JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital
In questo numero: Il momento del Bang! Lo scopo del debito L'austerit una conseguenza, non una punizione San Francisco, Carlsbad, Tulsa, Nashville e Brussels In questi ultimi giorni mi sono state poste due domande ed alcuni commenti apparentemente diversi da parte di lettori ed amici. La prima domanda questa: perch dobbiamo continuare a proseguire con l'austerit quando in modo apparente questa sembra non funzionare? Questa settimana molti lettori mi hanno scritto per chiedermi come si devono comportare in relazione ai reali problemi che si stanno affacciando, ed in particolar modo in relazione alle affermazioni di Rogoff e Reinhart che segnalano che quando il rapporto debito/PIL al di sopra del 90% questo sembra rallentare la crescita economica di 1% (ho citato questi dati pi di un paio di volte)? Tratteremo ogni domanda in modo separato e poi vedremo se saremo in grado di unire i diversi punti. La prima domanda mi stata posta dalla signora Aga che lavora nel mondo degli investimenti a Milano (Italia). Lei di origine polacca e si trasferita in Italia circa 20 anni fa. La prima parte della sua lettera contiene la domanda sullausterit, ma io citer qualche passo in pi della sua lettera in quanto credo che ci dar qualche informazione sullapparente caos che gli elettori Italiani si trovano ad affrontare nel scegliere quale percorso intraprendere. Sono anche preoccupata per l'Italia. Quando sono arrivata qui 20 anni fa l'Italia era bella e ricca, era molto accogliente per una ragazza dell'Est Europa. Invece al giorno d'oggi un sacco di italiani vanno in Polonia per trovare una sistemazione. Penso che la situazione peggiorer e l'austerit sar sempre pi stringente. Ti prego, dimmi perch dovremmo andare avanti con l'austerit quando il FMI ha dichiarato che per ogni punto in pi di pressione fiscale in Italia si perdono 2,5 punti di PIL? Prima avevano detto che ci sarebbe stato solo uno 0,5 punti di perdita del PIL, ora invece dicono che si erano sbagliati. Il caos politico impervia. Mio marito mi dice: perch a giugno non votiamo anche noi per il comico ( quasi sicuro che ci accingeremo quanto prima ad andare di nuovo a votare)? Certo, Grillo ha ragione in molte cose e sul fatto che bisognerebbe fare grande pulizia dal punto di vista politico. (A proposito, lo sapevate che la banca pi antica del mondo il Monte dei Paschi di Siena sta raggiungendo una perdita pari a 20 miliardi? Hanno portato via i soldi ... tramite bonifici ;-) La Banca d'Italia non se ne accorta, la Consob, la SEC italiana non si accorta di nulla ...). Ma come pu una persona seria votare per un comico? Ma a volte io dico che chi grado di fare la rivoluzione non necessariamente in grado di governare il paese. Vi ricordate il tizio che si chiamava Lech Walesa? Grazie a lui il comunismo [in Polonia] caduto, su questo penso che siamo tutti d'accordo. I polacchi erano cos grati a lui che noi lo abbiamo nominato primo presidente democratico. In
seguito abbiamo scoperto che non aveva le capacit per governare il paese ed una sufficiente cultura per rappresentarci sulla scena internazionale. (Nota: ero a Siena la scorsa estate e ho visitato la casa ancestrale della banca di cui sopra la pi antica del mondo che stata fondata nel 1472, mi sono meravigliato che una banca potesse durare cos a lungo. Al Palio abbiamo incontrato uno dei dirigenti della banca. Abbiamo scoperto che si trattava di uno dei politici locali e che era un componente del consiglio di amministrazione della banca, ed ora le autorit stanno dicendo che la precedente gestione ha nascosto a loro i problemi.) Vorrei provare a rispondere a voi e ad Aga. L'austerit si fatta una brutta reputazione. Si dice che semplicemente che non funziona. Che un po' come lamentarsi del fatto che il tetto perde, perch qualcun altro non lo ha riparato. Se si pensa che se lausterit "funziona" questa dovrebbe produrre crescita, allora naturalmente questa non funziona. Per definizione fare austerit significa che si sta riducendo il deficit di bilancio, e in questo modo nel breve periodo si riduce la crescita. Questo ci pone la domanda sul perch si desidera farla? Non vogliamo la crescita? Diamo un'occhiata a quello che un paese potrebbe aver bisogno per affrontare l'austerit. "Austerit" il nome che ora diamo quando un governo deve limitare la propria spesa durante una contrazione economica od una recessione. I governi del mondo sviluppato hanno accumulato enormi debiti durante il periodo che meglio conosciuto come il super ciclo del debito. Poich i tassi di interesse sono scesi prendere a prestito del denaro per finanziare i consumi e la spesa era diventato molto facile. Ma ora il decennale super ciclo terminato. Un modo per guardare al problema del debito sovrano quello di guardare a ci che fu detto da Keynes (anche se non si pu effettivamente dare la colpa degli attuali problemi alla sua teoria economica). Keynes sosteneva (grosso modo) che, quando vi una normale recessione del ciclo economico un governo dovrebbe spendere dei soldi per controbilanciare il rallentamento. Ci significa che il governo dovrebbe prendere in prestito del denaro e far aumentare il deficit fiscale per sostenere la spesa e l'economia. Secondo la sua teoria questo rende una recessione meno profonda e contribuisce nel ripartire l'economia. Questa modalit stata applicata dopo la seconda guerra mondiale in numerosi paesi del mondo sviluppato, e fino ad ora tutto sembrava funzionare a perfezione. "Ora siamo tutti keynesiani" questa una famosa frase pronunciata da Milton Friedman e attribuita al presidente degli Stati Uniti Richard Nixon. (La frase stato attribuita a Milton Friedman il 31 dicembre 1965, Time Magazine. Il 4 febbraio 1966 Friedman ha scritto una lettera dove spiegava che la sua dichiarazione originale era: "In un certo senso ora siamo tutti keynesiani, ma in un altro: nel lungo termine nessuno keynesiano"). Il problema che si poneva in quel momento era che la maggior parte dei paesi raramente seguiva anche la seconda parte della ricetta di Keynes, che era quella di ripagare il debito quando la situazione migliorava. Il debito ha solo continuato ad essere accumulato. Inoltre, con i tassi di interesse che sono scesi le dimensioni e il costo del debito sono diventati un problema meno rilevante
Sia io che molti altri che sono preoccupati per la crescita del debito citiamo in modo particolare i loro risultati. Mentre qui negli Stati Uniti ci stiamo avvicinando a quel livello (90%), in alcuni ambienti il tema diventato sempre pi importante. Ma voglio sottolineare che il lavoro svolto da Rogoff e Reinhart stato fatto prima dell'uscita del loro libro. Per quanto ne so nessuno contesta il lavoro presentato nel loro libro. Il loro libro, This Time Is Different, fondamentalmente solo un'analisi del loro sapiente accumulo di dati sulle crisi del debito sovrano. Nelle ultime due settimane ho parlato con alcuni economisti e discusso sui loro dati. Ho fatto notare che l'inflazione misurata dal CPI una media del paese e non riflette quella che lesperienza reale di ogni persona. Un qualcosa di simile si pu dire in merito al successivo lavoro di Rogoff e Reinhart. S, c'era una formula sfortunata in una cella del loro complesso foglio di calcolo; ma ci che ancora pi importante, che loro hanno fatto delle ipotesi su ci che importante e ci che non lo nello sviluppare la loro analisi e le ipotesi che vengono fatte nel modello. Se si fanno diverse ipotesi, si ottengono altri risultati che per poi alla fine dimostrano che il 90% non poi cos male. Proprio come gli economisti discutono su come dobbiamo calcolare l'inflazione, ci saranno ora delle forte discussioni su quale il significato del rapporto debito-PIL. Io sono pronto a scommettere che entro l'anno prossimo vedremo diversi studi e tutti arriveranno a delle conclusioni diverse. Ma in ogni caso, sia nel loro lavoro originale che nel documento successivo, R&R descrivono un problema generato da un eccessivo debito che quasi sempre vero. Leffettiva esperienza mostra che in alcuni paesi il debito creer problemi a livelli piuttosto bassi, mentre il Giappone si arrampicher verso un rapporto debito/PIL del 250% (e ci arriver abbastanza velocemente) e quasi nessuno far suonare il campanello di allarme. Sto scrivendo una breve nota mentre sono qui seduto a Hong Kong in attesa del mio prossimo aereo. Ho letto il Financial Times, mentre ero qui a Singapore. Ho trovato diversi articoli che sembravano gioire per il fatto che Rogoff e Reinhart avessero commesso degli errori. Hanno utilizzato quegli errori per screditare l'intera idea di austerit, l'associazione tra il troppo debito e la mancanza di crescita e sul fatto di mantenere un equilibrio dal punto di vista fiscale. Perch perseguire l'austerit quando questa non favorisce la crescita, quando tutti sanno che invece l'unico vero modo per gestire il debito? Potete ascoltare coloro che sono critici e che vorrebbero licenziare Rogoff e Reinhart e il loro libro che invece stabilisce chiaramente un legame tra debito eccessivo e le crisi del debito sovrano, con un modello che se non ricordo male ha funzionato 266 volte nel corso degli ultimi secoli. Il punto che non esiste un numero magico che ci dice: "Fermati qui e non andare oltre." C' una particolare linea che una volta che viene oltrepassata si perde la fiducia, ma non si sa dove si trovi questa linea di demarcazione fino a quando non la si attraversata. E comunque fino all'ultimo minuto c' sempre qualcuno che in qualche modo cerca di aggiungere dell'ulteriore debito e che ci assicura che "Questa volta diverso." Ma non lo mai. Un paese pu mettere in ordine i suoi conti, pagare il suo debito e crescere in modo tale da allontanarsi ed uscire dal problema solo nel corso del tempo, e a questo proposito ci sono numerosi esempi. Ma continuando a far crescere quel numero ossia il rapporto debito/PIL ci si avvicina gradualmente ad un disastro. Se i politici vogliono mantenere lo status quo continuando a prendere i soldi in prestito e a spenderli "solo in funzione di un altro ciclo elettorale" il momento del Bang! arriver
sicuramente. Questa la chiara lezione che arriva dalla storia. E' quasi irrilevante se il numero in questione sia il 90% o il 120% o 80%. Sar per ogni paese un numero diverso, a seconda della fiducia che gli investitori hanno nella capacit di un paese di ripagare il suo debito. Gli investitori nel debito sovrano sono quasi per definizione degli investitori avversi al rischio. Non si investe in un debito di un paese per aumentare la propria esposizione al rischio; si ha solo l'aspettativa di essere ripagati. Ci sono anche altri fattori che entrano in gioco nel determinare la soglia critica: Qual era lo scopo del debito? Quanto velocemente cresce l'economia? Pu l'Italia, afflitta dalla recessione, dalla disoccupazione e da una crisi politica, far crescere il suo rapporto debito/PIL al livello del 240% come in Giappone? Penso che ogni serio osservatore direbbe di no. Pu arrivare al 130%? 140%? Forse. Non lo sapremo finch non sar troppo tardi e scopriremo che l'Italia o altri paesi (Spagna, Giappone, Francia, o negli Stati Uniti) hanno molto pi debito di quanto il mercato sia disposto ad assorbire. Ma questa una linea che qualsiasi politico dovrebbe avere il desiderio di evitare di attraversare. Per riuscire ad arrivare a comprendere il perch l'Italia deve affrontare l'austerit e per dare ad Aga una chiara risposta, abbiamo prima bisogno di rivedere un qualcosa che ho scritto nel mio libro, Endgame. Una delle sezioni pi importanti di Endgame un capitolo in cui ho riesaminato (e messo a confronto con altre ricerche) This Time is Different inserendo una parte di un'intervista che ho fatto a Rogoff e Reinhart. Rivediamo alcuni paragrafi del mio libro che inizia con lintervista che ho fatto: KENNETH Rogoff: E' il debito che viene acquistato dagli altri paesi che particolarmente un problema. Spesso lo anche il debito privato e questo soprattutto nei mercati emergenti, ma oggi potrebbe essere la stessa cosa anche per l'Europa dove un sacco di debito privato finisce per essere assorbito dal governo, e voi sapete che i governi non garantiscono i debiti privati, o almeno non dovrebbero. Noi non garantivamo il debito finanziario prima di quello che invece successo. Mi ricordo quando nel 1980 per la prima volta ho fatto un lavoro sulla crisi del debito latino, mettendo insieme i dati del debito pubblico e quelli del debito privato e ho detto, caspita il debito privato si sta riducendo in modo incredibile. Ma poi ho scoperto che questo era stato "garantito" dal settore pubblico, ossia che si erano di fatto accollati i debiti al fine di rendere pi facile il default. Ora torniamo al libro [e citiamo nuovamente Rogoff e Reinhart]: Se c' un tema comune che riguarda l'ampia gamma di crisi che abbiamo considerato in questo libro, che l'accumulo di un debito eccessivo, da parte del governo, delle banche, della societ o dei consumatori, spesso pone molti pi rischi sistemici di quelli che si possono immaginare durante un boom. Iniezioni continue di liquidit possono far credere che un governo stia favorendo una maggiore crescita economica, rispetto a quella che invece la realt. Nel settore privato si vedono delle vere e proprie abbuffate di prestiti, che possono a quel punto gonfiare i prezzi ben oltre i livelli di sostenibilit di lungo periodo e rendere le banche pi stabili e redditizie di quello che invece sono realmente. Tali accumuli di debito fatti su larga scala comportano dei rischi perch rendono l'economia vulnerabile alle crisi di fiducia, in modo particolare quando il debito a breve termine e ha bisogno di essere continuamente rifinanziato. Il boom del debito spesso alimenta dei risultati falsati di quelle che sono le politiche di un governo, della capacit degli istituti finanziario di fare degli ampi
profitti o nel credere di poter vivere al disopra dello standard. La maggior parte di questi boom finisce sempre molto male. Naturalmente gli strumenti di debito sono cruciali per tutte le economie, vecchie e nuove, ma devono essere bilanciati con il rischio e le opportunit, il debito sempre una sfida, una sfida per i politici responsabili, gli investitori e i semplici cittadini e questo non va mai dimenticato. Questa la chiave di lettura. Leggetela (almeno) un paio di volte!: Forse pi di ogni altra cosa lincapacit di riconoscere la precariet e la volubilit della fiducia, in modo particolare nei casi in cui si deve rifinanziare continuamente grandi debiti a breve termine il fattore chiave che determina la presente sindrome . Dei governi fortemente indebitati, banche o societ possono credere di proseguire allinfinito, ma quando arriva il bang! la fiducia crolla, i creditori scompaiono e a quel punto arriva la crisi. La teoria economica ci dice che proprio la natura volubile della fiducia, inclusa la sua dipendenza dalle aspettative sugli eventi futuri che rende cos difficile prevedere i tempi di una crisi del debito. Degli alti livelli di debito portano in molti modelli economici ad "equilibri" in cui sembra che il livello del debito potrebbe essere sostenibile o come non potrebbe esserlo. Gli economisti non hanno nessuna idea di quali possano essere le tipologie di eventi che possano modificare la fiducia e di come valutare concretamente la sua vulnerabilit. Ci che in continuazione si vede nella storia delle crisi finanziarie che quando ci si aspetta un incidente questo alla fine accade. Quando i paesi diventano troppo indebitati, questi si stanno dirigendo verso dei guai molto seri. Quando il debito alimenta la crescita dei prezzi degli asset sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo . Ma il timing esatto pu essere molto difficile da indovinare ed una crisi che sembra imminente a volte pu richiedere anni prima di esplodere. Quanta fiducia cera nel mondo nellottobre del 2006? In quel periodo John scriveva che ci saremmo trovati di fronte ad una recessione, alla crisi dei mutui subprime e ad una crisi del credito. Lui era presente ad un programma televisivo di Larry Kudlow con Nouriel Roubini, e in quelloccasione Larry e John Rutledge gli avevano detto che ci stavamo avvicinando ad un periodo particolarmente difficile. John diceva che "difronte all'arrivo di una recessione si doveva uscire dal mercato azionario". Lo ha detto troppo in anticipo, in quanto il mercato nei successivi 8 mesi ha continuato a salire di un altro 20%. Ma poi alla fine il crollo arrivato. Ma questo il punto. Non c alcun modo per definire quando arriva una crisi. Come hanno scritto Reinhart e Rogoff: Dei governi altamente indebitati, delle banche o delle societ possono continuare ad andare avanti in modo molto allegro per un lungo periodo di tempo, fino a quando non fanno bang! A quel punto abbiamo un crollo della fiducia, i creditori spariscono e arriva una terribile crisi. Bang! la parola giusta. E' nella natura degli esseri umani il pensare che una tendenza in atto continuer a funzionare e che la situazione non potr diventare poi cos negativa. Il trend il vostro amico ... almeno fino a quando questo non cambia. Provate a guardare i mercati obbligazionari un anno prima e solo pochi mesi prima dellinizio della prima guerra mondiale, non c'era alcuna indicazione che lasciava presagire una guerra imminente. Tutti
"si aspettavano" che delle menti pi ragionevoli avrebbero comunque prevalso. Ora siamo in grado di guardare indietro e vedere dove abbiamo commesso degli errori nella crisi attuale. In realt abbiamo creduto che questa volta era diverso, che avevamo degli strumenti finanziari che erano migliori, che le autorit di regolamentazione erano pi preparate ed erano assolutamente cos, brave, moderne. Si riteneva che la situazione era completamente diversa. Che eravamo in grado di governare la leva. Che il prendere dei soldi in prestito ipotecando la propria abitazione era una cosa giusta e che i valori delle abitazioni avrebbero continuato a salire. Etc. Fino a quando poi le cose sono cambiate, ma oramai era troppo tardi. A che cosa stavamo pensando? Ovviamente stavamo pensando come la nostra natura, quella di essere umani. Dove riteniamo che tutto possa essere prevedibile, tranne poi il conoscere lesatto momento in cui una crisi colpisce.
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Ma prendere i soldi in prestito volendo poi restituirli in futuro ci che l'Italia ha sostanzialmente fatto, cara Aga. Proprio come tanti altri paesi in tutto il mondo, l'Italia ha preso in prestito dei soldi per alimentare i consumi e questo ha generato un debito enorme. Poi arrivata la crisi e a quel punto gli istituti di credito non erano pi cos tanto disponibili nel fornire allItalia del denaro a tassi bassi. Questa la natura di investitori che acquistano titoli di stato: se percepiscono un rischio pi elevato, vogliono dei tassi pi elevati. La crisi a quel punto arrivata e l'Italia ha perso l'accesso ad un mercato obbligazionario fatto di bassi tassi. A quel punto la BCE ha dovuto intervenire ed iniziare ad acquistare titoli per poter abbassare i loro tassi. Ma l'Italia ha dovuto a quel punto promettere di abbassare il suo deficit, e il modo di fare questo si chiama austerit. L'Italia parte di una unione monetaria chiamata Eurozona. Una unione monetaria non pu permettere ai suoi membri di accumulare debiti al di l di quanto il mercato sia disposto a finanziare, oppure a quel punto l'intera unione monetaria rischia di crollare. La banca centrale (in questo caso la BCE) pu stampare del denaro fino al punto che l'inflazione e la svalutazione non diventino un serio problema. Se la BCE dovesse consentire allItalia di far crescere il debito allinfinito, a quel punto dovrebbe poter consentire il medesimo privilegio anche tutti gli altri. I membri della zona euro possono scegliere di aiutare un piccolo stato come la Grecia in alcuni dei suoi problemi, ma poi alla fine i paesi devono essere in grado di gestire i propri debiti se si desidera far parte e far funzionare lunione monetaria. L'Italia deve fare i conti con l'austerit, perch se non lo far perder l'accesso al mercato obbligazionario. Hanno fatto crescere il debito in modo smisurato ed ora devono capire come ripagarlo. Hanno preso in prestito i soldi per finanziare la spesa, prendendosi limpegno che poi lo avrebbero ripagato le future generazioni. Purtroppo il futuro ora. S, la Germania e altri paesi potrebbero prestare dei soldi agli italiani ma anche loro hanno dei problemi. Egan Jones, l'unica agenzia di rating veramente indipendente, questa settimana ha declassato Germania. Anche gli olandesi stanno iniziando ad avere dei "problemi", come direbbero i miei figli. In generale lEuropa sembra che stia entrando in recessione. Alcuni potrebbero sostenere che la BCE dovrebbe solo attivare le macchine e stampare dei soldi, come sta gi facendo il Giappone. Una chiara monetizzazione del debito. Ma questo approccio altamente problematico. Ma perch la Finlandia dovrebbe permettere che questa cosa avvenga, se loro non hanno un debito enorme? Che cosa dire dei paesi che hanno dei bassi indici di indebitamento? Tutti i documenti che sono stati firmati quando questi paesi hanno aderito all'euro, definivamo che ogni paese sarebbe stato responsabile del proprio debito e che la BCE non avrebbe mai monetizzato il debito. Cosa diversa se un paese cade in disgrazia e gli altri paesi membri accettano di aiutarlo, ma un'altra cosa quella invece di far diventare laiuto un qualcosa a tempo indeterminato. Negli ultimi anni l'Italia ha fatto molta strada nel definire e creare un nuovo equilibrio finanziario sostenibile. So che stato molto difficile. Ho sempre sostenuto che il destino dell'Italia nelle sue mani. Su questo hanno ragione i neo-keynesiani. Nel breve termine l'austerit si traduce in una
crescita inferiore. Tutti saranno daccordo su questo punto in quanto matematicamente incontestabile. La letteratura scientifica sembra indicare normalmente un periodo di breve termine che di solito dura circa 4-5 trimestri, questa stima si basa sulle medie di un certo numero di paesi. Qualsiasi possa essere in termini di tempo questo reale intervallo, comunque questo comporter che l'austerit non produrr alcuna crescita nel breve termine. E se si dovesse fare dei tagli pari al 1-2% l'anno per diversi anni, questo significherebbe poca o quasi nessuna crescita in quegli anni. Ma la domanda che ci dovrebbe fare quella di chiedersi come mai non stato ridotto il debito mentre ci si trovava in un periodo di crescita. L'austerit una conseguenza, non una punizione. In quei momenti un paese perde l'accesso al mercato del denaro che viene preso in prestito a tassi contenuti e questo una conseguenza dellaver fatto crescere il debito in modo eccessivo e di aver perso la fiducia da parte degli istituti di credito, aumentando di fatto il rischio che il debito possa essere o meno rimborsato. Normalmente gli istituti di credito non si siedono intorno ad un tavolo e discutono su come "punire" un paese imponendogli l'austerit, ma semplicemente decidono di non prestargli pi i soldi. L'austerit il risultato di un paese che sta cercando di invogliare i creditori nel credere che cambier il proprio modo di comportarsi e che far uno sforzo per ripristinare il livello di fiducia. Se l'Italia o qualsiasi altro paese non ispira fiducia, allora questo deve subire le conseguenze che si hanno quando si perde l'accesso ai mercati del credito. Certo la BCE o il FMI potrebbero continuare a prestare il denaro, ma i loro membri sono essenzialmente degli investitori come tutti gli altri. Se ci fosse del denaro illimitato a disposizione, posso pensare che a quel punto i paesi preferirebbero far crescere il loro deficit di un altro 10% e poi di un 20%. Perch scegliere di applicare delle imposte quando si pu prendere del denaro in prestito e poi non rimborsarlo? Questo ci che a tutti i politici piacerebbe di poter essere in grado di continuare a promettere. LArgentina ha perseguito una politica di questo tipo per quasi un secolo. Dopo molteplici svalutazioni la loro valuta oggi una frazione di un miliardesimo di centesimo di quello che era 100 anni fa. E' piuttosto difficile essere un investitore o un imprenditore in un ambiente del genere. Uno dei motivi per cui gli italiani volevano entrare nell'euro stato quello di poter togliere ai propri politici l'opportunit di far crescere in modo abnorme il debito e poi di svalutare. La lira era sinonimo di un valore effimero, non era una valuta utilizzata per gli investimenti a lungo termine. In primo luogo se si evita di prendere i soldi in prestito per finanziare i consumi, si evita lausterit. Quando poi il mercato perde la fiducia, a quel punto le scelte diventano piuttosto nette. Se poi si fa default, allora a quel punto si chiaramente fuori dal mercato per un certo periodo di tempo e contestualmente si subisce una recessione molto intensa e profonda, in quanto a quel punto il governo perde la sua capacit di pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici, di fornire l'assistenza sanitaria, ecc. Se invece si sceglie di cercare di mantenere il livello di indebitamento si dovr a quel punto attuare un cambiamento nella politica, che permetta di ripristinare la fiducia - oppure trovare qualcuno che sia disponibile a prestare denaro a condizioni pi vantaggiose. Parlando senza mezzi termini la Germania e l'UE potrebbero farlo per un po nei confronti dell'Italia, ma questo a condizione di vedere che il paese a deciso di mettere sotto controllo il proprio deficit. Il problema che lItalia deve ora affrontare quello che qualsiasi sia il governo che viene eletto questo dovr fare delle scelte molto difficili. Nel cercare di invertire il piano di
austerit ha gi accettato il fatto che questo quasi certamente comporter la possibilit di perdere laccesso al mercato obbligazionario. E' possibile sviluppare un piano per tagliare le spese ad un ritmo un po pi lento? Certo, se per possibile ottenere la rest ante parte di risorse dalla UE, ma a quel punto anche la Spagna, il Portogallo, la Grecia (e presto anche la Francia) vorranno accedere alle stesse politiche. Se l'Italia controllasse la propria valuta a quel punto potrebbe aver senso stampare un po' di moneta, cos come stanno facendo gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Giappone? Vi certamente una scuola di pensiero che dice di s. Ma in una unione monetaria fatta di diversi paesi e che si trovano tutti in una condizione una diversa dallaltra dal pun to di vista economico, quasi impossibile poter pensare di fare una politica monetaria su misura. Se a quel punto il rubinetto viene aperto per la Spagna, l'Italia e per tutti gli altri. A quel punto la Germania e gli altri paesi rischiano di subire linf lazione. Questa una cosa molto difficile da vendere agli elettori tedeschi e finlandesi. Non si pu costringere la restante parte dell'Europa a finanziare il deficit. Si pu negoziare con loro il fatto di cercare di ridurre la gravit della crisi, ma a causa del punto in cui arrivata non vi alcun percorso indolore da qui in avanti per Italia. Il rapporto debito/PIL arrivato al 126% e continua a crescere. Senza il sostegno della BCE si sarebbe gi perso l'accesso al mercato obbligazionario. Se si desidera continuare a rimanere nelleuro, bisogna per forza decidere di gestire la situazione. Tra l'altro abbandonare l'euro sarebbe una scelta molto costosa. La "nuova lira" crollerebbe in termini valore come una pietra nel lago di Como ( il lago pi profondo d'Italia, e per chi non lo conosce uno dei pi bei laghi del mondo). A quel punto il costo del credito salirebbero alle stelle. Le banche fallirebbero in una notte e a quel punto il tutto richiederebbe delle massicce iniezioni di nuova moneta che spingerebbero ulteriormente la lira verso il basso. Se in questo momento siete frustrati con i politici, immaginate che cosa potrebbe succedere se ci si trovasse nel caos di una depressione? Nessuno in grado gestire in modo corretto un ambiente di quel genere. Non ci sarebbero delle scelte positive da fare, ma solo delle scelte profondamente disastrose. Nelle prossime settimane la piccola Cipro potrebbe scegliere di uscire dall'euro. Con i conti bancari che in questo momento sono congelati e con l'economia che bloccata potrebbero ritenere di non avere un altra scelta. E molto importante prestare una particolare attenzione a ci che accadr, ma non sar abbastanza. L'Italia deve prima di tutto scegliere un governo. Eliminare la corruzione politica e gli sprechi che ci sono in termini di spesa e gi questa sarebbe sicuramente una buona mossa, ma anche avere dei nuovi politici onesti (non so se si possono trovare) in grado di affrontare in modo adeguato le scelte economiche che sono necessarie. Anche gli Stati Uniti si stanno avvicinando ad un livello di indebitamento particolarmente elevato. Sono passati solo meno di dieci anni da quando scrivevo su ci che avrebbe potuto essere il mercato degli investimenti negli Stati Uniti senza debito pubblico. S questa possibilit sembra ormai un lontano ricordo, in quel periodo abbiamo ripagato il debito degli Stati Uniti molto velocemente. Ma poi c stata la guerra in Iraq e a quel punto il deficit ha ricominciato a crescere ed un Congresso repubblicano ha poi contribuito in modo sconsiderato ad aumentare la spesa. In quel periodo Cheney aveva detto che i deficit non hanno alcuna importanza e a quel punto tutti lhanno preso sul serio. Da quel
momento in poi stato raddoppiato il debito. Se gli Stati Uniti fossero entrati nella crisi del 2008 con poco o nessun debito, avremmo potuto trasferire pi di $1.000 miliardi dollari allanno (o anche diverse migliaia di miliardi e a quel punto rendere felici Krugman e McCulley) e nessuno si sarebbe preoccupato di nulla, almeno per quanto riguarda il debito in termini complessivi. (Ci saremmo dovuti preoccupare solo di come il denaro doveva essere speso). Ma non l'abbiamo fatto. Abbiamo sprecato il nostro surplus con nuovi programmi e con della ulteriore spesa. Abbiamo preso i soldi in prestito e li abbiamo consumati. Abbiamo sprecato i bei tempi facendo crescere ancora di pi il debito. Ed ora siamo molto vicini nel pagare un caro prezzo per tutto questo. Quindi, senza alcun giro di parole io credo che l'Italia se la caver. Io continuer a venire nel vostro paese anche in futuro questo perch amo la Toscana. Ma se si vuole poter trovare un po di conforto vi garantisco che si pu stare in buona compagnia, ci sono un sacco di altre situazioni simili alla vostra e ci sono una miriade di paesi che fanno parte del mondo sviluppato che in un modo o nellaltro stanno per affrontare dei lunghi periodi di austerit. Questo proprio ci che accade quando si raggiunge la fine del super ciclo del debito. La peggior scelta quella per di non gestire quanto prima i problemi. Spero solo che il mio paese decida di fare quanto prima queste difficili scelte, e molto prima che anche noi ci possiamo trovare di fronte ad una crisi.
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