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Per la Vita

II MARCIA NAZIONALE PER LA VITA

PER LA VITA

SECONDA MARCIA NAZIONALE PER LA VITA DI ROMA

Per la Vita
La Marcia per la Vita di Roma

Da anni in varie citt dEuropa e dAmerica, da Bruxelles a Parigi, da Washington a Toronto, si svolgono delle grandi Marce per la Vita, il cui scopo difendere pubblicamente il diritto alla vita umana, sin dal suo concepimento, e di rifiutare ogni forma di legalizzazione dellaborto, senza cedimenti o compromessi.

Foto delle Marce per la Vita di Washington e Parigi.


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Dal 2011 anche lItalia ha finalmente la sua Marcia per la Vita, che si tenuta per la prima volta il 28 maggio 2011 dal Duomo di Desenzano allabbazia di Maguzzano.

Un drappello di Francescani dellImmacolata apre la prima Marcia per la Vita, il 28 maggio 2011 a Desenzano.

Il lungo corteo si snoda nella campagna prima di arrivare a Maguzzano.


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Nel 2012 la Marcia Nazionale per la Vita si svolta a Roma, domenica 13 maggio, dal Colosseo a Castel S. Angelo

Prima della partenza Gianna Emanuela Molla, figlia di Santa Gianna Beretta Molla, ha rivolto un saluto ai partecipanti. Nella foto con Virginia Coda Nunziante, portavoce della Marcia.

Tante le delegazioni straniere che hanno rivolto un breve saluto al Colosseo. Nella foto, lintervento del delegato nigeriano. Sul palco, il primo a sinistra il dott. Xavier Dor, pioniere della battaglia per la vita in Francia e presidente dellassociazione Sos Tout-Petits.
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Alle 9,30 il Corteo parte dal Colosseo. Secondo le forze dellordine sono 15.000 i partecipanti. Uniniziativa nata per affermare che la vita un dono indisponibile di Dio e per dire nuovamente no alla legge 194, approvata 34 anni fa.

I giovani aprono la Marcia.


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Ha scritto uno dei presenti: Dopo aver vissuto questa bellissima marcia mi sgorgato dal cuore questo piccolo pensiero che desidero condividere con voi come mio grazie: La marcia per la vita: lunica manifestazione in cui non si rivendicano i propri diritti, ma quelli degli altri. Non si cerca di prevaricare un avversario, ma di difendere il pi debole dei deboli. Non si urla il proprio ego, ma si d voce a chi voce non ha (Umberto La Morgia, www.marciaperlavita.it).

Simboli pro-life.

S. Emin. il cardinale Leo Raymond Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, cammina con i manifestanti; al suo fianco il presidente dellAssociazione Famiglia Domani, Luigi Coda Nunziante. Hanno espresso la loro adesione e incoraggiamento alla manifestazione anche i cardinali: Antonelli, Arinze, Bagnasco, Betori, Bertone, Brandmuller, Caffarra, Comastri, Castrillon Hoyos, Erd, Ouellet, Ruini, Rilko, Sandri, Scola.

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Presenti alla marcia anche i rappresentanti di vari ordini religiosi: Francescani dellImmacolata, Orionini, Istituto del Verbo Incarnato, Famiglia del Cuore Immacolato di Maria, Suore della Carit Nella foto una rappresentanza delle Figlie di San Camillo, fondatore dellospedale moderno e patrono degli infermieri, dal paese natale del Santo.

Membri dellIstituto e della Famiglia religiosa del Verbo Incarnato.

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Anche i volontari dellOrdine di Malta, primo ordine ospedaliero della storia (qui nella foto) e dellUNITALSI hanno partecipato alla manifestazione con i loro volontari.

Accanto al trenino, dove i fanciulli si alternano, le famiglie con tanti passeggini ed altri figli tenuti per mano. Famiglie normali, comuni, che lavorano e vivono inserite nella societ come tutti, ma che, pur sopportando sacrifici, non si piegherebbero mai alle logiche delleugenetica e dellegoismo femminista. Famiglie che vanno insieme a Messa la domenica e che giocano con i propri figli, famiglie del Nord, del Centro, del Sud e di Roma, famiglie italiane e straniere.

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Hanno partecipato alla Marcia giovani seminaristi di diversi istituti e congregazioni religiose.

Non ci sono solo cattolici, per. La Marcia per la Vita volutamente laica, interconfessionale e apartitica. Tutti gli uomini di buona volont possono prendervi parte, senza alcuna distinzione, purch ovviamente condividano la difesa del valore non negoziabile della vita. E infatti a partire dal Colosseo ci sono alcuni esponenti della comunit evangelica italiana, alcuni buddisti e persino degli atei. Nella foto, la comunit tibetana in Italia sfila per protestare contro gli aborti forzati in Tibet.
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Lolandese Irene Wan der Wende (a sinistra) sfila a Roma con un cartello in cui afferma di rinnegare laborto fatto in passato. Il giorno prima aveva raccontato il suo dolore, molti anni dopo levento. A destra donne e uomini, ad una marcia per la vita americana, rimpiangono lerrore passato.

Testimonianza di una donna che aveva abortito, presente alla marcia, riportata sul sito de Il Dono: Quando mi hai invitata mi sono chiesta perch dovrei? che bisogno ne ho di partecipare pubblicamente a una cosa del genere?. Poi ho capito che avevo loccasione di smettere di soddisfare i MIEI bisogni e andare incontro a un Bisogno con la maiuscola, non pi egoistico ma superiore. Per tutti i nati, i non nati, quelli che nasceranno, per le donne, per il mondo, io, proprio io, dovevo scendere in piazza e dire NO allaborto. Quando mi sono trovata l a un certo punto mi sono guardata intorno e ho sentito il bisogno e il piacere di conoscere le persone che cerano. Perch sei qui? a chi cera intorno a me, volendo proprio sapere chi sei, che ci fai quie ho incontrato anche gente che conoscevo, ci siamo messi a parlare e con mia meraviglia mi sono trovata a dire sai quando io ho abortito e loro ah perch hai abortito? ma a quel punto non faceva pi male, non si stava pi parlando per me, per i miei bisogni. E ho capito che quel cartello che sentivo nellanima mi pento di aver abortito [Irene van der Wende - i regret my abortion ndr] ce lavevo anche io da mostrare. Ho visto che le persone, poich Irene era stanca ogni tanto di tenere le braccia alzate, le hanno chiesto vuoi che lo porti io?, e lei ha risposto no no, lo porto io! Anche io mi sono sentita cos. No, no, la porto io questa testimonianza: NO allaborto. Io lho fatto, lho fatto proprio io e posso dirlo: mio figlio meritava di vivere. Nel momento in cui si decide che un bambino di tre-quattro-cinque-sei-sette-ottonove mesi, a seconda dei paesi e delle circostanze, pu essere soppresso per i pi svariati e futili motivi, si apre la strada allinfanticidio, definito aborto post natale, espressione con cui vari bioeticisti atei vorrebbero reintrodurre linfanticidio
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nella nostra civilt. Oltre allAssociazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici, hanno anche aderito lUnione Cattolica dei Farmacisti Italiani e lAssociazione dei Medici Cattolici Italiani.

Medici fedeli al giuramento di Ippocrate.

Alcune delle delegazioni straniere presenti alla Marcia.

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Rappresentanti del Movimento per la Vita del Piemonte e, dietro, del Molise e di altre regioni italiane. Ben undici pullman sono giunti solo dal Beneventano, una provincia che si aggiudica cos il primato quanto al numero di partecipanti alla Marcia.

Vessilli e bandiere.

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Foto varie di movimenti e gruppi presenti alla Marcia.

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Foto varie di movimenti e gruppi presenti alla Marcia.

Politici di ogni schieramento hanno partecipato alla Marcia: Maurizio Gasparri, Stefano De Lillo, Sandro Oliveri e Paola Binetti, raccolti attorno al gruppo interparlamentare Per il valore della vita; Olimpia Tarzia, con una delegazione del Movimento PER e Magdi Cristiano Allam, con una delegazione di Io amo lItalia.

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Dopo aver percorso Piazza Venezia, Largo di Torre Argentina, Corso Vittorio Emanuele e lo stupendo Ponte SantAngelo, la Marcia si conclude di fronte al Vaticano, cuore pulsante della Cristianit Al termine della Marcia, chi vuole va alla Santa Messa del cardinale Angelo Comastri in San Pietro. Nella foto, parte dei marciatori allarrivo: si notano le bandiere del Movimento PER, del Trifoglio (Popolo della vita), di Basta Bugie e del Timone.

Dal discorso di chiusura della Marcia


Abbiamo fatto tutti una marcia per la vita: lItalia, sino ad ora, conosceva soltanto marce per la pace. Ne fanno tante. Ma come diceva Madre Teresa di Calcutta, non ci pu essere pace, per, tra uomini che non si conoscono, di colore diverso, di lingua diversa se non c prima pace tra moglie e marito, tra genitori e figli. Se non c amore, accoglienza, non di chi lontano, ma di chi ci prossimo, il pi prossimo che possiamo avere, come padri e come madri, ora, o in futuro. Madre Teresa definiva il concepito il pi povero dei poveri e ricordava che chi ha attenzione verso di lui, la avr, pi facilmente, anche verso gli altri. Chi vede lumanit anche dove essa pi nascosta, e pi fragile, pi facilmente la scorger anche dove pi evidente [] Oggi noi vediamo in quel
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bambino, che come tutti noi un giorno siamo stati, un segno di contraddizione: la sua bellezza, il miracolo della sua esistenza ci affidato, donato: sta a noi riconoscerlo, o calpestarlo. Sta a noi chinarci di fonte allinnocenza, o affermare la legge presuntuosa e triste, del pi forte (che in Italia si chiama 194). Abbiamo dunque camminato per dire no allaborto, e s alla vita. Essere aperti alla vita, al figlio che arriva, programmato o meno, desiderato o meno, significa aprire il proprio cuore alla novit, ad una realt che irrompe, al pianto ed al sorriso di un volto nuovo, unico irripetibile, amato da Dio sin dalleternit, affidato a noi come ci affidato ogni fratello. Significa dire s alla possibilit straordinaria di ri-vedere il mondo con gli occhi trasparenti di un bambino; di rivederlo con occhi che sembrano ancora umidi di paradiso e di cielo. Significa, certo, notti insonni, fatica, impegno, in cui riconoscere il senso della propria esistenza, che fatta per amore, e lamore servizio, dedizione, rinuncia. Quel figlio significa innocenza stretta tra le braccia, donata a noi, affidata a noi, nella sua fragilit assoluta. Divenire padri e madri: si tratta di collaborare allopera stessa del Creatore. Siamo qui dunque per ricordare e ricordarci il grande compito di essere custodi e difensori della vita. Rita Fedrizzi, una madre morta a 41 anni perch aveva rinunciato a curarsi per non uccidere il figlio nel grembo, ricordava al marito che i doni vanno riconosciuti e poi custoditi. Riconosciuti: questo certo che manca sempre pi spesso alla societ contemporanea, sazia di tutto ci che superfluo e disperata perch priva dellessenziale. Il riconoscimento dellaltro, persino di quellaltro che pi di tutti parte di noi, carne della carne di suo padre e di sua madre [] In questa battaglia dobbiamo ricordare, come fa uno dei nostri cari amici, il neonatologo Carlo Bellieni, che la scienza ci amica: essa infatti mostra tutte le conseguenze negative di chi va contro la legge naturale e al tempo stesso la bellezza della vita umana, la sua complessit e la sua irriducibilit al caso e alla materia. Ci amica la ragione, che riconosce nelluomo molto di pi di un semplice aggregato di atomi a disposizione del pi forte. Ci amica anche la storia, di questo paese, la nostra bella Italia, che non ha eguali nella storia della carit e della solidariet: qui, in Italia, a Roma sono nati i primi ospedali, quelli delle romane Fabiola e Marcella, quelli dei monaci E sempre, fin dalle origini, accanto agli infermi, ai poveri, cera lo spazio per i bambini, per gli orfani, per i pi piccoli. Ci sono notti della storia dove occorre tenere alta lidea di ci che vero, giusto, umanoperch non si spenga ogni luce, ogni speranza. Questa marcia stata ed , anzitutto, un grande gesto di speranza. Grazie a tutti, arrivederci a Roma, il 12 maggio 2013, per la prossima Marcia. Francesco Agnoli, Presidente del MEDV
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Oltre alla Marcia, il comitato, con laiuto di varie associazioni, edita ogni anno un libro della marcia (nella foto il I e il II);

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organizza una adorazione eucaristica la sera precedente la Marcia...

Santa Maria Maggiore: adorazione eucaristica svoltasi sabato 11 maggio dalle ore 21 alle 22,30.

... e promuove un grande convegno, presso lAteneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, con relazioni scientifiche di notevole spessore e testimonianze sulla vita...

Aula Magna della Facolt Regina Apostolorum: il convegno del sabato pomeriggio. Moderatori: Marisa Orecchia e Riccardo Cascioli. Relatori: Renzo Puccetti, medico e saggista; P. Gonzalo Miranda, preside della Facolt di Bioetica dellAteneo; prof. Pino Noia, ginecologo dellUniversit del Sacro Cuore di Milano; prof. Carlo Bellieni, neonatologo, membro della Pontifica Accademia Pro Vita; Costanza Miriano, giornalista e scrittrice; Cinzia Baccaglini, psicoterapeuta; mons. Ignacio Barreiro, presidente di Vita Umana Internazionale Italia; Irene Wan der Wende, Coordinatrice per i Paesi Bassi di Silent No More Awareness.
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... a cui segue il conferimento del premio per la vita ad alcune personalit che si siano distinte nel campo dellassistenza o della cultura per la vita.

Uno dei diplomi su pelle di agnello, dipinti a mano, per i 5 vincitori del Premio per la Vita: Gianluca ed Anna, genitori di Lucy, testimoni dell amore che vince ogni cosa; Mario Paolo Rocchi, cofondatore del primo Cav e ideatore del Progetto Gemma; Antonio Oriente, ginecologo abortista convertito alla difesa della vita; Miranda Lucchini, per tanti anni generosa volontaria del Cav Eur SantEugenio di Roma; Olimpia Tarzia, per la sua coraggiosa testimonianza in difesa della vita nellagone politico.

Il convegno del 2012 stato dedicato alleroe cinese Chen Guangcheng: Cieco, cristiano, avvocato autodidatta, stato privato per anni della libert e in pericolo di morte per aver difeso le donne cinesi dagli abusi e le violenze perpetrate dal regime comunista nellapplicazione della politica del figlio unico: grazie ad essa la Cina si vanta di aver impedito 400 milioni di nascite dal 1979. La rivista Time lha incluso nel 2006 nella lista dei 100 eroi e pionieri che hanno migliorato il mondo. Nel 2007 ha ricevuto il premio Magsaysay, una sorta di Nobel asiatico. Fra le tante libert represse nella Cina post-olimpica, non consentito ai genitori di avere il numero desiderato di figli. Di conseguenza, la legge repressiva sulla pianificazione familiare causa decine di migliaia di sterilizzazioni e aborti forzati allanno (soprattutto a danno delle bambine). Per essersi battuto contro questa politica criminale del regime, Chen Guangcheng, dopo a 4 anni e 3 mesi di laogai per intralcio al traffico (i laogai sono campi di concentramento), stato pi volte torturato e privato di qualsiasi cura medica (Toni Brandi). Chen stato liberato alcuni giorni dopo il convegno, dopo una rocambolesca fuga e lintervento degli Usa.
Nella foto Chen Guangcheng con la moglie e il figlio.

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Hanno scritto riguardo alla marcia:

1) LOsservatore Romano del 15-05-2012: In quindicimila alla marcia nazionale contro laborto. Dal Colosseo a Castel SantAngelo: in quindicimila, secondo gli organizzatori, hanno partecipato domenica alla marcia nazionale per la vita. Uniniziativa nata per affermare che la vita un dono indisponibile di Dio e per dire nuovamente no alla legge 194, approvata 34 anni fa. Lappuntamento promosso dallassociazione Famiglia domani e dal Movimento europeo per la difesa della vita e della dignit umana (Mevd), con ladesione di circa 150 gruppi e organizzazioni, ha dichiarato Virginia Coda Nunziante, portavoce della marcia, segna una svolta storica in Italia, perch dimostra lesistenza di un movimento pro- life deciso ad affermare pubblicamente i propri convincimenti. Lincontro si aperto con gli interventi delle delegazioni straniere pro-life provenienti da diversi Paesi europei, tra cui Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Spagna. Di particolare rilievo lintervento di Xavier Dor, pioniere della battaglia per la vita in Francia e presidente dellassociazione Sos Tout-Petits, che ha sottolineato limportanza del ruolo paterno nellaccompagnare la donna nella sua scelta per la vita. Particolarmente significativa anche la testimonianza di Gianna Emanuela Molla, figlia di Gianna Beretta Molla, canonizzata nel 2004 da Giovanni Paolo II, che, come noto, prefer morire piuttosto che accettare delle cure che avrebbero arrecato danno alla figlia che portava in grembo. Tra le presenze, quella del cardinale Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, del sindaco di Roma e di numerosi parlamentari di diversi schieramenti. Tra i partecipanti hanno reso noto gli organizzatori anche esponenti della comunit evangelica italiana, alcuni buddisti e non credenti. La marcia per la vita volutamente laica, interconfessionale e apartitica. Per questo, i promotori hanno tenuto a precisare che ogni simbolo politico stato espressamente vietato e i parlamentari hanno partecipato a titolo personale. Al termine del corteo, e prima della messa celebrata nella basilica Vaticana dal cardinale arciprete, Angelo Comastri, stato dato appuntamento al prossimo anno.
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2) Mario Palmaro, presidente di Verit e Vita, su il sussidiario del 15-05-2012: Domenica a Roma si svolta la seconda Marcia Nazionale per la Vita. Era la prima volta nella capitale, ed stato un grande successo: 15.000 persone che marciano sotto il cielo perfettamente azzurro di Roma, per contestare senza compromessi e sfumature la legge 194, quella che nel 1978 ha reso lecito laborto volontario in Italia. Il colpo docchio che ne venuto fuori stato impressionante: un corteo interminabile, dominato dalle bandiere di decine, forse centinaia di associazioni, e pullulante di cartelli espliciti. Cartelli che ricordavano le cifre dellaborto legale in Italia pi di 5 milioni di vittime in trentanni e che andavano al cuore del problema: ogni aborto comporta luccisione di un essere umano. I politici? Alcuni hanno aderito con convinzione, come ad esempio De Lillo, Gasparri, Binetti, Oliveri, Magdi Cristiano Allam. Ma non stata la politica a inventare liniziativa. E non stata nemmeno la Chiesa, che pure stata al fianco dei manifestanti attraverso le decine di autorevolissime adesioni di Cardinali e di vescovi, e alla presenza fisica nel corteo del Cardinale Leo Burke, Prefetto della Segnatura Apostolica. La Marcia stata, realmente, una genuina espressione di popolo. Sul palco, a parlare davanti al Colosseo, la figlia di santa Gianna Beretta Molla; una scelta eloquente, che richiama la testimonianza di una mamma che morta per dare alla luce la sua creatura, allinterno di una nitida prospettiva di fede. E buona regola non sopravvalutare mai le manifestazioni di piazza: la folla spesso d alla testa, crea impressioni distorte, evoca prove muscolari. Insomma, si presta a interpretazioni discutibili. Ma chi domenica era presente in mezzo a quei 15.000 ha visto un corteo molto diverso da tutti gli altri, perch il popolo che lo ha animato diverso. E quel popolo della vita di cui parlava Giovanni Paolo II nellenciclica Evangelium Vitae. Un popolo molto variegato, nel quale si agitano anime, storie, tendenze, sensibilit anche molto diverse fra loro. Migliaia di persone, di famiglie, di giovani, di gruppi organizzati, provenienti da tutta Italia, e dalla Polonia, dalla Germania, dalla Francia e da altri Paesi. Ognuno con il proprio striscione, i propri manifesti, il proprio stile. Questo dato formale fondamentale per capire la novit di questa manifestazione, e per coglierne tutta la forza dirompente: una coalizione per la vita, molto pi ampia e molto pi larga di qualunque singola associazione istituzionalizzata. Chi non capace di accogliere questa variet e questa ricchezza dimostra di avere un cuore chiuso, e di non saper allargare le prospettive. Peggio ancora chi vorrebbe stabilire una sorta di patente o di certificato per consentire solo ad alcuni di manifestare per il diritto alla vita
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La Marcia per la Vita un evento che in Italia mancava da decenni, in una sorta di lungo letargo durante il quale il mondo pro life rimasto nelle catacombe. Lavorava, ma quasi di nascosto. E, soprattutto, taceva, o preferiva parlare solo in positivo, evitando toni decisi e fermi contro laborto, contro la legge 194, contro la fecondazione artificiale. E tacendo, rischiava di smarrire di giorno in giorno la sua ortodossia, e di perdere la voglia di opporsi senza se e senza ma a leggi come quelle sullaborto, o sulleutanasia. La Marcia per la Vita ha rotto questo incantesimo, portando in piazza una pluralit di sigle e di tradizioni anche molto diverse fra loro. Una vera e propria marcia ecumenica che ha portato tante associazioni a unirsi intorno a un obiettivo comune: denunciare liniquit della legge 194 e riportare al centro del dibattito pubblico lessere umano concepito. lavorare per unire sigle e organizzazioni molto diverse fra loro, per farle diventare una forza compatta e nello stesso tempo libera di conservare al proprio interno lidentit di ciascuno

3) Il Foglio del 15-05-2012: Dal Colosseo a Castel SantAngelo senza partiti n TV, perch i messaggi forti mobilitano lo stesso [] Domenica 13 maggio, dopo il grande convegno scientifico sulla vita nascente presso lAteneo Pontificio Regina Apostolorum, e dopo la commovente testimonianza di una donna che aveva abortito, per le strade di Roma ha sfilato un lunghissimo e pacifico corteo. Dal Colosseo sino a Castel santAngelo. Chi ha letto qualche giornale si sar immaginato personaggi isterici, ghigni satanici, nuvoloni in cielo, e laria bigia de Il nome della rosa. Invece, non era solo in cielo, il sole, ma anche negli occhi e sul volto delle migliaia di bambini, genitori, giovani e adulti che camminavano chiacchierando, parlando, talora pregando. E stata veramente una festa, una festa vera, bench convocata da associazioni pi svariate che hanno in comune unidea: il no allaborto. Si pu dire no, decisamente no, allaborto, alla cultura di Erode che sta sempre pi penetrando nelle menti e nei cuori di questo occidente al capolinea, senza essere noiosi barbagianni, o pesanti brontoloni. Soprattutto se a dire che laborto e rimarr sempre un omicidio, doloroso per tutti, sono i volontari del Cav Eur di Roma, presieduto da Giorgio Gibertini, il cui scopo aiutare le mamme in difficolt; o quelli del Dono, che stanno accanto anche alle donne che hanno gi abortito e che non riescono a superare il dolore per il figlio perso Soprattutto se a ricordarlo sono i volontari dellordine di Malta, le figlie di san Camillo, i barellieri dellUnitalsi che dedicano la loro
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vita e il loro tempo agli infermi Chi dice no allaborto, perch dice s alla vita; mentre chi dice s, o ni, allaborto, dice no, o ni, alla vita! Oltre quindicimila persone dunque, si sono incontrate, per la prima volta nella storia di questo paese, dopo lintroduzione della legge 194, in un gesto unitario, di popolo. Gli organizzatori avevano chiesto che nessuno portasse bandiere politiche, che nessuno cercasse di far prevalere la sua sensibilit sulle altre. Che nessuno urlasse slogan o facesse proclami Hanno dato lesempio, per primi. Infatti a malapena si sono viste le tre o quattro bandiere di Famiglia Domani e del Movimento Europeo Difesa Vita (Mevd): come a dire che la marcia di tutti, e che nessuno deve metterci sopra la firma, per protagonismo, per future carriere politiche o altro Cos anche personalit politiche di rilievo, come il senatore Stefano De Lillo, presidente dellIntergruppo per la vita, leuroparlamentare Magdi Allam, il senatore Maurizio Gasparri, la senatrice Binetti, la consigliera regionale Olimpia Tarzia, premiata il giorno precedente dagli organizzatori per il suo pluridecennale impegno in favore della vita, sono rimasti composti in mezzo alla folla, salutati con simpatia, ma senza che venisse previsto un loro discorso dal palco. Sfilavano accanto al trenino dei bambini, scoppiettante di vita e di musichette leggere; vicino ai filippini di Roma (compattissimi ed entusiasti dei gadget forniti dallorganizzazione: migliaia di piccole scarpine di lana fatte a mano, e la spillina piedini preziosi, riproduzione a grandezza naturale dei piedi di un bimbo di tre mesi nellutero materno); accanto ad alcuni tibetani, nel loro caratteristico vestiario, con uno striscione che chiedeva la fine degli aborti forzati in Cina; vicino, ancora, ai simpatizzanti della Laogai Foundation e della Fondazione Lepanto, ai medici e infermieri in camice bianco dellAigoc di Giuseppe Noia; alla veste cardinalizia di monsignor Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, e agli abiti religiosi dei francescani e delle francescane dellImmacolata e dei gioviali e canterini membri dellIstituto del Verbo incarnato ecc Oggi una grande giornata, un seme di speranza che dar frutto perch gettato in un terreno buono, ha detto Virginia Coda Nunziante, coordinatrice della marcia, ringraziata da tutti per la sua abnegazione, la sua serenit, la sua pazienza. Perch mettere insieme tanta gente, senza soldi, senza partiti, tv e giornali, significa una sola cosa: che i messaggi forti e chiari, proposti con equilibrio, intelligenza e senza alcun fanatismo, hanno una forza intrinseca, la forza della verit, e mobilitano, da soli, la gente, la infiammano e ne riscaldano i cuori. Arrivederci al prossimo anno, hanno concluso gli organizzatori, sempre a Roma, il 12 maggio. Per unaltra marcia per la vita, cio per la pace: quella che passa dal rispetto dei pi piccoli e indifesi, del dono della vita, da riconoscere e custodire, sempre.
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4) Don Flavio Peloso su www.donorione.org del 14-05-2012: davvero penoso, dopo la giornata di sole e di luce vissuta ieri con la Marcia per la Vita a Roma, assistere allassalto di quanti hanno classificano i manifestanti come integralisti, negazionisti, razzisti e omofobi (dichiarazione di Dario Nanni, consigliere del Pd al Comune di Roma). Io e gli altri 15.000 manifestanti eravamo persone normali, di tutte le et, condizioni di vita, giovani, donne, bambini e famiglie intere; molti cristiani questo s. Ma niente a che fare con integralisti irragionevoli o manichei intolleranti. No. Solo contenti della vita e della verit sulla vita. E preoccupati di alcune falsit planetariamente diffuse ma elementarmente contraddette dallevidenza dei fatti. Chi vede limmagine di un feto abortito sa che quello un bimbo morto. Se poi sa che quellaborto stato provocato per lintervento di una o pi persone lo chiama omicidio. E non altro. Se quellomicidio permesso e anche assistito da una legge dello Stato dice che con linterruzione volontaria della gravidanza negli ospedali pubblici ci sono stati solo in Italia circa 5 milioni di bimbi, in stato fetale, uccisi nel grembo materno. Ebbene, ritenere e dire questo assieme a tante persone normali, e dirlo in pubblico, ha trasformato me e i 15.000 della Marcia per la Vita in un concentrato di integralisti, negazionisti, razzisti e omofobi. Mi pare che il problema non sia che milioni di italiani la pensino cos risaputo -, ma diventato un problema che 15.000 di essi lo abbiano detto in pubblico, ove vige una dittatura culturale che non lascia spazio al dissenso. Solo lintelligenza libera di un bambino pu ancora dire che il re nudo o che quel piccolino di poche settimane un bambino. Ingannati e ingannatori continueranno a parlare di stoffe moderne o di materiale embrionale.

5) Magdi Cristiano Allam su Il Giornale del 14-05-2012: Quanta gioia ho provato condividendo con migliaia di giovani la fede e la cultura dellamore per se stessi, per i nostri figli, per il prossimo chiunque esso sia e qualunque sia la condizione in cui viene al mondo, partecipando alla Marcia per la Vita svoltasi ieri a Roma! Sono venuti da tuttItalia per testimoniare che non si rassegnano ad una tragica realt che fa venir meno persino la speranza di un giorno in cui potranno essere autenticamente e totalmente ci che si sentono dentro, protagonisti del loro presente come persone, famiglia e comunit, costruttori
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di un futuro dove i valori non negoziabili alla vita, alla dignit e alla libert saranno un patrimonio di certezza da trasmettere ai loro figli. Ammettiamolo: siamo un Paese da aspiranti suicidi! Siamo destinati a declinare sempre di pi come societ e a scomparire come civilt, avendo tra i pi bassi tassi di natalit al mondo ed essendo pi che mai ammalati di relativismo e succubi del buonismo. Ebbene, se ci volessimo del bene, se amassimo veramente i nostri figli, dovremmo promuovere la cultura della vita, difendere la famiglia naturale che lunica in grado di procreare, sostenere la maternit assicurando alle madri che scelgono di dedicarsi a tempo pieno alla famiglia, ai figli e alla casa un sussidio senza cui non lo potrebbero fare, aiutando concretamente i giovani affinch tramite la stabilit lavorativa siano messi nella condizione di rigenerare nuova vita.

6) Olimpia Tarzia, presidente del movimento PER, gi segretaria generale del Movimento per la vita italiano, su www.movimentoper.it del 16-05-2012: Eravamo in quindicimila, per una mattinata abbiamo colorato la citt: donne, giovani, famiglie, bambini, suore e sacerdoti (e perch no?), con il solo obiettivo di risvegliare le coscienze da quella sorta di anestesia generale, dai falsi ideali libertari propri del relativismo etico e mi sembra che nel nostro Paese esista ancora per i cittadini il diritto a manifestare pubblicamente le proprie convinzioni. Datata e autoreferenziale la crociata messa in atto da sparuti drappelli veterofemministi, animati da ideologica e intollerante furia, lontani anni luce dal vissuto vero delle donne, spaesati e colti di sorpresa dalla nostra massiccia e soprattutto serena presenza, ma prontamente soccorsi da una certa ben nota area mediatica, figlia di una cultura di morte, che si prestata volentieri a farsi portavoce dei loro insulti e delle loro insulse offese. E paradossale che, chi si erge a paladino della libert delle donne, offenda ed insulti il libero pensiero e la libera espressione di migliaia di donne scese in piazza a Roma, in rappresentanza di milioni di donne nel nostro Paese alleate della vita. Ma siamo alle solite, luoghi comuni, linguaggio stereotipato, fermo agli anni 70, quello, per intenderci de lutero mio sul corpo delle donne decidono le donne; slogan preconfezionati ad arte per nutrire ideologicamente generazioni intere di giovani donne. Li conosco bene: li ho sentiti per la prima volta urlare contro di noi, giovani di diversi movimenti e parrocchie in sit in davanti al Senato il 22 maggio 78 e li continuo a sentire ancora oggi: basta venire ad un convegno dove si parla della mia proposta di legge di riforma dei consultori familiari e se
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ne potr ascoltarne la serie intera, sempre gli stessi (ma un p di fantasia no?) arroganti, bugiardi, insensati, aggressivi, violenti, come quando, in un luogo istituzionale quale lAula Consiliare del X Municipio di Roma, invocando la parola alle donne, centri sociali, Action e gruppi similari hanno sfondato i cordoni delle forze dellordine, impedendomi di parlare! Generazioni di giovani donne allevate da un delirio ideologico, donne ingannate, che a loro volta hanno ingannato altre donne, donne che nel corso della vita si sono dovute scontrare con la realt, che si rivelata ben altro: la tanto pretesa autodeterminazione ha permesso ad uomini poco responsabili, alla societ e alle Istituzioni di sentirsi autorizzati ( e legalmente protetti) a lavarsene le mani di fronte ad una donna in difficolt per una gravidanza, lasciandola senza via duscita, nella pi profonda solitudine. Senza poi tener conto che i soggetti coinvolti sono due, una madre e un figlio: come si pu autodeterminarsi sulla pelle di un altro? Ma il tema in questione non questo. Conveniamo tutti che laborto un dramma? Allora impegniamoci tutti, Istituzioni per prime, a mettere in atto uneffettiva tutela sociale della maternit, creiamo le condizioni culturali, sociali, legislative affinch ogni donna possa essere libera di non abortire Domenica stata una giornata straordinaria, custodiamo nellanima ogni immagine: ci sar di conforto nei momenti difficili del cammino che ci attende e quando la cultura di morte sembrer prevalere, ricordiamoci che noi stiamo dalla parte di Chi la morte lha gi vinta, nella consapevolezza che il sorriso, labbraccio, le parole, le lacrime che dedicheremo ad ogni mamma in difficolt per un figlio inatteso, non sono nostri, ma di una Madre che, unica, pu davvero muovere i cuori!

7) di Benedetta Frigerio, su Tempi del 14 maggio: Ieri quindicimila persone hanno camminato per due ore in silenzio, attraversando Roma partendo dal Colosseo fino a Castel SantAngelo. Non cera un simbolo partitico fra le bandiere che sventolavano, solo facce di laici, religiosi, politici e stemmi di movimenti e associazioni pro-life giunti per chiedere labolizione della Legge 194/78, ma non solo. Le televisioni erano l ad aspettare che qualcuno si lasciasse andare in rivendicazioni di rivalsa, i giornalisti erano pronti a cogliere il grido di verit inopportune. Ma non si sentita nessuna voce fuori dal coro. Il corteo con in testa il cardinale Raymond Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, costellato di famiglie, bambini, cattolici, protestanti,
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evangelici e buddisti era un popolo silenziosamente in festa. Contento di poter dire quel che pensa.

Hanno dedicato notevole spazio alla marcia anche riviste come i mensili Il Timone, diretto da Gianpaolo Barra, e Radici Cristiane, diretto da Roberto de Mattei; riviste come Maria di Fatima, settimanali diocesani e quotidiani locali; radio Maria (con trasmissioni di Renzo Puccetti ed altri), radio Mater, radio 24, radio Vaticana; e innumerevoli siti: www.corrispondenzaromana.it; www.frewslvb.blogspot.it; www.libertaepersona.org; www.federvitapiemonte.it; www.veritaevita.it; www.laogai.it; www.olimpiatarzia.it; www.culturacattolica.it; www.tempi.it; www.bastabugie.it; www.il-dono.org; www.riscossacristiana.it; www.messainlatino.it ....

Infine:

il vostro sostegno, anche economico, ci indispensabile:


per lAssociazione Famiglia Domani: Banca Intesa San Paolo Iban: IT 86 N 03069 03227 100000000810

per Mevd (Movimento Europeo Difesa Vita): Banca Unicredit, Agenzia di Verona; Iban: IT 31 R 02008 11796 000101130378
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Lo sapevi che
Il bambino, gi il giorno successivo al concepimento ha una sua identit biologica, con un corredo genetico. A sinistra: embrione di 35 giorni. A destra: feto di 3 mesi (et in cui vengono spesso eliminati, dai ferri del medico, molti bambini)1.

1 Le tecniche abortive si dividono in chirurgiche e farmacologiche. Tra le prime, la pi diffusa laspirazione: si introduce nellutero un tubo collegato ad un potente aspiratore (20 volte pi di un comune aspirapolvere). Il corpo viene lacerato, ed il tutto succhiato e maciullato. Questo metodo solitamente usato per embrioni inferiori ai tre mesi. Vi poi lembriotomia: si introduce un cucchiaino aguzzo ricurvo col quale si taglia a pezzi lembrione, e poi si procede col raschiamento dellutero. il metodo pi praticato nei primi tre/quattro mesi di vita. Vi poi listerotomia o aborto col taglio cesareo: questo metodo , fino al taglio del cordone ombelicale, del tutto uguale ad un parto per taglio cesareo. Vi sono infine metodiche di uccisione per avvelenamento: lembrione viene raggiunto da sostanze chimiche irritanti, che generano unindicibile sofferenza, spasmi e contorsioni, determinando una morte lenta e dolorosa. Una tecnica abortiva farmacologia per esempio la pillola RU 486, definita anche pesticida umano per le conseguenze sullembrione e sulla donna (le conseguenze su questultima possono essere gravi: emorragie profuse, infezioni e, in alcuni casi, conseguente morte). Chi volesse vedere le fotografie di un aborto, le trova qui: http://www.priestsforlife.org/resources/photosassorted/index.htm).

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- Gi i primi giorni dellembrione sono decisivi: Helen Pearson ha scritto su Nature nel 2002: Your destiny from day one (Il tuo destino dal giorno uno). Il giorno uno il giorno dellembrione unicellulare (lo zigote) che attraverso un protagonismo biologico realmente e scientificamente evidente si presenta, come ricorda il prof. Giusppe Noia, con le sue cinque caratteristiche: 1- Lidentit umana (46 cromosomi). 2 - La sua individualit e unicit (modelli matematici ne hanno dichiarato la fondatezza) . 3 - La sua autonomia biologica (noi tutti siamo vissuti per circa 8 giorni, dal concepimento fino allimpianto, senza fonti ossigenative dirette ma utilizzando lenergia trasformata dal materiale tubarico che circondava le nostre cellule iniziali). 4 - Lassunzione del piano-programma genomico con una capacit manageriale eccezionale tra gli esseri viventi con gradualit, continuit e coordinazione. 5 - Il cross-talk (colloquio incrociato con la madre) ai fini dellimpianto e della tolleranza immunologica. Giustamente il British Medical Journal, nelleditoriale del novembre 2000, affermava: lembrione non passivo: un attivo direttore dorchestra del suo impianto e del suo destino futuro. - Il feto sente, prova dolore e piacere gi nella pancia. Il sistema tattile inizia a svilupparsi alla 7 settimana a partire dalla regione peribuccale, si estende al viso, al palmo delle mani e alla pianta dei piedi all11 settimana e al resto del corpo entro la 15 settimana di gestazione. A 20 settimane ultimata la connessione tra recettori per il dolore e il talamo, la struttura del cervello capace di integrare limpulso che giunge dai recettori in una sensazione di dolore. Esistono ormai prove convincenti per affermare che a 20 settimane il feto sente dolore. - I primi Stati ad introdurre laborto furono la Russia comunista e la Germania Nazional-socialista. Il 18 novembre 1920 il governo comunista sovietico promulg la legge che rendeva libero e gratuito laborto, una misura tesa a mantenere alta la disponibilit di donne lavoratrici. Oggi la Russia sperimenta una drammatica crisi demografica largamente tributaria dei livelli stratosferici di abortivit. Il regime nazista daltro canto promosse laborto, anche coatto, per le donne di razza non ariana e per quante fossero anche solo sospettate di potere generare figli disabili. Nel 1939, appena spartita la Polonia con lUnione Sovietica, fu varato per le donne polacche
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il decreto che avviava la campagna denominata Auswahlfeiheit (Libert di scelta). - La 194, che, si disse, doveva ridurre gli aborti clandestini, depenalizza proprio gli aborti clandestini rispetto alla legge precedente. Per ridurre gli aborti clandestini la strategia percorsa con la legge 194 stata quella di fare diventare perfettamente legali gli aborti clandestini, ponendo a carico dello stato tutte le spese dellaborto e riducendo le pene per quanti si rendono responsabile di un aborto al di fuori delle procedure previste dalla legge. - Oggi in Italia vi sono ancora migliaia di aborti clandestini, a pagamento, sino al 7-8- 9 mese. Il numero di aborti clandestini stimato con procedure che in realt non offrono alcuna garanzia di accuratezza. Quello che certo che in una nazione come la Francia, dove il livello di contraccezione altissimo, nel 2008 si registrano 834.000 nati e 209.245 aborti, per un totale di oltre un milione di concepimenti (escludendo gli aborti spontanei). In Italia invece, dove la contraccezione molto pi bassa e lattivit sessuale non appare inferiore alla Francia, nascono nel solito anno 576.000 bambini e gli aborti registrati ufficialmente sono stati 121.301, per un totale che non arriva a 700.000 concepimenti. Non sar che in Italia, nonostante la legge 194, gli aborti clandestini sono molti di pi di quanto non si lascia credere? - Probabilmente una parte degli aborti registrati come spontanei in realt costituita da aborti procurati. Non si capisce altrimenti perch nel 1988 tra le ragazze di 15-19 anni ogni 1.000 nati vivi si registravano 88,65 aborti spontanei, mentre nella stessa fascia di et nel 2007 il rapporto salito a 140,97; e perch per la fascia tra 20 e 24 anni si passati nello stesso periodo da 72,94 a 96,62. Difficile inoltre conciliare la presunta riduzione degli aborti clandestini con lincremento dei procedimenti penali per tale reato, passati da 145 nel 1995 a 293 nel 2010. - Aumentano sempre pi gli aborti eugenetici, cio i bambini uccisi per imperfezioni tra cui alcune, come un semplice labbro leporino, curabilissime. Ancora una volta lo attestano i numeri. Nel 1999 sono state effettuati 2.281 aborti oltre la dodicesima settimana di gestazione (1,6 %) di tutti gli aborti. Dieci anni dopo, grazie alla capillare azione di screening neonatale volta ad identificare i concepiti portatori di anomalie, gli aborti effettuati oltre la dodicesima settimana sono cresciuti sia in numero assoluto (3.361) che, ancora di pi in termini percentuali (2,8 %).
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- La donna che ha abortito va incontro a: Un incremento della mortalit per tutte le cause pari a tre volte quando la si misura ad un anno dallintervento. Nel 2004 lAmerican Journal of Obstetrics and Gynecology pubblica uno studio che ha esaminato la mortalit ad un anno dallaborto di tutte le donne che hanno interrotto la gravidanza in Finlandia dal 1987 al 2000 mettendola a confronto con quella delle donne che invece hanno partorito. Il risultato che le donne che abortiscono muoiono con una frequenza tre volte maggiore. Sia lAmerican Psychiatric Association che il Royal College of Psychiatrists inglese, entrambe associazioni storicamente posizionate sul versante pro-choice, nella revisione della letteratura scientifica hanno concluso che laborto di per s non costituisce un rischio per la salute psichica delle donne, affermando cos che laborto non apporta alcun beneficio. - Da un aborto possono anche nascere dei bambini vivi. Laborto legale fino alla 22 settimana in Svezia, la 24 in Inghilterra ed in alcuni Stati americani, in Italia nel solo 2009 sono stati effettuati 788 aborti alla 21 settimana o oltre. I dati che giungono dagli studi indicano che con unadeguata assistenza neonatologica, la sopravvivenza a due anni dei bambini nati a 22 settimane di gestazione pari al 26,7 %. Gianna Jessen, una bambina nata dopo che la madre si era sottoposta ad un aborto salino al settimo mese una delle pi chiare testimonianze pro-life contro laborto.

Arrivederci dunque al 12 maggio 2013, per la III marcia nazionale per la vita, a Roma (preceduta, l11 maggio 2013, dal grande convegno sulla vita).

Per info e adesioni: www.marciaperlavita.it; info@marciaperlavita.it tel. 06-3220291 / 06-3233370; fax: 06-32110310.

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