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Presentazione

Con lannata agraria 2000-2001 si apre il nuovo periodo di programmazione regionale 2000-2006, che in Emilia-Romagna ha come riferimento principale il Piano regionale di sviluppo rurale. Il Piano lega strettamente la qualit dellagricoltura alla qualit dellambiente e del territorio. Questo supplemento alla rivista Agricoltura fornisce le prime indicazioni per attuare i principi generali delle pratiche di fertilizzazione dei suoli, al fine di agevolare limprenditore agricolo nella realizzazione degli impegni previsti dal Piano. Nel supplemento vengono riportati anche degli esempi applicativi di concimazione in alcune aziende, nelle quali si utilizzano i metodi di produzione integrata e biologica. Sono inoltre presentate in sintesi talune attivit di ricerca e sperimentazione, per dare maggiori informazioni sulla connessione, da sempre esistente, tra le norme legislative vigenti e lo sviluppo delle conoscenze tecnico-scientifiche sulle problematiche agro-ambientali come la tutela delle acque dallinquinamento provocato dai nitrati e la difesa del suolo dallerosione particolarmente importanti per gli addetti al settore e molto sentite dallopinione pubblica. Per una conoscenza pi approfondita del Piano regionale di sviluppo rurale si rimanda alla lettura del testo integrale del documento (disponibile anche su Internet nel sito http://www.regione.emilia-romagna.it) e delle disposizioni emanate dalla Regione Emilia-Romagna (si veda anche il fascicolo speciale pubblicato sul n. 7/8 di Agricoltura, luglio-agosto 2000). Infine, si rammenta che le norme tecniche di produzione integrata per lEmilia-Romagna, riunite da questanno in un unico documento, mantengono ancora alcune specificit in funzione dei seguenti obiettivi: * azione 1 (produzione integrata) - misura 2f - asse 2 del Piano regionale di sviluppo rurale 2000-2006 (Reg. Ce 1257/99); * assistenza tecnica finalizzata allapplicazione dei metodi di produzione integrata, finanziata ai sensi della legge regionale 28/98 (progetti provinciali ed interprovinciali di assistenza tecnica); * assistenza tecnica per lapplicazione dei metodi di produzione integrata previsti dal Reg. Ce 2200/96 (Ocm ortofrutta) e successive modificazioni; * adozione del marchio collettivo Qualit Controllata (legge regionale 28/99).

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I SUPPLEMENTI DI

Il piano colturale
In questa prima parte della pubblicazione non si vuole fornire la sola rigida indicazione della normativa, ma viene riproposta una visione pi generale della fertilizzazione dei suoli agricoli. Pertanto si sono indicati i principi generali di questa pratica agronomica, alcuni stralci delle norme di riferimento contenute nel Piano di sviluppo rurale della Regione Emilia-Romagna, oltre ad alcuni approfondimenti per taluni aspetti particolari come il campionamento dei suoli aziendali e la considerazione degli ammendanti nel bilancio semplificato dellazoto che spesso sono fonte di numerosi quesiti. Alla gestione e lavorazione del suolo invece dedicato un capitolo specifico nellultima parte della pubblicazione. per importante ricordare un concetto di carattere generale: non esistono formule standard di concimazione. Il produttore agricolo deve operare con un metodo che gli consenta di valutare le caratteristiche del terreno e dello stato nutrizionale della coltura, tenendo sempre presente linsieme delle pratiche agronomiche applicate. razionale successione delle colture sullo stesso terreno sono: * la modifica delle caratteristiche fisiche del terreno; * il consumo o larricchimento di elementi nutritivi del suolo; * le modifiche della popolazione delle malerbe, della diffusione e intensit dei parassiti, della presenza di tossine, di sostanze ormonosimili, ecc.; * le variazioni dellabitabilit del suolo. I criteri base per la successione nelle colture erbacee sono i seguenti: escludere la monosuccessione, cio il ripetersi della coltura per pi anni consecutivi nello stesso terreno; attivare una successione la pi ampia possibile; porre in successione colture con caratteristiche opposte(piante a radice profonda e piante a radice superficiale; piante ad apparato radicale espanso e piante con apparato radicale modesto; piante azoto-fissatrici con piante ad elevato assorbimento di azoto; ecc.), da gestire con pratiche agronomiche diverse, coltivate in periodi dellanno differenti (semina autunnale e semina primaverile; semine a file distanti o a file strette; ecc.) e/o con problemi parassitari differenti;
(Foto Riccioni, Concessione S.M.A. 4-1207 del 14/12/1991)

Gli avvicendamenti delle colture


Vengono di seguito schematizzate le Linee guida tratte dai Disciplinari di produzione integrata della Regione Emilia-Romagna validi per il 2001. In un sistema agricolo che si propone di valorizzare tutte le risorse naturali disponibili, necessario tenere conto delle influenze che esistono fra le colture in successione sullo stesso appezzamento. Un importante elemento da considerare, la collocazione delle singole colture nellambito dellazienda, rispetto alle altre che vi sono coltivate, facendo attenzione ad alternare anche fisicamente, quando possibile, le aree coltivate con specie che tra loro possono presentare problemi di difficile gestione. I principali effetti dellavvicendamento, cio della

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Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

per le colture orticole a ciclo breve, si consiglia di non attuare il ristoppio ma di coltivare almeno tre cicli colturali con altre specie, prima del ritorno della orticola iniziale sullo stesso appezzamento.

Le colture di copertura
Di seguito sono brevemente indicati i buoni motivi per introdurre le colture di copertura (cover crops), cio di quelle colture di minore valore economico, il cui scopo principale mantenere coperto il terreno, in preparazione alle coltivazioni principali. Riduzione della perdita dal suolo dei nitrati residui. I terreni che rimangono nudi per tutto il periodo autunno-invernale sono esposti al pericolo di dilavamento dei nitrati a causa delle piogge cospicue o insistenti in quei mesi. I benefici della presenza delle cover crops sono di natura ambientale (lazoto libero nel terreno e intercettato dalle radici non viene sicuramente dilavato e non finisce nelle falde), ma anche di natura pi strettamente economica, in quanto lazoto cos trattenuto rappresenta una ricchezza su cui far conto per le colture successive. Le asportazioni dellazoto presente nel terreno, da parte di varie specie utilizzabili come cover crop, risultano di grande importanza variando da un minimo del 50 per cento (loiessa) fino ad un massimo del 75 per cento (crucifere). Propriet fisiche del terreno. In generale vengono migliorate dalla presenza delle radici, ma leffetto benefico
(Foto Riccioni)

della cover crop dipende anche dalle modalit di distruzione ed interramento della stessa, in rapporto alla natura del terreno, alla coltura che si metter in successione e dal modo in cui verr seminata. Lotta alle infestanti. Le colture di copertura possono agire contro le altre specie attraverso lombreggiamento, la competizione per lacqua e gli elementi nutrizionali e attraverso unazione allelopatica (cio liberando nel terreno sostanze chimiche che inibiscono lo sviluppo di altre piante). A questo riguardo, per esempio, si ricordano la segale, efficace contro molte infestanti a foglia larga, il meliloto e la veccia vellutata. Erosione dei terreni. Interessa principalmente le aree collinari e montane per problemi connessi allerosione provocata dallacqua. Nei comprensori dellEmilia-Romagna, visto che la piovosit si concentra in periodi in cui il terreno pu essere ancora nudo, lerosione idrica pu portare a problemi anche gravi: in questi casi lunica difesa una coltura a ciclo invernale seminata in autunno. Particolarmente interessanti a questo riguardo sono il bromo, le graminacee in genere e le crucifere. Parassiti. La coltura in cover crop pu essere utilizzata in funzione biocida, per contrastare la presenza di eventuali parassiti, come i nematodi (utilizzando, per esempio: Raphanus sativus, Sinapis alba, ecc.). Attenzione per a non sbagliare la scelta della coltura di copertura, perch invece che vantaggi si possono, al contrario, verificare aggravamenti della situazione sanitaria, pericolosa per le colture in successione.

Norme tecniche per la produzione integrata


Sempre in tema di piano colturale, anche il Piano regionale di sviluppo rurale 2000-2006, che raccoglie le indicazioni del Regolamento Ce 1257/99, indica le seguenti norme tecniche per lattuazione dellazione 1 (produzione integrata), misura 2f - asse 2. Le aziende, per le colture annuali, devono adottare una successione colturale minima quadriennale, inserendo nella rotazione almeno tre colture diverse. Sulle superfici interessate alle rotazioni, la sequenza delle colture deve escludere la monosuccessione.Tale indicazione riguarda anche il primo anno di adesione allazione 1 e deve essere quindi
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Il piano colturale

considerata anche la coltura immediatamente precedente a quella iniziale. Ulteriori vincoli e precisazioni relativi alla successione colturale sono riportati nelle norme tecniche di ogni singola coltura, contenute nei nuovi disciplinari di produzione. La superficie di una specifica coltura pu variare annualmente, durante il corso del quinquennio di adesione, in funzione delle esigenze dellorganizzazione aziendale dovute alla rotazione stessa e/o ad altri fattori. Per potere accedere agli aiuti i beneficiari devono redigere il piano della rotazione, attraverso il riparto colturale aziendale relativo ai cinque anni dimpegno, indicando sulla planimetria catastale per ogni appezzamento, la successione colturale programmata annualmente. Tale riparto potr essere modificato entro il 30 aprile di ogni anno. Anche le colture non soggette ad aiuto vengono prese in considerazione, al fine del rispetto delle norme di successione colturale. ammessa la possibilit di praticare colture da sovescio, che per non possono essere oggetto di raccolta e non vengono considerate ai fini della successione colturale. Di tali colture si tiene conto, nel caso delle leguminose, solo ai fini del piano di fertilizzazione.

Schema 1 - Caratteristiche pedologiche considerate negli schemi di valutazione del Catalogo dei tipi di suolo di pianura
Profondit utile Tessitura Fessurazione Salinit Sodicit (contenuto in sodio) Rischio dinondazione (inondabilit e durata) Disponibilit di ossigeno Reazione (Ph) Calcare attivo

Schema 2 - Classi di limitazione relative alle coltivazioni.


CLASSE DI LIMITAZIONE PRODUZIONE PREVISTA (RISPETTO A QUELLA NORMALE) ADOZIONE DI PRATICHE COLTURALI PARTICOLARI

Assente o lieve Moderata Severa

Non meno dell80% Fino al 60% Meno del 50%

Non richiesta Richiesta Indispensabile

(Foto Diateca Agricoltura)

I Cataloghi regionali
Un aiuto alla valutazione dei caratteri dei suoli aziendali, in relazione alle specie da coltivare, pu essere fornito dalle indicazioni riportate, per singola tipologia di suolo, nel Catalogo regionale dei tipi di suolo della pianura emilianoromagnola , associato alla relativa carta dei suoli in scala 1:50.000, e nel Catalogo regionale dei principali tipi di suolo agricolo di collina e montagna, associato alla carta dei suoli in scala 1:250.000. Il Catalogo regionale dei tipi di suolo di pianura costituito da oltre cento schede che illustrano le caratteristiche generali e le qualit agronomiche dei principali tipi di suolo rilevati nella pianura emiliano-romagnola. Per ognuno di essi sono anche riportate alcune considerazioni sulla loro conduzione agricola, con lobiettivo di conciliare la valorizzazione produttiva con la salvaguardia ambientale. I 117 tipi di suolo sono stati selezionati tra i principali descritti, per lambiente di pianura, nella Carta dei suoli sopracitata.
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Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

Documenti sui suoli disponibili presso la Regione Emilia-Romagna.


TITOLO TERRITORIO CONSIDERATO INFORMAZIONI DOVE SI TROVA

I suoli dellEmilia-Romagna (Scala 1:250.000)

Intero territorio regionale

Descrizione dei principali suoli regionali e dei loro ambienti a livello di prima ricognizione

Archivio cartografico regionale Map Service Viale Silvani 4/3, Bologna Tel. 051 284326-051 6493230 Fax 051 5280042 Archivio cartografico regionale Map Service Viale Silvani 4/3, Bologna Tel. 051 284326-051 6493230 Fax 051 5280042 Archivio cartografico regionale Map Service Viale Silvani 4/3, Bologna Tel. 051 284326-051 6493230 Fax 051 5280042 Servizio Sviluppo Sistema Agro-Alimentare Viale Silvani 6, Bologna Tel. 051 284451-051 284615* Servizio Sviluppo Sistema Agro-Alimentare Viale Silvani 6, Bologna Tel. 051 284451-051 284615 Servizio Sviluppo Sistema Agro-Alimentare Viale Silvani 6, Bologna Tel. 051 284451-051 284615**

Carta dei suoli in scala 1:50.000, restituita su Carta tecnica regionale in scala 1:25.000

Territorio pianura

Descrizione dei principali suoli di pianura con informazioni di semi-dettaglio

Carta dei suoli in scala 1:10.000

9 aziende agrarie sperimentali

Descrizione dettagliata dei suoli aziendali

Carta di orientamento alle pratiche colturali agronomiche

Territori di pianura di Piacenza, Parma sinistra Taro, Modena, Lugo (RA) e Medicina (BO) Parte del territorio regionale di collina e montagna

Approfondisce con maggior dettaglio il contenuto di ciascuna delineazione cartografica individuata sulla carta dei suoli in scala 1:50.000 Costituito da 30 schede monografiche delle tipologie cartografiche nella Carta dei suoli in scala 1:250.000 Costituito da 117 schede monografiche delle tipologie cartografate nella Carta dei suoli della pianura emiliano-romagnola in scala 1:50.000

Catalogo regionale dei principali tipi di suolo agricolo della collina e montagna

Catalogo regionale dei tipi di suolo della pianura emiliano-romagnola

Territorio regionale di pianura

* Anche sito Internet: http://www.regione.emilia-romagna.it/agricoltura/suoli/schede.htm ** Anche sito Internet: http://www.gias.net con aggiornamento 1999 (versione 1998 disponibile su Cd/rom).

Il Catalogo costituisce dunque un primo approfondimento, seppur parziale, di questa carta che, a sua volta, rappresenta la base informativa e il supporto cartografico del Catalogo stesso. In alcuni casi si tratta ancora di indicazioni di massima sulle relazioni esistenti tra i caratteri del suolo ed il loro comportamento, sebbene confermate da osservazioni in campo e da colloqui con gli agricoltori e i tecnici locali. Le indicazioni per la scelta delle colture agrarie, contenute nel Catalogo, comprendono le limitazioni causate dalle caratteristiche del terreno alla coltivazione delle principali colture erbacee ed arboree praticabili in pianura, nonch, quando disponibili, le indicazioni sulle attitudini

produttive dei singoli terreni. Un approfondimento specifico dedicato alle colture arboree da frutto e alla vite. Gli schemi di valutazione prendono in esame i caratteri interni o esterni al suolo, solo se in grado di condizionare direttamente la produzione delle piante (schema 1); non si considerano invece i caratteri climatici e quei caratteri (in genere esterni al suolo) che possono influenzare la gestione del terreno ed i rischi di degradazione del suolo e dellambiente. Gli schemi utilizzati fanno riferimento a coltivazioni di nuovo impianto ed irrigue. Sono state individuate 3 classi di intensit delle limitazioni alle pratiche colturali, indicate nello schema 2.

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Il piano di fertilizzazione
Il piano di fertilizzazione un metodo per ordinare i dati e le informazioni relativi alle diverse colture dellazienda e per memorizzare gli interventi da eseguire. Nella prospettiva di una adozione sempre pi estesa da parte delle imprese agricole di standard operativi finalizzati al controllo dei prodotti agricoli (ad esempio, la tracciabilit) e del miglioramento della produzione e delle prestazioni ambientali, pu rappresentare una parte delle informazioni richieste, relative ad un centro di produzione o ad una azienda. Anche in questo caso riportiamo le linee guida dei Disciplinari di produzione integrata, che illustrano limportanza del piano di fertilizzazione. Il piano costituisce limpegno per la distribuzione dei fertilizzanti naturali e chimici nella misura, nelle epoche e secondo le modalit riportate nelle norme tecniche dei disciplinari di produzione integrata e nel rispetto della normativa vigente per la salvaguardia delle acque. Le norme prendono in considerazione esclusivamente i tre principali elementi nutritivi della concimazione (azoto, fosforo e potassio) e per ogni coltura individuano dei limiti quantitativi non superabili. Per impostare il piano occorre definire: le caratteristiche fisiche dei suoli e il loro contenuto di elementi nutritivi; il fabbisogno delle colture (di azoto, fosforo e potassio) in relazione alla resa desiderata; le fasi di crescita delle colture corrispondenti ad un pi accentuato assorbimento di elementi nutritivi; le caratteristiche dei fertilizzanti e le modalit di distribuzione pi efficienti. Per la fertilizzazione azotata delle colture erbacee, comprese alcune colture orticole come la patata e il pomodoro da industria, vanno considerati i suoi effetti sulla produzione ma anche i possibili riscontri negativi sullambiente. In questo caso, il piano di fertilizzazione si basa sul metodo del bilancio semplificato , procedendo alla determinazione o alla stima dei seguenti fattori: * il fabbisogno delle colture; * lo stato delle riserve di nitrati nel terreno (o azoto pronto); * gli apporti conseguenti alla mineralizzazione della sostanza organica; * gli apporti dalle precedenti colture; * gli apporti residuali derivanti dalla distribuzione, in forma saltuaria o regolare, di fertilizzanti organici; per limpiego degli effluenti zootecnici sono ammesse distribuzioni che consentono unefficienza da media ad elevata . Per determinare le caratteristiche chimico-fisiche del terreno, necessario effettuare opportune analisi di laboratorio valutando i parametri e seguendo le metodologie indicate nel riquadro. Alcune caratteristiche (granulometria, pH, calcare tota-

I metodi di analisi del terreno


Nelleffettuare le analisi dovranno essere adottati i metodi indicati nel testo Metodi ufficiali danalisi chimica del suolo pubblicati sul Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 121 del 25 maggio 1992 e successivi aggiornamenti. Per il servizio di analisi consigliabile avvalersi dei laboratori pubblici e/o privati che aderiscono alla rete di controllo realizzata dallArpa (Agenzia regionale protezione ambientale) o di quelli accreditati dal SINAL (Sistema nazionale per laccreditamento dei laboratori). Per le analisi minime indispensabili occorre valutare: la tessitura con metodo della pipetta; il pH in acqua con metodo potenziometrico; la sostanza organica con metodo Walkley e Black; lazoto totale con metodo Kjeldahl; il fosforo assimilabile con metodo Olsen; il potassio scambiabile con metodo normalizzato (estrazione con ammonio acetato o con bario cloruro); il calcare totale con metodo De Astis; il calcare attivo con metodo Drouineau.

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Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

le e calcare attivo), che non cambiano in modo significativo nel corso del tempo, conservano la loro validit indipendentemente dalla data delle analisi. Per questi parametri ammesso, avvalendosi della documentazione cartografica e delle relative note di commento predisposte dalla Regione, consultabili presso i Servizi provinciali Agricoltura, il ricorso a stime di campagna. In tal caso, i dati stimati dovranno essere riportati nella scheda Stima delle caratteristiche fisico-chimiche.

Norme tecniche per la produzione integrata


Le norme tecniche previste per lattuazione dellazione 1 (produzione integrata) misura 2f - asse2 del Piano di sviluppo rurale 2000/2006, trattano anchesse il piano di fertilizzazione, indicando che i beneficiari dei contributi dovranno redigere un piano di fertilizzazione annuale
(Foto Diateca Agricoltura)

per coltura e compilare le voci previste nellapposita scheda. Alla scheda dovranno essere allegati, quando richiesti, i certificati di analisi del terreno (con lindicazione della ragione sociale dellazienda, della partita Iva, del numero dellappezzamento e dellarea omogenea da cui stato prelevato il campione analizzato) e la Carta tecnica regionale in scala 1:5.000 o 1:10.000. I piani di fertilizzazione dovranno essere redatti entro il 28 febbraio di ogni anno; solo per la prima annata agraria di adesione tale scadenza viene prorogata al 31 marzo. Nel caso di cambiamenti del piano colturale, anche il piano di fertilizzazione dovr essere modificato. Anche le norme relative alle analisi sono indicate dal Piano regionale di sviluppo rurale, e sono distinte a secondo delle colture interessate. Per le colture erbacee e orticole: i risultati delle analisi conservano la loro validit per un periodo di cinque anni, scaduti i quali bisogner procedere, per la formulazione del piano di fertilizzazione, a nuove analisi. Le aziende che ad una prima analisi del terreno abbiano unelevata dotazione di fosforo e potassio, possono, per questi elementi, non ripetere lanalisi dopo cinque anni solo se i quantitativi di elemento da apportare al terreno non siano superiori a quelli previsti per la condizione di elevata dotazione, specifici di ogni coltura. In questi casi, pertanto, la ripetizione delle analisi riguarder esclusivamente lazoto totale e la sostanza organica per quelle colture che richiedono il bilancio semplificato per il calcolo della dose di azoto. Per le colture arboree occorre unanalisi del terreno, prima dellimpianto del frutteto, sia nel caso di nuovi impianti, sia per frutteti gi in coltivazione. Per entrambi i casi possibile utilizzare analisi eseguite in un periodo precedente, purch non superiore ai cinque anni. Dopo questa prima verifica, i risultati delle analisi del terreno conservano la loro validit per lintera durata del frutteto.

Il campionamento del terreno


I disciplinari di produzione integrata riprendono su questo aspetto quanto gi pubblicato dalla Guida per la descrizione e il campionamento dei suoli aziendali nellambito delle attivit dei servizi di assistenza tecnica in agricolI SUPPLEMENTI DI

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Il piano di fertilizzazione

tura prodotta dal Servizio di Sviluppo Agricolo della Regione Emilia-Romagna. La prima operazione da compiere la suddivisione del territorio aziendale in aree omogenee per tipi di suolo prevalenti e per gli ordinamenti e le pratiche colturali adottate. Per il riconoscimento dei suoli presenti, lagricoltore pu considerare il paesaggio (suoli di pianura, dosso, depressione, ecc.); il colore; la tessitura (suoli sciolti, argillosi, di medio impasto, ecc.) e la struttura (pu essere valutata in base al volume ed alla consistenza delle zolle). La divisione del territorio aziendale in unit omogenee, pu essere effettuata con maggiore precisione ricorrendo allopera di un tecnico, in grado di utilizzare la documentazione cartografica disponibile e di verificarne lattendibilit tramite stime di campagna. Un vincolo posto dai disciplinari che i confini delle aree omogenee vanno riportati su Carta tecnica regionale in scala 1:5.000 o 1:10.000; le singole aree devono essere in-

dividuate da una lettera: A, B, C, ecc... Teoricamente, le dimensioni delle aree omogenee non possono essere definite a priori in quanto dipendenti dalle caratteristiche del terreno e dalle tecniche colturali adottate. Tuttavia si ritiene necessario che, per avere sufficienti garanzie di rappresentativit, non sia possibile inviare alle analisi meno di un campione ogni 30 ettari.
(Foto Riccioni)

Come si individua unarea omogenea


Prendendo il caso dellazienda sperimentale Tadini che sar pi ampiamente illustrato nella prima scheda di esempio, vediamo ora come si procede allindividuazione delle aree omogenee. In alcuni casi, bene dotarsi di una carta che offra una visione dinsieme del territorio in cui ubicata lazienda (figg. A e B).

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Fig. A - Particolare della Carta dei suolidellEmilia-Romagna (come riprodotta da gias.net) con localizzazione dellazienda.

Fig. B - Carta dei suoli dellEmilia-Romagna (scala 1:250.000).

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Un inquadramento generale si pu ottenere anche dalla visione del Catalogo regionale dei tipi di suoli della pianura emiliano-romagnola , consultabile in Internet al sito http://www.gias.net o su Cd-rom come indicato nel riquadro a pag. 9. opportuno comunque dotarsi della carta dei suoli di maggior dettaglio; in questo caso si pu utilizzare la Carta dei suoli di pianura , consultabile con laiuto del Catalogo dei suoli. La ricerca del tipo di suolo sul Catalogo, per mezzo di Internet, pu avvenire in modo diretto, cercando il tipo di suolo richiesto o attraverso la carta dei suoli secondo il seguente schema: scelta di un comune; scelta di una delineazione (cio di quella parte di territorio identificato sulla carta da una sigla ed in cui prevalgono suoli di quel tipo particolare); scelta di un suolo, presente nella delineazione. Poich allinterno di ogni delineazione pu esserci pi di un tipo di suolo, la consultazione della carta non consente di individuare sicuramente il tipo di suolo, ma serve comunque a limitarne il numero. Ad esempio, nella figura A si vede la delineazione 458 che caratterizzata dalla prevalenza dei suoli Barco e Ghiardo, mentre nella delineazione 472 sono moderatamente frequenti i suoli Confine e Ciavernasco. A questo punto si possono esaminare le voci Modello di distribuzione dei suoli nella delineazione e Descrizione sintetica , che illustrano il modo in cui i suoli sono presenti nella delineazione, in base agli elementi del paesaggio e forniscono alcuni caratteri utili per il riconoscimento. Ricognizione in campagna e verifica delle ipotesi derivate dalluso della carta, mediante: losservazione dei principali caratteri del paesaggio agricolo; il rilevamento dei tipi di suoli presenti. Quindi, se la prima chiave di accesso al Catalogo passa attraverso la consultazione della cartografia, lindividuazione finale non pu fare a meno del confronto tra i caratteri indicati dalla carta e quelli del suolo, osservati localmente. Rilevamento di dettaglio per lindividuazione dei limiti delle singole aree omogenee, dal punto di vista pedologico. Proseguendo nellesempio dellazienda Tadini, con riferimento allarchivio regionale delle serie di suolo sono stati individuati (fig. C):

tad4

tad3 tad4

tad2 tad1

tad2

Fig. C - Tipi di suoli individuati nellazienda Tadini (base topografica in scala 1:10.000).
suoli Tadini 1, riconducibili alla fase di serie Barco franco limosa-con legame semplice e integrale , presente nel settore centro e sud-orientale del territorio aziendale; suoli Tadini 2, riconducibili alla serie Barco con legame semplice e parziale , presenti in una fascia ristretta di forma irregolare che talvolta segue il limite degli appezzamenti, nel settore centro-occidentale, che si differenziano dai precedenti per: la tessitura pi argillosa, colori pi arrossati in superficie e minor profondit del substrato ghiaioso; suoli Tadini 3, non riconducibili ad alcuna serie regionale archiviata, che occupano una ristretta fascia speculare e parallela a quella occupata dai suoli Tadini 2; suoli Tadini 4, riconducibili alla fase di serie Confine franco-ghiaiosa con legame semplice e integrale , presenti nei settori settentrionale e occidentale del territorio aziendale, a quote topograficamente inferiori rispetto ai suoli Tadini 1 . Individuazione del riparto colturale e delle tecniche colturali adottate. Ottenute le informazioni sulle caratteristiche e sulla distribuzione dei suoli presenti in azienda, si tratta di individuare le aree omogenee dal punto di vista delle pratiche agronomiche (avvicendamenti adottati e tecniche colturali applicate).

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Il piano di fertilizzazione

Da questo punto di vista lazienda in questo esempio lazienda sperimentale Tadini pu essere suddivisa in tre aree distinte (fig. D) dal diverso colore: a) area situata nella zona sud dellazienda in cui si coltivano prevalentemente pomodoro, mais, frumento e medica; unarea tipicamente irrigua che riceve, a causa della frequente e diffusa presenza di pomodoro, elevati apporti di letame e concimi fosfatici e potassici (colore rosa); b) area cetrale, irrigabile con qualche difficolt e che, rispetto alla zona sud, riceve meno letame e nella quale pi raramente si coltiva il pomodoro (colore giallo); c) area caratterizzata da rotazioni di frumento, medica, prati polifiti e, molto sporadicamente, di mais e pomodoro; solo occasionalmente viene irrigata e riceve letamazioni (colore verde). Al termine del procedimento si arriva alla definizione della carta delle aree omogenee di gestione, che si ottiene unendo graficamente le informazioni relative ai suoli e quelle riguardanti la conduzione agronomica e tenendo conto che, per praticit, opportuno individuare dei limiti che non taglino gli appezzamenti. Nella figura E riportata una possibile ripartizione del territorio aziendale in unit omogenee che vengono individuate da distinte lettere dellalfabeto.

Il prelievo dei campioni di terreno


Una volta individuata la zona omogenea, si tratta di stabilire dove e come effettuare il prelievo dei campioni di terreno, seguendo le indicazioni dei disciplinari di produzione integrata . Considerando che larea omogenea solitamente composta da pi appezzamenti con colture diverse avvicendate tra di loro, si potr scegliere un solo appezzamento rappresentativo dellintera area da campionare. Le analisi relative a quel campione di terreno potranno essere utilizzate per tutte le colture presenti allinterno dellarea omogenea. Gli appezzamenti che compongono unarea omogenea vanno individuati con un numero dordine progressivo (area omogenea A, appezzamenti n. 1, 2, 3, ecc.) sulla Carta tecnica regionale. Epoca di prelievo. I campioni devono essere prelevati ad una distanza di tempo sufficiente dalle lavorazioni e soprattutto dalle concimazioni sia chimiche sia organiche. Per le colture erbacee il campione deve essere prelevato alla fine del ciclo colturale, subito dopo la raccolta; nelle colture arboree, invece, il prelievo deve avvenire dopo almeno 2-3 mesi dalle ultime concimazioni pri-

Area irrigua con rotazioni di pomodoro, mais, frumento e medica; elevati apporti di letame Area irrigabile con maggiori difficolt, con rotazioni di mais, frumento, medica e sporadicamente pomodoro, riceve meno letame Area raramente irrigata, con rotazioni di frumento, medica e prati polifiti; riceve poche letamazioni

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Fig. D Aree omogenee per tipo di avvicendamento colturale nellazienda sperimentale Tadini.

Fig. E Carta delle unit omogenee di gestione nellazienda Tadini.

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Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

maverili o autunnali. Profondit e modalit di prelievo. Occorre esaminare la porzione dello strato di terreno che risulta maggiormente interessato dalle lavorazioni e dalle radici delle colture. Seguendo questo criterio, si dovr, per le colture erbacee, prelevare lo strato di terreno da 0 a 30 centimetri; per quelle arboree lo strato che va da 0 a 50 centimetri. Numero di campioni. Allinterno di unarea che possa ritenersi omogenea, non pu essere stabilito a priori il numero di campioni da prelevare. Vanno considerati vari fattori, anche in funzione dello scopo del campionamento ed in relazione alla prevista variabilit dei valori che si dovranno cercare. Nella pratica, per ridurre i costi, si sceglie in genere di inviare alle analisi un unico campione. In questi casi necessario aumentare il numero dei sub-campioni, che non devessere inferiore a 6-7 e deve aumentare fino a 15, se si invia allanalisi un unico campione di terreno per ogni area omogenea. Prelievo dei sub-campioni. Il campione da analizzare costituito col prelievo del terreno, alla medesima profondit , di pi sub-campioni tutti dello stesso volume. Le singole carote di terreno devono essere messe insieme e rimescolate nel modo migliore possibile. Successivamente si mette, dentro un sacchetto di plastica pulito, una parte della terra prelevata (sono sufficienti circa 700-1.000 grammi) da inviare al laboratorio. Si raccomanda di applicare allesterno del sacchetto il cartellino compilato chiaramente in tutte le sue parti, facendo particolare attenzione a riportare esattamente: * * * * * anno del prelievo; comune; partita Iva; nome dellazienda; ragione sociale;

(Foto Diateca Agricoltura)

* numero dellappezzamento; * area omogenea; * profondit di prelievo. La scelta dei punti di prelievo dei sub-campioni pu essere fatta seguendo diverse modalit. Campionamento irregolare: il modo pi pratico e frequente; consiste nel seguire un percorso a zig-zag allinterno dellarea da campionare. Campionamento sistematico: consiste nel suddividere, utilizzando un reticolo di dimensioni opportune, la zona di campionamento in unit circa della medesima dimensione, nelle quali viene prelevato il sub-campione. Ogni settore viene cos ad avere un peso uguale nella costituzione del campione finale. Campionamento composto puntiforme: prevede il prelievo dei campioni in unarea limitata della zona soggetta a campionamento. Rispetto agli altri metodi permette di valutare meglio le differenze di fertilit fra diversi punti allinterno dellazienda. Pu essere consigliato per sondare, allinterno di unazienda mai indagata, come cambia la fertilit del suolo.

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I SUPPLEMENTI DI

Ammendanti e concimi organici: conosciamoli meglio


La legge 19 ottobre 1984, n. 748 Nuove norme per la disciplina dei fertilizzanti, e le successive modifiche, riportano le seguenti definizioni: * concime: per concime si intende qualsiasi sostanza, naturale o sintetica, minerale od organica, idonea a fornire alle colture lelemento o gli elementi chimici della fertilit a queste necessari per lo svolgimento del loro ciclo vegetativo e produttivo, secondo le forme e le solubilit prescritte dalla presente legge; * ammendante e correttivo: per ammendante e corretivo si intende qualsiasi sostanza, naturale o sintetica, minerale od organica, capace di modificare e migliorare le propriet e le caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche di un terreno. In tempi pi recenti, stato pubblicato un aggiornamento dellallegato c al testo di legge, inerente gli ammendanti e correttivi, a cui si rimanda (vedi riquadro in basso). Prendendo sempre spunto dai disciplinari di produzione integrata si possono mettere in evidenza i principali aspetti che riguardano gli ammendanti ed i concimi organici. Le funzioni svolte dalla sostanza organica sono due: quella nutrizionale e quella strutturale. La prima consiste nel mettere a disposizione delle piante gli elementi nutritivi in forma pi o meno pronta e solubile (forma minerale); la

Ammendanti organici naturali


bene essere consapevoli dei requisiti previsti dalla legge prima di procedere allacquisto di fertilizzanti. Ci particolarmente valido per gli ammendanti, probabilmente meno conosciuti dei concimi. A titolo di esempio, si riportano stralci dellallegato 1.c alla legge 19 ottobre 1984, n. 748, come modificato dal decreto ministeriale 27 marzo 1998, sulle specifiche generali dei letami, con i relativi requisiti merceologici. Per altre informazioni si rimanda alla consultazione del testo di legge.
TIPO DI AMMENDANTE ELEMENTI E/O SOSTANZE UTILI IL CUI TITOLO DEVE ESSERE DICHIARATO O CARATTERISTICHE DIVERSE DA DICHIARARE Deiezioni animali eventualmente C organico sul secco: 30% obbligatorio indicare Umidit; C organico; N totale; miscelate alla lettiera minimo la natura delle deiezioni animali. rapporto C/N o comunque a materiali Rapporto C/N: 50 massimo Esempio: letame bovino, vegetali Umidit: 30% massimo equino, ovino, ecc. Mescolanza di paglia e di Sostanza organica sul secco: obbligatorio indicare In percentuale di peso sul concimi semplici azotati 70% minimo il tipo di concime azotato usato prodotto tal quale: carbonio dopo la fermentazione Rapporto C/N: 50 massimo organico di origine biologica; Azoto totale in percentuale sulla azoto totale; sostanza organica; sostanza secca: massimo 3% rapporto C/N MODO DI PREPARAZIONE E COMPONENTI ESSENZIALI TITOLO MINIMO IN ELEMENTI OPPURE SOSTANZE UTILI E ALTRI REQUISITI RICHIESTI ALTRE INDICAZIONI

Letame

Letame artificiale

NOTE: Sono ammesse in aggiunta alla denominazione del tipo le denominazioni commerciali entrate nelluso. C = carbonio; C/N = rapporto carbonio/azoto; N = azoto

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seconda permette invece di migliorare la fertilit fisica del terreno. Le due funzioni sono purtroppo in antagonismo fra loro, in quanto una facile e rapida distruzione della sostanza organica d origine ad una consistente disponibilit di nutrienti, mentre lazione miglioratrice della struttura maggiore quanto pi il materiale organico immesso nel terreno resistente alla distruzione. I liquami sviluppano principalmente la funzione nutrizionale, i letami quella strutturale. Ai fini dellutilizzazione agronomica, nei disciplinari di produzione si considerano ammendanti, in grado di migliorare le caratteristiche strutturali del terreno e di rilasciare lentamente azoto minerale, i materiali con pi del 20% di sostanza secca e con un rapporto carbonio/azoto (C/N) maggiore di 12, analoghi al letame bovino maturo. Nella tabella 1 sono riportate le concentrazioni di sostanza organica nel terreno ritenute normali in funzione della tessitura. Per la quantit da distribuire si deve fare riferimento alla specifica tabella (tab. 2) nella quale sono riportate le dosi massime utilizzabili annualmente, in funzione del tenore in sostanza organica del terreno. Limpiego di ammendanti ammesso su tutte le colture, anche su quelle nelle quali non previsto lapporto di azoto. Ad esempio, possibile fornire letame in pre-impianto ad un frutteto, al medicaio o ad una leguminosa annuale. Luso di ammendanti soggetto a limitazioni solo nei cereali a paglia autunno-vernini che, considerato il periodo in cui si realizza il loro ciclo colturale, non sfruttano al meglio lazoto rilasciato da questi fertilizzanti. Per tale motivo, in queste colture ammesso un apporto annuo dimezzato rispetto ai limiti massimi indicati nella tabella 2.

Tab. 1 - Concentrazione percentuale in sostanza organica nel terreno ritenuta normale in funzione della tessitura.
MEDIA Sabbia <60% e Argilla <35%

TESSITURA

GROSSOLANA Sabbia >60%

FINE Argilla >35%

Intervallo di normalit (%)

0,8 - 1,3

1,5 - 2

2 - 2,5

Tab. 2 - Apporti di ammendanti organici in funzione della dotazione in sostanza organica del terreno.

DOTAZIONE IN SOSTANZA ORGANICA

APPORTI CONSIGLIATI

APPORTI MASSIMI ANNUALI (tonn. sost. secca per ettaro)

Bassa

Normale Elevata

Stabilire gli apporti in funzione dei dati di analisi 40 tonnellate/ettaro di letame Ridurre gli apporti in funzione dei dati delle analisi

10

8 6

Tab. 3 - Caratteristiche chimiche medie di letami, materiali palabili e liquami prodotti da diverse specie zootecniche.
SOSTANZA SECCA (%) AZOTO K2O P2O5 (chilogrammi (chilogrammi (chilogrammi per tonnellata) per tonnellata) per tonnellata)

RESIDUI ORGANICI

A cosa servono
I fertilizzanti organici pi impiegati in Emilia-Romagna sono i reflui di origine zootecnica (letame, liquami, materiali palabili) ed i compost. Questi contengono, in varia misura, tutti i principali elementi nutritivi necessari alla crescita delle piante. In tabella 3 sono riportati i valori indicativi dei diversi fertilizzanti organici, utilizzabili nel caso non si disponga dei singoli valori di analisi.

Letame Bovino Suino Ovino Materiali palabili Lettiera esausta di polli da carne Pollina pre-essiccata Liquame Bovini da carne Bovini da latte Suini Ovaiole

20 - 30 25 22 - 40

3- 7 5 6 - 11

1- 2 2 1

3- 8 5 12 - 18

60 - 80 50 - 85 7 - 10 10 - 16 2- 6 19 - 25

30 - 47 23 - 43 3- 5 4- 6 2- 5 10 - 15

13 - 25 9 - 15 2- 4 2- 4 1- 5 9 - 11

14 - 17 17 - 30 34144 6 4 9

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Ammendamenti e concimi organici: conosciamoci meglio

Leffettiva disponibilit di elementi nutritivi per le colture per condizionata da due fattori: i processi di mineralizzazione a cui deve sottostare la sostanza organica; lentit, anche consistente, delle perdite di azoto (per

Tab. 4 - Influenza delle colture e delle epoche di distribuzione sullefficienza delle concimazioni effettuate con liquami zootecnici.

esempio per volatilizzazione) durante e dopo gli interventi di distribuzione. I liquami e i materiali palabili, pur essendo caratterizzati da azione abbastanza pronta simile a quella dei concimi di sintesi, presentano rispetto a questi per quanto riguarda lazoto una minore efficienza. Per coprire i fabbisogni delle colture occorre pertanto applicare un opportuno coefficiente che varia in relazione allepoca di distribuzione (vedi tab. 4), al tipo di terreno e alla dose del fertilizzante (vedi tab. 5), ricordando che sono comunque consentite solo le modalit di applicazione caratterizzate da alta e media efficienza.

COLTURE

EPOCHE

EFFICIENZA

Prearatura (estate o inizio autunno) Terreno nudo (autunno) Mais e sorgo Presemina (primavera) Copertura (primavera) Fertirrigazione (estate) Prearatura (estate o inizio autunno) Cereali Presemina (autunno) autunno-vernini Copertura (autunno inverno) Levata (fine inverno inizio primavera) Prearatura (estate o inizio autunno) Erbai Presemina (autunno) autunno-primaverili Copertura (autunno) Levata (primavera) Presemina (primavera-estate) Secondi raccolti Copertura (estate) Fertirrigazione (estate) Erbai Presemina (primavera) primaverili-estivi Copertura (primavera) Fertirrigazione (estate) Impianto autunnale Prati Impianto primaverile di graminacee Ripresa vegetativa o misti Tagli primaverili Tagli estivi o autunnali precoci Tardo autunno (oltre il 30 novembre) Impianto (primavera) Erba medica Penultimo anno (autunno) Ultimo anno (primavera) Bietola Prearatura (autunno) Presemina (inizio primavera) Colture arboree Giugno-settembre Avvio vegetativo (primavera) Formazione legno (autunno-inverno)

Bassa Bassa Media Alta Media Bassa Bassa Media Alta Bassa Bassa Media Alta Alta Alta Media Media Alta Media Bassa Media Alta Alta Media Bassa Bassa Bassa Alta Bassa Media Media Alta Bassa

Come impiegarli
Nellutilizzo dei materiali organici, che per loro natura contengono sempre, in diversa misura, i tre macroelementi (azoto, fosforo e potassio), si prende lazoto come elemento guida, per definire se ne ammissibile limpiego e quali siano le dosi massime distribuibili. Per gli ammendanti (letame, compost, ecc.) si deve considerare che il coefficiente di mineralizzazione per un apporto saltuario, del 30 per cento sulla disponibilit del primo anno, per scendere poi al 20% nel secondo an-

Tab. 5 - Coefficienti di efficienza dellazoto apportato con la liquamazione.


TESSITURA DEL TERRENO EFFICIENZA Grossolana Basse Medie Media DOSI DI AZOTO Basse Medie Basse Medie Fine

Alta Media Alta Media Alta Media

79 57 67 48 91 66

73 53 62 45 84 61

Liquami suini 71 65 52 48 Liquami bovini 60 55 44 41 Liquami avicoli 82 75 60 55

63 46 54 39 72 53

57 42 48 36 66 48

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NOTA: in nero le modalit di applicazione consentite avendo efficienza media o alta. Fonte: Manuale per la gestione e lutilizzazione agronomica dei reflui zootecnici (modificato) a cura del Centro Ricerche Produzioni Animali - Regione Emilia-Romagna.

NOTE Dose bassa = inferiore a 125 chilogrammi/ettaro di azoto Dose media = da 125 a 250 chilogrammi/ettaro di azoto.

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no successivo allapporto. Se ad esempio, si distribuisce del letame per un apporto ad ettaro equivalente a 200 chilogrammi di azoto (N), 120 di fosforo (P2O5) e 280 di potassio (K2O), occorre considerare che nel primo anno si renderanno disponibili il 30 per cento di queste quantit pari rispettivamente a 60 chilogrammi di N, 36 di P2O5 e 84 di K2O. La quota di azoto che si rende disponibile dalla mineralizzazione dei fertilizzanti distribuiti negli anni precedenti, dipende dalla frequenza di tali distribuzioni; come indicato nella tabella 6, che considera una frequenza di apporti regolari. Nel caso di impiego dei liquami, per rendere massimi i coefficienti di efficienza, bene preferire, per ogni singola applicazione, dosi di distribuzione basse (inferiori a 125 chilogrammi/ettaro di azoto). Gli apporti di fosforo e potassio vanno opportunamente calcolati nel bilancio del sistema suolo-pianta in funzione del tempo e del modo di mineralizzazione, anche se non diventano vincolanti. Essi andranno a diminuire o ad annullare la concimazione minerale, mentre dovr essere controllato nel tempo leffettivo accumulo nel terreno, mediante analisi periodiche.

(Foto Riccioni)

Tab. 6 - Percentuale di recupero annuo della quantit di azoto mediamente distribuita.


APPORTI REGOLARI DI FERTILIZZANTI ORGANICI MATRICI ORGANICHE TUTTI GLI ANNI OGNI 2 ANNI OGNI 3 ANNI

Ammendanti Liquame bovino Liquame suino e pollina

65% 30% 15%

30% 15% 10%

20% 10% 5%

Nella pratica si possono verificare due situazioni: le quote di fosforo e potassio da fertilizzanti organici determinano il superamento dei limiti ammessi, per cui non sono consentiti ulteriori apporti in forma minerale per quel ciclo colturale; le quote di fosforo e potassio da fertilizzanti organici non esauriscono la domanda di elemento nutritivo, per cui consentita lintegrazione con concimi minerali, fino a pareggiare il bilancio.
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Ammendamenti e concimi organici: conosciamoci meglio

Epoche di distribuzione. Per lutilizzo degli ammendanti organici (letame e compost) non ci sono indicazioni specifiche riguardanti la distribuzione. Occorrer, comunque, fare in modo di incorporarli adeguatamente nel terreno, rispettando le norme igienico-sanitarie. Per limpiego dei concimi organici valgono, oltre alle indicazioni sullefficienza sopra citate, le medesime re-

gole indicate per i concimi minerali. Il Piano regionale di sviluppo rurale 2000-2006 prevede in Emilia-Romagna la possibilit di concedere aiuti (azione 4 - misura 2f - asse 2) per lapporto di ammendanti al terreno, con lo scopo di incrementare e/o mantenere la sostanza organica dei terreni.
(Foto Diateca Agricoltura)

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SCHEDA SCHEDA 1 1 FERTILIZZAZIONE FERTILIZZAZIONE IN IN UNAZIENDA UNAZIENDA DELLA DELLA PIANURA PIANURA PIACENTINA PIACENTINA A PRODUZIONE INTEGRATA A PRODUZIONE INTEGRATA

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SCHEDA SCHEDA 1 1
Lazienda sperimentale Vittorio Tadini , si estende su di una superficie complessiva di circa 92 ettari, di cui 83 di superficie agricola utilizzata, costituiti da un unico corpo irrigabile nel comune di Gariga di Podenzano (PC) e si trova a quote comprese tra i 93 e gli 82 metri sul livello del mare. Lazienda nellalta pianura piacentina, in unarea caratterizzata dalla presenza di antiche ed estese superfici a substrato ghiaioso (paleoconoidi), dovute ai forti depositi da parte dei fiumi Nure e Trebbia in epoche caratterizzate da grandi mutamenti climatici. Analizzando in dettaglio larea occupata dallazienda, si possono vedere due distinte parti, separate da una breve scarpata di 3-4 metri in direzione NE-SO. La prima parte, pi elevata, che occupa la porzione sud-orientale dellazienda, leggermente ondulata ed ha una pendenza media dell1 per cento; la seconda presente nella parte nord-occidentale ed praticamente piana, con una pendenza media dello 0,8 per cento. Lattivit dellazienda prevede lorganizzazione e la gestione di prove sperimentali nel settore agronomico, con particolare riguardo alle colture foraggere, ai cereali e al pomodoro da industria ed in quello zootecnico (indirizzato allallevamento di bovini da latte). Lindirizzo produttivo di tipo misto: foraggerozootecnico, cerealicolo e orticolo da industria (pomodoro). Lattivit zootecnica aziendale consiste di 120 vacche in produzione e circa 120 capi in allevamento. Le principali produzioni aziendali sono il pomodoro (9.000 quintali/anno) ed il latte (10.000 quintali/anno) entrambe conferite a cooperative di trasformazione. terazione dello stesso. Oltre a ci si rilevano anche suoli derivati da quelli principali, per lattivit di spianamento artificiale ad opera delluomo, delle scarpate inizialmente presenti con relativa decapitazione di alcuni suoli e ricoprimento di altri. La distribuzione dei suoli nella superficie aziendale gi stata illustrata nella parte generale (vedi pag. 13) , come esempio delle modalit di campionamento. Sono state inoltre rilevate unit di campionamento riferibili a suoli diversi dai precedenti, apparentemente pi evoluti e privi di substrato ghiaioso entro 150 centimetri, per le quali il rilevamento condotto non ha evidenziato una continuit ed estensione sufficienti, a caratterizzarli pi approfonditamente ed a rappresentarli su carta. Di seguito si riportano le schede del Catalogo, a cura del Servizio Sviluppo Agricolo e del Servizio Cartografico della Regione Emilia-Romagna, inerenti le due tipologie di suolo prevalenti (vedi box a pag. 23 e pag. 24).

Unit od aree omogenee di gestione


Lazienda Tadini pu essere suddivisa in tre aree distinte (fig.1): la zona nord, in cui si coltivano prevalentemente pomodoro, mais, frumento e medica. unarea tipicamente irrigua che riceve, a causa della frequente e diffusa presenza di pomodoro, elevati apporti di letame e concimi fosfatici e potassici (zona rossa); la zona centrale, irrigabile con qualche difficolt e che, rispetto alla zona sud, riceve meno letame e nella quale pi raramente si coltiva il pomodoro (zona gialla);
Segue a pag. 25

I suoli aziendali
Nellazienda si rileva una forte variabilit del suolo, dovuta alle diverse et delle superfici, alla profondit dello strato ghiaioso ed al grado ed intensit di al-

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SCHEDA SCHEDA 1 1

I suoli Barco
QUALIT AGRONOMICHE DEL SUOLO I suoli Barco sono condizionati dallelevato contenuto in limo e dallassenza di calcare. Il substrato ghiaioso, presente entro circa 150 centimetri di profondit, pu influenzare negativamente la ritenzione idrica. Questi suoli hanno una discreta capacit di trattenuta di elementi chimici; tuttavia in alcune situazioni possono presentare leggere carenze in potassio. La profondit utile per le radici delle piante elevata o molto elevata. Il rischio di formare crosta superficiale moderato. La resistenza meccanica alle lavorazioni scarsa ed il tempo di attesa per la loro esecuzione breve. La percorribilit buona. La permeabilit media. La capacit in acqua disponibile moderata. La disponibilit di ossigeno buona. La capacit di accettazione delle piogge molto alta. La capacit di scambio cationico media, bassa in condizioni di scarsa dotazione di sostanza organica; il complesso di scambio solo in parte saturato da basi. La capacit depurativa molto alta, moderata solo quando la reazione debolmente acida. Il calcare attivo assente. La salinit assente. La sodicit assente. ALCUNI CONSIGLI PER LA CONDUZIONE AGRONOMICA E LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE Sistemazione e coltivazione. Il rapido e naturale sgrondo delle acque e la facilit di lavorazione non richiedono particolari pratiche di sistemazione. La lavorazione del suolo troppo bagnato provoca la formazione di piccole zolle compatte, che richiedono alcune stagioni per la loro disgregazione. (Foto Riccioni) Si consiglia inoltre di evitare le lavorazioni del suolo troppo asciutto, con organi rotativi che portano alla produzione di polveri. Sono sufficienti 2-3 giorni di attesa per entrare in campo ed effettuare le lavorazioni, dopo le piogge che hanno portato il suolo a superare la capacit di campo. Scelta delle colture. Non esistono limitazioni significative alla coltivazione di erbacee, arboree e vite. Per le colture arboree, consigliabile la scelta di portinnesti e di variet a limitato sviluppo vegetativo. Non esistono particolari limitazioni per le colture di secondo raccolto. da evitare lirrigazione per scorrimento. La possibile formazione di croste superficiali consiglia di scegliere sistemi di adacquamento e portate che evitino un effetto battente sulla superficie del suolo; particolari cautele sono richieste specialmente nel periodo primaverile-estivo, in caso di irrigazioni di soccorso dopo le semine primaverili e di colture di secondo raccolto, per evitare alle piantine difficolt di emergenza. Nella scelta dei concimi ci si deve orientare su quelli alcalini e/o ricchi di calcio, per evitare possibili rischi di acidificazione del suolo. Sono inoltre consigliati apporti di sostanza organica che, migliorando la struttura, riducono anche il fenomeno dellincrostamento superficiale. La buona disponibilit in ossigeno incrementa la mineralizzazione della sostanza organica, favorendo lattivit di decomposizione meccanica e biochimica. Durante alcuni periodi, a causa dei limitati valori di infiltrabilit nel terreno e per evitare i rischi di ruscellamento dei liquami nelle acque superficiali, si consiglia il frazionamento degli apporti e linterramento dei liquami, oltre alla rottura delle croste superficiali.

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(Foto Diateca Agricoltura)

SCHEDA SCHEDA 1 1

I suoli Confine
QUALIT AGRONOMICHE DEL SUOLO I suoli Confine sono condizionati dallelevato contenuto di ghiaia, spesso presente a partire da meno di un metro di profondit. Questi suoli hanno una limitata capacit di trattenuta di elementi chimici, ed occorre quindi apportare gli elementi fertilizzanti con attenzione. La profondit utile per le radici delle piante moderatamente elevata o molto elevata. Il rischio di crosta superficiale da assente a forte. La resistenza meccanica alle lavorazioni moderata e il tempo di attesa per la loro esecuzione breve. La percorribilit buona. La permeabilit media. La capacit in acqua disponibile bassa o moderata. La disponibilit di ossigeno buona. La capacit di accettazione delle piogge molto alta. La capacit di scambio cationico media, ma a partire da circa 60-80 centimetri di profondit risulta bassa; il complesso di scambio saturato in gran parte da cationi bivalenti. La capacit depurativa bassa. Il calcare attivo assente. La salinit assente. La sodicit assente. ALCUNI CONSIGLI PER LA CONDUZIONE AGRONOMICA E LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE Sistemazione e coltivazione. Il rapido e naturale sgrondo delle acque e la facilit di lavorazione non richiedono particolari pratiche di sistemazione. Le lavorazioni devono essere effettuate utilizzando macchine di media potenza, ma con organi lavoranti particolarmente robusti, per evitare rotture causate dai ciottoli presenti. Sono sufficienti 2-3 giorni di attesa, per entrare in campo ed effettuare le lavorazioni, dopo piogge che hanno portato il suolo a superare la capacit di campo. Scelta delle colture. Non esistono limitazioni significative a colture erbacee, arboree e vite. Per le colture arboree si consiglia di intervenire con irrigazioni di soccorso durante la stagione estiva; per la scelta di portinnesti e variet meglio orientarsi su quelli a maggiore resistenza agli stress idrici. Non esistono particolari limitazioni per le colture di secondo raccolto. Non ci sono problemi speciali di tecnica irrigua. Le irrigazioni non assumono solo il carattere di soccorso ma, praticamente per tutta la stagione vegetativa delle colture estive, necessario intervenire sistematicamente con turni irrigui, dipendenti dalle esigenze delle colture. La scelta dei concimi si deve orientare su quelli alcalini e/o ricchi di calcio per evitare possibili rischi di acidificazione del suolo; i concimi con scarsa capacit di essere assorbiti verranno dilavati molto facilmente e velocemente. Sono consigliati apporti di sostanza organica che, migliorando la struttura del suolo, ne aumentano la capacit di trattenere umidit ed elementi fertilizzanti. La buona disponibilit in ossigeno incrementa la mineralizzazione della sostanza organica, favorendo lattivit di decomposizione meccanica e biochimica. La presenza di scheletro abbondante, a partire da meno di un metro di profondit, pu causare un rischio di inquinamento profondo ed occorre quindi frazionare molto gli apporti di liquami e anche di concimi azotati in genere.

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SCHEDA SCHEDA 1 1
Segue da pag. 22

la zona sud caratterizzata da rotazioni di frumento, medica, prati polifiti e, molto sporadicamente, di mais e pomodoro; solo occasionalmente viene irrigata e riceve letamazioni (zona verde).

La carta delle aree omogenee di gestione (fig. 2) si ottiene aggiungendo graficamente alle informazioni relative ai suoli, quelle riguardanti la conduzione agronomica.

Fig. 1 - Aree omogenee per tipo di avvicendamento colturale nellazienda sperimentale Tadini.

Fig. 2 Carta delle aree omogenee di gestione dellazienda Tadini.

100 m

100 m

Area irrigua con rotazioni di pomodoro, mais, frumento e medica; elevati apporti di letame Area irrigabile con maggiori difficolt, con rotazioni di mais, frumento, medica e sporadicamente pomodoro; riceve meno letame Area raramente irrigata, con rotazioni di frumento, medica e prati polifiti; riceve poche letamazioni

Per praticit opportuno individuare dei limiti che non taglino gli appezzamenti, le unit omogenee cos individuate sono distinte con lettere dellalfabeto. Dopo aver cos individuato le aree omogenee, a titolo di esempio, vediamo nella pagina seguente un piano di concimazione relativo al pomodoro da industria per larea A ed al mais da trinciato per larea B.

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SCHEDA SCHEDA 1 1
AREA OMOGENEA A
ESEMPIO DI PIANO DI CONCIMAZIONE DEL POMODORO DA INDUSTRIA

Dati necessari per la stesura del piano di concimazione


1 - Caratteristiche chimico fisiche del terreno Parametro Sabbia Limo Argilla (%) Valore 9 70 21 Giudizio Franco-limoso (medio impasto) pH 6,73 Sub acido CaCO3 tot. (%) 0 Povero Sost. org. (%) 1,81 Normale Azoto tot. (g/kg) 1,26 Normale P2O5 (ppm) 89 Elevato K2O (ppm) 78 Scarso

Dalle caratteristiche chimico-fisiche si ricava che: il peso specifico apparente del suolo, trattandosi di un terreno di medio impasto stimato pari a 1,3; il rapporto (C/N) tra il carbonio e lazoto 8,35 ed valutato come basso.
2 - Dati agronomici e meteorologici Resa ipotizzata per il pomodoro Asportazioni unitarie del pomodoro Condizioni del terreno allimpianto Coltura precedente (precessione) Impiego di fertilizzanti organici negli anni precedenti Disponibilit di elementi nutritivi in conseguenza dei precedenti impieghi di fertilizzanti organici 70 tonnellate/ettaro Azoto=2,5; P2O5=1; K2O=4 (chilogrammi/tonnellata) Ben preparato (aerato) Mais da granella con stocchi asportati Distribuzione regolare di letame bovino, ogni 2 anni, quantitativo medio 30 t/ha, con titoli (): N=5, P2O5= 4, K2O=10 e sostanza secca al 25% Ogni letamazione apporta 150 kg di azoto, 120 di P2O5 e 300 di K2O. Considerata la frequenza di distribuzione si utilizza un coefficiente di recupero pari a 0,3. Per i processi di mineralizzazione sono disponibili annualmente, in forma assimilabile per le colture, le seguenti quantit di elementi:45 kg di azoto, 36 kg di P2O5 e 90 kg di K2O 350 millimetri.

Piovosit autunno-invernale (dal 1 ottobre al 31 gennaio)

Bilancio semplificato dellazoto. Per la stima di Np e Nm si fa riferimento ad una profondit del terreno di 20 centimetri, pari a un volume di terreno di 2.000 metri cubi ed ad un peso di 2.600 tonnellate.
PARAMETRO Na (azoto necessario alla coltura) Perdite per lisciviazioni in autunno-inverno Nr (azoto immobilizzato a causa della precessione) Totale uscite Np (azoto pronto) KG/HA 175 33 10 218 33 NOTE Ottenuti moltiplicando la resa prevista (70 tonnellate ) per lassorbimento unitario (2,5 chilogrammi) Tutto Np (azoto pronto) perso per piogge superiori a 250 millimetri Effetto negativo della precessione Quantit calcolata come 1% dellazoto totale; valore ricavato dalla specifica tabella dei disciplinari di produzione integrata (parte generale, tab. 8) Quantit calcolata utilizzando un coefficiente 2 di mineralizzazione della S.O. (valido per un terreno di tessitura media con rapporto C/N basso); valore ricavato dalla specifica tabella dei disciplinari di produzione integrata (parte generale, tab. 9) Quantit disponibile per la coltura Differenza tra uscite ed entrate
SEGUE

Nm (mineralizzazione della sostanza organica) (1)

35

Ns (azoto derivato da precedenti apporti organici ) (1) Totale entrate Da apportare coi fertilizzanti

34 102 218 - 102 = 116

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SCHEDA SCHEDA 1 1
Concimazione fosfatica
PARAMETRO Asportazione del pomodoro Disponibilit per precedenti apporti organici (1) Da apportare coi fertilizzanti KG/HA 70 27 70 - 27 = 43 NOTE Ottenuta moltiplicando la resa prevista (70 tonnellate) per lassorbimento unitario (1 chilogrammo) Quantit a disposizione della coltura Differenza tra asportazioni e disponibilit

Un dato importante, che risulta dal calcolo del piano di concimazione, che il fosforo nel terreno alla fine del ciclo colturale in eccesso, perch dei 36 chilogrammi di P2O5 che si liberano dal letame (come ricavato dai dati agronomici e meteorologici di partenza) la coltura ne utilizza solo 27. Restano quindi 9 chilogrammi (36 -27) di P2O5 che modificano in meglio il terreno, il cui contenuto in fosforo era per altro gi considerato elevato , e di cui si dovr tenere conto nel bilancio dellanno successivo. Concimazione potassica
PARAMETRO Asportazione del pomodoro Arricchimento del terreno KG/HA 280 226 NOTE Ottenuta moltiplicando la resa prevista (70 tonnellate) per l assorbimento unitario (4 chilogrammi) Quantit calcolata per un volume di terreno di 3.000 m3 (30 centimetri di profondit), e volendo elevare il tenore di K2O di 42 parti per milione (dal dato di analisi di 78 alla soglia di normalit per un terreno di medio impasto, che di 120 ppm). Per compensare i fenomeni di fissazione del potassio si utilizzato un coefficiente moltiplicatore di 1,38 Perdita stimata in funzione del contenuto di argilla Quantit a disposizione della coltura In realt la differenza tra le necessit (asportazioni, arricchimento e lisciviazioni) e le disponibilit di 458 kg di K2O [(280 + 226 + 20) - 68]. Lapporto massimo ammesso in un anno per solo di 300 kg/ha di K2O. Il completamento dellarricchimento potr essere effettuato lanno successivo

Perdite per lisciviazione Disponibilit per precedenti apporti organici (1) Da apportare coi fertilizzanti

20 68 300

NOTE: 1)Le quantit di elemento ipoteticamente disponibili nel corso dellintero anno sono state ridotte del 25% in quanto la coltura del pomodoro presente per un coefficiente tempo di 0,75.

Anche in questo caso, un dato importante che risulta dal calcolo del piano di concimazione, che il potassio nel terreno alla fine del ciclo colturale aumentato, perch dei 390 chilogrammi di K2O che sono disponibili per il terreno (300 da apporto di concimi + 90 che si liberano dal letame, come ricavato dai dati agronomici e metereologici di partenza) la coltura ne utilizza solo 300 (280 di asportazione e 20 di perdite di liscivazione). Quindi 390 - 300 = 90 chilogrammi di potassio che fanno aumentare la concentrazione di elemento nel terreno da 78 p.p.m. (parti per milione), valore che classifica il terreno come scarso , anchesso ricavato dai dati agronomici e metereologici di partenza, a 95 p.p.m.. Il terreno quindi ha aumentato la sua dotazione, pur rimanendo scarso e di questo fatto occorre tener conto nel bilancio dellanno seguente.

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I SUPPLEMENTI DI

Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

SCHEDA SCHEDA 1 1
AREA OMOGENEA B
ESEMPIO DI PIANO DI CONCIMAZIONE DEL MAIS DA TRINCIATO

Dati necessari per la stesura del piano di concimazione


1 - Caratteristiche chimico fisiche del terreno Parametro Sabbia Limo Argilla (%) Valore 12 66 22 Giudizio Franco-limoso (medio impasto) pH 6,8 Sub acido CaCO3 tot. (%) 0 Povero Sost. org. (%) 1,6 Normale Azoto tot. (g/kg) 1,26 Normale P2O5 (ppm) 93 Elevato K2o (ppm) 107 Scarso

Dalle caratteristiche chimico-fisiche si ricava che: il peso specifico apparente del suolo, trattandosi di un terreno di tessitura media stimato pari a 1,3; il rapporto (C/N) tra il carbonio e lazoto 7 ,38 ed valutato come basso.
2 - Dati agronomici e meteorologici Resa ipotizzata per il mais trinciato Asportazioni unitarie del mais Condizioni del terreno allimpianto Coltura precedente (precessione) Impiego di fertilizzanti organici negli anni precedenti Disponibilit di elementi nutritivi conseguente ai precedenti impieghi di fertilizzanti organici 65 tonnellate/ettaro Azoto=3,7; P2O5=1,6; K2O=3,5 (chilogrammo/tonnellata) Ben preparato (aerato) Orzo con paglia asportata Letame bovino ogni 3 anni; quantitativo medio 30 tonnellate/ettaro, con titoli (): N=5, P2O5= 4, K2O=10 e sostanza secca al 25% Ogni letamazione apporta 150 kg di N, 120 di P2O5 e 300 di K2O. Considerata la frequenza di distribuzione si utilizza un coefficiente di recupero dello 0,2. Per i processi di mineralizzazionene sono disponibili annualmente, in forma assimilabile per le colture, le seguenti quantit di elementi: 30 kg di N, 24 kg di P2O5 e 60 kg di K2O 350 millimetri

Piovosit autunno-invernale (dal 1 ottobre al 31 gennaio)

Bilancio semplificato dellazoto. Per la stima di Np e Nm si fa riferimento ad una profondit del terreno di 20 centimetri, pari a un volume di terreno di 2.000 metri cubi ed ad un peso di 2.600 tonnellate.
PARAMETRO Na (assorbimento del mais da trinciato) Perdite per lisciviazioni in autunno-inverno Nr (azoto immobilizzato a causa della precessione colturale) Totale uscite Np (azoto pronto) Nm (mineralizzazione della sostanza organica) (1) KG/HA 240 33 10 283 33 31 NOTE Ottenuti moltiplicando la resa prevista (65 t) per l assorbimento unitario (3,7 kg) Tutto Np (azoto pronto) perso per piogge maggiori di 250 millimetri Effetto negativo della precessione Quantit calcolata come 1% dellazoto totale; valore ricavato dalla specifica tabella 8 dei disciplinari di produzione integrata Quantit calcolata utilizzando un coefficiente 2 di mineralizzazione della S.O. valido per un terreno di tessitura media con rapporto C/N basso; valore ricavato dalla specifica tabella 9 (parte generale) dei disciplinari di produzione integrata Quantit disponibile per la coltura Differenza tra uscite ed entrate

Ns (azoto derivato da precedenti apporti organici ) (1) Totale entrate Quantit di azoto da apportare coi fertilizzanti

23 87 283 - 87 = 196

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I SUPPLEMENTI DI

Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

SCHEDA SCHEDA 1 1
Concimazione fosfatica
PARAMETRO Asportazione del mais da trinciato Disponibilit per precedenti apporti organici (1) Da apportare coi fertilizzanti KG/HA 104 18 0 NOTE Ottenuta moltiplicando la resa prevista (65 tonnellate) per lassorbimento unitario (1,6 chilogrammi) Quantit a disposizione della coltura La differenza tra asportazioni e disponibilit in realt di 86 kg (104 - 18), ma non occorre apportare fosforo perch nel terreno il contenuto di tale elemento molto elevato

Un dato importante, che risulta dal calcolo del piano di concimazione, che il fosforo nel terreno alla fine del ciclo colturale calato di 80 chilogrammi, perch rispetto ai 104 chilogrammi di P2O5 che servono alla coltura, dal letame (come ricavato dai dati agronomici e meterologici di partenza) se ne liberano solo 24. Si ha quindi una perdita di fosforo nel terreno, che per ampiamento compensata dal naturale contenuto del suolo di 93 p.p.m., valore considerato elevato (come ricavato, anche in questo caso, dai dati agronomici e meteorologici di partenza), ma di cui si terr negli anni seguenti. Concimazione potassica
PARAMETRO Asportazione del mais da trinciato Arricchimento del terreno KG/HA 228 71 NOTE Ottenuta moltiplicando la resa prevista (65 tonnellate) per l assorbimento unitario (3,5 chilogrammi) Quantit calcolata per un volume di terreno di 3.000 m3 (30 centimetri di profondit), e volendo elevare il tenore di K2O di 13 parti per milione (dal dato di analisi di 107 ppm a 120 ppm, che rappresenta la soglia di normalit per un terreno di medio impasto). Per compensare i fenomeni di fissazione del potassio si utilizzato un coefficiente moltiplicatore di 1,4 Perdita stimata in funzione del contenuto di argilla Quantit a disposizione della coltura Differenza tra le necessit di potassio (asportazioni, arricchimento e liscivazioni: 228 + 71 + 20) e le disponibilit nel terreno (45)

Perdite per lisciviazione Disponibilit per precedenti apporti organici (1) Da apportare coi fertilizzanti

20 45 274

NOTE: 1)Le quantit di elemento ipoteticamente disponibili nel corso dellintero anno sono state ridotte del 25% (coefficiente tempo del mais = 0,75).

Anche in questo caso, un dato importante che risulta dal calcolo del piano di concimazione che il potassio nel terreno alla fine del ciclo colturale aumentato, perch dei 334 chilogrammi di K2O che sono disponibili per il terreno (274 da apporto di concimi + 60 che si liberano dal letame, come ricavato dai dati agronomici e meterologici di partenza) la coltura ne utilizza solo 248 (228 di asportazione e 20 di perdite di lisciviazione). Quindi 334 - 248 = 86 chilogrammi di potassio che fanno aumentare la concentrazione di elemento nel terreno da 107 p.p.m. (parti per milione), valore che classifica il terreno come scarso , anchesso ricavato dai dati agronomici e meterologici di partenza, a 122 p.p.m.. Il terreno quindi ha aumentato la sua dotazione, pur rimanendo scarso e di questo fatto occorre tener conto nel bilancio dellanno seguente.

(Foto Riccioni)

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I SUPPLEMENTI DI

Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

(Foto Diateca Agricoltura)

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Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

SCHEDA SCHEDA 2 2 FERTILIZZAZIONE FERTILIZZAZIONE IN IN UNAZIENDA UNAZIENDA DELLA DELLA PIANURA PIANURA REGGIANA REGGIANA A PRODUZIONE INTEGRATA A PRODUZIONE INTEGRATA

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I SUPPLEMENTI DI

Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

SCHEDA SCHEDA 2 2
Lazienda considerata localizzata a Novellara (RE), ha una estensione di 37 ettari ed un orientamento produttivo suddiviso a vigneto (20 ettari) ed a seminativo in rotazione (17 ettari) con: prato, barbabietola e frumento tenero. Tab. 1 - Unit omogenee di gestione nellazienda di Novellara (RE).

Descrizione dei suoli aziendali


Si sono individuati due tipi di suoli principali, classificati nella cartografia regionale: * suoli A: suoli agricoli molto profondi, generalmente a tessitura franco-argillosa, molto calcarei e ben drenati; simili ai suoli SantOmobono franco-argilloso-limoso; * suoli B: suoli agricoli molto profondi, generalmente a tessitura argilloso-limosa, molto calcarei, moderatamente drenati, simili ai suoli Risaia del Duca argilloso-limosa (fig. 1).

UNIT TIPO OMOGENEE DI SUOLO DI GESTIONE

ROTAZIONE ED AVVICENDAMENTO COLTURALE

PRATICHE AGRONOMICHE ADOTTATE PER LE SINGOLE COLTURE

Suolo A

Frumento

Erpicatura Zappatura Concimazione

Barbabietola

Aratura Zappatura Concimazione

Prato (presente da 4 anni) II Suolo A

Sfalcio

Unit od aree omogenee di gestione


Nellazienda sono state individuate cinque unit omogenee di gestione descritte nella tabella 1.
N W S E

Vigneto di nuovo Fresatura lungo il filare impianto (preceduto (inerbimento al 50%) da seminativo) Concimazione di mantenimento Vigneto con pi di 20 anni Fresatura lungo il filare (inerbimento al 50%) Concimazione di mantenimento Erpicatura Zappatura Concimazione Aratura Zappatura Concimazione Irrigazione (una volta lanno) Irrigazione (una volta lanno) Concimazione di mantenimento Fresatura lungo il filare (inerbimento al 50%)

III

Suolo A

IV

Suolo B

Frumento

Barbabietola

Suoli Risaia del Duca Limiti unit cartografiche

Suolo B

Vigneto

Fig. 1 - Rappresentazione geografica dei suoli Risaia del Duca rilevati nellazienda localizzata a Novellara (RE).
(Fonte: Carta regionale dei suoli dellEmilia-Romagna, scala 1:250.000)

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I SUPPLEMENTI DI

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SCHEDA SCHEDA 2 2

I - vigneto di nuovo impianto II - vigneto > 20 anni III - Seminativo

IV - Seminativo in rotazione V - Vigneto

Figg. 2 e 3 - Individuazione delle unit omogenee di gestione.


Nelle figure 2 e 3 sono rappresentate le diverse unit omogenee di gestione ricavate con il sistema gi illustrato a pagina 14. Nella tabella 2 sono indicati i valori di analisi delle principali unit omogenee, in base ai campioni di terreno prelevati in azienda alle diverse profondit.

La conduzione agronomica
Per una corretta coltivazione dei terreni, ai fini della valorizzazione produttiva e della salvaguardia ambientale, sono necessarie alcune considerazioni. I suoli A hanno caratteristiche fisiche condizionate dalla prevalenza del limo e, secondariamente, dellargilla rispetto alle frazioni pi grossolane. Possono presentare qualche difficolt nella pre-

Tab. 2 - Analisi chimico-fisiche delle principali unit omogenee.


UNIT OMOGENEA DI GESTIONE II (Suolo A) 0-30 cm 30-60 cm UNIT OMOGENEA DI GESTIONE IV (Suolo B) 0-30 cm 0-60 cm UNIT OMOGENEA DI GESTIONE V (Suolo B) 0 - 30 cm 30-60 cm

ANALISI

Sabbia totale (50-2.000 micron) Limo totale (2-50 micron) Argilla (inferiore a 2 micron) pH CaCo3 totale (%) CaCo3 attivo (%) Sostanza organica (%) K2O assimilato (mg/kg) P2O5 assimilato (mg/kg) Azoto totale (per 1.000)

20 51 29 7,8 11 3 1,9 290 23 1,2

20 56 24 7,9 11 3 1,7 286 26 1,2

2 41 57 7,6 9 7 2,3 518 29 1,7

5 46 49 7,7 9 6 2,4 492 24 1,6

4 48 48 7,7 9 6 2,3 468 22 1,7

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SCHEDA SCHEDA 2 2
parazione dei letti di semina, ma daltro canto offrono un elevato spessore dotato di buona fertilit naturale ed elevata capacit di trattenere lacqua disponibile per le piante che non pone limiti significativi allapproffondimento e allesplorazione dellapparato radicale dell piante. I suoli B hanno caratteristiche fisiche dovute principalmente allelevato contenuto in argilla. Sono soggetti ad intensa fessurazione nel periodo secco, sono molto adesivi e plastici e richiedono una notevole tempestivit nellesecuzione delle lavorazioni. Queste ultime devono essere effettuate in buone condizioni di umidit. Lelevato contenuto di argilla, per, conferisce a questi suoli una buona fertilit naturale. Le difficolt di drenaggio rendono necessaria una efficiente rete scolante per lallontanamento delle acque in eccesso. Sistemazione e conservazione del suolo. Nei suoli A il controllo delle acque in eccesso talvolta necessario per migliorare laccessibilit e la praticabilit dei campi. Sono infatti possibili fenomeni di ristagno superficiale, specialmente se c la presenza di suola e/o preparazione del terreno non ottimale. Possono insorgere problemi anche per il ristagno profondo, a causa di una temporanea presenza di sottili livelli acquiferi sospesi, a profondit in genere superiori a 80 centimetri ed in particolare nel periodo inverno-inizio primavera. Le soluzioni comunemente pi adottate sono gli interventi di sistemazioni agrarie, quali baulature e fossi di scolo profondi. Possono anche essere opportune delle periodiche scarificature, da effettuarsi a profondit superiori a quella adottata per le arature, con lo scopo di incidere leventuale suola e facilitare quindi linfiltrazione in profondit dellacqua. I suoli B presentano difficolt nello sgrondo delle acque a causa della bassa permeabilit degli strati pi profondi. Le soluzioni comunemente adottate sono, anche in questo caso, le baulature ed i fossi di scolo profondi. Luso dellaratro talpa pu risultare efficace nel migliorare le condizioni generali di drenaggio di questi suoli. Lavorazione del terreno. Nei suoli A se si lavora il suolo troppo umido, si provoca la formazione di zolle che divengono compatte e dure allo stato secco. Comunemente si adotta laratura a 40 centimetri, mentre la lavorazione a due strati (aratura a 30 centimetri pi ripuntatura a 50 centimetri) pu costituire, per questi suoli, unefficace alternativa allaratura tradizionale. Le lavorazioni per la preparazione del letto di semina devono tenere conto della tendenza di questi suoli alla formazione della crosta superficiale: consigliabile intervenire con erpici a denti fissi a ridosso delle semine, evitando di raggiungere uno sminuzzamento troppo spinto. Nei casi in cui non si riesce ad evitare la formazione della crosta, necessario intervenire con un rompicrosta. Nei frutteti e nei vigneti opportuno lasciare inerbito linterfilare, purch si abbia la possibilit di irrigare, per migliorare la percorribilit del campo e per aumentare il contenuto di sostanze organiche nel suolo. Nei suoli B risulta problematico trovare le condizioni ottimali per effettuare le lavorazioni principali. Se si lavora il suolo troppo bagnato si provoca la formazione di zolle che divengono compatte e dure allo stato secco, ed hanno bisogno di alcuni mesi per disgregarsi completamente. Lavorando il suolo troppo secco si creano invece zolle di grandi dimensioni, che si riescono a disgregare solo con numerosi passaggi di organi che frantumano energicamente il terreno. Dopo la raccolta delle colture autunno-vernine, in genere si riesce a lavorare il terreno in condizioni ottimali. In tal caso, si adotta, comunemente laratura

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I SUPPLEMENTI DI

Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

SCHEDA SCHEDA 2 2

a 40 centimetri o la lavorazione a due strati che, pu costituire, anche per questi suoli, unefficace alternativa allaratura tradizionale. Viceversa, dopo la raccolta delle colture a ciclo estivo, non sempre si incontrano condizioni ideali per le lavorazioni del terreno. In questi casi, piuttosto che intervenire con arature fuori tempera , meglio effettuare una lavorazione leggera (ad esempio unestirpatura); oppure, per le colture autunno-vernine, la semina su sodo arando poi, se possibile, con terreno gelato per la semina di colture primaverili. Scelta delle colture agrarie e forestali. I suoli A non presentano particolari limitazioni alla crescita delle colture erbacee. Lassenza di problemi particolari di gestione permette di orientarsi verso variet colturali con cicli medi o lunghi. Nelle colture arboree in assenza di irrigazione, per le specie dotate di apparati radicali pi profondi ed in situazioni in cui gli strati di terreno a concentrazione elevata di calcare sono pi in superficie, opportuna la scelta dei portinnesti con maggiore resistenza al calcare attivo. Questi suoli non presentano limitazioni rilevanti per la crescita delle principali specie forestali utilizzabili nella pianura emiliano-romagnola. Nei suoli B le principali limitazioni della gestione

agronomica sono dovute alla difficile praticabilit, in condizioni di terreno umido, ed ai ristretti tempi in cui il terreno lavorabile. Queste limitazioni suggeriscono di scegliere tra le colture erbacee variet a ciclo medio o breve: ad esempio, variet di mais delle classi 500-600, di soia di classe 0-1, di barbabietole di classe E o EN da estirpare entro i primi giorni di settembre. In tal modo si pu evitare di raccogliere in periodi a rischio di piogge e si pu avere un intervallo maggiore per la preparazione del suolo, in funzione della coltura successiva. La crescita delle colture arboree pu essere limitata, in maniera significativa, dalla fessurabilit, dagli eccessi di umidit e dalla salinit. Il Catalogo dei suoli della pianura emiliano-romagnola della Regione Emilia-Romagna valuta per la coltura della vite diverse limitazioni classificate come moderate/severe per i suoli del tipo Risaia del Duca argilloso-limosa (tab. 3). Questi suoli presentano anche limitazioni classificate da moderate/severe per la crescita delle principali specie forestali utilizzabili nella pianura emiliano-romagnola, dovute a: * un elevato contenuto in argilla, che limita severamente lutilizzo di specie quali noce, ciliegio, rovere,

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I SUPPLEMENTI DI

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SCHEDA SCHEDA 2 2
Tab. 3 - Limitazioni alla coltura della vite nel tipo di suolo Risaia del Duca. Tab. 4 - Limitazioni alle colture di ciliegio e noce da legno nei suoli Risaia del Duca.

PORTAINNESTI

CARATTERISTICHE DEL SUOLO

LIMITAZIONI

SPECIE FORESTALI

CARATTERISTICHE DEL SUOLO

LIMITAZIONI

420A 10 Richter

Kober 5BB SO4 Teleki 5C 225 Ruggeri

140 Ruggeri

1103 Paulsen

3309 Courdec

Tessitura Moderate Fessurabilit del suolo Severe Calcare attivo Da assenti o molto lievi a moderate Reazione (pH) Moderate Salinit Da assenti o molto lievi a severe Profondit utile Moderate Disponibilit Moderate di ossigeno Tessitura Moderate Fessurabilit del suolo Severe Calcare attivo Da assenti o molto lievi a moderate Reazione (pH) Severe Salinit Da assenti o molto lievi a severe Profondit utile Moderate Fessurabilit del suolo Moderate Reazione (pH) Moderate Salinit Da assenti o molto lievi a severe Profondit utile Moderate Fessurabilit del suolo Moderate Reazione (pH) Moderate Salinit Da assenti o molto lievi a severe Tessitura Moderate Fessurabilit del suolo Severe Calcare attivo Da assenti o molto lievi a moderate Reazione (pH) Moderate Salinit Da assenti o molto lievi a severe

Ciliegio

Noce (Juglans regia)

Tessitura Moderate Fessurabilit del suolo Moderate Calcare attivo Da assenti o molto lievi a severe Salinit Da moderate a severe Prodonfit utile Moderate Disponibilit Moderate di ossigeno Tessitura Severe Calcare attivo Da assenti o molto lievi a severe Salinit Da moderate a severe

sorbo domestico e varie specie di tiglio; * la presenza di orizzonti di suolo saturi dacqua, che in qualche periodo dellanno si trovano anche a profondit di 60-80 centimetri, in grado di limitare lespansione e la profondit delle radici. Il contenuto di argilla determina la formazione di crepacciature che possono danneggiare le radici delle piante e favorire la perdita di acqua per evaporazione. Il Catalogo regionale dei suoli della pianura emiliano-romagnola valuta per la crescita di noce e ciliegio da legno limitazioni moderate/severe per i suoli del tipo Risaia del Duca argilloso-limosa (tab. 4). Anche in questa scheda vediamo lapplicazione pratica di due piani di concimazione: per la barbabietola da zucchero, relativo allarea omogenea IV caratterizzata da un suolo di tipo B e per la vite nellarea omogenea II, con suolo di tipo A.

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SCHEDA SCHEDA 2 2
AREA OMOGENEA IV

ESEMPIO DI PIANO DI CONCIMAZIONE DELLA BARBABIETOLA DA ZUCCHERO


Dati necessari per la stesura del piano di concimazione
1 - Caratteristiche chimico fisiche del terreno Parametro Sabbia Limo (%) (%) Valore 2 41 Giudizio Argilloso-limoso (fine)

Argilla (%) 57

pH 7,6 Sub alcalino

CaCO3 (%) 9 Medio

Sost. org. (%) 2,3 Normale

Azoto tot. (g/kg) 1,7 Elevato

P2O5 (ppm) 29 Basso

K2O (ppm) 518 Molto elevato

Dalle caratteristiche chimico-fisiche si ricava che: il peso specifico apparente del suolo, trattandosi di un terreno di tessitura fine, stimato pari a 1,2; il rapporto (C/N) tra il carbonio e lazoto 7,8 ed valutato come basso.
2 - Dati agronomici e meteorologici Resa ipotizzata per la barbabietola Asportazioni unitarie della barbabietola Condizioni del terreno allimpianto Coltura precedente (precessione) Piovosit autunno-invernale (dal 1 ottobre al 31 gennaio)

60 tonnellate/ettaro Azoto=2,7; P2O5=0,9; K2O=3,04 (chilogrammi/tonnellata) Non ben preparato (compattato) Grano tenero con paglia interrata 320 millimetri

Bilancio semplificato dellazoto Per la stima di Np e Nm si fa riferimento ad una profondit del terreno di 20 centimetri, pari a un volume di terreno di 2.000 metri cubi ed ad un peso di 2.400 tonnellate.
PARAMETRO Na (azoto necessario alla coltura) Perdite per lisciviazioni in autunno-inverno Nr (azoto immobilizzato a causa della precessione) Totale uscite Np (azoto pronto) Nm (mineralizzazione della sostanza organica) (1) KG/HA 162 41 30 233 41 28 NOTE Ottenuti moltiplicando la resa prevista (60 tonnellate) per lassorbimento unitario (2,7 chilogrammi) Tutto Np (azoto pronto) perso per piogge superiori a 250 millimetri Effetto negativo della precessione Quantit calcolata come 1% dellazoto totale; valore ricavato dalla tabella n. 8 dei disciplinari di produzione integrata Quantit calcolata utilizzando un coefficiente di mineralizzazione della S.O. dell1,5% (valido per un terreno di tessitura fine con rapporto C/N basso); valore ricavato dalla tabella n. 9 dei disciplinari di produzione integrata Differenza tra uscite ed entrate

Totale entrate Da apportare coi fertilizzanti

69 233 - 69 = 164

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I SUPPLEMENTI DI

Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

SCHEDA SCHEDA 2 2
Concimazione fosfatica
PARAMETRO Asportazione della barbabietola Arricchimento del terreno KG/HA 54 7 NOTE Ottenuti moltiplicando la resa prevista (60 tonnellate) per lassorbimento unitario (0,9 chilogrammi) Quantit calcolata per un volume di terreno di 3.000 metri cubi (30 centimetri di profondit) e volendo elevare il tenore di P2O5 di 1 parte per milione, da 29 del dato di analisi a 30 parti per milione, che rappresenta la soglia di normalit per un terreno con tessitura fine Somma delle asportazioni ed arricchimento

Da apportare coi fertilizzanti

61

Concimazione potassica
PARAMETRO Asportazione della barbabietola Perdite per lisciviazione Da apportare coi fertilizzanti KG/HA 182 10 0 NOTE Ottenuta moltiplicando la resa prevista (60 tonnellate) per lasportazione unitaria (3,04 chilogrammi/tonnellata) Perdita stimata in funzione del contenuto di argilla del terreno Non occorre apportare potassio, perch il terreno ha una dotazione di tale elemento molto elevata

NOTE 1) Le quantit di elemento ipoteticamente disponibili nel corso dellintero anno sono state ridotte del 33% (coefficiente tempo della barbabietola = 0,67).

Anche in questo caso, dal calcolo del piano di concimazione, si vede che il potassio nel terreno alla fine del ciclo colturale diminuito, perch rispetto al contenuto elevato di 518 p.p.m., come ricavato dai dati agronomici e meteorologici di partenza, ed in assenza di concimazione organica, la coltura ne utilizza 192 (182 di asportazioni e 10 di perdite di lisciviazione). Il terreno ha quindi calato la sua dotazione di potassio che per altro rimane comunque sempre ampiamente disponibile ma di questo fattore, occorre tener conto nel bilancio dellanno seguente.

(Foto Diateca Agricoltura)

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I SUPPLEMENTI DI

Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

SCHEDA SCHEDA 2 2
AREA OMOGENEA II

ESEMPIO DI PIANO DI CONCIMAZIONE DELLA VITE


Dati necessari per la stesura del piano di concimazione
1 - Caratteristiche chimico fisiche del terreno Parametro Sabbia Limo Argilla (%) (%) (%) Valore 20 56 24 Giudizio Franco-limoso (medio impasto) pH 7,9 Sub alcalino CaCO3 t(%) 11 Ben dotato Sost. org. (%) 1,7 Normale Azoto tot. (g/kg) 1,2 Normale P2O5 (ppm) 26 Normale K2O (ppm) 286 Molto elevato

Dalle caratteristiche chimico-fisiche si ricava che: il peso specifico apparente del suolo, trattandosi di un terreno di tessitura media, stimato pari a 1,3; il rapporto (C/N) tra il carbonio e lazoto 8,2 ed valutato come basso.
2 - Dati agronomici e coefficienti da utilizzare nei calcoli Resa ipotizzata in uva per la vite Asportazioni da parte dei soli frutti Quota di base concimazione azotata Coefficiente per compensazione perdite della concimazione azotata Coefficiente correttivo per considerare le quantit di P2O5 e K2O che si localizzano nel legno e nelle foglie

18 tonnellate/ettaro Azoto=2,5; P2O5=0,69; K2O=3 (chilogrammi/tonnellata) 30 chilogrammi/ettaro 1,2 P2O5= 2; K2O=1,6

Concimazione azotata Il fabbisogno di azoto della coltura va stimato utilizzando la seguente espressione: Fabbisogno di N (kg/ha) = [(produzione ipotizzata x asportazione unitaria frutti) + quota base] x coefficiente di compensazione delle perdite In questo esempio si stima un fabbisogno di 90 chilogrammi/ettaro di azoto, poich si ha: (18 x 2,5 + 30) x 1,2 = 90 La quantit da distribuire per solo di 60 chilogrammi/ettaro di azoto perch il disciplinare di produzione integrata non ammette, per la vite, di superare annualmente tale apporto.

Concimazione fosfatica e potassica Il fabbisogno della coltura deve essere stimato utilizzando la seguente espressione: Fabbisogno (kg/ha) = (produzione ipotizzata x asportazione unitaria frutti) x coefficiente correttivo Per il fosforo si ottengono 25 chilogrammi/ettaro di P2O5 mentre per il potassio 86 chilogrammi/ettaro di K2O.Tali quantitativi coprono le asportazioni della coltura e corrispondono alla cosiddetta concimazione di mantenimento . Per quanto riguarda il fosforo, al quantitativo sopra calcolato occorre aggiungere 10 chilogrammi, perch la dotazione del terreno risulta, anche se di poco, insufficiente ed quindi opportuno arricchirla. L apporto complessivo di 35 kg/ha di P2O5.

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I SUPPLEMENTI DI

Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

(Foto Diateca Agricoltura)

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I SUPPLEMENTI DI

Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

SCHEDA SCHEDA 3 3 FERTILIZZAZIONE FERTILIZZAZIONE IN IN UNAZIENDA UNAZIENDA DELLA DELLA PIANURA PIANURA SUD SUD ORIENTALE ORIENTALE BOLOGNESE A PRODUZIONE BOLOGNESE A PRODUZIONE INTEGRATA INTEGRATA

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I SUPPLEMENTI DI

Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

SCHEDA SCHEDA 3 3
Lazienda Rio Valle ubicata a Poggio Grande, nel territorio comunale di Castel San Pietro (BO), si trova a quote comprese tra i 49 ed i 50 metri sul livello del mare e si estende su di una superficie complessiva di circa 9 ettari. situata nella pianura bolognese, in unarea prossima ai primi rilievi collinari. Il limite occidentale dellazienda delimitato dal Rio Magione, mentre il Rio del Molino di Loiano la attraversa in direzione sud-nord delimitando, per una parte del suo corso, il limite aziendale orientale. Entrambi i corsi dacqua scorrono incassati di circa 1-2 metri rispetto al piano di campagna. Lazienda fa parte del Centro interprovinciale sperimentazioni ambientali Mario Neri e viene utilizzata per attivit di sperimentazione agronomica, relativa alle tecniche di agricoltura sostenibile su colture erbacee ed orticole da pieno campo. * suoli Rio Valle 3, riconducibili alla tipologia Tegagna franco-argilloso-limosa con legame semplice e parziale, che caratterizzano una fascia di ampiezza variabile lungo il corso del Rio Magione, in direzione sud ovest-nord est (colore giallo).

I suoli aziendali
Nellazienda si rileva una elevata variabilit dei suoli, legata a variazioni nel profilo del suolo, a differenze nel materiale di partenza, alla presenza di aree probabilmente alluvionate in et diverse o disturbate da modeste e successive alluvioni provocate dal Rio Magione. Si possono comunque distinguere tre principali tipologie di suolo come indicato in figura 1: * suoli Rio Valle 1, riconducibili alla tipologia Roncole Verdi argilloso-limosa con legame semplice e parziale, che caratterizzano quasi la met del territorio aziendale (colore marrone); * suoli Rio Valle 2 , riconducibili alla tipologia Medicina argilloso-limosa con legame semplice e parziale, presenti nellappezzamento sud-orientale, delimitato dal Rio del Molino di Loiano e dalla linea identificata da una ex carraia, ora dismessa ed incorporata negli appezzamenti, ma ancora riconoscibile per labbondante pietrosit superficiale (colore arancio);

Fig. 1 Carta dei suoli dellazienda Rio Valle.


Di seguito si riportano le schede del Catalogo dei suoli di pianura della Regione Emilia-Romagna relative alle tipologie di suolo prevalenti nellazienda Rio Valle. Nellazienda Rio Valle la distribuzione delle colture, erbacee ed orticole, si ricollega con la distribuzione dei tre tipi di suolo prevalenti; si individuano quindi tre unit omogenee di gestione: A, B e C. Lunit A che ricade in suoli Rio Valle 3 (Tegagna) ed in parte in suoli Rio Valle 2 (Medicina), quella presa in esame per esempio di piano di concimazione relativo alla patata (pagina 48), coltura orticola tipica di questo territorio.

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SCHEDA SCHEDA 3 3
I suoli Roncole Verdi
QUALIT AGRONOMICHE DEL SUOLO I suoli Roncole Verdi sono condizionati principalmente dal contenuto in argilla, che ne influenza il comportamento fisico-meccanico e nei confronti dellacqua. Questi suoli hanno una buona capacit di trattenere gli elementi. La profondit utile per le radici delle piante molto elevata (pi di 150 centimetri) sopra strati compatti a forte componente argillosa. Il rischio di incrostamento superficiale assente. La fessurabilit media. La resistenza meccanica alle lavorazioni elevata per lalto contenuto di argilla. Il tempo di attesa per le lavorazioni lungo.
(Foto Diateca Agricoltura)

La percorribilit moderata per lelevato rischio di sprofondamento. La permeabilit del suolo lenta (superiore a 0,035 centimetri/ora). La capacit in acqua disponibile moderata o alta. La disponibilit di ossigeno da moderata a buona. La capacit di accettazione delle piogge molto alta. La capacit depurativa molto alta. Il calcare attivo varia dal 2 al 14 per cento. La salinit assente. La sodicit assente. L inondabilit rara (solo a 5 volte in 100 anni).

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SCHEDA SCHEDA 3 3

I suoli Medicina
QUALIT AGRONOMICHE DEL SUOLO I suoli Medicina sono condizionati dallelevato contenuto in argilla e dalla moderata disponibilit di ossigeno. Possiedono inoltre una buona capacit di trattenere gli elementi chimici e non presentano problemi nutrizionali specifici. La profondit utile per le radici elevata. Il rischio di incrostamento superficiale assente. La resistenza meccanica alle lavorazioni moderata o elevata e il tempo di attesa per la loro esecuzione medio o lungo. La percorribilit moderata o discreta. La permeabilit bassa. La capacit in acqua disponibile moderata o alta. La disponibilit di ossigeno moderata. La capacit di accettazione delle piogge moderata. La capacit di scambio cationico alta ed il complesso di scambio saturato in gran parte da cationi bivalenti. La capacit depurativa molto alta. Il calcare attivo basso in superficie e moderato in profondit. La salinit assente. La sodicit assente. ALCUNI CONSIGLI PER LA CONDUZIONE AGRONOMICA E LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE Sistemazione e coltivazione. Una corretta regimazione delle acque in eccesso e una gestione oculata delle pratiche di lavorazione, sono necessarie per garantire elevati livelli di produttivit. Questo suolo si avvantaggia di sistemi che facilitino leliminazione delle acque in eccesso, attraverso emungimenti sotterranei (ad esempio: drenaggio tubolare e aratro talpa). La distanza tra i tubi drenanti, posti alla profondit di 80-100 centimetri, pu essere di 8-12 metri. Sono necessarie, in assenza di drenaggi sotterranei, sistemazioni con affossature e baulature, che consentano un rapido smaltimento delle acque. Si consiglia di prestare attenzione al mantenimento dellefficienza dei fossi, attraverso scelte oculate riguardo al loro volume (almeno 300 metri cubi/ettaro), alla loro interdistanza (circa 20 metri). Malgrado queste tecniche, i periodi in cui svolgere le lavorazioni del suolo, in condizioni di umidit ottimali, sono pochi. Sono infatti necessari 6-8 giorni di attesa, per entrare in campo ed effettuare le lavorazioni, dopo piogge che hanno portato il suolo a superare la capacit di campo. Scelta delle colture. Non ci sono limitazioni significative alla attuazione di colture erbacee e vite, mentre le colture arboree possono essere limitate a causa dellelevato contenuto in argilla, della moderata disponibilit di ossigeno, per la dinamicit del suolo e lelevato contenuto, in profondit, di calcare attivo. quindi opportuno orientare la scelta dei portinnesti verso quelli con maggiore resistenza al calcare attivo e verso le combinazioni (variet/portinnesto) con maggior resistenza agli eccessi di umidit che danno un buon vigore vegetativo. Sono tuttavia sconsigliate, per le eventuali difficolt legate alla percorribilit del campo, le colture che richiedano tempestivit di raccolta (pisello da industria, ecc.).

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SCHEDA SCHEDA 3 3

La tecnica irrigua deve necessariamente considerare la bassa permeabilit di questi suoli essi sono di solito a lento inumidimento si consiglia quindi di somministrare gli apporti idrici prima che sia raggiunto un elevato grado di essiccamento, con relativa fessurazione del suolo. perci necessario utilizzare turni irrigui ravvicinati, con volumi di adacquamento ridotti, a partire da quando il contenuto di umidit del suolo intorno al 40-50 per cento dellacqua disponibile. Non vi sono limitazioni nella scelta dei concimi. Gli apporti di sostanza organica non nei periodi di saturazione idrica migliorano la struttura del terreno ed agevolano lallontanamento delle acque in eccesso. La moderata disponibilit in ossigeno pu influenzare negativamente i processi di mineralizzazione della sostanza organica. In tali condizioni sconsigliata la distribuzione al suolo di liquami zootecnici, per possibile inquinamento delle acque superficiali e si pu anche abbassare lefficienza globale della concimazione, a causa delle perdite di azoto gassoso.

(Foto DellAquila)

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SCHEDA SCHEDA 3 3

I suoli Tegagna
QUALIT AGRONOMICHE DEL SUOLO I suoli Tegagna sono condizionati dallelevato contenuto in limo che ne influenza il comportamento fisico-idrologico. Questi suoli hanno una buona capacit di trattenuta di elementi chimici e non presentano specifici problemi nutrizionali. La profondit utile per le radici delle piante elevata. Il rischio di incrostamento superfi- (Foto Diateca Agricoltura) ciale di solito forte o moderato, assente solo in condizioni di buona dotazione di sostanza organica e con tessitura moderatamente fine (argilla superiore al 30 per cento). La resistenza meccanica alle lavorazioni scarsa o moderata e il tempo di attesa per la loro esecuzione breve o medio. La percorribilit buona o discreta. La permeabilit media. La capacit in acqua disponibile alta. La disponibilit di ossigeno buona. La capacit di accettazione delle piogge molto alta. La capacit di scambio cationico alta ed il complesso di scambio saturato in gran parte da cationi bivalenti. La capacit depurativa molto alta. Il calcare attivo basso in superficie e moderato oltre i 90-100 centimetri di profondit. La salinit assente. La sodicit assente. ALCUNI CONSIGLI PER LA CONDUZIONE AGRONOMICA E LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE Sistemazione e coltivazione. Per facilitare lo sgrondo delle acque in eccesso opportuno curare lefficienza della rete scolante. Sono consigliate periodiche scarificature, da effettuarsi ad una profondit superiore a quella adottata per le arature, per incidere uneventuale suola e facilitare cos linfiltrazione in profondit dellacqua. La lavorazione del suolo troppo bagnato provoca la formazione di piccole zolle compatte che richiedono alcune stagioni per la loro disgregazione. Se nella frazione fine del terreno predomina nettamente la componente di limo, sono sconsigliate le lavorazioni con organi rotanti, in condizioni di suolo asciutto, per evitare la formazione di polveri. Sono necessari dai 3 ai 5 giorni di attesa (in funzione del contenuto in argilla nella parte superiore del suolo) per effettuare le lavorazioni, dopo le piogge che hanno portato il suolo a superare la capacit di campo. Scelta delle colture. Non sussistono limitazioni si-

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SCHEDA SCHEDA 3 3

gnificative per le colture erbacee ed arboree. Sono consigliate specie agrarie a maggior forza germinativa, in particolare per le colture di secondo raccolto, per evitare fallanze in caso di incrostamento superficiale. Non esistono particolari problemi di tecnica irrigua. Nei casi in cui la netta predominanza della componente limosa nella frazione fine si associa a bassi tenori in sostanza organica, si assiste ad un aumento della possibilit di formazione di croste superficiali. In questi casi si consiglia di scegliere sistemi di adacquamento e portate che evitino un effetto battente sulla superficie del suolo. Particolari cautele sono richieste, specialmente nel periodo estivo ed in caso di irrigazioni di soccorso dopo le semine di colture di secondo raccolto, per evita(Foto Riccioni)

re che le piantine abbiano difficolt di emergenza. Fertilizzazione. La scelta dei concimi si deve orientare su quelli alcalini e/o ricchi di calcio, per evitare possibili rischi di acidificazione del suolo. Sono consigliati apporti di sostanza organica che, migliorando la struttura, riducono il rischio di formazione di croste superficiali. La buona disponibilit in ossigeno influenza positivamente la mineralizzazione della sostanza organica. A causa dei limitati valori di infiltrabilit dellacqua nel suolo, in condizioni di incrostamento superficiale, ed al fine di ridurre i rischi di ruscellamento dei liquami zootecnici in acque superficiali, sono consigliate tecniche indirizzate al frazionamento degli apporti, alla rottura delle croste ed, eventualmente, allinterramento di tali materiali.

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SCHEDA SCHEDA 3 3
AREA OMOGENEA A
ESEMPIO DI PIANO DI CONCIMAZIONE DELA PATATA

Dati necessari per la stesura del piano di concimazione


1 - Caratteristiche chimico fisiche del terreno Parametro Sabbia Limo Argilla (%) (%) (%) Valore 16 51 33 Giudizio Franco-limoso-argilloso (medio impasto) 2 - Dati agronomici e meteorologici Resa ipotizzata per la patata Asportazioni unitarie della patata Condizioni del terreno allimpianto Coltura precedente (precessione) Piovosit autunno-invernale (dal 1 ottobre al 31 marzo) pH 8,1 Sub alcalino CaCO3 (%) 4 Medio Sost. org. (%) 1,7 Normale Azoto tot. (g/kg) 1,2 Normale P2O5 (ppm) 56 Elevato K2O (ppm) 170 Normale

45 tonnellate/ettaro Azoto=4; P2O5=1,5; K2O=6 (chilogrammi/tonnellata) Ben preparato (aerato) Grano tenero con paglia interrata 245 millimetri KG/HA 180 16 30 226 32 NOTE Ottenuti moltiplicando la resa prevista (45 tonnellate) per lassorbimento unitario (4 chilogrammi) Il 50% Np (azoto pronto) perso per la pioggia autunno-invernale Effetto negativo della precessione colturale Quantit calcolata per un terreno di medio impasto con un contenuto in azoto totale pari a 1,2 (g/kg); valore ricavato dalla specifica tabella 8 (parte generale) dei disciplinari di produzione Quantit calcolata per un terreno di medio impasto che ha un contenuto di S.O. dell1,7% e un rapporto C/N basso; valore ricavato dalla tabella 9 (parte generale), dei disciplinari di produzione Differenza tra uscite ed entrate

Bilancio semplificato dellazoto


PARAMETRO Na (assorbimento di azoto della patata) Perdite per lisciviazioni in autunno-inverno Nr (azoto immobilizzato a causa della precessione) Totale uscite Np (azoto pronto)

Nm (mineralizzazione della sostanza organica) (1)

33

Totale entrate Azoto da apportare coi fertilizzanti

65 226 + 65 = 161

Concimazione fosfatica
PARAMETRO Asportazione fosfatica della patata Da apportare coi fertilizzanti KG/HA 67,5 50 NOTE Ottenuta moltiplicando la resa prevista (45 tonnellate) per lassorbimento unitario (1,5 chilogrammi) Non comunque possibile superare i 50 chilogrammi/ettaro di P2O5, come indicato dai disciplinari di produzione integrata, perch la dotazione del terreno elevata NOTE Ottenuta moltiplicando la resa prevista (45 tonnellate) per l assorbimento unitario (6 chilogrammi) Concimazione di mantenimento che reintegra le uscite dellelemento del terreno

Concimazione potassica
PARAMETRO Asportazione della patata Perdite per lisciviazione Da apportare coi fertilizzanti KG/HA 270 10 280

NOTE 1) Le quantit di elemento disponibile, derivante dai processi di mineralizzazione a cui soggetta la materia organica in un anno, sono state moltiplicate per 0,75 (coefficiente tempo della patata).

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SCHEDA SCHEDA 4 4 FERTILIZZAZIONE FERTILIZZAZIONE IN IN UNAZIENDA UNAZIENDA DELLALTA DELLALTA PIANURA PIANURA PIACENTINA PIACENTINA AD AGRICOLTURA BIOLOGICA AD AGRICOLTURA BIOLOGICA

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SCHEDA SCHEDA 4 4
(Foto Riccioni)

L azienda considerata localizzata nel territorio comunale di San Giorgio Piacentino (PC) ad unaltitudine variabile tra i 170 e i 200 metri sul livello del mare. La superficie totale di 21,22 ettari; la superficie agricola utilizzata di 19,5 ettari. Lorientamento produttivo presente quello viticolo, che occupa 16,85 ettari di Sau. La restante parte coltivata a seminativo in rotazione (erba medica, grano tenero, orzo e grano duro).

Descrizione dei suoli aziendali


Si sono individuati, con riferimento allarchivio regionale delle serie di suolo, e con le modalit gi illustrate, 3 tipi di suoli principali: * suoli A, simile al suolo Cittadella franco-limosa, 5-10% pendente, ma con un contenuto di argilla maggiore con moderati problemi di drenaggio; * suoli B, suoli Ghiardo franco-limoso, generalmente a tessitura franco-limosa, non calcarei, con moderati problemi di drenaggio;
N W S E

* suoli C, suoli Ghiardo a minore evoluzione e minore disponibilit di ossigeno, generalmente a tessitura franco-argilloso-limosa (argilla circa 35-40%), non calcarei, con moderati problemi di drenaggio. In figura 1 illustrata la diffusione di questi tipi di suoli nellintera Emilia-Romagna.

Unit omogenee di gestione


Nellazienda sono state individuate 4 unit omogenee di gestione, come riportato nella figura 2, che sono descritte sinteticamente nella tabella 1.
I - Suolo B+A - Nuovo impianto di vigneto II - Suolo B - Vigneto III - Suolo B - Colture erbacee avvicendate IV - Suolo C - Vigneto Suolo Cittadella Suolo Ghiardo Limiti Unit Cartografiche

Fig. 1 - Rappresentazione geografica dei suoli Cittadella e Ghiardo nel territorio regionale.
(Fonte: Carta regionale dei suoli dellEmilia-Romagna, scala 1:250.000)

Fig. 2 Unit omogenee di gestione nellazienda di San Giorgio Piacentino (PC).

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SCHEDA SCHEDA 4 4

Tab. 1 - Unit omogenee di gestione dellazienda di San Giorgio Piacentino.

UNIT OMOGENEA DI GESTIONE

TIPO DI SUOLO

ROTAZIONE ED AVVICENDAMENTO COLTURALE

PRATICHE AGRONOMICHE ADOTTATE

Suolo prevalentemente B con presenza, in zone localizzate, del suolo A

II III

Suolo B Suolo B

IV

Suolo C

Allimpianto Scasso a 100-120 centimetri di profondit Esecuzione di fossi profondi circa 20 centimetri Negli anni successivi Scarificatura autunnale ogni 3 anni, nellinterfila, a filari alterni Al bisogno letamazione e vangatura a filari alterni Inerbimento spontaneo dellinterfila Vigneto Come unit I Seminativo in rotazione (erba medica per 3 anni - Aratura a 40-50 centimetri di profondit frumento tenero - orzo o frumento duro) o vangatura Fertilizzazione con borlande e/o letame Vigneto Come Unit I

Impianto di vigneto in corso di realizzazione

Conduzione agronomica aziendale


Sistemazione e conservazione del suolo. Il corretto controllo delle acque in eccesso necessario per garantire livelli di produttivit soddisfacenti, per migliorare laccessibilit e la praticabilit dei campi ed anche per contenere i, seppur modesti, fenomeni di erosione. Il problema principale costituito dalle frequenti riduzioni allinfiltrazione superficiale, causate dalla presenza di crosta e da condizioni strutturali non ottimali. Si hanno quindi ristagni superficiali e la temporanea presenza di sottili livelli di acqua sospesi, a partire dagli strati immediatamente sottostanti a quello lavorato, in particolare nel periodo inverno-inizio primavera.

La creazione di una rete scolante con fossi e scoline poco profonde pu contribuire a risolvere il problema. Anche luso di aratro-talpa o di discissori pu risultare efficace nel migliorare le condizioni generali di drenaggio. Nel caso persistano livelli di saturazione idrica nel suolo, pu essere opportuno adottare sistemi di drenaggio tubolare profondo. Lavorazione del terreno. La lavorazione principale del suolo deve avvenire in condizioni di tempera, poich se il terreno troppo bagnato, si formano zolle compatte, che richiedono alcune stagioni per la loro disgregazione, diminuendo in questo modo lospitalit ottimale per le radici. La vangatura si adatta bene a questi terreni, in quanto allarga le possibilit temporali di lavorazione. Per le lavorazioni secondarie sono da preferire

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SCHEDA SCHEDA 4 4
attrezzi con organi lavoranti che frantumano il terreno ed evitano uno sminuzzamento troppo spinto (erpici, sarchiatrici, scarificatori). Questo specialmente in periodi vicini alle semine, allo scopo di evitare la formazione di polveri e la distruzione della struttura, caratteristica del terreno difficile da recuperare. Nellunit omogenea IV, opportuno programmare con cura gli interventi di lavorazione, poich il tempo di attesa prima dellentrata in campo dopo piogge che saturano il terreno, di almeno 6 giorni. Le dosi di sementi possono essere leggermente aumentate per diminuire i danni della difficile emergenza causati dalla crosta. Una eventuale rullatura preferibile prima della semina, soprattutto in presenza di terreno troppo soffice; se eseguita dopo la semina, si formerebbe infatti facilmente la crosta. Negli impianti arborei pu essere valido linerbimento dellinterfilare, a condizione che si possa irrigare, per migliorare la percorribilit e aumentare il contenuto di sostanze organiche nel suolo. Si consiglia di non eseguire trinciature, bens falciature e rullature dellerba. Scelta delle colture agrarie e forestali. I suoli aziendali non presentano complessivamente importanti limitazioni alla crescita ed alla produzione delle principali colture erbacee praticabili in pianura. Tuttavia, la presenza di temporanee condizioni di saturazione idrica, consiglia una notevole cautela nella scelta delle colture arboree e del portainnesto. Per lo stesso motivo, le colture erbacee possono presentare difficolt di accrescimento degli organi sotterranei, mentre le colture primaverili, in presenza di crosta superficiale, possono incontrare problemi di emergenza. Il Catalogo dei suoli della pianura emiliano-romagnola della Regione Emilia-Romagna valuta per la coltura della vite limitazioni moderate/severe per i suoli di tipo Ghiardo franco-limosa (tab. 2).

Tab. 2 - Limitazioni alla coltura della vite per i suoli Ghiardo franco-limoso.

PORTAINNESTI

CARATTERISTICHE DEL SUOLO

LIMITAZIONI

420A 110 Richter Kober 5BB SO4 Teleki 5C 225 Ruggeri 140 Ruggeri

Reazione (pH) Disponibilit di ossigeno Reazione (pH) Salinit Tessitura Reazione (pH)

Moderate Moderate Moderate Da moderate a severe Da assenti a molto moderate Da assenti o molto lievi a moderate Da assenti o molto lievi a moderate Da assenti o molto lievi a moderate Moderate Da moderate a severe

1103 Paulsen

Tessitura Reazione (pH)

3309 Courdec

Reazione (pH) Salinit

Le temporanee condizioni di saturazione idrica determinano limitazioni anche per la crescita delle specie forestali quali noce, ciliegio e frassino maggiore. Il suolo pu rimanere bagnato, durante la stagione vegetativa delle piante, per un periodo abbastanza lungo, tale da limitarne moderatamente la crescita. Per tali motivi i suoli Ghiardo richiedono prudenza nella realizzazione di impianti di arboricoltura da legno a finalit produttiva, mentre non sussistono limitazioni rilevanti per limpianto di boschi permanenti. Il Catalogo dei suoli della pianura emiliano-romagnola della Regione Emilia-Romagna valuta per la crescita di noce e ciliegio da legno limitazioni moderate/severe per i suoli ascrivibili alla tipologia Ghiardo franco-limosa (tab. 3).

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SCHEDA SCHEDA 4 4
Tab. 4 - Analisi chimico-fisiche dellunit omogenea di gestione II nellazienda di San Giorgio Piacentino
PROFONDIT 0-30 cm 30-60 cm

Tab. 3 - Limitazioni alle colture di ciliegio e noce da legno nei suoli Ghiardo.

SPECIE FORESTALI

CARATTERISTICHE DEL SUOLO

LIMITAZIONI

ANALISI

Ciliegio Noce (Juglans regia)

Disponibilit di ossigeno Disponibilit di ossigeno

Moderate Moderate

Gestione della fertilit nellunit omogenea II


Nelle schede relative alle aziende che seguono le indicazioni dellagricoltura biologica, prendiamo in esame, con maggiore dettaglio, non una specifica coltura ma una delle unit omogenee di gestione presenti in azienda. In questo caso, in tabella 4, sono riportati i valori di analisi relativi allunit omogenea di gestione II che si trova su di un suolo di tipo B e che comprende la maggior parte del territorio aziendale. Di seguito sono poi riportate le indicazioni necessarie per una corretta fertilizzazione. La dotazione di sostanza organica (1,4%) riscontrata in azienda bassa. Le tecniche colturali adottate (inerbimento, trinciatura dei sarmenti in campo e lapporto ogni tre anni di 200 quintali/ettari di letame maturo compostato in azienda), dovrebbero consentire il mantenimento del livello di sostanza organica presente, evitare la formazione della crosta, elevare la stabilit della struttura e contribuire ad incrementare la capacit di ritenzione idrica. Per avere un auspicabile incremento del livello di sostanza organica andrebbero per aumentati gli apporti.

Sabbia totale (50-2.000 micron) Limo totale (2-50 micron) Argilla (inferiore a 2 micron) pH CaCo3 totale (%) CaCo3 attivo (%) Sostanza organica (%) K2O assimilabile (mg/kg) P2O5 assimilabile (mg/kg) Azoto totale (per 1.000)

8 70 22 6,1 0 0 1,4 96 15 1,0

9 66 25 6,3 4 3 0,9 58 10 0,8

Nei terreni dellunit omogenea (suoli tipo B Ghiardo franco-limoso) sono consigliati apporti di concimi a veloce mineralizzazione: per cui sono ottimali le borlande utilizzate in primavera e in autunno, in ragione di 50 quintali/ettaro. Per ridurre le perdite di azoto sotto forma ammoniacale, opportuno interrare tutti i concimi e gli ammendanti organici distribuiti. La dotazione di fosforo riscontrata con lanalisi bassa: data la reazione subacida del terreno, i concimi minerali fosfatici utilizzabili sono il fosfato naturale tenero e le fosforiti, preferibili alle scorie Thomas. Per contenere il possibile apporto di metalli pesanti si consiglia di miscelare i concimi minerali con letame in corso di maturazione, od altri materiali organici in fase di compostaggio. Anche la dotazione di potassio bassa; andrebbero effettuate concimazioni con solfato potassico-magnesiaco (Patentkali) in ragione di 3-4

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SCHEDA SCHEDA 4 4
quintali/allettaro allanno. A causa dei limitati valori di infiltrabilit (durante alcuni periodi dellanno) e delle seppur deboli pendenze, per ridurre i rischi di ruscellamen(Foto Bertuzzi)

to dei liquami zootecnici in acque superficiali sono consigliati il frazionamento degli apporti, la rottura delle croste e, se possibile, linterramento dei materiali.

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SCHEDA SCHEDA 5 5 FERTILIZZAZIONE FERTILIZZAZIONE IN IN UNAZIENDA UNAZIENDA DELLA DELLA PIANURA PIANURA REGGIANA REGGIANA AD AGRICOLTURA AD AGRICOLTURA BIOLOGICA BIOLOGICA

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SCHEDA SCHEDA 5 5
Lazienda considerata in questo caso si trova a Praticello di Gattatico (RE), ad una altitudine variabile tra 34 e 40 metri sul livello del mare. La superficie totale di 21 ettari; la superficie agricola coltivata di 18,64 ettari. Lorientamento produttivo cerealicoloforaggero-viticolo.

Aree omogenee di gestione


Nellazienda sono state individuate 3 unit omogenee di gestione, come riportato nella figura 2 e descritte sinteticamente nella tabella 1.
I - Suolo A - Colture erbacee avvicendate II - Suolo A - Colture arboree e vite III - Suolo B - Colture erbacee avvicendate Urbano

Descrizione dei suoli aziendali


Si sono individuati 2 tipi di suoli principali, ambedue riferiti al tipo di suolo Cataldi tessitura francoargillosa-limosa (argilla circa 35%), moderatamente calcarei o calcarei in superficie e calcarei o molto calcarei in profondit. Nel suolo A vi sono moderati problemi di drenaggio e pendenza generalmente tra 0,1 e 0,2 per cento; nel suolo B i problemi di drenaggio sono lievi e la pendenza tra il 5 e il 10 per cento. Nella figura 1 riportata la diffusione del suolo Cataldi nel territorio regionale.

Fig. 2 Unit omogenee di gestione nellazienda di Gattatico (RE).


(Foto Malossini)

"
S

Suolo Cataldi Limiti Unit Cartografiche

Fig. 1 - Rappresentazione geografica dei suoli Cataldi nel territorio regionale.


(Fonte: Carta regionale dei suoli dellEmilia-Romagna, scala 1:250.000)

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SCHEDA SCHEDA 5 5

Tab. 1 - Unit omogenee di gestione dellazienda di Gattatico.

UNIT OMOGENEA DI GESTIONE

TIPO DI SUOLO

ROTAZIONE ED AVVICENDAMENTO COLTURALE

PRATICHE AGRONOMICHE ADOTTATE

Suolo A prevalente

Seminativo in rotazione: erba medica per 2-3 anni, frumento, sovescio intercalare, pomodoro, frumento, sovescio intercalare, pomodoro, frumento Vite o frutticole

II

Suolo A

III

Suolo B

Come unit I

Aratura a 35 centimetri e successive lavorazioni solamente con attrezzi dentati Letamazione prima del pomodoro (400 quintali/ettaro) e concimazione con pollina (12 quintali/ettaro) in copertura su pomodoro Inerbimento spontaneo e seminato su tutta la superficie Letamazione su vite (400 quintali/ettaro) ogni 4 anni Come unit I

Conduzione agronomica aziendale


Sistemazione e conservazione del suolo. Il controllo delle acque in eccesso talvolta necessario per garantire livelli di produttivit soddisfacenti e/o per migliorare laccessibilit e la praticabilit dei campi. Si possono infatti verificare fenomeni di ristagno superficiale, in seguito alla formazione di una suola di lavorazione e/o alla preparazione non ottimale del suolo, ma anche ristagno profondo (in genere superiori a 80 centimetri), in particolare nel periodo inverno-inizio primavera, dovuti alla presenza di acqua di provenienza meteorica. Le sistemazioni da adottare prevedono lesecuzione di baulature dei campi e lapertura di fossi di scolo profondi. Lavorazione del terreno. La lavorazione principale del suolo con rivoltamento deve avvenire in condizioni di tempera, in quanto se il terreno troppo bagnato si formano zolle compatte, dure e coesive allo stato secco, che richiedono successivi interventi.

Si consiglia di ridurre la frequenza delle arature. Nel caso in cui sia necessario incidere leventuale suola di aratura e facilitare linfiltrazione in profondit dellacqua, si pu procedere alla lavorazione a 2 strati (aratura a 30 centimetri + ripuntatura a 50 centimetri). Periodiche scarificature o rippature da effettuarsi a profondit superiori a quella adottata per le arature possono costituire, per questi suoli, pratiche agricole efficaci. Per le lavorazioni secondarie sono da preferire attrezzi con organi lavoranti che frantumano il terreno ed evitano un amminutamento troppo spinto (erpici, sarchiatrici, scarificatori) eseguite in periodi vicini alle semine, allo scopo di evitare la formazione di polveri e la distruzione della struttura del terreno. Per migliorare la percorribilit e aumentare il contenuto di sostanze organiche nel suolo, negli impianti arborei bene adottare linerbimento permanente dellinterfilare, a condizione che si possa irrigare, oppure mantenerlo soltanto nel periodo autunnovernino.

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SCHEDA SCHEDA 5 5
Scelta delle colture agrarie e forestali. Non ci sono particolari limitazioni per la crescita e la coltivazione delle colture erbacee. Lassenza di particolari problemi di gestione permette di orientarsi verso variet con cicli medi o lunghi. Neanche le colture di secondo raccolto hanno particolari limitazioni, avendo cura di scegliere specie e variet molto precoci, per liberare il terreno in tempo per effettuare le lavorazioni. Anche per le colture arboree non esistono limitazioni alla crescita. In condizioni di assenza di irrigazione (e quindi con apparati radicali pi profondi) ed in situazioni in cui gli orizzonti a concentrazione elevata di calcare sono pi in superficie, opportuno scegliere portinnesti aventi maggiore resistenza al calcare attivo. Se viene praticata lirrigazione opportuno orientarsi verso portinnesti che inducono un minore sviluppo vegetativo della coltura. I suoli Cataldi non presentano limitazioni rilevanti per la crescita delle principali specie forestali utilizzabili nella pianura emiliano-romagnola. Si possono infatti considerare ottimali per larboricoltura da legno, purch vengano utilizzate specie di provenienza locale pi adatte a tale clima . Tab. 2 - Analisi chimico-fisiche dellunit omogenea di gestione dellazienda di Gattatico.
PROFONDIT 0-30 cm 30-60 cm

ANALISI

Sabbia totale (50-2.000 micron) Limo totale (2-50 micron) Argilla (inferiore a 2 micron) pH CaCo3 totale (%) CaCo3 attivo (%) Sostanza organica (%) K2O assimilabile (mg/kg) P2O5 assimilabile (mg/kg) Azoto totale (per 1.000)

8 60 32 7,9 21 11 2,5 408 59 1,7

7 58 35 8,1 16 10 1,5 288 22 1,3

Gestione della fertilit nellarea omogenea II


Le analisi (vedi tab. 2) evidenziano che la dotazione di sostanza organica buona (2,5%) nei primi 30 centimetri ed ancora sufficiente (1,5%) nei successivi 30 centimetri. Calcolando il bilancio umico in maniera semplificata, si pu dedurre che le pratiche adottate, quali li-

nerbimento permanente, la trinciatura dei sarmenti in campo, lapporto annuo medio di 100 quintali di letame permettono la conservazione o un lieve aumento del quantitativo di humus nel suolo. La sostanza organica libera ogni anno una rilevante quantit di azoto (pi di 60 chilogrammi/ettaro), come si vede anche dallanalisi. Perci sono sconsigliati ulteriori apporti azotati. da consigliare lutilizzo di letame molto maturo o compostato per migliorare la struttura, evitare la formazione della crosta, aumentare la porosit e la capacit di ritenzione idrica del terreno. Per ridurre le perdite di azoto sotto forma ammoniacale opportuno interrare tutti i concimi e gli ammendanti organici distribuiti. Le elevate dotazioni di fosforo e potassio sconsigliano qualunque apporto.

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I SUPPLEMENTI DI

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SCHEDA SCHEDA 6 6 FERTILIZZAZIONE FERTILIZZAZIONE IN IN UNAZIENDA UNAZIENDA DELLA DELLA COLLINA COLLINA MODENESE MODENESE AD AGRICOLTURA AD AGRICOLTURA BIOLOGICA BIOLOGICA

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SCHEDA SCHEDA 6 6
Lazienda considerata in questo esempio ubicata nel comune di Serramazzoni (MO), ad unaltitudine variabile tra 550 e 650 metri sul livello del mare. La superficie totale di 100 ettari; la superficie agricola utilizzata di 98,17 ettari. Lorientamento produttivo cerealicolo-foraggero-zootecnico. non riconducibili a nessun tipo di suolo indicato nellarchivio regionale, generalmente a tessitura argillosa (argilla circa 50%), molto calcarei, con moderati problemi di drenaggio; * suoli C, simile a suolo Caminelli, generalmente a tessitura franco-argilloso-limosa (argilla circa 30%), moderatamente calcarei in superficie e molto calcarei in profondit, con moderati problemi di drenaggio. In figura 1 illustrata la distribuzione dei suoli Migliori e Caminelli, nel territorio regionale.

Descrizione dei suoli aziendali


Si sono individuati, con riferimento allarchivio regionale delle serie di suolo, 3 tipi di suoli principali: * suoli A, simile a suolo Migliori, generalmente a tessitura argillosa (argilla circa 50%), molto calcarei, con moderati problemi di drenaggio; * suoli B, suoli agricoli moderatamente profondi,

Unit omogenee di gestione


Nellazienda Serramazzoni sono state individuate 3 unit omogenee di gestione come riportato nella figura 2 e descritte sinteticamente nella tabella 1.

Fig. 1 - Rappresentazione geografica del tipo di suoli rilevati nellazienda di Serramazzoni (MO) nel territorio regionale. N
W S E

Fig. 2 - Unit omogenee di gestione nellazienda di Serramazzoni (MO).

Suoli Migliori e Caminelli Limiti Unit Cartografiche

I - Suolo A - Colture erbacee avvicendate II - Suolo B - Colture erbacee avvicendate III - Suolo C - Colture erbacee avvicendate

(Fonte: Carta regionale dei suoli dellEmilia-Romagna, scala 1:250.000)

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SCHEDA SCHEDA 6 6

Tab. 1 - Unit omogenee di gestione dellazienda di Serramazzoni.

UNIT OMOGENEA DI GESTIONE

TIPO DI SUOLO

ROTAZIONE ED AVVICENDAMENTO COLTURALE

PRATICHE AGRONOMICHE ADOTTATE

Suolo A prevalente

Seminativo in avvicendamento Aratura a rittochino a 25-30 centimetri oppure (medica consociata o in purezza per 5-7 anni, vangatura orzo o frumento tenero o erbai di mais oppure avena) Scoline nei punti pi bassi Concimazioni Letamazioni (300 quintali/ettaro) su colture annuali Stallatico compostato (6 quintali/ettaro) su orzo Scorie Thomas (9 quintali/ettaro) su foraggere nuove

Anche per le unit omogenee II e III, pure essendo diverso il tipo di suolo, si sono adottate le stesse indicazioni di pratiche agronomiche, essendo uguale lavvicendamento colturale.

Conduzione agronomica aziendale


I suoli dellazienda di Serramazzoni sono interessati dalla contemporanea presenza di processi erosivi per azione dellacqua e della gravit (anche se i movimenti di massa sono poco estesi). Pertanto possono sostenere soltanto indirizzi colturali estensivi, con obiettivi di conservazione del territorio quali la coltivazione a prato, a pascolo permanente o rotazione con ampia presenza di leguminose. Tale condizione vale purch si provveda alla costante regimazione delle acque superficiali e profonde e alla sistemazione dei versanti. Sistemazione e conservazione del suolo. Le opere di sistemazione e di regimazione delle acque devono essere effettuate tenendo conto del rischio maggiore: * quando prevalgono i fenomeni franosi le acque profonde andrebbero allontanate rapidamente con opere di drenaggio e andrebbe ridotta linfiltrazione nel suolo delle acque superficiali; * quando prevalgono i fenomeni erosivi dovuti allacqua, dovrebbe essere interrotto o rallentato lo scorri-

mento delle acque superficiali e favorita linfiltrazione. In ogni caso opportuno: introdurre il prato permanente negli appezzamenti con pendenza superiore al 30 per cento, limitando agli appezzamenti meno ripidi la presenza delle colture annuali; ridurre la lunghezza degli appezzamenti mediante lapertura di fossi acquai obliqui o trasversali e di fossi e scoline permanenti. Lavorazione del terreno. Le lavorazioni a rittochino e poco profonde sono da preferire, in relazione alla pendenza di questi suoli, ai rischi di erosione (idrica e per movimenti di massa) e ai problemi di drenaggio. comunque necessario contenerne la profondit entro i 25 centimetri e non procedere a lavorazione oltre il 30 per cento di pendenza di un appezzamento. La lavorazione principale del suolo, con rivoltamento dello strato superficiale, deve avvenire in condizioni di tempera, in quanto se il terreno troppo bagnato si formano zolle molto compatte e di grandi dimensioni, che richiedono successivi interventi, anche con macchine di elevata potenza. Una buona struttura del terreno pu essere recuperata solo dopo

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SCHEDA SCHEDA 6 6
alcune annate agrarie, se si riprende a operare in condizioni di umidit del suolo corrette. Anche la pratica della vangatura ben si adatta a questi terreni e, tra laltro, allarga le possibilit temporali di lavorazione. opportuno cercare di programmare con cura gli interventi di lavorazione, essendo di almeno 6 giorni il tempo di attesa prima dellentrata in campo dopo piogge che saturano il terreno. Scelta delle colture agrarie e forestali. La pendenza, la disponibilit di ossigeno, la tessitura ed il calcare attivo costituiscono le principali limitazioni alla produzione in collina di alcune colture arboree (albicocco, susino, melo, pero). Il Catalogo dei suoli di collina e montagna della Regione Emilia-Romagna valuta tali limitazioni come moderate/severe per i suoli ascrivibili alle tipologie Migliori e Caminelli (tab. 2). Tab. 2 - Limitazioni per la coltivazione di alcune colture arboree nei suoli Migliori e Caminelli.
COLTURE ARBOREE CARATTERISTICHE DEL SUOLO

La crescita delle principali specie forestali utilizzabili nei boschi permanenti, incontra moderate limitazioni per la scarsa disponibilit di ossigeno. Al contrario, sono severe le limitazioni per ciliegio, noce, frassino maggiore, acero montano. Il pH non idoneo per la Douglasia. Nelleventualit di procedere allimpianto forestale va considerato che il carico potrebbe contribuire ad aggravare i fenomeni di instabilit dei versanti, coinvolgendo il suolo in movimenti di massa. Il Catalogo dei suoli di collina e montagna della Regione Emilia-Romagna valuta tali limitazioni come moderate/severe per i suoli ascrivibili alle tipologie Migliori e Caminelli (tab. 3).

Tab. 3 - Limitazioni per la coltivazione di ciliegio e noce da legno nei suoli Migliori e Caminelli.

COLTURE ARBOREE

CARATTERISTICHE DEL SUOLO

LIMITAZIONI

LIMITAZIONI

Albicocco

Pendenza, disponibilit di ossigeno e tessitura Reazione e calcare attivo Disponibilit di ossigeno Pendenza e tessitura Reazione e calcare attivo Pendenza, tessitura e disponibilit di ossigeno Reazione Pendenza, tessitura e disponibilit di ossigeno Reazione e calcare attivo

Moderate/severe Da assenti a moderate/severe Molto severe Moderate/severe Da assenti a moderate/severe Moderate/severe Da assenti a moderate/severe Moderate/severe Da assenti a moderate/severe

Ciliegio Noce (Juglans regia)

Disponibilit di ossigeno Calcare attivo Disponibilit di ossigeno, tessitura e pH Pendenza

Molto severe Da assenti a moderate/severe Molto severe Da assenti a moderate

Ciliegio

Melo

Gestione della fertilit nellunit omogenea II


Le analisi effettuate (vedi tab. 4) evidenziano un buon livello di sostanza organica. Per mantenere negli anni questo livello, ossia coprire le perdite per mineralizzazione che sono di circa 1.200 chilogrammi di sostanza organica allanno nei primi 25-30 centimetri di suolo, bisogner apportare

Pero

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SCHEDA SCHEDA 6 6
una quantit media di 160 quintali di letame annuo. Ci comporta la disponibilit di circa il 65 per cento dellazoto totale contenuto, pari a 41 chilogrammi/ettaro di azoto. Considerando lordinamento colturale, comunque da prevedere, allimpianto del medicaio e prima del cereale, lutilizzo di letame molto maturo o compostato, che, oltre allapporto di elementi nutritivi, ha anche leffetto di migliorare la struttura, aumentare la porosit e la capacit di (Foto Marchi) ritenzione idrica del terreno, diminuendo, nel contempo, i rischi di perdita di suolo. Sul mais e negli erbai di graminacee si potr distribuire anche letame meno maturo. Considerato che lazoto reso disponibile dalla mineralizzazione della sostanza organica nel suolo, di 60 chilogrammi/ettaro/anno, sui cereali potr essere necessario apportare, in copertura, 30 chilogrammi/ettaro di azoto a rapida mineralizzazione (polline, borlande, sangue). Anche sui vecchi medicai, in cui buona la presenza di graminacee, e nei prati polifiti si possono prevedere apporti primaverili di concimi organici azotati e liquami, avendo laccortezza di distribuirli nel periodo di maggior efficienza di assorbimento, cio alla ripresa vegetativa. Nel caso di spandimento di liquami zootecnici, al fine di ridurre il rischio di perdita per ruscellamento e conseguenti danni allambiente, si pu procedere al loro interramento, alla rottura delleventuale crosta superficiale e al frazionamento degli apporti. Non ammesso distribuire effluenti zootecnici liquidi in appezzamenti con pendenza media superiore al 15 per cento, qualora siano privi di adeguate sistemazioni, per regimare il ruscellamento. Per evitare perdite di azoto per volatilizzazione a causa del pH elevato e quando si utilizzassero concimi contenenti azoto in forma ammoniacale, risulta opportuno interrare tutti i concimi e gli ammendanti organici distribuiti. La dotazione di fosforo riscontrata con lanalisi bassa. Si sconsiglia, data la reazione alcalina dei suoli individuati, limpiego di concimi minerali fosfatici quali le scorie Thomas e le fosforiti. In terreni calcarei come questo, la capacit

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Guida alla fertilizzazione dei suoli agricoli

SCHEDA SCHEDA 6 6
Tab. 4 - Analisi chimico-fisiche dellunit omogenea di gestione II. che hanno tali concimi di rendere disponibile il fosforo assimilabile per le piante, legata alla sostanza organica ed allambiente temporaneamente acido che si ottiene durante la degradazione della stessa. Si pu quindi prevederne limpiego miscelando i concimi fosfatici con la sostanza organica che viene utilizzata. Appare per pi indicato procedere allapporto di ammendanti, come il letame, considerando gli apporti del fosforo in esso contenuto. Va inoltre considerato che a causa della mineralizzazione della sostanza organica vengono resi disponibili 14 chilogrammi/ettaro/anno di P2O5 in forma organica prontamente assimilabile. Sono sconsigliati gli apporti di potassio, vista la buona dotazione ed i bassi fabbisogni delle colture praticate.
(Foto Gardi)

ANALISI

PROFONDIT 0-30 cm

Sabbia totale (50-2.000 micron) Limo totale (2-50 micron) Argilla (inferiore a 2 micron) pH CaCo3 totale (%) CaCo3 attivo (%) Sostanza organica (%) K2O assimilabile (mg/kg) P2O5 assimilabile (mg/kg) Azoto totale (per 1.000)

10 38 52 8,0 11 4 2,3 386 12 1,7

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Come gestire il suolo per contrastare lerosione


Le lavorazioni del terreno agricolo hanno lo scopo di garantire alle radici delle piante le migliori condizioni di abitabilit, evitando anche la distruzione delle sue componenti chimiche, fisiche e biologiche. Nei casi in cui: la specie da coltivare, le condizioni di umidit del suolo, i residui della coltura precedente e le caratteristiche del parco macchine da utilizzare lo consentissero, opportuno adottare tecniche di gestione del suolo conservative e poco dispendiose in termini energetici. Fino a praticare quando possibile (cio con terreno ben sistemato e non compattato) la non lavorazione. Il ricorso allaratura (in genere non opportuno che superi i 30 centimetri di profondit) e alle attrezzature che richiedono luso di potenze elevate (come erpici rotanti e fresatrici) va limitato ai casi di effettiva necessit, in particolare quando le operazioni precedenti hanno determinato situazioni critiche. Di seguito vengono illustrati alcuni consigli per la migliore gestione dei suoli a rischio di erosione, richiamate anche per le aziende in produzione integrata, dalle norme del riquadro nella pagina successiva. Macchine e attrezzi. La scelta va fatta tenendo conto delle caratteristiche dei terreni su cui si opera e delle esigenze delle varie colture, sempre con lobiettivo di operare il maggior risparmio energetico possibile. Limpatto delle macchine sul terreno va sempre valutato preventivamente, agendo in maniera tale da salvaguardare la struttura del suolo, mediante opportuni accorgimenti, quali: * evitare il calpestamento e il conseguente compattamento, mediante lutilizzo degli attrezzi pi idonei (es.: ruote larghe, ecc.); * evitare leccessivo affinamento che polverizza e rende troppo soffice la superficie del terreno; * alternare tipologie e profondit di lavoro degli attrezzi, per non determinare compattamenti (suola di aratura); * eseguire le lavorazioni quando i terreni sono nelle migliori condizioni per avvantaggiarsene (condizioni di
(Foto Diateca Agricoltura)

tempera del terreno). La copertura vegetale. In linea generale, opportuno limitare il pi possibile il periodo durante il quale il terreno rimane nudo, cio privo di una coltura o di un inerbimento spontaneo, allo scopo di limitare sia i fenomeni erosivi, sia il rischio di percolazione dei nutrienti. La copertura dei suoli da parte della vegetazione, risulta particolarmente utile nel periodo dellanno in cui si concentrano le precipitazioni, ovvero nei mesi compresi tra ottobre e febbraio. Il contenimento dellerosione. Le attivit agricole hanno in generale uninfluenza limitata sullinsorgenza di movimenti franosi di notevoli dimensioni: possono, invece, influire sulla comparsa di movimenti di massa che interessano gli strati superficiali e sui processi di erosione idrica per scorrimento superficiale. Se prevalgono i fenomeni franosi, le opere di sistemazione e regimazione delle acque devono essere finalizzate ad allontanare rapidamente le acque profonde, mediante opere di drenaggio ed a ridurre linfiltrazione nel suolo di

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I SUPPLEMENTI DI

Come gestire il suolo per contrastare lerosione

Norme tecniche per la produzione integrata(1)


LAVORAZIONI E SISTEMAZIONI
In collina e montagna: negli appezzamenti(2) con pendenza(3) media superiore al 30% vietata la lavorazione; negli appezzamenti con pendenza media compresa tra il 29% e il 10%, la profondit massima di lavorazione non pu superare 0,25 metri e la lunghezza degli appezzamenti deve essere contenuta entro 60 metri, mediante lapertura di fossi per la regimazione idrica (nel caso di colture arboree ci vale soltanto per i nuovi impianti).

COPERTURA VEGETALE
In collina e montagna (in appezzamenti con pendenze medie superiori al 10%) e in pianura (aree omogenee di gestione(4) con contenuto di argilla inferiore al 18%) prescritta la copertura dei suoli con la seguenti modalit: colture arboree: obbligo dinerbimento delle interfile nel periodo invernale; altre colture: obbligo, su almeno il 50% della superficie, della presenza di copertura (con colture o cover crops(5)) nel periodo autunno-invernale; In ambedue le condizioni leventuale insufficiente copertura del suolo dovr essere giustificata dal beneficiario del contributo. Nei suoli presenti in zone riconosciute soggette a dissesto idrogeologico per movimenti di massa la gestione per usi agricoli andr definita in base ad accordi specifici con le Autorit responsabili.
NOTE: (1) Le norme sono riferite allazione 1 (produzione integrata) - misura 2f - asse 2 del Piano regionale di sviluppo rurale 200-2006 per lEmilia-Romagna (Reg. Ce 1257/99). (2) Per appezzamenti si intendono superfici della stessa coltura senza soluzioni di continuit, quali fossi, cavedagne, ecc.. (3) Per la verifica della pendenza dei suoli fa fede la Cartografia tecnica regionale in scala 1:5.000, dove disponibile, ovvero il documento cartografico ufficiale di pi recente aggiornamento. Per pendenza media si intende il rapporto percentuale tra variazione di altitudine e distanza tra i due vertici dellappezzamento considerato. (4) Per aree od unit omogenee di gestione sintendono gli ambiti aziendali individuati secondo i criteri descritti nella parte generale di questo supplemento (pagine 12-14). (5) La cover crop dovr essere gestita conformemente alle norme della azione 3 - misura 2f - asse 2 del Piano regionale di sviluppo rurale 2000-2006. Utili indicazioni sono anche riportate a pagina 7 di questo supplemento.

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quelle superficiali; se prevalgano i processi di erosione idrica, le opere di sistemazione devono interrompere o rallentare lo scorrimento delle acque superficiali e favorirne linfiltrazione. Il contenimento dei fenomeni erosivi costituisce una necessit per le aziende, non soltanto per contribuire a ridurre gli effetti dei fenomeni di dissesto idrogeologico, ma particolarmente per non perdere lo strato pi fertile del terreno, localizzato in superficie. Gi a partire da pendenze modeste (dal 3 al 10%) opportuno adottare la copertura vegetale del suolo pi prolungata possibile, anche attraver-

so apposite semine; al tempo stesso lungo le linee di massima pendenza consigliabile contenere la lunghezza massima degli appezzamenti. Oltre una pendenza del 10 per cento e sino al 20 per cento, va anche valutata lopportunit di effettuare le lavorazioni per traverso lungo le curve di livello, alternando colture diverse con linerbimento a fasce livellari (intercalando fasce lavorate con fasce inerbite). Per le colture arboree, alla sistemazione a rittochino occorre abbinare linerbimento totale, o parziale, nelle aree siccitose.

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(Foto Diateca Agricoltura)

Oltre allinerbimento, il deflusso delle acque lungo il pendio va rallentato regolando la lunghezza dei filari (a seconda della minor o maggior permeabilit del suolo) e delimitando a valle gli impianti con fosse livellari disposte trasversalmente alle linee di massima pendenza.Tali fosse devono avere una pendenza media del 2,5 per cento rispetto alle curve di livello. Oltre il 20 per cento di pendenza opportuno mantenere solo colture permanenti, privilegiando i prati. Nelle aree riconosciute come soggette a dissesto idrogeologico con prevalenza di frane, le tecniche di conservazione del suolo si indirizzano verso interventi in contrapposizione con quelli previsti in condizioni di rischio di erosione superficiale. Sar quindi opportuno evitare il pi possibile linfiltrazione dellacqua e favorirne la pi rapida rimozione, tracciando scoline a rittochino (non necessarie fino al 10% di pendenza) o prevedendo il drenaggio profondo. Questultima soluzione richiede valutazioni e interventi che superano il livello aziendale, collocandosi invece a livello di versante o di bacino, ed andranno definiti in base ad accordi specifici con le autorit responsabili. Regimazione idrica. Nelle aree soggette a ristagno idrico, opportuno operare, nei mesi invernali, con lavorazioni trasversali da svolgere con attrezzi, quali ad esempio lestirpatore, che tagliano il terreno riducendo il compattamento. Dimensione, forma e accorpamento dei campi. Il nuo-

vo disciplinare di produzione prescrive che gli appezzamenti siano adiacenti gli uni agli altri e presentino un rapporto lunghezza/larghezza inferiore a 4.

Rischio di erosione e copertura vegetale


Lo studio sul dissesto idrogeologico della collina cesenate, pubblicato nel 1990 e curato dallERSO (oggi confluito nel CRPV) in collaborazione con il Comune di Cesena e la Regione Emilia-Romagna, ha fornito diversi elementi per valutare il rischio di erosione nei suoli. Questa valutazione stata effettuata confrontando le stime delle perdite di suolo dovute allerosione e lentit delle perdite annue massime ammissibili. I fattori dellerosione considerati nel modello adottato nello studio svolto sono: laggressivit della pioggia, misurata tramite lenergia cinetica; la suscettivit del suolo allerosione, influenzata da granulometria, sostanza organica, permeabilit e struttura; la lunghezza e pendenza del versante; la copertura vegetale e le tecniche colturali; le eventuali opere sistematorie conservative. Lentit delle perdite massime ammissibili di suolo va individuata in relazione al livello di produttivit che si vuole mantenere ed ai costi ambientali e sociali, legati al degrado. I risultati dello studio, alcuni dei quali sono di seguito ri-

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Come gestire il suolo per contrastare lerosione

portati con maggiore dettaglio, mantengono la loro validit e sono particolarmente interessanti ora che il gi ricordato Piano regionale di sviluppo rurale 2000-2006 per lEmiliaRomagna focalizza lattenzione verso quegli interventi di contenuta complessit, in grado comunque di svolgere una funzione significativa a protezione del suolo. Di seguito illustriamo alcuni casi nei quali lintroduzione di particolari sistemazioni agronomiche del suolo hanno consentito di valutare una riduzione del rischio di erosione.

Inerbimento in un frutteto
I suoli denominati San Tommaso si trovano nei versanti rimodellati per le attivit agricole appartenenti a rilievi del basso Appennino, caratterizzati da crinali arrotondati e versanti concavi o rettilinei.

Le quote sono tipicamente comprese tra 40 e 230 metri di altitudine; in queste terre la pendenza varia dal 20 al 35 per cento ed il substrato costituito da altri suoli. Luso attuale del terreno in prevalenza a colture specializzate (vigneti e frutteti) e secondariamente a seminativi. I suoli Celincordia sono invece tipicamente presenti nei crinali arrotondati, nelle parti alte dei versanti ed in versanti poco modificati dai livellamenti dovuti allintervento delluomo. Le pendenze sono comprese tra il 10-20 per cento ed il 20-35 per cento. I suoli Madonna dellUlivo sono tipicamente in lembi di paleosuperfici, residui allinterno dei versanti, e in impluvi a fondo piatto. Le pendenze sono comprese tra il 5-10 per cento ed 10-20 per cento. Tutti questi suoli sono molto profondi, a tessitura media, a buona disponibilit di ossigeno, calcarei o moderatamente alcalini. Nella figura 1 rappresentata la distribuzione dei tre suoli sopra citati, in unazienda del territorio collinare di Cesena. Nelle tabella 1 sono schematicamente riportati i dati di partenza ed i risultati ottenuti modificando la sistemazione del terreno aziendale, con lintroduzione dellinerbimento del frutteto; come si pu vedere il rischio di erosione notevolmente diminuito su tutti e tre i diversi tipi di terreno interessati dalla coltura arborea.

Fig 1 - Tipico esempio di distribuzione dei suoli: S. Tommaso, Celincordia e Madonna dellUlivo nel territorio della collina cesenate.

Frutteto inerbito e bosco ceduo


In questo secondo esempio il territorio preso in esame posto a maggiore altitudine e le condizioni di rischio di

Tab. 1 - Classificazione del rischio di erosione prima e dopo linerbimento del frutteto.
SITUAZIONE INIZIALE SISTEMAZIONE DEL TERRENO COPERTURA VEGETALE CLASSE DI RISCHIO SISTEMAZIONE DEL TERRENO SITUAZIONE MODIFICATA COPERTURA VEGETALE CLASSE DI RISCHIO

TIPO DI SUOLO

S. Tommaso (1) Celincordia (2) Madonna U. (2)

Nessuna Nessuna Nessuna

Frutteto a vaso con 3 lavorazioni del terreno per anno

Elevato Moderatamente elevato Moderatamente elevato

Inerbimento del frutteto (interfila)

Frutteto a vaso con 1 lavorazione del terreno e 2 sfalci per anno

Moderatamente elevato Basso Basso

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(1) Pendenza appezzamento 25%; lunghezza appezzamento 80 metri (2) Pendenza appezzamento 15%; lunghezza appezzamento 80 metri

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erosione sono nettamente pi preoccupanti. I suoli Santa Lucia sono in versanti a profilo rettilineo appartenenti a rilievi del basso Appennino, caratterizzati da versanti dolci e tendenzialmente rettilinei con crinali principali a profilo acuto. Le quote sono tipicamente comprese tra 150 e 400 metri di altitudine. In queste terre la pendenza varia tipicamente dal 10 al 30 per cento; il substrato costituito da materiali derivati da marne ed arenarie stratificate. Luso attuale del suolo in prevalenza a colture specializzate, in particolare vigneti; subordinati i seminativi. I suoli Luogoraro sono tipicamente nei crinali a profilo acuto e nei versanti a reggipoggio ad essi raccordati. La pendenza varia da 20 a 50 per cento. Tutti questi suoli si sono formati con materiali derivan-

(Foto Diateca Agricoltura)

Fig 2 - Distribuzione dei suoli S. Lucia e Luogoraro nellalta collina di Cesena.

ti da rocce marnose ed arenacee. Nella figura 2 rappresentata la distribuzione dei due suoli sopra citati, in unazienda dellalta collina Cesenate ed in tabella 2 sono invece riassunti i dati di partenza e quelli ottenuti applicando una corretta sistemazione del terreno. Lintroduzione dellinerbimento del frutteto, con relativa diminuzione delle lavorazioni del suolo, ma soprattutto limpianto del bosco ceduo nel terreno in condizioni particolarmente critiche pendenza del 40 per cento hanno consentito una sostanziale riduzione del rischio di erosione.

Tab. 2 - Classificazione del rischio di erosione prima e dopo gli interventi sistematori del terreno.
SITUAZIONE INIZIALE SISTEMAZIONE DEL TERRENO COPERTURA VEGETALE CLASSE DI RISCHIO SISTEMAZIONE DEL TERRENO SITUAZIONE MODIFICATA COPERTURA VEGETALE CLASSE DI RISCHIO

TIPO DI SUOLO

S. Lucia (1)

Nessuna

Frutteto con 3 lavorazioni/anno 50% cespugli 40% erba

Elevato

Inerbimento (interfila) Impianto bosco

Frutteto inerbito con 1 lavorazione e 2 sfalci/anno Bosco ceduo con copertura al 40%

Moderatamente elevato

Luogoraro (2)

Nessuna

Elevato

Basso

(1) Pendenza appezzamento 25%; lunghezza appezzamento 60 metri (2) Pendenza appezzamento 40%; lunghezza appezzamento 60 metri

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Il controllo dei nitrati nel suolo e nelle acque


La fertilizzazione delle colture agrarie, sia con concimi di sintesi, sia con reflui zootecnici, stata ripetutamente accusata di peggiorare la qualit delle acque superficiali e sotterranee dei nostri territori, arricchendole eccessivamente di nitrati. La Regione Emilia-Romagna, particolarmente attenta al mantenimento di un corretto rapporto tra attivit agricola e tutela dellambiente, ha iniziato su questi temi il progetto Controllo della genesi, trasformazione e migrazione dei nitrati dal suolo alle acque superficiali e sotterranee. Il coordinamento tecnico e la parziale realizzazione del progetto sono stati affidati al Centro ricerche produzioni animali di Reggio Emilia. La ricerca, finanziata nellambito del Programma triennale di tutela dellambiente, della Regione (1994-96), si conclusa nellestate del 1999 ed a pieno titolo rientra nelle attivit di studio e monitoraggio previste dalla normativa comunitaria 91/676/Cee, conosciuta come direttiva nitrati . Lo scopo della ricerca consistito in due aspetti principali: * studiare la formazione e trasformazione dei nitrati nello strato di terreno interessato dalle radici delle piante, per individuare il migliore modo dutilizzazione agronomica dei fertilizzanti; * individuare il modo in cui lazoto passa dal terreno alle acque superficiali e pi profonde, per stabilire le probabili relazioni tra le singole pratiche agricole ed il peggioramento qualitativo delle acque in falda. Lazoto in forma di nitrati facilmente assorbibile dalle radici delle piante, ma poco trattenuto dal terreno e quindi facilmente soggetto al dilavamento provocato dalle piogge. In questo modo costituisce una grave causa di rischio ambientale, anche perch la sua diffusione nel territorio pu avvenire sia in forma diffusa (attraverso le distribuzioni ai campi di concimi e reflui), sia in maniera puntiforme, dovuta alla stabulazione allesterno di animali in aree non

impermeabilizzate, alla distribuzione non corretta od a perdite da contenitori di stoccaggio, o addirittura dallo sversamento diretto di liquami nelle acque superficiali.

La valutazione del bilancio semplificato


Per lo studio degli aspetti agronomici, si sono verificati i possibili miglioramenti grazie al passaggio dalla tecnica tradizionale ad una tecnica sostenibile , in particolare per

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le concimazioni azotate, considerate come la principale causa di rilascio di inquinanti. Si quindi organizzata una rete di campi circa 70 nellarco di tre anni, nelle province di Modena e Reggio Emilia in cui si sono seguiti, nel tempo, i livelli di nitrati nel terreno, in relazione alle concimazioni effettuate ed alle produzioni ottenute.
(Foto Riccioni)

Tab. 1 - Dosi di azoto messe a confronto nelle prove sperimentali in provincia di Modena e Reggio Emilia.
DOSE A DOSE B DOSE C DOSE D Assenza di apporto azotato Dose da bilancio semplificato, diminuita di una quantit x Dose da bilancio semplificato Dose da bilancio semplificato, aumentata di una quantit x

NOTA - Il valore x, variabile da coltura a coltura, stato impostato per evidenziare leffetto di una diminuzione o di un aumento dellazoto apportato rispetto alla dose ottimale, ottenendo cos unindicazione della validit del metodo del bilancio semplificato.

Lo scopo fondamentale di tale azione di monitoraggio, era la validazione del sistema per calcolare la dose ottimale di concime da distribuire, attraverso la compilazione del bilancio semplificato, da tempo adottata dai servizi della Regione Emilia-Romagna ed elemento fondamentale dei Disciplinari di Produzione. Questo modello (come gi ampiamente illustrato nelle precedenti pagine di questo supplemento) prevede di calcolare, partendo da un livello di produzione prevista, i fabbisogni in azoto della singola coltura, per poi togliere da ta-

le quantit tutte le quote di fertilizzante calcolate in base alle altre fonti di azoto disponibile: origine atmosferica, mineralizzazione della sostanza organica presente nel terreno, per effetti residui delle concimazioni e resti delle colture precedenti, ecc.. Lindagine ha interessato in particolare le aziende zootecniche perch utilizzano pi facilmente maggiori dosi di liquami e le colture autunno-vernine, perch pi soggette ai rischi di dilavamento dellazoto a seguito delle pi frequenti piogge invernali. In ogni campo esaminato si realizzato un confronto tra quattro dosi di azoto (vedi tab. 1) e sono stati fatti, a differenti strati di profondit (da 0 a 25, da 25 a 50 e da 50 a 75 centimetri), tre campionamenti del terreno in occasione: della semina, della raccolta della coltura e di un momento intermedio di coltivazione. Le dosi di azoto cos calcolate hanno oscillato tra i 35 e 160 chilogrammi/ettaro, mentre le singole quote x hanno variato tra i 20-50 chilogrammi/ettaro. Infine sono state misurate le rese colturali ed il contenuto in azoto di granella e paglia, per calcolare esattamente le asportazioni della coltura. I dati cos ottenuti nelle singole colture, hanno permesso di verificare lesattezza delle concimazioni e di controllare lefficacia della dose, calcolata in base al bilancio semplificato.

I risultati
Nella figura 1 sono riassunti i dati di sei campi di frumento in provincia di Modena, appartenenti ad aziende senza allevamento zootecnico e quindi senza restituzioni organiche.

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Il controllo dei nitrati nel suolo e nelle acque

Fig. 1 - Rese di grano e contenuto

Fig. 2 - Rese di grano e contenuto

di nitrati nei terreni alla raccolta. (Modena, medie di 6 localit).


RESE IN GRANO (tonnellate/ettaro) NITRATI (milligrammi/chilogrammo) RESE IN GRANO (tonnellate/ettaro) 4,9 4,8 4,7 4,6 4,5 4,4 4,3 4,2 4,1 4,0 A 0 B C D 110 40 35 30 25 20 15 10 5 0 5,5 5,4 5,3 5,2 5,1 5,0 4,9 4,8

di nitrati nei terreni alla raccolta. (Reggio Emilia, medie di 8 localit).


35 30 35 20 15 10 A 4 B C D 133 5 0 NITRATI (milligrammi/chilogrammo)

53 82 Apporti medi di azoto Rese Nitrati residui

75 104 Apporti medi di azoto Rese Nitrati residui

Il dato medio ottenuto dal bilancio semplificato dellazoto stato di 82 chilogrammi/ettaro, mentre la quota x stata di circa 30 chilogrammi/ettaro. Le barre che indicano i livelli di produzione mostrano un andamento crescente dalla tesi A alla C, fino allintera dose di azoto indicata dal bilancio semplificato, per poi calare nettamente in seguito allallettamento del frumento dovuto alleccesso di azoto. La linea rossa indica invece la quantit di azoto residuo

presente alla raccolta. La quantit di 13 milligrammi per chilogrammo, in assenza di concimazione, aumenta leggermente con le tesi B e C mentre ha un netto aumento, fino a 24 milligrammi/chilogrammo, con la dose massima di concime. Da queste prove si pu quindi concludere che il metodo di calcolo ha funzionato egregiamente, individuando una dose corretta di azoto, sia per la produzione ottenuta sia
(Foto Diateca Agricoltura)

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per la tutela del- (Foto Riccioni) lambiente. La figura 2 invece relativa ai dati medi di 8 campi di frumento in provincia di Reggio Emilia. I quantitativi di azoto distribuiti sono leggermente superiori rispetto alla prova nel Modenese (la dose ottimale media da bilancio semplificato, per questi terreni , infatti, risultata di 104 chilogrammi/ettaro), mentre la variazione della quota x sempre uguale a 30 chilogrammi/ettaro. Le barre di produzione del grano mostrano un andamento leggermente diverso rispetto al primo esempio, con un quantitativo massimo alla dose indicata dal bilancio semplificato dei disciplinari di produzione, che non cresce anche con laumentare della dose di azoto distribuita con la tesi D. Osservando la linea dei nitrati, si pu ancora una volta vedere il buon risultato ottenuto con il metodo del bilancio semplificato. Come a Modena il valore pi basso si ha logicamente con la tesi A (assenza di azoto distribuito alla coltura) ma lincremento dei primi due apporti di concime di soli 5 milligrammi/chilogrammo mentre si ha un raddoppio di valori, fino a 33 milligrammi/chilogrammo, con lultima tesi. Con la ricerca effettuata si quindi dimostrato sperimentalmente che le dosi stimate in base al bilancio hanno

dato buoni livelli di produzione, mentre i dosaggi pi alti, oltre ad aumentare i costi di produzione, hanno dato risultati uguali ai precedenti o addirittura inferiori. Anche dal punto di vista della salvaguardia ambientale la differenza tra la dose pi elevata e quella consigliata dallassistenza tecnica regionale ha fatto aumentare sensibilmente la quantit di nitrati presenti nel terreno: una premessa pericolosa del possibile dilavamento da parte delle piogge e dellinquinamento delle falde. Anche se dagli esempi presentati non appare, il bilancio semplificato ha ancora bisogno di opportuni adeguamenti, specialmente per quanto riguarda le aziende zootecniche dove la dose di azoto consigliata appare troppo elevata. In condizioni di forte apporto di sostanza organica forse ancora sottostimato lapporto dovuto al terreno; quindi si rendono necessari altri test per valutare la possibile diminuzione della dose di concime da distribuire. Risulta comunque evidente la validit di prove sperimentali che, oltre a verificare con successo lefficacia degli strumenti di assistenza tecnica, possono contribuire alla migliore definizione dei parametri per rendere pi razionali le pratiche agricole in particolare le concimazioni azotate riducendo al minimo i rischi per lambiente.

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Gli autori e i collaboratori

In questo supplemento ad Agricoltura i testi della parte generale (pagg. 6-19) sono stati redatti da Giuseppe Carnevali, Andrea Giapponesi, Carlo Malavolta e Giampaolo Sarno (Servizio sviluppo sistema agro-alimentare, Regione Emilia-Romagna) e dalla cooperativa I.Ter di Bologna. I riferimenti ai disciplinari di produzione integrata 2001 sono tratti dai documenti redatti dal Centro ricerche produzioni vegetali e dal Centro ricerche produzioni animali per conto della Regione Emilia-Romagna. Le schede delle aziende in produzione integrata sono state redatte da Giuseppe Carnevali e Giampaolo Sarno. Le elaborazioni grafiche di questa parte sono state realizzate da Stefano Raimondi e Roberto Bertozzi (esperto di sistemi informativi geografici). Le schede per le aziende in produzione biologica sono state redatte da Carla Scotti e Andrea Bertacchini (cooperativa I.Ter) e da Enrico Accorsi (Studio Oasi). Le elaborazioni grafiche sono state realizzate da Stefano Raimondi (cooperativa I.Ter).

Larticolo dedicato alla gestione del suolo una rielaborazione su testi tratti dalla pubblicazione I suoli della collina cesenate curata dallERSO (oggi confluito nel CRPV) per conto della Regione Emilia-Romagna (1990). Il testo sul controllo dei nitrati opera di Marco Ligabue e Roberto Davolio, del Centro ricerche produzioni animali di Reggio Emilia e di Vincenzo Tabaglio, dellIstituto di Agronomia, Universit Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ed una sintesi del progetto di ricerca citato nel testo stesso. Andrea Giapponesi (Servizio sviluppo sistema agroalimentare, Regione Emilia-Romagna) ha ideato e coordinato i testi di questo supplemento. La stesura finale stata curata da Paolo Pirani (Servizio sviluppo sistema agro-alimentare, Regione Emilia-Romagna). Si ringraziano Ottorino Bighi e Paola Tarocco, rispettivamente del Servizio sviluppo sistema agro-alimentare e del Servizio sistemi informativi e cartografici della Regione Emilia-Romagna, per la collaborazione.

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