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Franco Nanetti

Il cambiamento intenzionale
Psicopedagogia del linguaggio, dei processi cognitivie dellacomunicazione

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prevedibili pud 0gnuno, oltrepassando edimprevedibili difficolti, colmare mancanze, superare momenti diimposse,imparare l'eccellenza, avere successo, migliorarsi. l'ipotesi 5econdo costruttivista e sistemica, ogni individuo, tenuto pudmodificare processi conto delcontesto in cuivive, mentali al finedi attivare risorse utilialraggiungimento di obienivi e all'autorealizazione. Laprogrammazione neurolinguistica adorientamento umanistico,integrata alle strategie dicounseling diorientapermento interpersonale, fornisce alcuni significativi strumenti chd cidpossa accadere. ll presente saggio, indicazioni attraverso teoriche, esercitazioni e strumenti dicarattere formativo, d indicato a tutticoloro che, come pedagogisti, psicologi, psichiatri educatori, medici, e personale socio-sanitario, operano nella relazione di aiutqnell'orientamento pratica scolastico e professionale, nella della consulenza a dirigenti,nonoger,tormatori, esperti in pubbliche relazioni. Atutticoloro che vogliono migliorare la propria competenza relazionale e a chiunque voglia, con impegno e serieti, ritrovarsi in un percorso personale di crescita e cambiamento.

presso Franco Nanetti d docente la Facolti di Scienze dellaFormazione dell'Universitir di Urbino. Svolge attivitd di ricerca in relazione allo studio deiprocessi della comunicazione interpersonale, psicolosianell'ambito della formazione degli educatori che della giaapplicata. Edidatta, supervisore e coordinatore scientifico della professionale. Scuola Superiore di Counseling Eautore di numerosi libri, trai quali in particolare segnaliamo: L'orte di diologare, 1998; Losguordo dellomente, QuaftroVenti 7999; Lolibertd di essere sestessi roVenti 1999; QuattroVenti Quaft Le sembianze delpotere. Empowerment edlutostimo, QuaftroVenti, Urbino 2001; Capirsi. Psicopedogogio dello conunicazione interper(conMario sonale Rizzardi), AIPAC 2002; Assertivitd, Pendragon 2005; I segreti delcorpo, Armando 2005; 6li itinerori dell'onore,
Pondraonn )AAA'l'lialaa^; t.. ^.;.h^ ^.^-' r^'r'----': r' ' '

It totr;r Prefazionc:Il sapore della spada di Banzo 1. Il cambiamentointenzionale 2. Principi di metabletica. lafie del cambiamento l. Cambiamento intenzionale ed etica delle responsabilith 4. Il metamodello.Un itinerario di consapevolezza ). Il modellamento.Imparare I'eccellenza 6. La sincronizzazionedegli stati en)otivi. Rispecchiamento, rapport, ricalco,guida 7 . La cahL:razione.Il corpo dice la verit) "suo malgrado" 8. Le posizioni percettive. Il volto dell'ernparia 9. I sistemi rappresentazionali. La mediazione corporea per il cambiamento p.

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10. Metaprogrammi e sistemi cognitivi di riferirnento 11. Le metafore educative e terapeutiche 12. P ri nci pi di ri strutturazi one cognit iva.
I pensieri che trasformano 11. Le ancore e gli ancoraggi. Stabtlizzareil cambiamento 14. Stili comunicativi e processidi cambiamento Bibliografia

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Prefazione

Il saporedella spadadi Banzo

Matajuro Yagyu era il figlio di un famoso spadaccino. Suo padre, convinto che I'attitudine del figlio fossetroppo scarsa per fargli raggiungere la maestria, lo disconobbe.Cosi Matajuro andd sul IVIonteFutura e li trovd il famoso spadaccino Banzo. Ma Banzo confermd il giudizio del padre. "Tu vuoi imparare a maneggiare la spada sotto la mia guida?" domandd Ilanzo. "Ti mancanoi requisiti indispensabili" . "Ma se lavoro sodo, quanti anni mi ci vorranno per diventareun maestro?"insistette il giovane."II resto della tua vita" risposeBanzo. "Non possoaspettare tanto" disseMatajuro. "Se accettidi darmi lezione, sono pronto a sottopormi a qualunque fatica. Se divento il tuo devotissimoservo,quanto tempo ci vorri?". "Oh. dieci anni. forse" disseBanzo addolcendosi. "Mio padre si sta facendo vecchioe presto dovrd prendermi cura di lui" continud Matajuro. "Se lavoro ancora pii assiduamente, quanto tempo mi ci vorr)?". "Oh, forse trent'anni" risposeBanzo. "Ma comel" disse Matajuro. "Prima hai cletto clieci anni, e ora trental Accetterd qualunque privazione pur di imparare quest'arte nel tenrpopi u brev el". "Bi" clisseBanzo "allora dovrai restare con me settant'anni. Un uomo che ha tanta fretta di ottenere dei risultati raramenteimpara alla svclta". "E va bene" dichiard il giovane, comprendendo infine che gli si "Accetto". stava rimproverandola sua irnpazienza. Matajuro ebbe l'ordine di non parlare mai di scherma e di non toccaremai una spada.Cucinavaper il suo maestro,lavirvai piatti, gli rifacevail letto, puliva il cortile, curavail giardino, tutto senzache si parlassemai cli scherma. Passaronotre anni. Matajuro continuava a

lavorare.Pensirndoal proprio awenire era triste. Non avevaancora cominciato a imparare I'arte alla quale avevavotato la propria vita. Ma un giorno Banzo scivold alle sue spalle e gli diede un colpo terribile con una spadadi legno. Lindomani, mentre Matajuro stavacucinando del riso, Banzo tutt'a un tratto gli saltd di nuovo addosso. Da allora, giorno e notte, Matajuro dovette difendersi dagli assalti inaspettati.Non c'era giorno, non c'era momento che non dovesse pensareal sapore della spadadi Banzo. Impard cosi in fretta che lafaccia del suo maestro era raggiantedi sorrisi. Matajuro divenne il pii grande spadaccino del paese. Storia Zen

Caprrrxo I

Il cambiamento intenzionale
Un allieur,,chiesedl lilacstr():parlaci dell'insegn(lmento. E lui disse:n('ssunopud insegnarui nulla se non cid che gii sonnecchianell'albcggiare della uostra conoscenzd. Il maestro che cantnina nell'ombra del tempio fra i suctt discepoli non elargiscela sua sapienza,tnd piuttosto la suafede e il suo amore. E se dauueroi saggio, non ui inuita dd entrare nella dimora del suo sapara, ma ui gutda alla sctgliadelld uostramente. L'astrcnono pud dirui cid che sa degli spazi, nTttnolt pud darui la sua conoscenza. Il musico pua)cantarui la nelodia che i nell'aria, ma non puit dorui l'orecchto chefissa il ritmo, nd /'eco che rimanda il suono. E colui cbe t\ espcrtct nc/la scienzadei nurnei puo descriueruii/ mondo del peso c del/a misura, ma oltrc, non pur) condurui. htichc la uisiunt di un ulmu non presta lc proprie ali ud un altro uomo. Kahlil Gibran

Scriveva Bruner: "L'educazione i un'invenzione umana che conduce colui che apprende al di li del puro apprendimento", poich6 imparare non d "immagazzinarequalcosa,ma ricostruire questo qualcosain modo differente". Esiste un cambiamento occasionale ed inconsapevole, che d insito in ogni fortuita esperienza del nostro vivere quotidiano, ed un cambiamento intenzionale che, voluto consapevolmente dal soggetto che cambia, d destinato ad ampliare e modificare radicalmentenon solo il suo repertorio conoscitivo, ma il suo modo di osservare e costruire la realtd nella quale E immerso, in poche parole a ffasformare il suo profondo modo di essere. Ogni cambiamento intenzionale ci obbliga a diventare consapevoli non solo delle nuove conoscenzedi cui prendiamo "possesso", ma di come "imparando" cambiamo e ci ffasformiamo, di come al-

l'interno di uno scenariodi progetti ed azioni siamo costantelncnte impegnati ad interpretare il mondo e a dargli forma. Ogni volta che diamo inizio ad un cambiamento intenzionale dobbiamo ricordare che siamo in transito all'interno di un'interminabile awentura creativa di percorsi di senso,dove non sono gli oggetti e i fatti che contano, ma i significati che ad essi vengono attribuiti, e che ogni nostra trasformazione interiore b un rimando coazione sul mondor. stante ad una nuova e consapevole Possiamo migliorare il mondo solo perfezionando noi stessi. EMOZIONI E COGNIZIONI SONO CAMPI SEMANTICI

DIVERSICHE AGISCONO SINCRETICAMENTE


Come sostenevaMontaigne sono "le emozioni che ci scelgono e che ci tengono prigionieri", che ci orientano nella vita e nelle nosre decisioni.Non potremmo imparare nulla se non fossimoguidati dalle emozioni. C)gniemozione rivela i nostri fondamentarli bisogni, cid che d esper noi. senziale E I'enrotivitache organizzala geografiadelle nostre rappresentazioni mentali e le nostre rappresentazioni rnentali danno una certa inclinazione e un certo tono alle nostre emozioni. Non ci sono conoscenzar e modi di conoscere disgiunti dall'esperienza emozionale (F, Guidano 1981;London e Nisbett 1974). Gli stessicambiamenti possono essere facilitati c.r ostacolatidalla qualiti ed intensit) delle nostre emozioni. Per oltle un secolo si B creduto che I'er-nisfero sinistro fosseI'unico arbitro del pensierolocutorio, ma in tempi pii recenti d statomesso in eviclenzacome tra le istanze neurologiche dei due emisferi e tra quelle deputate al controllo emozionalee la cortecciavi siano delle relazionidi reciprocainfluenza.

Gerald Conter (1988),in una delle sue ultirne ricerche,ha rilevato come pazienti affetti dargrave afasia (disturbo del linguaggio a seguito di una lesione cerebrale nell'emisf-ero dominante) riconoscevano facilmente le voci cli personaggi famosi: cid starebbe a dimostrare che anche nell'emisfero destro non dominante vengono elaborate iuformazior-ri relative al linguaggio parlato. Lemisfero sinistro, secondo Conter, "sa cosasi dice in concreto,ma l'emisfero destro capisce chi lo dice e conresi dice". Sono semprepii numerosi gli studi che harnno messoin evidenza come la rigida e asimmetricaripartizione dei due emisferi nella loro speciztlizzazione sia un'astrazione e che non esistono aree neurologiche della logica affrancate da quelle clell'emozione,e viceversa. In ambito pedagogicoe psicologico vi 6 stato in quest'ultimo trentennio un proliferare di ricerche volte ad evidenziare gli stretti rapporti che intercorrono tra motivazioni, emozioni e processidi apprendimento (Spence1966;Eysenck 19711 Sanavio,Meazzinie Corrao 1978;Ebbinghans e Guidano, 1995),tra variabili srrurturare in riferimento alla dinrensione clellapersonaliti, variabili dinamichein riferimento al flussodegli affetti e dinamichecognirive. Com e af t em a Canevar o ( 1988) . ogni appr endir lent o, / cam biamento significativod il prodotto di una costruzionee ricosrruzione di corloscenzeed esperienze,attr:rversoun processo di "negoziazione tra I'interioriti e I'esterioriti", processonel quale non vi e un'ipotetica priorit) del cognitivo nei confronti degli altri aspetti psichici, in quanto in un itinerario della costruzionedella realt) interagisconoin modo dinamico e complessofattori sia cognitivi sia affc t t ivi ed ct nozionali. Se a lungo la scuola ha penalizzato la dinlensione cmotiva, pt'rnendola ai nrargini degli studi sui processicli aprprendimenro, cid risulta un errore, giacch6nessllnaelaborazione cognitiva e scissa dalI'esperienza emozionale.l Ciascuno di noi pensa perch6 emotivamente ne awerte il bisogno Si apprende e si cambia realmentesolo quando le nostre emoziorri vcngonor ncssc in gioco.

I Il mondo, I'ipotesi costruttivista, pudessere solo sccondo capitoe modificato (Piaget, poi attraverso le nostre costruzioni Von Foersteq Maturana, Varela), intravisto ch6esso non ci parlase non con le nostreidee,ed ogni sapcre tr conquistato non d nient'altro cheil frutto di unaricerca deisegreti chein esso sonocustocliti.

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Platone, per dire che ogni apprendimento coinvolge sia la mente che il cuore, affermava che "la conoscenzanascedall'amore". "Colui che non trova gioia. divertinrentonello studio non sta ancora imparando". Non vi d sapere autentico dissociato dal piacere della scoperta e dalla curiosit) di conoscere. Molte persone sono superficiali non per mancanzadi intelligenza, ma poich6 sono emotivamente bloccate, tant'i che spessobanalizzano la realt) o si accomodano in situazioni al di sotto delle loro capacitd di realizzazionenon per incapaciti ma per non aftrontare un mondo ansiosamenteawertito come troppo complesso. L'esserebanali diventa cosi per loro un guscio chiuso ove protegcatapultatidentro una realti vissutaemotlgersi dal rischio di essere vamente in modo intollerabile. "I-individuo, che appare superficiale, pur potendo capire non vuole capire e di fronte al domandare radicale blocca ogni intervallo cogitativo e lascia che il vuoto di pensieri venga immediatamente occupato da situazioni ripetitive o da frammenti di senso comune condivisi da tutti che non facciano riflettere e non svelino i segreti custoditi dei propri fatti umani". E tp.tto la paura ad-grb.llg.!1 p-rgcessodi interiorizzazione delle conoscenzee a bloccarci in situazioni ripetitive. Quante volte abbiamo potuto osservarein ambito scolastico che bambini etichettati come soggetti di limitate capacit) intellettive erano del tutto normali e che il loro problema non era altro che una costante paura dell'insuccesso che li induceva ad una metastoricizzazioae dello scacco di fronte ad ogni possibile verifica (da qui I'inutiliti di molti test di intelligenza). La qualiti delle emozioni pud pertanto facilitare o ostacolare il processodi apprendimento/cambiamento. Non E possibile scindere una pedagogia dei processi emozionali da una pedagogia dei processi cognitivi Quando un allievo presenta difficolt) di apprendimento d sempre bene che ci interroghiamo sugli stati d'animo che vive all'interno delscolastica. la sua esperienza

Non si chiede con cid che l'educatore si trasformi in uno psicoper comprendere Ie logo, ma che abbia le conoscenzenecessarie condizioni emotive che influenzano il processodi apprendimento. E risaputo d'altronde che I'apprendimento e gli apprendimenti possono venire favoriti se tra educatore ed allievo si stabilisceuna come risultato di una positiva cotnunicacerta alleanza etJucatiua zione tra loro. Spetta alla scuola psicoanaliticainglese (Klein, Bion, Meltzer, Rosenfeld)l'aver messoin luce gli sretti rapporti che vi sono tra sofferenza/piacere e processi di apprendimento. Secondo Bion non d possibile apprendere dall'esperienza, imparare ad imparare, se la sofferenza non pud esserecontenuta e trasformatanella propria nente (A. imbasciati, 1981). Se da partc del bambino le conoscenze vengono collegatea segnali di sofferenza psichica non sufficientemente tollerabili, si verificheri totale o parziale degli inuna reazioneche consistenella cancellazione put informativi, attuandosiquel processoche Imbasciati (1981) definisceautotomiut, tramite il quale I'individuo tenderebbe ad anestetizzare la mente "evitan.loogni rappresentazione cognitiva.li eueiiiltmotivi awertiti troppo minrrcciosi".Processodescritto da Bion (1972) clrca la modaliti secondola quale il bambino giunge ad apprendere dalI'esperienza ed arriva a costruire l'apparatopcr pensarcpens'teri. SecondoBion, infatti, se il bambino, conseguentemente a reiterate frustrazioni, verri messodi fronte a una sofferenzaeccessiva, anzich6 adeguarsialla realtd per riorganizzarlain elementi di significato e di senso, il dolore con attacchiall'apparatomentender) ad espellere tale in grado di percepirlo,con una compron-rissione dell'attivit) simbolizzante. In altre parole, secondo I'ipotesi bioniana, se nell'infante la sofferenza d troppo intensa,questa verr') evasaattraversoI'evacuazionedi sensorialied clatnenti-beta(che sono la cosain s6, ossiale i;1pre-.ssioni emotive non trasformate), mentre se questa d tollerabile, verranno messiin moto meccanismitendenti a modificarla con la produzione ,Ji eletnenti-a[fa(pensieri che rappresentano la cosa in s6), in modo tale che le impressioni sensoriali e le esperienzeemotive si trasformino in immagini in grado di esercitarefunzioni intellettive. tli frustruziorze, e quindi le emozioni diQuando vi d un eccesso

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ventano intollerabili, il soggetto si rifiuta di apprendere dall'esperienza,o cancellandole rappresentazionimentali ad essecollegate,o mettendo in atto procedure difensive volte ad inibire ogni forma di curiositi verso il conoscere. Soltanto chi pud mentalizzate le emo' zioni i in grado di imparare e di imparare il modo di imparare inteze. rio rizzando conoscen

LA FRUSTRAZIONE STRUTTURANTE
Non si tratta di eliminare la frustrazione sottesaad ogni apprendimento/cambiamento. La sofferenza d un fattore di sviluppo ed una condizione ineludi bile dell'esperienzaumana e di ogni attiviti di pensiero. Ma affinch6 il dispiacere risvegli I'intelligenza e la curiositi occorre che la fru' strazione sia tollerabile cosi da rendere le emozioni pensabili. spettaquindi il compito di metAll'educatore,come al counselor, pratica o di esperto sua di insegr-rante gioco, nell'ambito della tere in della relazionedi aiuto, quel livello ottimale di frustrazioneche consentealla mente clelbambino o del cliente cli conteneree di elaborare emozioni negativee di vivere emozioni positive. Ritengo a questo proposito che il creare situazioni ed occasiclniin ambito scolastico dove gli allievi possano esprimere e comunicare le loro emozioni sia una strategia efflcace volta a favorire la dinamica degli apprendimenti.

piu "pulla da fare". Secondo Leventhal (I919) e Guidano (19861994), I,egmozioni ricorrenti (parassite-emotional-sciemata ): - forniscono un repertorio di reazioni fisiche automatiche ed incctn.sapeuoli che rafforzano il reiterarsi della loro presenza; - orientano selettiuantenteI'attenzione (se la madre si concentra sulle r eazionidel bam bino. pr eoccupat a dall'iJea che possa"acc. r dergli qualche cosa di grave", l'attenzioneselettivaaccentuai sentirrrentidi ansia); - determinano i presupposti essenzialinella costruzic,nedella conotcenzdtacita ed implicita. La convinzione di "non farcela" pud diventare un nucleo "metafisico"inconfutabile(Lakatos,I974\ o un "pensiero irrazionale"(Ellis, 1964)che si produce nel dialogo interno della personain u-rodo del tutto automatico; forniscono gli elementi per la costruzionedi pattenz cognitiui cbe presen organizza no rep t azioni st abili delh realti (posizioni esistenziali di Harris, 1976) o costrutti sovraordinati difficilmente invalidabili (assiomi di base della self-identity o piani di vita), destinati a promuovere un atteggiamento esistenzialedi base e a rafforzare la loro presenza. stessa Il corpo rivela il nostro stare al mondo e lo vincola Quando sperimentiamo un'emozione negativa, ad esempio la pzrura,una parte del corpo pud reagire bloccandosi o irrigidendosi. Se I'emozionenegativatende a reiterarsi,la rispostacorporeadiventa vn bodit-script,,unarisposta stabile nel corpo che sollecita il rietnergeredell'emozionenegativa,pur allontanandoladalla coscienza. Tutto cid d positivo e dannoso nello stessotempo. Se, ad esempio, temo di essererifiutato, posso decidere di allontanarmi dalla paura del rifiuto assumendola mascheracorporea dell'autosufficiente.Tale processo di iscrizione nel corpo di una specifica configurazione esistenziale comporta due fondamentaliconseguenze: - una ptima consiste nel fatto che la maschera corporea che assumo inconsapevolmente,altrettanto inconsapevolmenteviene agita nelle mie relazioni interpersonali, rendendomi inautentico e conflittuale. Ad esempio la maschera dell'autosufficiente porebbe tradursi in un atteggiamento permanente di freddezzae di fuga dall'intimit);

PENSARE CON IL CORPO le nostre fondamentali posizioni esistenI nostri pensieri-guida, ziali (Harris, 1981),sono degli automatismicorporei. rispostadel Lastenotonotrofiadel melanconicod la fondarnentale automatica, che possiamo definire rnctafisictt corpo alla convir.rzione (in quanto difficile da dissacrare sul piano empirico): 1'Io non posso d nel corpo, quando i pensierivolfarcela".Quando la rassegnazione ti all'impotenza si imprigionano nel corpo, il soggetto rimane sempre pir) ingabbiato nell'apatiae nella convinzioneche non ci sia proprio

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- una seconda sta nel fatto che, come ci insegna la bioenergetica, ogni emozione negativa bloccata nel corpo ci impedisce di provare piacere e gioia; ogni rigidid corporea b un accessoimpedito al fluire della vita. I-ienergia bloccata nel corpo permane al servizio della necrofilia e non della biofilia, sulla base della permanenza di pensieri negativi. II corpo, a patto che Io ascoltiamo, ci segnala sempre quando E arrivato il momento di cambiare. SpessoIa malattia stessae un avvertimento affinch6 prendiamo in esamela condizione reale di un nostro cambiamento. Il cambiamento E segnalato dal corpo ed awiene attraverso il corpo Quando awiene un cambiamento nel nostro abituale modo di pensareed agire, il corpo ne d interprete e testimone. Nel processo di cambiamento l'inizio di un circolo virtuoso i ttpensarecon il corpo".

IL CAMBIAMENTOINTENZIONALE P TI,TPBCNO E PERSEVERANZA


Cambiare significa cercareobiettivi "vicini" e obiettivi "distanti", obiettivi che si connettono con la necessit) di risolvere problemi immediati ed obiettivi che si connettono con la realizzazionedei nostri " lun g i mi ra n ti " s c o p i d i v i ta . Ogni obiettivo. di qualunque natura sia. va perseguitocon impegno e perseveranza, nonostante 7a fatica,le difficolti e i fallimenti. Nella cultura del narcisismo prevale I'idea di "poter ottenere le cose con il minimo sforzo". Cid porta ad impoverimento culturale e fragiliti emotival Molti pensano di poter fare tutto in economia di energie. Cosi all'universita fanno esami facili e programmi agevolati; oppure si sposano e non vogliono figli (poiche sarebbetroppo impegnativo essereprivati della propria liberti, dimenticando che un figlio d un dono della vita che costringe ad uscire da se stessie a crescere), oppure fanno di tutto per evitare ogni forma di sofferenza.

Cosi non si confrontano e non condividono nulla poich6 ritengono che non valgala pena porsi troppi problemi, o che "non servasoffrire per le cose che accadono", quando invece dovrebbero ben sapere che I'unico modo di vivere sta nel rischiare di farsi contagiare dalla vita, anche quando cid comporta il dovere accoglieremomenti diffici l i e di pr of ondo disagio. Tutti ti insegnano: "Fai quello che ti piace", "Quando qualcosa non ti va, liberati il pii presto possibile di ogni fastidio". In questo clima di disimpegno e di culto del demone della "leggerezza" , ogni sceltagravida di impegno e responsabilit) d revocabile. Oggi nessuno si sente proiettato verso scelte definitive. Ma quando tutto d revocabile, cid vuole dire che c'd astensione dalla scelta.In questa prospettiva non ci pud mai esserecambiamento, poich6 nel limbo del "tutto d possibile", non si pud contemplare una direzione,un orientamento,uno scenariodi evoluzione. Senza etica, senza un buon governo di se stessi, senza impegno per le coseche si vogliono ottenere.non ci puo essere ne coscienza di s6, n6 feliciti, poich6 si pud esserefelici soltanto quando si d diretti dall'interno e non dall'esterno. Ogni identiti non guadagnatad fragile ed effimera. Nulla d importante se non viene conquistato con un certo sforzo. Se dai inizio ad una cosa bisogna finirla. Sii perseverante negli scopi che vuoi tealizzare Scrive Coelho'. "Un giorno, all'irnprouuiso, il guerriero scopre di lottare senza lo stessoentusiasmctdi prima. Anche se continua a fare cid chefaceua, sembra che ogni gesto abbia perduto il suo significato. In quel momento, egli ha una sola scelta: continuare a praticare il Buon Combattimento. Recita le sue preghiere per douere, o per natur(l, o per qualsiasi altro motiuo, ma non interrompe il suo camtnino. Sa che l'Angelo di Colui che lo ispira sta facendo un altrct giro. Il guerriero si mantiene concentrdto sulla lotta, e perseuera:anche quando tutto sembra inutile. Dopo un po', I'angelo tornd, e il semplice

fruscio delle sueali fari ritornare la gioia"

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Caprlor-o2

Principi di metabletica. Llafie del cambiamento


Voi siele il uostro desiderio stintoLtnte a rcnndito. I/ uoslro lasiderio i la uostra uok.tnti La uostra uolctnti i la uctstra azbne. La uoslra azione i il uoslro tJcstinr'. Br i h a d a r e n ya ka U p r n i sh a d

PROGRAMMAZIONE NEUROLINGUISTICA, COSTRUTTIVISMO E PROCESSI COGNITIVI


Agli inizi degli anni Settantain America un gruppo di ricerca,composto da Richard tsandler,John Grinder, LeslieCameron,Judith De Lozie, Robert Dilts, David Gordon e altri, sviluppd una seriedi strumenti adatti a ricclnoscerela struttura dell'esperienza soggettiva e a promuovere processidi cambiamentointenzionale,strumenti che, nel corsodegli anni a seguire,portarono all'ideazionedi varie tecniche di modifica zione del comportamento, utilizzabili da chiunque fosse impegnato in attivit) che coinvolgevano la capaciti di cornunicare: la vendita, la scuc'la, la conduzioneaziendale, la formazione,I'e<lucazione e la clinica. Da tali sperimentazionivenne individuato nel corso del tempo un nuovo modello di cambiamento, oggi particolarmente diffuso, che prende il nome di programm^zione neurolinguistica (comunemcnte definita con I'acronimo PNL), dove per "programmazione" si intende la pianificazione delle sequenzeadatte ad ottenere risultati specifici, mentre con il termine "neurolinguistica" si vengono a specificare le corrispondenze tra processineurali e modificazioni del linguaggio.

(PNL) PROGRAMMAZIONE NEUROLINGUISTICA


riguarda l'interazione dinamica tra i tre processi essenziali mediante i quali costituiamo i nostri modelli del mondo:

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NEURO: ogni comportamento d il risultato di processo neurologici: LINGUISTICA: i processi neurali vengono rappresentati, ordinati e disposti in sequenza attraverso il linguaggio e i sistemi di comunicazione; PROGRAMMAZIONE: corrisponde alla capaciti di creare ex novo o replicare programmi comportamentali per il conseguimentodi risultati specifici. Nell'ambito della metabledca e degli studi sulle dinamiche di un'opportunit) sia per micambiamento,la PNL pud rappresentare gliorare la comunicazione interpersonale, sia per conttollare alcuni processi del nostro cervello che, nonostante siano automatici, possono essereriportati alla coscienzaper esseremodificati in accordo con la rcalizzazione di propri obiettivi e al fine di rendere pii efficace il cambiamento nella sua complessiti procedurale. La programmazione neurolinguistica i un modello di studio della struttura dell'esperienza soggettiva, della comunicazione e dei processi di cambiamento in funzione di obiettivi concreti orientati all'eccellenza

Se, come si accennava, l'essenzadella PNL d il modellamento delI'eccellenza, i suoi campi di applicazionesono molteplici, in quanto t'ssa utilizzabile in tutte quelle aree dove risulta indispensabile imparare a replicare i risultati funzionali al successoche si intende raggiungere: in campo medico e psicologico, nell'ambito educativo e Iormativo, dell'insegnamento scolastico e professionale, aziendale (lnrmazione, leatlership,maftagetlent, analisi dei ruoli, analisi orgarrizzirtiva,selezione)e dei servizi (rnarketing, pubblicit.i, ricerche di nrcrcato). Va precisato che alla stato attuale delle cose non esisteuno statuto epistemologico di una PNL applicabile alla clinica. Di fatto la l)NL non disponedi una diagnostica sistematica e congruentee nepdi di firrmazione personale un iter assimilabile ai percorsi inclilrure viduabili delle altre scuole di formazioneclinica. Restatuttavia indispensabile considerare alcune tecnichedella PNL, come la ristruttulazione, t\ reintprinting, il metamodello, la time-line, quali strumenti indispensabili di cui potersi awalere nell'ambito della psicoterapia, .lel counseling integrato o della [ormazione. Per questa ragione sono sempredi pii gli psicoterapeuti, i counselor,i formzrtorie i pedagogisti ciinici che, al fine di perfezionarela loro pratica professionale, partecipanoa Master in PNL, al fine di acquisirenuove competenze e risorse operarive nell'ambito della loro prassi (Nanetti, 2002).

La PNL, in termini essenziali, b il risultato del "modellamento dell'eccellenza", ossia del miglioramento dell'azione intenzionale orientata al successo. Richard Bandler e John Grinder. infatti, iniziarono i loro studi sia rifacendosi alle idee di Korzybski, Chomsky e Bateson, sia analizzanle modaliti comportamentalidi profesdo con particolareattenzione sionisti, come E,rickson,Satir e Perls che, indipendentementedalle tteccellenti" risultati, al teorie a cui facevano riferimento, ottenevano fine, in ultima analisi, di potere proporre le corrette strategie di apprer-rdimentodi tali comportamenti di successoa chiunque ne fosse interessato.

GLI ASSUNTIFONDAMENTALIDEL CAMBIAMENTOINTENZIONALE SECONDOI PRINCIPI DELLA PROGRAMMAZIONE NEUROLINGUISTICA E DEL COSTRUTTIVISMO
Un giorno un giovane va dal Budda per chiarirsi le idee su un telna che gli interessa molto. Dice al Budcla: "Sono convinto che I'uomo sia artefice del suo destino. Tutto dipende dalla sua volonti, dalla sua determinazione, dal suo impegno nell'ottenerecid che veramente vuole". Budda risponde: "Hai ragione". E, il giovane va via confortato dal parere del BLrdda.Alcuni giorni dopo un altro giovanesi presentadal Bucl-

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da per avere un suo parere circa un tema che lo appassiona. Il giovane dice al Budda: "Sono fermamente convinto che l'uomo nonostante la sua volonti, la sua determinazione, il suo impegno non pud sempre e comunque ottenere cid che vuole. Molto spessodeve fare i conti con i capricci del destino, con I'interferenza del caso,con I'opposizionedegli astri e degli altri". E Budda risponde: "Hai ragione". Un giovane monaco che ha assistitoa entrambi i colloqui si rivolge al Budda e dice: "Maestro, non capisco. Prima hai dato ragione al giovane che diceva che I'uomo E artefice del proprio destino. Poi hai dato ragione al giovaneche dice che I'uomo subiscei capriccidel destino. Questa d una contraddizione". E Budda: "Hai ragione". Storia Zen

sequenze logiche per costruirne altre, ossiasi basasulla costantecreazione di "ulteriori"nessi di significati all'interno della propria teoria () mappa di mondo. La mappa non i il territorio che essarappresenta,ma se i esatta, ha una struttura simile a quella del territotio, che ne spiega I'utilit) (Korzybski) In ogni processodi cambiamento della propria mappa il soggetto ridefinisce in modo diverso Ia realti esterna e se stesso. Nessunevento o rapporto tra eventi quindi pud essere compreso al di fuori della propria "mappa individuale di mondo", ossia al di l'uori del proprio specifico modo di interpretado. In altre parole, noi sperimentiamoe risponcliamo al mondo esterno attraverso specifici sistemi rappresentazionali, vincoli neurologici, linguistici, cognitivi, e sociali, ossiaattraversodeterminate mappe di rappresentazione della realti. Quando noi descriviamo la realt) non ci riferiamo a qualcosa di oggettivo, ma alle rappresentazionisensorialie percettive che ciascuno ha soggettivamentedi quella realtd. Tali rappresentazioni hanno il potere di influenzare costantemente il nostro modo di relazionarci. di intenzionarci. di emozionarci e di vivere. Ogni uomo i fornito di una particolare organizzazione cognitiva costituita da convinzioni, aspettative, tendenze, bisogni, temi di vita, che guidano le sue interazioni con I'ambiente, il suo modo abituale di elaborare compiti e determinano I'insorgenza di specifiche reazioni emotive Non i la realti che ci limita o ci dd potere, ma le nostre percezioni della realt) stessa. Feliciti ed infeliciti non stanno nella realti dei fatti ma nei nostri programmi mentali (Nanetti, 2001). Sono le nostre convinzioni che inconsapevolmente producono comportamenti obbligati e automatici.e ci fanno esperireemozioni funzionali o oarassite.

LA MAPPA NON E IL TERRITORIO Lindividuo non e un trasformatoreautonatico di stimoli, ma un 1 I creatoreattivo di significati (Neisser1967,Eccles1971,Bower 1978, Weiner 1978, Bruner 1996), che in ogni momento "costruisce la realti in relazione alle teorie di mondo alle quali aderisce". Nulla si deposita arbitrariamentenella menre, ma rurro viene inserito in un preciso contesto di informazioni connessead aspettative, anticipazioni,scopi e speranze(Bartlett 1912,Neisser I976). Anche la percezione stessa,-:un processo attivo che contribuisce a differenziare le scelte percettive e le modaliti di soluzione cli problemi (Filograsso, 1996).Si pensi in tal sensoad una madre che non sente i rumori delle automobili che passanovicino alla propria casa, mentre percepisceil flebile pianto del proprio figlio che si trova nel7a stanzaattigua (Nanetti, 2002). Qualsiasicambiamentoquindi non risponde all'automaticafissazione di catcne associative. non si basa su dinamiche di carattere ad ditivo o cumulativo, ma su sistemi teorici che, anzich6 copiare schemi di mondo, sottolineano, impongono e scompongonodeterminate

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Per questa ragione. ogni volta che viene deciso un cambiamento non basta modificare un comportamento, in quanto, perch6 ta l e c a m b i a me n tos i a s ta b i l e ,profondo e duraturo nel tempo, occorre che sia allineato con tutti gli aspetti costitutivi del modo di esseredella persona che cambia, in particolare con il suo modo di pensare. In altre parole, vale a dire che se uno decide di cambiare un comportamento, deve in primis chiedersi se tale modificazione del proprio agire corrisponde ed E congruente con cid che sente, pensa, con i valori in cui crede e con la propria missione di vita. Ogni volta che definiamo un comportamenro che desideriarno cambiare poniamoci quindi le seguenti dorrande: Dove sono? La risposta definisce il contesto: tempo, luogo, con chi La risposta definisce il comportamento

Acl esempio, se uno crede che sia importante realizzarsinelle reed empalrrzionicon gli altri, acquisirdla capacit) di essere socievole pii competentenell'atico. E per questa ragione diventerzisempre scolto degli altri. In altre parole, solo se il soggetto cambia a livello superiore pud laggiungere cambiamenti stabili e soddisfacenti a livello inferiore. Iirrnando all'esempio precedente,solo allorch6 il soggetto crede nelI'importanza di stabilire buone relazioni si determiner) il desiderio di inrpegnarsi ad acquisireabilita circa I'ascoltoempatico e costruttivo.

HA UN SUOSIGNIFICATO OGNI COMPORTAMENTO IN CUI SI PRODUCE DEL CONTESTO A SECONDA


Ogni atto linguistico va intetpretato e valutato a secondadel contesto. Ad un dato comportamento non sempre corrisponde lo stesso significato. Un atteggiamentodi rifiuto in una circostanzapuir significare desiderio di colpevolizzare l'altro o di sopraffarlo,mentre in un'altra sta giudicato ("Se sard io a rifiutarti, il tuo ad indicare la paura di essere giudizio mi E indifferente"). Il tacere, se in una situazione intima di rapporto a due pud significare sfida e provocazione, in un'altra situazione pud invece semplivisti nella propria incementeindicare un timore di esporsi,di essere sicurezzzr esistenziale. "Un f-enomeno- afferma Paul \(atzlawick (197 l) - resta inspieampio da ingabile finch6 il campo di osservazione non d abbastanza cludere il contestoin cui si verifica". Contesto e significato sono strettamente collegati tra loro. Il significato attribuito ad un certo comportamento pud cambiare in relazione al contesto materiale, inteso come luogo nel quale si agisce,o comunicativo, inteso come l'intero campo delle comunicazioni che si stabiliscono tra i membri di un sistema AfTerma Bateson in Me nte e natura ,11912\: "Non ha sensoparla-

Cosa faccio? Come lo faccio?

La risposta definisce abilit), risorse

Di che cosa sono convinto/ La risoosta definisce le convinzioni Cosa B importante per me oui e ora? Io chi penso di essere qui e ora? Qual d la mia missione di vita? La risposta definisce i valori

La risposta l'identiti definisce


La risposta definisce la visione spiritualedella vita

Ogni nostra esperienzatrova un significato diverso a seconda ciei valori, delle credenze e delle convinzioni da cui siamo guidati. Solo cambiando valori, convinzioni e stili di rappresentazione della realti. ossia modificando la nostra mappa, E possibile cambiare le nostre scelte, i nostri modi abituali di agire e reagire

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re di dipendenza,aggressivita. orgoglio,o altro come se questi vissuti affondasserole loro radici in qualcosache sta dentro una sola persona. Non si pud spiegare I'aggressionericorrendo all'aggressivita istintiva o magari appresa. Una spiegazionesiffatta, che sposta l'attenzione dal campo interpersonalea una fttizia tendenza o principio o istinto o che so io, interiore, i un'enorme sciocchezza,che serve solo a nasconderei problemi reali". sottotnesso di un Come si potrebbe d'altronde descrivere I'essere lo individuo, se tale modo di declinarsinon si cogliesseall'interno di un rapporto complementare, dove il partner solitamente assumeun ruolo quasi o totalmente antitetico al|essere sottomesso? Nella complementarieti la presenzadi un comportamento determina una reazionecomportamentaleche a sua volta va a rufforzare 1l conlportamento ittiziale, cosi definito per un criterio di arbitraria interpunzione. Una madre ansiosadetermina nel bambino delle reazioni di agitazione,le quali a sua volta aumentanoI'ansieti della madre. La madre d ansiosaperch6 il bambino d agitato, ma se la madre si cahna anche il barnbino smette di agitarsi.Spitz ha chiamato tale dinamica interattiva "processo di strutturazione reciproca", in quanto in essai comportamenti non hanno tra loro un rapporto di causa-effetto di tipo unidirezionale, ma di influenza reciproca, in modo tale che ogni comportamento pud esserespiegato solo se viene studiato nei rapporti strntturanti con i comportamenti degli altri attori del contesto.

nrenti di colore della pelle, modificazioni del respiro, alterazioni dellrrvoce, ecc.) forniscono informazioni importanti sui processicomunicativi, poich6 ogni locutore inintenzionalmentecomunica "suo rrral gra do". Questi cambiamenti nella fisiologia, quasi sempre al di li della volont) coscientedell'individuo, sono veri e propri comportamenti, che firppresentano messaggispecifici che possono essererecepiti da un itttento OSSefvatore.

LA COMUNICAZIONE CORRISPONDE AD UN PRINCIPIODI PROCESSUALITA INTERATTIVA


La natura della relazione dipende dalla punteggiatura delle serl ucnzedi com unicazione Due per soneint er agit r a i conr unicant i. scono in modo problematico e ognuna tende ad incolpare l'altra, senza rendersi conto che ognuna di loro, con il proprio modo di reagire, esercitauna costante influenza sull'altra. "Nessun comportamentopuo essereletto in termini di linearita causaleper cui il fenomeno A provoca il fenomeno B, che a sua volta l)rovoca (1, ecc., in quanto C si ricollega mediantefeedbackad A, e A e B stanno tra loro in una relazione biunivoca" (Watzlawick, l9l)). In un sistema relazionaleogni comportamento consapevoleo inconsapevoledetermina effetti sia diretti che di retroazione sugli altri nrembri del sistema, tant'Ache bastache vi sia un cambiamentodi un nrembro del sistemache tale cambiamentosari seguito da un cambiarnento di stato delle altre uniti del sistemastesso. Io e Altro si costituiscono correlativamente. Ogni dispositivo metodologico tendente a separare il soggetto()ssenatodal soggetto-che-ossela d un elemento di distorsionevaI Lrtativa. Si comprende quindi che il significato della comunicazione d nellLrrispostache si ottiene,indipendentementedall'intenzione(PNL). In tal sensoil significato del nostro messaggionon pud esseretrovirto in cid che pensiamo di esprimere, ma solo nel modo in cui il nostro interlocutore ci risponde, perch6 b in quel momento che ci riveLl com la sua mappa ha elaborato il nostro messaggio, indipenden-

IN "PRESENZA" OGNI COMPORTAMENTO IN MODO INTENZIONALEO ININTENZIONALE N UN ETTO COMUNICATIVO


(1912), Secondo questo principio, descritto da Paul $Tatzlar.vick anche il pensiero di non voler comunicare si riflette in segnali corporei che saranno recepiti dagli interlocutori e che segnalerannoqualcosa, malgrado le intenzioni di chi non voleva comunicare. Cercare di non comunicare, astenersida una conversazione,fuggire da un dialogo sono gia tutte comunicazioni. Tutti i micro-comportamenti (movimenti degli occhi, cambia-

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tcmcnte dalle nosre intenzioni. Ad esempio,cerco di mostrarmi simpatico per sentirmi accettatoe I'altro ritiene che 1o stia manipolando. In questo caso non servearrabbiarmi con I'altro, bensi saretbe utile valutare I'opportuniti di modificare la mia strategia, ossia ir mio modo di comunicare. E i-po.tunte quindi saper cogliere ifeedbackdella propria ed altrui comunicazioneverbale e non verbale per adattarla al contesto e raggiungereil risultato desiderato. Spessole nostre dichiarate "buone intenzioni" sono un alibi per giustificare il nostro comportamento ed accusareI'interlocutore di essereincapacedi ascoltarci.

Irrrtana dalla complessiti del vivere, si preclude sempre chancesdi (1)noscenza e di possibiliti anchepii autentichee felici di quelle che
VI\re.

Non esistono fallimenti ma solo risultati Fallimento ed errore sono solo etichetteche diamo alle circostanze in cui non abbiamo conseguitoi risultati sperati. Se impariamo a ntilizzareogni risposta comeun feedback per la nostra comunicazione, un'utile correzione, una splendida opportuniti per imparare, qualunque risultato diventa utile e desiderabile. Spessobasta cambiare i termini che utilizziamo per definire una certa situazione,per riuscire a fare fronte a problemi che in precedenzaci bloccavano.Le parole sono vere e proprie armi. Come diceva Austin (1998) "sono le parolea fare le cosee non viceversa: se continuo a indicare comefallimento, insuccesso, maccltia un certo episodio, difficilmente riuscird a individuarne gli aspetti volti al cambiamento, al futuro, al miglioramento". Un ergJ-q1z-rp-glile consigliato dalla PNL d quello di chiedersi con' #'r*{oF*'F-' tinuamefi?ilinche dopo un episodiotradizionalmente definito .or."^') fatto negativo, che cosa possiamo imparare da questa situazione{ concentrandoci sulle cose pii piccole e semplici che ci vengono in mente; affidarsi a grandi proclami, come per esempio "devo essere pii forte la prossima volta", "dimostrerd pii decisione se mi dovesse ricapitare", E spesso I'alibi di chi punta a grandi e generici propositi per non doversi confrontare con i piccoli, ma concreti ed effettivi, cambiamenti. Il nostro fondamentale scopo di vita non B il piacere, ma la nostra evoluzione interiore La PNL d attenta ai processi',,e aI come le cose accadono. Il suo presupposto d scomporib il comportamento disfunzionale (cid che una volta si chiamava insuccesso) per capire quali "piccole" azioni possonoesseremodificate.

LERROREE NECESSARIO
Se la funzione della cognizione E adattiva e serve al7'organizzazione del mondo esperienziale del soggettoe non alla individuazione di una realti ontologicamente obiettiva, ogni conoscenza i frufto di errori. Gli errori vanno riconosciuti, accettatie compresi, in quanto sono delle risorse, delle finestre sul nostro mondo interiore utili alla conoscenzadi noi stessie al cambiamento. Bisogna pertanto evitare di sentirci penalizzatiper gli errori commessi. Tutte le volte che un soggetto awerte in se stessola necessit) di "nascondere l'errore,t, di fatto si preclude forme ulteriori di conoscenza Laccettazione razionaleed emotiva dell'errore comporta uno stimolo positivo per un salto di qualiti, dal momento che solo attraverso la consapevolezza dell'errore possiamo tracciare e rischiare nuovi percorsi di conoscenza e di esperienza. Crescerenella conoscenzacomporta la capacitAdi tolIerare vissuti di incertezza,rischio, precarieti Chiunque ha paura di rischiare,chiunque teme di sbagliaree si al-

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LE RISORSE IMPLEMENTARE
Come esseriumani, abbiamo alcuni limiti insuperabili,ma la magspesgior parte delle cose che non riteniamo possibili rappresentano so delle potenzialit) che non siamo ancora riusciti ad esprimeree ad attivare. Questo principio vuole in realti sottolineareche, a parte gravi casi episodi accadutidurante di carenzecongeniteo per sfortunatissimi tutti noi abbiamo una base di risorsetale da poter svilupl'esistenza, pare moltissime capaciti, se chiaramentesiamomotivati a investire su di esse. La PNL ha come obiettivo fondamentale I'individuazione di ri' sorse e di alternative funzionali alla soluzione di problemi, quando owiamente tali problemi sono determinati da uno stato di carenzadi risorsecognitive, comportamentali, emotive. Nella maggior parte dei casi,possiamoaffermare che ognuno di noi cid che r,uole realizzare. possiedele risorse sufficienti per reahzzare certi schemi comportamentali per uscire da occorre cambiare Se possibilita di azione,ritengo nuove flessibile per abbracciarein modo che per raggiungeretale fine, nello svolgimentodel ruolo di educatore o di counselor,non bastaindurre I'altro a "cercarsispontaneamente dentro se stesso",ma occorre in alcuni casi orientarlo verso nuove rappresentazioni della realti. Sono d'accordo con Bateson (I916), quando sostieneche soventela difficolt) ad apprenderee cambiare di ad una patologia dell'epistemologia,ossiaad una carenza consegue nuovi e sperimentabili. modelli o culturali alternative costruzioni, Se le scelte sono desiderabili e molteplici, maggiorei il numero di alternative che abbiamo a disposizione, maggiori satanno le possibilitd di successo Esistono tante possibilita di scelta quanti sono i punti di vista. Quante piir prospettive acquisiamo,tanto pii ci renderemoflessibili di fronte a esperienzesempre mutevoli. Imparare pii risposte ad un evento, uscendo da uno stato di rigiditd cognitiva, ci permette di modificare la nostra comunicazionee le nostreopzioni di risposta.

Non esistedunque un manuale per la perfetta risposta in qualunque circostanza: ogni situazione i molto pii complessadelle categolie in cui cerchiamo di ingabbiarla. Accettiamo quindi un'incertezza ontologica, che non d disorientamento, ma possibilit) di sperimentare continuamente risposte diverse a secondadegli interlocutori e del momento in cui si trovano, evitando la dimensione semplicisticadella ricetta per ogni problerna. In altre parole, in ogni circostanzad importante per risolvereproblemi avere piil strumenti nella "cassetta degli attrezzi". "Ricordiamoci che, anche se abbiamo imparato a usare il martello, non dobbiamo trattare tutto come chiodi". ' Avere una sola possibiliti E una trappola, averne due E un dilemma, averne tte e essereliberi di scegliere

Quando riconosciamo uno specifico sintomo (una difficolt) personale o relazionale) non dobbiamo ricondurlo ad un'unica causa, ma collegarlo ad un quadro eziologico multifattoriale, al fine di evitare interventi univoci e parziali che potrebbero, nel migliore dei casi, produrre una cosrnesi o un semplicespostamento del sintomo stesso. Talora curare il sintomo e non la causacomporta I'insorgenza di altri disturbi. E a monte del sintomo, ossiadove la perturbazione si d prodotta, che bisogna intervenire, e non esclusivamente a livello delle sue manifestazioni. Sovente il disagio visibile ci fa dimenticare i disagi invisibili ad esso sottesi, con la conseguenzadi un intervento unilaterale sul sintomo e non sulle causeche l'hanno prodotto o i fattori che lo determinano. In taluni casi pud essereutile rimuovere il sintomo, poich6 cio potrebbe innescarela produzione di circoli virtuosi, ma in altri B meglio dimenticarlo. Quando il soggetto si trova a vivere una situazione fortemente problematica, si dovranno evitare fbrrne di addestramento addensato sul sintomo, mentre sari opportuno sollecitare le virtualiti del soggettoin difficoltd, sia per ridargli fiducia nelle sue capacit), siaper favorire in lui lo sviluppo di abilit) limitrofe che potranno favorire cambiamenti in altri sistemi sirnbolici.

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Non dimentichiamo inoltre che se la causab chiaramente identificata, I'intervento dovri volgersi ad una linea operativa preferenziale, ma se la causanon lo d ancora o non d possibile specificarla,sari opportuno optare per un'integrazione pluralistica di molteplici strategie di intervento.

ESERCITAZIONE SULLASCALADEI LIVELLI LOGICI "LA MIA MAPPADI MONDO"


Sedetevi in un posto tranquillo dove possiate stare indisturbati per almeno trenta minuti. Rilassatcprogressivamente il corpo e la mente e ponetevi in uno stato d'animo sereno,sicuro e curioso. Scrivete quindi su un foglio di carta le risposte alle seguenti domande:

DIETROOGNI COMPORTAMENTO ESISTE UN'INTENZIONEPOSITIVA


Anche se un comportamento ci pud sembrarestrano, inaccettabile ed incomprensibile, esso assume un significato alf interno di un certo contestospazialee storico in cui si produce, e per chi lo realizza ha sempre una funzionaliti positiva. Cid non significa giustificare comportamenti sbagliati, ma occorre essere sempre responsabilinel cogliere le implicazioni relazionalie soggettive che determinano I'insorgenzadi un comportamento da noi consideratoinaccettabile.

1. In quale ambiente riuscite a esprimere meglio chi siete-/ Quando e dove vi sentite dawero voi stessi? (ambiente, ossia "Dove sono?". La risposta definisce il contesto: tempo, Iuogo, con chi) 2. Quale specifico comportamento esprime qualche cosa di cid che voi sieteTChe cosa [ate, in particolare, per esprimere voi stessi? "Un gesto o un comportamento che esprime me stessod..." (comportamento, ossia "Cosa faccio?". La dsposta definisce il comportamento) 1. Quali pensierl e immagini intcrne sono associare a quel comportamento o gesto? Come pensate quando agite in modo da esseredawero voi stessi?"I pensieri, le abiliti e le capaciti che associoa me stesso sono..." (risorse, ossia "Come lo faccio?". La risposta definisce abiliti, risorse) 4. Quali credenze sono espressedai pensieri e dalle capacit) che associate a voi stessi? Io credo..." (convinzione e credenze, ossia "Di che cosa sono convinto?tt. La risposta definisce le convinzioni)

SI APPRENDE PERSFUMATURE
Nelle sfumature si nascondela vita. Ogni vero cambiamento esigesopratturto una cultura pluralistica della comunicazione,dell'imprevisto, della gratuit) e della complessiti. In ogni processodi cambiamento siamo sempre vincolati alla soggettivite, aila necessiti di rispondere a "domande illegittime" dove non c'd la certezzadella risposta e siamo sempre implicati nella conoscenza di noi stessi. ttBisogna Scriveva'Pascal: conoscere.sestessi, poich6 se cid non giovassei trovare la veriti, sicuramente servirebbe a regolare la nostra vita, a sottrarci a grovigli che ci imprigionano in sterili copioni di vita". Ogni cambiamento autentico E un'invenzione che ci rende consapevoli

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Cnprlolo l
5. Quali valori sono espressidai vostri comportamenti e dalle vostre capaciti? Che valore date ai pensieri e ai comportamenti che esprimono dawero voi stessi/ "Io ttCosa E importante per do valore a..." (valori, ossia me qui e ora?". La risposta definisce i valori) 6. Qual d la vostra identiti rispetto ai vostri pensieri e azioni e alle credenzee valori a essi associati?Qual d la vostra essenza?Chi siete dawero? (potete rispondere con una metafora o un'analogia) "Io sono come..." (identith, ossia "Io chi penso di esserequi e ora?". La risposta definisce I'identiti) 7. Qual d la vostra missione nella vita? "La mia missione d... " (mission o "vocazioneesistenzialett) 8. Che percezioneavete del sistema pii ampio in cui operate (per esempio, azienda, mercato, famiglia, comuniti, nazione)?Qual b la visione del sistemapii ampio nel quale perseguite la vostra missione? "La mia missione i al servizio di una piir ampia visione di..." (appartenenza o dimensione del personale modo di "dedicare" la propria missione di vita)

Cambiamentointenzionale ed etica delle responsabilita


Credere i una bellissinacosa, m(tPorlein atto le proprieconuinzioni significa dareprouadi uigore. Molti sonocolorochealzanola t,oce comcla furia dclleonJ,, una uita uuotae stagltdiltc tta Diuono comeuta fetida palude il capo Moltt sollexano al di sopra delleuetta addonnentato nentre lo spiritogiace nel buio dcllc cauernr' Kahlil Gibran

Molte persone non sembrano mai portare a compimento quello che si prefiggono, e cosi si percepiscono demotivate in ogni loro azione, insoddisfatte e prive di forzanel fare fronte ad impegni e difficolta. Altre lottano per raggiungerepropri obiettivi e per questo si in cid che realizzano,piene di sentono soddisfatte di s6, appassionate energia. Non vi E piena rcalizzazione di s6 ed ampliamento della coscienza, senzache vi sia untazione consapevole,ttintensamentevoluta" e responsabile sul futuro. Per cambiare dobbiamo diventare degli artisti, dobbiarno estendere in opere d'arte cid che abbiamo individuato come qualcosa d'importante per noi, plasmarei nostri sogni, poich6 solo nell'azione creativa ed inusuale si amolia I'orizzonte della coscienza. Nella consapevolezzaoperativa ci taggiungiamo nella profonditi di noi stessi La consapevolezza operativa esige che ci addestriamo a speri-

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mentare nell'azione assunta responsabilmente I'inusuale, cid che escedalle nostre abitudini e ci consenteuna diversa percezione di noi stessi. Ogni cambiamento quindi comporta I'assunzione responsabile di obiettivi concreti e raggiungibili

LOBIETTIVO DEL CAMBIAMENTO


Con il termine "obiettivo" s'intende Ia prefigurazione di un traguardo che si vuole raggiungere attraverso un'azione di controllo dei processi che ne detetminano I'evoluzione e I'accadimento. Tale azionedi controllo risulta tanto pii efficace, quanto pii precisa d la specificazionedel progetto nelle fasi intermedie e la formulazione descrittiva dell'obiettivo stesso.Solo se I'obiettivo E ben formato, ossia d aderente alla realtb., si pud padare di obiettivo vero e pr opr io , a l tri me n ti s i tra tta d i u n ' a s pi razi one o di un sempl i cedesi derio. Quando vogliamo dare inizio ad un processo di cambiamento dobbiamo porci le seguenti domande: - Che cosa spero di cambiare in questo momento? - Che cosa voglio cambiare? - Quale risultato voglio ottenere? - Che cosavoglio fare di diverso in questo momento della mia vita? - Quale obiettivo ho in mente? Alcune regole di "buona formazione dell'obiettivo": 1. In primo luogo, I'obiettivo deve essere esplicitato in termini positivi. Quando si definisce un obiettivo di cambiamento non serve dire che cosanon si vuole ottenere mentre d utile dire che cosasi vuole ot tenere.

Ad esempio, non serve dire: "Non voglio pir) esserein eccedenza . ,lipeso", mentre i opportuno dire: "Voglio starebene. Voglio essere rrcllamia forma ideale". Un obiedvo espressoin termini negativi porta la persona verso cid che teme e non verso cid che vuole. contrastare la paura porta alla paura. contrastare la rabbia porta .. rabbia. Non serve dire: "Non debbo avere piir paura", 'rlla sara opportuno dire: "D'ora in poi agird con determinazione -..,tr. nonostantela paura". Non servedire: "Non debbo arrabbiarmi pii con gli altri", mentre sari opportuno dire: "D'ora in poi decido d^icompor_ tarmi in modo gentile con le persone". Ci sono diverse ragioni che spiegano I'inutiliti del non. Innanzitutto I'inconscio non computa il negativo. Le nostre rappresentazioni interne non possono essere rappre_ sentate attraverso il negativo; ad esempio, un'esortazione del tipo: "Non sopporto pii un ufficio del personalecosi inefliciente", espri me un obiettivo descritto in termini negativi. Tale formula zione iaopresentaIo stato presenteche voglio cambiarema non rappresenta lt., stato finale che desidero raggiungere,ossia "il disporre ii un ufficio del personale efficiente e produttivo". In_secondoluogo I'attenzione selettiva orientata in termini positivi ruffona la determinazione nel raggiungimento delPobiettivo desiderato' In altre parole siamo determinati se abbiamo certezza della direzione verso la quaie siamo diretti, mentre siamo esitanti e poco determinati se non sappiamocon una certa precisionecloveandare. Quindi in prima istanza "definisci che cosa vuoi,'. Immagina un obiettivo che vuoi raggiungere. Trova una parola evocatrice o un'immagine che ancori I'obiettivo che vuoi raggiungere. Ricordati, il cambiamento non E un atto di intransigenza, i un si per qualche cosa. 2. Iiobiettivo deve essere formulato in termini sensorialmente basati, in altre parole deve esserespecifico, osservabile e verificabile concretamente. Il cambiamento perch6 sia vero deve essere ,rreale'r,

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non e CONCRETO, OSQuando l'obiettivo di cambiamento cid sta a significareche il SERVABILE,REALIZZABILE, spesso vuoall'internodellasuagabbianarcisistica, vuolerimanere soggetto allesueillusionie alle continuare a soffrirepiuttostocherinunciare dagli aspettigrandiosied onnipotentidi I'idea di doversiaffrancare
S C S ICSSO,

Tutto cid che b stato creato nel mondo ha avuto inizio come pensiero nella nostra mente Rendi il tuo cambiamento dinamico nel tempo e nello spazio. "fl tuo obiettivo con chi pensi di rcalizzarlo? Dove? Quando? E con quali comportamenti?tt. Fai un fotogramma di ogni passo della tua trasform azionez "Come sarai tra una settimana? Tta due settimane? Tra un mese?". Ogni volta che ci poniamo uno scopo, prima o poi diventiamo lo scopo che ci siamo rappresentati nella sua rcalizzazione. Ogni volta che un'intenzione occupa la nostra mente, prima o poi essadiventa realti plasmata. Noi diventiamo cid che la mente immagina In alcuni casi I'obiettivo di cambiam ento ipotizzato potrebbe risultare impossibLe a realizzarsi, in quanto d illusorio (ad esempio: "Vorrei esseresimpatico a tutti" o "Vorrei capire cosa gli altri pensano di me", quando nessunopud essere simpatico a tutti e nessunopud capire in profonditd che cosagli altri pensanodi lui), o vago ed incerto, dal momento che viene espresso (ad esemcon un ipotetico "desidererei" pio "desiderereiaffrontarela situazione. . ., forse tra una settimana. . . " ). che di fano disimpegna da una decisione ferma ed inequivocabile di volere nel "qui ed ora" un proprio cambiamento. l. Lobiettivo deve essereacquisito e mantenuto sotto la propria responsabiliti. Il cambiamento profondo E un atto deliberato, intenzionale, che non si attua per effetto dell'imposizione di qualcuno che ci vuole diversi, ma sul presupposto dell'accettazione e dell'offerta di alternative e possibiliti trovate nell'ambito di una nuova cornice di convinzioni e valori. Lunico vero cambiamenro d quello che risponde ai propri desideri e alle proprie intenzioni. Se il cambiamento d voluto solo per compiacere qualcuno, cid significa che il soggetto E rimasto esattamentequello che era.

"Quando scoprird tutto di me... ", "Quando avrd una personache mi comprenderi in ogni momento...", "Quando avrd un Iavoro stabile...", "Quando sard ricco...", "Quando il mio partner mi ameri, allora sard FELICE". Chi affida la propria felicit) a cambiamenti illusori, nella convinzione magica che ogni problema si risolveri cambiando pagina, oppure aspettando il cambiamento degli altri, sta di fatto alimentando la propria sofferenza(F. Nanetti, 1999).La feliciti non risiede n6 nell'attesadi un mondo diverso, n6 in un unico aspetto della realti su cui depositarela nostra grandiosit) infantile, poiche essad nel "luogo dove ci troviamo" (M. Buber, 1944), ossia risiede nella nostra capaciti d'interpretare gli eventi in modo diverso. Un vero obiettivo i centrato sul fare. Essere felici non i un obiettivo fintanto che non abbiamo identificato le azioni che ci consentono di essete felici Nella definizione dell'obiettivo occorte procedere rispondendo alle seguenti domande: - Come e da che cosa saprai di avere raggiunto l'obiettivo? - Come farai ad esserecerto di avere raggiunto il tuo obiettivo? - Quale sari I'evidenza sensoriale che ti fari sapere di essere arrivato alla meta? - Che cosa vedrai?... Che cosa sentirai?... Che cosa farai di diver' so?,,. quando avrai raggiunto I'obiettivo? - Come lo sapranno gli altri? Esempio: "Mi hai detto che il tuo obiettivo d diventare una persona pii sicura. Come ti comporterai quando sarai una persona pir) sicura? Come saprai che avrai raggiunto il tuo obiettivo? Come lo saprd io e come lo sapranno gli altri? Che cosa si noterd di diverso in te ? " .

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Il raggiungimento dell'obiettivo deve rispondere al principio di realtd e dipendere esclusivamentedalla responsabilitir del soggetto che cambia. Si pu6 procedere rispondendo alle seguenti domande: Cambi per te, per raggiungere i tuoi obiettivi, oppure per compiacere o per opporti a qualcuno? Sei in grado di perseguire i tuoi obiettivi nonostante la disapprovazione degli alri? Che cosa ti motiva verso il tuo obiettivo? Che cosa c'i di importante nel raggiungere il tuo obiettivo? A che cosa ti serve quest'obiettivo? Che cosa sei disposto a fare per raggiungere il tuo obiettivo? Quanto lo vuoi veramente? Vuoi raggiungedo pet piacere agli altri o per piacerti? Individua i tuoi valod e trova il tuo scopo superiore Quali risotse possiedi gii che potrebbero aiutarti a raggiungere I'obiettivo? Alcuni desiderano ctrmbiare per soddisfare richieste di alri (un partner,un genitore,ecc.)o per cercarea loro volta di ottenereil loro cambiamento. - "Dovrei esserepir) gentile, cosi mia moglie. . . ". - "Dovrei riuscire a finire l'Universiti, cosi mio padre smetterebbe di pr e o c c u p a rs i " . in modo tale - "Dovrei essere pir) comprensivocon chi mi accusa, da non entrare in conflitto... ". - "Mi sono rivolto a Lei per aiutaremio figiio a cambiare". Tali affermazioni non sono delle scelte autonorne di cambiamento, ma delle richieste infantili di adattamento agli altri o di fuga dalle proprie responsabilita. Nell'ambito del colloquio di aiuto non vanno stipulati contratti di cambiamento quando questi sono richiesti per volere I'approvazione di qualcuno o per volere cambiare un altro o, come accade a certi adolescenti, per ribellarsi a qualcuno

4. Lobiettivo deve essere ecologico per il soggetto, ossia non .lcve danneggiare il suo equilibrio come individuo n6 il sistema dellc sue relazioni con i gruppi di appartenenza e I'ambiente circo\l i l nte.

Non possiamo parlare di una necessit) di affermare i nostri desi,1,. r'i ed obiettivi, senza tener conto dei desideri e dei diritti degli alr r i. della societi, della natura, del cosmo. Siamo responsabili di cid che vogliamo ottenere,ma siamo anche rt slronsabili degli effetti del nostro agire sugli altri e sul mondo. Solo in una visioneegocentrica, antrop()centrica ed utilitaristicad fare tutto cid che ci pare e piace a dispetto di qualsiasi per1,,'ssibile rrrrra, ani mal eo p iant a. lJ giusto imparare ad affermarci, a conquistare cid che d imporr,u)reper noi, ma d altrettanto giusto che ci preoccupiamo di non , l,rnneggiare gli altri. "I-lobiettivo che raggiungi non deve essere dannoso n6 per te rrti per gli altri" (non dannoso non vuol dire che non provochi sofIrrenza). Il un obiettivo inaccettabile: "Voglio mangiare tutto quello che rni per la testa",se soffri di diabete,come d inaccettabile un obietl,,rssa rrr','del tipo "Ora voglio arrabbiarmi con mio padre", se il padre d r, ,l rrceda un i nfar t o. LIn obiettivo ecologico i empaticamente attivo, cerca il proprio ,I corrisponde' rrltruibene senzache questo debba necessariamente r, rrl sentirsibene. Poniti la seguente domanda: Quando avrai raggiunto il tuo obiettivo che cosa cambieri della trra vita e come cambieranno gli altri? 5. Lobiettivo esige la rinuncia a vantaggi secondari. Il raggiungimento di ogni obiettivo comporta la perdita di qualt lre cosa e un "ptezzo da pagarett.

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Nella nevrosi abbiamo vantaggi secondari ai quali occorre saper rinunciare. Se si decide di diventare una persona autonoma d bene avere chiare le difficolti che tale scelta comporta, al fine di evitare in un secondo lnomento di recriminare su cid a cui si d dovuto rinunciare. Di solito i soggetti che colgono il cambiamento come uno sforzcr eccessivo diventano evasivinelle risposte: ,,proverd... Spero di farcela". Forse... Pud darsi". Tali affermazionisono il segnoevidente di una non ancora chiara intenzionedi cambiare. Sono pochissime le cose che non siamo in grado di fare, e pertan_ t. ogni espressione dubbiosa circa le proprie capacitadi riusiire o il ri'randare il cambiamento al determinarsi di circ.stanze favorevoli e non ad un preciso atto di volonti, rappresentaun modo per ,,sabo_ tarsi e restarecid che si e". "Sono una persona debole e non ho Ie risotse per far fronte a si_ tuazioni cosi diffi cili ". ttln certi momenti la paura prende il soprawento e non riesco a decidere nulla". "Di solito cid che faccio non conta niente per gli altri... gli altd non ti capisconomai". Tali affermazioni fatalistiche, espressein modo impersonale con il "cic\" e con il "tu" anzich6 con l"'io", indicano untentativo del soggemodi sfuggire la responsabilitd del proprio srato e di cid che gli accade. Ogni obiettivo di cambiamento esige la rinuncia a qualcosa. Il raggiungimento di ogni obiettivo comporta la perdita di qual. che cosa e un prezzo da pagare: - Quanto ti costeri in termini di impegno, agitazione,sacrifici, denaro, tempor pourfl il raggiungimento del tuo obiettivo? - Quali ostacoli dovrai superare? - Con che cosa contrasta il raggiungimento del tuo obiettivo? - Valuta pro e contro del tuo cambiamento. - Se rimandi c'd una ragione. Cerca di individuada, Che cosa si oppone dentro di te? - Che vantaggi hai avuto finora nel non cambiare?

- Che cosa perdi nel raggiungete quest'obiettivo e che cosa perdo_ no gli altri? - Che cosa c'E di importante in cid che perdi? - E ora che sei consapevole del prezzo che c'E da pagare, vuoi ancora raggiungere il tuo obiettivo? Se sei incerro nella tua scelta puoi procedere nel seguenremoc_lo. l'r'endi rre sedie.Sulla prirna sediaafferma il tuo obiettivl e turte le rarlr.ri che ti spingono a volerlo raggiungere.Sulla secondasedia esorirrri tutte Ie difficolti e gli impedimenti che porresri incontrare. Strlla te'za sedia cerca la mediazione che ti d congeniale,ossia un obiettivo t hc c\compatibile con le tue intenzioni e c.n le tue possibiliti.

OGNI CAMBIAMENTONON E FRUTTO DELLINTRANSI(;ENZA, MA E UN ATTO DI PROFONDA ACCETTAZIONE ED AMOREDI SESTESSI


Il tuo cambiamentonon dipende dal fatto che sei intransisente (()n te stesso, ma dall'idea che potresti migliorarti. Sperimenta I'obiettivo nello spazio e nel tempo, ma non diventare ansioso per questo. Vivi la possibiliti del desiderio, senza cadere nelle maglie costrittive del bisogno Rispondi alle seguenti domande: Se non raggiungessi I'obiettivo che cosa accadrebbe nella tua vita? sei in grado di accettarti Io stesso e di amarti per quello che sei o pensi di essere? Se tutto cid che desideri fosse impossibile, potrai amarti oltre ogni fallimento? Sei intenzionato a cercare un nuovo obiettivo?

E necessario agire con volonti, ma senza dovere ottenere ostinatamente cid che si desidera. ogni pretesa d causa d,infeliciti.

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Ricordati: "Quando realmente cambierai, il tuo cambiamento sari percepito nelle parole e nel corpo... e se tutto cid fosse impossibile porai amafti oltre ogni fal' limentott.

ESERCITAZIONI SULLA FORMULAZIONE DELIJOBIETTIVO

ESERCITAZIONE: "SCOPRIRE I PROPRI VALORI" Per iniziare a prendere coscienzadei propri valori B utile porsi le seguenti domande: - Da dove possocominciareper cambiare? - Perch6 i importante per me cambiare? - Qual d la prima cosa a cui non voglio assolutamente rinunciare? - Quale sarebbe la seconda? Quale sembra pii realizzablle) - Cosa sono disposto a farc per cambiare? - Cosa non sono disposto a fare per cambiare?

ESERCITAZIONE: "IL MIO OBIETTIVO" A gruppi di tre - A dichiara un obiettivo che intende raggiungere - B aiuta A, attraverso opportune domande,a formulare correttamentel'obiettivo - C osservail processoe riferisce le sue osservazioni - A riferisce se le domande di B e le osservazionidi C gli sono state di aiuto nella formulazione dell'obiettivo.

Considerazioni conclusive Nelle procedure di definizione dell'obiettivo si pud anche analizzare quanto effettivamente il soggetto lo vuole perseguire.Si potri chiedere in quale percentuale intende raggiungerlo (es.80%) ed eventualmente indagare che cosa vuole la restanteparte che pone desli ostacoli (1120%). Nel caso si evidenzi un'obie-

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Caprrolo 4
zione di natura ecologica,si possono sceglierealcune strade differenti: - si elimina I'obiettivo - lo si modifica - 1osi compensa, portando avanti pii obiettivi contemporaneamente - lo si persegueugualmente, riconoscendo il rischio che comporta. Vi sono alcuni elementi di cattiva formazione degli obiettivi, che vanno presi in seria considerazione: - Ie violazioni del metamodello, e in particolare le equivalcnzecomplesse e i presupposti - la presenzadi condizioni vincolanti e di parole superflue - la presenzadi forme verbali del dpo: cercare di... s f orz a rs d i i ..., ri u s c i rea ..., a rri v area..., provarea... - la presenzadi obiettivi di processopii che di risultato.

Il metamodello. Un itinerario di consapevolezza


Non uoglidte catubiare,il bisogno di cartbiare i nentico dell'amore. Non canbiate uoi stessi: atnateuicomesiett'. Non cercaledi cambiarepli altri; aftlate tutti cosicome sono. Non tentatedi caubiare il nr,Jo; esttt i trcllt mani di Dict e Lui lo cor()sc(,. E se c,xi ui conport.,rc.tc,tutto catabieri rut'rauigltosanenle .t suo temPo e d Suomodo. Lasciateuitrdspofiare tlalla corrente tlella uita crn un bagaglio leggero Anthony de Mello

Come sottolinea Noam Chomsky nelle sue concezioni relative alla grammatica generativa trasformazionale, I'uomo genera un numero infinito di frasi strutturate (struttura superficiale), che non corrispondono alla sua realti profonda (struttura profonda), ma si limitarro a descriverne solo alcuni aspetti. Si tratta di frasi riduttive ed adat(irte, necessarie in alcuni casi per una sorta di economia obbligata a semplificare (ad esempio anzichl dire "Prendo la macchina e vengo irnmediatamente da te" semplifico e dico "Vengo subito"), in altri casi per eludere, nascondere, definire realti fittizie che ci consentono di boicottare la consapevolezza delle nostre voci interne, e in alt ri ancora per dominare e manipolare.

STRUTTURALINGUISTICA SUPERFICIALE: Ia
rappresentazione linguistica verbalizzata d,al soggetto nel processo comunicativo

STRUTTURA LINGUISTICAPROFONDA: la rappresentazione linguistica pit completa dell'esperienza originaria che il soggetto ha del mondo Ogni episodio descritto d paradossalmenrein una certa misura sempre falsificato, in quanto noi non vediamo cid che esiste nella lcalt) ma cid che "selezioniamo della realt)" artraverso i nostri filffi inconsci e attraverso cid che ci attendiamo di vedere.

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Tale ptocedura di falsificazione "linguistica'? riduce il campo della consapevolezzadi noi stessi. Facciamo un esempio di tale falsificazione, funzionale al soggetto per mantenere un processo inconscio di elusione di un proprio sentimento awertito come inaccettabile. Una persona dice: "Ho picchiato mia moglie, se lo meritava" (struttura linguistica superficiale). Attraverso specifiche domande potrebbe altrimenti chiarire la questione nei seguenti termini: "Ho picchiato mia moglie con un bastone, se lo meritava in quanto mi ha tradito con il fornaio, ed io considero il tradimento come un'onta gravissimache non sono in grado di superare" (struttura linguistica profonda). Nella prima formulazione tutta la responsabilitd d centrata sulla moglie, nella secondaformuTazionepii dettagliata invece il locutore riferisce"il picchiarela moglie" ad una propria diretta responsabiliti, colpa o debolezza. Ogni atto linguistico che, come si evince dall'esempio precedente, produce un allontanamento dell'esperienza soggettiva, diventa una semplificazione della realti, un modello della mappa soggettiva, un metamodello, mentre ogni domanda volta a fare riemergere le ragioni personali connessecon quanto dichiarato risulta un percorso di ampliamento della consapevolezzadi s6. Tale elusione o semplificazione o allontanamento dall'esperi91za. soggettiva,secondo la programmazione_neurolinguistica, a*i..t. ut traverso una serie di violizioni linguistichero processi ffasformazionali linguistici universali che ogni essereumano mette in atto nella creazionedel modello linguistico riferibile alla propria esperienzadel mondo. che possiamoriassumere in: o Generalizz azioni o Cancellazioni o Deformazioni In certi casi, tali "violazioni linguistiche", come nell'esempio precedente, possono impoverire il modello del mondo del soggetto e quindi limitare le sue possibilitn di scelta nell'affrontare la realta. Per aiutare un soggetto a riappropriarsi delle ragioni ptofonde del proprio agire, ossia della sua dimensione soggettiva ed esperienziale connessacon quanto affetma, occorre, con opportune domande, elaborate mediante il metamodello o modello di precisione lin-

r'rristica, indagare il senso segreto ttlatente alle parolet', i pezzi man, .rrrti cl clsuo di scor so. n nf"ir-"ae[o, o modello di precisione linguistica, usato nell'ambito della programmazione neurolinguistica, permette, attravefso determinate domande, di rivelare violazioni lin guistiche - generalizzazioni, cancellazioni, deformazioni -, al fine di compiere un'indagine pii precisa dei significati sottesi alle parole, con lo scopo di svelare e di aqpliare gli elementi di consapevolezza tfi dichiarato e vissuto, tra formulazione linguistica (struttura superficiale corrispondente alla frase detta) ed esperienza soggettiva (corrispondente all'esperienza concreta in termini visivi, acustici, cenestesici), per una identificazione dell'esperienzaconcreta che ha determinato la costruzione della mappa individuale che orienta la vita intenzionale del soggetto (riconoscibile in costrutti sovraordinati, pattern di direzione, presupposti, conoscenzetacite, credenze, valori, aspettative, decisioni e convinzioni di copione) e per I'individuazione di mappe di rappresentazione della realti pii flessibili e funzionali sia a procedure di ristrutturazione cognitiva, sia alla ricognizione di risorse concettuali ed operative necessarie per compiere nuove scelte Il Metamodello E uno strumento di straordinaria efficacia nella relazione di aiuto. Come affermano Bandler e Grinder in La struttura della magia'. "Quando cid che dal linguaggio d stato esclusoviene recuperato, nell'individuo hainizio un processo di cambiamento". I-l counselor o lo psicoterapeutao il pedagogistaclinico pud con le procedure di confrontazione delle "abituali" violazioni linguistiche, qui di seguito riportate, aiutare il cliente o il paziente o l'allievo a diventare consapevole dell'incompiutezza delle proprie affermazioni, di quegli errori di ragionamento, di quelle disfunzioni logiche, di quelle inferenze e riduttive esposizioni dei fatti, che sono di ostacolo alle procedure di ristrutturazione cognitiva e di cambiamento.

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Ogni messaggio Iinguistico forma e deforma le nostre rappresentazioni interne. Se il nostro linguaggio si imigidisce, anche la nostra mappa rimane ingabbiata in tali definizioni e non riesce a flessibilizzarsi in funzione di un pii proficuo adattamento alla realti. Non dimentichiamo che il con-rpito di modificare consapevolmente le nostre produzioni linguistiche,potendo accedere al reale significato delle parole (recupero della struttura profonda), determina un cambiamento che coinvolge il nostro modo profondo di esseree di influenzare la realti esterna. Ad esempio, se io continuerd ad affermare che "Ogni persona rni rifiuteri" non potra accaderealtro che rrovarmi molto spessorifiutato (effetto pigmalione), mentre se io potrd "smentire lit generalizzazione" e comprendere l'esperienza soggettiva connessacon il "mio percepirmi rifiutato in relazione solo a specifici eventi", potrd modificare quei comportamenti che inducono gli altri a rifiutarmi.

r\ ( ( c comporta un'accentuazione della profezia che si elutoa\ryera, , r,nrt'ild esempio "il ritenere che non ci si possafidare di nessuno". '\t,( \s(), infatti, d il nostro diffidare che induce gli altri ad ingannarci. Le pii comuni procedure di generalizzazionesono: | ) I quantificatori universali: asserzioni assolutizzanti, del tipo "sempre", "nessuno","tutti", utllizzateper giudicarein modo rrrrri", rrrrl rl opri o even t ie per sone. '[Ltte le forme di ipergeneralizzazione distorcono la realt]. Irsempi: "Tutte le donne sono calcolatrici" "Nessunomi d) ascolto" "Arriva semprein ritardo" "Tutti sfruttano la mia amicizia" "Succedonosemprele stesse cose". Le domande di confrontazione usate per evidenziare la non veri.liciti delle precedenti asserzioni sono: "Tutte le clonnesono delle calcolatrici?" "Non ho mai incontrato qualcuuache non lo fosse?" "Nessuno mi d) ascolto?Proprio nessuno/ Oppure qualche vorta...?" "Non d proprio mai successo che qualche volta sia arrivato puntuale?" "Tutti sfruttano la mia amicizia/" "Qualche volta d successo qualcosadi diverso?". Destituire i quantificatori universali riporta la persona ad una di' mensione di consapevolezzacirca un modo pir) appropriato di intervenire sulla realt) e risolvere problemi. 2) Gli operatori modali di necessiti o di possibiliti: espressionilingr-risticheche indicano uno stato di obbligo, necessitd, urgenza ("devo", "c-lccorre", "c'b bisogno", "non posso"),quancionella realt) giustitica r-ron alcuno stato di obbligo, necessit),urgenza.Tali violasi zioni linguistiche sono causadi emozioni disfunzionali e parassitarie.

IL METAMODELLOIN PRATICA
Procediamo ora ad una descrizione delle abituali violazioni linguistiche che tendono a fornirci una rappresentazionelimitata e rigida della realta e delle relative domande di confrontazione utili per destituire tali violazioni. Come si accennava, possiamoraggrupparele nostre abituali violazioni linguistiche in procedure di generalizzazione, deformazione e cancellazione. A) Le GENERALIZZAZIONI sono espressioni linguistiche che deformano la realti in modo univoco, r:.?ggruppando le esperienzein 'categori{come se non esistesserosfumature e differenze fra soggetti, oggetti e contesti. Con la generalizz^zioneuna specifica esperienzaviene decontestualizzataper arrivare a rappresentare I'intera categofia alla quale appartiene. In taluni casi il generalizzareE utile, come ad esempio quando affermiamo che "Ogni fuoco che arde brucia", in altri casi

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Esempi: "Devo tenere conto dei sentimenti altrui" "Lui non pud mancarmi di rispetto" "Io devo fare sempre bella figura" "Non posso fare diversamente" "Io non posso commettere errori". Tali affermazioni vengono ripetute con una certa intransigenza comportano rcazioni emotive di rabbia o depressione. Quando I'operatoremodalit) si rivolge a se stessi("Io devo...") diventa causadi reazioni emotive di carattere depressivoe ansioso,in quanto emerge il senso di colpa e di autosvalutazione,quando invece si rivolge agli altri ("Tu devi...") esplicitadi solito rabbia. Le domande di confrontazione usate per individuare risultati, cause e conseguenzesono: "Chi mi obbliga a fare sempre bella figura? Che cosa accadrebbe di grave se cid si verificasse?" "Non posso fare diversamente rispetto al passato.Ma chi o che cosa mi impedisce di agire diversamente?" "Possofare errori?". Esempio: "Non possodirglielo". La domanda di confrontazione mette in evidenzale ragioni di tale impossibiliti: "Perch6 non pud dirglielo? Che cosa succederebbe?". La tirannia dei "devo" esistesolo quando non d visibile la responsabilitd soggettivain funzione di uno scopo deliberatamentescelto. Nell'esempio "Devo lavorare per mantenere i miei figli", non c'd lavorareoer mantenerei tirannia dei "devo". Di fatto: "E necessario propri figli". )) Tra le generalizzazioni abbiamo anche gli operatori modali di volonti; con questi il soggetto esprime in modo debole la volont) di fare qualcosa. Esempio: "Vorrei fare un bel viaggio ma ho troppo da fare" .

La domanda di confrontazione mette in evidenza I'incongruenza .lcl "vorfeitt: " Una parte di te vuole, un'altra no. . . allora il viaggio lo vuoi fare o non 1o vuoi fare?" "La parte di te che non vuole, allora che cosa vuole?". 'futti gli operatori modali sopra descritti sono una limitazione delIc r)oStrepossibiliti di essereresponsabili e liberi di scegliere. l|) Le CANCELLAZIONI sono modalith di espdmerci attraverso le tltrali prestiamo attenzione ad alcune dimensioni della nostra esperienza, escludendone alffe. (i'd in gioco una cancellazionequando una persona riporta solo unrrparte della propria esperienza, escludendoneun'altra significarivir.Ad esempionella frase: "Ho paura", la personanon svela "che r rrsagli fa paura, come la paura si manifesta e con quale intensiti". La cancellazione elimina molte informazioni necessarie per la r()nrprensione di se stessie degli altri. In alcuni contesti tale ridrr.,ione di specifiche dimensioni dell'esperienza pud essereutile allor, lr[' ci consente di orientarci nel mondo in modo pir) celere e fun.,r,'nale, in altri "pud essere causadi sofferenza"(Bandler e Grinder, l ,)t)2)' . Le domande di confrontazione servono a recuperarei pezzi man, ,rnti del discorso per riportare I'interlocutore ad un confronto pii r.rzionale e consapevole con quanto dichiara. Le pii comuni procedure di cancellazione sono: 1) Le cancellazioni semplici l.largomento non i specificato e quindi manca una parte signifi.:rtiva del contenuto del discorso. Esempi: "Non so che cosafare" "Non ne possopii" "Non credo di farcela" "Sono confuso" "Il progetto d povero".

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Le domande di confrontazione utilizzate per ritrovare I'informazione mancante sono: "Non so che cosafare a proposito di che cosae di chi?" "Non ne possopiir... Che cosame lo ta dire?" "Non credo di farcela...A fare che cosa?,' "Sono confuso... Ma che cosami confonde?,, "Povero di che cosa?". 2) La mancanza di comparativo Una comparazione ha bisogno di due termini. Se ne lasciamo uno inespressola frase i ambigua. Esempi: "E il migliore" "Questo lavoro d la cosapeggioreche esista',. Le domande di confrontazione usate per trovare l'artro termine di comparuzione, Ia norma di paragone e il contesto di riferimento solto: "Migliore rispettoa chi... e rispettoa che cosa...a quale contesto?" "Peggiorerispetto a quale altro lavoro o altra attivit)1". La mancanzadi cornparativo genera sentimenti di colpa, ansia ed impotenza. I) Falsi avverbi si tratta di awerbi che sostituiscono dei verbi, in modo tale che una valutazione soggettiva viene ffasformata in arbitraria evidenza. Esempi: "Chiaramente" "Owiamente". Le domande di confrontazione usate per individuare il soggetto che valuta sono:
-f | -l-i f, cnlaro per chl/ .\rt

4) Mancanza di indice referenziale Il soggetto o il complemento non E specificato, ragione per cui la frase rimane vaga ed ambigua. Esen-rpi: "Si dice che le cose non possono andare avanti cosi,' "Di quelli non ci si pud fidare" "Vedranno di che cosa sono caDace,' "Non si l'a cosi". Le domande di confrontazione usate per individuare il soggetto e I'oggetto del verbo sono: " S i di c e. . . m a chi lo dice?" "Di chi specificatamentenon ci si pud fidare?,, "chi sono quelli che vedrannodi cle cosasono capace e che cosa vedranno? " "Chi lo dice che non si fa cosi?". 5) Verbi non specificad Quando il verbo della frase manca della qualificazione che ne renderebbe chiara l'interpretazione. Esempi: "Lui rli ha ferito" "Lei non mi apprezza" "Continua ad impegnarti". Le domande di confrontazione usate per individuare Ia modaliti specifica di azione espressadal verbo sono: "Come mi ha ferito? Offendendomi2 picchiandomi?,' "Lei non mi apprezza... in che modo specificatamente? Come la a non apprezzarmt?" "In che cosadevo continuaread impegnarmie per quale scopo2',. 6) Nominalizzazioni sono azioni e verbi trasformati in sostantivi, in nomi, in "cristallizzazionl" no. concretamenterappresentabili, prive di tempo moe vimento, ossia sono espressioni linguistiche che sostantivi)zano un processo, ponendo la persona al di fuori del controllo di cid che di chiara.

"E ow,io per chi?" ll falso awerbio come il performativ. ffrancante,come la generalizzazione sono una porta privilegiata per attenersi ad un d'iscorsc, ideologico basato su idee irrazionali o false credenze.

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ttche cosa", ma eludono il Le nominalizzazioni specificano il t'come". il processoviene eluso, cid che d detto vieNella nomin alizzazione ne dato come tale, come un qualcosasu cui non si pud intervenire' mi imSupponiamo che una persona dica: "La mia depressione la depressioipostatizza depressione Il termine pedisce di studiare". ne come un dato su cui non si pud dire altro o come una condizione immutabile. Lunico modo per sottrarre la depressionead una diagnosi senza appello sta nel riportare il termine depressionenella sua dimensione processuale,ossia nel ridargli, attraverso opportune domande, un movimento, una visibiliti, una connotazione storica. Ad esempio: "Come sei quando ti deprimi?" oppure "Cosa fai specificatamente e in in alcunecircostanze per deprimerti?" oppure "Sei pii depresso "Sono (Linterlocutore pii depresso potrebbe rispondere altre no?" quando sono da solo in casa"). Non esistela depressione,esisteuna persona che agiscee pensa in modo tale che tende a deprimersi. Ogni volta che con opportune domande transitiamo da un sostantivo al verbo, facciamo riemergere il potenziale di autodeterminazione del soggetto. Altri esempi: "Dobbiamo migliorare la comunicazione" "Ho bisogno di comprensione". Le domande di confrontazione usate per trasformare il nome in verbo, ossia funzionali a cogliere il processo dinamico sotteso alla ttcosa".sono: "Che cosa vuole dire per te migliorare la comunicazione? In che modo e con chi?" "In che modo e da chi vuoi comprensione?". Con le domande di confrontazionela parola sostantivizzata viene "rimessa in cariolatt, ossia viene reinserita in una procedura de' scrittiva. concreta. che la sottrae da una valutazione che intende nascondere ogni argomentazione su di essa'

C) Le DEFORMAZIONI sono modaliti di espressione che collegano in modo arbitrario eventi e situazioni, misconoscendo il fatto che in contesti diversi tali modaliti di espressionenon sono plausibili o veritiere. Con la distorsione i rapporti tra le parti sono rappresentati in rnodo diverso dai rapporti che si presume debbano rappresentare. Oid comporta una distorsione della realti che in alcuni casi ci consente in termini positivi di trasformare la realti adattandola ai nostri scopi, in altri genera sofferenza,inquietudine, sensodi colpa, aggressiviti, depressione. Le procedure pii comuni di deformazione sono: 1) Causa-effetto o presupposto sequenzialeo modellamento causale Si ptesuppone in modo rigido ed arbitrario un nesso causalevolto a stabilire che un evento A sia ttcausaesclusivattdi B. Esempi: "Quando lui urla mi rende nervoso" "Dal momento che hai mentito una volta non potrai mai pir) esseresincero" "Se mi Iascio andare fard una brutta figura" "Con quel modo di fare mi mette di cattivo umore". Le domande di confrontazione necessarie perch6 il soggetto si assuma la responsabiliti del proprio sentire in termini emozionali ed il proprio modo di comportarsi sono: "Si d sempre verificato che quando uno urla mi innervosisce?E sempre vero che un fatto A causaB?" "Non d I'altro che causa la mia rabbia, sono io che mi arrabbio quando I'altro urla" "Quali prove ho per affermare che quella persona mentiri sempre?... O che se mi lascerdandare fard una brutta figura?" "Che cosa fa in modo concreto quella persona per mettermi di cattivo umore? Sono sicuro che sia proprio il suo modo di fare a mettermi di cattivo umore?".

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Ci sono persone che attraverso procedure di causa-effettosi sentono responsabili di qualsiasi cosa accada agli altri e sono awelenate da continui sensi di colpa, altre invece che fanno proprio il contrario, e che attribuiscono ogni responsabiliti agli altri o al mondo esterno. Uno degli strumenti pii efficaci per destituire procedure di car,sa-effetto d il modello ABC individuato da Albert Ellis, ampiamente usato nell'approccio cognitivista per fare comprendere al cliente come il proprio stare male non dipenda dai fatti ma da un distorto modo di interpretarli. 2) Equivalenze complesse o processo di significazione arbitrario Si presuppone in modo rigido un legame arbitrario tra una frase specifica ed una pii generale, che un'affermazione X significhi necessariamenteY, e quindi che tra due esperienze differenti vi siano specifiche corrispondenze ed analogie. Esempi: "Se ti arrabbi vuol dire che non mi vuoi bene o che mi vuoi nascondere qualcosa" "Quando mio marito tace, vuol dire che E arrabbiato con me" "Dici cosi ma in passatoaffermavi cose diverse. Quindi vuol dire che stai mentendo..." "Non mi scrive mai, non gliene frega nulla di me". Con tali frasi il soggetto crede di avere, tramite il reiterarsi di al cuni fatti, la certezzadella verit). Cid d un inganno. Ogni evento osservatoesigeun'osservazionedel soggetto che osserva.Ogni fatto implica una credenza. Le domande di confrontazione usate per dissociare i termini delI'equivalenza e metterne alla prova la compatibiliti reciproca sono: "Come faccio a sapere che X significa Y? E mai capitato che X significassequalcosa di diverso da Y? E accaduto che mi sia arrabbiato non perch6 ero distaccato affettivamente o perch6 ero insincero, ma perch6 mi sentivo umiliato?" "Come faccio a sapereche quando mio marito sta zitto mi sta accusandodi qualcosa?" "Come faccio a sapere che la mia affermazione b vera? Che cosa mi fa pensareche...? Il fatto che in passatodiceva cose diverse

non significa che stia mentendo. Ha semplicemente cambiato il suo modo di pensare" "Tutte le personeche si interessano a me mi scrivono?". Le domande di confrontazione sull'equivalenza complessa sono rrtili per evidenziare dinamicheproiettive.Ad esempiola moglie porrcbbein modo distorto pensareche il marito silenzioso sia arrabbiato. poich6 lei solitamente quando si deve vendicare di qualcosa si ril rrgi ai n un si l enzioast inent e e r ancor oso. l) Lettura del pensiero II soggetto si arroga il diritto di conoscere i pensieri, i desideri, i sentimenti e le intenzioni dell'altro. Esempi: "Tu sei cosi perch6 non hai superatola rivaliti edipica con... " "So che cosastai per dirmi" "Sei nervoso perch6 hai fame" "So come renderti felice". Le domande di confrontazione usate per trovare la fonte reale .lelltinfotmazione sono: "Come faccio a saperlo? "Da che cosalo capisco?". La lettura del pensieto d il contrario dell'empatia. Se I'empatia e entrare in sintonia emozionale con l'altra persona, la lettura del pensiero d un'attribuzione arbitraria di sentimenti e del nostro interlocuIrcnsieriche sono nostri e non necessariamente tore, e che definisconoin modo perentorio l'altra personacon la quale interagiamo. La lettura del pensiero determina I'effetto pigmalione, ossia inrluce forme di profezia autoawerantesi. Il dire costantemente che cosaI'altro pensao sente diventa una sorta di messaggioipnotico che lo costringe a modellarsi sulle nostre aspettative. Esempio: "Anche questa volta ti sei arrabbiato perch6 ti ho fatto osservare che sei impulsivo. Ho quindi ragione io quando dico che non ti sai controllare".

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-l ) Presupposti Nel presupposto si di per scontato e vero qualcosa che non i affatto vero o scontato. Esempi: "Se lui sapesse quanto sto male non si comporterebbecosi" " T u c h e tn i c o n o s c ib e n e ..." . Le domande di confrontazione sono: "Come faccio a sapereche lui sta male e che si comporterebbe " cosi2 "Quali prove ho per arrivarea questaconclusione?". Con il presupposto viene eluso ogni dissenso. Un esempio Una madre accusail figlio dicendogli: "Non so se ti rendi conto di quanto mi fai soffrire". La madre '<{presuppone", ossia di per scontilto che il suo soffrire d solo cagionato dal comportan re n to d e l fi g l i o . Il p re s u p p o s toi n questo casoha un' azi onc di retta sul processo inconscio di colpevolizzazione,fatto salvo che il figlio non riesca consapevolmentee con "freddezza" ad evidenziareil presuppostoche lo agganciaall'idea di "essereassolutamentee senzaappello colpevole dello stato di sofferenza d e l l a ma d re " . 5) Performativo mancante Esemoi: "Ir sbasliatoessere disordinato" "E disJicevole parlare ad altavoce". Le domande di confrontazione sono: "Per chi d sbagliato...o disdicevole?" "Chi lo dice?" ". "Corne faccio a sapereche i sbagliato. . . o disdicevole? Nel performativo mancante il carattere valutativo dell'affermazione ("E bene", "E sbagliato", "E i*-orale", ecc.) viene stralciato dall'autore della valutazione stessa.Tale procedura nasconde il giudicante, che cosi pud evitare di venire giudicato, e nello stesso tempo trasforma una rralutazione soggettivain una oggettiva,una scelta

etica come se fosseun fatto naturale che non necessita di alcuna dimostrazionee che non pud essere messoin discussione. Demistificare il performativo mancante significa riportare I'interlocutore di fronte alla dimensione etica delle proprie valutazioni e delle proprie scelte. Con-re abbiamo potuto osservare, tutte le procedure di generalizzazione, cancellazione,defornazione che vengono usate in modo eccessivoper asserirequalcosaci conducono verso "false verit)", logiche ed argomentazioni fittizie (esempi:"Lo dicono rutti", "Le donne sono masochiste","Se lo dice la televisioned vero", "Sono brutta perch6 mi vedo brutta"). Le domande di confrontazione svolgono molteplici funzioni di: - migliorare la comprensione di cid che l'altro dice - definire in modo piir preciso gli obiettivi - awiare un processo di ampliamento del campo delle proprie ed altrui alternative in vista di un reale cambiamento. Nella relazione di aiuto quando I'altro "stenta a cercarsi da solo" e non risulta per lui facile individuarsi o ffovare alternative, non basta per il counselor competente limitarsi ad usare risposte di rispecchiamento. Occorre che aiuti il cliente ad ampliare il quadro di riferimento rispetto a se stesso e il problema che affronta, mediante risposte e domande che in modo diretto lo inducano a cogliete contraddizioni e distorsioni nel proprio modo di valutare la realti Va precisato che in alcuni casi le domande di rnetamodello possono apparire provocatorie ed offensive. Pertanto vanno sempreusatein precisi contestie in modo "morbido", ossiavanno poste con modaliti comunicative"dolci e gentili", cosicch6 non traspaia rnai alcuna forma di imposizione e manipolazione.

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-l
ESERCITAZIONE
Fate un elenco delle violazioni linguistiche che no nel vosro ambito familiare o professionale. Per ciascunaidentificate la dornanda di confrontazione opportuna.

TESTDI VERIFICA VIOLAZIONI LINGUISTICHE DOMANDE DI CONFRONTAZIONE

Se Anna mi ascoltasse riuscirei a In che modo Anna non ti ascolparlarle del mio problema ta? Se mi arnassi Veranentepassercsti ln che modo sembra che non ti pir) tempo con me ami veramente? Ho dei gravi problemi, e quindi ci dobbiamo immediatamenre vedere Mi puoi parlarc dei tuoi gravi problemi?

ESERCITAZIONE
A coppie
A raccontaun proprio interesse o una propria passione.

B scrive su un foglio le violazioni linguistiche, che al


termine dell'esercitazioneriporta ad A, per confrontarle con opportune domande di metamodello.

I.miei colleghi pensano che io sia Come fanno a sapere che sei plgfo pigro? Mio marito sa che cosa r.oglio Come fai a sapereche tuo marito e consapevoledei tuoi bisogni? Riguar doacosaeachi? Cosa sei pronto afarc? Di che tipo di aiuto hai bisogno? Cosa d incredibile? Cosl non i giusto

ESERCITAZIONE
C ru p p i tl i tre parteci panti Ognuno scrive cinque o sei frasi che contengono le violazioni linguistiche sopra descritte. A turno, ognuno leggerd le proprie frasi. I due ascoltatori dovranno individuare le violazioni linguistiche e contestarlecon le opporrune domande di confrontazione.

Mi sento confuso Sono pronto Ho bisogno di aiuto E incredibile Non d giusto

Dicono che I'amianto sia cance- Quali ricerche sostengono tale rogeno affermazione? Mi fa impazzire In che modo ti fa impazzire?

I
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miei senitori mi hanno costretto In che modo ti hanno costretto? fare ii dendsta

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Caprrolo 5
Non ci sono soluzioni In che modo hai cercato di risolvere il problema? Non c'd nessuna persona che provi interessi per te? Stai letteralmente sempre male? Che cosate lo impedisce? Che cosa della cucina d troppo difficile per te? Per chi d stato uno sbaglio? Come ho fatto a renderti triste? In che modo ti innervosisce? Che cosati irrita? Che cosa del tuo lavoro noia?

A nessuno importa di me

Il modellamento. ImparareI'eccellenza
Non potete separareil giusto dall'ingiusto e il buono dal maluagio, poichd si ergono insieme dinanzi al uolto del sole. come sono tntrecudtt il filo bianco e il filo nero in un tessuto E quando il filo nero si spezza, il tessitoreosseruatutta la tela, ed esaminaanche il telaic,. Kahlil Gibran Il cambiamento intenzionale d un viaggio verso maggiori capacita cli ottenere risultati migliori, che si compie attraverso I'acquisizione di nuove abilitd, alternative e cli nuove conoscenze e l'integrazione

Sto sempre male Vorrei andarci ma non posso Non so cucinare

Andarsene d stato una sbaglio Mi rendi triste ll tuo silenziomi innervosisce

possibilistrategie.
La vera essenzadella programmazione neurolinguistica E I'apprendimento dell'eccellenza ela sua strategia di base b il modellamento (R. Bandler, 1998) Quando ci imbattiamo in persone"molto brave a fare qualcosa", persone che hanno comportamenti eccellenti e abiliti inusuali per noi, dobbiamo sapere che tali qualiti possono essere apprese con procedure di modellamento. Lo scopo del modellamento sta nell'imparare cid che ci consente di migliorare il nostro repertorio di risorse personali, o pii semplicemente di acquisire cid che ci manca, in funzione di uno scopo La tagione per cui si effettua un'attiviti di modellamento, pud essere una delle seguenti: - imparare qualcosache per noi d importante - suDerareuna mancanza

Il lavoro mi annoia

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- comprendere meglio un comportamento sviluppando una maggiore metacognizione dei processi soggiacenti - ripetereo perlezionareuna prestazione - disporre di pii scelte - migliorarsi. Il modellamento consente di ottenere due effetti simultanei: raggiungere un particolare risultato e, nel contempo, imparare in modo esplicito a metterlo in pratica, ossia imparare cosa fare e, nello stesso tempo, come farlo, imparare ed imparare ad imparare

impegnarsi nella distruzione dell'oggetto idealizzato, chi sa 'olcr t ledere in se stessoe nelle proprie risorse cercher) di apprendere, :rtraverso una potenziale mimesi dell'altro, quanto gli sembrer) l)ossaessergliutile per migliorarsi.

IMPARARE LA CONFIGURAZIONE ESISTENZIALE


Ognuno dispone di abilitd che sono eccellenti e che meritano di cssereapprese. Secondo la ptogrammazione neurolinguistica E possibile osservareI'eccellenzadell'altro. le sue abiliti comportamentali e cognitive vincenti, e ttapprendede" Per imparare I'eccellenza occorre in un certo senso diventare degli "imitatori" dell'altro "eccellente" in riferimento sia al suo modo di comportarsi, sia alle sue strategie, sia alla sua configurazione esistenziale, compresa nei modi di pensare,valutare, immaginare. Se il fulcro della maggior parte dei processi di modellamento si trova al livello delle capaciti, occorre rammentare che affinch6 tali capaciti vengano apprese queste devono venire collegate a convinzioni, valori e specifici compottamenti. In altre parole, per mettere in pratica I'arte del modellamento non basta prendere a modello il modo in cui la persona realizzacid che fa, poich6 nell'acquisizionedi quella specifica abiliti o capacitd d di fon damentaleimportanza diventare selettivamentecid che I'altro E. Ad esempio se I'altro sa parlare con disinvoltura in pubblico, non basta che chi vuole apprendere tale abiliti o capacit) si limiti ad imitare il suo modo di parlare in pubblico (comportamento),ma occorre che si impegni a modellare convinzioni e valori che sono per quella persona i presupposti che gli hanno consentito di diventare un buon oratore. Ad esempio, si potrebbe modellare "la convinzione che bisogna essere appassionati in cid che si dice" o il credere fortemente che sia molto importante "testimoniare agli altri cid che ci ha permessodi migliorarci" (valore).

IL PRINCIPIO

DEL MODELLAMENTO

Che cosa significa modellare? Modellare significa cteare una mappa estesa di una particolate capaciti o abiliti, ossia suddividerla in frammenti, individuarne i tratti distintivi rilevanti e le fasi di processo, affinch6 venga appresa Lobiettivo del modellamento non d arrivare a una descrizione analitica del processo, bensi tracciare una mappa strumentale che consenta a chi apprende di applicare in modo utile le strategie prese a modello al fine di raggiungereprecisi risultati.

SUPERARE LINVIDIA
Scriveva provocatoriamente George Snyder (1915): "C'd un solo modo per inventare, ed d imitare". Prima si impara e poi si inventa. Linizio di ogni cambiamento orientato all'eccellenzapassa sempre attraverso forme di identificazione adesivae selettiva. In altre parole tutte le persone di successosono degli imitatori. Se chi d dominato dall'invidia non pud imitare, in quanto pud

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Avete successo,cambiare, crescere b modellare comportamenti, abiliti, modi di pensare, sffategie, configurazioni esistenziali. "Osserva che cosa untalffa persona fa, che cosa pensa, sente, come si esprime con il corpo, come vive e si prende cura di s6, ed imitala" Uno dei fattori che maggiormente ostacolano il modellamento d che gran parte degli elementi costitutivi che consentono alle persone di successodi eccellered per lo pir) inconscia ed intuitiva. Di conseguenza,tali persone non sanno fornire una descrizione diretta e dettagliata del processo intrinsecamente sotteso alle loro eccezionali capacit). Una delle finalit) del modellamento, quindi, sta nell'individuare le competenze inconsce per renderle consapevoli allo scopo di comprenderle meglio, per perfezionarle e trasferide a chi desidera migliorarsi. Le competenze cognitive e comportamentali, funzionali al processo di modellamento, possono essere apprese implicitamente o esplicitamente Il modellamento implicito o intuitivo d assumere direttamente i-l modo di esseredel modello. Esso consisteprincipalmente nel mettersi in seconda posizione, cioB nel "diventare" il soggetto da prendere a modello, nel metterlo in scena,nel diventare lui, per comprendere intuitivamente chi i ntentre realizzauna determinata abilit). Il modellamento esplicito o analitico consisteinvece nel mettersi in terza posizione, per osserudree descriuerela struttura esplicita delI'esperienza del soggettoda prendere a modello, in modo che I'abilit) o la capaciti che si vuole apprenderepossaessere trasferitasulla basedi processianalitici e sequenziali ad altri. Il modellamento implicito d un processo induttiuo mediante il quale accogliamo e percepiamo schemi del mondo attraverso procedure di identificazione. Il modellamento analitico. invece. d essen-

zialmente un processo deduttiao mediante il quale scomponiamo il rrrodello in parti, lo descriviamo e mettiamo in pratica gli aspetti essenziali in modo transcontestuale. Per effettuare un modellamento efficace sono necessarientrambi i processi. Senzala fase implicita mancherebbe quella base intuitiv a a partire dalla quale E possibile costruire il modello esplicito.

METODOLOGIADEL MODELLAMENTO
Nel processo di modellamento possiamo limitarci a raccogliere informazioni con questionari e colloqui strutturati. Ma spesso cid non basta. Il risultato migliore si ottiene attraverso il coinvolgimento diretto della petsona che si intende prendere a modello. In questa direzione si pud procedere in due modi. Il primo consiste nell'invitare la persona scelta come modello a chiamare in causail ricordo di un evento significativo, al fine di poter pensare o riflettere "a posteriori" sulla struttura dell'esperienza stessache viene racconrara. Il secondo, invece, consiste nel chiederc alla persona di rcalizzare un compito che metta in evidenza le sue particolari capaciti o risorse, al fine di esplorare "a caldo" il modo di sviluppare I'abiliti che si intende modellare. Ad esempio,per capire meglio se una persona d dotata delle caratteristiche necessarie per parlare in pubblico, utilizzando il primo metodo le chiederemo di "pensareac1 un'occasionein cui ha tenuto un discorso" e di raccontarla;con il secondo metodo, invece, le chiederemo di "presentarsi davanti ad un gruppo di persone e parlare" .

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LE FASIDEL MODELLAMENTO
Le fasi fondamentali del processo di modellamento possono essere riassunte nei seguenti punti: - Decidi che cosa vuoi modellare, che cosa ti manca, che cosa ti affascinadelle persone che ammiri, che cosa vuoi imparare. Individua una rappresentazione molto chiara e concreta di cid che vuoi modellare. - Individua i limiti e le ragioni che finora ti hanno impedito di raggiungereI'abilit) che intendi modellare. - Individua un modello, ossia una persona che pratica l'abilit) che desideri apprendere. Osserva la persona che incarna quella specifica abilit) (anche senzache lei lo sappia). Fase intuitiva o in associato Puoi esercitarti nel seguente modo: individuato I'espertoda prendere a modello, osservai contesti in cui si applicano le capaciti da prendere a modello. Poi procedi nel seguentemodo: fai mettere in scenaalla persona da prendere a nrodello un esempio della prestazione o della capacith desiderata. posizionc per diventare I'altro, osSuccessivamente vai in se'conda sia "drammatizza" 1'esempiodella prestazioneosservata,e infine cerca di riprodurre i risultati andando in prina posizione. Inizia questa fase esperienziale procedendo a piccoli passi:ad esempio,a coppie, A guarda B nel modo di scrivere, di camminare,o altro, lo imita o ne fa la caricatura (inizialmente occorre entrare in uno stato di "non sapere"),mentre B cercacon la calibrazionedi cogliere in A quanto tale abilit) d assunta nel corpo. In altre parole "osserval'abilit) dell'altro e riproduciia assorbendo la sequenzadei movimenti che la rendono visibile".

liase analitica o in dissociato Puoi esercitarti in gruppo con altri partecipanti. Nel gruppo ciascun membro. attraverso domande che vengono fatte al modello: "Che cosa fai quando raggiungi i tuoi obiettivi? Che cosapensi? Che cosapuoi fare per fare ancora meglio? Che cosapuoi lare per peggiorare la situazione?Come fai a sapere che hai fascino? (lome ti senti con quella capacitA? Chi immagini di essere? Quali sono i valori e le convinzioni che sostengonoquella specifica abilit)? Quando incontri delle difficolti che cosafai e che cosa pensi?", identifi ca tipi di rappresentazione,violazioni linguistiche, metaprogrammi, presupposti impliciti e convinzioni profonde, struttura della scala dei livelli logici, costrutti sovraordinati o pattern che connettono, valori e identiti. Per iniziare ad esercitarti, puoi anche metterti in coppia con una persona del gruppo, per cercaredi individuare cid che lui sa fare bene (ogni persona eccelle in qualcosa) e, ponendo domande di metamodello e laddering.individuare le convinzioni e i valori del modello. Individua gli aspetti essenziali di cid che intendi modellare, separandoli da ciir che d accessorio.Se, ad esernpio,vuoi modellare la sicurezza, chiediti come saprai che il tuo modello d una personasicura e quali sono gli aspetti essenzialiche gli conferiscono sicurezza. Individua i procedimenti pii adeguati a rasferire o installare le abiliti esplicite che sono srarescoperrerramite il processodi modelIamento,ad esempio"mimando nuovamenteil modello appreso",ossia ritornando ad imitare il modello andando in associato con il modello stesso. Transcontestualizzareil modello: prova I'efficacia utiliti del modello costruito verificandolo in vari contesti e situazioni diverse. Ad esempio "se hai modellato la sicurezzanel sedurre unLt ragazza,ora portala nell'ambito del tuo lavoro". Individua i ntezzi pii idonei per misurare i risultati del modello e rova i limiti o i nrargini di validiti del modello sresso.Imirare non e clonare. Non limitarti ad imitare il modello, crea un tuo modello. e mettilo nuovamente in scena. Porta cid che hai appreso in un probabile futuro.

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Capn'olo 6

ESERCITAZONE: LA PRATICADEL MODELLAMENTO A coppie


- A racconta a B un episodio della propria vita in cui ha ottenuto risultati molto soddisfacenti. - B cerca di individuare il pensiero, lo stato d'animo, i valori, le convinzioni e le modalit) di agire che verranno imitate. - B imita I'abiliti di A.

La sincronrzzazione degli stati emotivi. Rispecchiamento, rapport, ricalco,guida


Si lauoraDermantenere il oasso conla terrac ion l'animadella'terra. Rimanere in oziosignifica estraniarsi dallestagioni e usciredal corsodella uita, chernarcia maestoso efieramente sommesso uerso I'in/init". Kahlil Gibran Una delle condizioni fondamentali per migliorare la comunicazione con I'altro sta nel creare rapport (rapporto empatico positivo), ossia nel sapereentrare in sintonia profonda con il sentire e il pensare del nostro interlocutore. Creare rapport significa far emergere,agli occhi dell'interlocutore, un senso dipartecipazione, di vicinanza,di comprensione e, quindi, di fiducia reciproca. La fase di rapport risulta quindi esserefondamentale per I'awio di una buona comunicazione sia nell'ambito della vita affettiva che professionale. Ogni processo di comunicazione efficace che mira a scopi collaborativi di apprendimento, di sostegnoal colloquio di orientamento o di vendita o di cambiamento, presuppone una fase di rapport, di sintonia, di condivisione. Il rapport i una sorta di chimica positiva che facilita, nel migliorare le relazioni interpersonali, il raggiungimento dei nostri obiettivi. Definiamo rapport Ia complessa serie di meccanismi comunicativi che produce la sensazione soggettiva ed oggettiva di empatia e comprensione Ci rendiamo conto che due persone sono in rapport quando la comunicazione fluisce, i loro corpi e le loro parole si rispecchiano armoniosamente e con una modalit) sincronica.

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La sincronizzazione d un processo di assonanza emotiva e corporea che favorisce un contatto con f interlocutore, un modo di entrare nella sua mappa, nel suo modello del mondo, e superare eventuali blocchi o resistenze. Il primo passo per entrare in rapport i strettamente legato alla capaciti di adeguarsi al comportamento verbale e non verbale dell'altro attraverso il rispecchiamento

Il rispecchiamento pud arwenire a diversi livelli: - a livello non verbale, quando si riproducono la posizione, i gesti, i movimenti, la respirazione,I'espressione del viso dell'altro; - a livello paravetbale, quando si riproducono il tono, il volume, il timbro, la velociti della voce dell'altro; - a livello verbale, quando si utilizzano i modi di pensaree di parlare dell'interlocutore, i suoi predicati verbali di uno stessosistema rappresentazionalee i suoi metaprogrammi, le sue convinzioni e i suoi valori. Il rispecchiamento pud essere parziale e progressivo. Si inizia sempfe con una caratteristicaper aggiungerneflran mano altre. Non serveimmediatamente rispecchiareogni aspetto del linguaggi o corpore odell'alt r aper sona. Talor abast ainiziar econ un aspet t o, ad esempio la postura o I'angolazione della testa, per poi procedere con il sincronismo del respiro o dei gesti. [l rispecchiamento non i uno scimmiottamento o una prcsain giro. II rispecchiamento autentico va condotto con naturalezza,fftantenendo un certo contatto con la nostra personaliti, ponendoci in uno stato di risonanza affettiva profonda con I'altro che scaturisce dal cuore, da una condizione di accettazioneincclndizionata.Tanto piir e spontaneo,quanto pii si potr) accedereallo stato interno dell'altro. Nel rispecchiamento non ci deve esserenessunaforzatura'.occorre rimanere sempre centrati su di s6, su una posizione di comfort personale. Il rispecchiamento diretto pud awenire nella forma del macro-riquando ad esempio ci si mette di fianco all'interlospecchiamento, cutore per rndirizzare lo sguardo nella medesima direzione, oppure nella forma del micro-tispecchiamento, quando ad esempio si cerca di rispecchiare qualcosa dell'interlocutore di assolutamenteimpercettibile, come potrebbe essereil movimento delle ciglia. Oltre al rispecchiamento diretto, abbiamo anche il rispecchiamento incrociato, che si realizzaquando quest'ultimo viene condotto in un canalediverso da quello del nostro interlocutore.Per esem-

IL RISPECCHIAMENTO
Il rispecchiamento si riferisce espressamente a quella sorta di danza complementare che si pud osservaretra due persone coinvolte in una comunicazione empatica. Rispecchiaresignifica quindi rimandare all'intedocutore, per retroazione, quanto riusciamo a osservaree ad ascoltaredel suo linguaggio non verbale e paraverbale.Questo costruisce un ponte tra noi e il modello del mondo dell'interlocutore, che produce le condizioni affinch6 le rispettive mappe si avvicinino, in una posizione reciproca di sensibiliti e rispetto. Il rispecchiamento, oltre a promuovere un buon rapport con il nostro intedocutore, ci aiuta a comprendere i suoi vissuti e il suo universo orientato.

ESERCITAZIONE: LA COMPRENSIONE DEGLI STATIINTERNI DELLALTRO A gruppidi tre


- A assume una certa posizione corrispondente a un suo stato d'animo piacevole. - B cerca di assumerela medesima posizione. - C aiuta B ad assumere quella posizione con molta cura per qualche minuto. - Quando cid sia a,vl/enuto, B riferir) come si b sentito in quella posizione e che cosa immaginava del sentire in termini emozionali e del pensare dell'altro.

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pio, si pud rispecchiarela respirazionedell'altro muovendo le dita sul tavolo con lo stessoritmo, oppure si pud sottolineare la cadenza del discorso con dei movimenti del caoo. In alcuni casi b utile rompere ii rapport, attraverso la pratica del "mismatchingtt. Il mismatching d un'inversione del processo di rispecchiamento. In esso, anzich cercarele somiglianze,si cercano le differenze. Ad esempio, se si vuole mandare un chiaro segnaleche la riunio_ ne d finita, si adottano una postura ed un tono di uoce diversi dalra situazione precedente. Oppure si appoggiano le mani sul tavolo chi_ nandosi in avanti, lasciando intendere che vogliamo alzarcie non intendiamo proseguire la discussione. Si usa il mismatching quando si vuole: - mettere fine ad una comunicazione che d diventata inutile - mettere fine ad una relazione - catturare ltattenzione, In certe circostanzeun improwiso e delicato mismatching pud ricatturare I'attenzione persa e migliorare I'efficacia della colunicazione.

ESERCITAZIONE: MISMATCHINGNON VERBALE A coppie


- B e C si accordano all'insaputa di A. - A esprime una sua opinione su un argomento che l'appassiona. - B condivide verbalmente l'opinione di A, ma con il tono della voce e I'atteggiamento del corpo esprime totale disinteressee a tratti anche opposizione. - C non condivide verbalmenteI'opinione di A, ma con il tono della voce e I'atteggiamentodel corpo esprime profondo interessee soiidarieta. - A riferird dopo una decina di minuti di interazione le sue impressioni. Rispecchiare il modo di parlare e pensare dell'altro non d facile. Per stabilire un'intesa profonda, oltre a quanto arlivello non verbale precedentemente suggerito, si pud procedere a livello verbale ripetendo i predicati verbali dell'interlocutore che sono corrispondenti al suo canale sensoriale (visivo, udititivo o cenestesico). Se ad esempio il nostro intedocutore d uditivo si andri verso il predicato verbale "Sento cid che dici". Llattenzione al rispecchiamento va mantenuta fintanto che non si E creato rapport. Dal momento che si E raggiunta un'intesa soddisfacente il focus attentivo si incentfera sula persona e su quanto sta dicendo. La calibrazione (vedere capitolo successivo), atfraverso un'osservazione di elementi di microfisiologia (un accenno sfumato di somiso, il deglutire, il cambiare il colore della pelle, ecc.) serve a rilevare e misurare il rapport. Quando il rispecchiamento i completo e protratto si definisce ricalco.

ESERCITAZIONE: MISMATCHINGINTENZIONALE
n copple - A racconta un'esperienzapiacevole a B. - B rispecchia A. - Poi B prova a fare dei movimenti diversi per vedere se A lo segueo cambia tema del racconto.

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ESERCITAZIONE: RISPECCHIARE E GUIDARESENZAPARLARSI


A coppie - A con dei lenti impercettibili movimenti guida B. - B rispecchia A. - B prova, senzaparlare ed inaspettatamente,a fare dei movimenti diversi per vedere se A lo segue. Dopo momenti ripetuti di scambio, viene meno la possibilit) di comprendere chi rispecchia e chi guida. Al termine dell'esercitazioneA e B si confronrano sui vissuti connessicon I'esserein empatia rispecchiando o guidando.

ESERCITAZIONE: LA VOCE A gruppidi tre


A e B dialogano dandosi le spalle. C indica ad A di variare la voce esponendo uno dei se - alza 1l volume della voce; - abbassail volume della voce; - fai una voce acuta; - fai una voce bassa; - aumenta il ritmo; - diminuisci il ritmo. B, che non vede il cartello, segue A imitandone il pir) possibile la voce.

ESERCITAZIONE: LANGELO CUSTODE


A coppie - A si pone a dieci centimetri di distanza a17e spalle di B, che rimane davanti a lui con gli occhi chiusi. - B al suono di una dolce musica si muove. a partire dalle braccia poi con tutte le parti del corpo. con lentezza ed armonia - A rispecchia B, seguenclolocome fosse un angelo custode dolce e protettivo. Al termine B abbraccia A con affabiliti, grato per la protezione ricevuta.

ESERCITAZIONE: IL CONTINUUMDI CONSAPEVOLEZZA


In coppia - A assumeuna postura corrispondente alla unicit) della propria presenza (in termini esistenziali). - B ricalca la postura di A, poi entra in associato con il sentire di A, per avvertire ad un livello pii profondo le sensazionipropriocettive ed esterocettiveed i corrispondenti stati interni, che vengono comunicati attramodalit): "Io sono converso, ad esempio,la seguente sapevole di avere irrigidito i muscoli del collo, mi percepisco chiuso e distante da te, desidererei averti piil vicino, ma sono consapevoledel mio timore di ar,ryicinarche potresti rifiutarmi. . . ". mi, poich6 sono consapevole

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ESERCITAZIONE:
LE CORRISPONDENZE EMOTIVE In coppia - A racconta una vicenda. - B riproponelo stiledi vocedi A ricalcandone il volume, il ritmo, le pause, il timbro. Si cercainsieme di individuare le corrispondenze emotive che si collegano alle produzioniparalinguistiche. ,

ESERCITAZIONE: IL SINCRONISMO RESPIRATORIO


In coppia o in gruppo A in silenzio accompagna, alzando ed abbassando le mani, il respiro di B, finch6 non si arriva alla totale sintonia dei due atti respirarori (analoga esperienza pud esserefatta tra i diversi partecipanti di un gruppo che, in c er c h i o .re s p i ra n o s i n c ro n i c a mente). stncrontcamente).

Infatti, il vostro amico in quel momento vi sentir) distante, e penscr): "Non capiscela mia sofferenza,non riesce a sentire quello che l)rovo, crede che io esageriperch6 non pud sapereche cosa significa me", oppure: "Guarda lui com'd tranquillo! Lui si che E un uomo 1,er cquilibrato, io invece non mi so gestire, mi ritrovo sempre ad essere vittima di qualcosao di qualcuno". del vostro comportamento verso In entrambi i casi le conseguenze di lui, pur con un'intenzione positiva, hanno peggiorato il suo stato' Diversamente,se voi lo accoglietericalcando "in parte" Ia sua ece gli dite che "sala suavoce,il ritmo della sua respirazione citazione, se attuateun riquella ciod in situazione", pete cosasi prova a essete cosuccessivamente specchiamentoverbale e non verbale, e soltanto pre i rninciate a rallentare il respiro, ad abbassarela voce, e usando dicati verbali del suo sistema rappresentazionalecercate di riportarlo alla ragione, il risultato sard sicuramente migliore. Fanno cosi le mamrle, istintivamente, quando i bambini cadono o si fanno male e cominciano a piangere urlando' Anche la mamma arriva a soccorrerlo urlando ("Ma cosa d successol"\ e compatendolo ("Povero il mio piccolino!"), soltanto in un secondo momento lo tanqulllizza dicendo che non d nulla. La guida ha lo scopo, dopo che si E creata una situazione di rap' port, di allargare la mappa dell'altro. Lintroduzione di possibili elementi nuovi pud generare pir) scelte comportamentali. Nelle relazioni in cui c'd molto/eeling e molta sintonia, I'influenzamento i continuo e reciproco, tanto che osservando dall'esterno non i facile capire chi guida e chi E guidato. Quando decidete di guidare cominciate lentamente: in primis cambiate gradualmente qualche vostro comportamento mantenendo il rapport, per fare si che sia I'altra persona a rispecchiarvi intuitivamente o a seguirvi. Poi assumete una posizione volta a chiarire i vostri obiettivi che desiderateche I'altto condivida oppure definite con I'altro gli obiettivi del vostro cambiamento

LA GUIDA
La guida B Ia capacitd del counselor di accompagnarela persona lungo una direzione dell'obiettivo che vuole raggiungere. Soltanto a partire dal rispecchiamento e dal ricalco si puir guidare verso un potenziale cambiamento. Supponiamo che un vostro amico arrivi all'improwiso a casavostra disperato per un awenimento molto grave che gli d accaduto. E fuori di s6, la sua respirazione,i alterata,parla in modo concitato, sta vivendo una situazione per lui fortemente drammatica. Se pensatedi tranquillizzarlo con un tono di voce rassicurantedrcendogli che "non d successonulla di tragico e tutto si aggiusteri", molto probabilmente le vosrre parole non sortiranno nessuneffetto positivo, se non addirittura produrranno un peggioramentodel suo stato.

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IL RICALCODI GRUPPO
Il counselor assume su di s6 alcuni comportanenti cararteristici de1gruppo che guida, oppure formula un brwissimo discorso,che ricalca e condivide esplicitamenreun'emozione che p."ruppon. ,i .r_ sere cafatteristica del gruppo con cui ci si relaziona. Per esempio: "Entrando qui ho avuto la sensazione di essereposirivamente ac. colto. . . Immagino sia successoanche a voi di . . . ',. Lobiettivo di un inizio di questo tipo d quello di creare una rerazione..nellaquale il gruppo condivida con noi qualcosa .ri importante e di emotivamente affine. Poich6 nel gruppo ognuno ha comportanrenti diversi, si ricalca il comportamento caratteristico e ricorrente del gruppo nel suo insie_ m e. e non i s i n g o l ic o mp o rta me n ti . Nei primi momenti di un'inte razione,ci interessa avere mortifeetrback, cosache, in seguiro, ci consentiri di effertuare il ricalco- iio.matori pir) esperti entrano a volte i' aula con determinate domande non certo per ottenererisposte,ma perche [e persone mettano in evidenza alcuni atreggiamentiutili per il ricalco. Impadronirsi di questa tecnica significa soprattutto acuire la capaciti di passare da un certo statoemotivo, il nostro, , un ult- rru_ to emotivo, quello del gruppo. Rispetto ala callbrazionevocale,gli elementi da considerare sono: - volume; - tono; - timbro: - ritmo; - intonazione. In aula E importante acconrpagnare le parole con la giusta . intonazione, in modo n-on inviare rlessaggiiuorvianti .lrp.ia ut_ fa. I'intenzioneoriginale del docente.A liveilo inconscio, eli ascoltatori prestano pii attenzione al tipo di tono della conversarione che al contenuto del rnessaggio, e si conportano di conseguenza. per esem_ pio, l'intonazione che sale accompagnala do-uriu, q"af"l*"".. l'affermazione, quella che scende lles.la-uzione o I'ordine. Se in un'aula c'e riluttanza,o scarsointeresse, a svolgere un eserci-

zio significa che il docente non ha raggiunto un livello di rapport tale ,lrr creare una cornice favorevole al lavoro proposto. In questo caso, il tlocente deve schierarsi dalla parte dei corsisti, instaurare la relazione in quel momento e ristabilire la sua credibiliti.

AZIONE ESERCITAZIONI SULLASINCRONIZZ DEGLI STATIEMOTIVI ESERCITAZIONE: LO SCULTORE


In coppia A d lo scultore, B d un pezzo di argiila. A cerca di plasmare B in modo da trasfclrmarlo in una statua che raffacciafigura un determinato sentimento;i'espressione le, la postura e i gesti dovrebbero sincronicamente manif-estare lo stessostato d'animo. Al termine dell'esperienza rispondere per iscritto alle seguentidomande: - Qual d l'emozione o sentimentoche ti risulta pin dif ficile esprimere in presenzadi ahrl? - Quali pensieridi solito ti danno piacere?E quali sofIerenza? immagina- Quali sono le tue paure reali? E, qr-relle rie? E come ti comporti di solito per superareIe tue paure? i pensieri che tendono ad elici- Procedi a riconoscere tare le tue emozioni... e pensa a come potresti cambiarli (ristrutturazionecosnitiva).

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ESERCITAZIONE: GUIDARE
tr copple A racconta un'esperienzapiacevole a B. B rispecchia A. B prova a fare dei movimenti diversi per vedere se A lo segue.

C,q.ptrolo7

La cahbtazione. Il corpo dice la verita "suo malgrado"


Dopo la morte di Bankei, un cieco che uiueua accanto al tempio del maestro disse ad un amico: "Da quando sono cieco,non possoosseruare la faccia delle persone,e allora deuogiudicare il loro carattere dal suono della uoce. Il piD delle uolte, quando sento qualcuno che si congratula con un afferro analtrc per la suafeliciti o il suo successo, che una segretasfumatura d'inuidia. per la diQuando uno esprime il suo rammaricr,, sgraua di un altro, sento il piacere e la soddisfazione, comese quelb che si rammaricasia in realti contento che nel proprio mondo ci sia ancora qual' cosada guadagnare. La uocedi Bankei, perd, sin dalla prima uolta che l'ho sentita, i sempre stata sincera. Quando lui esprimeudla fel;citi, non ho mai sentito null'altro che la feliciti, e quando esprimeua il dobre, il do ktre era l'unico sentimento che io sentissi". Storia Zen

ESERCITAZIONE: FIDARSI ED AFFIDARSI


Disponetevi in gruppi di tre, in modo che uno stia al centro e gli altri due rispettivamente avanti e dietro a quest'ultimo, ad una distanzadi cinquanta centimetri circa.Al "via" chi sta al centro immagineradi essere I'asta di un metronomo e, ad occhi chiusi, cominceri a dondolarsi. Questo movimento sar) sostenuto e accompagnato dagli altri due partner i quali appoggeranno le loro mani sulle spalle del compagno, non appena il corpo si sposta in avanti o indietro.

Si racconta che Milton Erickson avessedelle capaciti intuitive fuori dal comune. Uno dei suoi esercizipii conosciuti consistevanel cercare "un ago in un grattacielo". Erickson chiedeva a qualche conoscente di nascondereun ago in una qualsiasiparte di un grattacielo, poi prendeva la persona che aveva nascostoI'ago per mano e andava alla ricerca dell'oggetto occultato, senzache owiamente la persona padasse. Erickson, sentendo le tensioni nella mano dell'altro, era in grado di cogliere se si awicinava o allontanava dal nascondiglio. Si dice che di solito trovasseI'ago in pochissimo tempo. Costretto fin da piccolo per una grave malattia a stare su una sedia a rotelle, Erickson avevaacquisito la capacitd di intuire quello che gli altri desideravanosemplicemente osservandoli nelle minime reazioni corporee, ossia attraverso quella che Richard Bandler e John Grinder chiameranno calibrazione.

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r
La calibrazione consiste nella capacit) di percepire segnali molto deboli della comunicazione non verbale dell'alro e della sua fisiologia per cogliere in essi specifici stati d'animo Ogni comportamentomicro- o macro-corporeo(gestoespressivo, movimento degli occhi, variazione del tipo di respirazione, cambiamento del colorito della pelle, ecc.) d una trasformazione di processi neurali interni e di stati emozionali. Osservarei comportamenti esterni di una persona significa accedere a quella esperienza interna che li ha determinati.Si tratta di una pratica di osservazionesottile capace di individuare con pochissimi indizi che cosa I'altro sra provando in quello specifico momento. Calibrare significa raccogliere le indicazioni, a livello del comportamento non verbale, di quanto awiene nelI'esperienza interna della persona, per utilizzarl,e al fine di migliorare la relazione in corso, individuare I'incongruenza e I'eventuale falsiti del messaggio verbale dell'altro, riflettere su contraddizioni e dissonanze La PNL sottolineaI'importanza dell'osservazione durante il processo comunicativo poich6 accorgersi di quello che sta awenendo nell'interlocutore a livello della fisiologia corporea, ciod calibrare, d una condizione indispensabile per superarealcuni ostacoli comunicativi. A volte ci capita di incontrare delle persone che sembrano gentili, affabtli, educate, ma che non ci convincono. Cid ar,'viene ouando i t r e liv eili d e l l a c o mu n i c a z i o n e - v e rb a l e . paraverbal e e nr' ' nverbal enon sono allineati, non vanno cioe nella stessadirezione, non sono congruenti. Il tutto accade in quanto inconsapevolmente abbiamo calibrato dei segnali non verbali, che contracldicono cid che viene espressoa livello verbale. Quando calibriamo,tuttavia,non cadiamonell'erroredi interpretare i messagginon verbali in modo univoco, ma limitiamoci a capr,rrli, a registrarli e ad attribuirgli soltanto ipotesi di significato (ci ,.rno lacrime di commozione e di dolore, ma ci sono anche lacrime di r,rbbiaed insofferenza). Saper calibrare i un'abiliti molto importante che si pud allenate, sviluppando la capaciti di osservare,di fare distinzioni molto sottili, di sospenderele interpretazioni Abbiamo diversi livelli della calibrazione: IL CORPO Posizionee movimenti degli arti. Posizione e movimenti delle mani e dei piedi. Posizione e movimenti delle spalle. Variazione nella tensione delle spalle e del collo. Inclinazione del busto in avanti o all'indietro, inclinazione e movimenti del capo.

I VISO
Movimenti delle palpebre e delle sopraccigiia. Dilatazione delle pupille. Rughe di espressioneintorno agli occhi e alla bocca. U mi di ta deg li occhi. Tensione della mandibola. Corrugamento della fronte. Evidenziazione di alcunevene del viso. Tensione delle labbra. Movimenti delle orecchie. Movimenti del nas<,r. Dilatazionedelle narici. Posizione della lingua. Contrazione della muscolatura delle suance.

IL COLORITODELLA PELLE
Rossore. Pallore. Chiazze.

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LA RESPIRAZIONE Velociti.
Ritmo. Toracica o addominale. Lunga o corta.

A questopunto B fardad A delle domandedelle quali che osla risposta non conosce e indovinerddai segnali "Si" o "No". in A seA starisDondendo servera
L A gruppi di tre o quattro A chiede a B, C, D di emetterelo stessosuono alle sue spalle (sospiro,vocalizzo,sibilo...), dichiarando chi 1o emette. Dopo che il le-il viene ripetuto per qualche volta, A inil suono alle sue spalle. dovina chi en.rette 4. A gruppi di tre o quattro A chiede a B, C, D di toccarecon la mano la sua spalla, da dietro, dichiarando di chi d il tocco. Dopo che il le.r/ viene ripetuto per qualche volta, A dovineri chi l'ha toccato.

ALTRI
Deglutizione. Sospiri. Sudorazione.

ESERCITAZIONI

SULLA CALIBRAZIONE

l . A c oppi e A dichiara di pensarea qualcosa di piacevole. B osservai segnali significativi. A dichiara di pensarea qualcosadi spiacevole. B osservai segnali significativi. Dopo avere ripetuto 11 test per alcune volte: A pensa a qualcosa di piacevole o spiacevolesenza ol chiararlo. B dovri indovinare lo stato evocato dai che A emette inconsapevolmente. 2. A coppie B fa delle domande ad A, che rimane immobile. Le prime domande che B pone sono domande per le quali B conoscegii la risposta (per esempio,se A ha i capellineri e B chiede:"Hai i capelli neri/", la risposta sarebbesicuramente "Si"; se B chiede: "Hai i capelli biondi?", la rispostasarebbesicuramente"No"). In questo modo B dovrebbe calibrare quali sono i segnali non verbali di una risposta affermativa e quali q u c l l i d i u n a ri s p o s ra n e g a riva.

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Caplrolo 8

Le posizioni percettive. Il volto dell'empatia


Credendoe sperandoaiuti l'aurura d nascerc. Rostand

Chi i felicenon i cattiuo. Proverbio olandese

Lempatia i Ia partecipazione emotiva ed affettiva che un sogget_ to prova nei confronti di un altro soggetto. Essere in empatia significa "sentire I'altro", "mettersi nei suoi panni", percepire le sue emozioni e i suoi sentimenti, significa com_ prendere i suoi valori, le sue convinzioni, le sue attese, significa par_ tecipare al modo unico ed irrepetibile in cui si manifesta *ll'inr...rza .lelle sue esperienze. Entrare in risonanza empatica ir essere pienamente in relazione Nell'empatia la comprensione dell,altro passa attraverso la com_ prensione di se stessi. Dal momento che nella dimensione dell'empatia si attuarizza un percorso di trasformazione di entrambe le persone che partecipano al dialogo, la vera comprensione dell'altro awiene sia ascoltando il suo dirsi' sia mettendoci in contatto con il manifestarsi delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti. Uascolto empatico dell,altro mi appella all,ascolto di me stesso

Iiessere in empatia implica un doppio ascolto: defi'altro e di s6.

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Ad esempio, posso riconoscere e comprendere I'altrui dolore, se posso ricondurlo sia all'altro che a rne stesso. in _Essere empatia significa lasciareche I'altrui dolore evochi il rnio, e che nello stessotempo il rnio dolore mi consentadi partecipare con autentica immedesimazionea quello dell'altro (F. Nanetti, zooll. E il mio sentire che mi portu , conoscereI'altro, ma d il sentire I'altro che amplia la conoscenzadi me stessonella comprensione <Jei valori comuni che ci legano: l'amore, l,amicizia,la compassione,la dediz ione. la g ra ti tu d i n e . strategia per apprendere I'empatia si basa sulla ,,pratica" _ _-Un, delle cosiddette "posizioni percettive".

()uanto descritto rende evidente l'utilit) di sapere "dislocarci" rr,'lle diverse posizioni percettive.

NELLA PRIMA POSIZIONEPERCETTIVAdefiniamo la situazione a partire dall'essere associati a noi stessi, alltesseredentro noi stessi.

POSZIONE PERCETTIVA deNELLA SECONDA


finiamo la situazione nel momento in cui ci mettiamo nei panni di un altro, osserviamo coi suoi occhi, ascoltiamo con le sue orecchie, sentiamo le sue sensazioni, vediamo il mondo come Io vede I'alto e ci mettiamo in contatto con il suo sistema di riferimento.

LE POSIZIONI

PERCETTIVE

La posizione percettiva d il punto di vista dal quale ognuno di noi percepisce,vive le cose o le rappresenta. Attraverso la pratica delle posizioni percettive, descritre in pNL, impariamo la flessibiliti cognitiva e I'empatia, impariamo a com_ prendere le altrui mappe della realti e ad arricchir.l. no.t... Esaminiamouna circostanza abbastanza frequente. Immaginiamo di discutere ani'ratamente con una persona che conosciamo bene; abbiamo dei motivi di attrito, ma ci teniamo molto a mantenere una buona relazione. Da un lato vorremmo che ouella personaci capisse, d'altra parte ci accorgiamoche piu andiarnoavanti nella discussione pir) crescela sensazione di disagio.Stando in prima posizione perceftiva ci rendiamo conto che ci troviamo in una situazione di stallo, dove non sappiamo pir) che cosa dire e fare. Ma se andiamo in seconda posizione percettiva possiamo chiederci; "Se io fossi quella persona, cosa penserei a questo punto di me? come vedrei me? come mi suonerebbe il mio tono di voce e le parole che sto pronunciando?". Potremmo ad esernpiopercepirci un pd spigolosi ed antipatici. Se poi decidiamo di portarci in tenaposizione percettiva, ossiaci distanziamodaillasituazione,"per veclere ,t.rro e l'altra persona come dal di fuori", potremmo osservare -. I'inutiliti del diverbio e trovare modaliti di comportarci pii opporrune.

NELLA TERZA POSZIONE PERCETTIVAdefiniamo la situazione nel momento in cui vediamo noi e I'altro dall'esterno, come in un film, come sul palcoscenico di un teatro. Nella terza posizione percettiva ci trasformiamo in osservatofi imparziali che giudicano i" modo distaccato la relazione in corso.

I I

La quantiti e Ia qualit) di informazioni che riusciamo a cogliere nelle diverse posizioni percettive sono sicuramentemaggiori e piu utili di quelle che potremmo cogliere soltanto in un'unica ed esclusiva posizione.Esisteuna tendenzaa specializzare una posizionepercettiva e qualcuno fa pii fatica a sperimentare tutte le posizioni, ma allorch6 vogliamo imparare il "volto dell'empatia" il lavoro si connel modo piu ampio e ripetuto possicentra nel potere sperimentare a tutte le posizioni percettive. bile I'accesso Un buon utilizzo delle "posizioni percettive" ci consente di imparare a superare un eccesso di identificazione in stati emotivi negativi, di risolvere conflitti interpersonali e di implementare il nostro stato risorse, al fine di raggiungere scopi desiderati

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9J

ESERCITAZIONI SULLE POSZIONI PERCETTIVE


[. A coppie A considera una relazione moderatamente difficoltosa che ha con un'altra persona. Individua spazialmentetre posizioni sul pavimento che evidenzieranno le tre posizionipercettive. Prin-ra: A interpreta se stesso; Seconda:A interpreta I'altra persona; Terza: A interpreta una terza persona che in una circostanzadel genere potrebbe funzionare come un arbitro; giudica obiettivamente e in modo equidistantee dir suggerimenti su cid che A potrebbe fare per migliorare la relazione. B guida A ad entrare nelle tre posizioni. A riferisce a B se rispetto ai tre punti di vista la situazione si modificava. 2. A coppie A racconta a B una sua aspirazioneo un suo sogno nel cassetto. B interpreta A e raccontaad A l'aspirazioneo il sogno come se fossero suoi. A riferiri a B come si d sentito nel raccontare gli elementi evidenziati, quelli dimenticati, quelli aggiunti e veritieri, quelli aggiunti e non veritieri. E, inoltre riferisce se dopo questa interpretazione il suo sogno o la sua aspirazionesi sono in qualche modo modificati.

IMPARARELEMPATIA SPECCHIO:
Lesercizio dello specchio si svolge in coppia: A come couttselore lJ come clicnte. L eserciziousa quattro posizioni percettive. Queste posizioni dor rcbbero essereindicate geograficamente,usando sedie o scegliendo ,luirttro diverseposizioni in piedi sul pavimento. Il counselor dovrebbe garantire che il cliente effettivamente si n)Llova da una "posizionegeografica"ad un'altra, appenacambia posizionepercettiva. Il counselor conduce il cliente alla pratica delle posizioni percettive attraverso i seguenti Passi: che trovi problematicao una relazioneinterpersonale 1. Seleziona ,lcsider.i migliorare. La prima posizione dell'esercizioriguarderi te stesso; la secondasari I'altra personanella relazione. 2. Yai nella prima posizione percettiva, visualizzal'altra persona e descrivimi il suo comportamento, dicendo in che modo lo trovi problematico. ). Ora spostati nella seconda posizione percettiva o posizione dell'altra persona. e da questa posizione descrivimi il comportamento di te stessoin prima posizione percettiva. ,1.Poi sposta ti alla terzaposizione o posizione dissociata dalla relazione, e da quella posizione visualizza il tuo comportamento nella prima posizione,notando cosaci sia in quel comportamentoche determina il problema, al fine di riflettere sui modi zrppropriati per cambiare quel comportamento. 5. Ora passaalla quarta posizione o posizione meta, ossiaad una posizione dalla quale puoi osservarele azioni e le dichiarazioni delia persona espresseinterza posizione. Dalla posizione meta descrivimi il modo in cui la persona della terza posizione comunicava con la persona posta i n pri m a posizione. 6. Ora ritorna dalla posizione meta alla prima posizione' portando con te la nuova comprensioneche hai sviluppato nella posizione meta e comportandoti in modo nuovo al fine di modificare la situazione. 7. Torna indiero alla secondaposizione, notando come il sistema utile. sia cambiato e che cos'altro potrebbe essere

o^
/a

9t

-B. Riptendi la prima posizione, notando come il sistemasia cambiato e che cos'altro potrebbe essereutile. 9. Continua a cambiare posizioni percettive facendo altri aggiustamenti, finch6 percepisci che il sistema i bilanciato e per te funzionale. rr( sti comportare?Come ti potrestisentire?Che cosapotresti pensa,, tfi diverso?(debatinge ricercadi prospettivedi senso)'Come poimmaginarela medesimasituazione?"("come rerrt,stidiversamente .f ira? Che spaziooccupa rispetto agli altri? Come si muove?" ecc') Ritorna nello STATO/PROBLEMA o ANCORAGGIO DELLE IilSORSE,o TERZA POSIZIONE, portando con te le risorse che hai nella SECONDA POSIZONE. Rivivi lo stato/problema rrrtlivi<luato le risorse cognitive, emotive, corporee, immaginative e rrrserendo che ora hai disponibili... "come ti vedi? come ti r.omporramentali il tuo corpo?". Porta le tue risor,"nti? Ch. cosafai? Come reagisce .t' i n tutto i l tuo cor po. ora che hai ancorato le tue risorse spostati in un altro punto che .hiameremo STATO/FUTURO o QUAR|A POSZIONE"' e sempre ad occhi chiusi pouai immaginare uno stato/problema che poossiaimmaginati ir.bb. verificarsinel futuro... "Entra in associato, al in quella situazione furura ed inseriscila soluzione problema agenancorato"' do le risorseche hai precedentemente Se sperimenterai l'esercitazionein coppia con un altro, il compagno .h" ti guida, ti inviter) a spostarti da una posizione ad un'altra, solo dopo.h" hu calibratonel "soffiso del tuo volto" la gioia di esserci riuscito.

IMPLEMENTARE RISORSE LO STATO


L esercitazioneche seguevuole appositamenteraggiungerelo scopo di aiutarti ad esplorare tutte le alternative e risorse che hai disponibili per raggiungerei tuoi scopi. interne esterne. Le risorsepossonoessere Le risorse interne sono: - le procedure di ristrutturazione cognitiva attraverso t\ debatins dei pensieri irrazionali - la ricerca di nuove prospettive di senso (esempio: "so che non posso cambiare il corso degli eventi ma cambio il mio modo di valutarli ed attribuirgli importanza" ) - le procedure di ristrutturazione sensoriale attraverso le quali cambia il tuo modo di rappresentarti le situazioni/problema a livello sensoriale, visivo e corporeo. Le risorse esterne sono: - la pratica di comportamenti assertivi in sostituzione di comportamenti passivio aggressivi - la sperimentazione di comportamenti bizzarri, paradossali e di rottura di schema. Procedi come segue: Mettiti in piedi in un punto che chiameremo STATO/PROBLE MA o PRIMA POSZIONE, chiudi gli occhi e pensa ad uno statolproblerna... "Che cosastaifacendo?Come ti senti?Che cosapensi? Come ti comporti? Come reagisceil tuo corpo? Che colori vedi? Come respirii' Che spazio occupi e che spaziooccupanogli alri?". Spostati in altro punto che chiameremo STAIO/RISORSE o SECONDA POSIZIONE, sempre ad occhi chiusi, andando in dissociato, immagina te stessocome fcrssiun amico che si trova nella tua stessa situazione... "Che cosa potresti fare di diverso?Come ti po-

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9l

CRprrolo 9

lil
;t ;::'; :': d': [l: f;! ::: :!:: : ;

I sistemirappresen tazionali. La mediazione corporeaper il cambiamento


Colui chc un giorno insegneri il uokt agli uorntni, auri

esse Iutt e t oIeranno, r

t::

nome alla terra, battezzandola. "la lcggera" (...). Pesantea per lui la terrn e la uita. e cosiuuole che sia b spirita di grduifi.t (. ..) Ma rJtetta i la ntia dottrtnd. chi uztolr, tnpardle un gtorfio d uolare, deueprima di tutto itnpardre a stale e andare e canmina_ re e afrdftlptcarste ddnzdrc.

I, h, tmparato oa o,o,opirl/rllt:":::;i::i::;: l"i:)

piit di unafinestta, a gatzbalcslarti sonoinerpicato;u per gli alti alberidellanaut; starseduto suglr'altia/bcrtdellanauerlel/aconoscenzu, mi paruenon piccola beatitudine. Friedrich Nietzsche

Il mondo viene da ognuno di noi conosciuto e trasfbrmato attraverso I'azione selettiva delle rappresentazionisensoriali.ci sono persone che in via privilegiata conoscono il mondo attraverso il canale uditivo, altre attraverso il canale cenestesico, e altre ancora attraverso quello visivo. Pensiamo ad esempio ad un musicista che privilegeri il canale uditivo, ad un pittore che privilegeri quello visivo, ad un fisioterapista che privilegera quello cenestesico. I fattori che condizionano la scelta preferenziale sono sia di ordine genetico che di tipo culturale, biografico e familiare. Il canale sensoriale "privilegiato" orienta la nostra mappa nella traduzione della realti, il nostro modo di pensaree comportarci, sulla base di significati soggettivi.

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Definiamo,pertanto,sistema rappresentazionale I'insiemedelle modaliti sensoriali a*raverso eyrii ir soggetto conferisce lg cato alla propria esperienza "igrifi. individuare li"boru f;"ii;;;il;-- F--' "d siero Ia propria rappresentazione " interna dellarealti. I sistemi rappresentazionari corrispondentiai nostri canalisen. soriali. sono: Sistemirappresentazionali V - visivo A - auditivo Canalisensoriali Vista

E pertanto utile al fine di comunicare in modo pii empatico ed ,llicace conoscere come I'interlocutorecostruisce con i propri recetloli sensorialila propria esperienzasoggettiva. Ma come i possibile riconoscere la preferenza sensoriare di una persona? secondo la PNL una delle vie privilegiate d'accesso ai sistemi rappresentazionali sono gli occhi:

VISIVO COSTRUITO (VC)


Quando la persona porta gli occhi in alto a destra cid indica che sla costruendo untimmagine nuova, inventata, un'immagine interna che non ha mai vist o pr im a.

Udito K - cenestesico o propriocettivo Sensazioni tattili (percepite tra_ mire la pelJe: liscio.ruvido,cal_ do, freddo, pungente, duro.. . ) -orbiJo,
Sensazioni propriocettive(sensa_ zioni interne localizzate nel corpo: vuoto nello stomaco,colpo al cuore, come un fiume che ,io.r. dentro, fuoco nelle vene, gambe mo l l i ...) E m ozi oni (che sono i nterD reta_ zioni delle sensazioni precedenti : olsagro,eccltazlone, paura.. . ) O - olfattivo G - gustativo Olfatto Gusto

oo
VISNO RICORDATO(VR)
Quando la persona porta gli occhi in alto a sinisra cid indica che sta ricordando un'immagine interna del suo passato.

ill
lil

oo
I
AUDITIVO COSTRUITO (AC)
Quando la persona porta gli occhi al cenrro a destra cid indica che sta costruendo un suono mai sentito prima.

riu

Secondo la PNL un modo efficace per modificare i nosri stati d'animo o le nostre convinzioni limih;d, cosi come per migliorare I'intesa emotiva con il nostro interlocutore, consiste nel sapere riconoscere e modulare i nosri sistemi rappresentazionali. Sapersi sintonizzare con il canale sensoriale del nostro interlocutore, ossia con il suo sistema rappresentazio_ nale primario, ci consente di patlarc lr'*, lirg;;; quindi di comunicare meglio

ii

illi

oo
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100

AUDITIVO RICORDATO(AR)
Quando la persona porta gli occhi al cenrro a sinisrra ciir indica che sta ricordando una voce o un suono o un motivo musicaleo un discorso o una battuta di un film o un rumore di ambiente del passato.

\I,(;NALI

D'ACCESSO

SISTEMA RAPPRESENTAZION ALE ATTIVATC)


Immagini eidetiche

( )cchi rivoiti rrrrrlto a sinistra ( )cchi rivolti rrrillto a destra ( )cchi diritti rrop 2 fg9c6 ( )cchi rivolti rrrbassoa sinistra ( )cchi a sinistrao a destra sguardo a livello ( )cchi rivolti in bassoa destra {Dilts, Bandler, Grinder, 1982)

(v) (v) (v)


( A) ( A)

oo
I
(K) CENESTESICO
Quando la personaporta gli occhi in bassoa destracid indica che sta provando una sensazione, un fremito, un'ern.zione viscerale.

Immagini costruite

Immaginazione

Dialogo inrerno

Ascolto interno

Sensazionicorporee

(c)

oo
DIALOGO INTERNO (DI) porta gli occhiin basso QuandoIa persona a sinistra cio indica chestadialogando con sesressa.

Secondo la PNL un'altra via d'accessoai sistemi rappresentazionali primari consiste nel prestare attenzione alle espressioni verbali che Ie persone utilizzano. Sostantivi, aggettivi, verbi, awerbi sono usati in stretta correlazione con il sistema che i pii corrispondente, come troviamo indicato nei riquadri sottostanti:
VISIVI Allucinante Luccnte Illunrinrrrsi Scrutare N{ostrare Esibirc AUDITIVI Lirico Roboante Stridente Sommesso Reclarnale Altisonantc Ilccitante Arvolgente Riluttante Coinvolto

CENESTESICIOLFATTIVI
]nvaclente Otloroso Profumato Fragrante

GUSTATIVI Dolcezza Atnarezza Cjustoso

oo
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Fiutare il pericolo Sdolcinato Avere buon fiuto Piccante Sentire puzza di bruciato Aspro Insipido Dissapore Segue ->

Spettacolare Accorclare Inrmenso Appellarsi

Raccapricciante In odore di santiti Assetato

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VISIVI Prevedibile Circoscritto

AUDITIVI Stare in campana

CENESTESIO Soffocante

OLFATTIVI

GUSTATIVI
Acido Buongusto Amaro in bocca Contosalato Occasione ghiotta Essere un pepeflno Auditivo

POSTURA
Corpo eretto,gestualiti espressiva rivoltaverso I'alto,Ie mani compiono movimentiampi

RESPIRAZIONE VOCE
Alta, di tipo toracico. Acuta,ritno L ".,,.. ,"^ ;,1 ., variabile, piuttostoveloce

Persona Faticoso chiacchierata Sommerso Piacevole Spiacevole Sgradevole

Proporzionato Storiache avrdun'eco Metterea fuoco Stare all'occhio

braccia Media,tra toracee Testainclinata, le mani portate addome, con lunga conserte, spesso al viso,movimenti espirazione ritmici

Modulata,ritmo costante, arrroniosa

(Granata, 2001)

molto Posturatendenzialmente Addominale, movimentilenti, profonda chiusa, Cenestesicomuscolatura rilassata, le mani che sfiorano il toracee lo stomaco

Modi di dire conispondenti ai re sistemi rappresentazionali pii frequentemente usati:

Bassa e profonda, ritmo lento,con pause numerose e verbali, segregati difficolti a esprimersi

VISIVO
Quella cosa i fatra su misura per me La vediamo nello stessomodo Mi sarei eclissato Non mi vecleproprio Si vede che mente Ha sempre una faccia scontenta (Granata, 2001)

AUDITIVO
Quella cosa si accorcla perfettamente con me Andiamo all'unisono Avrei urlato Il stro silenzio mi suona come un insulto Non credo a una parola di quello che dice Si lamenta sempre

CENESTESICO
Quella cosa mi calza a pennello Ci piacciono Ie stessecose Sarei sprofondato Mi fa sentire uno straccicr Sento che sta mentendo Sernbra uno con il mal di pancia

Riconoscere il sistema rappresentazionale prefetito d molto utile per creare rapport, per la conoscenza di s6 e per modificare intenzionalmente, attraverso il cambiamento delle submodaliti. stati d'animo negativi e convinzioni limitanti.

CAMBIARE CON LE SUBMODALITA


Definiamo "submodaliti" gli elementi sensoriali di ciascun sistema rappresentazionale Ia che operano al suo interno, determinanclo specificiti dei pensierie degli stati d'animo, e contribuendo all'attribuzione di significato. Secondo la PNL un modo efficace per cambiare i nostri stati d'animo o le nostre convinzioni limitanti consiste nel modificare le "submodaliti" del nostro sistema rappresentazionale primario. Variando le sottomodalitd in un sistema, la rappresentazione si modifica, cosi come il significato che le si attribuisce e la sensazione che a quella rappresentazionesi collega. La mente e il corpo sono parte dello stesso sistema; influenzando I'uno viene influenzatol'altro,

Anche dal .modo in cui una persona si atteggia, dai movimenti che_compie,dalla postura che assume e dalle produzioni paralinguistiche della voce, e possibile individuare il sistema rappresentalionale preferito:

1 04

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Cambiare intenzionalmente le submodaliti i una delle strategie usate in PNL per superare stati d,animo negativi

-l
ESERCITAZIONI SUI SISTEMIRAPPRESENTAZIONALI I MOVIMENTI OCULARI OSSERVARE di tre A gruppi
A raccontaun episodio piacevoledella propria vita. B e C osservanoi movimenti oculari e annotano la sequenza, quindi la confrontano al fine di identificare il primario. sistemarappfesentazionale UINTERVISTA A gruppi di tre con domanB intervistaA come se fosseun giornalistzt, di sollecitando chiarlficazione, de di specificazione e tanto in tanto opinioni e commenti. C osservae annota le sequenzedei movimenti oculari, i i modi cli movimenti del corpo, le posture che assutne, clire, nell'intento d'iclentificareil sistemarappresentazionale primario.

Sperimentatevi nel superamento di uno stato d'animo negativo come segue: 1. Richiamate alla mente un ricordo spiacevole 2. Identificatele submodalitacorrispondentie successivamente a voce descrivetele(poca luce, grigio, voci attutite, respiro bloccato, ecc.) L Richiamate alla mente un ricordo piacevole ' { , I dent i fl c a re l e s u b n ro d a l i t}c o rri s p o ' denti e successi vamenre a voce descrivetele (colori vivaci, voce forte e calda, respiro profondo, ecc.) 5. Richiamate alla mente un ricordo spiacevole 6. G r adu a l me n re c a mb i a rel e c a ra rre ri sri che del l ' i mmagi ne negativa rispecchiando le submodaliti del ricordo felice (colori vivaci, voce fbrte e calda, respiro profondo, ecc.),descrivendoa voce il modo in cui il processodi cambiamento procede 7. Constatate che, seppure permanendo il ricordo dell,evento spiacevole, cambiando le submodalitd,il vostro stato d,animo si modificher), saretein grado di prendere nuove decisioni e vi sentirete meelio.

IL MIO SISTEMARAPPRESENTAZIONALE
A coppie o a gruppi cli quattro Si sceglie Lrn racconto di una vicenda per la pet-sonir parti c()l arm cnt e signi[ icat iva. A comincia a raccontarlain Visivo. B proseguein Auditivo. A procetle in Ccnestesico. B proseguein Visivo. A procede in Auditivo. B procedei n Cenest esict t . Ciascuno riferir) quale sistemasia stato pii facile utilizzare e quale pii difficoitoso.

t
106

t0l

QUESTIONARIO: IDENTIFICAIL TUO SISTEMA RAPPRESENTAZIONALE PRIMARIO


Il questionario B composto da dieci terne di frasi che esprimono concetti molto simili. Indica con una crocerta quella che pii si awicina al tuo abituale modo di esprimerti. Non esistono risposte giuste e risposte sbagliate, ma soltanto diverse modaliti espressive. Rispondi quindi con immediatezza senza riflettere rroppo ( G r an a ta .2 0 0 1 ):

Senti,sentil

B Ma guarda un po'! (, Ma va li!


n

Puoi scoprire cosahanno in mente?

B Puoi sentire cosa hanno in mente? C Puoi vedere cosa hanno in mente?
A
D

C
A

Non ci vedo chiaro Non mi quadra Non mi suona giusto Non vuol sentire altre ragioni che le proprie

A Come vedi la situazione? B Secondote, come si mette la situazione? C Cosa ne dici della situazione?
n
D

B Non vuol vedere punti di vista diversi dai suoi C Non vuole confrontarsi con le opinioni degli altri

,D

Prendi contatto con quel tale Vedi un po' cosa vuole quel tale Senti un po' cosavuole quel tale

GRIGLIA DI ELABORAZIONE DELLE zuSPOSTE


Voglio toccare con mano rt Voglio sentire direttamente C Voglio vedere di persona

fl

A Bisogna osservarele regole con prudenza B Bisogna ascoltarela voce della prudenza C Bisogna muoversi con prudenza A Ha preso una cantonata B Ha preso lucciole per lanterne C Ha capito Roma per toma
Me la vedo brutta

B C

1 \/ C

C V U

) C U V

4 \/ U C

C \/ U

o \/

U C

U V C

8 C U V

910 VU CV UC

B Mi suona male ( , Si mette male

TOT. V TOT. U TOT. C

r08

109

C,qprrolo 10

Metaprogrammie sistemicognitivi di riferimento


Nel mornento in cui non sai, nasceun'intimitifra te e la realti. Diuentd una storia d'amore. Abbracci la realti, essati penetrt, proprio come gli atnanti penetrdnoI' uno nell'altro. Ti sciogli in essacome la neue si scioglieal srtle. Diuenti tutt'uno con essa. Non c'i nulla a diuiderui. separa.Il non sapereuntsce. La conoscenza Osho

Imparaa tacere. Lascia chela tua mente, quieta,a.rcolli e unpari. Pitagora

Secondo la prospettiva costruttivista I'incapacit) di cambiare dipende da una c^renza di prospettive di significato. Chi soffre si muove dentro copioni di vita rigidi e ripetitivi. La relazione di aiuto pone la persona sofferente di fronte alla proattraverso l'esplospettiva di indagare il problema che crea empasse razione creativa di ulteriori possibiliti ed alternative. Un medesimo evento pud essereinterpretato in modi diversi, tanto che la persona pud arrivare a fare scelte diverse' Non serve cambiare un comportamento se Ie alternative percorribili non sono sostenute da un divetso modo di valutare se stessi, gli alri, la vita Quando vogliamo cambiare o aiutare gli altri a cambiare, occorre sapereche ognuno cambia a partire da un processodi ristrutturazione o flessibilizzazionedi propri schemi di riferimento, che in parte mantengono un loro grado di coerenzainterna. Vale a dire che il cambiamento non d un radicale capovolgimento

111

e neppure un processodi esclusione di qualcosache non ci piace.paradossalmentesi cambia se si include, se si diventa se stessi,se si fanno scelte che sono in sintonia con la propria visione della realtd, scelte che sono coerenti con i propri valori e con le proprie necessiti profonde. In altre parole un soggetto cambia se, attra;erso "l'esDer ienz a d e l l ' a c c e rta z i o nie n c o n d i z i o n al e" I' , i dea di trasformazi .,ne di s6 procede a partire dal mantenimento di un cerro erado di stabilita circa la propria visione delle cose,il proprio di "costr-uire"la -odo conoscenzadel mondo, la propria identiti. Solo allorch6, paradossalmente, si pud rimanere se stessi, il cambiamento pud realizzarsi La parte "segreta di noi" che piri ci definisce in profonditi sono

('ssere compresi e riconosciuti atttaverso il nostro Iinguaggio e quello del nostro interlocutore. Conoscere i metaprogrammi d utile nell'ambito della comunicarlone. Infatti, analizzando i metaprogrammi del nostro interlocutore, lrossiamomantenere un pir) alto grado di risonanza con la sua visione dal mondo, possiamo pii efficacemente calibrare i messaggiche decidiamo inviare, possiamo controllare le reazioni individuali e i criteri di persuasione,possiamo facilitare processi di cambiamento che sono in assonanza con gli schemi di conoscenzapersonale. In altre parole se intendiamo aiutare un interlocutore a cambiare un determinato comportamento che d ritenuto disfunzionale, occorre che sappiamo entrare nel suo metaprogramma. Se, ad esempio, vogliamo convincere un collega a fare una vacanza che lo affranchi dallo stresslavorativo, qualora questi abbia un metaprogramma ttpersone", per motivarlo dovremo partire dalla proposta di trascorrere una settimanain un villaggio turistico insieme ad un gruppo di simpaticissimi amici, qualora invece abbia un metaprogramma "luoghi", cercheremo di convincerlo prospettandogli serate a contemplaresplendidi tramonti in riva al mare. Per favorire processi di cambiamento nei nostri interlocutori ocsono e non come noi corre che impariamo ad "amarli comc loro stessi stessidesideriamo che siano", come loro vogliono esserespecificatamente riconosciuti, visti, considerati, benvoluti e rispettati, e non come pensiamo, per effetto delle nostre proiezioni, debbano essereo diventare. I metaprogtammi vengono utilizzati con successo nelI'ambito della vendita, della selezione del personale, della formazione, della motivazione e dell'intervento clinico A tale proposito, d bene ribadire che non esistonometaprogramrni giusti o sbagliati. Ogni combinazione di metaprogramnri fornisce una diversa miscela di attitudini e competenze, che pud esserepir) adeguataa un contesto piuttosto che a un altro.

i METAPROGRAMMI. I METAPROGRAMMI

Ognuno costruisce la propria mappa e processa i dati del mondo attraverso un sistemadi filtri sensoriali,individuali, sociali e culturali. Fra questi filtri ve ne sono alcuni definiti metaprogrammi che, c-omeuna sorta di grounding cognitivo, intervengono nella struttura delle'ostre scelte e sono alla base delle nostre motivazioni nei processi di decisione. I metaprogrammi sono i filtri pii inconsci della nostra mente, che ci orientano nella costruzione della conoscenzae nella determinazione di comportamenti transitori ed abituali. I metaprogrammi si formano durante il nostro processo di crescita e possono subire vafiazioni d.u"rrt" l,"rco dell'esistenza Per certi aspetti i metaprogrammi sono paragonabili ai costrutti sovraordinati (Kelly, 1950), in quanro analizzati in profondith rap_ presentano le scelte originarie (Sartre, 194g) che orienrano il nostrt., universo vissuto e che anticipano ogni possibile scelta. Essi possono

112

ll)

Secondo la pro gramm azione neurolingui s tica utilizziamo princi_ palmente due categorie di metaprogrammi:

I) I METAPROGRAMMI FUNZIONALI
I metaprogrammi funzionali sono filtri inconsci ai quali solitamente conferiamo un significato univoco al fine di riuscire a trattare efficacementele situazioni contingenti e per dare uno specifico senso alla nostra mappa del mondo. Nel corso della vita, i metaprogrammi funzionali possono variare a seguito di eventi molto significativi o a seconda del contesto. per esempio, una persona pud avere un determinato metaprogramma quando lavora e un altro quando d in famiglia o tra amici. Inoltre, d possibile che un individuo scelga intenzionalmente di modificadi, e quindi di imprimere una nuova direzione alle proprie az ionie alla p ro p ri a v i ta . f metaprogrammi funzionali maggiormente utilizzati sono:

Le credenzeche di solito favoriscono un atteggiamentoproattivo: - Riuscird a farcelanonostante le difficoiti. - Non si pud fare sempre cid che si vuole. - Bisogna saper accettarele conseguenzedelle proprie scelte. - Sono responsabiledelle mie emozioni e delle mie azioni. - Ogni scelta presenta dei vantaggi e degli inconvenienti. - Prendo decisioniche cambianola mia vita. - Ho deciso di cambiare le cose. anche se tale cambiamento mi costeri fatica. REATTIVO La persona che ha il metaprogramma Reattiao si sente vittima delle circostanzee, per tale ragione, tende ad evitare ogni tipo di responsabilitd. Lascia che le cose seguanoil loro corso, invece cli far si che accadano.Agisce solo quando d obbligata a farlo e l'ambiente esterno lo richiede. Preferisce analizzarei dettagli, prima di decidere, fino a procrastinare ogni scelta.Di preferenza utllizza verbi passivi. Poich6 qualcuno o qualcosaha decisoper lui, tende a scaricare le responsabiliti e ad attribuire le colpe ad altri. Spessola persona che ha il metaprogramma Reattiuo si percepisce come in un tunnel e cade frequentemente in depressione. Latteggiamento reattivo si ha quando una persona vive il proprio ambiente essenzialmentecome un campo di costrizioni piuttosto osti l e (" S onclvera m ent e obbligat oa. . . "; "Non ho scelt a. . . ";"G li altri pretendono che io..."), che gli impedisce di agire e di vivere secondo i propri ideali:una speciecli palucleche non solo impeclisce di andare avanti,ma inghiotte inesorabilmente. Le credenze che di solito favoriscono un atteggiamento reattivo: - Non posso farci niente. Nessunod padrone del proprio destino. Non sono nato sotto una buona stella. - Gli altri non mi capiscono. - f'utto ricade sempre su di me. - Non serve a niente lortare. - Sono debole ed incapace. - Mi sento soffocare ma non oosso farci nulla.

Ir naptRpnoGRAMMA coNTRoLLo: pRoATTrVo/ nnRrrtvo PROATTIVO La persona che ha un metaprogramma Proattiuo agisceconvinto di poter influenzare persone e situazioni, e si sente urlfi.. del proprio destino. Nel linguaggio abituale utlTizza spessoil pronome io e i uerbi attiui. Parla di cid che fa, agisceper fare u.cad.re le cose,prende iniziative, tende ad assumersile proprie responsabiliti. Quando emerge un atteggiamento proattivo, cid vuole dire che la persona percepisce I'ambiente non come luogo di costrizione ma come contesto ottimale per la propria rcalizzazione,nel quale agisce secondo il principio di realti, anticipando gli eventi e producendo cambiamenti.

t14

Ir uurapnocRAMMA poRTATA: cHUNK-up / cnuNr_oowlt comun icazio_ nee nellaformazione. si riferisce ul .o.rJrigriore in ."r giii"lirii"i ricevono e incorporano, in modosp.cifico ollobale,f. i.,f"r_lrjrri. Il metaprogfammapoftata d molto importante nella

preordinare. Erp;;;;;..etti in mo<loglobale e generico, non essendointeressata a conoscerei particolari. qirrdr ri affrontano aspetti ,.troppo rninuziosi,,, si annoia. Lavora in modo soddisfacentese pud delegarei clertagli, if';q"Jii.r,o,,, arl altri. SprcrErco / paRrrcoreRE / cuuM_DowN

Groserr / cplEnam / csuNx.up La persona chehail metaprogr amma Chunk_up interpretala realta per,grandi pezzi e per vasti r..ruri. usararamente i nomidene cose. Parla.senza sequenze

Analizzando questo filtro, ci proponiamo, inoltre, di ricercare la direzione predominante, il modo in cui una persona reagisce nela rrraggiorparte delle situazioni di difficolti. Quando chiedete a una persona cosavuole nella vita, vi diri quelI. che vuole e quello che non vuole. Gli indiviclui che hanno un metaprogfamma prevalentemente verso vi paderanno delle cose da cui sono attratti, di cid che vogliono e vorranno ottenere. Le persone che tlanno un metaprogramma prevalentemente Via da vi parlennno .lelle cose che non vogliono, di cid che desiderano euitar. e da cui si allontanano.

Vrnso
La persona con un metaprogramma Verso parla di cid che ot_ terra, raggiunger), delle cose che avri, possiederi. Spesso tencle a sottovalutare gli ostacoli e a focalizzarsisu premi e riconoscimenti. VIR nR La persona con un metaprogrammaVia da parladelle situazioni da evitare, schivare,escludere. Si muove sotto la spinta di un problema imminente ciacui allontanarsi, da uno stato di sofferenza al quale sottrarsi. E attenta agli ostacoli ed d particolarmente lenta nel raggiungeregli obiettivi.

::::i: l1i,11fi sequenza delle operazioni in corso.

p., r1:o l"j;';;; g'or.',,. ;.";;,i;::iliJi:ll ; ll:::::; f . i.l, bisoslg di conoscere tuttii dettagri,igu".aunJl"
l:::::.:fl
.f: rr I f ur r r av ur u q J c uur s l s l c ur o

ff:*11*]le "u... suiparticolari di un i".uri-

::1t:,T:.,1':,'11.--r'7,"i.u"o',ti,'do*1"J;:;;;ffi dettagti. "r^^fiifiiit Espone concerti ,".r;J; ,;;;.;;tr;#l X131y1si e t,oppo *;;; ; ;#;, ffi ; ;i',"".; "" o. 3::19': :?:l:':-l sciocchezz.. di d;;i;;;;,;';;;,ffi*ilffi
! pud perctere di vistal,

i::::':fl]ena

iJmetaprosram ma Chunk-down interpretala

Ir urr,qpnocRAMMA DI DE.ISI.NE: uGUAGLIANza / lrrrEn'Nza Ir ltptapnocRAMMA DIREZIoNE: vERso / vtd nd

UcuncrnNza

3::11:
cid

quatcosa o si aflontana da qualcosa. :a lers? R:::::.:t:-*: siha unobietivo,

t" .i prJp*r;;. ffi#;J,

,::T:

_{1.::", o respinta (repulsione, rtcompense) punizi.ni),


l' la^hh66- ^l ^ - ^^,: t

-che Il metaprogramma di di..rilorr. verso / via dariguarda ,. i valorr di una persona, cid che. per rei a mportunt., e servea stabilire se il i "in direzionedi...', oppure .,in ullonru.,^_..,,o f1.I:rsi ::" e se, nelle

ci impedisce di raggiungerlo.

La persona (Jguaglianza che ha un metaprogramma har una spic_ cata tendenzaa valorizzare cid che appare uguale.Sottolineagli aspettiche accomunano le cose. Usaespressioni come"Hanno in comune"... "sono simili,uguali".Tendea essere prefe'abitudinaria. sceadeguarsi alle idee deeli altri. DrrrERuttzR La personache ha il metaprogramma Differenza procede in modo criticoe facendocontinuedistinzioni. usa espressioni come "Si,perd", "Nuovo", "Diverso","Cambiafo".

maggiori ..ir.or,urr. .i:;;;. #r#'i;li#n:"

r 16 r17

vuole spessosperimentare cose nuove, riesce a rawisare dettagli importanti in una situazione comune e non si adegua quasi mai eccessivamente alle decisioni desli altri.

(]AMBIAMENTO La persona che ha il metaprogramma Catnbianenlo d alla contirrrraricerca del nuovo e di qualcosadi migliore.

Ir naprapRocRAMMA RTFERTMENTo: ESTERNo / rNrsnNo Il metaprogramma riferimento si riferisce al modo in cui le oersone giudicano i risultati delle loro azioni e il loro rendimento. Dal tipo di risposta possiamo capire qual d la fonte da cui la persona raccoglie i dati per esprimere un giudizio sulla responsabiriii delle proprie azioni. RIFERIMENTO INTERNO La persona che ha il metaprogramma Riferimento interno d in_ troversa,chiusa in se stessa, per nulla interessata a cid che gli altri possono pensaredi lei. Mostra di decidere per s6, basandosisulle proprie valutazioni e i propri sentimenti. Pud accettareinformazioni. ma decide lei in prima persona cosa farne. Le rispostepid frequenti sono: "semplicementelo so" o ,,Avevo I a s ens az i o n c eh e ..." . RIFERIMENTO ESTERNO La persona che ha il metaprogramma Rifeinento esterno d estremamente preoccupata delle conseguenzeche il proprio com_ portamento pud produrre verso I'esternoe del giudizio degli artri Le rispostepii frequenti sono: "Qualcuno deve dirmelo',, ,,Guarda le cifre", "Ho ricevuto una ricompensa".

/ posstsllnA NECESSITA Ir. uptepnocRAMMA RAGIoNE: II metaprogramma ragione pud rivelare se una persona agisce (.()memorivata dagli obblighi o dalle possibilitd, dalle coercizioni o ,l,r una propria autonomia di scelta. POSSIBILITA La persona che ha il metaprogramma Possibilitd non dh nulla per scontato, ogni vicenda d un'opportunit) per cambiare, ogni scelta E transitoria e revocabile. Descrive le proprie scelte,in modo da sottolineare che riescesempre a fare quello che vuole. Parla di scelte per espanderele proprie opzioni e delle ragioni di tali scelte.usa espressionidel tipo: "Posso" o "Voglio". NECESSITA La persona che ha il metaprogramma Necessit,id soggiogatadalParla la tirannia dei devo: tutto per lei i indispensabile o necessario. freouentemente di situazioni che hanno inesorabilmente condizionato l. r.r. scelte.offre lunghe descrizioni degli awenimenti. Non fa riferimento a scelte effettuate in condizioni di liberti interiore e definisce la realt) sempre in termini di stati di costrizione. Usa espressioni del ti po " D evo", "Sono cost r et t oa. . '".

Ir uetapnocRAMMA coNTRoLLo: srastI-rtA / cenrsrRl,tpl.{to stRsrtrtA La persona che ha il metaprogramma Stabilitd ricerca nella pro_ pria vita punti fermi e certezze:una casa di propriet), un lavoro di_ pendent e .u n a m o g l i e fe d e l e .d e i ri s p a r mi .

TEMPoRALE: Ir n,tEtepRocRAMMASELEZIoNE pAssATO / pns,sptttE / ruruno / NEL tEI'tpo / errRevEnso IL TEMPO PASSATO La persona che ha il metaprogramma Passato non riesce a staccarsi dalle esperienzedel proprio passato,sia che ricordino cose piacevoli, sia che ricordino eventi spiacevoli.

118

1t9

Furuno
La persona che ha il metaprogramma Futuro si proietta continuamente nel domani lasciandosi alle spalle qualsiasi awenimento pos it iv oo n e g a ti v oc h e s i a . PRBseNrr La persona che ha il metaprogramma Presente vive alla giornata e nel qui ed ora, fa progetti a breve scadenza.

A partire dai metaprogrammi di selezione primaria E possibile, ad esempio, valutare i cdteri per la scelta di una vac^nza:. Persone
a a

andrd dove vanno i miet amrcr vado li perch6 ritroverd molte persone che conosco spero di fare nuove conoscenze voglio scoprire posti nuovi attraverseremopaesaggiincantevoli sono molto affezionato alla mia spiaggia in albergo, in una casa affittata, in barca Il prezzo del viaggio la durata della vacanza i mezzi di trasporto i cibi sono previsteescursioni ci sono delle discoteche d un vacanzadi totale relax si possono praticare degli sport conoscerenuove culture imparare nuove lingue

Luoghi

a a a a

NBrrnupo
La persona che ha il metaprogramma Nel tenpo parla al presente e al passato, ed d spesso in ritardo. Attnevrnso IL TEMpo La persona che ha il metaprogramma Attraaerso il tenpo ha una gestione del tempo molto precisa.Parla di tempi da gestire,tanto nel presente che nel futuro. E, solitamente puntuale. Cose

. . o o . o . . . .

Attiviti
2) I METAPROGRAMMI DI SELEZIONE PRIMARIA

I metaprogrammi di selezione primaria sono modelli inconsci, che re sta no t endenz ialm ent e inv ar iat i pe r t u t t a l a v i r a . u s a t i p e r s e l e zionare le esperienze e prendere decisioni. I MsrRpnocRAMMI - PERSONE; - LUOGHI; - ATTIVITA; - INFORMAZIONI; - COSE. Dr sELEzroNE pRIMARIA sono:

lnformazioni ((lranata. 2001 )

sono: ALLA RELAZIONE I unrRpnocRAMMI ORIENTATI AttnNzor,tB su DI sE La persona che ha il metaprogramma Attenzione su di sd d ptevalentemente incistata in una sorta di narcisismo cognitivo che la porta a percepire in modo esclusivoquello che pensa e sente.

120

t21

ArrlruzIoNp sucI,r ALTRI La personache ha il metaprogramma Attenzione sugli altri d in uno statodi iperempatia ed iperbolicaattenzione ai segnali dell'altro. AorcuRrurp La personache ha il metaprogramma AdeguanteE anassertiva e compiacente. DrseopcueNtr, La persona cheha il metaprogrammaDisadegaante deve sempre identificare che cosala differenzia dall'altro. Pno sp La personache ha il metaprogramma Pro sd d prioritariamente concentrata sui propri bisogni. Pno crr ILTRI La persona cheha il metaprogramma Pro gli altri d iperoblativa, protesa sempre a soddisfare i bisognialtrui.

DI coNoscENZAsono: I nantRpRocRAMMI lrLnSOnlZlONETEORICA La persona che utllizza questo metaprogramma desidera procezaziom,modelli. ..lcre concettualiz per spiegazioni, DrmostRezroNp La persona che utlizza questo metaprogramma desideraproce..lcreper esemplificazioni e racconti di aneddoti. EspBRtpNze La persona che uttlizza questo metaprogramma desidera proce dere per sperimentazioni pratiche.

AuronnA
La persona che utllizza questo metaprogramma desidera procedere ponendosi in una posizione di totale fiducia nei confronti di chi propone un determinatoargomentoo attivita.

I naBrepnocRAMMI DI pRESENTAZIONE DELLE INFORMAZIONI sono:

I ntEtepnocRAMMI

ttsrILE OPERATIVo" sono:

DBscnltnvo La personache ha il metaprogramma Descrittiao raccontala realti comesi configurapassoper passo. VRr-ur,rrrvo La personache ha il metaprogramma Valutatiuo raccontala realti per quelloche dovrebbeessere. INtenpRrtRttvo La personache ha il metaprogramma Interpretatiuo racconra quelloche si dovrebbe pensare.

INopnNoENts parla del modo di opeLa personache ha questometaprogramma rare da solo. Lavora meglio per conto proprio e quando pud controllare cid che sta facendo. Non accettavolentieri i suggerimenti. TEeu vIcrNo La persona che ha questo metaprogramma parla del modo di operare insieme agli altri; vuole far parte di un'6quipe, dalla quale si ri conosciut a/ r icom pensat a. di essere aspetta inseritain un gruppo; Tale personad pronta a tutto, pur di essere d un buon giocatore di squadra, mentre il suo rendimento lascia a desiderare quando viene lasciata da sola'

t22

I 2J

TEau correBoRATrvo La persona che ha questo metaprogramma parla in termini di team; desidera appartenere a un'6quipe, ma vuole anche un'area di responsabiliti personale. Tale persona d disposta a lavorare in una gerarchia aziendale,ambisce a ricoprire posri manageriali,ma accertasolo gli ordini impartiti dai superiori.

SUI METAPROGRAMMI ESERCITAZIONE


A coppie A cerca di convincere B a fare un viaggio, facendo leva sui suoi metaprogrammi, individuati in parte attraverso la schedaqui di seguito riportata. Domande per individuate i tipi di metaprogrammi:

I naErapnocRAMMI DI pERSUASIONE sono3

Aurouenco
La persona che ha questo metaprogramma si fida a priori, giudica a partire dalla prima impressione, si convince subito.

ORIENTAMENTOA PROBLEMIE OBIETTIVI


/ VIA DA 1.VERSO Cosa d importante per te? Perch6? Parlami di un tuo progetto

N vorrr
La persona che ha questo metaprogramma per convincersi ha bisogno di alcune evidenze che si ripetano N volte. Penrooo Dr rEMpo La persona che ha questo metaprogramma si convince di qualcosa dopo che ha lasciatopassareun cerro periodo di tempo. 2. MATCH / MISMATCH scelta per uguaglianze e differenze 1. STILE DI PENSIERO Visione Azione Logica Emozione 4. GEMRCHIE DI CRITERI Potere Affiliazione (relazione,gli altri) (notoriet)) Successo

Cosa e importante per te nella vita?

Cosrerurr
La persona che ha questo metaprogramma tende a non esseremai convinta definitivamente di nulla, cerca ossessivamentc la continua certezzadi qualcosanonostante qualsiasievidenza. Nella comprensione dei metaprogrammi, la cosa pii importante da notare d come questi influiscono sul processo comunicativo al fine di potere modellare la nostra comunicazione a seconda delle diverse circostanze.

Cosa d importante Per nella vita?

t24

125

ORIENTAMENTO ALLA RELAZIONE


I. SE/ ATIRI / CONTESTO IIIIII Quando incontri uno sconosciuto quali sono le primissimecose che ti interessano? Come fai a sapere che stai riuscendo, che stai facendoun buon lavoro? Cosafai quando qualcuno ti chiede qualcosao ti chiede di seguirlo, che abitudini hai? Cosacambi spesso e cosamai?

ORIENTAMENTO ALUORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI


STYLES 1.SORTING (stili di vita) Cid che ci interessa del mondo ATTIVITA PERSONE INFORMAZIONI LUOGHI TEMPO 2. CHUNK: GRANDI/ PICCOLI Parlami di un'esperienza (ad esempiola tua ultima comeI'hai scelta? vacanza): Cosati attirava? come chi cosa dove quando Come organizzi la tua giornata?

ORIENTAMENTO AL TEMPO
1.PASSATO / PRESENTE / FUTURO_ 2. IN TIME / TIAOUGHTIME Associato/ Dissociato Pocapercezionedel tempo / Visione della linea del tempo ComescegliXoY? Come scegliil lavoro? Come fai a sapereche stai riuscendo, che stai facendoun buon lavoro?

Quante volte una personadeve dimostrareche d brava per convincerti? / 2. NECESSITA POSSIBILITA ,. MTIVO /PASSIVO di fare Perch6stai scegliendo cid che fai? Mi racconti vn'enPasse relazionale?

/ PROCESSO I-lultimo obiettivo rcalizzato? 4. OBIETTIVO Come e perch6era importante? Cosac'era di interessante?

Cepnolo 11
LAVOROE RELAZIONL,: INDIPENDENTE / DIPENDENTE PROSSIMO Come, con chi, con quali responsabiliti ti piace lavorare?

Le metaforeeducative e terapeutiche
La farfalla che suc,,lazza intorno.alla lampada Jinchi non muore i pii amnireuole tlella talpa che uiue in una palleria oscura. Kahlil Gibran

La metafora e uno straordinario ed efficacissimo mezzo di comunicazione e di facilitazione di processi di cambiamento.

Luomo, da quando esiste,crea metafore, utlizza racconti per istruire, guarire, risolvere problemi. Le parabole del Vecchio e del Nuovo Testamento, gli scritti del buddismo zen, le fiabe e i racconti dei novellieri, sono un esempio di un uso appropriato della metafora. Ogni storia che viene presentataallo scopo di consigliare,insegnare, educare,sollecitarecambiamenti,pud essere definita una metafora. I-efficacia della metafora 6la sua potenza evocatrice.Essa provoca le emozioni e I'immaginazione affinch6 sia possibile acquisire nuove visioni della realti ed imparare nuove strategieper fare fronte alle innumerevoli difficolti del vivere quotidiano. Con la metafora la razionaliti, come accade nella suggestione ipnotica, viene messain disparte, e si interroga l'inconscio, l"'emisfero destro", affinche possagenerarepercorsi di conoscenza e di consapev olezza finora inesplorati. In campo sia educativo che terapeutico possiamo indicare la metafora come una particolare forma di ristrutturazione cognitiva ed emotiva nello stesso tempo, utile affinch6 l'alunno o il cliente possa, attraverso I'analogia e l'identificazione, apprendere nuove strategie funzionali al ptoprio cambiamento. Ogni metafora viene costruita e raccontataper aiutare I'altro a crearsi nuove modalit) di relazione,a trovare soluzioni finora non vi-

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t29

ste e a fargli attingere all'interno della storia raccontata schemi cognitivi, emotivi e comportamentali utili al suo cambiamento. La metafora, umanizzando oggetti e situazioni, usando riferimenti che stimolano la ricerca di nuovi significati, associazionie conresri, permette Ia ricerca di risorse per ridefinire problemi, affrontare paure, rafforzareo scioglierelegami, migliorare 1'autostima,aumentare la gioia di vivere, revisionare il senso complessivo delle esperienze di v it a ( Cas u l a ,2 0 0 0 ). La metafora integra dettagli significativi, immaginazioni creative, simboli evocativi e fa vivere surrogati di esperienza. Per questa ragione d preferibile che le metafore siano generiche e vaghe in modo che la persona possacolmare le lacune attingendo dalIe proprie risorse.

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blema, senza che questa soluzione venga prospettata chiaramente e in modo logico, ma attraverso la costruzione di una metafora, la quale avr) le seguenti caratteristiche: d in analogia con la storia del cliente secondo i principi dell'isomorfismo, presente una struttura parallela di relazioni e di personaggi utili al cliente per ritrovarsi e riconoscersi alla luce di nuove possibiliti (Milton Erickson diceva che se vogliamo che il cliente parli di suo fratello, non dobbiamo far altro che parlare di nostro fratello). amplia la rete di esperienzedi riferimento per consentire il processo di ristrutturazione cambia le convinzioni limitanti in convinzioni utili fornisce soluzioni che possono funzionare amplia I'area delle risorse virtuali Le regole linguistiche da seguire nella costruzione delle metafore si rifanno a quelle del linguaggio ipnotico in generale,ossia alle violazioni linguistiche descritte nel Metamodello. In particolare, le metafore terapeutiche efficaci contengono: - verbi non speci[icari - nominalizzazioni, tramite le quali parole di processo vengono trasformate in nomi di cose o di eventi - indici referenziali generici, dove non si esplicita a chi e a che cosa ci si sta riferendo o dove precisamentesi inseriscel'evento - violazioni delle selezioni restrittive, tramite le quali si attribuiscono sentimenti, gesti.pensieri e azionia oggettiinanimatio ad animali che non possonomanifestare tali sentimenti,gestie pensieri. La metafora va raccontata con adeguatedifferenziazioni analogiche e aggiustamenti della voce, in modo da sottolineare i punti di maggiore rilevanza pet il destinatario. Inolne Ia metafora non va mai spiegata Secondo quanto affermavaFritz Peds, la storia del passatodi una persona non d nient'altro che una fiaba del presente.La nostra storia di vita pud esserere-interpretata graziealla possibiliti di poterla rivivere attraversoI'analogia.

COSTRUIRE LA METAFORA (2000), "La metafora", "non E una similitudine afferma Casula
abbreviata, ma al contrario un'analogia ampliata e approfondita, espressasotto forma di storia, di racconto o di favola, costruita secondo determinateregole". Per cosffuire una metafora efficace occorre che in prituis il counselor (lo psicoterapeutao I'educatore)accompagniil cliente (il paziente o l'allievo) dall'identificazione dello stato/problema alla conquista delle risorse presenti nello stato/desiderato, attraverso le seguenti fasi: a) il cliente presenta il suo problema, evidenziando una situazione di disagio dalla quale intende uscire per arrivare ad uno srato di benessere; b) si individua la mappa del cliente, atraverso alcune domande volte ad indagare gli eventi che caratterizzano il problema, le persone significative coinvolte, i cambiamenti che vuole ottenere, le tentate soluzioni (ossiacome in passatosi d cimentato nella soluzione del problema), le difficolti finora incontrate, le convinzioni e i valori che I'hanno guidato nella sua vita fino all'insorgenza del problema; c) si aiuta il cliente nel qui ed ora a trovare una soluzione al pro-

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ESERCITAZIONI

SULLA METAFORA

TROVARE LE RISORSE PER IL CAMBIAMENTO Mettersi in coppia: un counselore un cliente Il cliente esponeun problema che intende affrontare. Il counselor costruisceuna metafora che rappresentale potenziali risorseche il cliente pud utilizzare per superare l'empasse. Il counselor riferiscela metafora e calibra la reazionedel cliente, il quale potrA successivamente riflettere sulla metafora stessa. Non d utile che il counselorspieghi,se non in rare circostanze,la metafora.

Cercati attraverso le seguenti metafore: Il piccolo Budda Nella contea di Budda erano nati nello stessogiorno due bambini: uno era veramentepiccino, da cui il nome Piccolo Piccolo, per cui lo chiamarono cosi; l'altro era grande e forte, percid lo chiamaronoSchwarzenegger. Piccolo Piccolo voleva diventare grande e forre come Schwarzenegger, allora andd a cercareun maestrotaoista affinch6 lo aiutasse. Il maestro gli disse di allenarsidieci giorno. ore al Piccolo Piccolo lo fece ma non successe nulla. Tornd dal maestro che gli disse di allenarsiancora di pii. Piccolo Piccolo segui i consigli del maestro,rurtavia fu ancorasconfitto da Schwarzenegger. Awilito tornd dal maestro, il quale gli consiglid di allenarsiancora di pin, ma non per avere come modello l'altro, bensi se stesso. Tuttavia ancoralo esortd ad impegnarsistrenuamente, dicendogli: "Ora dovrai allenartiventiquatrr'ore al giorno". Allora Piccolo Piccolo gli chiese:"Maestro, e dormire?". Il maesro lo guardd sorridendo e gli disse:"Dopo".

LA METAFORA: UN LUOGO DI PACE INTERIORE - Mettetevi in gruppi di tre: A-B-C A porteri B in uno stato di trance. C proseguiri stabilizzando lo stato di trancenel seguente modo: "Immagina di essere in cima ad una scala...io conterd da dieci a uno... e ad ogni numero potrai immaginare di scendere il piolo pii basso... e man mano che scendiil tuo sonno diventer) sempre pir) profondo... dieci... nove . . . ot t o. . . set t e. . .scendiancor aun alt r o gr adino. . . sei... cinque... ora sei completamente addormentato... quatffo... tre... lasciati cullare dalle tue sensazioni... ". due... uno... ora seicompletamente calmoe tranquillo... A costruisceun metaforache approfondiscelo stato di rilassamento.

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Lottimista e il pessimista Ci sono due gemelli;uno orrimisrae uno pessimista. Lo psicologo, a cui furono inviati, decretd che il pessimista era depressoa causadella vicinanzadel fratello ortimista, e convinsei genitori a separare i gemelli,mettendo il pessimistain una stanzadr colori vivaci con piacevoli passatempi, e rinchiudendo I'ottimista in un letamaioper smorzarne I'entusiasmo.Alla fine della giornata, il pessimista era semprepii depresso, I'ottimista, invece,scavava nello stallatico.Quando gli chieserocosa sresse facendo,I'ottimista rispose:"Cerco il cavalloche ha fatto questo".

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ESERCITAZIONE: COSTRUISCI LA TUA METAFORA Scegliun tema emotivo che risuona dentro di te: "sentirsi solo, rifiutato, abbandonato,impotente,invaso,intrappolato, violento,cattivo,confuso...ecc.". Costruisciuna metaforaa lieto fine con un personaggio di tua invenzioneche rappresentauno dei temi scelti. Disegna la tua metaforae condividila con gli altri del gruppo.

IL SABOTATORE INTERIORE Individua i pensieri automatici o disfunzionalio limitanti ("Non celafarui mai", ecc.)che ti impediscono di perseguire gli scopi che intendi raggiungere.Concentrati su una difficoltd che interferiscecon qualcosache vorresti realizzare. "Che cosa nel Identifica il tuo dialogo momentidi dif f icolt a?" Disegna su un foglio il tuo sabotatoreintetiore. Torna nel tuo ruolo e comunica al tuo sabotatorele tue proposte per una possibile transazionepositiva (negoziazionetra Ie oarti).

LA METAFORA DELLE RISORSE


F or m at e un gr uppo t li quat t r o p a r t e c i p a n t i

- A esponea B un problema di relazioneche si verifica con una certa frequenza - A e B "psicodrammatizzano"il conflitto relazionale... cambiando ruoli - C costruisceuna metafora volta a cogliere il modo di comportarsi di A - D costruisceuna metafora volta a cogliere un diverso modo di comportarsi di A in un prossimo futuro (stato desiderato) - A individua le risorsecontenutenella metafora - A ritorna nello stato/problema"psicodrammatizzando" il conflitto, mettendo in scenale risorseindividuate - D riporta quanto ha osservatoa livello non verbale e successivamente costruisce una metaforaa lieto fine che aiuter) A ad ancorara le proprie risorse. VARIANTE - A raccontaun sogno ricorrenteo particolarmentesignificativo - B aiuta A a ricostruire il sognoaggiungendorisorsenelle situazionid'empasse ed ampliandoil sognostesso con una conclusionea /ieto ftne.

INVIA UNA LETTERA


Se c'd o c'd stato un conflitto con un partner, con un genitore o un fratello, invia al tuo "presunto nemico" una lettera che ricorda un episodiogratificantevissutocon lui. Narra I'episodio evitando qualsiasicritica.

IL MESSAGGIO PROFETICO predittiva a lieto fine in merito Scrivi una considerazione ad una vicendavissutacon difficolti. Disegna il cambiamento profetizzato.

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UN SAGGIO TI GUIDA NEL TUO PERCORSO DI CAMBIAMENTO Ognuno ha semprequalchebuona ragioneper non cambiare. Il cambiamentova affrontato andando alle radici del problema. Un soggettod assillatodal non riuscire ad intraprendere una dieta poich6, ogni volta che prova senrimenridii rabbia verso il proprio partner, corre in cucina e butta la testa dentro il frigorifero per iniziare una nuova al:l:uffata. ffata. Finch6 non decide di cambiare la sua vita di relazione zione ogni tcntativo di mettersi a dieta sar) vano. La soluzione zione del suo problema alimentared conseguente ad una difficolti relazionale.Se non viene risolta quest'ultima non ron d possibile risolvere la prima. Fantasiaguidata: "Entra in un sonnoprofondo... ora compariri un saggio l lglo che ti sveleri il segretodella tua vita. ai in Quando ti risveglieraisarai diverso, agirai e penserai modo del tutto inusuale...torna nel qui ed ora... adesso lesso puoi dareinizio ad un tuo cambiamento... In un parlanecon compa Jno o un amico fidato".

CONOSO CIO CHE VUOI Gruppi di 3 partecipanti:A-B-C significativanell'ambito del1. A racconta un'esperienza la propria vita affettivao professionale. 2. B e C chiedono ad A di rendere concreto il suo racconto, se troppo astratto,attraversodomande di speci("Come?", "Dove?", "Con chi?"), oppure di ficazione trovare elementi di natura sovraordinatase d troppo concreto con domande di ladderingdel tipo "Che significato ha per te?" oppure "Che cosac'd per te di o con domanesperienza?", tanto importantein questa de volte ad individuare nessi metaforici del tipo "In che modo si legano le diverse parti del tuo racconto e in che cosa,in particolare, viene rappresentatala tua di elementi di ricorvita?" (processodi focalizzazione siviti e sincroniciti). L B e C aiutano A nella definizione di un obiettivo "ben formato" di cambiamento. 4. A identifica la coreografiadel suo raccontoe costruisce una metafora che gli corrisponde secondo prospettive di carattereisomorfico, mentre B e C identificano la scaladei livelli logici di A in corrispondenzaall'obiettivo dichiarato. 5. B e C individuano nella metafora di A: - 1o stato attualee 1o stato desiderato - i valor ie le convinzioni - i presupposti e le generalizzazioni - i vantaggi e gli svantaggi. 6. A modifica la propria metafora o ne costruisce una nuova, in modo tale che quest'ultima sia pii coerente con lo stato desiderato. 7. B e C individuano le risorse uttlizzatenella nuova metafora.

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IL TUO PROBLEMA DI RELAZIONE Gruppi di 3 partecipanti: A-B-C


1. A identifica un problema relazionale che gli crea disagio, sentimento di confusione,paura di abbandono o alfo. 2. A si rappresentail problema relazionaleandando in prima posizione, poi lo racconta ai due mentori B e C. ). A va in posizionemeta e seleziona i messaggi impliciti del proprio ed altrui modo di comunicare in rapporro al contenuto,all'autopresenrazione, all'appello, alla relazionee agli stati d'animo (vedere: "Lascolto attivo", dal saggiodi Franco Nanetti dal titolo Capirsi). 4. I due mentori B e C, oflnuno per proprio conto, costruisconouna metafora che d funzionale alla soluzione del problema relazionaledi A. 5. Ogni mentore legge la propria metafora ad A. 6. A individuaelementicomuni,collegamenti e rrarriunari delle tlue nretaforc. 7. A si mette di spalleai due mentori. Sentele loro mani sulle proprie spalle e nel silenzio di qualche minuro percepisce il messaggio comune che entrambi gli inviano per la soluzionedel suo problema. Questa fasenon si interrompe finch6 il messaggio, comunicato a livello energetico,non E entrato nel corpo (stato di risonanza morfica). 8. A torna in prima posizione per attualizzare nell'imn.raginazionela soluzioneal proprio problema relazionale. 9. A verifica, insieme a B e C, che cosa d cambiato nella sua configurazione esistenzialein termini di valori, convinzionie atteggiamenti.

L COPIONE DI VITA Gruppi di 3 partecipanti : A-B-C

1 A raccontaa B e C la propria storiadi vita.


z B e C individuano il copionedi vita di A, identificando:

"non chiedere - le ingiunzioni("non essere te stesso", "non averesucper il tuo bambino", "non pensare", essere autonomo",ecc.) cesso","non - le spinte("sii forte", "sii perfetto", "sbrigati" compi aci mi","sf or zat i") - i modelliu. enit or iali int er ior izzat i * I'areadi vulnerabiliti - la liberazioneinterna come spinta alla grandiositi <r illusionecompensatrice - il tornaconto finalebanale("per tutta la vita sarduna o tragico ("continuerdsemprea bere e casalir-rga") rimarrd da solo"). Taleobiettil. A identificaun obiettivodi cambiamento. dev'essere: vo (visivo,uditivo, cene- descrittoin ternrini sensoriali Accettare un obiettivo descritto in modo stesico). generico,tipo "voglio esserefelice", significa fallire in partenza - descritto in termini positivi. Un obiettivo descritto in termini negativi non consentela ricognizione di nessttna risorsa - conformeall'ecologia vale a dire che della persona, per gli per altri. ("se din6 s6, ne non sia dannoso vento attraente,possodiventareinfedelea mio marito"). In tale direzionepossiamoporre Ia seguente I'obietse raggiungi domanda:"Cosapud succederti tivo individuato?" - acquisito e mantenutosottola propria responsabilit) (non serve a niente dire: "voglio che mio marito smettadi bere")

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Cnprrolo 12
- identificato nella consapevolezza dei motivi reconditi che ostacolanoil cambiamento:"che cosati impedisce di raggiungereil tuo obiettivo?", e della motivazioneche ti porta a desiderareil raggiungimento di quello specifico obiettivo e delle risorsenecessarie: "che cosa ti serve per raggiungereI'obiettivo ". prefissato? 4. B e C costruisconouna metaforaa lieto fine che modifica il copione di vita di A.

Processidi ristrutturazionecognitiva. I pensieriche trasformano

Una spadapud durare poco, ma il guerriero della luce deuedurare a lungo. Percid non si lasciaingannare dalle proprie capaciti ed euita di farsi cogliere di sorpresa. Ad ogni nsa di il ualore che merita. Alcune uolte, di fronte a graui problemi, il demonio gli sussurraall'orecchb: "Non preoccupartinon i una cosaseria". Altre uolte, di fronte a cosebanali, il demonb gli dice: "Hai bisctgnodi concentraretutte le tue energie per risoluere questasituazione". Il guerriero non ascoltacid che dice il demonio. Egli i il ruttestrodella spada. Pauio Coelho

CATTIVAFORTUNA? BUONA FORTUNA? CHI LO SA?


Un antichissimoraccontocinesetaoist a nartadi un contatlino che viveva in un povero villaggio di campagna ed era considerato molto ricco perch6 possedevaun vecchio cavallo che utilizzava per lavorare i suoi campi e per il trasporto. Per questo i vicini si congratularono con lui per la sua fortunata condizione. Ma questi si limitd a rispondere: "Cattiva fortuna? Buona fortuna? Chi Io sa?". Poi il cavallo si ammald. Allora gli stessivicini andarono da lui per lamentarsi della sua sfortuna dovuta alfatto di possedereora un cavallo di cagionevole salute, ma egli ancora laconico rispose: "Cattiva fortuna? Buona fortuna? Chi lo sa?". Un giorno, il cavallo scappd e tutti i vicini esclamarono: "Che disgrazial", ma il contadino disse semplicemente: "Cattiva fortuna? Buona fortuna? Chi lo sa?". La settimana seguenteil cavallo tornd dalle montagne portando con s6 una mandria di cavalli selvatici. Allora i vicini si felicitarono con lui per la sua fortuna. Questi ancora rispose: "Buona fortuna? Cattiva fortuna?

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dcfiniamo. Se cambia la cornice, cambia anche il significato, cam_ biano i nosili stati d,animo.

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LA RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA
sione che hanno di esse. Epitteto

Gli uomininon sonodisturbati dallecose, madallavi_

contesto della pa^o .on,i,l"f ; ;;;J; il ii:ffi ;' Iil :,1.,,":ll,: *| _']lt*t", armi e allaguerra,inrprowisam.",. -u, jJ.",u'..rn, .oru poritiuul

:T,]1.:nllocato. ;,T:':"?::il:"if t":yl;r,"-;;";";ffi L:ilf,:'^Hl::i; sSmfrauna cosanegariva, Slyba sevistonel conrest., lott1 ,_l"ll,
q yuarruv ' rrgllo non sl fompe una gamba. Avere una

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di,9ualsiasi awenim^en ro dipendedalla,,cornice,, al.

Non accusatela carne come cagione di grandi mali, e non rigettate sulle circostanzele molestie della vita, ma piuttosto ricercate nell,anima le cause e, strappando ogrri vano appetito delle cose effimere, p.o",rr"t" di quistare intero dominio di voi stessi. "". Epicuro di uscire dau.n.o stato di empatse,di <rifficoltnldi sofferenza, p..l"airra"" re modalitipii cosrruttive di affrontare i problemi. P ossi amo def inir e, , r ist r ut t ur azione cognit iva, , un modo di procedere pet trasformare convinzioni broccanti o restrittive in nuove convinzioni, idonee affinch6 Ia persona possa, senza troppe interferenr", .il;;;;; difficolti e raggiunger. p."p.i obiettivi La ristrutturazione consistener cambiamento della cornice at,interno della quale una persona percepisce gli eventi o i significati che gli attribuisce, affinch6 sia possibile .u-fiu.. re reazioni emotive e comportamentali che sono fonte di sofferenza. Nella relazionedi aiuto, Ia ristrutturazione d rargamenteuttrizzata. Quando un counselor cerca di far si che il clienie "p."ri;il.;r. in modo-diverso"'oppure "veda le cose da un nuovo punto di vista',, non sta facendo altro che tentare di ristrutturare le sue convinzioni, in modo tale che il cliente stessoimpari a reagire agli accadim.nri rn modo diverso e pir) costrurtivo. Le procedure di ristrutturazione cognitiva ci consentono

LE CONVINZIONI LIMITANTI
Nulla i bene o male se non per la nostra immaginazione. da Shakespearc, Anleto La nostra mente i capace di farci stare meglio anche quando Ie cose u"nro male ed a ."f"". di farci stare male_anche quando in realti l" bene. "o..'".rdrebbero da Milton, paraclisoDertluto

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Come |tuomo pensa nel suo cuorer cosi lui E. d a l l a Bi b b i a Un esempio piuttosto awincente ci viene fornito da Leslie Carne_ ron Bandler nel descrivere un processo di ristrutturazione con una donna che era afflitta-dalla coazione alla purizia. La cliente, inrutti, passavagfan pafte del tempo nel cercare che i familiari evitasserodi passaresopra ad un rappeto che stavanel salone della casa.Ogni volta che loro sporcavanoil tappeto, il fatto provocava in lei rabbia e disgusto. Allora passaval'aspirapolvere sul tappeto un'infinit) di volte al giorno e dedicavaun'enorme quantiti di tempo a stareattenta che le persone entrassero dalla porta posteriore, invitandole spesso a to_ gliersi le scarpee camminarein punta di piedi. con la donna "rupofoba" Lesrie cameron Bandler utilizzd questa proceduradi ristrutturazione. Disse: "voglio che lei chiuda gli occhi e veda il tappeto, e veclache non c'd nessllnaimpronta, da nessunaparte: e tutto pulito e soffice, nessuna impronta, da nessuna Darte,,. La donna-chiusegli occhi ed era al settimo cielo, serenae sorri, dente. A quel punto Leslie Cameron Bandler aggiunse: ,,Ora voglio che si renda conro che cid significa che lei c toiul-"nt. ,oru, .h! l. personedi cui si occupa e che ama sono lontane". Lespressionedella donna cambid radicalmente, rivelando un profondo poi continud: "Adessometta un po' di impronr. . l. guardi, -ul.rr"r.. ,upfiu .t. le persone che pii le sono care al n ondo sono vicine,,."Allora lei si senti di nuovo bene. come possiamo osservare nen'esempio riportato, la ristrutturazione non modifica lo stimolo proueniente dai mondo .rr"rno, orriu il comportamento dei familiari, ma si limita acrattribuire loro comportamento un diverso significato, perch6 possa "r esserediversamente interpretato e condurre la persona ur ,rp..u-.nto ,Jerproprio stato di disagio.

I)ROCEDURE DI RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA


Descriviamo alcuni tipi di ristrutturazione cognitiva:

I)LA RISTRUTTURAZIONE DI CONTESTO


La ristrutturazione di contesto influisce sul contesto della situazione. Con essail significato che si attribuisce a un comportamento rimane invariato, mentre cambia il contesto in cui quel comportamento, ritenuto non funzionale o sgradevole, potrebbe risultare efficace e piacevole. La ristrutturazione di contesto agisce su strutture linguistiche che implicano un "troppott. Esempio. Una mamma racconta del figlio: "Mio figlio,i insopportabile,a casad troppo precisoe meticolosol". Domanda: "Va bene, mi dici che tuo figlio d cosi, ora puoi trovare dei contesti in cui queste sue inclinazioni sarebbero utili o apprezzate?". Ristrutturazione cognitiva: "Se da grande volessefare il chirurgo o riparare computer, la sua precisionee la sua meticolositdsarebberopreziose". Riporto, ad ulteriore specificazione, un esempio di un caso di counseling familiare nell'ambito di una seduta di consulenza clinica effettuatada Virginia Satir. La famiglia d composta da un padre, bancario di professione, piuttosto autoritario e rigido nei modi, una madre che rientra nella categoria della persona compiacente. La figlia si schiera completamente dalla parte della madre ma di fatto si comporta come il padre. Nel corso dell'intera sedutail padre lamental'atteggiamentoeducativo sbagliato della madre, atteggiamento che ha causato, secondo lui, la testardagginedella figlia. E a questo proposito che Virginia Satir mette in atto una procedura di ristrutturazione cognitiva di contesto, che citiamo testualmente: - Lei d un uomo che si d fatto strada nella vita. vero?

- si.
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- E. tutto quello che ha, lo ha ricevuto in dono? per caso suo pa_ dre possedevala banca e le ha detto "Tieni, sei ir presi,Jente della banca2". - No, no. Me la sono guadagnata. - Dunque lei ha una certa tenacia,non B cosi? - Certo! - Bene, dunque c'd una parte di lei che le ha permesso di rag_ giungere la posizione che ha, e di essere,., b,ron banchiere. E talvolta lei d costretto a rifiutare a una persona certe cose che le farebbe piacere poterle dare, perch6 sa che se lo facesse. pir) tardi succederebbe qualcosadi spiacevole - Cer t o ! - Bene, dunque c'd una parte di lei che d stata abbastanzatestar_ da da proteggerlaveramente,in modo proprio giusto. Beh, si. Perd sa, questo genere di cose, non lo-si pud lasciare fuori controllo. - Adesso desidero che lei si giri verso sua figlia, la guardi, e si renda conto senza il minimo dubbio di aveile inselnato , essere testarda e a stare in piedi da sola, . .h. qu.rt insegna_ menro d di inesti.rabile valore.Il dono che lei ha fa*o d qualche cosa che non si pud comprare, d qualche cosa che po_ trebbe salvarle la vita. Immagini che immenso valore avra questa cosa quando sua figlia usciri con un uono dalle cattive intenzioni. La ristrutturazione di contesto i efficace perch6 si basa sul presupposto che in futte le esperienze umane qualsiasi comportamerrr, ;r, .r. determinato contesto, i appropriato edha ,lr" fun"ior" positiu^-

2) LA RISTRUTTURAZIONE DI SIGNIFICATO
La ristrutturazione di significato si rcalizza quando il senso o I'effettivo contenuto della situazione si modifica. Con essa si agisce sulla struttura dell'equivalenza complessa: "X significa Y", introducendo anche altri significati, come "X significa anche M, Z...",mentre il contesto rimane invariato. La ristrutturazione di significato agisce su strutture linguistiche che implicano I'espressione "significa che". Un esempio. Una moglie racconta del marito: "Bastavederel'espressione che ha quando torna a casala seraper capire che non mi ama" (in altre parole: "la sua espressione significa che non mi ama") . Domanda: "La sua espressione pud significareche non ti ama, ma cos'altro ". potrebbe significare? Ristrutturazione cognitiva: "La sua espressione potrebbe significareanche che d molto stanco, che ha litigato con il suo collegadi lavoro, che d triste perchd vorrebbe offrirti una vita diversa o che d preoccupato per il divorzio a cui stateandando incontro". Riporto, a specificazione, un ulteriore esempio: Un ragazzo(di nome Marco) da molto tempo minzrcciadi volersi suicidare. Marco, piangendo disperatamente, dice al proprio counselor: "Non ce la faccio pii, voglio farla finita" . Il counselor,in modo apparentenente inopportuno lo interrompe, dicendogli: "Stai piangendo. Piangil Il tuo pianto sta a dimostrare che hai trovato finalmente il coraggio di mostrare le tue emozioni". Marco, come sollevato, smette di piangere. Anche in questo esempioil processodi ristrutturazionecognitiva si definisce attraverso un cambiamento di significato. Il crollo emotivo non viene pii interpretato come una condizione di debolezza, ma come un gestodifona e di coraggio. La maggior parte delle battute umoristiche sono forme di ristrut-

-] ESERCITAZIONE: RISTRUTTUnnZONEOr CONTBSTO


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A elencauna seriedi situazioniproblematiche,legatealla sua vita familiare e professionale, in cui prevalgaI'espressione linguistica "troppo" B pone la domandaadarrae attendeche A formuli almeno due ipotesi diversedi risrrurturazione per ogni problema.

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turazione di significato, ossiastratagemmiper insegnareall'altro a vedere le cose in modo diverso. Occorre ricordareche quando la ristrutturazione ha persuaso I'interlocutore dell'esistenzadi altre possibilitd, egli ne dard un segno molto evidente che potri esserecalibrato attraverso i lineamenti del volto che si distendono, gli occhi che si illuminano e le labbra che accennano un sorriso. Il corpo comunica chefixalmenle il problema pud esseresuperato.

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presupposti utili di questo approccio sono: E meglio avere possibilita di scelta che non averne La scelta d spessoinconscia Noi possediamogii tutte le risorse per cambiare E importante usarele risorsegiuste nel contestoappropriato Ognicomportamento, in un dato contesto' ha una funzione po' sitiva (come nell'esempio riportato, nel momento in cui il comportamento bulimico permetteva alla cliente di raggiungereI'otiettirro inconscio di tenere lontani gli uomini, al fine di evita-

ESERCITAZIONE: RISTRUTTURAZIONE A coppie

DI SIGNIFICATO

re qualsiasirottura all'interno del matrimonio) ha un vantaggiosecondario' - Ogni comportamento svantaggioso Secondo Bandler e Grinder, non serve contfastare un comportadi Inento sintonraticopoich6. solo .luando ci troviamo in possesso stessi gli strategie cognitive e colnportamentali migliori per ottenere obiettivi, i comportamenti problematici vengono spontaneamente abbandonati. Si comprende che nel processodi cambiamento I'inconscio b molto pir) determinante e potente dell'Io cosciente' Per owiare a cid, ga.rdl., e Grinder propongono la tecnica dell'interpellazione verbale esplicita rivolta direttamente alla parte inconsciache determina il pro,,Guarda che non sto parlando alla tua coscienza.sto parlanblema, do alla parte di te che i responsabiledi questo schema comportachiedono: "La parte di te che i responsamentale". Successivamente a comunicare con me a livello coscienX d disposta schema dello bile per "Puoi del tuo desideriodi ingrassare parlarmi te?,,(ad esempio avdanno uomini?"). dagli rifiurara Quindi evitare la paura di venire (sem(schema intenzione X) e vio alla distinzione tra comportamento pre positiva) della parte. A questo punto evidenzianoe negozianocon io pur,. alternative di comportamento che possanodare buon esito alI'intenzione. Ossia la parte chiederd I'alternativa, a livello inconscio, a un'altra parte, definita "parte creativa". In questa fase,ogni volta che la persona si troverd d'accordo su un nuovo comportamento proposto, invierd un segnaleaffermativo. A questo punto viene chiesto alla parre interpellata se d disposta ad assumersile responsabiliti dei nuoui .o-pori"menti. Alla fine si effettua un "controllo ecologico", ossia si chieie se ci sono altre parti che possano non essered'accordo con

- A elencauna serie di situazioniproblematiche,legatealla sua vita familiare e professionale, in cui prevalgal'espressione linguistica "significa che". - B pone la domanda adattae artendeche A formuli almeno due ipotesi diversedi ristrutturazioneper ogni problema.

)) LA RICORNICIATURA: 'NON CONTRASTARE IL COMPORTAMENTO SINTOMATICO''


Bandler e Grinder nel saggio La metamorfosi terapeuticasostengono che la ricorniciatura, come dispositivo di ristrutturazione cognitiva. sia un modo per entrare in contarto con la parte dell'individuo che determina un dato comportamento problematico. "Analizzando la parte", possiamo scoprire qual i il vantaggio secondario che il comportarnento in questione persegue.In un caso da loro citato di una paziente obesa, il vantaggio secondario era quello di evitare di esserenotata dagli uomini, considerato il fatto che il rapporto col marito era in crisi e che lei non si sarebbe sentita sufficien temente forte da fronteggiare un'eventuale separazione. Questo esempio ci permette di comprendere la distinzione tra I'intenzione (proteggere il proprio matrimonio) e il comportamento (mangiare al punt o di ing ra s s a re tro p p o ).

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le nuove alternativee, in caso di risposta affermativa, si riprende il lavoro ripartendo direttamente dal secondo punto. La tecnica appena iilustrata, definita anche ristrutturazione in sei fasi, pud essereriassunta come segue: - Identificarelo schemacomportamentale X <latrasformare - Entrare in comunicazione con la parte responsabiledello schema X: "La parte di me che governa lo schemaX d disposta a comunicarecon me a livello cosciente?" - Fissareil significato "si/no" del segnale - Distinzionetra il comportamenro,ossia1oschemaX, e I'intenzione della parte responsabile del comportamento stesso:"Sei disposta a farmi sapere a livello cosciente che cosa stai cercando di fare per me mediantelo schemaX?" - Se si ottiene come risposta si, allora chiedere alla parte cli procedere comunicando la sua intenzione. Per la coscienzaquesta intenzione risulta accettabile? - Creare nuove alternativecomportarnentali. A livello inconscio, la parte che governa lo schema X comunica la sua intenzione alla parte creativa e opera una scelta tra le alternative che vengono generate da quest'ultima.Ogni volta che sceglieun'airernativa, trasmette un segnalesi. - Chiedetealla parte: "Sei disposraad assurnerti la responsabiliti di generaretre nuove alternativenel contestoappropriato/". - Controllo ecologico: "C'd qualche parre di me che vorrebbe muovere delle obiezioni alle tre nuove alternative?".Se la risposta d si, allora occorre ritornare alle prime fasi.

comportamento che la persona non vorrebbe adottare, o che impedisce a quest'ultimadi fare qualcosache vorrebbe fare. Si capisce cosi come ogni difficolti sia prodotta da qualcosa e, quindi, "come ogni sintomo abbia le sue ragioni". le difficolti, A volte, tuttavia,le cosepossonostare diversamente: ad esempio, possono esserecausateda due parti in conflitto ila loro, aventi ciascunauna funzione positiva e un modo efficace cli espletarla. Ad esempio, sia lavorare che svagarsisono due ottime possibilita, ma se le parti adibite ad essesvolgono il loro ruolo contemporaneamente non funzioneranno bene; potrebbero esserecausa di conllitti e sensidi colpa nella persona,come, ad esempio,quando si vorrebbe studiare e invece si legge un romanzo, o cluando si dovrebbe studiare e invece si telefona a un amico. In altri casi, invece, pud capitare di non godere abbastanche si lavori troppo e si abbia la sensazione za della vita. In entrambe le situazioni, comunque, il problema d causato dall'interazione tra due o pir) parti. Bandler e Grinder, a questo riguardo. propongono una tecnica dinegoziazione tra le parti, di cui qui di seguito d riportato lo schema: - Rivolgere alla parte che viene ostacolata (parte X) le seguenti domande: "Che funzione positivahai?" "Quale parte (parti) e (sono) d'ostacoloper te?" - Rivolgere la stessadomanda alla parte Y "Che funzione positivahai?" "X interferiscementre tu stai svolgendola tua funzione?" - Se talvolta awiene che entrambe le parti si ostacolino a vicenda, adessosiete pronti a negoziare un accordo (in caso contrario, questo schemadi ristrutturazione non d adatto, passatea un altro. Se Y interferiscecon X, ma X non interferiscecon Y lo sche' rna pir) usato sar) quello della ristrutturazione di X in sei fasi). di- Chiedetea Y se la sua [unzione,] tanto imporranteda essere lo poter volta ricevere a sua X, da non cosi ostacolare sposta a stessotrattamento. - Chiedete a X se sarebbedisposta a non ostacolareY, qualora Y non la ostacolasse. - Chiedete ad entrambe le parti se sono effettivamente d'accordo a comportarsi cosi per un certo specifico lasso di tempo. Se

4) LA NEGOZIAZIONETRA LE PARTI
Lampliarnento della visione del mondo di una persona che viene attuato attraversola ristrutturazione non significa costrizione a fare qualcosa. Un cambianlentoawerri se il nuovo punto di vista prospettato sari per la persona piu significativo rispetto al vecchio. Come abbiamo visto, nella ristrutturazione in sei fasi si presuppone che ci sia una parre dell'individuo che pror,ocaun determinato

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una ,lelledue parri dovesseper una qualsiasi ragione non esse_ re soddisfatta. dovri segnalarealla persona che d necesrario ri_ negoziare. - Verifica ecologica: "c'd qualche akra parte interessata alla cosa?". "Ci sono altre parti che ostacolanoqu.rtu parte o che utilizzano queste interruzioni?". In caso aff.rmatirro, ".i n.go_ ziate" (Bandler e Grinder, l9g4).

CAMBIAREIL DIALOGO INTERNO


Questo esercizio permette di modificare t\ dialogo interno del cl i ente. A counselorinvita B clrcntc a dialogare con le sue abituali voci interne, ossia con le convinzioni che in modo permanente sono alla basedel suo copione di vita. La procedura pud esseredivisa in due parti che confluiscono liberarnente una nell'altra. Ogni parte pud essereusata da sola alternativamente. Nella prima parte, A invita B a prestare parricolare attenzione alle sottcttuodaliti della voce interna, la sua localizzazione nel corpo, il timbro, il volume e cosi via. Quando le ha specificate,invita B a cambiarle, una dopo I'altra. Lo scopo d di riprodurre la voce in modo da non percepire pii un sentimento parassitain risposta ai problemi che abitualmente affronta. Nella seconda parte, A invita B a chiedere alla voce quale sia la sua itttenzione positiua per lui. B pud continuare a negoziarecon la propria voce riconoscendo come questa possarealizzarequesta intenzione positiva in modi nuovi e piD funzionali (non condizionatidal copione di vita). 1') A spiegabrevemente il processoa B e gli chiede un contlatto per eseguire I'esercizio. Se A ottiene un accordo Adulto con B, procedi in questo modo: 1. A invita B a ricordare un'occasione recentein cui si d imbattuto nel problema che vuole risolvere (sentimenroparassita,comportamento racket, convinzione disfunzionale). A chiede a B: "Stai sentendo proprio in questo momento qualcuno che ti parla nella testa?". 2. Normalmente B vuole riconoscere la voce. Se B d d'accordo,A gli chiede di rif-erire che cosa dice (A non ha bisogno di conoscereil contenuto). B pud riconoscereo meno la voce come appal-tenente ad una personaconosciuta. l. A chiede a B di specificarein dettaglio da doue venga la voce. -1.Poi, A chiede a B di descrivere le altre cararerisdche della voce, per esempio il volume, il timbro, la rapiditi, f intonazio-

ESERCITAZIONIDI RISTRUTTURAZIONECOGNITIVA

RISTRUTTURAZIONE ED INDIVIDUAZIONE DELLERESISTENZE AL CAMBIAMENTO


A coppie Prima parte A raccontaa B qualcosache gli accadee che non gli piace, con I'atteggiamenro di chi si rrova davanti a un problema. B resranella cornice problematicae pone ad A queste.lo_ m and e : - In che modo per te questo d un problema? - Cosa ti impediscedi fare quul.o., di diverso? A risponde. Secondaparte A racconta a B il medesimo fatto con I'atteggiamentodi chi ha davantiuna sfida. B rimanendo nella cornice di sfida pone ad A questedo_ nrande: - Che cosad importante per te in quesrastoria? - Che cosane potresti ricavare? - Ci potrebbero esseredei benefici? A risponde. Al termine dell'esercizio,A riferiscea B se la percezione della situazionera la prima e la secondaparte dell,eserci_ zio d cambiata e in che modo.

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ne cadente o saliente, la respirazione. Se vuole, A pud inter_ pretare la voce. 5. A chiede aB di cambtlare una o pir) caratteristichedeila voce fle suesubmodalitd.Un modo frequente di cominciare d chieder_ gli di spostarela voce in un altro posto dentro o attorno al suo corpo. Lascia che A decida dove spostarla. per ogni cambia_ mento di una sottomodaliti, A chiede a B come si sente con questa voce nel presente e lo invita a ulteriori cambiamenti di voce (solo se si trova in uno stato di benessere). 6. Per accrescere questo processo,A pud chiedere a B: ,,Hai un personaggio dei fumetti preferito o un altro che gli assomiglia? Ora puoi continuare a parlare con la voce interna che dice sern_ pre Ie stessecoserma da una nuova posizione e con la voce del personaggiodei fumetti (per esempio,paperino, Braccio di fer_ ro, ecc.)". Se B vuole, pud interpretarequestanuova voce au_ mentando il volume della voce stessa. 7 . La prima parte dell'esercizio d completata quando Ia reazione emotiva del cliente alla voce d cambiata. Auuertenza; i importante garantire protezione prina di cambiare le uoci. sebbene questa tecnica possa essereueloce,facile e spesso diuertente, ci6 nonostante implica che il cliente B cambi parte del suo copic.,ne. Percid bisogna assicurarsiin anticipo che B abbia chiuso tutte le "uie di fztga". 2') Dal momento in cui B ha collocato la propria voce e l'ha fatta risuonare nel modo che voleva, puoi continuare a lavorare invitandolo a chiedere alla voce quale sia la suaintenzione positiua nei suoi confronri. Questo passaggioderiva dal presupposro che tutti i comportamenti hanno un effetto positivo per la persona. A invita B ad interpellare la uoce stessaperscoprire che cosa "lei" . rlsponda. Il compito di A d di ascoltare quello che B riferisce a proposito delle intenzioni positive della voce. Ad ogni dichiarazion. di lnt.nzione positiva, chiede a B se d soddisfatto dell'intenzione della voce. Se B non d soddisfatto o se l'intento positivo dichiarato .suona ancora da copione", A lo invita a fare un'altra donanda alla voce:

"Qual d la tua intenzione positiva nel volere questoper me?". Questa fino scquenzapud essereripetuta tante volte quante sono necessarie, ir che I'intenzione positiva della voce sia diventata autonoma rispetro al copione di vita.

CAMBIAMENTODI CONVINZIONI
A counselorguida B cliente come segue: 1. Identifica una convinzione di copione che attualmente ritieni limitante. 2. Identifica una nuova, aggiornataed autonoma convinzione che Verifica que' '"uoi sostituirealla vecchia convinzione di copione. sta nuova convinzione che hai scelto attraversoi seguentipuntt: - Questa convinzione d veramente tua? O la utllizzi per compiacere o per ribellarti contro qualcuno? - Riguarda un risultato o una qualitd che i in TUO potere? - E formulata in positivo? ("Ho fiducia..." piuttosto che "Non sono nervoso. . . ") - E burutu sulla realti? (Verifica che non sia riduttiva o esagerata, ma sii ambizioso!) - E ecologica? -1.Prendi alcune etichette adesivee crea sei etichette, una per ciascuna delle seguenti convinzioni: "Convinzione Attuale"; "Aperta al Dubbio"; "Museo di Vecchie Convinzioni"; "Convinzione Preferita"l "Aperto a Credere" e "Il Luogo Sacro". Colloca queste etichette sul pavimento nell'ordine che d stato dato in sensoorario, come se fossero i posti definiti intorno ad un tavolo immaginario a grandezzanaturale. 4. Mettiti ai posto in cui c'd i'etichetta"ConvinzioneAttuale". Dichiara la tua attuale convinzione di copione a te stesso(anche ad alta voce se vuoi). SPERIMENTA COMPLETAMENTE QUESTA CONVINZIONE. In quale parte del corpo si trova la sensazionedi questa convinzione? Quali immagini, suoni, voci interne e sensazioni accompagnano questa convinzione? Registra questa esperienzanella sua totalitir. Fai in modo che la totaliti di questa esperienzafluisca dentro di te e che saturi

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completamente il luogo che tu hai chiamato "Convinzione Attuale". Quando hai completato questa fase, allontanati dal tavolo. Nota come la convinzione di copione rimanga a saturare il luogo della "Convinzione Attuale". 5. Ora passain tutte le altre cinque posizioni a turno e ripeti il processo appena descritto al punto 4. In ogni posto sceglierai un diverso tipo di convinzione, sulla base della sequen za precedentementeindicata. Ogni volta pensa alla convinzione che corrisponde a quel posto, poi mettiti in quel posro e dichiarala. Sperimenta totalmente questa convinzione e lascia che I'esperienza saturi il luogo etichettato. Poi allontanati dal tauolo per un po' di tempo prima di spostarti alla posizione successiva. - Alla posizione "Aperta al Dubbio", dichiara e sperimenta una convinzione in cui eri solito credere senza discutere, ma sulla quale ora hai dei dubbi. - Al "Museo di Vecchie Convinzioni", dichiara e sperimenta una convinzione in cui eri solito credere senzadiscutere, ma in cui ora non credi pii totalmente. - Alla "Convinzione Preferita", dichiara e sperimenta la nuova convinzione piena di crescitache hai gid formulato nella prima fasedell'esercizio. - Alla posizione"Aperto a Credere", dichiara e sperimentauna convinzione in cui tu una volta non credevi, ma a cui ora ti sembra di esseredisposto a credere. - Alla posizione "Il Luogo Sacro", dichiara e sperimenta una convinzione in cui gid credi totalmente, una convinzione che d centrale nel tuo modo di essere. 6. Ora passauna volta ancora nel posto "Convinzione Attuale,,. Stando in questo posto, dichiara e sperimenta quella convinzione di copione, quella in cui hai creduto finora (i rimanenri passi dell'esercizio d meglio farli abbastanzavelocemente,daro che I'inconscio pud muoversi molto pii velocemente del conscio. Durante i rimanenti passi, muoviti direttamente da una posizione all'altra, senzaallontanarti dalla tavola). 7. Prendendo la tua convinzione di copione, mettiti nel posro "Aperto al Dubbio". Nora come ora nutri dei dubbi su quella convinzione di cooione.

8. Ora prendi la tua dubbiosa convinzione di copione, vai con essaal "Museo di Vecchie Convinzioni". Nota come ora vivi la tua vecchia convinzione di copione come una delle credenze sorpassate,scartate, che hai lasciato molto dietro di te. Butta via e abbandona fisicamente questa vecchia convinzione di copione, lasciandoladietro di te nel "Museo di Vecchie Convinzioni". 9. Lasciando la tua vecchia convinzione da copione nel Museo di Vecchie Convinzioni, ora passa nella posizione della tua nuova "Convinzione Preferita". Dichiara questanuova convinzione e sperimentalapienamente. 10. Ora cammina con la tua "Convinzione Preferita" fino alla posizione "Aperto a Credere". Nota come ti senti nel diventare aperto a credere alla tua nuova convinzione. 11. Ora prendi la tua "Convinzione Preferita" e cammina con essa fino a "Il Luogo Sacro". Nota ora come ti senti ad entrare nella tua "Convinzione Preferita", ossia nella convinzione che d centrale in tutto il tuo modo di essere. 12. Alla fine, prendi la tua "Convinzione Preferita" e spostati ancora una volta nella posizione "Convinzione Attuale". Sperimenta completamente cosa significa per te realizzare che la tua "Convinzione Preferita" sia diventata ora la convinzione che possiedi attualmente. Congratulati con te stessoper il buon lavoro! Renditi conto con piacereche puoi usarequesto procedimento ogni volta tu voglia aggiornare le vecchie convinzioni di copione, sostituendole con nuove convinzioni che sono pid appropriate con la tua realt) in crescita.

DIPENDENZA I LEGAMI DI ECCESSIVA ROMPERE


Questa strategiaoperativa pud essereusata nelle situazioni di perAnche quando la dita di una persona o negli stad di co-dipercdenza. relazione b buona, senzaevidenti segni di co-dipen d en za, l' uso di quecostituireun importante passoavanti verso un sta tecnicapud spesso cambiamento rigeneratore (per esempio, un cambiamento che com-

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porta la creazione di nuove opzioni, piuttosto che solamente "risolvere un problema"). Le istruzioni riportate sotto sono espresse nella forma di che cosa si chiede che il cliente faccia. Trova un tranquillo luogo isolato dove puoi lasciareche la tua attenzionesi rivolga dentro di te per 15-20minuti, senzadistrazioni... esegui questa esercitazionestando in piedi. 1. Identifica I'Altro. Pensa a qualcuno da cui ti senti dipendente o eccessivamente coinvolto. Per la maggior parte della persone questo qualcuno d un genitore o la persona amata.Sia che il sov r a- c o i n v o l g i m e n to s i a mi n o re o maggi ore.puoi comunque trarre beneficio da questo processo. 2. Diventa consapevole del tuo stato di eccessivo attaccamento alltAltro. Immagina che questa persona stia con te nella stanza. Se non vedi immagini interne, il solo fatto di "intuire" o il volere procedere in questa direzione ha degli effetti positivi. Cammina attorno all'altra persona. Nota come appare.Toccala per vedere come ti senti e come ti appare, e percepisci le tue sensazioniper il fatto di stare con lei. Concentrati sul tuo sentirti eccessivamente attaccato a questa persona. Ora nota come tu sperimenti te stessonel tuo esseredipendente. Ti sembra di esserein qualche modo fisicamente attaccato? C'd un diretto collegamento tra il tuo corpo e il suo, o c'd una corda o un altro mezzo di collegamento? Nota dov'd il legame: dov'd unito al tuo corpo e dov'd collegato col corpo dell'altra persona? Molta gente sperimentaquestaconnessione nello stomaco,nel petto o nell'area inguinale. Cerca di arrivare ad una completa esperienzadella qualiti di questo collegamento. Come ti sembra e come lo percepisci? 3. Indipendenza temporanea. Ora cerca di tagliare questo legame per un momento, giusto per vedere come la nuova situazione potrebbe essere.Potresti procedere immaginando che la tua mano sia un coltello affilato come un rasoio, potresri tagliare la corda, oppure potresti scioglierla o spezzarlain qualche altro modo... La maggior parte della gente si sentemolto a disagio pensando di separarsi;cid d il segno che questo legame per te d qualcosa di molto importante, che non hai ancora

intenzione di separarti dall'altro e che avresti bisogno di un sosti tuto. ,{. Trova gli scopi positivi. Ora chiedi a te stesso:"Per sentirmi soddisfatto che cosa voglio realmente dall'altra persona?"... Poi continua a chiederti: "Che cosa quella persona mi offre in termini positivi?" (sicurezza, garanzia, protezione, affetto' o qualcosadi altro). 5. Sviluppa il tuo 56 in evoluzione. Ora gitati a destra (qualcuno preferir) girarsi a sinistra) e crea un'immagine completa in tre dimensioni del "tu" che si d evoluto oltre il tuo normale livello di pienezzadi risorse. Questo d il "tu" che sta parecchi passi avanti, che ha gii risolto i problemi di cui ora ti stai occupando, che ti ama, ti apprezza e vuole nutrirti e proteggerti. Questo d il "tu" che pud prowedere a cid che, al punto 4, hai appreso di volere realmente. Puoi notare come si muove, la sua come appare,com'd entrare in contatto con queespressione, sto "tu". Se non "vedi" questo 56 pieno di risorse,puoi almeno "intuire" come d. Alcuni sentono un calore o un ardore attorno a questo "ingegnoso56". 6. Trasforma il rapporto con I'Altro in rapporto col 56. Rivolgiti ancora all'amato "Altro". Guardalo e senti il rapporto. Poi taglia il rapporto con questa persona e subito ricollegati col tuo 56 in evoluzione, nello stessomodo in cui eri stato legato alI'altra persona. Godi nel sentirti autonomo e dipendente da qualcuno su cui puoi realmente contare: ossia te stesso.Ringrazia questo tu di esserequi per te. Sii contento di ricevere da te quello che avevi voluto dall'altra persona. Questo d il tu che pud andare avanti per te verso il futuro, facendoti strada' d il tuo compagno costante che d con te per esaminarele cose per te e per rassicurarti che sei al sicuro. 7. Rispetta I'Altto. Guarda indietro al tuo "Altro" e nota il collegamento tagliato. Vedi che l'altra person ahala possibiliti di ricollegare la corda a s6. Puoi immaginare la sua corda ^tt^cc^ta in un punto appropriato per lei. Se la corda fosseuscita dall'ombelico, potresti vederla salire fino al cuore dell'altra persona. Se non ci fossenessunacorda, puoi immaginare questo "Altro" come fisicamente connessoal suo proprio "56 in evoluzio-

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ne", proprio come ora lo sei tu. Cid pud darti la certezza che anche quest'altrapersonasar) pii ricca ora con un pir) grande senso di s6. Nota come in questo momento puoi esserepienamente presente nella relazione con questa persona, senza dipendere da lei. 8. Aumenta il tuo legame col 56. Ora ritorna al tuo 56 evoluto con cui sei in questo momento collegato. Rivolgi l'attenzione a te stesso. Prova che cosa vuole dire per te esserepieno di risorse e generosocon te stesso. Dopo averesperimentatoIa sensazione di esserequesto 56, puoi riportare la pienezza delle risorse di questo 56 dentro di te, appena ritorni dentro il "tu"del presente. 9. Procedi verso il futuro. Percepisci questa nuova pienezzadi risorse immaginandoti in relazione ad altre persone. Immagina come sar) andare verso il futuro col tuo 56 in evoluzione come compagno. Puoi avere un'idea di come questo 56 in evoluzione si comporti nell'affrontare le difficolt) che incontrerai.

). B dice ad A di guardarela prima immagine: "Vedi che I'evento accade. Gr-rarda la seconda irnmagine, dove ti comporti in modo nuovo. Rimpicciolisci quest'ultima fino a farla diventare piccola e scura.Prendi la prima (delimitata)e metti quella piccola in un angolo.ScurisciI'immaginegrande lentamentementre quella piccola diventa grande e pii luminosa, fino a coprire I a pr im a. compl etame nt e . Apri gli occhi " pulisci lo scbermr,," da solo le istruzioni. 6. B si accertache A possrteseguire 5 volte, velocemente.Ve7. B e C osservanoA ripetere la scozzata rificano che ottenga lo stato risorsa (osservandoil comportamento non verbale). I'immagine prodotta dalle sensazio8. B chiede ad A di osservare ni sperimentate insieme al cambiamento. 9. Ricalco nel futuro: "Ora visualizza te stessonel futuro in una provi2 Corne ti compolti?". specificasituazione:che sensazione 10. S cambi odi ru oli.

LASCOZZATA
La tecnica della scozzata i molto utile per superare determinati automatismi comportamentali. 1. La personaA identifica una sensazione che prova di solito durante un certo specitico evento (ad esempio ogni volta che la madre gli pone delle critiche, o che deve rifiutare un piacere, o che vede un gatto) e lo induce a un comportamento non utile o tastidioso, che vorrebbe poter non attuare. 2. A chiude gli occhi e vede cid che vedrebbe se si trovassenell'evento, sente i suoni e le voci. Prova la sensazione indesiderata? Se no, trova un altro evento. l. B dice ad A di creareun'immaginegrande,luminosae quadrata di cid che vedrebbe se si trovasse li. Chiede inoltre di descrivere I'immagine. 4. B dice ad A di creareun'immaginein cui vede se stesso agire in modo diverso e utile di fronte all'evento/sensazione; si accerta che ad A le sensazionicreate dalla nuova immagine piacciano. B e C verificano la reazione di A. LA TIME-LINE (diventare resilienti) La tirne-line d una recente applicazionedella Programmazione Neuro-linguistica(PNL) che consenteal soggetto,attraversoIa rievocazione di eventi passati,di procedere verso un processodi ristrutturazionecognitivaed emotiva utile ad implementarerisorsee a super2rre determinate difficolta. sulla realt) Lavoraresu eventipassatinon significatuttaviabasarsi dei fatti, ma sulla rappresentazionementale di questi, poiche il cambiamento d sempre'un processodi revisioneed arnpliamentodelle nostre nrappe interne. soggettivadi un individuo, Quindi, per poter cambiare I'esperienza d opportuno ricostruire i ricordi nelle sue componenti sensoriali,ossia identificare colori, immagini. suoni corrispondenti a quel ricordo. riferiti alla nascitadi un fratello, al prifali ricordi possonoessere mo giorno di scuola,ad una situazionedi difficolti presenteo ad un imminente. evento che si rrresume

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L'esercitazionesi svolge a coppie: A d il counselor, B d il cliente. Il primo compito di A, dopo aver creatoun buon rapport, i quel_ lo di presentareal cliente il processodella time-line. A chiede a B il problema che intende affronrare e I'obiettivo "ben [ormaro" che intent]e raggiungere. Successivamente A tracciauna linea per terra ed invita B ad identificare un punto che separiil passato poi chiedea B di ridal fr-rturo. cordare alcuni eventi significativi del suo passato che trascriver.a ognuno su un proprio foglio. I fogli, con l'eti indicata corrispondente ad ogni ricordo, verran_ no messi a terra sulla linea del tenrpo in ordine cronologico. successivamente A chiede a B di percorrereI'intera linea del terrpo, portandosi in corrispondenza di ciascun foglio, a parrire dalla nascita. Prima, di fianco al foglio/ricordo, in disassociatotroveri le ri' sorse utilizzate in relazione a quell'evento positivo, oppure indivi dueri le risorse che possono essereallo stato attuale riconosciure come utili, nel caso che l'evento sia negativo. Dalla posizione in disassociato, andri in associato, spostandosi sul foglio che indica il ricordo' In tal modo B, uno alla'olta, a partire dalla nascitafino alla situazionecli crisi attuale,anclandoin associato, rivivri tutti i ric.rcli significativi della sua vita, consolidando o implementando le risorse che emerqononel ricordo.

Successivamente A invita B a proiettare le risorse au'tomatizzate inconsciarnente nella soluzionedi un problema futuro. Molte persone hanno difficolti a raggiungerei propri obiettivi in quanto non sono consapevoli delle risorse che possono esseredisponibili per ottenere cid che desiderano.Quando B viene invitato a portare le risorse nel futuro d necessarioche I'obiettivo venga "nuovaIlente" forrnulato ir-rmodo positivo e concreto.

IL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE PROFONDA A guida B:


Identifica la parte sulla quale intendi lavorare:pud essere un comportamento,una reazione,un sentimento.Identificalain una rappresentazioneconcreta (qr-rando, dove e con chi). Chiudi gli occhi e ri l assati ri , vi vi I' aweninr cnt oe cogli im m agini.suoni.scnt int ent cor i r ispondenti a tale awenimento. Se vivi quell'evento come una sensazione, in quale parte del corpo puoi collocarla?Riconoscied accogli quella ;rarte e ringrazialaper essere presentenella tua vita. Essa ha uno scopo profondamente positivo (IDEN'IIFICAZIONE DELLA

PARTE).
Chiedi alla parte con la quale stai lavorando che cosavuole ottenere (SCC)PO O PIUMO RISULIATO DESIDERATO). Se ritieni di avereraggiuntoil risultatoclesiderato, appienoe completamente,"Che cosa vuoi ancora di piil importante per te?". Annota la risposta e ringrazia la parte per desiderare questo risultatc'r

Ricordi significativi Passato

12i4 Presente Futuro

(STATO PROFONDO).
Ripeti piu volte Ia medesimadomanda finch6 arriverai ai tuo stato profbndo, ossia ad uno scopo ulteriore che d indispensabilenel quadro di riferimento della tua tnission (CONCATENAMENTO). Concecliti un tempo pet lo stato profondo in modo ^pprezzare pieno (RAGGIUNGIMENTO DELLA SORGENTE INTERNA). "Ir.rche modo l'avere gi) lo stato profondo trasforn-ra, arricchisce e si diflonde nello stato desiderato...e in che modo trasformala vostra espefienzaanche quando non ottenete il risultato clesiderato?"

Quando B arriva alla situazionepresentesi gira indietro, guarda I'intero percorso di vita e le risorse utilizzate. Poi ritorna alla nascitaper trovarsi nuovamenteda'anti alla propria linea del tempo. Da quel punto parte con passosicuro e riper_ corre) camminando,tutta la linea del tempo. in modo che il s.o inconscio raccolgale risorse precedentementeindir,,icluate ora in mocl<; intuitivo, rapido ed efficace.

(INVEITSIONE DEL CONCATENAA,{ENTO).


C)rachiedi alla tua parte: "Quanti anni hai?, che vantaggivuoi t'rt-

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tua at" (EVOLUZONEDELLApailfEr.' ruale? in ognituacellula... ed accoglira .- .Fl.flgry la ruapaterrelcorpo, (LA PARTE NEL CORPO). "ora che hai disponibile lo stato profondo come un tuo modo di essereal mondo, in che modo cambiano le cosei,, (INVERSIONE

tenere se evolvi nel tempo, fino al raggiungimento della

CRpnolo lJ

Le ancoree gli ancoraggi. il cambiamento StabiTizzare

ll:::X. *t ^, : :y! STRUTTUMZIONE FINALE).

Ripercorriio pi,r ".r,.,.e"t'ffil"il;Tt il tuo


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mododi essere. nelmondoin lgni .u..,,o tttJi; ri*"ifi."rl'jlii;;"';,;;: rgnltlcattvo

"C'a unapartechesi opponeal fattodi avere questo . statoprofondo comemodo di .rr.." n.l monclo/" (nfCOC;NIZIONE DELLA PARTE ANIAGONISTA). Immaginala linea del rempoe porta il tuo stato profon<1o come

DEL CONCATENAMENTO CON LA PARTE CRESCIUTA'.

stato pr"r."a" .i

della tua vita, i in frettar, poi -;;i;;;' dona, con

Gr-

Un ntotrt.teiliaposaci sorpinge. Pure,sappiale cheil corsr.t del tcmpr., non e cne tntntmo Pas.lo nel cerchio del Perenne. Tuttr.t cii ches'affretta prestosaraftdscorso; soktcii cltepersiste ci inizia all'cssere. Nrn uotate, figliuoli, il uostroardire ulla uelociti.ail'esoeriuentct del uok''. Tuttoi rtposo: oscuriti c chiarezzu, il ltbro e il ftore. RainerMaria Rjlke.Sonettia Orfer,t

cor por ea si Quando un'im m agine,un suono o una sensazione lega nella nostra mente ad uno stato emotivo, ad un pensiero o ad una reazione comportamentale, si d verificato un ancoraggio. Installando un'ancora cenestesica, visiva o auditiva possiamo ampliare o depotenziare la risposta emotiva, vanificare o rendete stabile il processo di cambiamento. Che cosa 6 un'ancora? Una musica mi ricorda un momento particolarmente felice. Ascoltandolami commuovo: si tratta di un'ancora. Se stiamo vivendo un'esperienza aifettiva verso qualcuno, magari che sta soffrendo, istintivamente siamo portati ad esprimere questo sentimento con una carezza.In questo caso noi abbiamo inconsapevolnrenfe riattivato un'ancora, che si d installata nella nostra infanzia. Questo segnale di comunicazione non verbale, infatti, pud indurre nell'altro uno stato di consolazionee di sollievo, perch6 magari gli ri-

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corda un'ancora relrota che si d impressain tempi lontani: un gesto affettuoso della madre. Il rinnovare in et) adulta tale gesto pud fare accedere nuovamente la persona a <luello stato di benessere(Dilts, Grindeq Bandler, 1982). Le celebrazioni, le inaugurazioni,i riti sono modi propiziatori di accederea stati interni e circondarsicli ancore positive. E molto importante scoprire che possiamo crearci clelle ancore per entrare rapidarnentein stati piacevoli, positivi, e delle ancore che al contrario ci inducono stati spiacevoli e negativi. Con I'ancoraggio, ossia con I'operazione attraverso la quale possiamo consapevolmente apporre delle ancore, siamo in grado di avere la gestione dei nostri stati interni Facciamo un esempio. Una persona ci esprime la sua preoccupazione per un incontro di lavoro che avri tra breve con una persona importante. La invitiamo a dire che cosala preoccLrpa. Dichiara di temeredi bloccarsie di non riuscire a spiegarele proprie ragioni. Applicando la tecnica dell'ancoraggio la invitianro a ricordare un'esperienzarecente ir-rcui ha sperimentato uno stato di tranquilla assertiviti. La invitiamo a rievocare, andando in associatoall'esperienza,tutti i dettagli visivi, auditivi, cenestesicicollegati a quello srato. Successivamente calibrando la sua espressionedel viso, ci accorgiamo del momento preciso in cui la persona sta accedendo a quello stato e, un attimo prima che arrivi all'apice,poniamo un'ancora.Potrebbe essere per esempiouna nrano sulla spalla. Se l'ancoraggiod riuscito, ci sono buone probabiliti che la persona, toccandosinello stessopunto la spalla,accedadi nuovo automaticamente a quello stato di tranquilliti e luciditi anche nella siruazione temuta (Dilts, Grinder, Bandler, 1982). Lefficacia dell'ancoraggio dipendera anche dal fatto che non ci sianoin quel momento ancorenegative ancorapii forti (per esempio, la voce di qualcuno che la personateme). Molte fobie sono srati negativi associatiautomaticamentead alcune ancore.

CREARE UN'ANCORAPOTENZIANTE
Per installare untancora positiva procedete nel seguente modo: - definite uno stato d'animo desiderato (sicurezza,calma, o altro) - ricordate e sperimentate nel qui ed ora quello specifico stato d'animo, entrando nel vostro corpo come se fosse allora - sceglieteltancora adatta;visiva, acustica o cenestesica E importante che I'ancora sia (Dilts, Grinder, Bandler. * congruente, ossiache abbia una qualit) comune con lo stato che si intende attivare. Un udo non sara I'ancora piu adatta per infondere uno stato di rllassatezza,cosi come una carezza non sari I'ancora piir indicata per uno stato di sfida. Lancora che scegliamo di installare deve avere qualche caratteristica in couno mune con lo stato interno da ancorare;come si accennava, d congruente uno stato con stimolo uditivo, come un urlo, non di rilassamento; - unica, ossiache non possaessere utilizzabile per stati diversi. Per esempio, ancorare uno stato di profondo rilassamento a una stretta di mano potrebbe portarci a esserepoco incisivi quando ci presentano qualcuno con il quale abbiamo in corso una trattazionecomrnerciale; - puntuale, ossia che si ponga in modo circoscritto e definito. Se un'ancora d cenesteticadeve riferirsi ad un punto preciso del corpo, se d auditiva ad una parola ripetuta con lo stessotono e forma, dimensiovolume, se ,i visiva ad un oggetto con la stessa ne e colore; - ripetibile, ossiache possaessere attivabilein ogni contesto; - tempestiva,ossiache venga correttamenteappostapoco prima che la personaraggiunga"l'apice dello stato" (Granata,2001). Di solito, gli stati interni variano in intensit), raggiungendo un massimo coinvolgimento (Peak.State) per poi decrescere.Se installiamo I'ancora nella fase iniziale del processo,quando la per-

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sona A poco coinvolta, I'associazionesari debole e lo stimolo non sari ancorato allo stato interno. Lo stessovzrlese cerchiamo di apporre I'ancora quando, passato11 Peak State.I'intensiti decresce.Lancoraggio richiede che I'ancora sia apposta appena prima del raggiungimento dello stato di massima intensita, quindi poco prima del Peak State (Castelnuovo, Cerioni, Colantuono, 2004). In sintesi portate alla mente un ricordo corrispondente allo stato d'animo desiderato, sollecitate I'ancora, per poi richiamarla in un momento successivo.

ESERCITAZIONE: IL CERCHIODELLECCELLENZA
Tale esercizioserve ad aiurare il cliente a sperimentareemozioni autentiche in sostituzione di emozioni parassite,e a rovare pensieri e comportamenti tipici dello stato dell'Io Adulto in sostiruzione a quelli del Bambino Adattato, il quale di solito percepiscela realti secondo criteri di doverizzazione,insopportabilitd, valutazioni globali, catastr ofizz^zioni e bisogni assoluti. Lesercizio si svolge in tre: un soggettoA guida B, menre C osserva calibrando le rcazioni fisiologiche di A. A guida B in prossimiti di un cerchio disegnato a rerra. Lo invita a rappresentarsiuna situazione in cui si i sentito male. Gli chiede di chiudere gli occhi e di enrrare nella situazione identificandosi come se la vivesseal presente. Poi gli chiede di mettere la situazione in un video, in modo oa portare lo svolgimento della scenaun po' indietro fino al punto critico in cui ha cominciato intensamente a sentirsi nrale, ossia fino al punto in cui B pud riconoscere il momento in cui d iniziato lo stato di malessere. A invita B ad aprire gli occhi, ad uscire dalla scenaimmaginata e a guardarsiattorno. Ora A invita B ad immaginare una scena della vita in cui si d veramente sentito bene, in quanto aveva tutte le risorse disponibili per ottenere ciir che voleva. Se B non si ricorda una scenaspecifica la pud Inventare. A chiede a B di entrare denro il cerchio disesnato a rerra e di ri-

vivere la scena felice appena ricordata, identificandosi con il corpo nella scena,assaporandosuoni e colori. B viene invitato a lasciarsi attraversareda tutti i sentimenti piacevoli che prova e ad assorbire tutte le risorseindividuate saturando con questetutto 1o spazio del cerchio. B viene invitato ad uscire dal cerchio e dall'esterno a guardare come il cerchio rimanga saturo delle risorse e dei sentimenti positivi appena sperimentati. A invita B, che rimane in prossimit) del cerchio, a ri-rappresentarsi la scena in cui si sentiva male. Gli chiede di fare scorrere tale scenasu un video fino al momento in cui incontrerd il punto critico Appena tale punto critico d indove ha iniziato lo stato di malessere. dividuato viene invitato afare un passodecisoe ad entrare dentro il cerchio. Ora B assorbenello stato di malesseretutti i sentimenti positivi e le risorse che sono dentro 1o spazio del cerchio. A, atraverso i cambiamenti fisiologici di B (in particolare il sorriso), valuta se le risorse sono state assorbite ed integrate. In caso positivo invita Il ad uscire dalla situazione e dal cerchio, per porgli la seguente don r anda:"O r a che hai le nuove r isor secom e t i sent i?. . .E come le utllizzerai in futuro?".

ESERCITAZIONE: UIMMAGINE POSITIVADI SESTESSI RAFFORZARE


Lobiettivo di tale esercizio d di aiutare il cliente a trovare un'im("Io sono an-rabile e OK"). magine positiva di se stesso modo: A guida B nel seguente l) Mettiti comodo, in un luogo e in un tempo dove non sarai disturbato. Chiudi gli occhi per rendere pii facile la visualizzazione. 2) Yisualizzati seduto, da solo, in qualche luogo sicuro e confortevole, in un luogo che ti sia familiare o che tu costruisci con Ia tua immaginazione. )l Ora immagina di guardareda una parte e nota che c'i una pornel muro. ta trasparente che ti ama. (Puoi 4) Immagina di vedere, dietro la porta, qualcunct

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sostituirela frase "qu:rlcuno mi ama" con la frase "qualcuno m i a m r.n i ra ... mi s ti rn a ... mi d g rato..." ). Questo qual cuno puo essereuna persona viva o morta, qualcuno che conosci ora o che hai conosciutouna volta; pud essere una figura simbolica o religiosa che b per te significativa,puo essereanche un animale a cui sei particolarmente affezionato. 5) C)ra. con forza, immagina di librartiin aria da dove sei seduto, lasciandote stesso ancorali seduto,vola versc'r la porta trasparente, atraversala ed immedesimati con la persona che ti ama. Diventa quella persona. Attraverso gli occhi di quella persona, ora guarda te stesso, ancora seduto li in quel luogctsicuro e conforteuole. 6) Mentre sei ancora quella persona,di a te stessotutte le ragioni perche armiqr,reltu che si trova seduto in quello specifico punto. Sperimentacompletamente il tuo amore per quel lzz. 1l Ancora una volta librati in aria in modo sicuro, lasciando quella persona che ti ama dietro alla porta di vetro e vola di nuovo dove tu stai ancora seduto. Vola gii e ancora una volta diventa te stesso. 8) Guarda lontano e vedi ancorauna volta, dietro la porta di vetro, quella persona che ti ama. Ora, avendo sperimentatoche cosa significa esserele altre persone che ti amano e ti stirnano, conosci "le ragioni per cui ti amano e ti stimano". Sii pienamente consapevoledelle ragioni per cui gli altri desiderano stimarti ed amarti. e ) Nei rnodo che ti sembra pii opportuno, fai un gesto cli riconoscenzae ringrazia la persona che ti ama e ti stima. Nell'occhio della tua mente, guarda quella persona,che a sua volta fa un segno di riconoscenzaverso cli te. Poi, vecli che quella persona si gira e se ne va via dalla porta di vetro, fuori dalla tua vista. per10)Puoi ripeterela sequenza con altre personeo con la stessa sona in cliverse occasioni.

Cnprrolo 14

Stili comunicativie processidi cambiamento


nelFu chiestoa un ueccbiosaggio:"Qual i il tuo se'greto l'aiutare gli altri? Spesso la gt'nta uiened chiedefticonsiglk, su argtmenti rJi cui sai ben poco, eppure rlztandose nc Ddnnosi senlonomeglio". ll soggiorispose:"Qudndo qualcuno non i in grado di pft)c('(lcre,non significa chc non conoscala uia. Magari o cermentre aurebbebisogno di coraggir.4 cercasicurezza ca la liberti quando di fittto non ba scelta.E cosi,gira indtttorflo d \e stesso.L'insegndnte dcue rimanere quietc.t uanti u tulto cid. Cercherail proprict cefttro, e li rt'stera, nduecon lt'uch spiegate in attesatlt'l ucnto. com.('x.tnd Aspetteri di udire un(t uoceinteriore cht' st,nliri essere uera, e kt studente, auuicinandosiall'insegnante, lo troueri nel postr.tche lui stessoricerca. Quando la rispostaarriua, arriua per cntrarubi. Sono entrambi in dscoltct nello stessospazio". "Nel centro,e sei a tuo dgio. Pri aggiunse: Li rcsti quieto, e dspetti." Bert Hellinger

confronto

La formazione esige che i soggetti-in-fclrmazione, attraverso un intersoggettivo dei loro saperi astratti, razionali, emotivi e

fattuali, costruiscano conoscenze. Nessuno cambia se l'orizzonte del proprio cambiamento risponde ad una meta imposta da altri, mentre ognuno d disposto a cambiare se il cambiamento d scelto e assunto, seppur nel confronto con gli altri, in prima persona tramite I'individuazione di proprie idee e percorsi di azione (F. Nanetti 1995). La forn-razione pud essere realizzata solo attraverso forme partecipative a contesti di consapevolezza che prevedono un'analisi semantica e pragrnatica dei processi comunicativi intercorrenti. In tal senso va precisato che le sorti della formazione non sono solo influenzate dalle competenze tecniche del formatore e dalle sue scelte strategiche di intervento, ma in particolare dal modo in cui comunica e si relaziona con i membri del gruppo.

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Idee e pensieri, desideri ed attitudini, emozioni ed affetti del formzltore conc'lizionano il suo agire comunicativo e pertanto il suo modo di fare formazione. Non basta al "buon formatore" avere competenze sui processi di apprendimento, sulla programmazione delle azioni formative, sulle tecniche di progettazione, valutazione ed altro; occorre che egli abbia consapevolezza dei propri vissuti, del proprio modo di esseree porsi in relazione,per potere in ogni lnomento cor-rrollaredinamiche transferali e conuotransferali, e disoccultare i propri bisogni di potere quando quest'ultimi, facendo irruzione nel proprio modo di comunicare, possono risultare un ostacolo al processo formativo. Se la formazione d costante metamorfosi di atti cornunicativi causali e casuali, programmati ma anche imprevisti, bisogna che il formatore, a partire da una riflessione sul proprio agire comunicativo,sappia cogliere quanto del suo mondo interno possa influenzare il processo interattivo dei messaggiimplicati nelle attiviti fonnative. Senzauna costante dialettica con il proprio mondo interno, I'agire comunicativo del formatore resterebbe fissato in stereotipie comportamentali che ostacolerebberola genesi e il decorso del processo formativo. La descrizione che qui di seguito riportiamo di alcune figure di formatori, anche se parzialee pertanto non esaustiva, vuol offrire in tal sensoun'occasione per analizzarele connessioni esistenti tra gli aspetti inconsci sottesi al desiderio di formare, gli stili comunicativi dei formatori e le modalitd di apprendere dei formandi in reIazione al diverso agire comunicativo clei formatori stessi.

IL FORMATORE AUTARCHICO
Il formatore autarchico presenta a livello psicodinamico una s t r ut t ur ad i ti p o n a rc i s i s ti c o . Il narcisista d colui che, a causa della paura di dipendere affettivamenteda qualsiasi persona(in quanto cid 1ofarebbesentirepiu insicuro e depauperatonelle proprie risorsee possibilit)) tende a stabilire modalit) di rapporto orientate ad una manifestazionecostante in termini esibizionistici del proprio valore. Lideale del formatore autarchicod I'autodidatta.il tanto osanna-

to self made man clellanostra cultura dell'efticientismo e del succesdover nulla a nessuno, so personale, del soggettoche si realizzasenza in quanto tutto cid che ottiene dipende dal suo operare (Kaes,1981). in modo Il suo profilo viene, secondoKaes (1981),rappresentato significativo dal mito della fenice. La fenice, uccello raro e di nobili non ha genitori. Il paradiso delle sue origini e asessuato. La f'attezze, fenice non nasceda una copula, ma dalle ceneri dove si e consumata in un ciclo perenne che non conosce n6 inizio, n6 rottura. La sua creazione d un moto perpetuo di automutazione dove tutto e previsto e dove ogni altra presenza d esclusa. Secondo Kaes (1981), come la fenice, il formatore autarchico o narcisista che dir si voglia, ritiene di essereegli soltanto e nessun almaestro o genitore di se stesso. Ogni altro sapientee tro I'esclusivo da lui consideratouna figura ostile che attaccae priva, e che pertanto deve esserecostantemente svalutataattraversoun'ideaiizzazione delle proprie produzioni. Il formatore autarchico teme di incontrare la propria debolezzanel momento in cui non esibisceil proprio ponarcisisticamente il protere fallico, cosi fa di tutto per sovrainvestire prio s6 eclaspettarsi col suo didatticismo spettacolosolo ammirazione. La propria autostimad semprein rapporto alla capacit) di sedurre I'altro; non importa che il suo dire sia coerentee vero, I'importante d che affascini, susciticlamore.Il formatore autarchiconon seduca, si preoccupadi che cosai suoi allievi possanoapprenderein quanto ia suir unica preoccupazione d quella di essere contenrplatonella sua onniscienza. assoluta Il formatore narcisistanon accetta un confronto di esperienze, dove si rende possiblle un incctntro-scontro di sanon ofTreun dialogc'r p.reri, nra irnpone un monologo che chiede un plauso acritico ed una resaincondizionata,una dedizionetotale al suo mondo, alle sue idee, al suo pensiero. Una comunicazionedi tipo egocentfico,seduttivo o autoritario che ir-rcluce i propri allievi verso modaliti cli apprendimento per "iclentificazione proiettiva" (M. Klein, 1%5) o per "identificazione riproduzione di sapeadesiva",centratein modo fondamentalesr"rlla ri in rnodo acritico.mimetico e talora caricaturale. Nei processidi apprenclirnento per identificazione proiettiva ed adesiva il soggetto in forrnazionenon mette in relazionequanto gli viene iusegnatc'r con i

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propri vissuti e le proprie personalivalutazioni,rna si limita esclusivamente a copiare gli aspetti esteriori dell'altrui monologo, proibendo a se stesso di accedere ad una conoscenzaautentica fondata su un'attivita selettivae interpretante di dati di realta. Non c'b crescita nella relazione improntata alla dinamica narcisistica. Non che la dimensione narcisisticadebba essereesclusadal lavoro di formazione; ogni forma di creativit) esigeanche, da parte di chi la realizza,l'impegnodi costruire un mondo per s6 diverso da quello che pensanogli altri (Kaes, 1981). Ma se la costruzionedi un mondo per s6 implica la totale esclusior-re dell'altro, il processo formati'u,oviene ad esaurirsi, in quanto nell'assenzadi ogni forma di dialettica, il cambiamento E reso inaccessibile. Ad ogni fantasma di autogenerazioned sempre sotteso un fantaIn una novelladi Ph.K. Dick (1970) un uma sma di autodistruzione. noide scopre dopo un incidente la propria identiti di robot. Decide cosi da solo di esplorarein se stessoi meccanismidel proprio funzionamento,ma cid lo porta lentamentea disgregarsi e a distruggers i ( K aes ,1981 ). L'automutazione non d cambiamento, ma autodisgregazione e morte. Tale fantasma di autoform azione- come riferisce Kaes (1981) - lo ritroviamo frequentemente anche nelle ideologie delle istituzioni formative chiuse.In essei partecipanti mitizzano la propria esperienza autoformativa in gruppo contrapponendolaa qualsiasialtra esperienzache nascadall'esterno.Nei loro grr"rppi, tensioni,conflitti, differenze e divc-rgenze vengono negati. Tutto d ideale e perfetto rispetto a un mondo inutile e malvagio che sta al di fuori del loro nucleo di appartenenza. Si tratta in particoiare di quei gruppi "senza Dio n6 padrone" che nascono all'insesna dell'uguaglianzae della spontaneiti assoluta: Llnasorta di fanatismodi gruppo e in gruppo che non lasciascampo (Kaes,1981).Anche qui la problematicanarcisistica fa da sfondo. I membri dei gruppi formativi chiusi (come il fbrmatore autarchico) non sopportano che qualsiasialtro possaminacciarela propria immagine.Nulla di pii mortifero se formatore e formandi si barricano dentro il loro guscio narcisistico;se essi si incistano nel:l

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I'autarchicacontemplazionedi se stessi,ogni cambiamentod escluformativo, alieed il processo so, tutto rimane nella stasipii assoluta natcrda ogni esperienzadi reale rinnovamento, d pericolosamente bloccato.

IL FORMATORE DIVORANTE
Il formatore divorante d colui che, per la paura di incontrare il proprio vuoto depressivo, tende a rifugiarsi in un ruolo potente e protettivo nel quale si percepisce, secondo una modaliti relazionale di tipo rigidamente complernentare,destinato ad offrire ai propri allievi conoscenze ed attenzioniin modo costanteed illimitato. Secondo Kaes (1981). la fantasn-ratica sottesaall'azionedel formatore divorante d quella dell'identificazione ideale con "una figura femminile incinta ed onnipotente, del tutto incapace di liberarsi clei propri bambini incorporati. fatto salvodi riempirsi di altri bambini". Si pensi a certi formatori ed insegnantiche appaiono "incinti" dei loro allievi;in ogni incontro parlano di loro, si prodigano per rispondere ad ogni loro richiesta, ritenendo di dover pro'uvederea tutti i blsogni che questi palesano(Kaes,1981). Tali formatori eclinsegnantisono disposti in tutto e per tutto, e in qualsiasimomento, a sacrificarsiper i loro allievi, ma a condizione proseliti dell'unico rnoche questi siano e restino degli acquiescenti (Kaes, prefigurato loro 1981). di che viene dello sapere incessantemente di coIl formatore divorante d disposto a nutrire purch6 perd restino come dei feti noscenzei soggetti-in-Formazione nella sua pancia (Kaes, 1981). Se questi ultimi invece, come si dogiungono a manifestare una propria autonomia di vrebbe auspicare, divorantedel formatole si pensiero,I'atteggianrento di pseudo-amore trasforma in un atteggiamento di rabbia e di rifiuto. si T,r[ecomportdmento l'osserviamoanche in certi genitori: ,-'ssi procligano per i loro figli finch6 restano specchio delle loro richiestc, tali genitori cominciano a moma appena questi si autt'rrtomizzano malessere e talora aperta critica. strare segni di insoddisfazione, La ragione d che il formatore divorante - concluttoredi gruppi, insegnante o gcnitore che sia,- si sentepotcnte solclse contienei for-

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mandi, solo se amandoli come se stessoe non come loro stessi,riesce a costringere questi ukimi ad adeguarsia quell'unico mondo che egli propone ed impone. Il formatore "gravido" non tollera il vuoto, la separazione,non accetta di far crescerei propri allievi perch6 diventino se stessi,poich6 teme, perdendoli, di rrovarsi in una condizione di inutiliti e di forzata solitudine. Tale dinamica di insegnamento-apprendimento centrato sull'avidit) orale si collega al rifiuto dell'angosciadepressiva. Sovente gli aspemidivoranti del formatore sono proiettati sui formandi stessicon I'effetto di farlo sentire frequentemente sfruttato da loro e quindi consumato e spremuto nel lavoro svolto (proiezione dell'avidit) orale); cerri insegnanti esplicano il loro lavoro con grandi pas s ione e c o mp e te n z as . i i mp e g n a n o s e n zari servacon una di sponi bilit) nei confronti dei loro allievi costante e torirle, poi impro,uvisamente abbandonanola scuola,dicendo che non ce la fanno oii. Se il processoformativo d claustrofilico,formarore e iormandi si annientano nella simbiosi. Non far nascered come fare morire. Se ra n-radretrattiene denro di s6 il feto dopo il nono mese perisce con il f et o m ai nat o (K a e s ,1 9 8 1 ). La fantasmatica orale, finora descritta, non sottende esclusivamente le immagini di certi formatori, ma di frequente traspare anche nei comportamenti dei formandi. Capita, infatti, soventedi osservare che alcuni soggetti in formazione, anche quando la loro formazione potrebbe ritenersiconclusa,continuanoa comportarsicome degli eterni allievi sempre alla ricerca di nuove cose da apprendcrc; sono gli stessiche ai seminari e ai convegni ai quali partecipano fanno di tutto per entrarenel recinto dei formatori ponendo loro semprenuove, ma purtroppo talora inutili, domande,nella illusoriasperanza che il processoformativo non debba mai concludersi (Kaes, 1981) e, al cospetto di tale alibi, incorporare altre conoscenze necessarie a dit-endersi clallapaura di incontrale il proprio rruotodepressivo.

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IL FORMATORE SPECULARE
La formazione speculare, che si collega in termini psicodinamici trlla fantasmatica anale del plasmare, "d lo scenario che inquadra il ,lcsiderio demiurgico del formatore di modellare l'altro simile a s6", ossiadi duplicare I'allievo a propria somiglianza(Kaes,1981). In questa prospettiva la formazione risulta essereun atto di so;t r aff azione sull' alt ro. Il formatore speculare d colui che cerca di controllare la propria paura di sentirsidebole e impotente mettendo in atto comportamenti comunicativi tendenti in modo pir) o meno manifesto a "sottomettere" I'altro. Il formatore speculare teme la propria debolezza,la morte simbolica, la separazionee i cambiamenti, non tollera la caducit) delle cose,per cui si comporta in nrodo tale da renderetutto controllabile e a lare attraverso una tendenza a prevedere tutto in modo ossessivo, sottostare ogni azione altrui alle sue richieste. La paura di trovarsi davanti allo sconosciuto e all'inconsueto, lo I'importa a sviluppareun bisogno di supremazia sull'altroattraverso posizione di rigicle regole di comportamento. Lossessivo non rende raramente manifesta i mai apertamentevisibile la propria <IeY:oIezza, propri bisogni e i propri sentimenti, cosi come altrettanto raramente riesce a comprendere i sentimenti del proprio interlocutore. Questo fa si che egli in modo cognitivamente rigido tenda ad affidarsi ad opinioni, valori, principi inconfutabili e ad imporli ad altri, talora anche in modo arrogantee polemico. La formazione speculare, che si rcalizza con procedure comunicative rigide ed opprimenti, non i diretta ad una crescitaculturale del formando, ma ad un modellamento e conrollo costante dei suoi modi di pensare,agire ed essere. Secondo Kaes (1981) tale fantasmaticad emblematicamenterispecchiatanella awincente commedia di G.B. Shaw dal titolo My fair lady, nella quale uno scapolo incallito, l{iggins, cerca pigmalionicamente di trasformare un'incolta fioraia londinese. Lisa, in una duIl progetto a gloria di Higgins riesce,ma per la graziosaLisa chessa. il salto sociale viene pagato al prezzo di una grande sofferenza. Higgins, infatti, "spoglia Lisa della sua crosta di sudiciume per

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che al rnonrentoor)portuno non sia riuscrfo acrafr,rancarsi 'o clarlo

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arlegrra allc suc ric'iestc c fe,sfa,,1..",,..,r;;.;r.; g.rrso ccl inrl)otente.I.l tutt..o,r l'"ff.tt.r.ir un.r,,p1-,i.esit.r negati_ in prim.

qrra,e per c()ntfast() si rendcpiu pnrri".,,ptrrn.'rt iL-:,';iliil;r", ii'. a gi'r.rgerc tar.ra,riln 1.,erjitr;,;;i';;se (Nanetti, stcss() r9c)4). e .rrrrr,ri"-l ,"gr.rri'a. In ralc .... ,1.1.].:lrtone rlinanrrca rl sogger.prar^nrat. 'ig'nalionl.o pud-s.ro rip..crurre iirrp"...t"i ol,r-i.i,,. giacch., pro arrendcrsi da lui pforezi()re e ric.n.sci^rerr. 111',i]i: ,trr., solranro se si Iuog. la rcnclenza .l"l ,ngg.lrt,, i, f.,,r;riri;;.,'i"rrir-.",

eriget'la acl.ggettctsac-ro" tou l)cr amorc cli lci,,masolfanto per otrcnerc la sua passiva nralreabilitri e p", ..ff.--ure la suil setedi ( K aes ,1 9 8 1 ). -.- cl.'.rini<r -.^,,,,i s C o s i I_ i s a;,u . ,0 .1 " ..:n J;;;;r" i c ri chi este r.nalionc", si [or,a semprc pii soll c sfruttara. La relazi.ne pigmalionicr,,d"r..ito i.rrillanterncnte dal c.nrnredi.grafir inglcse, ia'tro'ialno frequcnre-rne nte riprop.stir in ci rapporti di c.ppia di srarnpo'corrr1ri",r"","re dc,vc un. 'rclrtcpri_ clei clrre r)artnel'c.nsigria' gtritra,cerca di .u,",.',binr. c()stantemel)te l,artro, il

IL FORMATORE TRASPARENTE
Il fonl a t or e t r aspaf ent e, essenr lo doninat o da , lr r ! , , . ,, . , 1,1. , , ve che l o pclr t zr no ad csselepr coccupat odella per clit , l , li 1, r , , r , . , , , . e cl i si curc zza cir cala pr opr iirim nr agince cio che p. t r elllr t '; lt t , r , i, r , tcnde nel l a sua azione f . - r r r lat iva a r if ir - r t alsi di assur . nelc il 1, 1, , 1, 11, , specificoruolo cli firrmatclre sec.ndo nodalit) che dovretrbel'() (,s\(. lc' di nccessitiasirnrletriclre al ruolo dci fornancli. Il fb'nratorc si rerrde "traspare'te", clssia evita di assllnrercrrr ru.lcl attir,i'r, in quarrto,essendo clominat. clall'angoscia di perclerelrr protezi<lrie .lcll'altrur, ccrca att.avefsoconrp()rtarnenti affiliativi, pril,r cli una qr.ralsiasi ftr'na di aggressivita apl)rrentc, di stabilire .rodi di relazicrrra rsi rli starrpc, si tttp u/ cri co-.t i t t bi ol i cr,t. clo'e ogni rrrutajrento, chc potrerbbcingcncrarcinstabilitaccl ansia,i'evitato. ()r-rcsta c!la ragionc che spinge il fbrnrat.r'efrasparetter a stabilire con i propri a]liev'iun cliura ovattato di demotivazione,letargo forurativo, dove ogni confront. cr"rlturale e posto fuo'i gic'rco; il filmratore tfasparente, non sentc-nckrsi o n<'rn volendosisentire tanto forts. ri pcr sc.rt'arsi r.16 per prcndersi cura dei suoi al]icvi,evita cli espri rnersi risiretto cid che pcnsa.cosi ctrme evita di dare suggerimentit-. consigJi nel tentatir'o.li or-ientare e olTriresicurezza, n'lcntrepreferisce nrantcnereun ruolo di arnicoo conflclenre, che lcl clisirlpegnarispetto a qualsiasiipotetica pretesasu cli h-ri. Se il fixrnatore specularc cerca cli fuggire il vuoto depressivo dorninandocon moclaliti tli controllo ossessivo, il fornratoretrasl)arenre k>e'ita nasc.ndencl.sinella negazione di ogni diffcrenzrr dlll'altcriri. A qucstafigura di firnlatclre hanno corrisposroin ur.rdeternrirra, to l rorrento st or icc'r r ncilt iinsegnant i, iquali, ancor at iacl'na cer t a icleologia dell'egualirrrrisnro a tutti i costi, hanno a lunqo screclitato il concettcldi autorita, indicaudolo corne qualcosadi negativoir-r se. Intorno agli anni Settanta,ir-rfatti, era abbastanza cliffusatra ntolti cducatori la tcncler"rza a r:ifiutarsi di essere latori di qualsiasiforma cli ar"rtoriti,facer.rdo cclrrispondere crroneanrente al plropclsito cli esserc autoritari un'idea cli soprraffazione nei confronti dcgli altri. Beu lunsi dal ritenere che I'essercautoritari sia qualcosadi sbagliato, possiar,. oggi il diffbnclcrsicli trn tale atteggiamento 'alutare conrela c()uscgucnza del tirriorepiu profirndo da parte cli rnolti aclul-

tc il fcrrnrat.fesrcss() a rifiutarro. "ui.r.., .gri strrcccl.ri. si nasconde il cliavrlo"' Se il f.rrrrando .riviene l. ro.*nt" dclla crebole zz;t .cl fi,'matore' queb^t'urtirx()J .lppenac.rurpl.totaia pr.pria opera, si s;ra. clellapropria dcbolezza.irr.r"ni,.n.ilolt.o. 'enta .he vienc.perranto aclessercrifiLrtato. Il pr.cess. li'''rativ.,riprrencre r:osiattraversola ricerca cri nu.r,i sclggetti da ;rlasmare ed abbancronur". o"uio,rcnrc cri fr.nre al.insa, nabile conflitto che talc. fo.,,rnror" al firrrnant{o no' rcsra 1rr;;;;; che trn'unica chunct". affra'carsi dafi'illusionechc |onnitrr'tenza cre] su<r firrmarore possa tlve ltn pcrcorsc.) auton()ntooye individLrarsj.

cr o s.i in,,,,.i ;;;..;; i,,ii,' Ii * n::;:::: i,illj ::,;T;: ::l;H _

frrrnrarc,rc, :,li:lii*Tnde'za.psic.logica a olvenrrc semprepiir passivo, clebole, ciepresso; in se,conclo I,-,,rg,, I. reiterazi.ne de,'csperienza .ri a.,bana.,"i. n...ac, irfarti. so\.enrc chc ii fornrand..,n..l ,

nei .,r,',fr"lr,; clelprop,rio

sal'a.lo..ir.nrlrr"li'.rizu"rr.r;ii" ;;;;:*

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ti di legittimarsi nel proprio ruolo, a'orch6 tale ruolo fa appenoalla responsabiliti di orientare, guidaree dare sicurezza. Sonod,accordo quindi con Anronio Imbasciati quandosostiene cheil rigettodi ogni forma di autoriti da parte.den'uiur9d regato u'i.riroruiior,. ;;., blemi personali.cosi scrive in suiruppo'psicosessuare , iitrii, ," gnitiuo (1981):"Iamicizia propostada certi genitori fi;ii ;i;;r," dell'autoritimaschera ^i in r."rtal senrimenro cr"i essere i"."i"Jii r", li crescere, in quanto incapacidi tollerareil rnalea.nt-'A-re,^. ai conseguenza di accogliere re identificazioni proiettive, bonificandole; il rifiuto.del ruolo genitoriare a favore di un ruolo alternativo, nascondeil rifiuto di fungereda contenitore dell,aggrerrrrAl"i*rif", in quantopoco capaci di contenere la propriat...j. n genitore catti_ vo, perch6autoritario, d dunque ,rn'funtrrrrru ,ri. a"gfi .non adolescenti' "gia ma ancheda molti g..rito.i che adorescenti sono rimasti e cometali non consentono a propri figli di crescere,,. Il formatoretrasparenre uuol- q.tinii elu.ere ogni difTerenza rispettoai soggetti in formazione, in quantotemedi Jbur.rdorru.ri ull. proprie pulsionie di assumere la rerponsabirit) del pr"p.r. ,.,ri. ar adulto. Affennarsinel proprio ruolo di adulto significa accettare la con_ ^. flittualiti e I'ambivalenza. significaaffrancarsi crall,idea di dou.. up parire semprebuoni e compiacenti, significadover imparu.. uscerenell'incontro,ma al momentooppor,.rno -. anchenello scontro (F,Nanetti,1994). Il formatoretrasparente vorrebbeessere indiffe renziato- n6 formatoren6 soggetto in formazione-; egli se da un lu,o uuu"rr. .ori,. inaccettabile il fatto di restare barnbin"o, dail,arrro ,i ,*r.-al iri," incapace di sostenere il proprioruoloda adulto, poich6 temechel,assumeretale ruolo comporti il dover lottare contro nemici esternied interni (l'autoriti identificatacon la cattiveria i un nemicointerno). Da qui il rifiuto, direi quasi.viscerale, di qualsiasi rapportodi-;;;;;" complententare centratosulladifferenza. Ritengo_ che quando d particolarnrente accentu atad,aparte del . formatore la tendenza.a dissolversi ,.,.tg.uppo dei formandi,d al_ quanroprobabileche I'esitosiaprima o joi i'akgr.g"r;il;i;;;;. stesso. I soggetti in formazione, infatti, delusied arrabbiatiper la latitan 180

( in t er m ini esist enziali) tc presen za del lor o f or m at olc, , r l'l', r r , , 1, , , ', , 1, ranno i l gruppo di f or m azioneper cer car ealt r ovenuovi r r r , ', 1, 'llr tormatori pir) consoni alle inevitabili identificazioniparziaIi.lr.' ,,;,,,, formatore, divenuto realmente adulto, sollecita ed esalta.

GLI EFFETTI DELLE DISFUNZIONICOMUNICATIVESUL PROCESSO DI APPRENDIMENTO/CAMBIAMENTO E SULLA COSTRUZIONE DELLIDENTITA


Una comunicazione disfunzionale pud produrre nel formando, sul versante degli apprendimenti e delle reazioni emozionali inappfopriate, alcune reazioni difensive, quali: - la tendenza a non apprendere dall'esperienza e a rifiutare il cambiamento. Il soggetto,nel timore di non saperegestiretensioni ed emozioni, tende ad "agire i conflitti", eliminando da s6 ogni tipo di rappresentazioneche egli pud awertire come causadel proprio disagio. Quando una persona non b in grado di tollerare la frustrazione, collegata all'accettazione del lutto di cid che con il cambiamentoandra perso, si pud ipotizzareo che rifiuteri ogni tipo di cambiamento,o che il cambiamentoverificatosi non avri nulla di profondo, e che si tratteri soltanto di un cambiamento superficiaie, opportunistico, di adattamento alle situazioni esterne,che per nulla risponderi ad una reale ristrutturazione del proprio modo di esseree di interpretare il mondo. - I'adesione ad un pensiero superficiale di tipo categoriale, senza sfumature, per clicbds,dogmi, catechesi,pregiudizi, stupide chiacchiere. Molte personenon parlano ma chiacchierano in continuazione. La chiacchiera, nell'offrire pensieri gii pensati da altri, ci libera da ogni nostro interrogativo su noi stessi, sull'altro e sul mondo, affrancandoci dalla paura del nostro nulla. Il soggetto forza dentro sente di non avere presenzadi idee, consistenza, "sforzarsi" di s6 per capire I'altro e la realti, e quindi anzich6. di interpretare cid che accade, tende a rifugiarsi in un sapere

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i'persorrale e ar:ritic.. mi'eticcl c sLrperficialc, che racc.glie il consens() di tutti e Lzrssicrrrir. rra che col passarerlel terrrpo svuota il soggcttocli ogni suir risorsae l-iduci,r in sc srcsso. Da rccc-rrti .icerche (Meazziti,l9ctl; Di pietro, 200.1), i e'rer_ s. che i soggettiansi.si co' dilllc.ltz\ di irp;rrenrlirncr-rtri prescntan()una scitrsastinta di st: stcssi c un "/)Ur.r rtf c.rtn/*t/,' csteilr(,.catrsadi urra terrclenzll il fitencfe chc ogni situazione neila qr-rrrler vicr-rc per'<rc1-lito un. stato di benc-sscre c',r.naresscre r-ro' dipcnclada rrnacapaciti interna cli agiresulla realt., ..racla fattori cstcrni nci colrl:r-onti (ad c-sern_ dei clrralisi i intPtrtc.nti 1ri., rr' banrbi'. ,r'ziche aflerur,rrcche I'irtt:r.r..gazi.rc i ardata bcre perchci eril r)r'eparilt., rifc.r'iscc circ l'iuse'g'rrnte gli ha lrrtto "clornanclc fecili" ). - la tendenzaad accumulareil saperein termini quar-rtitativi. I l s o i l g .-tto a ' z i c h i , d i fro n tc a l l a l -rarrr.a.l cl propri . r,rr.t.. r.i ltrgia'si nella srrperiicialiti,tentle a clj'.r'arc ir rrrod. cc,r.rDulsi'o se'pre nucl'i saperi (bulimia simb.licr), che ccrca cli trs.rfc colnc stfulnento di poterc per sc e sugli altri. In altre p,rr(,le. il :..gg,'116v ingurgita ir scr))pfepiir r,.racc' colroscclrzc 'od. non per irnrpliarcla cousape'.lczza cli s6 e clcl nr<lndo, rla Dcr allontarir'si dalle prtrlr'ic paure e per clo'irrr.c. S,rl. .,-,r,lt.ccettirzione della rrar.rcanza si apre la porta cli accesso a qrrcll'arctt tran.ri:irnd/t'r., Ji ,giotrtclove c: possibile un pcrcors. cri r-icelca cli un sapcreorit'ntatoalla e no. al l)()tere. Solo c<,n 'eriti la capacit:rclipatirt' 1/ uurf. tlt,pt,t's.riurt,la presenza-asscnza (lel_ I'altro e I'inrleterr.r.riratezza clella nclla clualc sitrr-r. imnrersi,si cleterrrinaI'incontro con'ealti selrerigrar,irlidi significati. Solo atrra'efso L') clialog. costilntc c trrr.firrrl. r..r l,: r()str-c en.rclzior.ri, anche c1r-rellc piir clolorosc,ci i cousentito<li transitarc da un sltperccortreiml.ossL'ssrlllcnto cli cosc concrete acl un saperc gern-rinativt>, creativo ed interlrretantcdestinato ad r r n' i c c h rrc rl i s u n s ol rrr i l i t. - il rifiuto di apprendere. Il for'rar-rd.. per sorrrarsialle solrfbcanti attcnzio'i clel forr'atore, si rifugia ir-r ur.r.statodi anoressia sin-rbolica, dove osr-li c."insegnata".,'iene n()scenza in modo espliciroo inrplicitclrifiu_ tara.Tzrlc lirrnra iurplicita cli a.c'rressia r'cntale a sor)rattutt() os-

allc cons.' scrvabilenc-ibarnbini annoiati,lcnti rrel risl-rorrcler.' ir ll: l sovent L'inclini g5e del l'aclult o, dist r at t i. c( r t tpoca t lt ct . t t pt ia, rlepressior.re. - I'apprendimento avido. coll la mt,dalit) cli rela Il formando collude sitrttrtctt'icatllcrlt..' a ltri tendc'a rapptrrtarsi c prttpt io form,ttore zione divoranteciel /;-rJ('f \11'1') un rtt(L'11('lgtt) su centrNtc ccrnfortttecli applrenclirllcnto (D. Nleltzer,1958)dei sttoi salreri.Si rrrtta cii qtrci soiiqcttiscnl "predatoriamcnte"in nloclo dirctl)re preoccupaticli chicclerc inutili donlande , o illdifetto tranlit(), tramitc c()ntinuee talttt',t c<irlsiilli, tc c6llpoftantc6ii tcll(lcnti alla lut6c<ltttl.uiscrzlzi()lle, I'ainrlicazioni.suggeriltelti rtl pr91tri6intcrloctrtorc.Q)trattclo ctrt il filflnatorc non ilccettil predatoria failiscc, trel senst'r zior-re "a c<ttttrtttclo", o distrtrg cli frrrsiit'npttssc-ssare piil cli ri::iror-rdcre persecutorio, tilto rcaziorrccli innesca una si gcre rlal for.rn,rn.kr. uelle suc cilpitecl inVidiatcl pcr cui il tomatctr.ciclcalizzato tale: ncmico tldiato r minrtccioscr. cit) viene pcrcepito conlc u11 - l a passivit i. sttl t'crsantc clivtrratltcclctclnlina reazi<ltli Lo stile rel,tzior-ralc L'ilrcrprotcziotlcc tlll:l c tlel[',rPatia. clcll,rviolcnza o delIa n,.ri,r .li silenzi.sa.Il barnbin. r'ictte,ctltr I'c'cccsso fenta rratrtrtittica soggetto di sua rrella c lttisconosciuttl invlso tr-rtela, lret'cczione si traslbrnla e assillar.rtc' ricco di risorsc.Lir gentilczzat-t.lorbtlsa ,i.l il bambir-ro in uno stato ,-li tirtlit'ilti affeftiva che costrit.lge ctlt'lIn qltesta della vita. tLltta\"ia avcretutt() sentet-rclosi trlrivat<t mrll. l'identiti norr si clefiniscc dizione cli itrrerttrtcla (lhi non creir trulla in p|irll:t pcrs()llrltlttn pttd sapercchi i. Da schen-ri versct iPe'rprotetti dcgli ,r.lc,lesccnti clrrila corr.rpiacenzl nella r2tssel1flitI'cvitarnento crassicuranti, e collauclati s,lciali progetto esistenzialc zione, nell'apatia,neila f.rga da qurrlsiasi t t ir t licr t . c c,tt t r lt , t i ir t t 1t 1g111r .' It,.' - la violenza. irl.lcll'iperprotczioltee clelcliclatticisurtr Laltro csitq negati'u,6 ,1i quel narcisismoipcrtr<lficoche in tavadentei i'insorgenza .1a sel.trrarsi violenza.Il tiglio viziilttl not.lpt-tit lur-ri casi diver-rta in colpa. La negaziollc sentend()si una madt'cinvadentc'st'lt()tt I'oattraverso viziato a sepat'arsi della colpa porta I'atlolcscelltt:

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dio, cosicch6inspiegabilmente genitori generosi ed iperprotettivi vengono dal figlio maltrattati, quasi cinicamente usati come conti correnti da cui attingere costantementedenaro. - I'anaclitismo relazionale. Nell'eccesso di tutela si determina una condizione di dioen<1enza, che porta il figlio a sentirsi prorerro solo in prossimiti dell'altro, mentre la sua assenzacomporta paura ed angoscia. Lanaclitismo relazionale comporta una progressiva incapaciti di amare, di coinvolgersi affettivamente.Ladolescente iperpro_ tetto si illude di separarsidai genitori, dando inizio anuove relazioni con amici o partner ai quali si sottomette, nello stesso modo in cui era sottomessoai suoi genitori. Il trauma della di_ pendenza non viene mai risolto. Ladolescente si distanzia dai genitori, ma in modo solo apparente in quanto, assoggettandosi a nuove persone che diventano sostituti simbolici dei genito_ r i s te s s i te . n d e i n c o n s c i a me n te a perpetrarequel l o sratodi di _ pendenza che non viene mai superato.

r sl ruttufa,ma allo St at opur o nel concr et oagir eqt t ott t ll, r r r , ''. , , r i. ()r ( t r\1,"t',1, formatore piu clrc licilmenteidentificabili.Un qualsiasi descrittepuo piu litt tlltrctrtr r r figure delle una ad r.cin moclodiretto in qualche suo particolaretratto o pluraliti di ttitttt. r\rrzr conoscersi dire che il "formatofe normale" (st' ,lr l)otremmo paradossalmente nrrrg ncrrmalit) si pud parlare) d colui che riassumee gioca su di s6 il parole i altre in descritti' sior numero di caratteri di tutti i formatori situazioni, e delle folui che consapevolmente,a seconda dei contesti un d in modo uario . flessibile "un po' narcisista, un po' divorante, e un po'trasparente". po' speculante ' ," la didascalia proposta potrebbe apparire artifiun.h. Q,rlndi, rispondente alla realti, di certo non rappresennon ciosa, in quanto ta un vano esercizio intellettuale. ogni formatore "in carne ed ossa" pud specchiarsia seconda dele le ciriostanze nei profili di formatore precedentemente delineati la strutcafatletizzano utilizzare gli specifici comportamenti che ne nelle quali di volta in volta riconoscerrtine di tornasr,tle tura come.cd quansi per comprendere e migliorare il proprio agire comunicativo fordo tuluoltu questo risultaise un elemento di ostacolo al processo (P. 1991). Bertolini, mativo Ogni comportamento comunicativo d sempre sollecitato da una qr.,unitA rilevante di pensieri inconsci; per tale ragione ad-ogni forche intenda con serieti affrontare la complessithdella natura -uror. pedagogica della sua azione spetta in ogni caso il dovere di analizzatdiaii n.l"rro modo di esseree di porsi in relazione, a partire da un proprio il logo col proprio mondo interno che gli consentadi liberare nard"rid..io di formare da ogni velleitd di potere e da ogni pretesa cisistica. I formatori precedentemente descritti attraverso il loro agire comunicativo non sono idonei a favorire apprendimenti per motivazione intrinseca. La loro comunicazione orientata alla seduzione dell'altro induce alla ricerca di saperi "inutili" o tirannici ed aggressivi,non orientati foralla scoperta delia verit) n6 alla crescita reale. Non ci pud essere finalizzataal cambiamento senza che questa si tealizzi dentro for-uriorr. una cornice di amore e di rispetto. Il che presuppone da parte del acquisita pud essere che autentico dialogo al matofe una competenza

LAUTENTICITA DEL DESIDERIO DI FORMARE


Un uomo uide Nasrudin clte cercaua qualcosaper terra dauanti alla ca-ra. "Cbe cosaaueteperso, Mullah?" gli cbiese. "La cbiaue", rispose il Mullah. Si misero tutti e due in ginocchio a cercarla. Dopo un po' l'uotno chiese: "Doue ti i caduta esattamente?". "In casa". "Ma allora percbd la cerchi qui?". "Perchi c'i pii luce che dentro casa". oltre alle figure di formatori descritte ne avremmo porute indicare altre; il terreno della ricerca sulle connessioni tra rappresentazioni, vissuti e processicomunicativi d variegato, ampio e del tutto aper_ to ad ulteriori indagini. Le figure dei formatori precedente-..rt" .1.lineate sono emblematiche, caratterizzano in modo peculiare una

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TIPI DI FORT{ATORE
formatore narcisista

STRUTTURA PSICODINAMICALATENTE

STILI CO]\,IUNICATIVI
-

ilt0I)I DI APPRENDERE
Jcilzi()lte rnliclios:t. cotnc tcnt]cilztt il (lcstltulrc un s1ll)ere tr()irpo icic.riizzrttcr reaZr(lltc t,-ritrtcticit e ircnti(ir, lirll1c telr!]e!.rzl i risr.ccehirre ii srrprrc rrJtrLr i i irlcntif icrtziortc proitttir,'rt) J el l r l ppfc ndi nr c nt(r p c r l c r z i Ont ,l i r Ii tr r r c ni o t :tr l , 1 r r u i ,r r tr ' \' :\i ,] r ! r '., I'er .,'n.r i rrnorcssi.r sinrbolicr. aor.nc llarclcnzir r' c-rncr:li.trc o ..1'c ) 1.'e'i tti S.:1,r 'tri l \1( 'r l i l ,,,'11r 1- i 11,1','.1 , 1 c l i l o rrri c i l s r t.c bc tgi o c s s c s s i r ,,. c ( \r tte tel r l l c nz d r

r r n so scie d e ll,t .lip e n ,i.' r r zr tc didatticismo spettacolo pcr s.'c{utti vi r conrrrrri crzi ortc delirrpropiia irauilitr\ fuga ncll'eutrrchi.r n,rrcisisticLr ()ttcit!fe ultil Jrlesi()llc ilcliIi(r
f,] i)foi)r'tit sripcre

formatore divorante

angoscirt.lel r uotrr dcprcssilo i-ffrirc el itrga tr,rU,r :-e.tzionr,rr1 cliscente eori(,scr'nzein nttrdo illim ir a to

didatticismo invadentc
t, rltulti..rzt,'rr. .lt. rt"lt1r1.

Ji s,i 1.crr l ,rl l i errr e sc'l uzi ruir rrrpqrl rtt.l .,,!ui t,,r1rr,'l 'i crrri . (l i i rul ,,i r()rl l i(l n),1 ai l )eusi !'ro

i c 'r n) .r toLc i nr pr ,s s es s r nc k - srrl i tuttr i s uoi s r p c ri

formatore speculare

.lt'll,r .lcbolczzrr ang()sci'J rt f'rrgancili rcrziollc ,t.1it.trp.c.r a l.lisccn te i p ir tp r i sa p tli.1 ' 3 r le n r ]cr lt, sl- ccr r l,tlt,l sc stu sso

di datti c i s m o dom i nante c ( ) nr r l r r i !,tz i on! c i .t,:i i ti | ,r r tc r ti l' ;r l l i s \'( ) s N pel i r r s :o) l r ti . i nr ;'c .]e:r r l ,. ,r gni r l j r .:r g,:nz r e r i l - l c s si i r nt c r i ti c r l

Lrlizitrnc vels() r!n;r clrsccnrs ,lcrrtotir'.tziotte rtrl .il' prcr.trlc:r, teitzionc tlcpressir'ri con ulrir r',rciic,rlc sii.llrcr.' s ,r l t pr tr pr i c c r r pr r ei ti i i l t'l i tLr or l r c c c os i r '. : . il(ls(tenze r c r T i r ) l 1cl c r s ( ) uD ( ) s ti r r r l tl i l .'l .r r gr r 1,,' '.i c ttr nt'.tr tl r t L.r l \.r ( i l LI i ',ti '.tt., .' ti r i l s apc r t i l nenti It ailrr ,. rrr i ns i c ni l i c r r i :. l. r

[ormatore rraspalentc

didatticisrno indilTerente a n g i,scir d r el porerc cl .e ti L.l r- rt r.' iu g a n cli.r r e l,u r i,,n e sin r lctr i- ( '()ntur.l i (r'l ;r\nc l urro r xl l oi fi -rrr (l i , r r tii s1 :tttip o sir ,tp r r tclit' o ' sin r - Lrri vi zzrrc rL:'toticrr .r n7.l \IL,r lt carirttcrc ilcprcssivr,. s ,]l \r 'l j ( \l l ,'i r " . r lc,r ' e vicr r e cvita ia o g n i a ssu r .r - c he i r r c l tr c or o .l l l c \'r i !i r i l el r to zi< ' n i'cli te sl) o n iir b ilitat( ) f' r i!- tli ,.c r r i fol nr .l r c tr ni r ,,r tr t, c
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INDICAZIONI

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