere pi che l'avere, si rinuncia alla qualit formale a favore di maggiore durevolezza. Crisi delle materie plastiche, ritorno di legno, marmo, pietre, tessuti d'arredo e pelle. Esempi: divano Eros di Mangiarotti per Skipper, divano Colonnato di Bellini per Cassina. Continua la ricerca su sistemi componibili come negli anni 60: la parete attrezzata e componibile Oikos di Antonia Astori per Driade, e il mobile componibile Bric sempre per Driade. La componibilit trova un'applicazione fortunata nel campo dei mobili da ufficio: Borsani per Tecno Graphis, Graphis box, Walbox e Modus. Accade anche che prodotti semplicemente innovativi, studiati, belli e funzionali conquistino mercati anche diversi tra loro: sedia Cab di Bellini per Cassina, lampada Tizio di Sapper per Artemide. Anni 80 Materiali high tech come la fibra di carbonio. Unit di forma e funzione, l'uomo in posizione centrale rispetto alle scelte dello sviluppo tecnologico derivando dalle sue esperienze sensoriali aspetti compositivi e formali (high touch). 1981 nasce il movimento Memphis da Sottsass, Gismondi e altri. Rivoluzione di prospettive e scenari. Nasce la nuova imprenditoria, le cosiddette fabbriche del design italiano. Arriva il PC: la Olivetti con Sottsass progetta l'Olivetti M20. Gli anni 80 rappresentano un momento di straordinaria vitalit e di esplosione, di tecniche e di linguaggi, ma sono anche anni di riflessione e dibattito. Eventi e Mostre: Conseguenze Impreviste mostra su arte, moda e design; Les Immateriau; Neomerce e Progetto Domestico XVII Triennale; Mobili Italiani 1961-1991, Le Varie Et dei Linguaggi, Triennale; Forum Design e Design dell'Essenza a Napoli.Si accorcia la durata dei macchinari e dei nuovi saperi, il progresso procede velocemente.Il merito di questo decennio quello di aver ritrovato il peso e il valore della storia, nel linguaggio pi che per materiali e lavorazioni. Sviluppo editoria di settore. La bellezza ci che eleva un prodotto rispetto agli altri. From the inside out

Si usa definire industrial design un progetto, con valenze funzionali ed estetiche, di oggetti pensati per essere riproducibili, grazie alle tecniche industriali in serie illimitata; un progetto che da FORMA a una FUNZIONE. La funzione quindi il cardine primo del processo creativo, che sia funzione tradizionale o aggettivata di valori simbolici. La forma che il designer da alla funzione si concretizza nel momento ideativo attraverso il materiale o pi materiali, che la rendono producibile in serie e la caratterizzano. Sottili operazioni di marketing sono sempre state fatte dalle aziende, anche quando il marketing non esisteva. Il materiale fondamentale per attuare, sostenere, comunicare le scelte progettuali e rappresenta anche il passaggio dalla concezione alla realizzazione; ci richiama il problema del rapporto tra progetto e tecnologia. Ricerca formale, funzionale e tecnologica hanno accompagnato la nascita del design italiano. Breve storia del design italiano Il design italiano lontano dall'arredo La Vespa Piaggio di Corradino d'Ascanio del 1946 con propulsore 98 cc e la Lambretta di Pallavicino e Torre del 47 sconvolsero la concezione degli spostamenti a medio raggio: il cosiddetto fenomeno scooter. La Piaggio che durante la guerra costruiva aeroplani deve affrontare la riconversione industriale. Microvettura a 3 ruote Isetta di Preti prodotta da Iso nel 1953e poi da BMW su licenza. Cabina di un elicottero fatta ad autovettura. Fiat 600 e poi la 500 di Giacosa del 55: utilitarie innovative, basso costo, 4 posti, piccole dimensioni. Con la 600 multipla si anticipa l'idea di monovolume. Inizia il design ferroviario italiano con l'ETR 300 Settebello del 49 di Minoletti per le FdS. Nel 69 nasce il radical design. Il radical design oppone al product design (o design positivo) il "contro-design", come pratica teorica e progettuale in grado di superare il discorso disciplinare del design, cio la ricomposizione delle contraddizioni a livello formale, distruggendo proprio a questo livello l'abituale immagine del prodotto, negando l'elargizione di una correttezza formale in grado di appagare nei termini obsoleti del "buon gusto". Un esempio il divano guantone da baseball Joe di Jonathan de Pas del 70. La seconda modernit, il post-moderno: Sottsass con altri architetti-designer Nel 1981 fonda il gruppo Memphis assieme a Hans Hollein, Arata Isozaki, Andrea Branzi, Michele de Lucchi e altri architetti di livello internazionale. Memphis dona agli oggetti uno spessore simbolico, emotivo e rituale. Il principio alla base di mobili assurdi e monumentali lemozione prima della funzione Memphis, noto anche come Memphis Design, Memphis Group o Memphis Milano, stato un collettivo italiano di design e architettura, attivo tra il 1981 ed il1987. stato uno dei massimi esponenti del Postmodernismo degli anni ottanta. 1986 La Mossa del Cavallo-Mobili e oggetti oltre il design, mostra organizzata a Francoforte. Esempi: l'armadio Cabina dell'Elba (83) e il tavolo Il Rilievo (86) di Aldo rossi, la lampada Veronese (84) di Umberto Riva. Pluralismo, complessit, mercato globale. 1985-2008. Dopo la crisi petrolifera, la struttura territoriale dell'industria italiana subisce varie modifiche: il triangolo industriale non pi l'unico protagonista assoluto dello sviluppo economico, ma piccole e medie imprese di Marche, Toscana, Emilia-Romagna e Triveneto iniziano ad introdurre lavorazioni moderne che vanno a miscelarsi con la tradizione artigianale. In questo periodo aumenta il numero di lavoratori del settore terziario, che per la prima volta va superare quello degli addetti dell'industria (46% contro 40%). L'inflazione scende dal 21,1% del 1980 al 4,6% del 1987 e si ha un rilancio dell'attivit industriale. in questo contesto che il made in Italy diventa il protagonista

del nuovo sviluppo economico: sui mercati internazionali la moda, il design e gli arredamenti italiani diventano il must del gusto. Ma realizzare buoni prodotti non bastava pi: divent necessario spettacolarizzare l'immagine aziendale. cos che nascono cataloghi e pubblicit che spesso tentano di trasformarsi in veri e propri magazine sul modello di Colors di Benetton curata da Oliviero Toscani. Nel 1985 Enrico Baleri introduce il designer parigino Philippe Starck (il pi noto designer di fine millennio) ad aziende come Driade, Flos e Kartell. E Driade sar tra le prime aziende italiane del forniture design, insieme a Baleri Italia, a darsi un carattere internazionale grazie ai contributi di designer di tutto il mondo. Sono di Starck la lampada Ara del 1988 disegnata per Flos e lo spazzolino per Fluorcaril del 1989. Altri architetti internazionali impegnati in questo periodo nel made in Italy sono Borek Sipek, Jasper Morrison, Toshiyuki Kita, Hannes Wettstein, Hans Hollein, Patricia Urquiola, i fratelli Campana e le cosiddette "archistar" Zaha Hadid e Jean Nouvel per Alessi e Sawaya & Moroni, Frank Gehry, Michael Graves e Bob Venturi sempre per Alessi, Mario Botta per Artemide e Alias, Herzog & de Meuron per Artemide. Un esempio fra tutti dell'apertura da parte di aziende a designer stranieri quello della Cappellini, per la quale eseguivano disegni Shiro Kuramata, Jasper Morrison, Marc Newson e Tom Dixon. Cos come Driade che, sotto la regia di Enrico Astori, vedeva tra i suoi desiger Borek Sipek, Toyo Ito, Ron Arad e Philippe Strack. Sono degli anni ottanta la poltroncina Doralice di Paolo Nava (1980), le sedie Teatro (1984) e Milano (1988) disegnate da Aldo Rossi insieme a Luca Meda, la sedia Tonietta di Enzo Mari(Compasso d'oro 1985), la lampada Costanza di Paolo Rizzato disegnata nel 1986 per Luceplan, il tavolo in marmo Rilievo del 1988 di Aldo Rossi e il servizio di posate Nuova Milano disegnato da Ettore Sottsass per Alessi (1987 - 1990), solo per citare alcuni esempi di design di questo periodo. Nel 1987 Franois Burkhardt organizza l'esposizione Nouvelles tendences: les avant-gardes de la fin du XX sicle a Parigi, alla quale partecipano anche molti designer italiani.

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