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Il Tempio dellImmortalit Il santuario di Massa Lombarda, fra devozione mariana e riti agresti di guarigione Il Santuario della Beata Vergine

della Consolazione ha una storia interessante, che si presta a diverse considerazioni. Sorge lungo via Cimitero, che allepoca della fondazione del tempio era chiamata via Celletta, e si presenta in eleganti linee neoclassiche nella facciata ingentilita da unesedra. Nelle pareti del tamburo si aprono sei finestre ornate da vetrate istoriate di fabbricazione recente. Larchitetto era il massese Zaccaria Facchini (1751 1826), contemporaneo del celebre imolese Cosimo Morelli; oltre ad essere un abile costruttore, larchitetto Facchini svolse diversi incarichi diplomatici durante le tormentate vicende della prima dominazione napoleonica. Il santuario di Massa Lombarda sorse allo scopo di custodire unimmagine della Vergine col Bambino, che era stata ritrovata in circostanze fortuite l11 dicembre 1793 ed a cui vennero subito attribuite virt taumaturgiche a seguito di diverse guarigioni miracolose. Autore della scoperta fu un contadino di nome Giacomo Pasotti, che scavando in un fosso trov unimmagine della Vergine in terracotta. La formella era spezzata in due parti, che un fabbro di nome Antonio Burnazzi riusc a fissare fra loro ricomponendo linsieme; era stata anticamente posta su un olmo a poca distanza dal luogo in cui fu successivamente rinvenuta, ma ne era poi caduta spezzandosi in due frammenti. Lusanza di appendere immagini sacre era molto diffusa, e secondo unipotesi plausibile formulata dopo unispezione del registro dei morti di Massa Lombarda, quella ritrovata dal Pasotti era stata appesa allalbero nel 1591, dai parenti faentini di un capitano dellesercito estense, caduto in unimboscata nelle vicinanze dellattuale cimitero. Limmagine ritrovata e ricomposta fu nuovamente appesa allalbero, e fatta subito oggetto della devozione popolare. Al tramonto la gente si riuniva per cantare le litanie intorno allimmagine della Vergine, che dimostr speciali poteri taumaturgici. Un muratore di nome Domenico Bernazzi, mentre camminava in prossimit dellolmo cui era appesa limmagine, fu colto da paralisi, ma guar prontamente; pochi giorni dopo le signore Maria Cassani ed Elisa Guadagnini, gravemente malate, si fecero trasportare ai piedi dellalbero e guarirono. Nei mesi successivi i miracoli si moltiplicarono, ed il pi famoso ebbe come protagonista una nobildonna faentina il cui unico figlio undicenne era sordomuto dalla nascita. Il bambino, portato ai piedi dellimmagine, recuper la favella e la madre, quale ex voto per la miracolosa guarigione, fece realizzare una stampa che la ritraeva assieme al figlio, nel momento in cui questultimo riacquistava la parola. Questa stampa, che sullo sfondo di una Massa Lombarda settecentesca raffigura la nobildonna faentina col figlio, ai piedi dellicona miracolosa collocata sullalbero, divenuta limmagine pi conosciuta della Vergine del santuario. Occorre dire che il ritrovamento dellimmagine da parte di Giacomo Pasotti richiam alla memoria di molti anziani massesi un fatto avvenuto nel 1747, allorch il famoso predicatore francescano padre Leonardo da Porto Maurizio in seguito elevato agli altari da papa Pio IX predicando in piazza alla cittadinanza, aveva fatto cenno ad un misterioso tesoro che si trovava nel contado di Massa Lombarda, di natura non terrena ma celeste. Il rinvenimento della terracotta miracolosa fece pensare allavveramento della profezia, pronunciata cinquantanni prima dal frate ligure. Gi nel 1794 sorse una chiesetta provvisoria sul luogo del ritrovamento; nel 1797 venne posta la prima pietra dellattuale costruzione, che, dopo un lungo intervallo causato dallinvasione francese, venne terminata nel 1814. Nel 1911 il monumento, forse lopera migliore di Zaccaria Facchini, fu dichiarato dimportanza artistica dalla Sovrintendenza di Ravenna. interessante riportare il metodo mediante il quale venivano abitualmente curati i malati che chiedevano alla Vergine la grazia della guarigione: linfermo veniva invitato a bere lacqua di un bicchiere, in cui era stato messo un pezzetto dellalbero cui era appesa limmagine miracolosa. In tal modo, sembra, spar lolmo ai cui piedi era stata rinvenuta la terracotta, vittima della devozione popolare che ne utilizz ogni parte per ottenere guarigioni. Il fatto che la Vergine fosse appesa ad un olmo potrebbe non essere stato casuale: la Bibbia elenca sette alberi come segno della fertilit della terra rifondata da Dio (Is 41,19) fra cui appunto lolmo. Gli altri sei erano il cedro, il

biancospino, il mirto, lolivo, labete e il bosso . Per i monaci camaldolesi di san Romualdo, da ognuno di quei sette alberi si potevano trarre insegnamenti di vita; quello relativo allolmo concerneva le opere di sostegno e pazienza. Come si legge nel Libro della regola delleremita, 1080 d.C. circa: E neppure ti sembri vile il diventare olmo, perch quantunque questo non sia albero nobile per altezza e per frutto, tuttavia utile per servire di sostegno: non fruttifica, ma sostiene la vite carica di frutti. Lolmo del santuario non dava frutti di per s, ma sosteneva appesa ai suoi rami licona taumaturgica. Si deve altres ricordare che lantichit classica aveva conosciuto il culto degli alberi sacri, come la quercia e la vite; tale culto, depurato dalle sue componenti pagane, era in certa misura sopravvissuto nelle campagne, e ad esso si accompagnavano spesso conoscenze erboristiche di tipo tradizionale. Uno studioso americano, Charles Godfrey Leland (1824 1903), che visse in Italia per decenni, dedic un libro a queste vestigia di antichi culti nelle campagne romagnole, dal titolo Etruscan Roman Remains in Popular tradition. Leland, quasi sconosciuto in Italia, notissimo in America (44.100 siti internet a suo nome secondo il motore di ricerca Google); egli riteneva che le superstizioni agresti romagnole rappresentassero ci che rimaneva alla sua epoca delle credenze religiose etrusche, che si sarebbero trasmesse per via orale attraverso i secoli. Entrando nel santuario, si rimane colpiti dalla rigorosa circolarit della struttura interna, sottolineata da un cerchio bianco posto sul pavimento, da cui si diramano (o confluiscono) sei diagonali, ciascuna diretta a due colonne binate ornamentali. La struttura architettonica non segue cio il modulo pi diffuso in Occidente, la pianta basilicale, generalmente rettangolare a tre navate: quella, per intenderci, adottata per la chiesa arcipretale di San Paolo. La forma circolare del tempio ci riporta invece allesempio pi famoso del genere, lAnastasis di Gerusalemme, ledificio rotondo che ricomprende il Santo Sepolcro. Nelle chiese la conformazione basilicale manifesta il concetto del cammino verso lo spirito: il fedele procede dallingresso verso laltare, posto nel presbiterio sul lato opposto, come avvicinandosi a Dio. Invece la struttura rotonda richiama la forma del cielo e lincessante susseguirsi dei suoi cicli stagionali. Non dunque un caso che tale forma sia stata scelta per la chiesa posta a coronamento del sepolcro di Cristo, dovendo questultimo simboleggiare non la morte, ma la resurrezione. Anche la struttura circolare del santuario di Massa Lombarda suggerisce lidea delleternit. La sua circolarit scandita da dodici colonne abbinate, il cui numero richiama quello dei dodici Apostoli; al centro del santuario, e delle dodici colonne, notiamo sul pavimento un cerchio bianco a simboleggiare Cristo. Linsieme di questi simboli suggerisce che larchitetto Zaccaria Facchini, col monumento da lui realizzato e destinato a vegliare sui morti che riposano nellattiguo cimitero, volesse inviare alla posterit un messaggio di speranza: la morte non la fine, ma linizio di una nuova vita. Conformemente del resto a ci che Cristo aveva detto, nel Vangelo di Luca, riguardo alla fede nella resurrezione: non Dio dei morti, ma dei viventi.

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