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S.O.M.S.

150
Appunti per una memoria condivisa

Stampato e impaginato in proprio da S.O.M.S. Societ Operaia di Mutuo Soccorso Eugenio Niccolai di Corridonia nel mese di marzo 2013 in occasione del 150 anniversario dalla fondazione In copertina: Progetto Grafico di Ugo Nooz Torresi foto all'interno: Mauro Capozucca & Sara Grassetti

Coraggio, forti giovani, non vi arrestate sulla via intrapresa, e quando vi sentirete per poco venir meno il coraggio, di fronte a queste deplorevoli insidie, ricordate i vostri ideali ed il motto del De Amicis: Sempre avanti! (stralcio di articolo apparso su La provincia maceratese, Anno 8 n. 402, 9 aprile 1902)

Sala eventi S.O.M.S., particolare del palco, tela tecnica mista, fine XX secolo

Sesto di otto fratelli


Sesto di otto fratelli, nato in una casa di terra in tempo di guerra, alla morte del Quinto, di nome e di fatto e Sesto di conseguenza. La luce negli occhi da eterno bambino, lentusiasmo ed il vigore di chi sorride alla paura, la coerenza e la tenacia di chi sa credere, la sua umanit, il suo sorriso giovane tra i giovani, lui non sarebbe mai diventato vecchio, per principio. C'entra poco in questa circostanza che fosse mio padre. Era padre per tutti e in ogni momento, per ogni problema e ogni soluzione, con la discrezione e lefficacia di chi fa prevalere i fatti alle parole, di chi sa essere certezza e riferimento.. il pi affidabile degli amici. La sua bottiglia di Lucano e il bicchiere, quello largo, adatto al suo naso, sempre pronti prima della bionda, quasi si offendeva se non lo lasciavi pagare. Lo si vedeva apparire dalla porta a qualsiasi ora, fosse giorno, sera o notte fonda e parlare con chiunque, forse per alcuni rappresentava una presenza anomala, so, pi duna casa. Da proteggere, da custodire. Non c centimetro della Societ che non abbia conosciuto la sua mano, il suo sudore e la consueta, probabile bestemmia. Pensava potesse esistere un luogo dove allegria, condivipoi ci si accorgeva che quel luogo fosse per lui, nel pi caldo sen-

sione e rispetto potessero coesistere, un posto alla portata di tutti e per tutti, dove spendere e spendersi senza fini di lucro. Custodiva questo sogno ed aveva trovato espressi tra quelle mura spesse e polverose, quasi fossero uno scrigno, i nobili intenti delle antiche Societ Operaie di Mutuo Soccorso. Era una memoria di bambino e di giovane uomo. Fece copia dellatto costitutivo della Societ Operaia di Mutuo Soccorso, allora Pausula, datato 1863, ne fece un grande quadro e lo fiss al muro. Incastonato. Irremovibile. Era il suo obiettivo, ora nostro, giungere al 150 Anniversario. Come una premonizione, volle a tutti i costi festeggiare in grande stile i 145 anni dalla fondazione.. nellattesa del grande evento. Naturalmente predisposto alla resistenza, ha guidato e sostenuto il suo piccolo e difficolt. Oggi siamo qui, testimoni e promotori, sostenitori, avventori di unidea, di unesperienza e di uneredit preziosa che porta indelebile il suo segno, la sua passione. Grazie Sesto Eva Luciani manipolo, attraverso controversie

A me l'(in)degno ruolo
Luglio 2012. Spaghetti alla carbonara (e come potrebbe essere altrimenti) e riunione preparatoria in vista dei lunghi festeggiamenti per il 150 anniversario dalla fondazione della nostra Societ Operaia di Mutuo Soccorso, nata dalla volont di alcuni notabili pausulani il 18 gennaio 1863. Tante le idee messe in campo, grande la voglia di dimostrare che siamo vivi, pi vivi che mai, che questa Storia, iniziata un secolo e mezzo fa, ha ancora ragione di esistere e di essere raccontata. Al banchetto della cospirazione, qualcuno sottolinea la necessit di mettere nero su bianco questa Storia, la nostra Storia, quella di uomini e donne che in questo Paese hanno ancora tante cose da dire e molti diritti da rivendicare. Sar stato il vino cotto che accompagnava il dessert, sar stato il vino rosso che aveva inebriato le menti dei miei sodali, mi ritrovavo vittima di una decisione unanime: sarei dovuto essere io a rendere concreta quella voglia di dimostrare la nostra vitalit, di raccontare quel nostro Sentire comune, sentirci in comune. A me dunque l'(in)degno ruolo di raccogliere il materiale che sarebbe poi andato a finire in queste pagine, che a vederle cos piene, oggi, mi si riempie il cuore di una Gioia antica. La prima difficolt incontrata ancor prima di iniziare la stesura della pubblicazione stata rappresentata dall'assenza di un archivio storico che permetta di risalire alle origini della Societ Operaia di Mutuo Soccorso dell'allora Pausula. Scrivono, a proposito, Valeria Cavalcoli e Ma-

ria Palma:

Larchivio di una societ ancora attiva stato censito a Corridonia (Societ operaia di mutuo soccorso E. Niccolai), dove la scarsa documentazione, costituita in tutto da cinque fascicoli di statuti e regolamenti, adunanze consiliari, corrispondenza, domande di ammissione, attivit finanziaria, bollettari, attivit assistenziale, risalente solo al 1940 (anche se la societ appare nata nel 1863) stata recuperata da rischi di dispersione e depositata, con il consenso del presidente, presso lArchivio di Stato di Macerata.1
Da qui, la necessit di integrare a dei brevi contributi storici, realizzati avvalendosi di pochi frammenti estratti per lo pi da vecchie e polverose pubblicazioni, scovate in gran parte presso la Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti, scritti inediti che provino a raccontare quello che oggi il contesto nel quale si muove la Societ Operaia di Mutuo Soccorso di Corridonia. Riuscendo nell'impresa di fare di necessit virt, abbiamo ottenuto lo straordinario risultato di mettere insieme un nucleo eterogeneo di avventori, animatori, frequentatori, simpatizzanti che hanno impedito l'assopimento della S.O.M.S. nell'ultimo decennio. Tengo a precisare che, come molti tra coloro che orbitano intorno ai locali dell'attuale Societ, non sono mai stato
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V. Cavalcoli, M. Palma, Gli archivi delle societ di mutuo soccorso marchigiane, in Le societ di mutuo soccorso italiane e i loro archivi, Ministero per i beni e le attivit culturali, Roma 1999, pag. 94

un grande cultore del mito risorgimentale, al contrario di quanto avvenuto con la Resistenza, limitandomi alle conoscenze scolastiche di base su Garibaldi, Cavour, Savoia, spedizione dei Mille, Breccia di Porta Pia e d'indipendenza varie. Il mio approccio alla S.O.M.S. di Corridonia invece mi ha portato ad approfondire, negli ultimi tempi, la storia del Risorgimento e il significato del termine mutualismo, del quale questa stata nel tempo una delle pi importanti sostenitrici e sulla cui attualit in atto ancora oggi una discussione interna, che scaturisce dalla necessit di trovare nuovi percorsi per uscire dalla crisi globale. Inoltre quest'esperimento di scrittura creativa, cos come altri progetti portati avanti negli ultimi anni, dai laboratori autogestiti alle rassegne cinematografiche che ho avuto il piacere di realizzare, identificano la nostra Societ come principale motore e centro di cultura altra della cittadina di Corridonia, in sinergia con il collettivo di nostri sodali che gravitano intorno a Sciarada. Quello che segue , dunque, un piccolo omaggio che la S.O.M.S. vuole offrire ai propri soci, alle consorelle e alla cittadinanza, in un viaggio ideale alla (ri)scoperta di valori identitari che hanno contribuito alla crescita laica, culturale e morale della nostra Nazione. Gabriele Mastroleo Macerata, febbraio 2013 guerre

Memorie: un ricordo per il 150


Quelle che seguono sono le riflessioni e i ricordi di un socio anziano (soltanto all'anagrafe, si intende) della nostra S.O.M.S., che ha voluto donare il proprio contributo, ricostruendo da un punto di vista soggettivo, gli ultimi quarant'anni del sodalizio, a partire dall'inaugurazione dell'attuale Sede sociale, avvenuta in occasione del 110 anniversario, nel 1973. (G.M.)
In occasione del 150 anniversario della fondazione della Societ Operaia di Mutuo Soccorso di Corridonia, provo a ricordare qualche aspetto della mia partecipazione al sodalizio. Ricordo la mia presenza al 110 anniversario nel 1973, coincidente con l'inaugurazione della nuova e attuale sede di via Procaccini in qualit di consigliere comunale vicino all'Associazione, in quanto frequentatore occasionale anche della precedente sede di via Gioacchino Giustini. L'impegno per di iscritto e coinvolto nella gestione in qualit di membro del direttivo iniziato con la presidenza di Bruno Cesca negli anni Ottanta, proseguita poi a fine anni Ottanta/inizio Novanta con la presidenza di Odoardo Bellesi prima e di Alvaro Gironella poi; tale impegno stato sospeso per qualche tempo, nel corso della presidenza di Giancarlo Fava, per riprendere con Giuseppe Compagnoni negli ultimi anni Novanta, seguito da Vittorio Renzi e dalla breve parentesi della presidenza di Aldo Montecchiari, dall'ottobre 1999, fino all'attuale di Eva Luciani.

Dopo avere ricordato i presidenti (scusandomi con chi ho sicuramente e involontariamente dimenticato) di questi ultimi decenni con i quali ho condiviso impegno e tempo, superando difficolt di ogni genere, non posso non fermarmi per celebrare il contributo determinante per la sopravvivenza della S.O.M.S. del socio Sesto Luciani, dall'ultimo periodo della gestione Compagnoni fino al giorno della sua improvvisa scomparsa (febbraio 2011), contributo inimmaginabile per chiunque non lo abbia condiviso: nella sistemazione dei locali della sede, nell'organizzazione e nella gestione, nelle battaglie contro una delle Amministrazioni comunali che ha cercato in tutti i modi di farci chiudere l'attivit. Vanno invece sinceramente ringraziate tutte le altre Amministrazioni comunali: quelle del primo ventennio dall'insediamento nei locali attuali e le ultime, fino all'attuale del sindaco Nelia Calvigioni. Per concludere l'argomento si pu senz'altro affermare che senza Sesto oggi la S.O.M.S. non ci sarebbe pi, salvo qualche eventuale tentativo in chiss quale sede, certamente lontano dalla attuale e intensa attivit, notevole sia per le molte iniziative di carattere culturale, ricreativo e di socializzazione, sia per l'elevato numero di iscritti e sostenitori che mette insieme. Non va inoltre dimenticato l'apporto e la competenza in materia di normative, gestione e amministrazione di circoli, qualit messe sempre a disposizione da moltissimi anni, da parte del socio Remo Matassoli. Negli anni, la S.O.M.S. ha subito aggiornamenti e modificazioni rispetto ai fini e alle attivit iniziali, nonch al-

l'et e alla composizione sociale dei propri iscritti; infatti 150 anni fa, in assenza di quello che oggi chiamiamo stato sociale, operai, contadini, lavoratori in genere, insieme a borghesi illuminati, dettero vita a questo sodalizio per praticare il mutuo soccorso, con il sostegno anche economico ai soci in difficolt; pur avendo io stesso memoria di questa attivit di fraterno sostegno, con lo scorrere degli anni, essa si sempre pi ridimensionata, fino a quasi scomparire oggi, per lasciare spazio ad attivit dopolavoristiche, sociali e culturali. Ricordando alcuni aspetti specifici della nostra Societ Operaia, occorre dire che essa ha sempre partecipato con dedizione alle ricorrenze istituzionali e ha sempre ricevuto i giusti apprezzamenti e la giusta considerazione da parte delle istituzioni stesse; ha condiviso, per tutta la sua storia fino a oggi, con moltissime altre consorelle di citt vicine e lontane momenti di vita comune, di compartecipazione, di ritrovi anche conviviali; stata vissuta con grande passione dai propri iscritti, animati sempre da profondi sentimenti di fratellanza e di forte convinzione nella partecipazione e nel contributo al Sodalizio; cosa diversa invece stata la frequenza dei locali, che in alcuni momenti stata limitata e, specie in passato, quando gli iscritti erano per lo pi anziani e poco spendevano al bar, al biliardo o nel gioco delle bocce, stato a volte difficile mantenere le strutture e assicurarsi un gestore: ci ha portato anche a momenti saltuari di chiusura dei locali. Oggi, come sopra ho accennato, oltri agli scopi fondativi della S.O.M.S., cambiata anche la composizione degli

iscritti: in larga maggioranza giovani, in parte studenti, molti provenienti da fuori Corridonia; grazie a loro e alla loro attivissima presidente Eva Luciani, la S.O.M.S. di Corridonia svolge attualmente molte iniziative in diversi settori culturali, si occupa di problemi sociali e storici, promuove la comunicazione fra le persone, che, a mio avviso, essenziale per una vita pi soddisfacente, pi consapevole e per la crescita reciproca. L'impegno e la dedizione di questi giovani, iscritti e dirigenti, sicuramente contribuiranno a realizzare programmi sempre pi interessanti per la comunit cittadina, ad affrontare e risolvere i non sempre facili problemi organizzativi e ci far sentire soddisfatti e onorati di partecipare al Sodalizio e ad eventi come questo che stiamo celebrando. Corridonia, anno 2013 Nello Flora

Ciao Biondo
Lo scritto che segue stato realizzato attraverso un messaggio audio-video dal nostro socio, amico e cospiratore Andrea Baggio, che per motivi lavorativi si trova in Scozia e che ha accompagnato l'invio del testo da una breve precisazione in cui sottolinea: Siccome io parlo di voi anche con persone che non sono italiane e non sanno cosa siano le S.O.M.S., allora m' venuto in mente che io vorrei far conoscere la nostra realt a quanta pi gente possibile per questo (e non per presunzione) ho scritto in inglese. Condividendo il suo intento, abbiamo deciso di lasciare di non tradurre lo scritto di Andrea. (G. M.)
Ciao Biondo! I am a traveller who started from the place that you are visiting right now. If you've come this far, you are a traveller like me and if you're reading this message it means that someone told you about this place or you found this message on the web. This message will finish in 7 minutes, enough to tell you what the Soms is and how to enjoy its spirit when you arrive here, so read it with care. The trip you're making is not just physical, but mental as well, in this place you will travel through the memory of many people who have preceded you here. The place you are visiting is called "La SOMS", an acronym of SocietOperaiaMutuoSoccorso. Its history goes back nearly 150 years, when the Voluntary Mutuality was a form of solidarity, a means to answer social needs that unfolded through the Workers Society of

Mutual Aid, a non-profit economic association created by workers from the second half of the nineteenth century The association was born as an aid for workers who could not afford the professional services of doctors, lawyers, engineers and bankers who voluntarily offered their time to provide the lower class with the same treatment as the upper class. Unfortunately, over the years, a large part of the archive has been lost, and the historical and human value of this institution has been forgotten. This place has regained life since the end of the nineties thanks to the initiative of a man called Sesto Luciani who slowly and stubbornly re-founded this place. Sesto is usually greeted by this expression Ciao Biondo! which is the same as how I greeted you. He gave me a chance, he welcomed me as a son, and showed me how people can change with his own example with his life with his happiness. Sesto is not here anymore, but I want to do for you the same as he did for me, maybe in another form, but the result will remain the same and the story can be repeated. Now SOMS is a group. It's a flock, It's a friend, and you are welcome. The people who lead this place are volunteers of an idea. The project is based on the possibility of providing experience, sharing, participation, and collaboration. I am a witness of its change during the last years and I'm writing this so that its memory will not be lost over the years as has happened in the past. Probably you will not find me here when you come to visit this place, but you will find other people, different, damn younger, and damn more proactive than me. One thing we will have in common is that we'll

both have spent a small part of our life loving and living the Mutuality idea. If all goes as it should, you're reading this letter accompanied by background music It was recorded in Aberdeen (in Scotland) in November 2012 in a beautiful place, where I breathed the same air of family, the same snippets of conversation in the air, the same desire to have a good time in the music. That music, far from my home, reminded me of my friends in the Soms. As a book, continually open before my eyes, tells the story of friendship, of human and cultural emotions. I hope that here you can live the same emotion that I felt during my voyage because those memories were a precious things to carry with me. In one of his songs a famous Italian singer says: "Two traveling companions should not ever leave each other". If you carefully weigh and this understand place as the one of meaning the best behind you've these ever words, visited you will probably have a wonderful time and remember and you can also take it away with you as I did. I think you and I can feel privileged, because not all of people are able to have this experience. If there's one thing the world really needs now its giving opportunities and that is all that we do here. Take my advice and spend some time at Soms, take away a beer for your trip, buy a T-shirt, talk with the guys, for a brief moment of your life SOMS is a great fellow traveller. Happy Birthday SOMS and Cheers Andrew Begs

Si, lho conosciuta


e sottolineo lei. Non pu essere che donna, la Societ Operaia di Mutuo Soccorso. donna perch ha ascoltato storie e racconti ed ha accolto sorrisi e lamenti. donna perch stata invidiata a morte e desiderata alla follia. donna perch stata bistrattata e talvolta anche screditata. donna perch sempre un po' complice, ma difende la propria innocenza con energica dolcezza. La S.O.M.S. una donna vissuta, con lo zigomo forte; non pi una ragazzina e nei suoi 150 anni di vita si conquistata la stima e il rispetto di molti. Ci che da sempre la contraddistingue il suo temperamento: risoluta e travolgente, sa essere passionale e istintiva. appassionata di fotografia e pittura e cerca sempre in tutti i modi di coinvolgerti nei suoi interessi: ti porta con s a mostre fotografiche o a teatro, ti racconta dei concerti che ha visto e di quelli che ha organizzato. Con lei puoi parlare di musica per ore, giorni, per poi tornartene a casa con una sbornia di suoni e di nomi. Quando sei con lei potresti ritrovarti nel mezzo di una animata discussione sul cinema che si trasforma in dibattito politico misto a gossip con picchi di elevata dottrina enogastronomica. Alla S.O.M.S. piace la storia, piace parlare di storia e raccontare la sua, di storia. E con le sue parole riesce a far rivivere quelle scene di cui parla: luoghi e persone, volti e discorsi, feste, lotte, momenti di condivi-

sione e di partecipazione. come se dalle sue descrizioni trasudassero gli odori dei luoghi che ricorda, e sembra di sentire quei suoni che riempivano i momenti di cui racconta. La S.O.M.S. si circonda di tante persone, da sempre, non pu farne a meno. Se la frequenti, subito conosci tutta la cricca di personaggi che le girano attorno, diversi tra di loro ma che insieme condividono idee e sogni. C' chi le sta sempre dietro e chi solo ogni tanto, chi vorrebbe starci pi spesso e chi oramai non pu pi fare a meno di lei. Centocinquant'anni e sentirli tutti, coscientemente, fino all'ultimo. Sentire di averli vissuti, ricordarli perfettamente, nitidamente, intensamente. Centocinquant'anni di presenza nel territorio, di mutualit e battaglie, cultura e forti momenti di condivisione. Auguri, signora S.O.M.S.. Fabio Tordini

Non dormiamo pi
Non dormiamo pi. Noi che abbiamo conosciuto le promesse della notte, non dormiamo pi. Ci circondiamo d'oscrit, ma non riposiamo. In fondo, ci piace essere stanchi. Al mattino, con occhi asciutti attraversiamo laria, e ci sembra acqua verde e salmastra. Le mani ferite di chi sogna allimprovviso, senza proteggersi. Per tutto il giorno restiamo allerta, come vecchi cani pazzi che aspettano sempre qualcuno e non ne ricordano pi il profilo e lodore. Parliamo con gli assenti, ma siamo pronti a sorridere a chiunque non avanzi pretese. Non abbiamo abbastanza tempo, e non ne vogliamo. Armati di sveglie e nemici degli orologi, continueremo a sederci dappertutto. Trasparenti e profondi. Mauro Peroni

Un pezzo roots
S.O.M.S. ingranaggio fuori dal sistema congegno vitale e organismo dinamico che rompe le maglie distorte della quotidianit. S.O.M.S. mutualit, partecipazione condivisione di idee, parole e sensazioni che

sollevano emozioni. S.O.M.S. conglomerato di persone solidariet di anime e di cuori che battono nella stessa direzione alimentando quel calore che protegge dal gelido rigore dellodierna societ.

Laura Nocelli & Michele Calamanti

DE LOTTA E D'AMORE

Posto pi funesto non trovammo Di gente strana che perdea lo senno Nello locale se facea baccano scherzi rutti e giochi da villano Tra musica, canti, balli et allegria le brocche l'abbacchio li color de le genti lo valor de li musici assai alto era certo tra lo foco et le fiamme se facea lo concerto di vesti sudate et colmo lo bicchiere l'esperto avventore parea non aver sosta demenaa lo corpo suo senza perder veemenza che s bella cosa dacea resistenza era lo canto che a una voce intonava la folla de la bella lo fiore e l'ardir de lo eroe che pugnando avea fatto fuggir l'invasore se levava assai in alto come li astri et lo sole

lo comandante s'ergea in lo mezzo sicuro e sapea che li tempi eran neri de fora ma tanta gaiezza glie colmava lo core a la S.O.M.S. ch'era posto de lotta e d'amore L'ARMATA BRANCALEONE

Sezione Operativa Missioni Strategiche


Ho cinquantanove anni e combatto questa Guerra da non so pi quanto e a questo bancone ci lascer le penne. Sputo per terra. Una volta cera una sputacchiera poi lhanno usata per uccidere un Nemico che era riuscito ad entrare. Da allora nessuno ha pi voluto usarla e lhanno levata. Ci penso e mi viene da ridere. I Nemici ci fanno talmente ribrezzo che solo sputare dentro qualcosa che li ha toccati ci fa vomitare. Non fu un bella scena. Fu quando perdemmo il Nord. -Grazie. E arrivata unaltra birra. Ogni tanto mi chiedo come facciano ad avere ancora della birra ma non domando. meglio. Prendo il boccale e, da dietro al banco, mi arriva unocchiataccia. Ha ragione. Ancora non mi sono abituato a questa protesi e ho gi rotto quatto bicchieri. Scusate. Arto cibernetico. Cos si chiama. Ottimo per sparare. Ha un sistema di mira integrato e centra quei ba-

stardi in mezzo agli occhi praticamente da solo. Basta che non siano troppo vicini. O troppo lontani. E sempre che quelli siano gli occhi. Ma pare che sollevare un boccale sia unoperazione pi difficile che sparare. Per gli uomini sempre stato cos. Uso la sinistra. Ho perso il braccio durante una battaglia. Fu quando perdemmo il Sud. Fui trattato come un eroe ma di quelli non ce ne sono pi. A parte questi qui dietro al bancone, intendo. Loro tengono la posizione. Da centocinquantanni. Quando sono stato qui la prima volta, pi di ventanni fa, non era ancora scoppiata la battaglia ma loro erano uguali ad oggi. Io pensavo che questo fosse solo un bar mentre loro erano gi in Guerra. Da sempre pronti per la rivoluzione. Fu per quello che quando i Nemici attaccarono non riuscirono a prendere questo posto. Vennero di notte come fanno gli assassini ma qui era ancora pieno di gente. Dal bancone spuntarono le molotov e facemmo un bel flamb di invasori. Questi diavoli che mi servono da bere avevano davvero delle molotov gi pronte! Gli strateghi Nemici avevano preparato un piano di invasione perfetto nei minimi dettagli. Avrebbero conquistato il pianeta in una sola notte ma quando salirono questa

scalinata e spalancarono il portone rimasero fermi. Il loro piano non funzion perch si trovarono di fronte allunica cosa che non avevano previsto. Gente. Gente unita. Gente che lott fianco a fianco. E poi furono barricate e sassi e fuoco. Le loro armi super tecnologiche servivano a poco e dovevano indietreggiare. Dovevate vedere la faccia di quei bastardi. Sempre che quella sia la faccia. Tutto il mondo soccombeva e noi li facevamo indietreggiare. Era stata la battaglia pi importante di tutta questa Guerra futuristica e si era combattuta con forconi e sampietrini come centinaia di anni fa. Cos scoprimmo che questo gli fa paura. Tutti i Nemici, di tutte le epoche e di tutti i mondi ne hanno paura. Gente che si unisce formando un unico individuo, che avanza spalla a spalla e si sostiene lun laltro. Ha tanti nomi. Marcia del Popolo, Mischia Ordinata, Rivoluzione Contadina, Falange Macedone. Qui lo chiamano Mutuo Soccorso. Ora devo andare a spaccare qualche testa nemica. Sempre che quella sia la testa. Mirko Montesissa (Musica Per Bambini)

Note per una ricerca storica

Come gi accennato, mancano molte fonti e il poco materiale a disposizione giunto fino ai giorni nostri grazie all'interesse e alle ricerche personali di alcuni soci storici, in particolare dell'ex presidente Pietro Molini. Quella che segue dunque soltanto una brevissima ricerca caratterizzata anche da materiale recuperato in diversi mesi di ricerche e di contatti con appassionati di storia locale. (G.M.)

La nascita della S.O.M.S. di Pausula si colloca allinterno del grande fermento che ha investito lItalia nella seconda met dell800. Stimolate dall'estensione del principio di associazione contenuto nello Statuto Albertino, divenuto legge fondamentale del nascente Stato italiano, si erano sviluppate migliaia di realt associative, di vario genere, dal Piemonte, inizialmente, al resto del territorio nazionale2. A proposito delle Societ Operaie, nella sola provincia maceratese, sul finire del secolo ne erano censite 27 (1878). Le associazioni dimostravano una grande vitalit della societ civile ed erano manifestazione di vera democrazia.3

Articolo 1 Statuto Sociale S.O.M.S. Pausula 1902: Lo Statuto del regno proclama il diritto di associazione, ed sotto la tutela dello Statuto, e per godere dei benefici effetti, che costituita in Pausula una Societ, che prende il nome di Societ di Mutuo Soccorso degli operai in Pausula Paola Olivelli, Allorigine della previdenza: le societ di mutuo soccorso, contenuto in La Societ Operaia di Mutuo Soccorso di Colmurano: 125 anni di attivit, Casa Rurale ed Artigiana di Colmurano, 1992

La Societ di Mutuo Soccorso di Pausula si costituiva il 18 gennaio 1863 nei locali dell'ex convento di S. Francesco e fin da subito si comprendeva la sua importanza all'interno del tessuto cittadino, sottolineata anche dallepilogo dellatto costitutivo:

Artieri ed Operai, su voi, che deste mano a costituirvi in comunanza fraterna, onde sovvenire nella sventura i nostri compagni di lavoro. Voi che concorreste in tanto numero a gettare le fondamenta del grande edifizio dellAssociazione di Mutuo Soccorso, s che fu superata la nostra aspettazione, ascoltate la parola di conforto, che a voi dirigono i nostri fratelli4

In un opuscolo commemorativo pubblicato in occasione dei primi 110 anni di attivit, si legge che essa era un indispensabile strumento allumana solidariet e salvaguardia dei diritti delle classi pi diseredate5.

Il suo obiettivo riassunto nellarticolo 3 dello Statuto emanato nel 1902 e revisionato nel 1973:

La Societ ha per iscopo la fratellanza ed il mutuo soccorso dei Soci fra loro: tende a promuovere listruzione, la moralit e il benessere, affinch tutti possano cooperare al bene pubblico. [] promuovere le svariate applicazioni della cooperazione fra le classi lavoratrici ed in generale tutte quelle istituzioni che si pre4 5

Stralcio dell'Atto Costitutivo originale

Opuscolo per la celebrazione del 110 Anniversario della Fondazione e Inaugurazione della Nuova Sede

figgono di migliorare le sorti dei lavoratori; col proteggere e facilitare il lavoro; col diffondere leducazione e listruzione popolare e col cooperare allo svolgimento dei principi di solidariet e di fratellanza tra tutti gli operai.

Lattivit della S.O.M.S. era gestita attraverso le donazioni economiche dei soci. Il contributo sociale annuale serviva per organizzare conferenze istruttive, acquistare giornali e libri che garantivano unistruzione ai lavoratori iscritti, erogare un sussidio straordinario ai soci malati, finanziare borse di studio ai figli dei soci e prendersi cura della famiglia dei membri defunti. Oltre alle quote sociali, la S.O.M.S. cercava i fondi da destinare al soccorso dei propri soci in altri modi, ricorrendo, ad esempio, a momenti di autofinanziamento. Le commemorazioni di eventi risorgimentali ne rappresentavano un esempio. Il 20 settembre del 1895 ricorreva il venticinquennale della Breccia di Porta Pia ed a Pausula la ricorrenza sembrava essere molto sentita.

23

settembre

(Fiorello)

Grande

animazione,

grande risveglio di tutti i sentimenti patriottici. La festa del XX settembre dimostr che qui i clericali sono impotenti. Avemmo una corsa di cavalli a fantino e una grandiosa fiaccolata che attravers il paese in mezzo agli evviva entusiastici. La banda comunale alliet la festa con scelte melodie insieme al... suono del campanone municipale.6
6

La Provincia Maceratese, anno 1 n. 32, 25 settembre 1895

Qualche tempo dopo, i locali della S.O.M.S. ospitavano un evento pi disimpegnato:

9 dicembre (G. Procaccini) Al caff del Sonno avemmo un banchetto dato dalla Societ Operaia. Brindarono applauditissimi il presidente della societ Sig. Pietro Marcelletti, l'egregio nostro sindaco Francesco Nobili Benedetti ed il valentissimo sanitario Dott. Tullio Botti. Si pass una mezza giornata fra l'allegria.7
La composizione dei membri era in ogni caso eterogenea e interclassista, come riportato nell'opuscolo per il 110 anniversario, una copia del quale conservata presso la Biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata, in cui si legge che la Societ di Pausula ha nel proprio comitato promotore vari dottori, un benefattore e un poeta amico di Mazzini, Concetto Procaccini8, e come si denota dalla lettura dei nomi dei soci fondatori, noti esponenti delle lite locali (medici, notabili, esponenti politici): Giuseppe Dott. Vico, David Firmani, Concetto Procaccini, Aristide Lauri, Luigi Dott. Firmani, Marino Dott. Marini, Achille Dott. Giri, Vincenzo Dott. Narcisi, Enrico Manardi. Questa composizione eterogenea era un fattore che accomunava molte Societ di Mutuo Soccorso del maceratese. Per sopperire alla crisi economica di fine Ottocento, che aveva colpito soprattutto le classi subalterne, all'interno
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La Provincia Maceratese, anno 1 n. 43, 12 dicembre 1895 Opuscolo per la celebrazione del 110 Anniversario della Fondazione e Inaugurazione della Nuova Sede

delle Societ operaie, venivano resi operativi, intorno alla fine dell'Ottocento, dei magazzini che ospitavano generi alimentari e si attivavano le cosiddette cucine economiche, una di queste, molto partecipata, aveva sede proprio a Pausula.

(G. Procaccini) PAUSULA Il giorno 21 febbraio furono aperte da noi le Cucine economiche, tanto sospirate dal popolo che stante la pessima stagione soffriva quasi la fame. Si dispensano minestre buonissime. Si sono distribuite circa 560 razioni al giorno. Interprete de' sentimenti di tante povere madri di numerosa famiglia, ringrazio vivamente tutti coloro che si adoprarono per strappare tanti poveri figliuoli dagli atroci artigli della fame. Speciale encomio va tributato agli egregi signori Giuseppe Pampinoni, Rocchetti Candido e Giulio Nicolai.9
Il grande fermento mutualistico permetteva la creazione di unAssociazione di mutuo soccorso e distruzione fra le artigiane, nel 1867, trasformata poi, nel 1872, nella Societ Operaia Femminile di Mutuo Soccorso, che rimaneva poi attiva fino agli anni Settanta del Novecento. Lappartenenza alla S.O.M.S. creava un rapporto molto

stretto tra socio e associazione, che andava oltre il mutualismo e i principi operai: Avvenendo la morte di un socio effettivo od onorario, lassociazione accompagner il cadavere al Cemetero preceduta dalla bandiera sociale,

La Provincia Maceratese, anno 1 n. 3, 27 febbraio 1895

portata a lutto10. Nella cittadina di Pausula alla fine dellOttocento iniziavano a consolidarsi posizioni che osteggiavano i principi mutualistici e solidaristici della S.O.M.S. Il 30 giugno 1896, si costituiva infatti a Pausula una societ operaia di natura cattolica, il Circolo di San Pietro. La notizia veniva ripresa da La Provincia Maceratese11, che sottolineava come questi circoli provassero a influenzare l'opinione popolare, imponendo forme di solidarismo di matrice cattolica. Allinizio del Novecento, poi, i rapporti con lAmministrazione comunale non erano dei migliori, per via delle idee progressiste portate avanti dalla S.O.M.S. Tutto sembra nascere da una contestata conferenza: (X) Nonostante gli attacchi pi o meno onesti di

noti avversari il nostro Consiglio sta al suo posto e fa il suo dovere. Intanto domenica si tenne la prima conferenza istruttiva asseconda di quanto vuole l'art. 4 dello statuto: parl il nostro amico Alfredo Mangini su: Artigianato e Societ operaie.12
In un altro articolo della Provincia Maceratese riportato il clima di scontro tra le due realt:

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Articolo 68 Statuto S.O.M.S. Pausula 1902 Il periodico socialista venne fondato nel 1895 ed indubbiamente la pi importante testimonianza del fiorire dell'associazionismo operaio nella nostra provincia. La Provincia Maceratese, Anno 8 n. 397, 5 marzo 1902

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Paese forcaiolo (Chicco di panico) In questo paese il compagno nostro Gastone Giunti doveva tenere oggi una conferenza di propaganda. Per, per il forcaiolismo del sindaco, che non ha voluto concedere alcuna sala, e per la paura di altri che quella sala potevan concedere, la conferenza non si potuta tenere, nemmeno in forma privata! Evviva dunque il forcaiolismo pausulano, quel forcaiolismo che ancora non si potuto dar pace per la conferenza tenuta dal compagno Mangini, per il quale si ancora in corrispondenza con la prefettura Maceratese! Per stiano certi questi lividi musi di forcaioli paesani che se non questa volta un'altra di sicuro il Giunti, il Mangini o chicchessia terr, e in piazza, una pubblica conferenza di propaganda socialista. Hanno inteso? 7 aprile In mezzo a tutti gli ostacoli, che si vogliono frapporre sul retto cammino della nuova Amministrazione della Societ Operaia da <<pochi facinorosi>> essa procede sicura nell'adempimento dei suoi doveri, e domenica, nell'adunanza dell'Assemblea, ebbe uno dei migliori voti di fiducia. Coraggio, forti giovani, non vi arrestate sulla via intrapresa, e quando vi sentirete per poco venir meno il coraggio, di fronte a queste deplorevoli insidie, ricordate i vostri ideali ed il motto del De Amicis: Sempre avanti!
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La S.O.M.S. di Pausula restava comunque attiva fino agli anni Venti. Ad essa si affiancavano la Societ dei reduci
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La Provincia Maceratese, Anno 8 n. 402, 9 aprile 1902

e dei militari in congedo, della grande guerra (1920) e la Societ di Mutuo Soccorso fra Calzolai (1924). Va anche sottolineato che nel settembre 1915, nel mezzo del conflitto mondiale, si costituiva un Comitato per la mobilitazione Civile, che all'art. 1 del proprio Statuto si impegna a prestare assistenza durante la guerra alle famiglie bisognose dei cittadini, che si trovano sotto le armi14. Del Comitato facevano parte molti sodali attivi nella S.O.M.S., esponenti socialisti e tanti enti anche a carattere religioso, come la Confraternit del SS. Sacramento e la Congregazione di Carit di Pausula. Gli anni del fascismo rappresentavano invece un periodo buio per la S.O.M.S. di Pausula, la cui gestione era affidata ad un commissario imposto dalla federazione provinciale del partito fascista. Secondo uno studio fatto dallex-presidente della S.O.M.S. Pietro Molini, nel periodo fascista c'era la dispersione, e a volte persino la distruzione, di molti documenti. La dittatura comportava anche la sostituzione delloriginale emblema delle mani che si stringevano fraternamente con lintroduzione di un fascio littorio. Negli anni della seconda guerra mondiale la S.O.M.S. operava poi nella clandestinit. Non si riesce a fare una ricostruzione storica precisa di quel periodo perch larchivio documentale presenta forti lacune, per i motivi detti evidenziati poc'anzi. Non si in grado nemmeno di individuare lanno preciso in cui la S.O.M.S. stata intitolata a Eugenio Niccolai, giovane intellettuale di Corridonia alla cui memoria veniva concessa, al termine
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Statuto e atto costitutivo del Comitato per la mobilitazione Civile sono conservati presso la Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti di Macerata.

del primo conflitto mondiale, la medaglia doro al valor militare; presumibilmente dobbiamo l'intitolazione della sede all'eroe di guerra all'impegno dei genitori, Ermete e Pia, attivi nella vita cittadina attraverso cospicui atti di beneficenza verso enti e associazioni. Gli unici elementi giunti fino a noi sono soltanto il vessillo originale, con licona delle mani che si stringono impressa nel tricolore, latto fondativo e lo Statuto, seppur nella revisione del 1973. Sono altres conservati presso l'Archivio di Stato di Macerata numerosi elenchi dei soci tesserati tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta. La rinascita avveniva nel secondo dopoguerra, quando la S.O.M.S. di Corridonia mostrava una vitalit che si pu spiegare soltanto con la saldezza e la funzionalit della sua organizzazione interna e con lutilit, la fermezza e la continuit della sua azione benefica15. Gli anni Settanta vedevano linizio di un dibattito sulla mutua assistenza che prevedeva un aggiornamento in chiave moderna del concetto. Si organizzavano inoltre, sotto la presidenza di Pietro Molini, anche molte attivit ricreative e culturali. del 1973 l'inaugurazione della sede odierna della S.O.M.S. presso i locali di Via Procaccini, di propriet comunale. Riguardo agli anni Ottanta e Novanta non ci sono rilevanti tracce storiche dellattivit della S.O.M.S.; nel 2000 la sede di via Procaccini chiudeva addirittura i battenti per circa tre anni. Grazie alla passione e alla dedizione del socio Sesto Luciani, i locali riaprivano, nel 2003, av15

Opuscolo 110 anni

viando in una nuova direzione la S.O.M.S., resa pi vicina alle esigenze invocate da molti giovani, che prendevano attivamente parte alla gestione. Nellultimo decennio si sono succedute diverse attivit che hanno animato i locali di Via Procaccini e che hanno visto il coinvolgimento di molte persone e associazioni culturali. Dallorganizzazione di corsi di pittura, fotografia, regia cinematografica, ad eventi pi ludici, come concerti, in cui si sono proposti progetti underground e indipendenti, pranzi sociali e spettacoli teatrali, senza mai perdere di vista lobiettivo originale contenuto nel Manifesto fondativo. Levoluzione sociale e il cambiamento del lavoro hanno portato ad avviare, nel 2012, una riflessione, ancora in corso, sulle nuove possibili forme di mutualismo.

Nadia Bertini

Concetto Procaccini, le cospirazioni di un esule pausulano


La figura pi complessa e rappresentativa del Risorgimento locale indubbiamente quella di Concetto Procaccini, nato a Pausula nel 1828, la cui esperienza politica stata segnata da numerosi arresti in quanto fervente sostenitore dell'Unit nazionale prima, delle idee repubblicane e anticlericali in seguito. Laureatosi in Giurisprudenza presso l'Universit di Macerata, veniva arrestato una prima volta il 30 aprile 1858, su mandato dello Stato Pontificio, rinchiuso nel carcere

di Ascoli, per aver aderito a un'associazione denominata Apostolato Dantesco, considerata societ segreta, e condannato insieme ai suoi sodali per lesa maest a diversi anni di carcere. Questo Apostolato [...] funzionava come una societ segreta e ne aveva tutto il carattere [...] Gli intendimenti nascosti di tale associazione erano politici, di agguerrire cio, con gli studi civili, l'ingegno ed il cuore, quelli manifesti non potevano che dirsi letterari.16 In ogni caso, quattro anni prima era stata mossa nei suoi confronti l'accusa di aver collaborato all'evasione del frate domenicano Giuseppe Frigeri, considerato Maestro della Setta Carbonica di Corinaldo e per questo condannato al carcere a vita.17 Successivamente si arruolava nelle truppe garibaldine, con le quali partecipava alle campagne del 1860 e del 1866. Filippo Mariotti, deputato tra il 1867 ed il 1892, nonch sottosegretario alla Pubblica Istruzione e poi senatore, nato ad Apiro e gi collega di studi del Procaccini, oltre che suo sodale nell'Apostolato Dantesco, ricordava di avergli ceduto nella battaglia di Milazzo (luglio 1860), i gradi di furiere. Il ruolo di Concetto Procaccini esaltato anche in alcune pubblicazioni che documentano le campagne romane del 1866-67; scrive Luigi Polo Friz: Fra i nomi nuovi emersero Adamoli, il conte folignate Benedetti Roncalli, il ternano Faustini, alla testa di cento giovani,

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T. Mariotti, Aneliti di libert nello Stato pontificio, in Nuova Antologia, settembre 1910, p. 126 Tribunale supremo della Sacra Consulta, Commissaria Anconetana ossia II parte della processura ascolana di gravissime delinquenze comprese tutte nel titolo di lesa maest, Roma 1861, pag. 35

Gattorno, Mileto, Pescatori e Procaccini.18 Negli anni a cavallo tra le campagne di Sicilia e quelle romane, Procaccini prendeva parte alla fondazione della Societ Operaia di Mutuo Soccorso di Pausula. Di lui scriveva Domenico Spadoni: Persona colta e dottore in legge, fu redattore del giornale mazziniano Il Dovere di Genova. Il Mazzini, quando si trovava a Londra, scriveva ai suoi amici in Italia: <<Tutto ci che dovete mandarmi fatelo recapitare a Concetto Procaccini a Genova; egli sa il mio indirizzo>>.19 Il rapporto fiduciario con Giuseppe Mazzini confermato dal frequente scambio epistolare tra l'aprile 1865 e l'agosto 1871. In particolare, Mazzini scriveva a Procaccini circa la necessit di mettere in campo qualsiasi iniziativa atta ad espandere la partecipazione della citt di Napoli, dove l'esule pausulano si era stabilito, alle lotte per la democrazia in Italia. Inoltre, Mazzini invitava i cospiratori per la causa a mettersi in contatto con il Procaccini, durante la permanenza napoletana di quest'ultimo.20 I cospiratori che gravitano intorno al Procaccini cercavano di fare propaganda nell'esercito e di diffondere pubblicazioni clandestine, preparando un'insurrezione, d'accordo con Mazzini. Individuati dalla polizia, nella primavera del '69 molti di loro vennero arrestati, ma furono rimessi in libert dopo pochi mesi per mancanza di prove.21
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L. Polo Frit, La Massoneria Italiana Nel Decennio Post Unitario: Lodovico Frapolli, Franco Angeli Editore, Milano 1998, pag. 193 D. Spadoni, Garibaldi e garibaldini nelle Marche, Tipografia operaia romana, Roma 1907, pag. 59 Autori vari, Rassegna storica del Risorgimento, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, Roma 1972, pag. 385 M. Toda, Errico Malatesta da Mazzini a Bakunin, Guida Editori,

Un precedente arresto di Procaccini e di altri patrioti, tra cui la contessa Giulia Cicala Caracciolo e l'avvocato Marziale Capo, era ripreso con enfasi anche dal Macchi nel suo Almanacco istorico d'Italia: Il Procaccini fu preso mentre stava al Municipio, ove era impiegato al corso publico, distribuendo permessi ai padroni delle carrozze o dando multe ai cocchieri delle carrozzelle. Fu fatta una perquisizione del suo tavolo, ove venne trovato un testamento politico al figlio, in senso tutto repubblicano. Del resto le prove, a quanto dicono, della sua complicit nel complotto, si avevano gi da molto tempo e per deposizione di alcuni delli arrestati che confessavano ogni cosa.22 Lo spirito repubblicano lo aveva legato ad un vincolo di amicizia con Giorgio Asproni, fervente repubblicano ed autonomista sardo, inviato a Napoli da Mazzini a dirigere il quotidiano Il Popolo d'Italia. Asproni nel suo Diario Politico, opera in sette volumi sulla propria attivit parlamentare nell'arco di un ventennio, descriveva dei momenti di convivialit con il Procaccini, facendo riferimento anche ad un pranzo domenicale con la moglie dell'esule pausulano ed il figlio Washington. In rappresentanza della Societ dei Reduci di Macerata, nel 1869 Procaccini partecipava ai lavori dell'Anticoncilio di Napoli, nato in contrapposizione al Concilio ecumenico convocato da Pio IX e che si sarebbe aperto a San Pietro nel dicembre di quell'anno. L'iniziativa, promossa dal conte Giuseppe Ricciardi, andava incontro a molte reticenze della massoneria inglese, antipapalina ma cristiana, ed
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Napoli 1988, pag. 6 M. Macchi, Almanacco istorico d'Italia vol. 1, Gaetano Brigola Editore, Milano 1867, pag. 72

italiana, oltre che del governo e del sindaco di Napoli, ma trovava comunque l'entusiastico appoggio di intellettuali di fama mondiale, tra cui ad esempio Victor Hugo.23 L'attivit democratica di Concetto Procaccini andava avanti anche dopo lo scioglimento dell'Anticoncilio, difatti nell'estate del 1871 si dimette il Comitato napoletano dell'ARU, formato da Lepiane, Bresciamorra e Procaccini, si ricompone nell'autunno con gli stessi Lepiane e Procaccini: si tratta di agitatori gi noti.24 Pur non abiurando mai la propria fede repubblicana, Concetto Procaccini ha continuato a svolgere la propria funzione di segretario comunale a Napoli, fino alla propria morte, avvenuta nel 1893. Gabriele Mastroleo

Sul filo della memoria


Per provare a ripercorrere la Storia della S.O.M.S. di Corridonia, ci siamo affidati ai ricordi di due ex presidenti del Sodalizio, Piero Molini e Aldo Montecchiari, che con grande disponibilit hanno accettato di rispondere alle domande di un intervistatore d'eccezione, C.Nat. Le due presidenze, distanti nel tempo di circa vent'anni, hanno contribuito, in momenti diversi e con diverse modalit, alla riscoperta del Sodalizio sul territorio corridoniano. (G.M.)
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24

Una ricostruzione critica dell'iniziativa del Ricciardi in Sergio Romano, Giuseppe, l' antipapa che scomunic Pio IX, Corriere della Sera, 2 agosto 2005, pag. 29 C. Dotto, in Autori vari, Rassegna storica del Risorgimento, op. cit., pag. 348

C.Nat.
ne parte?

Partiamo dall'inizio del tuo rapporto con la

S.O.M.S. di Corridonia. Quando e perch hai iniziato a far-

Pietro Molini

Intorno alla met

degli anni Sessanta, girando per cantieri a causa della mia attivit di geometra dialogavo con gli operai, ed entrai in contatto una grossa impresa edile. Su questa impresa, c'era un capo cantiere di Corridonia, Luigi Ciccioli, con il quale avevo un rapporto di simpatia e di collaborazione. Lui una sera mi invito in sede, che allora si trovava vicino Piazza delle Erbe, di fronte al mercato coperto, ed era gestita da Pietro Morici e sua moglie, Florinda. Mi appassionai subito e iniziai a fare delle ricerche; per prima cosa ritirai fuori lo statuto che il Morici conservava gelosamente. Scoprii cos che la nostra S.O.M.S. nata nel 1863 ed una delle prime sorte nelle Marche. Cominciai a frequentare questo locale, pieno di gente che aveva ricordi nitidi della prima o della seconda guerra mondiale e iniziai a raccogliere le loro testimonianze. Hai parlato di cambio di identit. Poi arrivato il cambio di sede, anche fisico. Ci puoi raccontare com' andata? Diventando socio attivo mi trovai ad affrontare le elezioni per il direttivo. Presidente all'epoca era un certo Gerardo Mei, persona simpaticissima, il quale non se la sentiva pi, essendo avanti negli anni, di rappresentare questa associazione. Fu cos che il direttivo propose il mio nome. Io mi sentivo inesperto, all'epoca avevo meno di trent'anni. Per mi affascinava l'ambiente e decisi di accettare la candidatura alla presidenza. Venni eletto e decisi di impegnarmi in questa carica, togliendo tempo al

lavoro e alla famiglia. Avevo all'epoca gi una figlia e lavoravo ad Ancona, quindi ogni mattina mi dovevo svegliare presto, ma trovavo in questo ambiente distensione e serenit. Questo entusiasmo crebbe talmente che mi posi la necessit di una sede nuova, anche perch a Corridonia questa associazione era ben vista, sia per la sua storia che per i suoi componenti. Ti premetto che nel 1970, con le elezioni amministrative, divenni anche assessore comunale e venni a conoscenza di magazzini inutilizzati sotto al teatro Velluti, con accesso da Via Procaccini. Mi feci dare la chiave di questi magazzini e una domenica pomeriggio invitai il nuovo direttivo in carica a visitarli. Subito ho visto nelle facce dei componenti del direttivo una certa titubanza, per lo pi a causa del degrado dei locali. Che era utilizzato originariamente per? Che c'era l dentro? Niente, vi erano depositate cose stranissime, anche importanti, che sono sparite poi al termine dei lavori. Ti faccio un esempio: c'era uno stemma in marmo scolpito raffigurante Pio IX che si trovava sulla facciata del Palazzo Comunale, che prima dell'avvento del Fascismo si trovava in Piazza del Popolo, e che fu tolto nel 1861, con l'Unit d'Italia: non si pi trovato. C'era, cosa meno storicamente importante, il cartellone della tombola, con i numeri che si rigiravano ed sparito. C'era una barella di propriet della Croce Verde dell'epoca risorgimentale, sparita pure quella. Comunque, andammo a vedere questi locali e il primo problema fu reperire i fondi per ristrutturarli. Feci il progetto di ristrutturazione, un preventivo di spesa e lo presentai al Comune. Veniva fuori una spesa complessiva di otto milioni di lire. Per suppor-

tare la spesa, la domanda venne fatta congiuntamente da S.O.M.S. e Avis, che poi si ritir. Faceva parte della S.O.M.S. Crescentino Rosati, muratore e mio caro amico, il quale si dichiar disposto ad affrontare i lavori. Il Consiglio Comunale deliber l'approvazione dei lavori nel marzo 1972, ma la S.O.M.S. doveva anticipare i soldi. Per chiarire un attimo, all'epoca lo stipendio medio mensile di un operaio era di 120mila lire. Fu un'odissea. La sede venne finalmente inaugurata il 21 ottobre 1973. Chi partecip all'inaugurazione? Venne l'on. Danilo De' Cocci, sottosegretario al ministero del Lavoro, poi il vescovo di Fermo, Mons. Norberto Perini, che bened la Sede nuova, composta dal bar all'ingresso, dall'ufficio con l'archivio e dalla sala ricreativa. Fu fatto anche un lavoro esterno, concordato col proprietario del cortile, il dott. Enrico Manardi, che ci diede la possibilit di fare delle gance di bocce. Il Comune fece poi dei lavori di allineamento del muro di sostegno che teneva questo cortile per allargare via Colombari. Con questa nuova Sede, il numero dei soci pass da meno di cento a circa 400. Poi diminuirono, non scendendo per mai sotto i 300. Soprattutto d'estate, la gente vedeva nella S.O.M.S. un punto di riferimento. A quel punto, cos'era diventata la S.O.M.S. all'interno del tessuto sociale della citt? Soprattutto un circolo ricreativo, ma non doveva limitarsi a quello, secondo le mie intenzioni, per cui adeguammo lo Statuto, lasciando inalterato lo spirito essenziale, quello della mutualit, del sostentamento reciproco, della fratellanza fra operai, persone con problemi di famiglia, ecc. Quando furono sanati tutti i debiti, con le quote sociali avevamo un fondo,

che su mia iniziativa e con l'accordo del direttivo, venne utilizzato per ripristinare, anche simbolicamente, l'assistenza, tant' vero che individuammo nell'organico della S.O.M.S. due medici, Alessandro Alessandroni e Sandro Caraceni, che avevano il compito di compilare dei referti diagnostici in caso di malattia dei soci e il direttivo a quel punto, valutata la gravit, dava un contributo simbolico ai soci che avevano bisogno. Si provava cos a tornare allo spirito fondativo. Nel tessuto cittadino si organizzavano anche conferenze e convegni e si garantiva la propria presenza agli eventi celebrativi organizzati dalle consorelle, non solo nei dintorni. Mi ricordo che una volta ci organizzammo per andare a San Felice sul Panaro, in provincia di Modena. Si creava questo legame con le altre S.O.M.S. e ci si scambiavano pareri su come gestire queste associazioni, che bench decadute dal punto di vista storico, non potevano certo cadere nell'oblio. Il ruolo ponte che le S.O.M.S. svolsero tra beneficenza, mutualismo, volontariato e stato sociale una cosa che va sempre pi diminuendo nel corso del nuovo millennio, per rimasto sempre quello spirito di unit tra lavoratori e ceto sociale medio, che resiste anche alla crisi delle ideologie. Lo spirito dei fondatori era molto diverso da quello che stiamo attraversando, ma questo non deve inficiare quanto sancito dallo Statuto, vale a dire la solidariet e l'aiuto reciproco fra i soci che rappresentano il sodalizio. Se andiamo a basare un'associazione, un sodalizio, un circolo culturale e ricreativo sulla diversit di ideologie, questo pu causare un disfacimento. Lo abbiamo evitato.

C.Nat.

Innanzitutto mi piacerebbe sapere cosa rappre-

sentava nel tessuto sociale di Corridonia la S.O.M.S. all'epoca in cui hai avuto i primi contatti.

Aldo

Montecchiari

La Societ Operaia in quel periodo ve-

niva da una gestione passata in cui era un locale vissuto dai ragazzi delle scuole. Quando Sesto ha iniziato la ristrutturazione della S.O.M.S. e ci siamo trovati insieme a gestire i primi anni, non c'era pi quel tipo di utenza prettamente adolescenziale, ma tornavamo allo spirito del passato, divenendo un luogo di discussione, di incontro, di condivisione di idee. stato un periodo per noi pionieristico, abbiamo riportato la S.O.M.S. ad avere un certo numero di persone che la frequentavano, con le quali passavamo le serate parlando dei vari problemi. stato un momento importante, impegnativo, ma anche molto divertente. Sotto la tua presidenza si apre una fase totalmente nuova, che adesso nella piena maturit, per voi siete stati i fautori di quella che stata questa transizione, non stata un'operazione leggera. Com' andata? Ci sono stati tre o quattro passaggi, ognuno significativo. Il primo periodo stato quello della ristrutturazione fisica dei locali, attraverso la ricostruzione, la restaurazione, la messa a norma per renderli agibili al pubblico. Poi c' stata la prima campagna tesseramenti, che ha riportato le persone a vivere questi locali, con le prime iniziative e con il coinvolgimento della popolazione. Successivamente, la gestione stata tenuta da gente che hanno sempre pi o meno disatteso lo scopo, chi per mancanza di introiti, chi per mancanza di interessi, chi per mancanza di stimoli e chi per mancanza di principi. Ogni fallimento per ripor-

tava l'entusiasmo nel voler raggiungere l'obiettivo del nostro progetto: ridare credibilit allo scopo sociale della S.O.M.S. Con l'impegno di tutti, si arrivati a dover prendere delle decisioni traumatiche per recuperare la credibilit perduta. cambiato completamente il consiglio direttivo, dando la responsabilit a persone nuove, molto giovani e molto determinate, che con metodi magari criticabili, ma degni di stima, hanno portato avanti quel progetto che ancora oggi vivo e sta dando buoni risultati, da un punto di vista di presenza, riconoscibilit e promozione di certe attivit. Secondo te, quindi, la S.O.M.S. tornata ad essere qualcosa di concreto, tangibile, importante nel tessuto sociale cittadino? Siamo sicuramente sulla buona strada. Non credo che ogni tipo di iniziativa proposta sia giusta, ma encomiabile lo spirito con il quale stanno lavorando. indubbiamente necessario aiutarli, per quanto possibile, a tutti i livelli, perch meritano, fino a oggi hanno dimostrato di aver fatto molto bene. Corridonia non una piazza facile, siamo sempre molto critici verso tutti: progettare qualcosa sempre difficile, quello che stanno facendo questi giovani da qualcuno visto come fumo negli occhi. Occorre dargli la possibilit di sbagliare per poi poter ricominciare, per poter ripartire. Occorre aspettare e aiutarli nel raggiungimento di uno scopo che potrebbe essere molto importante per la Societ Operaia. Voi avete voluto avviare questo processo di transizione, prendendo in mano la S.O.M.S. Perch lo avete fatto? Un po' per incoscienza, un po' per ritornare a vedere qualcosa che potenzialmente poteva essere impor-

tante. Probabilmente per l'altruismo di Sesto, per il suo voler fare tutto ci che era possibile fare per la comunit. Il modo per farlo non era molto importante, per noi era importante metterlo a disposizione. Lo abbiamo fatto nel pi assoluto menefreghismo di quello che pensavano gli altri e i risultati ci hanno dato ragione. Non ci sentiamo dei Don Chisciotte, ma delle persone comuni animate dalla voglia di fare. Siamo stati notti intere insieme a far quadrare i conti, per cercare di dare un'impronta e lasciare qualcosa di chiaro a chi venuto dopo di noi. Penso sia stato importante averlo fatto. Questo lavoro immane che avete fatto, che cosa ti ha lasciato dentro? Io credo che immane non sia un termine giusto, perch abbiamo fatto un lavoro ma ci siamo divertiti, stato pesante ma non lo abbiamo sentito come un peso. Dentro di me rimasto un senso di condivisione e di partecipazione, un voler vedere le cose dal punto di vista della convivialit. Una delle cose che ricordo forse con pi piacere il momento conviviale che si viveva in occasione delle commemorazioni e delle cene sociali, con persone con un profilo culturale diverso che si confrontavano con noi e capivamo che la nostra era un'esperienza comune, che nasceva dal voler bene a un sodalizio che noi abbiamo avuto la presunzione di non far morire. Non possiamo dire certo di essere quelli che abbiamo fatto rinascere la S.O.M.S. riportandola al proprio scopo originario, ma abbiamo contribuito a non farla morire. rinata in un'altra forma, pi vicina alla sensibilit dei tempi... Esatto. Sono cambiate sicuramente le condizioni, per sotto un'altra forma, ci sono cose molto

interessanti, perch se ieri mutualismo poteva essere la possibilit di poter consumare un pasto caldo, oggi potrebbe essere, anche guardando a nuove realt come quella dei migranti, dei lavoratori precari, di persone che si ritrovano a rappresentare nuove sacche di povert, un'esperienza che potrebbe aiutare queste nuove fasce sociali e sicuramente sono contento di aver partecipato, lo ripeto ancora una volta, a non farla morire, non a renderla pi efficace, perch forse a quello ci penseranno altri. INTERVISTE A CURA DI CARLO NATALI aka C.NAT.

Una sola, grande unione


Il 18 gennaio scorso, abbiamo ospitato nei locali della S.O.M.S. il giornalista e blogger Roberto Ciccarelli, che delle nuove forme di mutualismo un attento osservatore. A distanza di qualche giorno, ci ha dedicato alcune righe sul proprio profilo Facebook; eccone un estratto: Sono stato invitato a parlare in occasione del 150esimo anniversario della S.O.M.S. di Corridonia, una delle pi antiche in Italia. Mi sono commosso quando ho percepito l'orgoglio e la fierezza di appartenere a una storia comune, quella della mutualit operaia, da parte di giovani donne e uomini, caso unico in Italia che la gestiscono [...] Si sono ritrovati insieme in questo antico spazio del futuro, insieme percepiamo una forza che serpeggia segreta in Italia, e che si sente a Palermo e a Milano, da Bologna a Alessandria a Roma e a Napoli. E altrove dove si manifesta, tra intermittenze e negli anfratti, la forza liquida

del Quinto Stato. Divenuto in pratica un nostro sodale, Roberto Ciccarelli ha voluto inviarci un lungo articolo, scritto a quattro mani con Peppe Allegri, con cui collabora da anni, che un estratto, una sorta di anteprima, del volume sul Quinto Stato che verr a breve pubblicato perl'editrice Ponte alle grazie. Per noi, ci motivo di orgoglio e indice del buon lavoro che stiamo portando avanti. (G.M.)
L'Europa percorsa da correnti dell'autorganizzazione ha stimolato mescolanze tra una religione collettiva, la coscienza di classe (o delle classi), l'esodo dalle corporazioni e le pratiche della condivisione. Su queste basi sono nate le prime istituzioni mutualistiche, filantropiche, assistenziali che si trasformarono in coalizioni della resistenza attiva delle nuove classi lavoratrici. Queste coalizioni furono represse dalla legge Le Chapelier del 1791 e dal successivo Code Pnal, ma troveranno cittadinanza negli stati liberali europei nel XIX secolo, per poi essere soppresse durante la dittatura nazi-fascista. Queste istanze sono state considerate anche dagli Stati, specialmente durante le crisi economiche e i periodi di disoccupazione di massa e sommovimenti sociali. Ad esempio quel socialismo di Stato professato nella Commissione del Luxembourg da Louis Blanc e criticato, oltre che da Marx, dallo stesso Proudhon addirittura come comunismo di Stato, che porter l'effimera creazione degli ateliers natio-

naux in Francia nei tre mesi che annunciano la parabola


discendente del 1848 francese, nel lungo quarantennio che va dalle gloriose giornate del luglio 1830, alle rivolte

che accompagneranno gli anni Trenta, con lo sciopero in rivolta dei tessili (i canut) a Lione nel 1831 e poi nel 1834, quindi la potenza dei giovani repubblicani ed operai armati che faranno cadere due monarchie e un impero25. In questi ateliers nationaux furono realizzate gigantesche concentrazioni di lavoro operaio, seguendo il modello di Louis Blanc il quale formul questa idea nel 1839 nel suo L'organisation du travail, uno dei libri fondatori del socialismo di Stato alla francese26. Blanc aveva pensato gli atelier sociaux come vere e proprie cooperative di produzione, finanziate dallo Stato, capaci di sostituirsi all'impresa privata, con un'autonoma capacit di intrapresa e di organizzazione da parte dei lavoratori. Questa idea ha fondato il movimento cooperativo, nutrendo l'aspirazione di coniugare il potere dei lavoratori sulla produzione con quello politico, i soviet nella versione di Lenin. La realt degli atelier era molto pi modesta, osserv Marx, e gener una serie di equivoci degni di una commedia spagnola. Era legata principalmente all'esigenza di aiutare i lavoratori colpiti dalla disoccupazione. Gli stessi disoccupati, una volta assunti, si ribellavano alla disciplina imposta dai capi, cio dagli operai pi anziani, funzionari dello Stato oppure membri delle cooperative27. La vita infelice degli atelier si spiega perch ai loro membri vennero imposti lavori di pubblica utilit, dallo scavo dei canali alla riparazione delle strade.
25 26 27

A. Badiou, La Comune di Parigi, cit., p. 33. Cfr. L. Blanc, L'organisation du travail, V edizione rivista e corretta dall'autore, 1847. Cfr. J. Rancire, La nuit des proltaires, cit., pp. 336 e ss.

Gli operai erano organizzati militarmente in squadre, brigate e compagnie. Le donne e gli uomini venivano messi davanti alla scelta: morire di stenti disoccupati, o ricevere una paga miserabile dallo Stato passando per le armi. Quello francese stato un tentativo, sabotato dagli stessi operai, di organizzare la miseria come fecero gli inglesi con le Workhouses, le case di lavoro, istituite nel 1834 per rinchiudervi i poveri. Per lungo tempo la propaganda liberista ha spacciato questi luoghi come unico esempio realizzabile di socialismo. Marx racconta il conflitto che oppose i lavoratori indipendenti al sottoproletariato in queste istituzioni create dallo Stato. Fu una guerra fratricida. I ladri, e i delinquenti, i vagabondi,

gens sans feu et sans aveu, che

non perdono mai il carattere dei lazzaroni scrive Marx, quelli che Gauny aveva incontrato sulle sue strade, furono reclutati per sparare contro il proletariato in rivolta a Parigi nel 1848. Come comandanti, in parte vennero dati loro ufficiali dell'esercito regolare; in parte si scelsero essi stessi dei giovani figli di borghesi, le cui spacconate di morte per la patria e di sacrificio per la repubblica li attiravano. Mentre Blanc arringava le folle ai giardini del Luxembourg, auspicando che l'autonomia operaia si organizzasse in un governo, l'eterogeneit delle condizioni che componevano lo stato del Quarto Stato si irrigidivano al punto da implodere. Parigi era una citt dove Blanqui, il capo dell'insurrezione operaia, aveva a disposizione un esercito di 200 mila persone armate. Quella operaia era una classe di mestieri dove la maggioranza composta da

40 mila pantalonai, e poi sarti, artigiani, carpentieri, stampatori, insomma lavoratori autonomi che svolgevano un'attivit salariata, vivendo in una condizione sospesa tra i poli della servit e dell'autonomia. L'odio per il sottoproletariato, e la difficolt di distinguerlo dal lavoro indipendente o non affiliato da parte della sinistra, nasce da questo racconto di Marx. Il sottoproletariato il risultato di una deiezione dell'originaria condizione dell'indipendente che non ha alternativa se non quella di farsi reclutare per uccidere i propri simili. Questa frattura sanguinosa, e irrimediabile, non permise a Marx di soffermarsi sull'elemento costitutivo del conflitto, com' stato chiarito successivamente28. Ci che ha spinto le persone ad accettare di lavorare in luoghi tanto squallidi, cos come a boicottarli fino a costringere lo Stato a chiudere queste sentine della violenza, stata la difesa della propria autonomia. Gli eserciti sottoproletari sparavano contro questa idea, nutrendo la diffidenza per l'autonomia di una parte maggioritaria delle organizzazioni operaie che dura fino ad oggi. Eppure proprio intorno al 1848 Pierre-Joseph Proudhon, nella sua critica radicale alla propriet e allo Stato, sviluppa idee utili sul mutualismo come possibilit di autogoverno della forza lavoro, coniugando la sperimentazione di un federalismo radicale con la messa in discussione degli statuti proprietari. il cuore di due derivazioni fondamentali e strettamente connesse della nascente autorganizzazione delle nuove e vecchie forme del lavoro. Da una parte questa una prima definizione moderna
28

Cfr. Ivi.

della costituzione sociale che organizza il diritto economico e si realizza nella democrazia industriale, che completa e controbilancia la democrazia politica; secondo Proudhon, la democrazia industriale ha parecchi aspetti. Non solo essa subordina tutto il potere sociale delle organizzazioni economiche al diritto, ma penetra all'interno stesso dei rapporti di propriet, istituendo una propriet mutualistica e federativa, che rende tutti gli operai comproprietari; perci essa si rivela una accomandita del lavoro per il lavoro o mutualit universale29. Sono i primi passi di un embrione di organizzazione sociale: il diritto economico fonda la costituzione sociale capace di rimettere in discussione i rapporti proprietari e gli assetti istituzionali dell'autogoverno dei lavoratori, mettendo in comunicazione virtuosa self-government, mutualismo federativo, cooperazione sociale, forme di autogestione territoriale, autonomia individuale e collettiva. l'intuizione di un costituzionalismo sociale e democratico, artefice di nuove istituzioni, creatore di meccanismi in grado di fare a meno della sovranit dello Stato e della rappresentanza politica e sindacale. E proprio accanto a questa diramazione si situano le pratiche insorgenti della Comune di Parigi della primavera del 1871, che tentano di dare forma politica all'emancipazione sociale delle classi lavoratrici, sperimentando autogoverno cittadino con la riappropriazione e gestione comune delle ric29

Cos G. Gurvitch, La nascita dell'idea di "diritto economico" e di "democrazia industriale" in Proudhon, cit. in R. Supek, Socialismo e autogestione, La Pietra, Milano, 1978, pp. 74-77. Georges Gurvitch, tra i fondatori della sociologia del diritto, forse tra i primi e pi rilevanti studiosi del pluralismo giuridico e del diritto sociale, tradizione di studi giuridici tuttora feconda, seppure minoritaria nell'Accademia italiana.

chezze

ad

opera

delle

forme

del

lavoro

libero

associato. Sul lato maledetto della storia europea si sono sperimentate le nuove istituzioni dell'autogoverno operaio e cittadino. stato questo anche il caso del Decreto sulla requisizione delle fabbriche chiuse adottata dalla Comune parigina il 16 aprile 1871 per riaprire le fabbriche abbandonate dagli imprenditori in fuga da Parigi da parte dell'associazione cooperativa degli operai occupati in queste stesse fabbriche30. Spazi, sempre combattuti e repressi dalle strutture della sovranit statale e della sua rappresentanza prima politica e poi sindacale, dell'autonomia sociale di forme di vita e del lavoro irriducibili alle pratiche burocratiche dello Stato dei partiti e dei sindacati che verr. Perch la Comune non ha avuto come conseguenza la distruzione del gruppo dominante e dei suoi politicanti, ma ha distrutto qualcosa di pi importante: la subordinazione politica operaia e proletaria31. La subordinazione si combatte creando autonomia. Per questo bisogna ben delineare la radice di questa condizione che nel corso del XIX secolo, e fino agli anni Venti in Italia, ha nutrito la storia del mutualismo, del movimento cooperativo. Una corrente sotterranea che riemerge oggi in Europa , quando si riscopre la scienza triste dell'economia come governo morale della povert. L'autonomia si esprime in maniera doppia: come rivolta contro l'ingerenza dello Stato, come del Capitale, tanto nella gestione di un'impresa, quanto nella tutela dei diritti di chi ci lavo30

31

Documento pubblicato in R. Supek, Socialismo e autogestione, cit., p. 85. A. Badiou, op. ult. Cit., p. 65.

ra; e, infine, come costruzione di spazi pubblici o occasioni politiche dove la cooperazione tra i molti non certo riducibile alla concentrazione delle povert in una Wor-

khouse.
A quel tempo l'autonomia si espresse nei sodalizi mutualistici, da non confondere con le semplici mutue a sostegno della carit o della beneficenza. Nei sodalizi si incontravano societ operaie, associazioni di maestri e insegnanti, militari, medici, chirurghi, farmacisti, veterinari, avvocati, ingegneri, architetti, impiegati comunali e sacerdoti. In Italia, come in Inghilterra, Francia o Germania, le societ operaie erano associazioni cumulative che raggruppavano lavoratori con professionalit e condizioni diverse, lavoratori dipendenti e indipendenti, e anche piccoli imprenditori e associazioni professionali. E poi c'erano le associazioni locali: societ di un comune, borgata o quartiere. Restava netta la differenza tra sodalizi urbani e rurali. C'era la distinzione tra i sodalizi mazziniani, democratici e moderati, un solco che si approfondir con la trasformazione di una parte di essi in societ di miglioramento o di resistenza. C'erano i cattolici incoraggiati dall'enciclica Rerum novarum a percorrere la strada dell'associazionismo mutualistico, creando una secessione su base confessionale tra le societ di mutuo soccorso. La funzione generale delle societ di mutuo soccorso la deline l'ispettore generale del credito e della previdenza Vincenzo Magaldi nel 1904:

associazioni formate di pi persone che si obbligano

di versare in una cassa comune e periodicamente contribuzioni fisse destinate a sovvenire quei soci che vengono per caso colpiti da una disgraziata evenienza della vita: e questa la definizione pi comune delle societ di mutuo soccorso, secondo quasi tutti gli scrittori di economia sociale32.
Finch dur la schiavit delle classi laboriose non poteva esservi che l'associazione legale, forzata e mostruosa. Vigeva un sistema autoritario e paternalistico nei confronti dei beneficiati, mancava l'uguaglianza e per doveva mancare l'equa distruzione dei vantaggi, primo concetto della moderna mutualit per cui venivano distribuiti fondi non versati dai soci. In maniera tardiva, la svolta si realizz in Italia con il riconoscimento del diritto di riunirsi che si estende a quello di associarsi liberamente, sancito dall'articolo 32 dello Statuto Albertino che per affid allo Stato la possibilit di regolare l'attivit di queste associazioni con apposite leggi. Ne nacque un conflitto destinato a segnare la storia dell'associazionismo mutualistico. La libert concessa venne intesa dai sodalizi come autonomia, nel senso di una completa indipendenza dallo Stato e dal mercato. Il mutualismo interessava senz'altro i poteri pubblici perch era considerato uno strumento utile per la gestione della povert economica. La disciplina che aiutava a diffondere nel proletariato, il senso per la legalit e l'auspicio di un moderatismo nelle passioni politiche erano salutate positivamente dalle istituzioni dello Stato
32

Cfr. R. Allio, Societ di mutuo soccorso in Piemonte 1850-1880, Deputazione subalpina di storia patria, Torino 1980.

liberale. Veniva colto un aspetto importante del mutualismo, la mediazione sociale. Ma il moderatismo liberale, e cattolico, consideravano la mediazione solo rispetto allo

Stato, e non rispetto al conflitto di classe o al governo


del territorio e della citt, terreni dove l'estensione del mutualismo, come delle case del popolo, fu considerevole in tutta Europa. Con l'ascesa elettorale dei partiti socialisti, le mutualit permisero la generalizzazione dei conflitti di classe al di fuori delle fabbriche, portando nelle fabbriche le istanze di civilizzazione presenti nella societ. Per questa ragione, molte societ di mutuo soccorso furono chiuse d'autorit. L'ultimo ventennio dell'Ottocento, dalle paludi centralistiche della Terza Repubblica francese emerse un movimento di consiglieri municipali socialisti. Insieme sperimentarono il socialismo municipale. Nel 1892 nacque una

Fdration

des

conseilleurs

municipaux

socialistes

de

France che raggruppava alcune amministrazioni locali socialiste, a partire da quelle intorno a Edouard Vaillant, ex comunardo e ammiratore di Blanqui, dapprima consigliere comunale nel XX arrondissement parigino, quindi parlamentare socialista33. Questa nuova forma di municipalismo cercava di tenere insieme le conquiste del mutualismo, con la sperimentazione di nuove tutele a sostegno dei lavoratori. E promuoveva la loro cooperazione, l'impresa collettiva. Nacquero le prime Borse per il lavoro, furono organizzati i servizi pubblici territoriali, e poi forme di assistenza tra municipi. In questo contesto si organizzarono
33

P. Dogliani, Un laboratorio di socialismo municipale. Francia (1870-1920), Franco Angeli, Milano, pp. 44 e ss.

La

movimenti dei consumatori al quale parteciperano i movimenti sindacali. Venne ripensato il problema abitativo, perch l'aumento del costo degli affitti fu una delle cause della Comune di Parigi34. Erano tentativi ibridi per creare nuovi rapporti istituzionali, dosando pratiche cooperative e mutualistiche dei movimenti sociali protagonisti delle lotte repubblicane. L'idea era quella di organizzare questo incontro, creando nuove pratiche e nuovi habitus nei gruppi e nei singoli negli spazi a disposizione delle amministrazioni locali. Grazie a questa intuizione nacquero le case del popolo e le camere del lavoro. Le prime vennero adottate dai partiti socialisti, e poi da quelli comunisti, le seconde dai sindacati nascenti. L'idea originaria del socialismo municipale che la funzione della solidariet mutualistica e quella della tutela dei diritti dei lavoratori potessero svolgersi nello stesso luogo, insieme alla fondamentale esigenza di socializzare al di fuori della fabbrica, tra classi sociali diverse. Ci che pi importante ai nostri occhi che in queste sperimentazioni emergeva una razionalit politica estranea a quella liberale, come a quella capitalistica, e le sue principali caratteristiche erano gi presenti nei sodalizi mutualistici settecenteschi. E non bisogna dimenticare che il mutualismo cooperativo permise a operai, artigiani e contadini di creare le societ del mutuo soccorso, le leghe di resistenza, le camere del lavoro per garantirsi l'istruzione, le tutele sociali, l'assistenza sanitaria e i fondi contro la disoccupazione.
34

Ibidem, pp. 223 e ss.

In Italia cerano 6700 mutue (800 mila soci effettivi). In Inghilterra cerano oltre 24 mila societ (oltre 4 milioni di soci), in Francia 6200 (per 842 mila soci). Nonostante quest'opera di regolarizzazione di societ che da tempo agivano sul terreno dell'assicurazione, della previdenza e del sostegno, allo Stato continuarono a sfuggirne altrettante. Le societ temevano un disciplinamento e una neutralizzazione della loro opera che germogliava in virt della richiesta di autonomia. A loro favore non giovava la frammentazione crescente di insediamenti che non racimolavano fondi a sufficienza per garantirsi la sopravvivenza. L'assenza di uno Stato sociale, poi lentamente introdotto a partire dai primi anni del XX secolo sull'esempio tedesco, non rallent la crescita di queste societ che, anzi, ampliarono la gamma degli interventi: erogazione di un sussidio in caso di malattia, invalidit, della morte o del funerale di un socio, un reddito in caso di disoccupazione involontaria e sostegno in caso di sciopero prolungato nelle fabbriche. E poi assistenza nell'organizzazione delle cooperativa, nell'affitto delle macchine per avviare un'impresa auto-gestita, il prestito ai soci per l'affitto. I sodalizi prospettavano ai soci una serie di servizi che unirono una parte della classe intellettuale, in particolare i maestri di scuola, alle famiglie operaie: l'istruzione e la formazione professionale, e poi la lettura, l'acquisto di alimenti come i gruppi di acquisto contemporanei, le materie prime per il lavoro agricolo e artigiano, persino la dote per le figlie in predicato di matrimonio. Era l'invenzione di una nuova societ che par-

tendo dal vuoto lasciato dagli stati liberali, organizzava il contatto attraverso l'associazione, promuoveva il protagonismo femminile nella trasmissione dei saperi, nel lavoro di cura e nell'organizzazione politica oltre che nell'assistenza e nell'auto-tutela. Le differenze di classe, cos come quelle ideologiche, erano messe in secondo piano. Per iscriversi a una associazione di mutuo soccorso non occorreva una fede comune, n la condivisione di un patrimonio. Veniva condiviso un certo numero di impegni ispirati ad una necessit comune, quella della tutela, o meglio dell'autotutela da perseguire mediante la solidariet. Nascevano cos comunit che concepivano l'autonomia come esercizio attivo e quotidiano della solidariet e dell'autosufficienza. Ci che distingueva l'associazionismo mutualistico dall'assistenza statale, dalla beneficenza o dalla carit era la libera previdenza35. I soci pagavano contributi periodici fissi, e per questa ragione ricevono in cambio i servizi. Ci permise di creare un habitus condiviso, ispirato alla solidariet dei soci che, rispetto a quello delle societ massoniche, mirava ad estendersi alla societ, al ricambio o all'integrazione dei soci, all'attivit pubblica di formazione e sostegno, alla diffusione della cultura dell'autonomia dallo stato e della persona. Il pagamento della quota periodica poteva rappresentare una discriminante ai danni dei poveri, dei lavoratori non qualificati e comunque non inseriti in una rete comunitaria o professio35

Cfr. D. Marucco, Il mutuo soccorso fra tradizione corporativa e cultura solidaristica, in Cent'anni di solidariet le societ di mutuo soccorso piemontesi dalle origini, Torino 1989, vol. I, pp. 61 e ss.

nale, dei disoccupati non aderenti alla societ. Questo un limite del mutualismo. E tuttavia il pagamento della quota costituiva l'elemento caratterizzante del contratto che legava gli affiliati ad una societ, garantendo a tutti gli stessi diritti: eleggibilit, diritto di voto, suffragi spirituali, sussidi temporali. Questa tradizione risale alla London Corresponding So-

ciety che dissemin in Europa l'idea che la solidariet


escludeva l'aristocrazia, le lite, le distinzioni di classe, evocando la pratica del collegio democratico. Un costante timore preme i confratelli, quello di un governo arbitrario. Essi hanno scongiurato il pericolo attraverso l'elettivit, l'annualit delle cariche, la collegialit e il controllo36. L'autonomia una condizione che si ottiene in base a una scelta e ai comportamenti coerenti, ma anche con il consenso. Tutto l'universo del mutuo soccorso proteso a fornire un'immagine rispettabile e rassicurante dei sodalizi che fa leva sulla funzione moralizzatrice esercitata direttamente, e non imposta dall'alto. Le norme che regolamentano l'ammissione, il controllo dei comportamenti dei soci, le severe regole per l'espulsione denotano quanto tale preoccupazione fosse viva. Le condizioni per l'ammissione riguardano et, salute, condotta morale per cui generalmente ci si affida alla garanzia dei soci presentatori o all'autorevolezza dei singoli nella sua comunit di provenienza. Il controllo dei comportamenti manifesto
36

Per la descrizione del funzionamento, oltre che della storia e dello spirito del mutualismo italiano cfr. D. Marucco, Teoria e pratica dell'autonomia nel mutualismo dell'Ottocento, Parole Chiave, Roma 1991, pp. 45-61.

quando si tratta di sussidiare le malattie, mentre i comportamenti rissosi, l'ubriachezza o il malcostume venivano sanzionati. Tra le cause pi frequenti di espulsione ci sono la morosit nel pagamento delle quote, le truffe, il furto, l'attentato ai costumi e i mille raggiri frequentemente denunciati tra i soci. La fratellanza restava comunque un malinteso. L'autocontrollo delle comunit degenerava talvolta in un eccesso moralizzatore oppure in un abuso dell'autonomia. Difficile mantenere un equilibrio in una comunit che viene spesso limitata dalle proprie ambivalenze rispetto ai due fattori costituenti: la moralit pubblica dei soci e l'autonomia dei singoli, la necessit di una sicurezza sociale e il desiderio di mantenersi autonomi rispetto agli altri. L'intera vicenda del mutualismo, cos come dell'associazionismo operaio, risentir di questo malinteso e qualcuno penser di averlo risolto siglando un patto tra i singoli, i sindacati o le loro categorie professionali e lo Stato. Il contratto tra i diversi, tipico della stagione del primo mutualismo, divent un contratto tra le organizzazioni dei corpi intermedi e lo Stato, relegando il ruolo del singolo alla sua posizione sociale rispetto all'assistenza pubblica. L'idea di una libera provvidenza, e di un'adempienza reciproca, tra soci di una comunit stata relegata ai margini rispetto alla solidariet universale garantita dallo Stato. Il vincolo statale, con la sua promessa di universalismo, e di tutela sindacale, ha sostituito l'idea dell'autonomia con quella della rappresentanza. O meglio, l'autonomia esisteva solo in virt della sua capacit di farsi

rappresentare in un corpo autonomo dello Stato: un sindacato, un'assicurazione, un partito, un'associazione professionale. Oggi la prima radice torna a germogliare quando la crisi fiscale dello stato, l'austerit, la burocratizzazione dei sindacati hanno trasformato l'orizzonte della nostra vita. Il Quinto Stato procede incalzando in un viaggio, di scoperta, e commozione, e di comprensione di una forza. Nel 2013, all'entrata della Societ operaia di mutuo soccorso di Corridonia, in provincia di Macerata, una di quelle che hanno mantenuto nei primi 150 anni di vita il profilo dell'autonomia sociale, accompagnata dall'idea della libera provvidenza dei soci, c' una scritta grande, le cui origini risalgono al gennaio del 1863:

"Artieri e operai di Pausula! Proseguite con altrettanta alacrit l'opera intrapresa: stringetevi tra voi e sarete forti, e l'opera vostra sar dai venturi benedetta".
Noi venturi, la benediciamo, perch questa forza la nostra stessa forza. Oggi, come ieri, noi siamo una sola, grande, unione.

One Big Union.

Giuseppe Allegri & Roberto Ciccarelli

Ci sono posti che ti lasciano un segno


Di quelli che non appena ne attraversi la soglia ti danno la sensazione di luoghi noti, come quelli che ti sono cresciuti dentro durante la tua infanzia. Posti che hanno il sapore delle pareti consumate dai sospiri. Posti che avverti familiari come la cucina di casa, quando la mattina mamma ti preparava il caffellatte prima di andare a scuola. Ci sono posti che riescono a donarti il calore di un abbraccio quando ne desideri uno; quello della gente, quello del comune sentire,quello del confronto. Ci sono posti che ti danno il senso del perch sei al mondo, per essere uno fra gli altri, un universo complesso e multiforme che ha bisogno del suo sistema solare per avere una ragion dessere. Ci sono posti in cui un bicchiere di vino molto pi di un contenitore, ma un testimone. Di dolori, di allegria, di sconforto o spensieratezza; di impotenza o di ambizione. di Vita. Ci sono posti in cui nessuno pu sentirsi solo,per il solo fatto di trovarsi a condividere il Suo nel Tutto. Il Proprio nellAltrui. Posti come questi, devono avere una Storia alle spalle, a poterla raccontare. 150 anni, sono solo linizio.

Fidelia

Centocinquanta di questi giorni


Non sono portato per la scrittura, lultima volta che lho fatto era per un tema alle medie, forse, ma ci provo lo stesso. Sar breve, scriver male, ma ho voglia di dare il mio contributo per quest'anniversario. La S.O.M.S... io la vedo come una specie di macchina della verit, poi dir perch. I primi anni che ci ho passato l'ho fatto da semplice socio consumatore (e che consumatore!) Erano gli anni dellassenzio, che andava per la maggiore e dei bicchieri di vetro rotti per lo sbalzo di temperatura quando ci mettevi lacqua fredda, delle serate infinite a parlare di politica e di musica, a ridere come scemi, a scambiarsi idee e progetti rivoluzionari, a sensibilizzare i non sensibili su vari temi sociali legati al territorio, alletica e a tutto quello che, insieme al cuore, occupa la parte sinistra del nostro organismo. A divertirsi. A conoscere una marea di gente. Ci spostavamo in massa da Tolentino per andarci, tre o quattro macchine piene ed al ritorno, a notte fonda ovviamente, i tempi di rientro si allungavano inesorabilmente. In fondo era come andar via da casa per la seconda volta nella stessa sera, perch tutti la sentivamo come una casa: quelle mura spessissime, i sorrisi dietro e davanti il bancone e quellambiente oserei dire semi-professionale ed al contempo caldo, accogliente e familiare, forgiato dalle mani di Sesto, come facevi a non sentirlo tuo!?

Poi un bel giorno, ho avuto la chiamata. Mauro mi viene a trovare a casa per chiedermi se avessi avuto piacere a entrare nel gruppo di gestione. La prima cosa che risposi fu: Ma sei sicuro? Guarda che io sono un po rompicoglioni eh!. Col tempo mi sa che ha capito cosa volessi dirgli. Per pare che lui, come tutti gli altri, abbia un elevato spirito di sopportazione, se a distanza di anni sono ancora qua. Insomma, da quel giorno non ho pi potuto fare a meno di 'sto posto. Nel senso fisico proprio. Laria diversa l dentro, lo scambio di energie, le emozioni, il sapere che quello che si fa non per noi stessi, ma c ancora gente che, seguendo inconsciamente il mio esempio, parte da molto lontano, da Tolentino, da Civitanova, da Camerino, perch ritiene la nostra proposta valida. Sono le sensazioni che ti spingono ad andare avanti ed a sentirti orgoglioso di quello che stai facendo per tutti. Non ci sono parole per tutte queste cose, basta solo il momento in cui prendi coscienza di tutto quello che sei e che fai a farti balzare la glicemia dellemozione a mille. Oltre lo stadio delleuforia. Non so se rendo l'idea... Dicevo all'inizio che credo che la S.O.M.S. sia una macchina della verit. Perch ti fa guardare dentro, se un dentro ce lhai, non come Mignott (ma questa unaltra storia) e ti inchioda a te stesso. Ma bisogna volerlo fortemente. Ti analizza senza dire una parola e ti guida verso le cose

veramente importanti. Ti da una possibilit, poi sta a te sfruttarla, come dice giustamente la nostra Presidente Eva, che ne ha visti di tizi passare per quel posto la storia delle societ operaie si porta dietro. Oppure no? Oppure ti rende parte di un cambiamento, di un anticonformismo sociale vero, non stereotipato e radical chic, lontano dai comuni clich. Un cambiamento nel quale sei tu che decidi come dovrebbe essere e come non sar mai. Dipende da te e da cosa ci vedi dentro, ma la Societ Operaia di Corridonia, cos per come noi e voi oggi la conosciamo e la facciamo, ancora tutto questo e resiste, nello spirito dellaccoglienza, la volont di far sentire a casa chi ci passa, perch siamo un'associazione per tutti, in cui quel tutti sta a significare tutti coloro che vogliano contribuire al miglioramento. Non cambiato niente, dunque, da quando ci ho messo piede per la prima volta, ma sicuramente sono cambiato io, mi ha cambiato lei, e fra tutte le rose che vedo nella S.O.M.S., ci sono anche le spine, ma quant buono il profumo del fiore, ogni volta che mi fermo a pensare, per me che, da piccolo animaletto, ho scalato il gambo fin qui. Buon compleanno dunque cara Societ, centocinquanta di questi giorni. FantaRasta ed andare oltre, spaventati dal carico di responsabilit che

Nella magica cucina S.O.M.S.


La S.O.M.S. ha tante anime, ma un solo cuore, la cucina: piccola, nascosta, veramente tosta. Una cucina un po magica a cominciare dagli elettrodomestici: c la cappa indemoniata che dal rumore sembra avere dentro il motore di un OM Lupetto del '61 e invece aspira quanto la cappa della cucina Fischer Price. Poi lincredibile lavastoviglie che lavastoviglie non ; si tratta infatti di un semplice contenitore in metallo, il cui motore fuggito da tempo, ma la teniamo l per affetto, o per l'affettato, dal momento che sopra appoggiata laffettatrice. In questo luogo la magia si compie ogni volta che si accendono i fornelli, da qui infatti incredibilmente escono gli aperitivi, i pranzi sociali e le cene, ogni volta per quasi cento persone. Con un budget ridotto allosso, ovviamente. Come facciamo? E un mistero per tutti noi. Eppur ce la facciamo. La cucina si anima quando la sala ancora vuota. Arriviamo in ordine sparso: Mauro con la spesa, poi io, Giulia, Cinzia e tutti gli altri. Sparsi. Si inizia con il classico che facciamo?, poi piano piano, tra un campari ed una birra, qualcuno si mette in moto e i piatti prendono forma. Ognuno specialista in qualcosa: Cinzia con le sue superinsalate, Fidelia con la cucina che la fa sentire a casa, Giulia, pasticcera pasticciona, si occupa dei dolci, io mi complico la vita con ricette elaborate. Ogni tanto entra

Mauro, per dirmi che uso troppo olio, poi Andrea che propone cene improponibili ma che alla fine riescono alla grande. Eva da buon presidente ci infonde fiducia a colpi di birra (o campari). Poi arriva gente e il lavoro diventa supersonico: non sono rare le ondate di panico quando i piatti in sala si svuotano velocemente e la materia prima inizia a scarseggiare, poi sale in cattedra Cinzia che propone le frittatone e lallarme generale rientra. Le frittatone: la risposta S.O.M.S. alla fame nel mondo. Frittatone con tutto quello che il frigo (una sorta di borsa termica di propriet della signora Mary Poppins) butta fuori. Il peggio inizia quando si finisce di preparare da mangiare e bisogna lavare i piatti (ricordo per i meno attenti che non esiste pi lavastoviglie). La cucina sembra un campo da battaglia, piatti e pentole sono i caduti. A turno ci prestiamo alla pietosa opera di recupero, mentre il pavimento tenta di trattenerci con il suo potere appiccicaticcio. Iniziano i turni al lavandino e come nel ciclismo ognuno tira finch pu, poi si stacca e quando si stacca precipita nel gorgo della sala finendo spesso al bancone con una sana grappa in mano. E come in una gara di ciclismo nel finale vengono fuori gli specialisti, quelli che riescono a pulire lo sporco impossibile. Nello specifico si tratta di pentoloni enormi e incrostati, come i mostri finali nei videogame degli anni Ottanta. Quando il lavoro finito, la sala ormai piena e la cucina si trasforma nel sancta sanctorum, diventa un angolo di pace, il luogo dove staccare, dove parlare e confidarsi. Qui si fanno le riunioni demergenza, o i discorsi avvi-

nazzati di fine serata. Si fa il bilancio della serata, e si organizza gi la successiva. Certe volte in cucina, mentre siamo l che parliamo ci guardiamo tutti, il dubbio diventa certezza e qualcuno chiede: Ma chi c al bancone?. Ovviamente nessuno, ma a quel punto deserta anche la sala chi rimasto li con noi in cucina, magari sta mangiando gli ultimi avanzi che in perfetto stile mutuo soccorso restano a disposizione di chi vuol portarseli a casa per il giorno dopo. Non si spreca nulla! Negli anni, questo piccolo angolo del locale ci ha regalato grandi soddisfazioni riuscendo a portare a termine missioni che sembravano impossibili. Tra le pi riuscite ce ne sono alcune che vale la pena citare: la cena dellest Europa con la zuppa nelle scodelle di pane e il goulash, ad esempio; poi c' quella volta che Andrea per la cena di MIllumino di meno ha proposto la pasta fresca fatta a mano e per una settimana tutti a darci sotto con i ravioli alle ortiche. Da tenere negli annali anche quella cena in cui alla fine cerano dieci prenotati in pi e abbiamo allungato il brodo per completare tutte le porzioni. Credo che ci sia stato un nuovo caso di moltiplicazione dei pani e dei pesci, quella sera. Indimenticabile anche la volta in cui ci siamo lamentati di non sentire la musica in cucina e Fanta ci ha portato direttamente una cassa dellimpianto. Tra le ultime invece mi piace ricordare quella sera in cui sono riuscito a far mangiare alla gente in sala le cose che di solito avrebbe schifato come il battuto di neretti e

la trippa. Succede solo nella magica cucina S.O.M.S.. Ci sono anche piatti che negli anni hanno fatto la nostra storia: gli immancabili fagioli, le gi citate frittatone, le insalatone, o la mitica vellutata di zucca. Peppe li definiva piatti compagni, figli del proletariato alimentare. Un ultimo pensiero va a chi per tanti anni ha fatto in modo che il S.O.M.S. e la sua cucina restassero in piedi nonostante tutto: Sesto, lui cera sempre, quando qualcosa si rompeva, quando cera da faticare e sporcarsi le mani, quando la situazione sembrava ormai disperata arrivava lui e in poco tempo tutto tornava in ordine. Guardando la cucina oggi, il vuoto di Sesto lo sento ancora di pi. Festeggiamo i 150 anni con il solito mix di speranza, progetti, inconsapevolezza, e il solito timore reverenziale per la tenuta generale ma sono sicuro che anche grazie alla magia della nostra cucina ce la faremo. Non mi resta che augurarvi buon appetito. Luca Tombesi

Ricettario segreto S.O.M.S.


Quando si pensa ad una famiglia non pu non venire in mente una scena tipo in cui tutti sono riuniti intorno a un tavolo per gustare dei piatti genuini. Per me la S.O.M.S. anche questo, una grande famiglia e come tutte le grandi famiglie necessario organizzarsi per sfamarla.

Ecco allora che entriamo in scena noi della cucina pronti a soddisfare i nostri commensali con un occhio al gusto e uno alla spesa Ed proprio questa la sfida: riuscire a fare felici tante persone con poco, basta metterci un po damore e tanta sana fatica. con questo spirito che nascono molte delle Ricette della S.O.M.S., piatti poveri ma apprezzati da tutti; sar anche merito di quellatmosfera particolare che si respira nei nostri locali e che rende tutto speciale: qui anche il piatto pi semplice, degustato con la giusta compagnia, ti rende parte di unesperienza unica. Ecco alcune ricette che hanno fatto la fortuna di tanti aperitivi e cene con i nostri soci e amici:
Fagioli S.O.M.S.
Ingredienti: 2 scatole di fagioli borlotti 1 cipolla 1 bottiglia di passata di pomodoro Paprika dolce q.b. Peperoncino q.b. Olio extravergine di oliva q.b. Sale q.b. Tagliate a fette la cipolla e rosolatela in padella, aggiungete i fagioli scolati e la salsa di pomodoro, lasciate bollire per circa 20 minuti e aggiungete sale, paprika e peperoncino a piacere.

Cavoli e patate in padella


Ingredienti:

1 Cavolo 3 Patate Aglio Rosmarino Origano Pepe Bollite il cavolo e le patate, fateli a dadi grossolani e saltate in padella con laglio e il rosmarino, aggiungete un po dorigano e pepe a piacere. Vellutata di zucca gialla Ingredienti: 1 Zucca Gialla 1 Patata 1 Costa di sedano 1 Carota 1 Cipolla Olio Sale grosso Brodo granulare (Panna a Piacere) Sbucciate la zucca e la patata e tagliatele a pezzi grossolani. Tagliate a pezzi sedano cipolla e carota e fateli soffriggere in una pentola con lolio. Aggiungete i dadi di zucca e patata e versate un cucchiaino di brodo granulare e il sale grosso. Versate acqua fino a coprire il tutto e lasciate bollire per circa 20-25 minuti finch la zucca risulter morbida. Lasciate raffreddare e frullate con un frullatore a immersione. Servire alla temperatura preferita aggiungendo panna a pia-

cere. Spaghetti allAmatriciana (quelli veri) Ingredienti: Spaghetti o bucatini Polpa di pomodoro Guanciale (non pancetta) Pecorino romano secco Olio Sale Pepe Tagliate il guanciale a fette sottili e fatelo soffriggere in una padella antiaderente con il suo stesso grasso in modo da renderlo croccante. In unaltra padella fate bollire la passata di pomodoro con un filo dolio. Quando la passata di pomodoro pronta, salate e aggiungete circa 2/3 del guanciale croccante. Terminate la cottura e aggiungete pepe a piacere. Fate bollire gli spaghetti, scolateli e uniteli al condimento, cospargete il tutto con il pecorino romano. Impiattate cospargendo il tutto con il restante guanciale croccante. Cous Cous di verdure Ingredienti: Cous cous 1 Peperone 1 Zucchina 1 Melanzana Aglio Burro

Olio Curry Sale Tagliate a pezzetti le verdure e cuocetele in padella con uno spicchio daglio. Salate e a fine cottura aggiungete abbondante curry. In una pentola preparate il cous cous con un po dacqua e il burro, il sale e un po di curry. Impiattate mettendo le due preparazioni separate. Insalata di verza (alla Cinzia) Ingredienti: 1 cavolo verza 2 arancie 1 barattolo di olive Sale Pepe Origano Olio extravergine doliva Tagliate la verza a strisce sottilissime, sbucciate le arance e tagliatele a pezzetti. In una ciotola unite la verza, le arance, le olive e aggiungete a piacere sale, pepe, origano e olio.

Giulia Salvi

Crotonia vive, Viva Crotonia!


Tre giorni fa sono arrivati i risultati delle mie prime analisi del sangue dopo 4 anni. La nostalgia si manifestata in forma di flashback, subito dopo la voce trigliceridi. In questi momenti, oltre a capire la struttura di Memento, ripensi alla S.O.M.S.. Innanzitutto, i cessi. Di certi viaggi fatti da piccolo in famiglia ricordo solo quelli. Quando hanno chiuso il bar dove siamo cresciuti, a Ripe San Ginesio, la nostra celebrazione stata abbattere water, lavandini e canterti dei bagni con gambe, braccia e spirito di gruppo. Come a dire che il discorso, l, era chiuso per noi. E quindi pure per gli altri (...'ssi vardasci...). Pi di una volta entrando nei bagni della S.O.M.S. mi sono scordato di pisciare. In quell'angolo, con Jarmush alla parete, vengono fuori le parole con dentro le idee. C' un'intimit rara, che poi ti porti appresso per tutto il locale. In genere, il confine tra pubblico e privato si fa labile quando non ci si sente giudicati. Mutualit, come dice 'lla pra Eva. Condizione necessaria e sufficiente per parlare di sostenibilit e Lebowski col pisello in mano. Senza Mutualit, di questo progetto resterebbe un SOS. E sei anni di associazionismo mi hanno fatto constatare una cosa: una combriccola di gente con le idee chiare deve poter lottare in altro modo rispetto a un tizio che si arrampica su un palazzo perch ha perso il lavoro. La sua disperazione. Noi dobbiamo gi pensarci come una potenzia-

le soluzione. Di SOS culturali piena questa regione. Di festival, associazioni e locali che scelgono solo in funzione della sicurezza economica, sacrificando sistematicamente la sperimentazione culturale, che da sempre ha bisogno di tempo per pagare. Ma dal ventennio dei telecomandi non si esce con un altro ventennio telecomandato, in direzione inversa. Se ne esce solo dal basso, dando voce alla sconcertante vivacit della pluralit... facendo s che il valore portante sia il mutuo soccorso tra queste tante deliberate, impellenti minoranze. Questo per me rende notabile l'esperienza della S.O.M.S. di Crotonia. E sono contento di esserci stato. Damiano Giacomelli

S.O.M.S. E IO
La prima volta che ci misi piede mica me la ricordo un granch. Non rammento nemmeno che gruppo suonasse. Ricordo per lo stupore. Quello s. Ai tempi ero gi un bel pezzo di adolescente capace di superare, pur a stento, l'immaginario che avevo coltivato da fervido bimbetto (le scuole tristemente medie, i libri di storia volutamente approssimativi, le amicizie simpaticamente bislacche, le ore e ore davanti alla docenza della maestra tv...), immaginario grazie al quale le rare volte che sentivo pronunciare l'espressione societ operaia mutuo soccorso si visualizzava nella mia mente una tavolata di attempati trotskisti alla prese coll'elaborazione di piani quinquennali. Eppure, no-

nostante mi avessero avvertito che si trattava di un locale e che qualcuno vi suonava dal vivo, quando varcai per la prima volta quel portone dinanzi al quale ero passato decine di volte provai un piacevole straniamento. Ma che ? Davvero Corridonia, la bistratta Corridonia da me e da tanti altri vantava un posto cos? Cosi capace di farmi a sentire a mio agio intendo, dove con agio non mi riferisco a comodit e comfort, non propriamente virt della S.O.M.S. di Corridonia, n il fin troppo accomodante benvenuto che altri posti sanno dare. Il tipo di agio che dico io il sentirsi in profonda sintonia con l'ambiente, con l'odore, con le luci, e soprattutto con la gente dietro e oltre il bancone. Ecco, tra me e la S.O.M.S. fu subito agio. E negli oltre 10 anni che la bazzico 'sto agio andato crescendo, negli ultimi tempi soprattutto. Il fatto che questa cosa della Societ Operaia di Mutuo Soccorso di Corridonia mi ha preso proprio. Mi piace la squadra. Tifo per lei. Perch quei ragazzi che mi spillavano (e mi spillano) la birra e che creavano (e creano) coraggiosi aperitivi ora li conosco per bene e conosco anche i motivi che li spingono ai sacrifici che fanno per portare avanti questo progetto, fatto non solo di ricercate serate musicali e sperimentazioni culinarie, ma anche di impegno politico e sociale e di tentativi di formazione culturale e pratica. La S.O.M.S. posto di conflitto e convivialit, di programmazione e improvvisazione, di sforzo e di festa. Lo ora, sono convinto lo sia stata in tutti i suoi 150 anni di vita (auguri!) e che lo sar in quelli che verranno. A patto che noi che tifiamo per lei proviamo a darle concreta-

mente una mano non limitandoci a celebrarla a parole. Maniche da rimboccare, menti da spremere. Impegno e idee. Mutuo soccorso. Francesco Sp

Piccoli semi, cucinati, crescono


Esco di casa con cinquemila Lire. Per andare a caccia di supergommose e nascondermi nelle salette dei videogiochi. Passando da un fumoso bar all'altro, mi rendo conto che sui muri si aggrappano, soltanto, poster di muse con vestiti succinti. E le pubblicit del Campari. Nel serendepico cammino sui ciottoli del centro, entro in un locale che ha muri dipinti di suoni diversi. Pareti frastagliate da montagne di bucciato, dove riposano polverose targhe di societ lontane. Artieri. Operai. E consorelle. Figure e sensazioni che evocano un passato fiero ed amichevole. Un immaginario desueto che riesce a scaldare, ancora, questo presente. Come se fosse trasportato sulle onde del tempo dal ligneo bancone a forma, almeno nella mia mente, di vascello. E tra il bancone e le targhe, gallerie profumate a cantina sfociano in una mostra temporanea e perenne di quadri d'arte che neanche fossimo in un museo. Arte strana per lo pi, uomini di latta con forchette al posto delle gambe, un'acatodica televisione in cartone e foto di paesaggi ignoti impressionate in un colorato bianconero. Mi preme riportare il lettore di questa passeggiata di pa-

role vissute che, nella Corridonia degli infiniti accanimenti calcistici ai bar e delle balorde scorribande di giovani allegri col cinquantino, queste cose non andavano e non vanno per la maggiore. I primi passi nella S.O.M.S. erano felicemente ballati. Con i vecchi compagni di merende e di bevute, e i Mauri e le Eve gaiamente al bancone. Il tutto in un susseguirsi di concerti di musica che risuonava alle mie orecchie, talvolta, bizzarra per davvero, di economiche ma abbondanti cene sociali, di mostre e d'incontri (anche di Quarto Stato). In quello che appare uno sgabuzzino di via Procaccini 50, vedevo un porto culturale riempire di Idee, Emozioni e Persone la mia cittadina appiattita nella drammaturgica sequenza casa-bar-lavoro-chiesa. Scrutavo con gli occhi di un alieno idee e metodi di tanti corpi che preferivano, consapevolmente o meno, avvicinarsi ad una collettivit con lo sguardo rivolto alla stagione del mutualismo, piuttosto che abbandonarsi alla totalizzante logica del capitale e al suo appiattimento all'imperante dicotomia profitto-non profitto. Osservavo, in movimento, emozionanti parole sonore e visuali. Che solleticavano la mente con lampi di riflessione e luci di pensieri, laici per intenderci. Ed alimentavano il vivere sociale corridoniano con bagliori di molteplici forme ed intensit. Bado nel dare a tutti loro un colore eccezional rivoluzionario. Ma, tutti loro sono semplicemente altri rispetto al disarmante contesto immerso nella trappola della quotidianit. Per non menzionare la realt illuminata dall'ac-

cecante e veloce paga dell'individualismo. Guardavo, con sguardo ammaliato, una distesa di persone, intendo quelle che sanno la differenza tra una Societ Operaia ed un circolo di canasta, legate in una trama di mani solidali, fitta in alcuni momenti e lunga infiniti chilometri in altri. Una rete di relazioni, talvolta divise dalla contingenza e dalla spinta ad emigrare alla ricerca di un maledetto lavoro, ma comunque profonde e vive. Allacciate alla rassicurante pratica del mutuo soccorso. O alla parola operaio. Sicuramente a quella calda t. Qualit e quantit insomma. Perch i numeri apparentemente possono sembrare esigui nella perpetua saga dei rapporti di forza, ma sono in grado di reggere l'urto, in un variopinto affresco che collega Colbuccaro con Torino con l'Australia. Dagli esiti incerti, ma, scusate se poco in questi anni grigi di crisi, pittoreschi. E cos, a forza di sbarchi, i messaggi si sono catalizzati. Lentamente e confusamente si sono sedimentati con altri affluenti in un profumato strato di humus. Si sono trasformati, scontrandosi in improbabili pensieri, in una fiorita e strana alchimia di vecchie amicizie e nuovi bisogni. nato il cantiere aperto SciArAdA. Un ricettacolo di idee popolato dai tarli del dubbio che disegnano un pasticcio di stili. O almeno ci provano. Lentamente ovviamente. Partendo dalla figura dell'Altro. Il nuovo aggregato ha sentito l'esigenza, insieme all'immaginario d'idee ed emozioni degli attori S.O.M.S.ici, di prodi Socie-

fumare come un alieno sociale nell'intestino di una citt che non ha il libretto delle istruzioni di questo Altro. E non sembra intenzionato a procurarselo. L'Altro, Corridonia, volge lo sguardo, nell'infinita costruzione di cerchie sociali in cui abitare, verso un ulteriore ed immancabile Altro. I migranti per adesso. L'Altro che da sempre delimita spazi simbolici, determina un Noi con la semplice evocazione del voi ed impone un perenne interrogarsi. Indubbiamente riconoscendo l'importanza prioritaria di creare e sostenere un Noi dentro ad un luogo. Immancabilmente generando ulteriori alterit che caratterizzano, frammentando, la vita della citt in un microcosmo di piccoli e grandi alveari. Oltre all'Altro c', dannatamente e amabilmente un Altro. E con una strutturata idea sognatrice, SciArAdA sta provando a far incontrare due dei tanti altri. Due parti che talvolta si respingono senza mezzi termini o peggio senza proferir parola con la facile scappatoia dell'inerzia. Festeggiando, umilmente e sommamente, la giornata madre dell'essenza democratica e repubblicana: la Liberazione dal nazifascismo. Unendo il Noi, Antifascisti, con la copiosa schiera degli Altri disinteressati e degli Altri indifferenti che non parteggiano. Tramite una continua ricerca di approcci di discussione che collegano ogni nuovo 25 aprile con quello originario. Usando pratiche comunicative che avvicinano i corpi e le idee del Noi con quelle distanti degli Altri. Riappropriandosi dal basso di spazi pubblici con l'intenzione di ricoprirli, nel tempo, di una spessa patina identitaria

che raffigura l'alto contenuto dei principi della Liberazione. proprio una liberazione festeggiare la Liberazione. Specialmente con un Noi supportato dalla prodigiosa compagine della S.O.M.S., nella giornata del 25 aprile e nella sua preparazione oliata dalla mutualistica trama relazionale e dall'aiuto tecnico-morale. Ulteriormente conditi da due Cene SciArAdiCHE nella mensa culturale S.O.M.S.ica. Nella prima cena, il quattro giugno duemiladieci, abbiamo ringraziato coloro che in natura spontanea o gentilmente forzata hanno dato forma materiale alla festa, mentre si condivideva con gli altri presenti il passaggio del gruppo sciaradico da entit metafisica ad associazione di fatto. Quest'ultimi, i passanti, sono stati spinti a far capolino nel labirinto di tavolini di via Procaccini dalla curiosit della nuova aggregazione in movimento nella terra del sodalizio. Ai primi, volontari, invece, premeva di pi, giustamente, essere riveriti, iniziando cos un'auspicabile lunga collaborazione sulla base di un straordinario do ut des. Volontariato in cambio di un caloroso ringraziamento che riempie i cuori. In nome di un qualcosa materialmente non scambiabile che ci rende uniti. E felici. E con questo condito antipasto di umori d'intenti, poi, il corpo della cena veniva messo a tavola dalla sapienza del mastro cuoco Slash e alacramente bagnato da succhi d'uva di ogni color rosso che hanno condotto i commensali fino al tripudio finale di torte e crostate. Che neanche fossimo ad una festa per bambini. Molti bambini ed aspiranti tali, prevalentemente autocto-

ni, invece, son piacevolmente venuti alla scoperta di una S.O.M.S., luogo generalmente classificato come Altro che poi, alla fine, cos tanto alieno non . E continuando con gli spruzzi di vino in ogni direzione, il concerto dell'autore civitanovese Francesco Bigoni con la sua compagine ha mosso, essenzialmente in maceratese ma anche in una lingua incomprensibile da queste parti, l'italiano, le danze dei tanti che festeggiavano la nascita nel grembo della S.O.M.S. della nuova associazione. Anche nella seconda Cena SciArAdicA, in un fragorosamente bagnato tredici aprile duemiladodici, il leitmotiv dell'autofinanziamento per i festeggiamenti del 25 aprile ha popolato la Galleria in Via Procaccini. Con una classica cena economica, come l'operaia tradizione del luogo vuole, a base di panzarotti ripieni fatti a mano, polpette e spiedini anch'essi fatti a mano e pasta al forno scultorea del solito immancabile segretario pasticciere Slash. L'aria conviviale, pregna di un allegro profumo d'aglio, veniva all'uopo accesa da un esagerata lotteria condotta dall'artiere Mirco Moriconi. Arrampicamenti concettuali e risa sparpagliate accompagnavano i vincitori dei premi proto-culturali ed etilici. <<Cominciando dal decimo premio, come se dice in inglese chain workers? ... Lavorare nelle cattedrali del consumo?!...........>>. Un silenzioso allargamento delle braccia espanse l'ironico momento. <<'Rganizzatori, qual' il nono premio?>>, << 'natru libru???........>>. <<Amm so capito perch la jente non comprava li viglietti!>>.

<<Comunque L'orto della zingara>>. E tra le mascelle in compressione arrivava uno spassionato e sincero <<questo ve lo consiglio vardasci...>>. Poteva mancare, ma poi ne avremmo sentito la necessit, quindi c' stato, il premio della giuria Palma condizione becera: una bottiglia di Gotto d'Oro bianco, apprezzato soltanto dagli intenditori. Non sto qui a dilungarmi sulle sue indiscusse propriet tanniche. A buon intenditor, pochi bicchieri. Cos nel finir che ha iniziato le danze, il condimento musicale veniva assicurato da Paolo Jacoponi, selector non improvvisato ma col tempo, ed anche nella S.O.M.S., autoformato. E al calar di questa breve novella, fatta di cucina, pensieri e storielle, bene ritornare al prologo con un sobbalzo. Avrei dovuto spiegarvi che non sapevo cosa fosse una societ operaia di mutuo soccorso. Ora, ho la sensazione di non aver sbagliato porta. Lasciamola sempre aperta. Andrea Germondari

IL FUTURO DIETRO LE SPALLE


Stare insieme a fare cose forse cos che semplicemente nasce e forse cos che semplicemente cresce per il piacere di stare insieme, per il piacere di fare le cose che piacciono, per il piacere di riuscire ad esprimere le proprie piccole o grandi unicit e riuscire ad essere in

qualche modo protagonisti o per il piacere di essere midamente partecipi.....

ti-

C chi ci arrivato per caso, chi stato invitato, chi c stato portato, chi c da un sacco di tempo c chi ci sta sempre, chi ci passa ogni tanto, chi diversamente assente, e chi. anche se non lo vediamo sempre l con una mano appoggiata al bancone del bar chi risuona nel nostro parlare comune con le sue frasi ironiche e incisive. Si fanno le cose, sempre le stesse, a volte diverse, a volte nuove ci si interroga sul cosa fare, sul come farlo, sul perch farlo e poi ci si chiede se ci riesce a farle, certe cose, se ce la facciamo, se c chi le fa allora sale lentusiasmo e altrettanto spesso la preoccupazione, lansia e la stanchezza. A volte non si pienamente daccordo sul come fare determinate cose, c chi le avrebbe fatte in modo diverso o chi non le avrebbe fatte affatto. C chi fa tutto e chi fa poco, chi fa solo alcune cose e non altre, chi parla tanto e chi dice solo poche cose giuste al momento giusto, chi vorrebbe dire e non dice chi ti sorprende e chi si da per scontato. Spesso ingombrante questo sentirsi addosso il dovere di un impegno che, a volte, brutalmente toglie spazio ed energia al proprio preziosissimo tempo di vita. Ma poi semplicemente e naturalmente le cose si fanno e oltre la pigrizia e gli impegni personali, ci si incontra gli affetti si consolidano, si creano e si ricreano e nel fare, nella condivisione e nel senso di appartenenza si rinnova un senso comune. Un senso comune che va costantemente realizzato, o piut-

tosto riaffermato perch gi c, c sempre stato, proprio l chi lo aveva concretamente compreso nelle parole, nei fatti e nello stile di vita lo aveva gi tanto tempo fa incastonato alla parete a nostro monito e a sostegno: ARTIERI E OPERAI DI PAUSULA Domenica 18 Gennaio sorge un giorno solenne, giorno che far brillare una nuova luce di civilt, e di progresso su di voi, o Artieri ed Operai, su voi, che deste mano a costituirvi in comunanza fraterna, onde sovvenire nella sventura i vostri compagni di lavoro. Voi che concorreste in tanto numero a gettare le fondamenta del grande edifizio dellAssociazione di Mutuo Soccorso, si che fu superata la nostra aspettazione, ascoltate la parola di conforto, che a voi diriggono i vostri fratelli. Proseguite con altrettanta alacrit lopera intrapresa: stringetevi fra voi, sarete forti: costituitevi, e lopera vostra sar dai venturi benedetta. Accorrete pertanto in detto giorno alle ore 2 pomeridiane nel locale di S. Francesco, onde venire alla scelta del Consiglio generale composto di Venti Individui. Questi siano tali da rispondere ai vostri desiderj, che sono di render forte, ed incrollabile la rocca della vostra difesa, lAssociazione Operaia. Accorrete a ricevere in consegna dal Sindaco della Citt il Gonfalone della vostra Associazione, sotto lombra del quale voi vi stringerete unanimi e fermi in un sol pensiero. Il patrio Concerto concorrer con le sue melodie a render pi brillante quel giorno di letizia. Il prossimo luned poi 19 corrente, nel teatro dei Sigg. Condomini avr luogo un piacevole trattenimento a totale beneficio della vostra nascente

Associazione. Artieri ed Operai Santa limpresa, perch santo ne lo scopo. Se nellintraprenderla impegno e zelo ad dimostrate, forza e costanza ponete nel proseguirla. Pausula 15 gennaro 1863 Parole che urlano tutto lorgoglio e la passione dellessere partecipi della costituzione della Societ Operaia di Mutuo Soccorso lorgoglio e la passione dellessere partecipi del vivere sociale principi e ideali che guidano il senso del fare le cose perch queste cose sono di tutti e per tutti. Parole potenti, chiare, semplici, incisive, parole antiche di un secolo e mezzo fa, parole di una modernit sconcertante Allora mi viene da pensare al titolo di un convegno di un po di tempo fa che mi aveva colpito.

il futuro dietro le spalle!?


una domanda, unaffermazione non so diverse possono essere le interpretazioni quello che per so, che il futuro che voglio quello che nei principi e negli ideali mantiene vivo e presente quello che c dietro le spalle C

Illustrazioni e testo Ugo Nooz Torresi

La S.O.M.S., una piccola storia comune


Sono passati tanti anni, circa sette credo, da quando mi sono stati presentati quei ragazzi ed ora miei grandi amici: Mauro, Paolo ed Eva. Sono stati proprio loro che mi hanno introdotto nella realt della S.O.M.S., fino ad allora per me sconosciuta. I ricordi sono molti e le emozioni anche. I primi risalgono alle settimanali telefonate di Mauro ed a quando, contenti e spensierati, giravamo per Macerata intenti ad appendere in punti strategici le locandine dei futuri concerti e laboratori che si sarebbero svolti alla S.O.M.S.. E niente ci fermava... n il freddo n la neve. Quello che ho sempre ammirato allinterno dellassociazione sono stati lo spirito di cooperazione tra i soci nel portare avanti le varie iniziative, la passione, la voglia di fare, laltruismo e lapertura allascolto e a nuove proposte, in sostanza la fiducia negli ideali originari su cui si basa la Societ Operaia. E soprattutto ammiro la forza e il coraggio che hanno mostrato alcuni soci nellaffrontare e superare seri momenti di difficolt, senza mollare mai e perseverando nei valori in cui si credeva. Purtroppo negli ultimi due anni non ho potuto partecipare in prima persona alle iniziative della Societ e vorrei cogliere loccasione per dire a Eva e agli altri soci che, nonostante la distanza fisica, un mio pensiero va sempre a loro e al loro grande lavoro.

Il mio pi grande augurio per questi 150 anni che tutti allinterno della Societ Operaia seguitino cos, con volont e spirito di iniziativa, continuando a lavorare sulle orme di Sesto Luciani. E vorrei un augurio anche per me... sperando di poter essere pi partecipe e offrire maggior collaborazione nelle iniziative future, consapevole che si tratta di un luogo dove posso far sempre ritorno, e dove ritorno appena posso, che ritrovo ogni volta accogliente e sereno, dove ho sempre conosciuto persone interessanti e piene di energia la mia seconda casa. Amici, con stima e affetto buon anniversario a tutti! Gilda Picchio

Lettera aperta dalla terra dei koala


Carissimi miei, mi sono appena svegliata 7 a.m., DOWN UNDER, dopo una piacevole serata con una mia amica finlandese e l'altra giapponese .. un bel mix. Qui normale. Anyway... abbiamo cenato e poi ci siamo dirette in un dei locali che preferisco, il Bowery... assomiglia un p alla S.O.M.S., sono sicura vi piacerebbe e potrebbe darvi qualche spunto e nuova idea.. un posto che come la S.O.M.S. ha il uno suo stile e dei particolari che lo caratterizzano. Il magico e il solido compagno BANCONE del S.O.M.S. e la magica compatta PARETE del Bowery, tutta in legno massiccio, dove puoi trovare ogni sorta di distillato, liquore,

anche quello che non avresti mai immaginato potesse nemmeno esistere. Proprio questa parete mi ha portato alla mente quel caro signore che mi chiamava BIONDA... sono sicura che lui l'avrebbe amata quella parete e l'avrebbe forse voluta costruire con le sue magiche mani. However... keep going, il locale era abbastanza pieno, gente che iniziava a ballare di fronte al dj dove solitamente c' il gruppo jazz, solitamente cool, che suona. Tavoli occupati lungo il corridoio che costeggia il lungo bancone di legno.. troviamo finalmente un posto dove imbucarci per chiedere la nostra bevuta... stylish everywhere, perfino i camerieri dietro il bancone tutti rigorosamente in gil e coppola in testa... italia mia!! La mia amica finlandese una appassionata di whiskey, nonch fine intenditrice ed ogni volta che chiede il suo whiskey finisce sempre che raccogliamo buoni consigli su qualche nuovo distillato che dovremmo provare... Ed qui che finalmente posso trovare e gustare una buona grappa (per quello che puoi trovare da queste parti )... quella che ti serve per digerire dopo che hai fatto una bella cena con gli amici... Sapete cosa intendo, no?? Ovviamente non c' paragone con la grappa barricata importata dal compagno intenditore mr. Baggio Begs dal Trentino e gustata nella calda atmosfera CorridonienZe di casa Luciani o nei fine serata della S.O.M.S.... ma questa completely an other story... Erano ERE che non provavo quella sensazione di calore e di relax.

Grazie per avermi fatto conoscere e prendere parte della magica avventura della S.O.M.S. che continua, nonostante la lontananza, a riflettere le mie radici e scaldare i miei ricordi (grappa apart). "DON`T LEAVE ANY STONES UNTURN" See you soon Francina

Serata tipo
Chiuso in casa, come al solito, ad aspettare il momento giusto per uscire. Si sente, lo si percepisce quando arriva. E un attimo, un sussulto, un accendino che cade, un grido, una nota stonata, il levarsi del vento. E inverno ed il freddo pungente. Mi avvio camminando verso la Societ Operaia di Mutuo Soccorso. un buon locale ed inoltre cos facendo eviter di farmi fermare dagli sbirri, di soffiare e di farmi ritirare nuovamente la patente; il S.O.M.S. solo a poche centinaia di metri da dove abito. Non c molta gente ed il gruppo ha gi cominciato a suonare. Come al solito, uno dei tanti ritardatari cronici. Sguscio subito al banco gi pregustando in bocca il sapore di un buon Bushmills .prevedo una notte di eccessi. C anche una bella energia nellaria; una di quelle sere dove sembra che qualcuno sia volato in cielo

ed abbia cosparso amorevolmente polvere magica per tutti. Ci si sente pi allegri, pi fratelli. Me ne vado un po ad ascoltare i musici. Vengono da Bologna, suonano rock lento, sono bravi, ma non ho nessuna voglia di fissarmi ed ascoltare, bens di parlare, di confrontarmi e bere, si, bere sicuramente. C anche Sesto in giro, che al solito mi saluta con il suo classico grido di battaglia Biondoooo, la fine. Cerco di offrirgli inutilmente qualcosa da bere; impossibile riuscire a pagargli un drink, sempre un passo avanti. Dopo lennesimo cicchetto, l'ennesima birra e quantit di sigarette mai numerate, coi minuti che diventano secondi, i bolognesi finiscono di suonare ed io mi ritrovo risucchiato in un vortice di situazioni assolutamente poco gestibili. In qualche strano modo ho un piccolo incontro ravvicinato con una ragazza che rifiuta linvito di venire a bere un bicchiere da me. Beh, peccato, non sono certo io a rimetterci, baby... Mi avvio verso casa sospirando ad unaltra nottata in bianco, solo e con il sole gi in faccia. Alfio Barovi

A Jigsaw Text for S.O.M.S.150


La S.O.M.S. stato il primo posto in cui abbiamo scoperto il Cuore Italiano in tutta la sua grandiosit. Come previsto eravamo eccitati da Roma, ma eravamo ancora alla ricerca di ci che costruisce il cuore delle citt. La gente. Ed stato solo quando siamo stati accolti alla S.O.M.S. che lo abbiamo finalmente trovato. Cos, intanto l'innamoramento con la gente, le citt e il loro significato si radicato in noi. Ecco perch il nostro album Drunken Sailors & Happy Pirates ha 3 canzoni che parlano di personaggi italiani. C'era qualcosa quella prima sera al S.O.M.S. che mai ci ha lasciato. Poi, la seconda volta che siamo stati invitati da S.O.M.S. abbiamo suonato in un famoso giardino con una vista meravigliosa [Il Sasso d'Italia, n.d.r.]. La gente veniva da tutto intorno e cos mi hanno spiegato che ci non era solito. Nel mezzo dell'esibizione, ricordiamo, mentre stavamo raccontando la storia dell'album "Like The Wolf", in cui improvvisamente ci rendiamo conto della nostra vecchiaia, che il lupo non altro che un cane, venuto fuori dal nulla un cane che si fermato davanti al palco. E siamo rimasti in silenzio in vista di quella visione. Tutto il palco e la gente intorno era rimasta in silenzio a guardarlo passare. Era come se la poesia avesse avuto la propria metamorfosi in carne e ossa. E per questo, la S.O.M.S. non sar mai troppo distante dai nostri cuori. Perch contiene le radici di co che siamo oggi. Grazie, Joo Rui A Jig Saw

La nobilt carbonara di un popolo


La nobilt carbonara di popolo mani consuma su mestieri dieri ma il campo un mentale assolo nostri attrezzi schiavi e consiglieri il tramandare e tramar avvenire prendeva tangente schiene e sudore si sparan ora alti i motti del tradire purch automatici ungano il motore dar il fianco al terrore vigliacco svuota quel di onest simulacri persi non c soluzione adatta dopposto vagheggio dissolto di rime e versi tra rughe dansia e guardo stracco chil giusto a tempo suo ha un costo

Alice nel paese delle bottiglie


Quando vorresti barricare una molotov in petto ma ora lunica bottiglia che taccende sono favole incompiute dannata e le tiri fuori per rigirarle nelle mani per la tradizione che loste novella lasci che la polvere si posi Alberto Fiastrelli

Pills, Love and Understanding...

Seguono brevi ricordi ed auguri di amici della S.O.M.S. di Corridonia, che hanno voluto rendere omaggio al 150esimo dalla fondazione con poche parole d'affetto. (G.M.)
Cara S.O.M.S., tanti auguri, sei sicura di avere gi 150 anni? Io ti vedo sempre giovane, con tante idee nuove e mantenendo le vecchie e buone tradizioni. Anche se sono lontano ti ricordo sempre, mi hai dato tanto da raccontare: quante serate, quanti sabati, buona musica, bella gente e quanta birra rossa!!! La maggior parte delle volte seduto sullo sgabello proprio dietro la spillatrice, qualche volta anche dietro al bancone facendo finta di lavorare. I mondiali del 2006, i pomeriggi di studio e come ogni fine stagione la cena di chiusura, si inizia con la birra e si finisce con Aperol e Amaro Lucano, rendendo complicatissimo il ritorno a casa. Una dedica speciale va a Sesto, uno che la S.O.M.S. ce l'aveva nel sangue. Grazie S.O.M.S. perch sempre mi sono sentito come a casa tra le tue forti mura. Luigi De Ritis, migrante in Spagna per amore Io alla S.O.M.S. ci ho suonato 4 volte. Ci talmente piaciuto che la foto di profilo della mia band, su Facebook, proprio una foto scattata l. un posto magico, piccolo e buono. Uno di quei posti rarissimi, che si trovano sparsi qua e l in giro per l'Italia. Se penso alla S.O.M.S. penso a Mauro ed al suo sorriso, a Cinzia ed ai suoi meravigliosi fagioli con le cipolle (un

toccasana per noi veggies), a Fanta e ai suoi Varnelli notturni, bevuti con Vinz davanti al bancone alle 3 di notte. Buon anniversario S.O.M.S.. Matteo Dicembrio, musicista di Tccwomr, Eveline, A Toys Orchestra In quanto Marco Bernacchia ho frequentato la S.O.M.S. in pi occasioni, per suonare (con M.A.Z.C.A., Above The Tree e Above |The Tree & E-Side) e per piacere personale... In tutti i casi mi sono divertito ed ho apprezzato la capacit di aggregazione del collettivo. Spero di incontrare presto situazioni simili in tutto il mondo. Marco Bernacchia, cantautore mascherato DEFINIZIONE DI CALORE: calore[ca-l-re] s.m. 1 fis. Forma di energia che fluisce tra due corpi a temperatura diversa: conduzione del c. || fig. al calor bianco, stato, momento di estrema tensione 2 estens. Nel l. com. indica la sensazione prodotta da un corpo o da un ambiente a temperatura pi elevata di quella corporea e anche la temperatura stessa: c. della stufa, del sole, della stanza || colpo di c., complesso di sintomi prodotti dall'esposizione prolungata a temperature elevate 3 fig. Sentimento di affettuosa disponibilit verso il prossimo, generosit d'animo; cordialit: c. umano; essere accolto con molto c. 4 Nelle femmine degli animali, periodo di fertilit: andare, essere in c.

5 pop. Infiammazione di una parte del corpo con manifestazioni spesso di tipo cutaneo, come brufoli o rossori della pelle: il bambino ha un po' di c. dim. calorino agg.rel. non derivati dal lemma: (1) termico sec. XIII

Ogni volta che sono entrato alla SOMS ho percepito che il mio calore veniva innalzato da un calore pi elevato. Per certe questioni siamo come i metalli, assorbiamo le variazioni del mondo esterno. Il vostro microclima oramai mi appartiene nel profondo.
Gabriele Ciampichetti The Crazy Crazy World Of Mr. Rubik/Eveline Scale a ritmo di danza. L'ombra che passa. Voci spallate brindisi. Si apre il sipario. Pi sangue nelle vene e il volto si distende. Gianluca Savi (Gialluchittu)

L'appartenenza (...questo solo un arrivederci)

L'appartenenza/non lo sforzo di un civile stare insieme/non il conforto di un normale voler bene/l'appartenenza/ avere gli altri dentro di s.
Prendo in prestito parole per aderenza, contenuti e sentimento, comuni. chiamata in causa, testimone, custode e parte integrante

degli ultimi 15 anni di vita di questa esperienza che ha attraversato un secolo e mezzo e ritrova oggi una nuova attualit nel suo valore originario..e con larduo compito del futuro. Incerto. Le origini sono sempre, o quasi, certe. Comunque fondative. Le evoluzioni e i cambiamenti aprono a possibilit e destinazioni sconosciute il nostro stato un bel viaggio, un percorso evolutivo a ritroso. Nel mentre si combattuto, cos come si lotta per crescere e maturare consapevolezze che non sempre facilitano le imprese... di certo arricchiscono, non le tasche. Trattasi di beni, non materiali... in qualche modo immortali. Gi, perch questo difficile da far passare, conoscere, comprendere... la relativit dei numeri,la condivisione delle esperienze, il valore delle azioni gratuite il che poco centra col gratis. Cela la pretesa della libert.

L'appartenenza/ assai di pi della salvezza personale/ la speranza di ogni uomo che sta male/e non gli basta esser civile/E' quel vigore che si sente se fai parte di

qualcosa/che in s travolge ogni egoismo personale/con quell'aria pi vitale che davvero contagiosa.
Allinizio fu un po per gioco, un po per caso... ed un po sul serio... complice lumana fragilit, complice il senso di umanit. Complice un piccolo grande uomo ed i valori dellaccoglienza e della generosit. Complice la complicit.

Uomini/uomini del mio presente/non mi consola l'abitudine/a questa mia forzata solitudine/io non pretendo il mondo intero/vorrei soltanto un luogo un posto pi sincero/dove magari un giorno molto presto/io finalmente possa dire questo il mio posto/dove rinasca non so come e quando/il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo.
...e diventa complicato discernere dalla vita personale, in essa si insinua, con essa si intreccia, si fondedentro mille volti, anime e sorrisi, infinite notti e giorni e passaggi, parole, suoni, immagini, emozioni che indelebili stratificano nel tempo, che incurante scorre.

L'appartenenza/non un insieme casuale di persone/non il consenso a un'apparente aggregazione/l'appartenenza avere gli altri dentro di s.
Cos, nel corso naturale del tempo si definiscono, si dissolvono e si riscoprono valori intenti e sentimenti. Un luogo pu divenire uno spazio, dove la fisicit perde il suo confine e si cerca di andare oltre, un insieme.

L'appartenenza/ un'esigenza che si avverte a poco a poco/ si fa pi forte alla presenza di un nemico, di un obiettivo o di uno scopo/ quella forza che prepara al grande salto decisivo/che ferma i fiumi, sposta i monti con lo slancio di quei magici momenti/in cui ti senti ancora vivo.
Se dovessi soffermarmi a descrivere le difficolt, gli ostacoli, le vicissitudini e gli accadimenti potrei scrivere un romanzo, quel che mi sono prefissa non una narrazione, ma il desiderio di trasferire e condividere un messaggio. Senza la pretesa n della specialit n dellunicit, n di vecchio n di nuovo. Un poco eterno forse s, ma per sua natura... quasi come una storia damore.
Sarei

certo di cambiare la mia vita se potessi cominciare

a dire noi.
Grazie, grazie a tutti quelli che hanno dato un contributo grande o piccolo che sia stato, a tutti quelli che ci hanno dedicato parole e riesumato ricordi, attimi, emozioni... a tutti quelli che con noi hanno creato un legame... affettivo, casuale, emotivo, temporaneo, fugace, funzionale, costante... grazie a coloro che si sono impegnati per questa piccola grande impresa... grazie di ogni momento. Eva

Hanno collaborato alla realizzazione di questa pubblicazione e contribuiscono quotidianamente a tenere viva la Storia della S.O.M.S. di Corridonia (in rigoroso ordine alfabetico): Fidelia Avanzato Socia pesto ai pistacchi e zibibbo. Andrea Baggio Socio sostenitore e animatore dalle grandi potenzialit. Nadia Bertini Socia venuta da Colbuccaro, con un po' di Storia da raccontare. Cinzia Bonifazi La zia. Senza la sua passione, le cucine S.O.M.S. non sarebbero la stessa cosa. Marco Buschi Socio sostenitore residente sotto il Colle dell'Infinito. Michele Calamanti Spirito roots della S.O.M.S. Mauro Capozucca L'anima fiammeggiante della S.O.M.S. E abbiamo detto tutto. Carlo Cesca Socio metalmeccanico, quello delle chiacchiere al bancone e della lotta armata davanti a una birra. FantaRasta Giovane uomo senza pi un nome ed un cognome, socio animatore,(ri)animatore di una provincia spenta. Nello Flora Tra i soci pi longevi come anzianit di tesseramento, amico e compagno della S.O.M.S.. Andrea Germondari Socio(logo) operaio, fomentatore di tumulti, sciaradico, col sogno di una Corridonia migliore. Damiano Giacomelli Regista e sceneggiatore marchigiano, deus ex machina di molteplici iniziative culturali. Gialluchittu Socio disfatto, solitamente addetto al bancone. Finch regge. Peppe Lanfranco Socio compagno, anima migrante. Sara Lattanzi Socia benemerita a corrente alternata. Eva Luciani Presidentessa della Societ Operaia di Mutuo Soccorso di Corridonia. Tutto il resto noia. Chiara Malatini - Bella donna che (non) veniva dal mare.

Francesca Marchetti Socia esule in Australia, amante delle grappe e del buon vino. Gabriele Mastroleo Socio e curatore della pubblicazione. Remo Matassoli Segretario storico. C.Nat. - Musicista e sodale della S.O.M.S., intervistatore ufficiale per la pubblicazione. Laura Nocelli Socia la cui capacit organizzativa inversamente proporzionale a quella del suo uomo. Mauro Peroni Socio filosofo, poeta, pescatore. Elena Pit Pettinari Socia sciaradica dalle mille idee. Gilda Picchio Esule spagnola, forzatamente rimpatriata, attivista. Giulia Renzi Il futuro della S.O.M.S. Paolo Ruani Socio con un passato glorioso. Giulia Salvi Socia esperta culinaria. Francesco Sp Socio sciaradico e cultore del mito di Wu Ming, noto frequentatore dell'universo Twitter. Vinz Tesei Il bell'uomo venuto dal mare. Luca Tombesi Socio animatore, grande esperto di enogastronomia, la cucina S.O.M.S. fatta su misura per lui. Fabio Tordini Socio animatore e innamorato, attivo in Sciarada ed ovunque ve ne sia bisogno. Sara Tota Socia enciclopedica. Ugo Nooz Torresi- Socio multitasking, il cui impegno direttamente proporzionale alla buona riuscita delle idee. Un ringraziamento particolare va ai docenti dei corsi: Sara Grassetti, Michele Senesi, Paolo Ojetti, Max Lisi, Silvia Branchesi, Marco Gatta, Alessandro Ruggeri, Francesco Pergolesi, Mamadou Mbaye, Oberdan Cesanelli. Si ringraziano inoltre per il proprio contributo: Gli ex presidenti della S.O.M.S. e membri storici del direttivo Pietro Molini e Aldo Montecchiari per la disponibilit di-

mostrata nel voler condividere in questa pubblicazione le proprie esperienze e i propri ricordi. Peppe Allegri e Roberto Ciccarelli, perch il loro contributo un importante riconoscimento alla nostra attivit. Alfio Barovi, dietro al cui pseudonimo, si nasconde un avventore abituale della S.O.M.S. Marco Bernacchia, cantautore mascherato, autore di folli e ambiziosi progetti discografici. Luigi De Ritis, socio storico costretto a emigrare in Spagna per amore della sua lei. Matteo Dicembrio, musicista di Tccwomr, Eveline, A Toys Orchestra. Alberto Fiastrelli, poeta, santo e bevitore. Mirko Montesissa, componente aggiunto di quel folle progetto musicale che sono i Musica per bambini, con i quali ha donato alla S.O.M.S. due serate indimenticabili. Joo Rui, musicista del gruppo portoghese A Jig Saw, con il quale si esibito alla S.O.M.S., lasciandoci un pezzo del proprio cuore. Un grazie particolare a associazioni, enti e singoli che sentiamo particolarmente vicini (in ordine sparso): Tutta la NoiseCrew di Onlyfuckingnoise, i progettisti Alessandro Ciak Zucconi e Marco Burini, i benemeriti operai del Comune Matteo e Domenico, la Molotov Booking, i fratelli e le sorelle dell'associazione culturale Sciarada, tutti gli artisti che si sono esibiti davanti alla Madonna, Giampiero Cingolani, Lara Cerioni, l'Anpi di Corridonia, Giulio Pantanetti, Federico Marinelli e il Centro Culturale Fonti San Lorenzo, Borgo Futuro, l'amministrazione comunale di Corridonia, il circolo Arci Terminal di Macerata, il Csa Sisma di Macerata, il Loop di San Biagio di Osimo, Weikap! Festival e tutti i soci e le socie che ci hanno accompagnato in questi anni.

Ovviamente il pi grande ringraziamento va a chi pi di chiunque altro ha contribuito a tenere viva la storia recente della S.O.M.S. di Corridonia, con passione e tenacia, senza mai chiedere nulla in cambio. A lui dedicata questa pubblicazione. Grazie Sesto!
la fine...

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