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Ombasini #FenomeniMinimi Piccole osservazioni sulla Natura Minore

PREFAZIONE

Televisione, riviste patinate ed in generale i mezzi dinformazione ad orientamento naturalistico, ci hanno ormai insegnato tutto su: leoni e ghepardi, elefanti e gazzelle, iene e licaoni. La loro biologia, lalimentazione, con le relative tecniche di caccia dei carnivori e la ricerca di sempre nuovi pascoli per li erbivori, sono ormai di dominio pubblico . Accoppiamento e riproduzione dei grandi felini, non hanno pi segreti . La scelta , in tal senso, della divulgazione naturalistica, senzaltro encomiabile, se non altro per il fatto di far conoscere a tutti animali e piante che durante la nostra vita, molto probabilmente, non riusciremo mai a vedere nel loro ambiente naturale. A volte, per, tale divulgazione sconfina nel facile sensazionalismo , premiando leffetto spettacolare a discapito dellaspetto puramente scientifico , sicuramente pi noioso e di difficile comprensione. Tuttavia, se lutente desidera questo: diamoglielo!
Ovviamente non sono daccordo con questa affermazione, anche perch, di questo passo, pur sapendo tutto sul rinoceronte, i

nostri figli riconosceranno una gallina solo nelle confezioni del


supermercato, le quali, a volte, contenendo quattro o pi cosce,

ne daranno unimmagine fortemente falsata.


Il trattato, in forma di brevi monografie, che viene proposto in queste pagine, non si pone certo lobiettivo di modificare nel lettore lapproccio con la cultura naturalistica corrente, ma quello di avvicinarlo ad una natura pi realmente osservabile e fruibile come quella dei nostri prati, boschi , fiumi o addirittura ancora pi vicina, ovvero: il giardino di casa e la riva alberata della roggia che scorre lungo una strada provinciale.

A questo punto, scoprendo tutte le carte sul contenuto di questo volumetto, occorre dire che: la mantide religiosa, mentre attacca una cavalletta, non ha nulla da invidiare,
in forza ed astuzia, al ben pi noto leone e, facendo le dovute

proporzioni, il grande elefante, per eguagliare in

forza la

minuscola formica, dovrebbe spostare intere montagne!


Unaforisma rubato al grande scrittore Marcel Proust ( Parigi 18711922) sintetizza ottimamente lesortazione che, umilmente, vorrei riuscire a divulgare tramite queste pagine: Il vero viaggio

di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nellavere nuovi occhi.
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LACQUA

Il lombrico per non ha grandi occhioni languidi o corde vocali per gemere ed anche se le avesse, le sue

Come ricordato nella prefazione al testo, esistono animali carnivori che per continuare a vivere e riprodursi hanno bisogno di cacciare animali erbivori, i quali, a loro volta, attraverso il pascolo, hanno immagazzinato energia che restituiscono sotto forma di proteine della carne.
Questo cruento approvvigionamento di cibo, per, non avviene solo nella savana tra leopardo e gazzella, in quanto la grande cosa ovvero la natura, nella sua estrema razionalit, ha esteso questo sistema , nel corso dellevoluzione, a tutte le creature animate: dal batterio alla balenottera azzurra, passando addirittura per alcune piante, dotandole di trappole micidiali per catturare insetti ed apparato digerente per assimilarli. E pur vero che in noi umani, gli occhioni spalancati di una gazzella preda del leopardo, inducono un sentimento di piet e commozione, se poi la stessa gazzella emette un gemito, un moto dodio verso il predatore ci sale dal profondo dellanimo.

dimensioni rispetto alle nostre sono talmente piccole che noi uomini, non ce ne accorgeremmo neppure. Questo preambolo servito per introdurre il concetto del rapporto dimensionale tra osservatore e fatto osservato, infatti tutti noi siamo naturalmente portati ad osservare
fenomeni facilmente leggibili dai nostri sensi, tralasciando tutto il resto. Ebbene per percorrere la strada dellosservazione dei fenomeni minimi occorre invece farsi piccoli ed esplorare il prato al livello della chiocciola, guardare con gli occhi del grillo e nuotare come un girino nella sua pozza limpida. A proposito di girini, che altro non sono che la forma larvale delle rane e dei rospi (anuri), creature particolarmente miti, la cui sola difesa la fuga, tra i tanti predatori che lo insidiano, oltre a pesci e serpenti, come la natrice dal collare (Natrix natrix) annovera anche un insetto coleottero ovvero il ditisco (Ditiscus marginalis) il quale, dallalto dei suoi 4 cm di lunghezza, si ciba di girini , oltre che di avannotti, sia allo stadio adulto sia a quello larvale, come pure la leggiadra libellula che, passando lo stadio di larva in acqua, con estrema determinazione, attacca e divora tutto ci che di commestibile arriva alla portata delle temibili mandibole foggiate ad uncino e capaci di azzannare la preda in

Lo stesso non avviene se vediamo un pollo martirizzare con il becco un lombrico, inghiottendolo subito dopo. Eppure il livello di ferocia e determinazione, tra pollo e leopardo lo stesso, come pure uguale la motivazione che li accomuna nellatto della predazione: vivere!

una

frazione

di

secondo,

trattenerla

ed

avvelenarla

Oltre al ditisco ed alla larva di libellula, altri feroci predatori vivono nello stagno e nella pozza: la notonetta (notonecta glauca) che possiede la curiosa caratteristica di nuotare e rimanere immobile sotto il pelo dellacqua a dorso in gi, ma che scatta veloce verso il fondo alla vista di una possibile preda. Il ragno dacqua (gerris sp.) che possiede la rara capacit di correre, camminare, o restare immobile sopra il pelo dellacqua grazie al proprio peso ben distribuito sulle quattro zampette posteriori,(le prime due servono a trattenere la preda) le quali, munite di peli idrofughi, distribuiscono in maniera ottimale il peso sul pelo dellacqua permettendo alla tensione superficiale dellacqua stessa, di sostenere linsetto senza rompersi.

iniettandole i terribili succhi gastrici capaci di predigerire la preda di turno e risucchiando poi il nutriente brodetto, lasciando alla fine una spoglia vuota a fluttuare nello stagno.
Il ditisco adulto , tranne brevi voli fuori dallo stagno nativo in cerca della compagna o di nuovi territori di caccia, passa tutta la vita in acqua: dalluovo, alla larva, allinsetto perfetto che, pur possedendo grandi ali protette dalle elitre di un bel verde scuro metallico marginate di giallo, vola poco volentieri essendosi adattato perfettamente allambiente acquatico dove pu sfruttare al meglio la forma idrodinamica del suo corpo per nuotare velocemente, spinto dallultimo paio di zampe foggiate a remo.

La respirazione non un problema perch levoluzione lo ha dotato della capacit di accumulare, sotto le elitre, una riserva daria che viene rinnovata ogni 10-20 minuti semplicemente salendo alla superficie e facendo emergere la parte posteriore delladdome per un paio di secondi rubando cos allatmosfera un piccolo volume daria, per poi tornare velocemente verso il fondo ed aggrapparsi alla vegetazione acquatica, evitando cos di tornare a galla a causa della spinta di galleggiamento provocata dalla bolla daria appena approvvigionata (principio di Archimede).

Questo insetto gregario, cio vive in colonie pi o meno numerose in dipendenza dello spazio e quindi della disponibilit di cibo. Anche laccoppiamento avviene sullacqua, ma a volte lo si ritrova, sempre in gruppi numerosi, arrampicato su di un ramo od un rovo pendenti nel fosso. Anche qui, nella pozza, valgono i rapporti numerici tra preda e predatore in essere nella savana, come in tutti gli ecosistemi in equilibrio: ci sono molti pi girini che ditischi come ci sono molte pi gazzelle che leoni e non potrebbe essere altrimenti,

pena la fine del biotopo stesso o la sua pi o meno lenta trasformazione in qualcosa di innaturale destinato, dunque e comunque a scomparire. Ma lo stagno od il fosso ci raccontano anche altre storie e come in tutti gli ambienti naturali vi si ritrova tutto il ciclo biologico che origina e perpetua la vita. Gasteropodi come i planorbi e le limnee ovvero chiocciole dacqua con il guscio a spirale piatta o allungata, ma che comunque per respirare devono venire in superficie.
A proposito di superficie e di pelo dacqua, come gi ricordato il ragno dacqua riesce a camminarci sopra, ebbene la limnea (Limnaea truncatula) ci cammina appesa, ovvero riesce ad aderire allo strato molecolare dellacqua a contatto dellaria, senza romperlo. In tutto ci non v niente di miracoloso, in quanto la spinta idrostatica perfettamente uguale alla forza di gravit e quindi il nostro gasteropode deve solo pensare ad avanzare e brucare le microscopiche alghe che vegetano al di sotto del confine aria/acqua.

Ma anche per i molluschi dacqua dolce la vita non facile, i predatori sono sempre in caccia. Quanti gusci vuoti sia di chiocciole sia di bivalvi ho rinvenuto vicino alle tane del ratto e quanti altri molluschi sono finiti nei becchi mai sazi degli uccelli ardeidi come lairone cinerino (Ardea cinerea)m la garzetta (Egretta garzetta) e la nitticora (Nicticorax nicticorax). Cos come i molluschi anche i pesci vengono predati da uccelli acquatici sia di grande che di piccola taglia. Tra questi ultimi vale la pena di soffermarsi sul martin pescatore (Alcedo atthis) un uccello dellordine dei coraciformi che, seppur di origini tropicali ben si adattato alle nostre latitudini, tanto che molti esemplari non migrano nei mesi freddi e sono divenuti quindi stanziali, trovando nelle nostre rogge gli avannotti e i pesciolini di cui si cibano e dei quali sono abilissimi pescatori. Poco pi grande del passero, il martin pescatore ha becco lungo e robusto, zampe piccole e parzialmente palmate, ali corte e larghe adatte al volo veloce e manovriero, piumaggio impermeabile, dai meravigliosi colori metallici, almeno nella parte superiore e sul capo, che secondo langolo di incidenza della luce cangia dal blu cobalto al verde smeraldo, le parti inferiori sono rosso-ruggine tranne la gola ed i lati del capo che sono bianche. Maschio e femmina sono praticamente identici tranne che per la mandibola che, nelle femmine rosso-ruggine e bianca nel maschio. Sorprendente la

Altri molluschi vivono nel fosso come i bivalvi dacqua dolce che assomigliano moltissimo al mitilo marino, sono gli unio (Unium pictorum) dalle valve brunastre, si nutrono, come i loro cugini marini, filtrando in continuazione lacqua e trattenendo le particelle alimentari.

capacit di questuccello di frenare nellaria e passare da velocit sostenute a velocit zero in pochissimi centimetri, immobilizzandosi in volo librato o sopra un posatoio a picco sul pelo dellacqua per puntare una preda che con un tuffo precisissimo cattura con il becco, risalendo poi da sottacqua di nuovo sul ramo dove, ne far un solo boccone oppure come accade durante il corteggiamento, il maschio offrir alla femmina la preda, se questa accetta la coppia fatta e scelto un sito adatto, ovvero una riva di terra sabbiosa a perpendicolo sullacqua, iniziano a scavare freneticamente una galleria lunga 80 cm ed oltre che sbocca nella camera di cova, dove la femmina deporr da 5 ad 8 uova.

di pesca. La coppia deporr unaltra nidiata in piena estate, scavando un altro nido, che, come il primo, a prova di predatori, essendo posto in una parete verticale a strapiombo sullacqua e quindi difficoltoso da raggiungere per le donnole, per i ratti e per i serpenti come il biacco (Coluber viridiflavus), unici predatori con dimensioni tali da poter penetrare nella galleria daccesso al nido. Negli inverni particolarmente rigidi, quando il ghiaccio impedisce al martin pescatore di nutrirsi sufficientemente, il loro numero cala drasticamente per riprendersi in primavera, quando i territori di pesca lasciati liberi verranno immediatamente occupati da nuovi individui. Animale riservato e prudente, quindi difficile da osservare, non in pericolo di estinzione, ma la diminuzione degli habitat idonei, la cementificazione dei canali e linquinamento delle acque con conseguente calo del numero delle prede, rendono sicuramente la vita pi difficile al veloce e bellissimo martino.

Poco dopo la schiusa i piccoli si presenteranno a turno davanti allimbocco della galleria, come in un girotondo, per ricevere il pesciolino portato dai genitori.
Terminato lo svezzamento, quando il nido ormai troppo piccolo per ospitare la prole ed il fetore ammoniacale, dovuto agli escrementi accumulati, ormai insopportabile, i giovani martin pescatore, pronti per il volo, si affacceranno uno ad uno allingresso del nido e saranno istruiti al volo ed alla pesca in brevissimo tempo, per poi essere scacciati dai genitori, i quali non tollerano concorrenti di sorta nel loro territorio, che vasto allincirca un chilometro lungo il fosso eletto a dimora e territorio

Anche il pesciolino predato dal martin pescatore per, per cresce e riprodursi, ha bisogno di proteine e cos il grande gioco della vita si perpetua.
Infatti il piccolo pesce ciprinide nella sua pur breve vita ha predato, prima di essere predato, innumerevoli larve di zanzara comune (Culex pipiens) le quali veleggiando a testa in gi sotto il pelo dellacqua risultano essere una facile ed abbondante preda.

Una curiosit: prima di trasformarsi in insetto adulto e fastidioso, la zanzara passa anche attraverso lo stadio di pupa, che a differenza della larva, se ne sta a testa in su, anchessa attaccata al pelo inferiore dellacqua e si muove per mezzo di appendici caudali simili a pinne che allo stadio di larva non possedeva. Quante trasformazioni, quanti apparenti sprechi di energia prima di approdare finalmente allo stadio di imagine o insetto adulto, oltretutto a noi animali a sangue caldo, molto inviso perch parassita dei nostri globuli rossi.

LA RIVA
Lasciando lacqua e risalendo la vegetazione della riva, se lambiente preso in esame sufficientemente incontaminato, potremmo incontrare un simpatico anfibio, il cui numero purtroppo diminuito negli ultimi anni: la raganella (Hyla arborea) unico rappresentante in Europa della specie. Pur avendo la conformazione generale simile alla rana vera e propria, ne differisce per un particolare significativo e nel nome ne porta il marchio, ovvero vive tra il verde, sulle piante, tra le foglie , insomma veramente arborea. Il corpo lungo da 3 a 5 cm, la pelle, sempre lucida quasi laccata, possiede una colorazione verde brillante su tutta la parte superiore e colore bianco-roseo sul ventre. La colorazione verde pu farsi pi o meno intensa in relazione all'ambiente circostante e gli occhi sono colore dell'oro. Le dita sono dotate di espansioni digitali a ventosa e tutta la parte inferiore del corpo, presenta la caratteristica di essere adesiva, di conseguenza larrampicata tra i vegetali non presenta alcuna difficolt per il nostro animaletto.

Ma se cos , cos devessere in quanto gli sprechi fine a s stessi e le ostentazioni di potenza gratuite non rientrano nei piani della grande cosa.
Infatti la natura si prende tutto il tempo che le occorre per portare a termine i propri disegni, incurante del nostro effimero stupore di fronte ai suoi fenomeni, anche se molto immodestamente bisogna riconoscere, che questa nostra curiosit ci sta portando inesorabilmente verso la conoscenza del mistero assoluto, ovvero il mistero della vita.
Ma lasciamo le speculazioni filosofiche che, seppur affascinanti, ci porterebbero sicuramente fuori dal tema prefissato e torniamo al nostro fossato, il quale ha ancora parecchie cose da raccontarci, cose dapparenza minima ma, in realt rivelatrici di tanti piccoli segretibiologici e comportamentali.

La raganella si trattiene volentieri nelle vicinanze dellacqua perch, in questi siti, pi abbondanti sono le prede delle quali si nutre: piccoli insetti, ragni e larve di mollusco. Nellelemento liquido la raganella entra solo per laccoppiamento e la

deposizione delle uova, le quali si presentano come masserelle gelatinose grandi quanto una noce che vengono attaccate alla vegetazione acquatica sul fondo dello stagno o del fosso con corrente scarsa o nulla. Il destino dei girini di raganella non dissimile da quello dei propri cugini ovvero dei girini di rana: cercare, sfuggendo ai predatori, di arrivare allet adulta e perpetuare la specie: tutti ci provano, solo alcuni ci riescono.
Continuando il nostro viaggio ideale sulla riva della roggia. Potremmo incontrare uninquietante presenza: un rettile, pi precisamente una biscia, innocuo per luomo e tutti i mammiferi ed uccelli di una certa taglia, ma temibile per la raganella e taglie affini. E la natrice dal collare (Natrix natrix). Quanti gitanti lavranno avvistata ed immediatamente scambiata per una vipera con conseguente caccia e probabile uccisione del serpente velenoso. Un minimo di cultura naturalistica contribuirebbe a non poco alla salvaguardia delle varie specie di animali e vegetali tutte egualmente utili al grande ciclo. Per chi, come me, ha avuto la fortuna , a volte cercata con ostinazione, di osservare da vicino una biscia dacqua, questo il nome volgare del nostro rettile, si sar reso conto della totale innocuit di tale rettile, la cui reazione di fronte ad un qualsivoglia predatore , in sequenza: la fuga e se questa non sufficiente, un soffio daria spinto con forza attraverso la laringe, mette in guardia e spaventa lo

sprovveduto o il predatore di turno distraendoli quanto basta per permettere alla natrice di cercare un rifugio sicuro. Ma se queste strategie non bastassero ed il nemico riuscisse ad entrare in contatto fisico con la potenziale preda, questultima metterebbe in atto la strategia finale, oltre la quale, se le fosse concesso, ci sarebbe solamente la preghiera. Si volta repentinamente con il ventre verso lalto, ben in vista verso il predatore in modo da sconcertarlo con la visione improvvisa delle scaglie ventrali dai disegni a vistosi scacchi bianchi e neri, in netto contrasto con i colori ed i disegni mimetici dl dorso, apre le fauci e lascia penzolare fuori la lingua, rigorosamente biforcuta come se fosse mora, ma tenendo almeno un occhio ben puntato sullassalitore in modo da prevederne le mosse e, tocco finale affinch la mimica sia perfetta, emette dalla cloaca una sostanza maleodorante che ricorda il puzzo di una carogna danimale in avanzato stato di putrefazione.
A questo punto, solitamente, solo il naturalista si sofferma ad osservare o fotografare la scena sfidando il fetore che, a distanza ravvicinata decisamente insopportabile. Ogni altro essere con intenzioni pi cruente della semplice curiosit scientifica tentato di desistere in quanto una siffatta preda certamente poco appetibile. Ci si pu domandare a questo punto: la natrice non ha nemici? Certamente predata da poiane e volpi, le quali

aggredendola di sorpresa evitano la mimica di difesa ed il relativo messaggio odoroso. Anche se la si pu ritrovare lontano dall'acqua, nei pressi di questo elemento e dentro ad esso che la natrice passa gran parte della propria vita, predando rane, girini ed altri piccoli animali che cattura preferibilmente allagguato sfruttando lincapacit di queste prede di percepire i movimenti lentissimi che la natrice adotta per avvicinarsi il pi possibile, anche fino ad un centimetro, senza essere vista e sferrando lattacco finale da una distanza talmente ravvicinata da risultare quasi sempre vincente;: la difficolt sta nellincontrare la preda e rischiare ad avvicinarsi senza spostare vegetazione o provocare onde nellacqua che metterebbero inevitabilmente sullavviso lanfibio , scatenando nello stesso la reazione di fuga. Nellelemento liquido la caccia agli avannotti ed ai girini eseguita allattacco, sfruttando la forma idrodinamica del proprio corpo e le capacit natatorie proprie della specie. Il collare di squame bianco gialle che porta dietro il capo e che la caratterizza cos vistosamente tanto da essere chiamata appunto, natrice o biscia dal collare, pu sicuramente bastare a non confonderla, durante la prossima scampagnata, con la vipera comune, la quale non va comunque molestata, ma lasciata libera di attraversare il sentiero, non dimenticando mai che, in quellambiente, gli ospiti siamo noi. Ma sulla riva del

fossato non

vivono solo creature animate, ci sono anche i vegetali, componenti essenziali di tutti i biotopi naturali. I fiori ne sono limprescindibile caratteristica
Gi, i fiori, ma li conosciamo veramente? Quali funzioni svolgono, a cosa servono?

I fiori, in tutte le piante che li producono, sono i depositari delle informazioni genetiche per la continuazione della specie, in pratica contengono gli elementi e gli organi riproduttivi della pianta stessa. Analizziamo quindi in particolare questo semplice e meraviglioso sistema che porta alla formazione del seme,il quale ha in s tutto quanto serve, con laiuto di terra, acqua e sole, per dare origine ad una nuova pianta.
Guardando il fiore da vicino riconosciamo diverse parti: al centro lo STIMMA sostenuto dallo STILO il quale in comunicazione con lOVARIO contenente gli ovuli, linsieme di questi elementi formano il PISTILLO, lorgano riproduttivo femminile. Tuttattorno al pistillo si notano gli STAMI in cima ai quali si trova lANTERA ricoperta di granuli di polline, questo lorgano riproduttivo maschile. Raggiunta la maturit sessuale, il problema come trasferire il granulo di polline sullo stimma! Principalmente con due sistemi: il primo e pi semplice sfrutta lenergia del vento, affidando allo stesso miliardi di granuli i quali, per il gioco delle probabilit e dei grandi numeri, andranno

a fecondare: sia lo stesso fiore che li ha generati (impollinazione diretta), sia altri fiori(impollinazione incrociata).
In questo caso, cio con la fecondazione eolica, i fiori non sono mai vistosi, colorati o profumati, ma piccoli e insignificanti dal punto di vista estetico (es. ORTICA, NOCCIOLO, ABETE), questo perch la Natura, come suo solito, non spreca energie dove non occorre in quanto il vento non fa certo preferenze tra fiori rossi o bianchi, profumati o meno e quindi sarebbe uno spreco dotare questi fiori di mezzi di attrazione visiva od olfattiva particolarmente costosi dal punto di vista energetico. Il discorso cambia radicalmente con i fiori colorati e profumati, i quali hanno sviluppato queste caratteristiche per attirare lagente impollinatore che quasi sempre un insetto (INSETTO PRONUBO), il quale attratto dal colore dei petali che altro non sono che foglie modificate a tale scopo, dal profumo, pi o meno piacevole dal punto di vista umano, ma soprattutto dal premio che il fiore concede allinsetto cio il nettare sostanza zuccherina prodotta al solo scopo di motivare linsetto in quanto il colore o il profumo fine a s stessi, non basterebbero a convincere linsetto a posarsi sul fiore, spingendo lapparato boccale fino al NETTARIO, il quale non mai in posizione agevole, per costringere lape o il bombo a sporcarsi il pi possibile di granuli di polline che saranno poi ceduti ad un altro fiore e cos

via. Una volta che il granulo di polline riesce a posarsi sullo stimma, emette un lungo peduncolo, che attraverso lo stilo, raggiunge gli ovuli i quali vengono cos fecondati. Ha inizio a questo punto la trasformazione degli ovuli in SEMI e dellovario in FRUTTO che conterr i semi stessi. Il fiore a questo stadio comincia ad avvizzire in quanto ha completato il suo ciclo e sarebbe un inutile addobbo alla pianta. Alcuni semi cadranno a terra, altri saranno mangiati, assieme al frutto, da animali che li trasporteranno in altro luogo e li cederanno di nuovo allambiente tramite le feci (es. VOLPE- ROSA CANINA) oppure saranno trasportati dal vento (es. TARASSACO) e, se troveranno le condizioni adatte, daranno origine ad una nuova pianta.
Considerando che le dimensioni di un granulo di polline della maestosa QUERCIA e dellumile PRIMULA sono pi o meno le stesse, ci viene da concludere che, ancora una volta, la Natura ha ottenuto con il minimo sforzo il massimo dei risultati. Luomo, da sempre attratto dai vistosi colori e forti profumi dei fiori e dalle relative piante produttrici, spinto dalla propria innata curiosit, ne ha sperimentato anche il sapore e di conseguenza gli effetti sullorganismo, a volte benefici, molte volte dannosi se non addirittura letali, cos si svilupp nei secoli la conoscenza delle propriet terapeutiche delle piante. Un infuso di cicuta

maggiore (Conium maculatum), diede la more a Socrate, un decotto di radice di carlina (Carlina acaulis) salv buona parte dellesercito di Carlo Magno dalla peste per merito della sua azione antibiotica. Gli esempi citati hanno lo scopo di introdurre largomento: le piante medicinali. Ci si chieder come pu essere medicinale la cicuta se cos velenosa da uccidere un uomo. Questione di dosaggio e competenza, tanto vero che la stessa pianta, nelle mani esperte di medici specializzati, pu servire a combattere larteriosclerosi ed alcune affezioni della prostata.
Quanto sopra ci deve far riflettere: una pianta non pericolosa o utile per sua natura, ma lo diventa in seguito alle manipolazioni ed alle dosi assunte. Altri esempi: lestratto di pochi grammi di digitale (Digitalis purpurea) pu provocare la morte per collasso di un uomo adulto , mentre gli stessi glucosidi estratti e trattati adeguatamente e somministrati sotto rigoroso controllo medico, sono efficacissimi contro le aritmie cardiache ed altre patologie del cuore; lo stesso effetto febbrifugo che pu dare una compressa di aspirina, lo pu dare linfuso di corteccia di salice (Salix alba) a causa dellacido salicilico in essa contenuta. Ma allora le cure con le piante medicinali sono il toccasana per tutte le malattie? Purtroppo dobbiamo dire di no, per diverse ragioni: le cure con le piante e le erbe medicinali si devono

protrarre nel tempo in quanto i principi attivi in esse contenute, sono ad azione blanda, che se da una parte non danno effetti collaterali, dallaltra possono risultare efficaci solo se somministrati per un periodo di tempo adeguato, a differenza dei farmaci di sintesi che sono molto pi efficaci nel breve periodo, ma anche pi aggressivi sullorganismo.
Altro aspetto negativo il costo elevato delle cure con le piante officinali proprio perch devono essere protratte nel tempo ed anche a causa dellalto costo di raccolta, estrazione dei principi attivi e conservazione efficace degli stessi. A conclusione di quanto esposto possiamo dire che per curarsi efficacemente anche con le piante medicinali, lunica strada quella di affidarsi a medici esperti che sappiano mediare la scelta dei farmaci, naturali o di sintesi , in base al quadro clinico del paziente. A livello domestico per, nulla ci vieta di continuare a servirci, per esempio, degli sciacqui con infuso di malva (Malva sylvestris) per lenire le affezioni delle mucose del cavo orale, oppure di mangiare una bella insalata di foglie giovani di dente di leone detta anche insalata matta(Taraxacum officinalis) che oltre al gradevole sapore, ha propriet depurative ed ancora come contorno possiamo lessare i giovani getti del luppolo (Humulus lupulus) il quale un sedativo oltre che squisita verdura. Godiamo pure dei frutti spontanei

della Terra, ma non improvvisiamoci raccoglitori in quanto lerba o la pianta tossica sempre presente, anche nei nostri campi, eccone alcuni esempi:
colchico autunnale, mortale! Blocca la riproduzione delle cellule; le curiose bacche rosse della fusaggine agiscono da purgante drastico e possono provocare un collasso; il profumato mughetto provoca aritmia cardiaca; la bella peonia, fortemente narcotica, induce anche gravi disturbi intestinali; tutti i comunissimi ranuncoli gialli sono molto pericolosi, tanto da provocare anche la morte se ingeriti in forti dosi, ma a sicura azione vescicante sulle mucose anche a basso dosaggio; unaltra bacca, quella del tasso, provoca vertigine e scompensi cardiaci.

lumaghn cscia fora i t curnn, se no te msi (trad: lumaca, lumachina mostra i tuoi cornetti, altrimenti ti elimino). Lanimaletto oggetto di tale cruenta attenzione la chiocciola (ELIX POMATIA ed altre specie) che, nel linguaggio popolare chiamata impropriamente lumaca. Mollusco gasteropode (significato letterale: che si muove sullo stomaco) famiglia degli elicidi, la nostra chiocciola tropo nota a tutti, anche dal punto di vista culinario, per descriverla nellaspetto esteriore. Scopriamone allora alcuni particolari curiosi e sconosciuti ai pi. Il guscio nel 99% dei casi a spirale destrorsa, ovvero guardando il punto di origine della spirale, questa si sviluppa in senso orario, gli eventuali esemplari sinistrorsi sono considerati una vera rarit. Nella medicina popolare si usava far ingoiare una chiocciola viva, ma privata del guscio, a chi soffriva di ulcera, in quanto sembrava che il muco emesso dallanimaletto favorisse la cicatrizzazione della piaga ulcerosa. In via di principio tale terapia non del tutto balzana, ma il povero paziente oltre ad avere lo stomaco ulceroso, doveva averlo anche molto forte per sopportare una cura cos vivace. Da molti apprezzata dal punto di vista gastronomica, non a tutti noto il fatto che la chiocciola si ciba anche di piante molto tossiche come laconito o la cicuta, i cui resti devono essere eliminati con lo spurgo totale dellapparato digerente, in crusca o

Concludiamo il capitolo dicendo che luso delle piante ed erbe medicinali, sia terapeutico che edonistico, va seguito da persone di sicure esperienza e buon senso per fare in modo che un infuso curativo o una invitante insalata, non si trasformino in temibili e pericolosi intrugli.
Parlando di erbe pi o meno eduli dal punto di vista dellalimentazione umana, occorre ricordare che vi sono animali i quali si cibano abitualmente di erbe ritenute, per noi, velenose o addirittura mortali. A tale proposito, per associazione di idee, mi ricordo una filastrocca in vernacolo milanese che recita: lumga,

segatura come ben sanno i cuochi , per evitare disturbi, anche seri, al buongustaio di turno. Per rientrare ed uscire facilmente dal guscio, il nostro animaletto sfrutta leffetto palloncino, cio riempie per uscire e svuota per rientrare il proprio piede di emolinfa, sorta di sangue incolore che viene pompato o aspirato a seconda delle necessit. Gli unici muscoli sono: quello del piede che , con movimenti ondulatori fa avanzare la chiocciola ed il muscolo inserito sullasse del guscio (columella), il quale muove lapparato boccale e la radula, specie di lingua dotata di numerosi dentelli che, con movimenti alternati, tritura i vegetali, lo stesso muscolo permette alla chiocciola di innalzare la parte anteriore del corpo e fa orientare, estroflettere ed introflettere i quattro tentacoli di cui dotata, dei quali i due superiori hanno la funzione di occhi, seppur molto primitivi, essendo soltanto dei fotorecettori sensibili alla luce ed alle ombre ed i due inferiori, che hanno funzione tattile ed esplorativa. La parte della vita pi interessante e sconosciuta della chiocciola senzaltro la fase riproduttiva ed i rituali ad essa collegati.
Tanto per cominciare le chiocciole non hanno un sesso definito per ciascun individuo, essendo ermafrodita imperfette ovvero ogni individuo ha in s i due sessi, ma per essere fecondato ogni individuo ha bisogno di essere inseminato da un suo conspecifico che, a sua volta, riceve il seme dal partner di turno. Il seme viene

conservato lontano dalle uova fino a che si stabiliscono le condizioni ideali di temperatura e umidit, a questo punto avviene la fecondazione vera e propria. Dopo una breve incubazione ogni chiocciola depone le uova in una piccola buca nel terreno, soffice e umido, la ricopre e abbandona la progenie al proprio destino. Verso giugno le chiocciole sentono per istinto che giunto il momento dellaccoppiamento e si mettono in cerca del partner, con lausilio dei recettori chimici che individuano la scia di bava lasciata sul terreno da un altro individuo. Una volta incontrati i due si mettono di fronte, piede contro piede e per mezzo di un piccolo stiletto calcareo: il dardo damore, prodotto per loccasione, cercano reciprocamente di trafiggersi quasi a volersi stimolare

vicendevolmente o, per i pi poetici, a voler colpire con la freccia di Cupido, lamata (o amato?). Dopo questo cerimoniale il dardo cade ed inizia laccoppiamento vero e proprio, che avviene estroflettendo gli organi copulatori da un orifizio posto appena dietro la testa. Anche lorifizio di emissione delle uova posto dietro la testa, quindi proprio allopposto di dove tutti penseremmo di trovarlo! Unultima caratteristica, unica dei molluschi terrestri con guscio, la capacit di chiudersi allinterno del guscio stesso per il letargo invernale, costruendo una porta calcarea, lepifragma, che chiude

perfettamente laccesso al guscio, ma lascia respirare la chiocciola grazie alla

microporosit. Come abbiamo visto le caratteristiche peculiari di questo animaletto sono stante e tutte interessanti surclassando di gran lunga, a mio avviso, linteresse pi diffuso attorno alla chiocciola, quello gastronomico.

carbonica, fosforo, potassio e molti altri elementi che, con lausilio del sole quale fonte di energia, vengono metabolizzati dalla pianta come sostanze nutritive, protettive e di accrescimento. Nel fungo tutto questo non esiste e la pianta-fungo non visibile, che solitamente assomiglia ad una ragnatela, vegeta alle volte a spese di sostanze morte (fungo saprofita), altre volte scambia sali minerali con elementi nutrienti gi sintetizzati a reciproco vantaggio di pianta superiore (es. quercia) e fungo

A questo punto, parlando della riva del fossato, ma anche del prato da questo irrigato, non possiamo fare a meno di parlare di un organismo che ricopre un ruolo di primaria importanza nella gestione di moltissimi ecosistemi: il fungo.
In autunno, figure solitarie si aggirano per la pianura armate di bastone e cestello o di poco ortodossi sacchetti di plastica, si fermano ad ogni ceppo di pioppo e vi si prostrano come fedeli ad una Via Crucis. Sono i cercatori di funghi.

(es . porcino), questo scambio prende il nome di simbiosi micorrizica. Altre volte ancora, come nel caso del conosciuto ed apprezzato chiodino (Armillariella mellea) si comporta da parassita, attaccando legno vivo ma indebolito da ferite o parassiti come ad esempio i ceppi dalberi abbattuti,

Ma cosa mai porteranno a casa costoro?


Analizziamo pi in dettaglio lentit fungo. Ci che noi chiamiamo comunemente fungo, altro non che il frutto di una pianta del tutto speciale che vegeta nascosta nellhumus o tra il materiale marcescente del terreno, quali sono il legno e le foglie morte, fieno e paglia abbandonati sui campi e persino sui cumuli di letame. Da tutti questi materiali la pianta-fungo trae il nutrimento essendo del tutto priva della funzione di sintesi clorofilliana che permette a tutte le altre piante di vivere traendo il sostentamento, sintetizzandolo in proprio, direttamente dalle sostanze presenti nel terreno e nellaria quali: azoto, anidride

contribuendo in tal modo alla selezione naturale ed accelerando il processo di disfacimento del vecchio albero, favorendo cos la crescita di una nuova piantina, intervento umano permettendo. Pur essendo diffusi in tutto il mondo, apprezzati per il loro sapore e temuti per i loro micidiali veleni, i funghi ci nascondono ancora buona parte dei loro segreti, ad esempio sul loro complicato sistema di riproduzione che vorrei descrivere a grandi linee premettendo che tale sistema uno dei diversi modi sviluppati e non lunico. Ogni frutto visibile della pianta- fungo presenta una parte fertile, generalmente posta sotto il cosiddetto cappello, che

giunta a maturazione rilascia milioni di spore le quali, in adatte condizioni di umidit , calore e nutrimento daranno origine ad una pianta-fungo chiamata micelio primario di sesso ben determinato. Questa pianta-fungo sterile si accrescer e se per caso., o meglio per il gioco delle probabilit, incontrer un micelio primario di sesso opposto, dar origine ad una pianta fertile che, in idonee condizioni atmosferiche, svilupper un gustoso porcino o una mortale Amanita phalloides.
Piacevoli per forma da e colore, affascinanti infatti per il le loro

IL PRATO Sul finire dellestate, nel campo riarso, friniscono mille cavallette, il loro canto monotono sembra non avere mai fine.. Ma ad un tratto il canto di una di esse si fa per un attimo pi acuto per poi tacere del tutto. Perch? Osservando pi da vicino capiremo.
La povera cavalletta praticamente imprigionata fra le zampe anteriori, dette RAPTATORIE, della Mantide Religiosa (Mantis religiosa), insetto dellordine degli ORTOTTERI, come del resto lo la cavalletta, a sviluppo incompleto, senza cio le fasi di : larva, ninfa, pupa e insetto perfetto, ma con il solo stadio di NEANIDE, nel quale linsetto si presenta gi dalla nascita con la forma del corpo definitiva, quindi durante il suo accrescimento non subir alcuna metamorfosi radicale, ma solo mute periodiche del tegumento divenuto man mano troppo stretto. A differenza della maggior parte degli insetti ortotteri, la nostra mantide di abitudini strettamente carnivore, in pratica essa sta al mondo degli insetti, come la

caratteristiche,

non

dimenticare

contributo

fondamentale alla degradazione biologica del legno e delle foglie che altrimenti si accumulerebbero a tonnellate nel sottobosco impedendo la crescita di qualsiasi altra forma vegetale.

I funghi quindi, ad un esame pi attento e meno edonistico, si rivelano per ci che realmente sono: insostituibili elementi dellequilibrio naturale.

* * * * * * *

tigre sta a quello dei mammiferi.


Di fattezze e portamento eleganti: il tronco esile, il grande addome con le elitre (tegmine) e le ali portate come un mantello,

il capo piccolo e triangolare e, unico tra gli insetti, dotato di collo mobile capace di orientare il capo stesso in tutte le direzioni. Al centro dei grandi occhi composti, un punto scuro
emula una pupilla , cosicch il nostro insetto pare avere una sua personale fisionomia e la capacit di guardare negli occhi losservatore, il che, credetemi, a dir poco inquietante.

Semplice: un carattere geneticamente aggressivo, una fame insaziabile e le zampe raptatorie. Queste ultime sono armi micidiali conformate per catturare ed immobilizzare senza fatica le prede.
Dal piccolo tronco della mantide parte un primo tratto articolato che ha la funzione di imprimere una forte velocit iniziale a tutto larto, come il propulsore per lancia degli aborigeni australiani, il femore, a forma di fuso, robusto ed armato di una doppia fila di

Descriviamo ora le fasi della caccia e gli strumenti ad essa preposti.


Cominciamo dalle prede: dalla mosca alla cavalletta

spine tra le quali alloggia, in posizione di riposo, la tibia anchessa armata di spine e terminante con un grande uncino, il quale ha la funzione di arpionare letteralmente la preda e portarla repentinamente tra le spine di tibia e femore.

passando per il grillo campestre, tutto ben accetto e, per individui particolarmente dotati va bene addirittura la grande e forte cavalletta verde (Tettigonia viridissima), pi grande della stessa mantide, ma non ugualmente aggressiva.

Durante la fase di attacco, le zampe raptatorie sono distese in tutta la loro lunghezza, in modo da colpire dallalto la vittima e non lasciarle cos via di scampo. Il resto del corpo assume la posizione cosiddetta SPETTRALE: tronco eretto, elitre aperte ed ali dispiegate, laddome si alza e si abbassa ritmicamente tra le ali membranose in modo da produrre un leggero fruscio che ricorda il sinistro sibilare del serpente in fase di attacco.

Dopo la fase di attacco e immobilizzo della preda, lapparato boccale della mantide attacca i gangli motori della vittima in modo da paralizzarla completamente, dopodich pu banchettare in tutta tranquillit, senza timore di improvvise rappresaglie da parte della pietanza. Ma come riesce la mantide, che di religioso ha solo la postura di riposo con le armi ripiegate ad immobilizzare un gigante recalcitrante come la grande cavalletta verde?

La vittima sembra come ipnotizzata da questa mimica, tant vero che ben difficilmente tenta la fuga finch in tempo, lunica possibilit di salvezza sarebbe che la nostra cacciatrice sbagli il bersaglio, cosa peraltro poco probabile.

Finito il banchetto, la mantide

pulisce accuratamente gli

dallistinto riproduttivo, si avvicinano alla femmina per compiere il loro dovere. Per la maggior parte di essi tutto si svolger nella pi completa normalit: posizione tipica dellaccoppiamento, contatto fisico tra gli organi riproduttori, cessione da parte del maschio delle cellule fecondanti le uova, allontanamento reciproco. Tutto questo pu durare fino a 5 ore.

strumenti di caccia, spina per spina perch istintivamente sa che la propria esistenza legata ad una perfetta funzionalit di questi arti come luccello si pulisce le penne alle quali sono legate le possibilit di volo e quindi di fuga o di attacco ed in estrema sintesi di vita.
A questo punto nasce spontanea una domanda: la mantide un mostro tutto dedito alla carneficina? Assolutamente no! Al contrario essa un selettore naturale di primordine, contribuendo ad esempio, a contenere il numero delle voraci locuste e comunque facente parte, come tutto in natura, del grande Ciclo Biologico dove tutto ha un ruolo e un senso.

Per altre coppie non tutto fila cos liscio, infatti pu accadere che lavvicinamento del maschio scateni nella femmina la propria congenita aggressivit e di conseguenza catturi il pretendente ed inizi a divorarlo dalla nuca, come fosse una qualsiasi delle prede abituali. Ma la Natura a questo punto interviene: il maschio seppur decapitato e mutilato fino alladdome, tanto fa che si libera dalla stretta m ortale e si posiziona sopra la femmina riuscendo alla fine a fecondarla, in quanto gli organi riproduttori vengono controllati dai gangli cervicali ormai digeritidalla femmina.

Questo

animaletto,

quanto

mai

affascinante,

merita

senzaltro un approfondimento della propria biologia, ad esempio: la fase riproduttiva.


Sul finire dellestate, nei campi e tra gli arbusti, moltitudini di insetti godono degli ultimi giorni canicolari, tra questi anche la MANTIDE RELIGIOSA. In questo periodo dellanno il dimorfismo sessuale si accentua e le femmine sono pi facilmente identificabili a causa del loro addome rigonfio. Ma il rituale, immutato da milioni di anni, prevede altre fasi: misteriosi effluvi viaggiano nellaria, emessi dalle femmine pronte per la fecondazione, attirando i maschi, i quali, guidati

Portato a termine il compito, ci che resta del maschio viene trasformato in proteine per la prole, cio

completamente divorato dalla femmina. Quanto sopra descritto non uneccezione tra gli artropodi: alcuni ragni e scorpioni adottano tecniche simili.
Dopo la fecondazione, la mantide femmina cerca un posto idoneo per la costruzione del nido e la deposizione: tutto pu andare

bene purch sia solido ed in pieno sole in quanto questo nido, detto ooteca, dovr proteggere le 200-400 uova in esso contenute per tutto linverno.
La femmina, lavorando esclusivamente con la parte terminale delladdome, emette una sostanza setosa e fluida che con movimenti rapidi viene montata come un albume sbattuto dalla massaia, in modo da renderla voluminosa e ricca di microscopiche bollicine daria, le quali rimanendo imprigionate nella massa setosa che va via via solidificandosi, renderanno looteca perfettamente isolata dai rigori invernali.
Le uova vengono deposte nella massa spumosa man mano che questa viene emessa ed alla fine lintera costruzione pu raggiungere la lunghezza di 6-8 cm ed il diametro di 1,5 cm il colore pu variare dal marrone chiaro al biondo grano e la consistenza notevole, tanto che mamma mantide predispone gi le vie di uscita per le piccole neanidi , le quali sarebbero incapaci di forare o lacerare questo involucro robusto. Le cure parentali della mantide si fermano dunque alla costruzione di una robusta incubatrice per le proprie uova, le quali vengono abbandonate al loro destino nel momento stesso dellultimazione del nido, ma questo NATURALMENTE sufficiente a perpetuare la specie MANTIS RELIGIOSA.

Restiamo ora nello stesso spazio, ma non nello stesso tempo, ovvero, sempre nel prato, ma di sera e di notte, un altro insetto ci stupir con la sua vita segreta.
Notte destate, nel campo il grano maturo, una leggera brezza muove appena i culmi dorati. Appena al di sopra delle spighe, piccole luci bianco giallognole danzano nel buio, sono centinaia: sono le lucciole e precisamente i maschi della lucciola nostrana (Luciola italica) le pi piccole della famiglia dei lampiridi cio di quegli insetti dellordine dei coleotteri che sono in grado di emettere luce propria.

Prima domanda: come e perch emettere luce?


Lepidermide degli ultimi due segmenti addominali e precisamente la parte ventrale, trasparente, dietro ad essa c uno strato di sostanza organica detta luciferina nella quale sono come immerse numerose diramazioni di trachee portatrici di ossigeno, un altro stato interno riflettente come la parabola di un faro dautomobile, in modo da intensificare al massimo il segnale luminoso, dunque con un semplice processo di ossidazione una lucciola, sia maschio che femmina, riesce ad emettere una luce partendo da sostanze organiche.

Per laccensione e lo spegnimento della lanterna, linsetto non deve far altro che aumentare o diminuire lafflusso di ossigeno

nelle trachee. A questo punto chiariamo il perch di tanto spreco di energia: come al solito la continuazione della specie.

variabilis). Direte: impossibile! Come pu un insettino lungo 7 mm affrontare con successo un gigante lungo 40 mm e per di pi dotato di guscio calcareo inattaccabile?
E presto detto: come tutti i coleotteri anche la lucciola dotata di mandibole a tenaglia, seppure insignificanti nelle dimensioni rispetto, ad esempio, alle tenaglie del cervo volante maschio (Lucanus cervus): enormi, spaventose, ma ..inoffensive. La tecnica di caccia la seguente: quando la chiocciola ritratta nel guscio e non spaventata, lascia pur sempre una piccola porzione del cosiddetto mantello lungo lorlo del guscio stesso e ci quanto basta al nostro cacciatore: avvicinandosi leggero, mordicchia con delicatezza, sembra quasi che baci questo mantello usando le proprie mandibole non come un organo che dilania, ma piuttosto come un doppio ago ipodermico indolore, iniettando nella vittima una potente sostanza anestetizzante in dosi infinitesimali, ma sufficienti a paralizzare allistante la preda in modo che non si ritragga ulteriormente nel guscio.

Il maschio volando lentamente sopra il campo mette in mostra s stesso o meglio lintensit e la modulazione del proprio faro; altrettanto fa la femmina al suolo o al massimo arrampicandosi su di uno stelo, essendo priva di ali. Quando un maschio ed una femmina lampeggiano con lo stesso ritmo e con la stessa intensit luminosa, il segnale! E come se si fossero reciprocamente dichiarati. Quello che avviene in seguito di pubblico dominio. Ma c un altro aspetto della vita di questi animaletti poco conosciuto eppure importantissimo: lalimentazione.
Date le minuscole dimensioni delle lucciole, 7 mm per il maschio, 13 mm per le femmine, la mancanza dorgani difensivi ed offensivi apparenti si sarebbe portati a pensare ad un essere pacifico e magari vegetariano, tant vero che tutti hanno catturato almeno una volta una lucciola con le mani, senza problemi, (non ci sogneremmo mai di fare altrettanto con un calabrone!) Ed invece la nostra piccola lucciola un carnivoro dei pi temibili, ma dai gusti esclusivi e raffinati, infatti si ciba esclusivamente di molluschi. S, le comunissime chiocciole sono il suo cibo preferito, specialmente quelle di media grandezza, come le chiocciole dal guscio chiaro a righe nere (Elix

A questo punto entra in azione un enzima, presente nel liquido iniettato, che predigerisce le carni della chiocciola trasformando la massa muscolare in un alimento molto liquido e molto nutriente che, come gi illustrato per il ditisco verr letteralmente succhiato dalla lucciola usando le stesse mandibole cave come una pompa aspirante.

Anche nel mondo animale, a volte, lapparenza inganna!


Ora spingiamoci idealmente ad esplorare il sottosuolo per scoprire gli innumerevoli animaletti che lo abitano abitualmente. Tra tutti questi sicuramente il pi noto la talpa.
Lo sguardo spazia sul prato: di un verde brillante e uniforme ma. non ovunque, una vasta area punteggiata da mucchietti di terra scura alti anche 20 cm. E larghi 40, sono le talpaie ovvero discariche di materiali di risulta, perse daria e uscite estemporanee della Talpa europea, mammifero dellordine degli INSETTIVORI, famiglia dei TALPIDI, che assieme alla Talpa Cieca (Talpa caeca) vive nel nostro sottosuolo scavando continuamente gallerie intercalate da camere di riposo, da dispensa e da allevamento della prole. Il corpo cilindrico con gli arti anteriori letteralmente nascosti sotto la pelliccia dalla quale sporgono solo i palmi, enormi e muniti di unghioni atti allo scavo e arti posteriori semipalmati e quindi utili a rimuovere la terra scavata, la pelliccia scura, corta e folta con peli uncinati alla loro base in modo da potersi unire tra loro e riparare meglio lanimaletto dal freddo e dallumidit e con la possibilit di ruotare a contropelo in modo da non impedire la retromarcia nella galleria in casi di pericolo od ostacolo. Gli occhi, sono praticamente inutili e quindi quasi completamente atrofizzati mentre gli altri sensi e specialmente il tatto sono

sviluppatissimi, alcuni peli tattili si trovano sulla coda, altri sono distribuiti su tutto il corpo, sul muso si trova una zona ricca di papille che sensibile anche a temperatura, pressione, trova una stimoli chimici e meccanici, insomma una vera centralina di controllo che avverte la talpa di tutto quanto succede di fronte a s pur nella completa oscurit. Per mantenere unattivit cos frenetica di scavo, la talpa deve ingerire una grande quantit di cibo, ad esempio nel periodo estivo/autunnale arriva ad assumere nelle 24 ore tanto cibo quanto il proprio peso. Cibo costituito da un gran numero di insetti e larve, che vivono nel sottosuolo. La dentatura particolarmente adatta a questa dieta con canini appuntiti e molari adatti a tagliare e triturare le prede quali larve di coleotteri, ragni e lombrichi, che il nostro animaletto caccia accanitamente nel periodo favorevole e conserva per il periodo invernale in apposite camere-dispensa dopo averne reciso la parte anteriore sede dei centri motori, per immobilizzarle, lasciandole vive ed evitando cos la putrefazione delle prede stesse. E un animale solitario, ma in primavera i maschi si mettono alla ricerca della femmina entrando nelle loro gallerie e qui se si incontrano due pretendenti sono lotte cruente fino alla ritirata di uno dei due. La gestazione dura cinque o sei settimane al termine delle quali nascono 4 o 5 piccoli nudi ed inetti. Come la maggior parte dei piccoli mammiferi, essi vengono allattati per tre

settimane. Dopo due mesi, lasciano la madre, ricercano un territorio di caccia e iniziano a scavare gallerie, pi superficiali di quelle degli adulti e alle volte visibili dallesterno. La maturit sessuale raggiunta verso lanno di et.
Tanto si discusso sulla dannosit od utilit della talpa e la questione rester irrisolta in quanto se il numero di questi insettivori limitato il danno inferiore al beneficio di avere un Killer di insetti dannosi alle coltivazioni e di sfruttare le gallerie come aerazione e drenaggio del terreno, al contrario se gli inquilini sono numerosi il danno certo in quanto nelle operazioni di scavo, vengono danneggiate un gran numero di radici di piantine orticole con conseguente deperimento generale della coltivazione. Comunque occorre sfatare un luogo comune abbastanza diffuso: la talpa non si nutre di vegetali, e quindi il danno eventualmente arrecato dovuto alla ricerca di insetti che comunque, infestano lorto o a lombrichi che, al contrario lo fertilizzano con le proprie deiezioni, in altre parole, la talpa non si nutre di radici! Ecco quindi un altro mirabile esempio di adattamento ad un biotopo difficile: il sottosuolo. Lo stesso prato che la talpa abita al piano inferiore, ospita anche un altro mammifero che chi ha avuto la fortuna di osservare in attivit, non pu non definire quantomeno simpatico.

Ma quanti di noi hanno potuto osservare un riccio in attivit? Pochi, ma in tanti hanno potuto vedere carcasse di riccio uccisi dalle auto in transito lungo le strade a tutte le latitudini e altitudini.
Questo accade specialmente in primavera e tardo autunno quando la ricerca di cibo pi intensa a causa, in primavera, della fame accumulata durante il letargo, e in autunno, per immagazzinare quanto pi grasso possibile per affrontare poi linverno.

Scopriamo allora qualcosa in pi sulla vita di questo simpatico mammifero.


Il riccio (Erinaceus europaeus) un animale onnivoro, cibandosi di tutto quanto offre lambiente: dalle larve dinsetto, alle bacche, dai piccoli anfibi, ai nidiacei di quaglia o allodola e comunque tutto quanto di commestibile sia reperibile al livello del suolo. Famose sono le lotte tra il riccio e la vipera che, se pur ingigantite dalla fantasia popolare, hanno un fondo di verit tranne nel punto in cui si racconta che il riccio sia immune al veleno della vipera, la presunta immunit deriva dal fatto che il furbo animaletto, affronta ad aculei eretti e muso nascosto il nemico e lo costringe a mordere ripetutamente la corazza aculeata, sfiancando cos lavversario e facendogli consumare gran parte del veleno cosicch diventa pi semplice, con mossa fulminea, azzannare dietro la testa il rettile, finirlo a morsi e

trasformarlo

quindi

in

proteine

nobili.

Di

abitudini

attorno al collo, forse vestigia di antiche lotte tra lupo e antenato del riccio odierno. Ma i veri nemici del riccio, automobilisti a parte, sono i grossi rapaci come il gufo reale e la poiana che, dotati di robusti artigli e rostri, riescono a penetrare la pungente protezione. Anche questo micromammifero contribuisce

prevalentemente notturne, quindi dotato di scarsa potenza visiva, se non nelle proprie immediate vicinanze, il riccio confida nellolfatto e nelludito per rintracciare le perde o i frutti di cui si ciba. Laccoppiamento avviene solitamente in estate e dopo una gestazione di circa quaranta giorni, la femmina d alla luce dai tre ai dieci piccoli che resteranno nella tana estiva circa due mesi per poi disperdersi sul territorio cercando subito un posto dove scavare la tana invernale ed entrare nella fase di letargo.

allequilibrio naturale ad esempio limitando il numero delle larve di grossi coleotteri, dannose agli alberi, merita quindi anchesso tutto il nostro rispetto.

Siamo cos arrivati al confine del nostro microambiente naturale, siamo sul ciglio della strada provinciale la quale, chi in una direzione , chi nellaltra, riporter tutti a casa, ciascuno nel proprio microambiente.
Durante il tragitto, vuoi stradale, vuoi esistenziale, proviamo a riflettere sul concetto di istinto alla perpetuazione della specie, al quale siamo tutti pi o meno consapevolmente soggetto: anche nella piccola pozza ad ogni stante si consumano drammi e sbocciano amori in un continuo divenire di vita e di morte.

Il maschio non si occupa minimamente della prole e della femmina, anzi poligamo per antonomasia, ricerca

continuamente una femmina con la quale accoppiarsi, aumentando cos le probabilit di diffusione dei propri geni.
Il secondo nome volgare del riccio PORCOSPINO per due ragioni: la prima che le carni del riccio, squisite a detta di chi le ha assaggiate, ricordano nel sapore quelle dei maialini da latte, la seconda perch durante lautunno, laccumulo di grasso sulle guance e sulla fronte cambiano la fisionomia del muso che va ad assomigliare al grugno di un maiale in miniatura, il cosiddetto muso a RICCIO PORCINO. C anche un terzo nome, dialettale, prettamente lombardo: RISACAN, cio letteralmente, fa arrabbiare i cani; infatti un qualsiasi cane alla vista di un riccio vivo si mette ad abbaiare furiosamente, rizzando i peli

E stato cos da sempre.

* * * * * * *

se la temperatura troppo alta o troppo bassa , se il cibo CONCLUSIONE compatibile con il metabolismo, comanda i movimenti delle zampette, dellapparato boccale, delle funzioni
In questa breve, obbligatoriamente breve, panoramica sulla natura minore, termine alquanto improprio, ma di sicura resa, abbiamo solo superficialmente esplorato un ambiente di pianura, nel caso specifico, tra laltro, molto vicino alla citt: quante storie, quanta vita ed energia in un fazzoletto di terra.
Immaginiamo ora di moltiplicare questentit di misura, il fazzoletto di terra, fino ad abbracciare lintero globo e ci renderemo conto dellimportanza di questi fenomeni minimi, di queste vite effimere, ma che per quanto riguarda lintensit, la forza e la determinazione nel raggiungimento dello scopo finale, perpetuare la specie e quindi la vita, nessuno pu insegnar loro qualcosa, anzi, personalmente sono convinto dellesatto contrario. Losservazione dei fenomeni minimi, di qualsivoglia natura essi siano, biologici, chimici, elettrici, ci sta dando e sempre pi ci dar la chiave di comprensione del tutto. Con un esempio si pu meglio spiegare quanto esposto. La pulce: animale piccolissimo per definizione, eppure interno della stessa, lavora un cervello, mi si passi il termine per semplicit desposizione, fisicamente molto pi piccolo della pulce stessa, ma che coordina meravigliosamente le funzioni vitali dellorganismo cio avverte

organiche, della riproduzione, sonno, veglia, eccetera.. Tutto questo mi fa pensare che lunico limite alla miniaturizzazione siano le nostre dimensioni, la rozzezza delle nostre appendici prensili e non difficolt concettuali o irrisolvibili teoremi matematici. E per miniaturizzazione intendo anche la molecola primordiale.
Le implicazioni filosofiche di tali argomenti, ancora una volta, rischiano di trascinare il discorso in un vicolo cieco, che secoli di pensiero non hanno ancora esplorato del tutto. Io, per mio conto, torno ad osservare la raganella, lape ed il fiore, dosando opportunamente la curiosit e la meraviglia del bambino con la consapevolezza e la saggezza delladulto.
Ed ancora mi torna alla mente il pensiero di Marcel Proust, gi esposto in prefazione; le cose da scoprire in questo nostro mondo sono ancora talmente tante che ogni uomo, a patto che lo voglia veramente e si spogli della sua innata presunzione, potr apportare il proprio, anche piccolo contributo, alla conoscenza

generale.Se non ci sono pi grandi terre da scoprire, ci vogliono nuovi occhi per vedere.

Fine

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