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09/05/13

Lingua piemontese - Wikipedia

Lingua piemontese
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Riconoscendo l'arbitrariet delle definizioni, nella nomenclatura delle voci viene usato il termine lingua se riconosciute tali nelle norme ISO 639-1, 639-2 o 639-3. Per gli altri idiomi viene usato il termine dialetto.

Il Piemontese (nome nativo Piemontis , codice ISO 639-3 pms) riconosciuto fra le lingue minoritarie europee fin dal 1981 (Rapporto 4745 del Consiglio d'Europa) ed inoltre censito dall'UNESCO (Red book on endangered languages) tra le lingue meritevoli di tutela. una lingua neolatina occidentale appartenente al sistema dei dialetti gallo-italici parlati nell'Italia settentrionale. Secondo taluni studiosi sembra costituire una transizione tra le parlate galloitaliche dell'Italia del nord e le lingue gallo-romanze. Si caratterizza per la ricchezza del consonantismo, tanto come del vocalismo, per le sue particolarit morfologiche, sintattiche e lessicali, che lo differenziano nettamente dall'italiano. La lingua piemontese si deve ritenere una Lingua Regionale o minoritaria ai sensi della "Carta Europea delle Lingue Regionali o minoritarie" , che all'Art. 1 afferma che per "lingue regionali o minoritarie si intendono le lingue ... che non sono dialetti della lingua ufficiale dello stato" . La "Carta Europea delle Lingue Regionali o minoritarie" stata approvata il 25 giugno 1992 ed entrata in vigore il 1 marzo 1998. L'Italia ha firmato tale Carta il 27 giugno 2000 ma non l'ha ancora ratificata. Come lingua scritta, il Piemontese si usa fin dal XII secolo,(Sermoni subalpini), ma una vera koin si sviluppa solo nel settecento, epoca che vede la nascita di una letteratura a carattere nazionale che tocca poco per volta tutti i generi, dalla lirica al romanzo, alla tragedia, all'epica. . La grafia piemontese si basa sulla tradizione del Settecento; nel Novecento ha goduto di una standardizzazione pi precisa e completa, che ha dato un non piccolo contributo alla stabilit e all'unit della lingua. Quest'ultima subisce l'influenza dell'italiano che, fin dagli anni sessanta del XVI secolo la lingua legislativa, amministrativa e dell'istruzione in Piemonte (perfino l'universit di Torino fu rimodellata nel 1566 secondo gli schemi dell'Ateneo bolognese). La prevalenza della lingua ufficiale dello Stato potrebbe, secondo taluni, mettere in pericolo il
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Piemontese (Piemontis)
Parlato in Italia Argentina Brasile Francia Stati Uniti d'America Piemonte, eccetto comuni walser di Valsesia e Ossola Novarese orientale, Novese, Ovadese, Tortonese e Verbano-Cusio-Ossola. Nelle aree arpitane e occitane e nell'Alta Val Tanaro, il Piemontese parlato rispettivamente accanto a francoprovenzale, occitano e ligure Lombardia (Lomellina occidentale) Valle d'Aosta (bassa valle) Liguria (nord dello spartiacque alpino in provincia di Savona) Persone 2.000.000 di parlanti pi 1.000.000 di competenza passiva Classifica non nelle prime 100 Filogenesi Lingue indoeuropee Italiche Romanze Italo-occidentali Occidentali
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Regioni

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Piemontese che rischierebbe in tal modo di scomparire nel corso del XXI secolo, se non si interviene con misure serie per garantirne la sopravvivenza. La lingua piemontese si formata dall'innesto del latino sugli idiomi celtici e celto-liguri dopo l'occupazione del Piemonte da parte dei Romani, con successivi apporti di vocaboli dall'italiano, dal francese, dal franco-provenzale, dagli idiomi occitani, germanici ed in minima parte dallo spagnolo. L'area linguistica piemontese si compone di diversi dialetti che possiamo riunire in tre gruppi: piemontese occidentale (torinese e cuneese); piemontese orientale (astigiano, langarolo, roerino, alto monferrino (acquese), basso monferrino (casalasco), alessandrino, vercellese, biellese, valsesiano, novarese occidentale); canavesano.
Indice 1 Storia 2 Caratteristiche 2.1 Fonetica 2.2 Morfologia e sintassi 2.2.1 Sostantivi e aggettivi 2.2.2 Pronomi personali 2.2.3 Pronomi ed avverbi interrogativi 2.2.4 Verbi 2.2.5 Preposizioni 3 Grafia e fonologia 3.1 Accentazione 4 Grammatica 4.1 Articolo 4.2 Verbi 5 Letteratura 6 Proverbi piemontesi 7 I giorni della settimana 8 I mesi 9 Numerali 10 Parole piemontesi comparate con altre lingue
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Occidentali Galloiberiche Galloromanze Galloitaliche Piemontese Codici di classificazione ISO 639-2 ISO 639-3 SIL
r o a p m s ( h t t p : / / w w w . s i l . o r g / i s o 6 3 9 3 / d o c u m e n t a t i o n . a s p ? i d = p m s )(EN) P M S ( h t t p : / / w w w . e t h n o l o g u e . c o m / s h o w _ l a n g u a g e . a s p ? c o d e = p m s )(EN)

Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, art. 1

"Tuit j'ent uman a nasso liber e taj an dignit e drit. A l'han rason e cossiensa e as comprto j'un con j'ut scond n spirt d frelansa."

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10.1 Somiglianze tra il piemontese e il francese (e differenze con litaliano) 11 Lingue autoctone del Piemonte 12 Bibliografia 13 Note 14 Altri progetti 15 Collegamenti esterni

Storia
Fra le lingue neo-latine il Piemontese, nella sua storia, una delle lingue che si sono maggiormente semplificate . Verso la fine del XVII secolo il passato remoto e il trapassato remoto erano gi completamente estinti[1], alla fine del XIX secolo il congiuntivo veniva sovente sostituito dall'uso combinato di condizionale e indicativo ed era caduto l'articolo prima dell'aggettivo possessivo.[2] Successivamente, con la massiccia penetrazione dell'italiano, il lessico italiano ha influenzato quello pi proprio piemontese e cos parole come per esempio "ancreus", "prtus", "parpajon" e "adret" sono state rispettivamente sostituite da "profond"[3], "beucc", "farfala" e "velos". Nel secolo XVIII venne stampata la prima grammatica della lingua piemontese (in piemontese: gramtica piemontisa) ad opera del medico Maurizio Pipino presso le Stamperie Reali (1783); per era incompleta. L'unica versione di una certa completezza quella di Arturo Aly Belfdel, pubblicata a Noale nel 1933. La "Gramtica Piemontisa" di Camillo Brero scritta interamente in piemontese, ci porta a una difficile comprensione da parte di persone non piemontesi, ma le conferisce un'immediata comprensibilit in Piemonte. Oggi sono disponibili diverse risorse sulla rete: due dizionari consultabili direttamente online[4][5] e alcune grammatiche, fra cui spicca una trilingue (in piemontese, italiano e inglese)[6].

Caratteristiche
Fonetica
Il gruppo latino delle occlusive -CT diventa it-, come in francese: NOCTEM > neuit; LACTEM > lit. Le consonanti latine occlusive non sonore /p/, /t/, /k/, subiscono un indebolimento o perfino cadono: FORMICAM > furma; APRILEM > avril. I nessi sillabici CE- CI- GE- GI-, che in latino sono velari /k/-/g/, diventano fricative alveolari /s/: CINERE > snner; CENTUM > sent; oppure affricata alveopalatale /dz/: GINGIVA > sansivia. Si usa la prostetica (come un tempo la i- in italiano, oggi desueta) dinanzi a tutte le parole che iniziano per s + consonante o gruppi consonantici difficili, se la parola precedente termina con consonante: sinch stile; quatr fnoj; i son stit.

Morfologia e sintassi
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Sostantivi e aggettivi Salvo alcune eccezioni il singolare e il plurale dei nomi maschili sono identici: l cit / ij cit; l prive / ij prive . I plurali femminili derivano dall'accusativo latino (come in francese, spagnolo eccetera) non dal nominativo (come in italiano e nei suoi dialetti). Nella proposizione comparativa, per esprimere il secondo termine di paragone si usa che e non di: cost lber a l' p bel chel t. Gli aggettivi numerali ordinali si fermano a sest o setim, oltre si usa la forma col che a fa neuv Pronomi personali La frase piemontese affermativa usa obbligatoriamente il pronome personale soggetto atono (con o senza presenza del pronome personale soggetto tonico), il che d origine ad una struttura grammaticale aliena tanto all'italiano quanto al francese (Mi) i son. Nelle forme interrogative pu essere utilizzata una particella interrogativa enclitica (e in questo caso in genere scompare il pronome verbale) Veus-to deje deuit a soss?. Per esprimere i casi locativo e dativo si aggiungono spesso particelle dative e locative ai pronomi verbali I-i son ansima; I-j diso; sebbene la pronunzia spesso varii in modo appena percettibile, la differenza tra locativo i e dativo j viene espressa nella forma scritta. Spesso il pronome personale oggetto viene raddoppiato. Es: mi ha detto = am ha dime . I complementi clitici nei tempi composti si pospongono al verbo: i l'hai faje; a l'ha dijlo. Pronomi ed avverbi interrogativi Le interrogative introdotte da avverbio o pronome necessitano spesso dell'uso del pronome che. Altrettanto gli avverbi e i pronomi delle frasi affermative: chi ch'a l'? = chi ?; quand ch'i rivo = quando arrivo; chi ch'a l'ha dimlo = chi me lo ha detto. Verbi Persiste in piemontese la desinenza sigmatica latina, come anche nel friulano (-S) della seconda persona singolare verbale, che invece cade in italiano: nella desinenza della seconda persona singolare del presente indicativo negli ausiliari e nei verbi irregolari: it ses ; it vas ; it l'has ; it sas . nella desinenza della seconda persona singolare del futuro di tutti i verbi: it cantras ; it sernras ... nella desinenza della seconda persona singolare di ogni modo e tempo nella costruzione della forma interrogativa con il relativo pronome: it cnts-to?; it fas-to?; it parlvs-to?... La negazione si pone dopo il verbo o l'ausiliare: i mangio nen; i l'hai nen mangi. Si preferisce porre il modo finito del verbo (forma esplicita) in luogo dell'infinito: so di scrivere male = i sai ch'i scrivo mal. Esiste un imperativo negativo (assente in italiano, ove si usa la forma infinita) Fa pa lol!
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Si adoperano spesso gli infiniti sostantivati in luogo del sostantivo italianizzato: es: il battito del cuore = l bate dl cheur; una bella parlata = un bel parl ; un'andatura sostenuta = un bel and . Le forme italiane sono io, sei tu... si trasformano in a l' mi, a l' ti.... Es: sono io che l'ho comprato = a l' mi ch'i l'hai catalo. In luogo del participio presente (che non esiste) e del gerundio, per evidenziare la continuit dell'azione, si suole adoperare l'espressione esse n camin che.... es.: Dove stai andando? = Ant ch'it ses an camin ch'it vas? Il sole morente sul fiume = l sol an camin ch'a meuir an sl fium. Quando il futuro gi evidenziato da un complemento di tempo il verbo resta al presente: doman i rivo = domani arriver. In piemontese il tempo verbale che in italiano corrisponde al passato remoto scomparso dall'uso fin dal Settecento. Viene usato al suo posto il passato prossimo: Una settimana fa andai si traduce na sman-a fa i son andit. Al limite se si tratta di tempi molto remoti si utilizza il trapassato prossimo : Ci andai dieci anni fa diventa I j'era andaje ch'a l' des agn. Questa caratteristica cos profonda che anche nel parlare in Italiano i Piemontesi utilizzano molto raramente il passato remoto. Preposizioni La preposizione articolata nel seguita dalla data o dall'epoca, si sostituisce con dl: nel 1783 = dl 1783; nel 2002 = dl 2002.

Grafia e fonologia
L'attuale grafia del piemontese stata introdotta negli anni trenta dallo scrittore e letterato subalpino Pinin Pact. Esistevano altri tipi di grafie, ancora oggi saltuariamente usate. L'alfabeto piemontese costituito da 25 lettere, 4 in pi rispetto a quello italiano ( , j, n- e ) con cui condivide la maggior parte delle caratteristiche; vi sono 8 vocali (a, e , , i, , o, e u), le restanti lettere sono tutte consonanti; esiste anche il gruppo vocalico eu che sempre tonico e si pronuncia con suono unico, esattamente secondo la pronuncia francese (es.: reusa, "rosa" in italiano; oppure cheur, "cuore"; oppure feu, "fuoco"; oppure cheuse, "cuocere"). La sua trascrizione fonetica . La pronuncia di ogni lettera uguale a quella italiana con le seguenti eccezioni: e senza accento, in sillaba chiusa (cio in sillaba dove la e seguita da consonante), si pronuncia aperta () (es.: pento, "pettine"; oppure merc, "mercato"), mentre in sillaba aperta (cio in sillaba che finisce con la e ), si pronuncia chiusa (e) (es.: pera, "pietra"; oppure lese, "lggere"); con accento grave, ha sempre suono aperto (), pi aperto rispetto alla pronuncia della e aperta in italiano (es.: enrgich, "energico"; oppure prch, "perch" in italiano; oppure caf, "caff"); con accento acuto, ha sempre suono chiuso (e) (es.: f, "fare"; cat, "comprare"; lass, "lasciare"); detta "semimuta", ha uno suono stretto (), appena pronunciato, simile a quello della pronuncia dell'articolo francese "le" (es.: frt, "strofinare"; chrde, "credere"; ftta, "fetta"), viene detta anche tersa vocal piemontisa ("terza vocale Piemontese");
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o senza accento, si pronuncia come la u in italiano (u) (es.: Piemont , "Piemonte"; cont, "raccontare"; sol, "sole" (sostantivo); mon(ch), "mattone"). Nelle antiche grafie "non standard" si scriveva ou oppure u oppure e talora anche ; con accento grave, si pronuncia come la o aperta in italiano (), in piemontese sempre tonica (es.: dp, "dopo"; cla, "colla"; oppure frt , "forte"). Nelle antiche grafie "non standard" era sempre scritta o; con accento acuto utilizzata nei rari casi in cui l'accento tonico cade sul suono o (l'italiana "u") in parole in cui necessario segnalare l'accento. Se venisse utilizzo l'accento grave verrebbero confusi i foni e si pronuncerebbe . (es.: "rndola", "rondine"; "rag", "rag"); u senza accento, si pronuncia come la u in francese o come la in tedesco (y) (es.: butir, "burro"; muraja, "muro"; curt , "corto"; tuf , "afa"). Nelle antiche grafie "non standard" talvolta appariva scritta ed in rari casi ; c ha sempre suono dolce davanti ad i oppure e (es.: cel, "cielo"; cica, "campana"); per rendere il suono duro davanti ad i oppure e si interpone la lettera h (es.: schers, "scherzo"; chitara, "chitarra"); davanti alle altre vocali ha sempre il suono duro (es.: cl, "collo"; cossa, "zucca"); a fine parola se ha suono duro si aggiunge la lettera h (es.: strach, "stanco"; tch, "pezzo"; pacioch, "fango"), se invece ha suono dolce si raddoppia la c (es.: sbrincc, "spruzzo"; oppure baricc, "strabico"); g ha sempre suono dolce davanti ad i oppure e () (es.: gent , "gente"; giust , "giusto"); per rendere il suono duro davanti ad i oppure e si interpone la lettera h (es.: ghrsin, "grissino"; ghignon, "antipatia"); davanti alle altre vocali ha sempre il suono duro (es.: gat , "gatto"; gj , "gioia"); a fine parola se ha suono duro si aggiunge la lettera h (es.: lagh, "lago"; borgh, "borgo"), se invece ha suono dolce si raddoppia la g (es.: magg, "maggio"; oppure assagg, "assaggio" in italiano); j si pronuncia come la i iniziale di "ieri" in italiano (j) (es.: braje, "pantaloni"; oppure cavej , "capelli"), ha talora valore etimologico e di solito sostituisce il gruppo gl in italiano (es.: feuje, "foglie"; fija, "figlia"); n pu avere pronuncia dentale, come in italiano, o faucale, cio con suono nasale simile alla pronuncia della n () nella parola italiana "fango"; il primo si ha sempre quando si trova all'inizio di una parola (es.: nas, "naso"; nos, "noce"), il secondo si ha quando si trova alla fine di una parola (es.: pan, "pane"; can, "cane"); per indicare la pronuncia dentale a fine parola la n viene raddoppiata (es.: ann, "anno"; pann, "panno"; afann, "affanno"); n- ha pronuncia esclusivamente faucale, cio con suono nasale simile alla pronuncia della n nella parola italiana "fango" (), e si usa per indicare il suono faucale in corpo di parole (es.: lun-a, "luna"; sman-a, "settimana"; galin-a, "gallina"); s ha suono duro, con pronuncia detta sorda (s), ad inizio di parola (es.: supa, "zuppa"; sco, "zoccolo"), dopo consonante in corpo di parola (es.: sensa, "senza"; lsna, "fulmine"); ha invece suono dolce, con pronuncia detta sonora (z), in fine di parola (es.: nas, "naso"; tornavis, "cacciavite"), o tra due vocali in corpo di parola (es.: reusa, "rosa"; frisa, "briciola"); in caso di S sorda in fine di parola o tra due vocali la S si scrive doppia (es.: rossa, "rossa"; fossal, "fosso"; bass, "basso"; poss, "pozzo"); si tenga presente che in piemontese la S, anche quando scritta SS per conferirle il suono sordo, non si pronuncia mai doppia. z si pronuncia sempre come la s dell'italiano "rosa"; in piemontese non esiste il suono della Z italiana (es.: zanziva, "gengiva"; monze, "mungere");
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v ha una pronuncia simile alla u della parola italiana "paura" (w), quando si trova in posizione finale di parola (es.: ativ , "attivo"; luv , "lupo"; euv , "uovo"); negli altri casi mantiene la stessa pronuncia della v in italiano (v) (es.: lav, "lavare"; oppure savj , "sapere"). Esistono anche gruppi di lettere con specifiche caratteristiche di pronuncia: s-c si pronuncia con la successione dei due suoni distinti di s e c (st ) (es.: s-cet , "schietto"; s-cianch "strappare"); tale scrittura sottolinea che in Piemontese non esista il gruppo sc della lingua italiana; e dittonghi: au, ua, ue e ui con a, e ed i toniche, cio accentate, si pronunciano come in italiano, ovvero con la pronuncia della u (w) come in italiano (es.: quder, "quadro"; gura, "guerra"; qundes, "quindici"); a, e , i e i'; in questi dittonghi la u tonica ha la normale pronuncia piemontese (es.: cra, "cruda"; sit , "asciutto"; fisa, "fiducia").

Accentazione
Si segna l'accento tonico sulle sdrucciole (stiribcola), sulle tronche uscenti in vocale (parl, pag, caf), sulle piane uscenti in consonante (quder, nmer), sul dittongo ei se la e aperta (piemontis, mis), sul gruppo ua quando la u vale (bata), e su gruppi di i pi vocale alla fine di una parola (fina, podro, fere). L'accento si segna anche in pochi altri casi isolati dove non occorrerebbe per regola o per indicare eccezioni (tra, amra dove la e di sillaba aperta dovrebbe essere chiusa mentre aperta) e pu facoltativamente segnarsi sulla e delle finali -et, -el per indicarne il grado di apertura (bocht, lt). L'accento serve inoltre a distinguere alcune coppie di omografi (s =verbo, sa =questa, l= avverbio, la =articolo).

Grammatica
Il problema maggiore quando stata scritta la prima grammatica piemontese era quello di giungere alla fissazione di una grafia chiara, semplice e rispondente sia alla storia sia alla struttura fonetica e morfologica del dialetto. La maggiore differenza tra l'italiano e il piemontese consiste nel fatto che il latino ha avuto nel Piemonte alterazioni ben maggiori che in Toscana: le parole piemontesi sono pi brevi (es.: in piemontese si dice fnoj, masl, pl, taj che corrispondono all'italiano finocchio, macellaio, pelare, tagliare pur derivano tutte dal latino fenuculum, camellarius, pilare, taliare). I nessi latini cl e gl hanno dato luogo a c e g palatali: da clamare abbiamo ciam e da glanda abbiamo gianda, mentre in italiano si dicono chiamare e ghianda. Il nesso ct passato a it (lactem=lait) come in francese, mentre in italiane si dice tt (latte). Il piemontese ha nove suoni vocalici (i o u eu a ) di cui tre non trovano corrispondenza nei sette italiani. In seguito alla caduta delle vocali di fine parola, non esiste distinzione tra il singolare e il plurale dei nomi maschili, eccetto per quelli terminanti in -l. Inoltre alcune parole che in italiano sono maschili hanno assunto il genere femminile in piemontese: la fior (il fiore), la sal (il sale), la mel (il miele) eccetera.
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Da molto tempo passata l'et in cui in Piemonte si parlava soltanto il piemontese per via dell'influenza dell'italiano dopo l'unificazione della penisola. In quel periodo, per, il piemontese era parlato da tutte le classi sociali e si svilupp una ristretta ma pregevole letteratura, che gli conferisce una buona dignit di lingua.

Articolo
Di solito posto davanti ad un sostantivo, talvolta aiuta a definirlo per caso o genere; pu essere determinativo o indeterminativo, maschile o femminile, singolare o plurale. Tipo Genere Numero Articolo Singolare Maschile Plurale Determinativi Singolare Femminile Plurale Singolare Maschile Plurale Indeterminativi Singolare Femminile Plurale l ('l) l (l') ij ('j) j (j') la (l') le (j') un ('n) n (n') d ('d) d (d') na na (n') d ('d) d (d') Esempi l can; ciam'l can l scol; l'aso ij can; ciam'j can j scol; j'aso la farfala; la stria l'ongia le farfale; le strie j'onge un can; ciam'n can n scol; n'aso d can; ciam'd can d scol; d'aso na farfala na stria; n'ongia d farfale; ciap'd farfale d strie; d'onge

Verbi
Verbi ausiliari Verbo esse ("essere")
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Mi i son Ti it ses Chiel/chila a l' Noi i soma Voi i seve Lor a son Verbo avj ("avere") Mi i l'hai \ l'heu Ti it l'has Chiel/chila a l'ha Noi i l'oma Voi i l'eve Lor a l'han Verbi regolari Prima coniugazione: Verbo cant ("cantare") Mi i canto Ti it cante Chiel/chila a canta Noi i cantoma Voi i cante Lor a canto Seconda coniugazione: Verbo lese ("leggere") Mi i leso Ti it lese Chiel a les Noi i lesoma Voi i lese Lor a leso
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Terza coniugazione: Verbo fin("finire") Mi i finisso Ti it finisse Chiel a finiss Noi i finioma Voi i finisse Lor a finisso

Letteratura
La prima testimonianza della formazione del volgare piemontese ritrovata nella Chiesa di Santa Maria Maggiore a Vercelli ed un mosaico del pavimento risalente al 1040. La seconda in ordine di tempo l'iscrizione simile del 1106 nella Chiesa di Sant'Evasio a Casale. La prima testimonianza consistente sono i "Sermon Supalpengh" (Sermoni Subalpini) del 1150, conservati nella Biblioteca Nazionale di Torino, sono ventidue sermoni completi come commento alla liturgia scritti appositamente per la formazione dei cavalieri templari nelle 26 roccaforti piemontesi. Nel XII e XIII secolo presso le corti dei Marchesi di Saluzzo, Monferrato e Savoia, come presso le corti francesi, vengono accolte schiere di cantastorie chiamati "trovatori" che cantavano sui temi dell'amore cortese. L'unico cantastorie piemontese di cui ci sono arrivate delle opere Nicolet d Turin. Nei secoli successivi il piemontese inizia ad affermarsi come lingua amministrativa al posto del latino usato fino ad ora. Oltre alla letteratura religiosa quindi, vengono scritti in piemontese anche documenti ufficiali come atti notarili, carte commerciali, statuti di corporazioni e confraternite e brani storici, alcuni sono arrivati fino a oggi. Si sviluppa anche il teatro piemontese, principalmente con argomento religioso. Con il diffondersi della cultura umanista, anche il piemontese vanta un autore importante, Giangirs Alion d'Ast (1460-1529), che in piemontese scrive la sua "Opera Iocunda", una raccolta di dieci divertenti farse. A partire dal XVII secolo il passato remoto e il trapassato remoto si estinguono definitivamente, cos come nel corso della sua evoluzione il piemontese ha semplificato la gran parte dei verbi irregolari latini, infatti oggi fra tutte e tre le coniugazioni dei verbi del piemontese ci sono appena diciotto verbi irregolari pi i loro composti. Dal XVII secolo la letteratura piemontese diventa pi consistente perch l'espressione di una nazione. La letteratura religiosa del Seicento rappresentata dalle opere "l Gelind" e "La Nativt". In questo periodo nasce un tipico genere poetico piemontese, il "tni". I tni del periodo pi importanti sono "La canson d Madna Luchin-a", "La canson dij dsbauci", "La canson d la baleuria" e "La canson dl tramu 'd Sant Michel". Della fine del 600 la commedia "l Cont Piolt" del marchese Carl Giambatist Tan-a d'Entraive e da questa importante opera si afferma il teatro in piemontese. Nel Settecento il piemontese la prima lingua ufficiale del regno dei Savoia: a corte si parla piemontese, nelle chiese i preti predicano in piemontese e il piemontese viene insegnato prima del latino, dell'italiano e del francese in alcune scuole e a tutti i cortigiani. Nelle corti settecentesche d'Europa, addirittura a San Pietroburgo, si parla francese. A Torino no: questa una conseguenza del sentimento antifrancese dei piemontesi dovuto alle vicende politiche. Il medico Maurissi Pipin nel 1783 teorizza la lingua piemontese e ne scrive una grammatica, pronta per l'uso scolastico. La letteratura viene anche usata per incentivare il sentimento nazionale: vengono quindi scritti componimenti poetici su argomenti di guerra per esaltare le gesta dell'esercito piemontese che resisteva alle pressioni dei francesi, per esempio il famoso "L'arpa dscord" (L'arpa discordata) sull'assedio di Torino del 1706. Trattano altri temi pi divertenti Ignassi Isler nel suo "Cansoni", raccolta di 54 tni e Vitrio Amed Borej nei suoi sonetti e tni. Gep Antnio Ignassi Ventura scrive composizioni di critica alla societ contenenti idee rivoluzionarie, cos come Edoard Calv.
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Quest'ultimo un personaggio molto singolare: medico, introduce il vaccino a Torino e in Piemonte. La sua polemica antifrancese viene espressa solo in piemontese e assume toni a volte satirici a volte drammatici e l'amore per la sua terra occupata da Napoleone lo ascrive al romanticismo. Il celebre Vittorio Alfieri, letterato viaggiatore, poco legato alla sua piccola patria, ha scritto solo due sonetti in piemontese, come difesa da un attacco personale che gli era stato rivolto, ma per il resto era chiaro in lui il desiderio di spiemontesizzarsi. Nella prima met dell'Ottocento nel Parnas Piemonteis, raccolta letteraria pubblicata annualmente, vengono raccolte tutte le nuove proposte letterarie e la piccola patria piemontese si stringe attorno alle sue favole e alle sue fiabe tradizionali di Gep Arnaud: i valori proverbiali della societ produttiva vengono sintetizzati in racconti brevi e con fini morali, e sono spesso antiche tradizioni orali che solo ora vengono trascritte in lingua letteraria. Questo genere rientra sempre nel romanticismo e pu essere paragonato per tipologia e grazia, ma non per dimensione e successo, al ruolo che i fratelli Grimm hanno avuto nella Germania di quel periodo. Nella seconda met dell'Ottocento il piemontese diventa l'unica lingua possibile per i realisti subalpini: le storie di tutte le classi sociali (bart, bajet, travet e sgnor, contadini, soldati, impiegati e aristocratici) vengono ritratte in commedie, sonetti e prose (anche romanzi), di cui la pi celebre e di successo stata Le miserie 'd mons Travet , sulla vita di uno scapestrato impiegato di Torino che per sfuggire a vessazioni e pregiudizi della borghesia preferisce l'indipendenza del fare il libero professionista di classe bassa, il fornaio. Contemporaneamente la poesia d'amore in piemontese sviscera i sentimenti pi profondi di molti autori e la semplicit dell'amore adolescenziale. Ma gi a fine Ottocento inizia a emergere un fattore che via via si ingigantir sempre di pi: autori come Arrigh Frusta si rivendicano: non si sentono pi al sicuro come piemontesi in Piemonte, sentono l'arrivo dell'italiano e Torino declassata a provincia di confine come minacce alla loro identit. Ancora sentono la forte necessit di preparare la lingua a resistere alla minaccia: L'Aso e Ij Brand sono riviste e giornali pubblicati per anni interamente in piemontese. Pinin Pact porta avanti nella prima met del Novecento intensi studi filologici e si codifica con maggiore precisione grafia e grammatica. Questa corrente, che si pu definire "della decadenza" dura ancora oggi e raccoglie tutta la produzione pi elevata in lingua piemontese. Il filone si adattato e potenziato con i riferimenti ai fatti che hanno rapidamente deteriorato l'identit piemontese come l'Unit d'Italia, il fascismo e la massiccia immigrazione nel periodo del Miracolo economico. Tni Baudre ed altri hanno riscoperto e usato nei loro componimenti parole difficili, ripulendo la lingua dall'influenza italiana per rivendicarne l'originalit. Parallelamente sono andate avanti le pubblicazioni e le rappresentazioni di commedie in lingua, nei teatri e nelle televisioni locali, e anche le raccolte di racconti, proverbi e saggi letterari. La musica per lo pi goliardica e folcloristica e non ha pi spessore letterario, come invece potevano avere i testi di Gipo Farassin. E' al momento disperso il genere del romanzo, che vede solo rare traduzioni di classici stranieri.

Proverbi piemontesi
A Sant Andra a-i passa la frsa ma pa l'enva!. A Sant'Andrea passa la forza ma non la voglia! (si dice di un uomo anziano a cui piace ancora guardare le giovani fanciulle) La fica 'd dzembrin, a va pa p a la fin. La neve di dicembre non va pi alla fine (dura molto perch congela)
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A basta 'n soris pr fesse n'amis. Basta un sorriso per farsi un amico. Un nemis a l' trp e sent amis a basto nen. Un nemico troppo e cento amici non bastano. Pat ciir, amicissia longa. Patti chiari, amicizia lunga. Can ch'a bula (o anche "giapa" invece di "bula") a mrd nen. Can che abbaia non morde. A cat quatr euj, a vende un. A comprare ci vogliono quattr'occhi, a vendere ne basta uno. Chi a va pian, a va san e a va lontan. Chi va piano, va sano e va lontano. A basta nen avj d sld, a venta dc savj-je spende. Non basta avere i soldi, bisogna anche saperli spendere. A son ij sld ch'a fan la gura. Sono i soldi che fanno la guerra. Ij vej a fan gura, ij mort a fan tra. I vivi fanno la guerra i morti fanno terra. Tut a ven a taj, fin-a j'unge pr pl l'aj.
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Tutto utile, perfino le unghie per pelare l'aglio. Chi a fa com che l preve a dis a va an paradis, chi a fa com che l preve a fa a l'infern a va. Chi fa come dice il prete va in paradiso, chi fa come fa il prete va all'inferno. La lenga a l'ha gnun ss, ma s'ij fa rompi. La lingua non ha ossa ma se le fa rompere (Chi parla troppo o a sproposito)

I giorni della settimana


Italiano Piemontese Luned Marted Gioved Venerd Sabato Ln-es Mrtes Gibia Vnner Saba

Mercoled Mrcol

Domenica Dumnica

I mesi

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Italiano Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Ottobre Gen Frv Mars Avril Magg Giugn Luj

Piemontese

Aost (o Agost) Otober (o Otobre)

Settembre Stmber (o Stmbre) Novembre Novmber (o Novmbre) Dicembre Dzmber (o Dezmbre)

Numerali

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Numero Piemontese Numero Piemontese 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 un doi tre quatr sinch ses set eut neuv des ndes ddes trdes quatrdes qundes sddes disset disdeut disneuv vint 30 40 50 60 70 80 90 100 101 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 tranta quaranta sinquanta sessanta stanta otanta novanta sent sent e un dosent trsent quatsent sinchsent sessent setsent eutsent neuvsent mila

Alcune Particolarit: 1. Nonostante la scrittura sia la stessa il numerale un // viene pronunciato in modo diverso dall'articolo indeterminativo un // 2. Esiste inoltre una forma femminile del numerale '1', un-a /a/, che ancora una volta diverso (questa volta anche nella forma scritta) dall'articolo na
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Parole piemontesi comparate con altre lingue

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Piemontese cadrega pij/ciap seurte droch/casch/tomb ca/meison brass nmer pom (o poma) travaj crava scla bsch mons madama ist ancheuj dman (o doman) jer tast

Italiano sedia

Lombardo cadrega

Francese chaise prendre sortir

Spagnolo Rumeno Catalano Portoghese silla tomar salir caer casa brazo scaun a lua a iei cadira prendre sortir cadeira pegar sair cair casa brao nmero ma trabalhar cabra escola madeira senhor senhora vero hoje amanh ontem

Latino sella/cathedra

Ladino (nones)

Sardo

ciadrigia cadrea/cadra / sc'iagna leare bessire cascare domo bratzu nmeru mela trabagliare/traballare craba iscola legnu sennore sennora istiu oe crasa derisi assatzare/gustare

prendere ciapp (pigliare) uscire (sortire) cadere, cascare casa braccio numero mela lavorare capra scuola legno signore signora estate oggi domani ieri sort

capere/prendere ciapar exire cadere casa bracchium numerus malum capra schola lignum dominus domina aestas hodie cras heri degusto nar fuer crodr ciasa brac' nmer pom ciaura scuela leign sior siora ist ancuei doman aliri tastar

borl tomber gi/crod/droc c brasc numer lavor cavra scola legn scior/scir sciora/scira estaa incoeu doman/dumn ier maison bras

a cdea caure cas bra numr a lucra capr coal lemn domn var astzi mine ieri a gusta casa bra nombre poma treballar cabra escola fusta senyor estiu avui dem ahir

nombre/numro nmero travailler chvre cole bois monsieur madame t aujourd'hui demain hier goter trabajar cabra escuela madera seor seora verano hoy maana ayer probar

pomm/pomma pomme

manzana mr

laborare/operari laurr

doamn senyora

assaggiare saggi/tast

degustar provar

Il piemontese ha molte parole che derivano dall'italiano e dal francese, ma ha anche delle parole diverse dai loro equivalenti nelle due lingue.
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Italiano attuale ricordare Dio, Nostro Signore giorno, d in altre parole in pi possedere, avere prendere, pigliare un punto di vista usare, adoperare lavorare pulire computer

Franais actuel rappeler Dieu jour c'est--dire de plus possder prendre

Piemontis dl di d'ancheuj ten-e da ment Nosgnor di visad an dzorp avj pij sequensa dovr travaj storcion, polid, netti elaborator/ordinator[7]

successione, sequenza suite utiliser travailler nettoyer ordinateur

un point de vue na mira

Somiglianze tra il piemontese e il francese (e differenze con litaliano)


Piemontese Francese Alman Amus Ambrass Anlev Anva Apel allemand amuser enlever envie appeler Italiano tedesco divertire togliere voglia chiamare
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embrasser abbracciare/baciare

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Apress Aragn Arlev Arsrt Articich Asard Atrap Avion Bassin Becheria Berg Bis Blaga Bita Bsch Bris Bog Bonet Boneur Cass Cat Chit Cher Chen-a

aprs araigne relve ressort artichaut hasard attraper avion bassin berger bijou blague boite bois briser bouger bonnet bonheur casser acheter quitter char chane

dopo ragno ricambio molla carciofo caso prendere aereo bacino/bacinella pastore gioiello scherzo scatola legno/bosco rompere muovere cappello felicit rompere comprare lasciare carro catena

boucherie macelleria

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Ciresa Clavi Cfo Corbela Crajon Cress Cog Complenta Darmage Dscroch Dsrang Dont Drlo Drap Ecran Euvra Fat Fasson Folar Fosltta Lingeria Log Grav Grimassa Intamn

cerise clavier coffre corbeille crayon crche coucher

ciliegia tastiera forziere cesto matita asilo nido coricare

complaint lamentazione dommage danno dcrocher sganciare dranger disturbare dont drle drapeau cran uvre fade faon foulard fuse lingerie loger graver grimace entamer di cui/del quale strano bandiera schermo opera insipido modo fazzoletto da collo missile biancheria alloggiare imprimere smorfia incominciare
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Lit Lerma Madama Mari Meis Menagi Mers Minusi Miton Magion Mons Mojen Mont Mt Nivel Novod Pais Pia Plenta Pis Poss Rainura Rang Regret

lait larme madame marier mois menage merci mijoter maison moyen monter mot niveau neveu pays pie plainte pois pousser rayure arranger regret

latte lacrima signora sposare mese gestione grazie cuocere a fuoco lento casa mezzo salire parola livello nipote paese gazza ladra querela pisello spingere graffio aggiustare dispiacere
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menuisier falegname

monsieur signore

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Reid Rid Roa Sabt Sagrin Salada Salp Assitta Spur Soagn Strop Sombr Teit Tisire Trambl Travaj Tricot Tomb Utiss Viage Vitura Zibi

raid rideau roue sabot chagrin salade sale assiette pourri soign sombre toit ciseaux trembler travail tricoter tomber outil voyage voiture gibier

rigido tenda ruota zoccolo preoccupazione insalata sporco piatto appassito/marcio curato scuro tetto forbici tremare lavoro lavorare a maglia cadere attrezzo viaggio auto/vettura selvaggina

troupeau gregge/mandria

Lingue autoctone del Piemonte


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I dialetti e le parlate del Piemonte appartengono a tre gruppi diversi della famiglia romanza. Il walser un dialetto tedesco. Gruppo gallo-italico Lingua piemontese dialetto piemontese occidentale dialetto torinese (coin) dialetto cuneese dialetto delle langhe e del roero (Albese e Braidese) dialetto saluzzese dialetto saviglianese dialetto alte terre langasche dialetto pinerolese, che risente di influssi occitani in alcuni fonemi dialetto piemontese orientale o basso piemontese dialetto alessandrino dialetto astigiano dialetto biellese dialetto alto monferrino (Acquese) dialetto basso monferrino (Casalese) dialetto valsesiano dialetto vercellese dialetto novarese occidentale dialetto piemontese canavesano Lingua lombarda (nella variante occidentale) dialetto ossolano e novarese Lingua ligure dialetto ovadese e novese (nella variante dell'Oltregiogo) dialetti liguri alpini e dialetto brigasco Gruppo Franco-provenzale Lingua francoprovenzale dialetto franco-provenzale canavesano Gruppo Occitano Dialetti occitani
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Mappa linguistica del Piemonte

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Lingua tedesca Alto alemanno parlato dai Walser (presenti anche in Valle d'Aosta) Determinante stato il ruolo delle lingue piemontesi nella formazione in epoca medievale dei cosiddetti dialetti gallo-italici di Basilicata (Potenza, Picerno, Tito, ecc.), e dei cosiddetti dialetti gallo-italici (o altoitaliani) della Sicilia (Aidone, Piazza Armerina, Nicosia, San Fratello ecc.).[8].

Bibliografia
Per approfondire, vedi Bibliografia sui dialetti gallo-italici#Piemonte.

Introduzione al piemontese Francesco Rubat Borel, Mauro Tosco, Vera Bertolino, Il piemontese in tasca, Assimil, Chivasso 2006. Studi generali Amedeo Clivio e Gianrenzo P. Clivio (a cura di), Bibliografia ragionata della lingua regionale e dei dialetti del Piemonte e della Valle d'Aosta, e della letteratura in piemontese, Centro Studi Piemontesi/Ca d Studi Piemontis, Torino 1971 Antonio Bodrero(Barba Tni), Roberto Gremmo, L'oppressione culturale italiana in Piemonte, Ed. Bs, Ivrea(To) 1978 Gianrenzo P. Clivio, Il Piemonte, in I dialetti italiani, UTET, Torino 2002, pp. 151195 AAVV, Il Piemonte linguistico, Museo Nazionale della Montagna, Torino 1995; AAVV, Il patrimonio linguistico del Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Torino 2001 AAVV, Conoscere il piemontese, Viglongo, Torino 1980; Enrico Allasino, Consuelo Ferirer, Sergio Scamuzzi, Tullio Telmon, Le lingue del Piemonte, IRES Piemonte, Torino 2007 Dizionari Piemontese/italiano Maurizio Pipino Vocabolario piemontese, Stamperia reale, Torino 1783 Vittorio di Sant'Albino, Gran dizionario piemontese, UTET, Torino 1859 (in edizione anastatica L'Artistica, Savigliano 1993 - considerato il classico dei dizionari piemontesi) Michele Ponza, Vocabolario piemontese-italiano, Stamperia Reale, Torino 1830-33; quinta edizione, Lobetti-Bodoni, Pinerolo 1859 (edizione anastatica L'Artistica, Savigliano 1982 Camillo Brero, Vocabolario piemontese-italiano e italiano-piemontese, Il Punto, Torino 2002, ristampa da Piemonte in Bancarella, Torino 1976-1982 (allegata la grammatica del Brero) Gianfranco Gribaudo, l neuv Gribud. Dissionari piemontis, Daniela Piazza, Turin 1996 Gianfranco Gribaudo, Pinin e Sergio Seglie, Dissionari piemontis, terza edizione ampliata, Ij Brand-Editip, 1973
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Piemontese/francese Louis Capello di Sanfranco, Dictionnaire portatif Pimontais-Franais, Turin 1814 Piemontese/spagnolo Luis Rebuffo, Diccionario Castellano-Piamonts y Piamonts-Castellano, Asociacin Familia Piamontesa, Rosario 1966 Luis Rebuffo, Manual para aprnder Piamonts, Asociacin Familia Piamontesa, Rosario 1971. Piemontese/altre lingue Casimiro Zalli, Dissionari piemontis, italian, latin e fransis, Carmagnola 1815 (seconda edizione del 1830) Grammatiche moderne Camillo Brero, Gramtica piemontisa, Musicalbrand, Turin 1967 Camillo Brero, Remo Bertodatti, Grammatica della lingua piemontese, Piemont-Eurpa, Torino 1988 Costantno Vercellino Compendio storico della lingua piemontese", Retico Edizioni, Borriana 1997. Camillo Brero, Sintassi dla lenga piemontisa, Piemont-Eurpa, Turin 1994 Guido Griva, Grammatica della lingua piemontese, Viglongo, Torino 1980 Bruno Villata, La lenga piemontisa, Lsna & Tron, Montral 1995 Michela Grosso, Grammatica della lingua piemontese, Nste Ris-Libreria Piemontese, Torino 2002 Dialetti piemontesi Alba, Langhe e Roero Primo Culasso, Silvio Viberti, Rastlie. Vocabolari d'Aba, Langa e Ro, Gribaudo, Savian 2003 Alessandria Sergio Garuzzo/Sergi Garuss, Vocabolari e gramtica do Lissandren, ULALP, Lissandria 2003 Asti Giancarlo Musso, Gramtica astsan-a, Gioventura Piemontisa, Ast 2004 Biellese Piemontis d Biela. Abecedare, gramtica e sintassi, literatura, glossare, l Sol d j'Alp, Borian-a 2000 Canavese occidentale Lotte Zrner, I dialetti canavesani di Cuorgn, Forno e dintorni, CORSAC, Cuorgn 1998 Vercelli Dino Serazzi, Nino Carlone, Vocabolario vercellese, Vercelli 1997 Studi scientifici Gianrenzo P. Clivio, Storia linguistica e dialettologia piemontese, Centro Studi Piemontesi/Ca d Studi Piemontis, Torino 1976
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Rscontr anternassional d studi an sla lenga e la literatura piemontisa,atti da III a VIII (1986-1991) e da X a XV (1993-1998), tenuto ad Alba, Quincinetto, Torino e Ivrea Convegno internazionale sulla lingua e la letteratura del Piemonte, atti 1997 e 2000, tenuti a Vercelli, VercelliViva, Vercelli 1997 e 2000 Gaetano Berruto, sezione Piemonte e Valle d'Aosta in Profilo dei dialetti italiani, 1 a cura di Manlio Cortelazzo, Pacini, Pisa 1974 Atlanti linguistici Atlante linguistico ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale (AIS) Atlante Linguistico Italiano (ALI) Atlante Linguistico ed Etnografico del Piemonte Occidentale (ALEPO) Letteratura Gianrenzo P. Clivio, Profilo di storia della letteratura in piemontese, Centro Studi Piemontesi/Ca d Studi Piemontis, Torino 2002; Giuliano Gasca Queirazza, Gianrenzo P. Clivio, Dario Pasero, La letteratura in piemontese. Dalle origini al Settecento, Centro Studi Piemontesi/Ca d Studi Piemontis, Torino 2003; Gianrenzo P. Clivio, Dario Pasero, La letteratura in piemontese. Dalla stagione giacobina alla fine dell'Ottocento, Centro Studi Piemontesi/Ca d Studi Piemontis, Torino 2004 Renzo Gandolfo, Camillo Brero, Giuseppe Pacotto, La letteratura in piemontese dalle origini al Risorgimento, Casanova, Torino 1967; Renzo Gandolfo, Camillo Brero, La letteratura in piemontese dal Risorgimento ai giorni nostri, Centro Studi Piemontesi/Ca d Studi Piemontis, Torino 1972; Camillo Brero, Storia della letteratura piemontese, 3 voll., Piemonte in bancarella, Torino 1981-1983; Giovanni Tesio, Albina Malerba, Poeti in piemontese del Novecento, Centro Studi Piemontesi/Ca d Studi Piemontis, Torino 1990. Canzoni popolari Costantino Nigra, Canti popolari del Piemonte, Einaudi, Torino 1974 (Loescher, Torino 1888); Roberto Leydi (a cura di), Canzoni popolari del Piemonte. La raccolta inedita di Leone Sinigaglia, Diakronia, Vigevano 1998

Note
1. 2. 3. 4. 5. ^ Piemontis (http://digilander.libero.it/dotor43/piemgr9.html) ^ Piemontis (http://digilander.libero.it/dotor43/piemgr5.html) ^ Ancreus - Wikipedia an piemontis, l'enciclopeda lbera e a grtis (http://pms.wikipedia.org/wiki/Ancreus) ^ Vocabolari Italian Piemonteis (http://www.piemonteis.com/italian-piemonteis.php) ^ Piemontese On-Line (http://www.piemunteis.it/dep)
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6. ^ Piemontese (http://digilander.libero.it/dotor43/index1.html) 7. ^ Elaborator - Wikipedia an piemontis, l'enciclopeda lbera e a grtis (http://pms.wikipedia.org/wiki/Elaborator) 8. ^ Fiorenzo Toso, Le minoranze linguistiche in Italia, Il Mulino, Bologna 2008, p. 137.

Altri progetti
Wikipedia ha un'edizione in Lingua piemontese Wikisource contiene alcuni canti in Lingua piemontese

Collegamenti esterni
Carta Europea delle Lingue Regionali o minoritarie (http://www.coe.int:80/t/e/legal_affairs/local_and_regional_democracy/regional_or_minority_languages/) Wikipedia piemontese (http://pms.wikipedia.org/) Breve introduzione al piemontese e raccolta di link (http://bertola.eu/piemonteis/) Gioventura Piemontisa (http://www.gioventurapiemonteisa.net/) Me Piemont (http://www.mepiemont.net/) Associazione culturale Nste Ris (http://www.nostereis.org/) Piemunteis.it (http://www.piemunteis.it/) La lingua piemontese (http://www.lalinguapiemontese.net/) Dizionario della lingua tedesca e piemontese (http://www.piemondo.it/dizionario-della-lingua-tedesca-e-piemontese.html) Dizionario della lingua tedesca e piemontese II edizione (http://www.giannidavico.it/images/DPA.pdf) Il piemontese - Grammatica, sintassi, storia, detti, vocabolari (http://digilander.libero.it/dotor43/indexit.html) (IT) Vocabolario italiano-piemontese (http://www.piemonteis.com/index.php) (IT) (PMS )

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