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Geografia regionale Riassunto da La Lombardia tra Europa e Mediterraneo 1.

I Lombardi, tra Europa centrale e mediterranea: UNA TERRA COSTRUITA: due caratteri fondamentali possono riconoscersi alla Lombardia: il radicamento con lEuropa centrale e la sua capacit di assimilare allo stile europeo le genti che si sono stanziate nella regione. la pi mediterranea delle regioni mitteleuropee. Fino alla vigilia della rivoluzione industriale la base economica della regione stata unintensa produzione agricola e la vitalit dei centri urbani nellorganizzazione degli scambi non solo delle merci, ma anche delle informazioni e delle idee. una civilt idraulica ed il controllo delle acque fu in gran parte iniziativa privata, anche se guidata talora dai pubblici poteri per quanto riguarda le canalizzazioni di maggior mole. Il fervore delle intraprese di bonifica, dallalto Medioevo al periodo comunale, ai lavori pubblici rinascimentali, fino allespansione agraria dell800, fu spesso stimolato dal confronto e dalla trasmissione dei modelli tecnologici sperimentati o realizzati contemporaneamente nelle pianure tra lElba ed il Rodano. con lespansione industriale che si accentuano anche limmigrazione e lassimilazione di cui oggi , la Lombardia espressione tra le pi tipiche dItalia. SOVRAPPOSIZIONE CONTINUA DI VICENDE, REALT, UOMINI: prima del 629 anno in cui Dagoberto, re dei Franchi, us il termine Langobardia, la Lombardia non era il territorio invaso dai Longobardi, ma il dominio longobardo in generale. Nella sua Historia Langobardorum Paolo Diacono parla della Liguria le cui citt principali sono Milano e Ticino, chiamata anche Pavia. Sino allepoca
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preistorica la regione al centro dellItalia settentrionale era stata sede di popolazioni dedicate alla caccia, alla pesca, favorite dalla ricchezza dacqua. Esse si collocavano principalmente lungo le direttrici delle grandi vallate, come la Valtellina e la Valcamonica. Dopo gli insediamenti palafitticoli dellet litiche, la civilt delle terramare, sparse dal Milanese al Mantovano nellet del bronzo e i resti numerosi dellet del ferro testimoniano una crescente umanizzazione del territorio lombardo. Lepoca in cui gli insubri, di stirpe gallo-celtica, fecero la loro comparsa nella Pianura Padana si pu ascrivere alla seconda met del I millennio a.C. E certo, invece, che ad essi e ad altre trib della stessa stirpe si deve la fondazione di Mediolanum (posto in centro alla pianura). La bellicosit dei Galli ebbe a scontrarsi non solo con le popolazioni confinanti, ma anche con le avanguardie dellespansione romana, prima della sottomissione avvenuta allinizio del II secolo a.C. Da allora lassimilazione della civilt e dei costumi di Roma fu piena fino allacquisizione della cittadinanza nel 49 a.C. La regione fu inserita nellimpero, mentre la sua capitale diventava un municipium romano. Il territorio veniva diviso in tre regioni. Milano il centro pi vivace; infatti cinque strade sirradiano dalla citt: una, attraverso Verona ed Aquileia, raggiungeva i Balcani, la seconda, attraverso Como e lo Spluga, i paesi nordici, la terza a Roma, la quarta a Genova, lultima superando Ivrea, Aosta, il Gran San Bernardo e il Piccolo San Bernardo, univa Milano ai Paesi doltralpe. Diventa per un secolo sede imperiale (editto costantiniano del 313). Un secolo dopo, fu assoggettata dai Longobardi e Pavia diventa la citt principale (a Monza vanno i privilegi della regina Teodolinda) e Mantova inizia ad affermarsi nei secoli IX e
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X. Nel periodo franco venne costituita la marca di Lombardia che corrispondeva allattuale pi una parte dellEmilia. Anche nellepoca franca Milano resta un centro vitale. OPERE DI VALORIZZAZIONE AGRARIA IN EPOCA MEDIEVALE: c unespansione dellagricoltura intorno alle citt. Notevole contributo era dato dai monasteri. I monasteri necessitavano di vaste estensioni di terreno da coltivare per essere autosufficienti. Il disboscamento, il dissodamento, la bonifica e il drenaggio delle acque paludose, la regolazione delle acque erano fra le attivit prime dei monaci (es. monastero di Bobbio nel Pavese e di Leno, le abbazie di Chiaravalle). Le citt lombarde nel primo secolo dopo il mille vanno assumendo una fisionomia propria (sempre pi autorit ha Milano). UNA PRIMA AGGREGAZIONE TERRITORIALE ED ECONOMICA INTORNO A MILANO: la trasformazione dei comuni in signorie, lungo il secolo XIII, acceler il processo daggregazione politica di una parte del territorio lombardo intorno a Milano. Alla supremazia milanese si sottrasse Mantova, dalla fine del Duecento, mentre Bergamo e Brescia la subirono fino ai primi decenni del XV secolo. Dopo la signoria dei Della Torre, quelle dei Visconti e degli Sforza rappresentarono per Milano e il suo territorio, un periodo di sviluppo. Milano vide il sorgere dopere imponenti: castello, duomo. C sviluppo economico di Milano. IL CULMINE DELLA CIVILT IDRAULICA E LINSEDIAMENTO RURALE: in epoca comunale continuarono ad essere realizzati grandi lavori idraulici. Milano ebbe una fossa interna per difesa. Dopo la vittoria di Legnano, i milanesi cominciarono lo
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scavo di un canale navigabile, derivato presso il Lago Maggiore dal Ticino (Naviglio Grande) che dopo aver attraversato Magenta ed Abbiategrasso giungeva sino a Milano. Alla met del Trecento fu dato lavvio alla costruzione del Naviglio Pavese. E di questi secoli il sorgere della cascina a corte, costruita in forma quadrata intorno ad uno spazio sul quale si affacciano tutti gli edifici necessari alla vita (soprattutto nella zona di pianura). Nella zona di collina dellalta Lombardia, dove le coltivazioni erano meno estese le cascine si raggruppavano in borgate. Nel XIV secolo e XV molti nobili cittadini temendo dincorrere in arbitri violenti, lasciarono le citt stabilendosi nei loro feudi campagnoli (ruralizzazione della classe superiore lombarda torn a vantaggio delleconomia agraria). LE PREMESSE DI UNA MODERNA ORGANIZZAZIONE ECONOMICA: dopo che nel XVI secolo il ducato di Milano cadde sotto la Spagna, la vita economica della capitale lombarda ebbe un regresso, in un clima di fiscalit e abusi. Nel primo Cinquecento Milano perse la Valtellina, assoggettata ai Grigioni (solo nel 1797 riunita). Nel 1706 c il passaggio al governo austriaco e c organizzazione e rigore amministrativo. Nella prima met del secolo (guerra di successione austriaca), il territorio ducale si modific nei confini avvicinandosi a quello dellattuale Lombardia (anche se perde il Novarese, la Lomellina e lOltrep). Poi c il governo di Maria Teresa e Giuseppe II che portano la Lombardia sulla strada della modernit. C il sorgere di istituti di educazione, lUniversit di Pavia; nel XVIII secolo si vanno ricostituendo i raggruppamenti artigiani e c un ripresa produttiva del settore manifatturiero. Anche la conduzione agricola subisce un
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rinnovamento (figura dellaffittuario). Nella seconda met del secolo le leggi di riforma agraria del sovrano austriaco portarono allo smembramento del latifondo. C un esodo verso le citt. Loccupazione francese dei secoli XVIII-XIX abol quanto restava dei privilegi nella trasmissioni delle propriet private e diedero a nuovi strati sociali emergenti la possibilit di accedere alla propriet fondiaria. Nel 1805 Milano capitale del Regno dItalia napoleonico, dopo il congresso di Vienna. Nei primi decenni dellOttocento si svilupparono ancora di pi le attivit manifatturiere. UNA STRAORDINARIA CAPACIT DI ASSIMILAZIONE: nella prima met del secolo si ebbero notevoli progressi tecnici con ladozione di nuovi metodi e colture redditizie (patata). Nella seconda met del secolo la regione lombarda era unificata e andava assumendo lordinamento economico e sociale attuale. C qui il suo carattere di assimilazione. C il fiorire di tessiture e nella seconda met dellOttocento una classe borghese, urbana, commerciale e professionale diede lavvio a imprese. RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ED EVOLUZIONE CULTURALE: sorgevano le prime imprese meccaniche, chimiche, siderurgiche. Accanto alle linee ferroviarie principali nascevano negli anni Settanta le Ferrovie Nord, la ferrovia del Gottardo (univa Lombardia e Svizzera centrale). Nel 1881 c unesposizione internazionale e nel 1883 Milano ha la prima centrale idroelettrica europea e la seconda del mondo dopo New York. C uno sviluppo culturale: la Scala, Politecnico, Bocconi, la Cattolica e nel 1920 la Statale.
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LINCIDENZA DEI CONFLITTI MONDIALI SUL PROCESSO DELLO SVILUPPO: le due guerre mondiali incisero profondamente, soprattutto la seconda per le industrie. La struttura produttiva dellindustria lombarda rimasta imperniata sui settori metalmeccanico, elettrotecnico, petrolchimico, tessile, abbigliamento NUOVE STRUTTURE URBANE E FLUSSI DI IMMIGRAZIONE: la citt resta il centro amministrativo e commerciale e cos si assiste allarrivo di immigrati. Nel secondo dopoguerra arrivano i meridionali problemi dalloggio ed assistenza. Adesso c un

distribuirsi delle attivit secondarie e degli insediamenti abitativi. 2. La Lombardia, regione nodale: un quadro geografico: occupa pi di un tredicesimo della superficie territoriale, ponendosi al quarto posto per estensione preceduta da Piemonte, Sicilia e Sardegna, ma primo per numero di comuni e popolazione residente. Ruolo notevole dellallevamento bovino e suino. Milano la citt con pi alta densit in Italia e la quinta europea (prima c Mosca, Londra, Parigi ed Essen). C un elevato numero di occupati (pi in senso industriale). Consistente la dotazione regionale nel settore finanziario, nellistruzione universitaria, nel commercio. Problemi sono: intensit del traffico automobilistico, presenza di extracomunitari. 3. Una rilettura della naturalit di del territorio: QUALE NATURA IN LOMBARDIA?: a partire dalla met del secolo scorso la Lombardia si avvia verso quello sviluppo industriale e terziario moderno (entrambi fagocitatori di spazio e natura) che caratterizza levoluzione recente della nostra regione. La natura naturale non abita pi n qui n in alcuna parte del nostro pianeta. Lattuale esigenza di
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natura vuol dire tentazione arbitraria e utopistica di ricostruire ci che non pu pi esistere. Esiste in Lombardia una naturalit di ritorno; ci vale per quelle aree alpine e prealpine, dove alle attivit tradizionali non si sono sostituite o accompagnate le attivit terziarie. Sono aree in cui la presenza umana la rara eccezione. LACQUA, ELEMENTO UNIFICANTE DI UN PAESAGGIO MUTEVOLE: partendo da settentrione troviamo la montagna (Gottardo, Pizzo Bernina, Adamello). Il passaggio tra montagna e pianura non netto; gi le Prealpi, prevalentemente calcaree, con la loro altimetria meno accentuata creano una zona di transizione verso le basse terre meridionali, anticipando la funzione della fascia collinare. Questa costituita in gran parte dalle morbide groppe dei depositi morenici pleistocenici; insieme allaltro esiguo lembo di collina dellOltrep pavese. La connessione tra pianura e montagna rappresentata dallelemento fisiografico dei laghi prealpini (Lario, Sebino). La pianura occupa il restante 47% (le pianure: da una parte la pianura alta, asciutta, terrazzata, ciottolosa, permeabile; dallaltra la pianura basa, irrigua, impermeabile, agricola. Il limite fra le due segnato dalla fascia delle risorgive. Lacqua stata importantissima (societ idraulica). Da nord a sud c un complesso di serbatoi naturali costituiti dalle neve e dai ghiacciai (100 kmq), dai laghi (599 kmq), dalle falde freatiche e dai fontanili, dai fiumi e dai canali. Con la regolazione delle acque si tende a portare i laghi ai massimi livelli a fine maggio per far fronte allirrigazione durante lestate (funzione di serbatoio dei laghi prealpini ampliata). Il trasferimento delle acque dai laghi prealpini alla pianura non affidato solo alle pur regolate aste naturali, ma anche ad un
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sistema di canalizzazione (ebbe impulso dopo la battaglia di Legnano nel 1776). C pericolo di inondazione per il Seveso allinizio degli anni Ottanta stato realizzato il canale Scolmatore di Nord-Ovest che in caso di piena del Seveso e degli altri corsi dacqua raccoglie le acque in eccesso e le convoglia nel Ticino. Allalimentazione dei canali contribuiscono i fontanili (terzo grande serbatoio idrico della Lombardia) che sono sorgenti perenni e limpide distribuite a centinaia nella parte mediana della pianura in una fascia che si distende dal Ticino al Mincio con un larghezza minima di tre chilometri nel Mantovano ed un massimo di trenta nella Lomellina. Hanno una temperatura media di 12 e non si ghiacciano dinverno, mentre sono fresche destate (usata per la tecnica della marcite prima dagli Umiliati nel XI secolo e poi dai Cistercensi). NATURA TRAVOLGENTE, NATURA TRAVOLTA: c pericolo di eventi catastrofici naturali (frane nella provincia di Sondrio, alluvioni, dissesti); molto fragile come regione dal punto di vista geodinamico, anche se spesso colpa delluomo e dei suoi lavori. C inquinamento delle acque (sono molto pi limpide in montagna). Critica la situazione di altri inquinanti legati al notevole incremento del numero di autoveicoli (mancano interventi in merito) e c il problema dello smaltimento dei rifiuti industriali. FRA LUCI E OMBRE VERSO IL 2000: c una crisi dei beni ambientali primari, come lacqua. Bisogna recuperare gli spazi dismessi per creare aree verdi (es. Parco del Ticino). 4. La Lombardia vista dallo spazio: fra le forme di controllo a distanza e dallalto bisogna collocare le tecniche di telerilevamento.
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IL TELERILEVAMENTO: si intende quellinsieme di tecniche, strumenti e mezzi interpretativi che permettono di estendere e migliorare le capacit percettive dellocchio umano, fornendo allosservatore informazioni qualitative e quantitative su oggetti posti a distanza (tre fasi: ripresa, elaborazione e interpretazione dei dati). Lobiettivo quello di produrre le mappe tematiche del territorio (mappe dove sono descritti alcuni temi come lidrografia, la copertura vegetale, la qualit delle acque, lurbanizzato, la copertura nevosa, luso del suolo). evidente la differenza con lobiettivo della Fotogrammetria (produzione di mappe metriche). Per la ripresa dei dati ci si avvale di satelliti e aerei. Le informazioni trattate nel telerilevamento sono riferite allenergia elettromagnetica, sia essa di origine solare e riflessa dalle superfici, sia essa emessa in via spontanea per effetto termico. La data di nascita del Telerilevamento coincide con quella della fotografia (1839), ma dovr passare molto tempo prima delle applicazioni. Dalla seconda guerra mondiale si determina lo sviluppo di questa tecnologia, con luso della pellicola infrarosso falso colore, i dispositivi a scansione e lapplicazione delle tecniche radar. Il 23 luglio 1972 dalla base americana di Vandemberg (California) venne lanciato il primo satellite per le osservazioni terrestri denominato ERTS-1. Fra i Paesi che furono e sono presenti nel campo del Telerilevamento spaziale oltre agli USA ci sono lURSS, la Francia, il Giappone, lIndia, lEuropa (tramite lagenzia ESA). La lettura e susseguente rappresentazione del territorio avviene quasi sempre a scansione e cio con esplorazione ordinata di strisce al suolo, per di pi in modo discreto e cio per elementi finiti di superficie chiamati pixel
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che compongono la scena. Linformazione non visibile viene poi tradotta in immagine visibile con alcuni artifici in modo da essere adattata alle nostre capacit percettive e comunicative e quindi interpretata: una ripresa allinfrarosso termico pu essere rappresentata in unimmagine in bianco e nero. LA PRODUZIONE DI MAPPE TEMATICHE: il processo che porta alla realizzazione di mappe tematiche passa attraverso tre fasi: la ripresa dei dati, lelaborazione dei dati e linterpretazione. C capacit di ripresa multitemporale. I dati ripresi si presentano sotto forma analogica o digitale (pi ampie possibilit di calcolo). Per realizzare la mappa tematica delle zone vegetate rispetto a tutto il resto, sapendo che la vegetazione riflette un po di luce in banda verde e riflette molto nella regione dellinfrarosso vicino assorbendo energia in banda blu e rossa, baster imporre al calcolatore di esaminare i dati forniti dalle quattro immagini riprese nelle bande citate e verificare la simultanea esistenza delle quattro condizioni. MAPPE DI VARIAZIONE: uno degli scopi losservazione dei cambiamenti avvenuti nel territorio, procedendo per confronto. CASI DI STUDIO: limmagine di tutta la Lombardia (lacquea risulta nera e la vegetazione riflette molto ed chiara, i centri abitati sono in grigio), lisola di calore su Milano (le zone con aria pi inquinata risultano pi fredde), la frana di Valtellina del 1987 (per confronto maggiore pendenza dei versanti). 5. Radici europee e mediterranee nella cultura e nel paesaggio lombardi: IL PAESAGGIO LOMBARDO ALLA VIGILIA DELLETA MODERNA: durante la lunga fase che arriva fino alla fine dellet
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visconteo-sforzesca e alla prima discesa dei francesi in Italia nel 1494, questo ambiente, gi individuabile sotto il profilo geo-morfologico come la regione dei grandi laghi prealpini, formata dallinsieme dei bacini idrografici a essi inerenti, che si estendono dallo spartiacque alpino fino al Po, venuto infatti sempre pi caratterizzandosi in modo unitario, differenziandosi rispetto alle aree limitrofe. indubbio che il lungo periodo di soggezione a Roma abbia lasciato delle tracce molto profonde nella stessa organizzazione dello spazio regionale lombardo e del paesaggio; le grandi linee della centuratio romana improntano lorientamento dei filari e dei campi., come pure il tracciato dei confini e delle vie vicinali. stato sotto la spinta della conquista romana che il territorio compreso tra il Ticino ed il Mincio venuto articolandosi in una serie di insediamenti urbani: Pavia, Lodi, Cremona, MantovaDopo la disgregazione dellordine romano e il periodo delle invasioni barbariche sono venuti emergendo fattori di riorganizzazione del territorio di matrice continentale. Particolarmente importante stata lattivit di dissodamenti e bonifiche avviata dopo lanno 1000 ad opera dei grandi monasteri e che ha avuto proprio nella curtes un centro propulsivo determinante. I disboscamenti, i dissodamenti hanno portato a creare il nuovo paesaggio del basso Medioevo. C poi in pianura lintroduzione di innovazioni di derivazione nordica come laratro a versoio e laffermarsi della propriet individuale del suolo. Nelle aree lacuali c lintroduzione dellolivo e degli agrumeti (nel XIII secolo dai francescani). C il primo affermarsi della civilt idraulica con la costruzione di canali. Nel periodo basso medievale la regione stava raggiungendo sotto il profilo ambientale una situazione peculiare.
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Nel XV secolo c lintroduzione del riso e nel Quattrocento del gelso (Sforza). LEVOLUZIONE DELLECONOMIA LOMBARDA ENTRO LA FINE DEL SECOLO XVIII E I SUOI RIFLESSI SUL PAESAGGIO: a partire dal Cinquecento le attivit produttive regionali (soprattutto quelle agricole) hanno fatto registrare importanti sviluppi in grado di riflettersi in modo significativo anche sul paesaggio. C un avanzamento della rete irrigua nella bassa pianura. A partire dalla met del Seicento c unulteriore estensione dopo la crisi (affitto capitalistico e affermazione cascina). C ridimensionamento della piantata a partire dal Settecento e dalla met del Seicento c laffermarsi del gelso e del mais. C un vistoso rafforzamento del tessuto manifatturiero, in particolare in Brianza e nellAlto Milanese. In montagna si sviluppa lindustria del ferro. LE TRASFORMAZIONI OTTOCENTESCHE E LO STEMPERARSI DELLA MATRICE MEDITERRANEA: nel corso del XIX secolo leconomia regionale ha proseguito il suo cammino di sviluppo. La bassa pianura irrigua ha prodotti pi tipici (lattiero/caseari e riso). Il paesaggio costituito da cascine e borgate agricole. C laffermazione della risaia nelle province di Pavia e di Milano. C poi nella bassa lallevamento bovino e in collina la gelsibachicoltura. C la realizzazione di strade e perdono rilievo le vie dacqua, anche se con i battelli a vapore si poteva collegare Pavia, laghi, Po ed Adriatico. C laffermazione della rete ferroviaria (importante per Milano lapertura del Gottardo nel 1882). C lavvio dellindustrializzazione moderna

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con conseguente degrado ambientale: primi opifici nel distretto TicinoOlona. LE GRANDI TRASFORMAZIONI TRA Et GIOLITTIANA E SECONDO DOPOGUERRA: a partire dagli inizi del Novecento il paesaggio e la realt lombardi si sono trovati a registrare trasformazioni radicali grazie anche allaccelerazione demografica e al conseguente processo di urbanizzazione. Milano diventa il maggior centro commerciale e finanziario (anche per le industrie siderurgiche come la Falck e la Breda); c quindi lattivazione di una rete di tranvie per i pendolari. In montagna ci sono cambiamenti dovuti allindustria elettrica di provenienza statunitense. La bassa risulta tagliata fuori dalla meccanizzazione. Montagna stravolta anche dal turismo di massa. 6. Lombardie immaginarie e Lombardie reali tra Europa e Mediterraneo: SOLO PADANA: pressappochismo territoriale nella definizione di Padania. LOMBARDIE NON PADANE: la concentrazione della popolazione nella pianura media e alta s accentuata negli ultimi trentanni; solo di recente si verifica una consistente deconcentrazione del polo massimo, Milano. Alla qualificazione padana si accompagnano evidenti caratteri ambientali assunti a luoghi comuni: freddo, nebbia, clima sfavorevole. La Lombardia lunica regione che possiede laghi prealpini postglaciali e soltanto in Lombardia le acque sono regolate. LEUROPA NEL PAESAGGIO E NELLA POSIZIONE: vicina al Mediterraneo, ma anche molto vicina allEuropa moderna e contemporanea. Sulle Alpi sincontrano tre universi linguistici diversi: latino, germanico e slavo.
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ILLUMINISMO CULTURALE COME VERA EUROPA: lautore ha pi rispetto per gli Stati Uniti, piuttosto che per la confederazione svizzera per quanto riguarda il federalismo. La Lombardia dei Verri, di Beccaria per lautore la vera Europa. POCA EUROPA, MOLTA EUROPA: Milano no regge il confronto con le altre capitale europee: per parcheggi, per gli aeroporti, linquinamento delle acque (lo Stato italiano molto tollerante, poich ha alzato la soglia di tollerabilit), i parchi regionali sono molti. LA PICCOLA VEDETTA LOMBARDA, LAMBIENTE E LEUROPA: tra Voghera e Montebello della Battaglia si eleva un vecchio frassino: quello della piccola vedetta lombarda di De Amicis e nel 1992 ha rischiato di essere abbattuto per far posto ad una superstrada. Non ci sono pi i fiori intorno alle rogge con cui stato coperta la piccola vedetta. Per entrare in Europa la Lombardia deve pensare di pi a questi problemi. 7. Organizzazione territoriale e cultura lombarda oggi: DAL MODELLO DI ACHILLE AL MODELLO DI ULISSE: a met degli anni Ottanta c una moltiplicazione dellimprenditorialit. Nel 1986 la nascente struttura a rete poteva essere definita come il passaggio dal modello di Achille al modello di Ulisse; Ulisse pi duttile e preferisce arrivare allo scopo in via indiretta, quando questa si dimostra pi sicura, poich egli no si limita ad agire e reagire, ma riflette sulle conseguenze dei suoi gesti. IL LAVORO, LO SPAZIO E IL TEMPO: negli anni Ottanta la Lombardia ha registrato un vero e proprio crollo degli occupati privi di titolo di studio o con la sola licenza elementare, mentre gli occupati
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diplomati o laureati sono raddoppiati e in alcuni segmenti di laureati tecnici si verificato un razionamento dellofferta. Oggi sono evidenti i fenomeni di congestione e soprattutto ci si lamenta della scarsit di tempo nelle grandi citt. LAVVENTO DELLO SPAZIO-TEMPO: c la dispersione della folla dispersa. Tra gli anni Ottanta e Novanta diminuito il numero di lettori, ci sono bassi consumi culturali, compresi libri e televisione che caratterizzano gli adulti. Il ceto dirigente sembra rappresentare le difficolt a collocarsi entro le nuove coordinate di spazio e tempo. Lo spazio e il tempo non sono pi risorse illimitate. LA RIORGANIZZAZIONE TERRITORIALE DI UNA FOLLA DISPERSA: il contesto sociale appare ostile. La geografia della Lombardia si spostata verso Oriente. STRUTTURA A RETE DEL TERRITORIO E CULTURA DELLA COOPERAZIONE: linnovazione nasce dal basso. Il dominio della metropoli stato messo drasticamente in discussione negli anni Ottanta. UNA NUOVA CAPACITA DI GOVERNO: c unespansione a nebulosa. Il governo si deve occupare di fermare il degrado. LA POVERT DI RAPPRESENTANZA E DI SOLIDARIET: nel 1991 la crisi economica era solo annunciata. La sperequata distribuzione di ricchezza si manifesta sempre nei periodi di grande trasformazione. Pi ricchi a Pavia, Cremona, Mantova e Sondrio. Pi poveri a Como, Varese e Brescia. Adesso la povert visibile e si tratta di miseria.

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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE: le tecnologie dellinformazione hanno rafforzato la base sia delleconomia sia della societ e del territorio, provocando una torsione rispetto al tradizionale modello gerarchico sia delleconomia sia della societ e del territorio. La mancata corrispondenza tra pensiero, parola e azione, se pu essere fonte di malessere per la persona, allorigine del malfunzionamento e dei rischi di disgregazione della nostra organizzazione territoriale, senza un sistema di valori, 8. Lorganizzazione territoriale della Lombardia: processi e caratteri recenti: PREMESSA: la Lombardia si identifica nellimmaginario collettivo con larea forte del Paese. Grande variet presenta anche la morfologia del territorio, che va dallalta montagna alla bassa pianura, trapassando dalle Alpi alle Prealpi, dalla fascia collinare e lacustre allalta pianura. LA VARIET TERRITORIALE DI FRONTE AL MIRACOLO ECONOMICO: la stessa suddivisione morfologica tra montagna, collina e pianura non pi in grado oggi di offrire una griglia di lettura determinante. Ben conosciuta allopinione pubblica la fase del miracolo economico di fine anni Cinquanta inizio anni Sessanta, che ha portato la Lombardia, o meglio, la sua fascia centro-occidentale e alcune aree isolate orientali e meridionali a raggiungere i suddetti primati e Milano a consolidare quella posizione di capitale economica dItalia. I processi di crescita appaiono concentrati dentro e attorno alle maggiori aree urbane, ma anche diffusi in ambiti non propriamente urbani. I MUTAMENTI DEGLI ANNI SETTANTA: il consolidamento dello sviluppo economico, soprattutto industriale e la sua progressiva
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diffusione periferica nellItalia di mezzo, in conseguenza del boom di quegli anni, una serie di crisi colpisce leconomica mondiale e naturalmente italiana, a partire dal 1973, anno del primo shock petrolifero. Ci provoca, o almeno sollecita, profonde modificazioni negli assetti economico produttivi: laccentramento e la concentrazione del relativo potere decisionale in alcuni grandi gruppi, anchessi insediati nelle aree e nelle citt centrali. La razionalit urbana non appariva pi in grado di governare i diversi sistemi economico territoriali. Un profondo malessere ha colpito soprattutto gli strati giovanili pi disagiati e marginali, specie residenti nelle periferie urbane: dalla difficolt di reperire occupazione stabile e soddisfacente, alla caduta delle tensioni ideali del periodo precedente consumismo indiscriminato, piccola delinquenzaC la crisi del territorio con lemergenza residenziale, la carenza degli alloggi e laumento dei loro costi, specie nei maggiori centri abitati, inquinamento, crisi di alcuni settori o grandi complessi industriali (cassa integrazione, licenziamenti). Alla riorganizzazione urbanistica delle citt e delle periferie, fa riscontro laffermarsi definitivo di un tendenza al calo dei residenti nei centri maggiori a favore di un incremento degli abitanti di quelli minori, di molti comuni rurali. IL DECONGESTIONAMENTO DELLE AREE CENTRALI: a scala regionale o di area metropolitana i fenomeni di concentrazione demografica e industriale non sono affatto scomparsi, ma si sono, per cos dire, diluiti al centro e invece diffusi su spazi pi ampi, ma a esso intimamente legati. Cos nelle aree non urbane nonostante la comunanza di alcuni problemi sociali ed ambientali i segni
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dellevoluzione appaiono opposti a quelli del centro: esse mostrano incrementi della popolazione, aumenti delloccupazione extragricola per decentramento dalle metropoli congestionate di attivit produttive o di servizio e dufficio e per nascita di attivit industriali locali sviluppo periferico. In Lombardia esistevano gi delle aree che si potrebbero dire di sviluppo periferico: dalla Brianza mobiliera e tessile al Vigevanese calzaturiero, al Comasco e alla Val Seriana tessili, alle valli bresciane siderurgiche e meccaniche, la direttrice Legnano Busto Arsizio Gallarate. La geografia dellindustria lombarda negli anni Settanta registra una rilevante evoluzione: perde occupati sia in termini relativi che assoluti, vedendo di frequente un incremento quantitativo del terziario, dei servizi e delle attivit dufficio. La crescita maggiore si registra nelle province di Bergamo e di Brescia, dove si rafforzano i vecchi nuclei industriali, ma anche compaiono numerose attivit di trasformazione leggere nelle fasce dalta, ma pure della bassa pianura. Decentramento degli impianti e delle attivit produttive. La contrazione degli addetti allindustria procede quasi in parallelo con quella demografica. I SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI: questi processi di riorganizzazione del settore secondario hanno prodotto fenomeni di espansione della base industriale in tutta la fascia centrale della Lombardia, morfologicamente costituita da alta pianura e collina, ma anche dando luogo a infiltrazioni nelle basse valli prealpine e con un progressivo ampliamento verso la bassa pianura. Sono stati individuati in Lombardia ventotto sistemi produttivi locali, variamente specializzati e diversamente classificati in base a vari parametri. Il territorio regionale
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non mostra pi vaste ed interrotte sacche di spopolamento e di arretratezza economica, ma semmai aree di scarso peso economico impiegando tempi di pendolarismo sopportabili. GLI ANNI OTTANTA: LA RIAFFERMAZIONE DELLA CENTRALIT METROPOLITANA: gli spazi centrali tornano a mostrare sintomi di recupero di una propria vitalit e funzionalit specifica: borse, grandi gruppi economico privati e pubblici, banche, societ finanziarie, istituzioni, partiti politici, sindacati, associazioni di lavoratori e imprenditori, universit, centri di ricerca, gruppi editorialistrutture ospedaliere, impianti ludico sportivi, grandissima distribuzione (ipermercati, centri commerciali), fiere, centri per congressi. Ci sono anche centri satelliti come Milano San FeliceC un tentativo di recupero delle aree dismesse (Bicocca Tecnocity); c diminuzione dei colletti blu e un aumento dei colletti bianchi, cio degli addetti ai servizi alta in tutta la regione. LA METROPOLI, LO SVILUPPO PERIFERICO E I RETICOLI URBANI: la citt centrale, il Core metropolitano non sono pi depositari esclusivi delle funzioni e del potere urbani metropolitani. La posizione di Milano appare assai interessante. IL RUOLO DI MILANO, LE ISTITUZIONI, LA POLITICA: c una posizione dominante della metropoli lombarda in campo economico, ma anche in quello dei servizi alla produzione e delle forme di telecomunicazione pi rare. Difficile il confronto internazionale: manca un grado alto di apertura internazionale,
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processo di

terziarizzazione per lItalia. Loccupazione secondaria tuttora molto

insufficiente propensione alla modernizzazione del sistema economico italiano, carenti sinergie tra industria, ricerca, terziario avanzato. Importante poi il contesto politico istituzionale burocratico per le politiche LA economiche (edilizia VERO IL residenziale, 2000: infrastrutture. E Si aggiungono poi le difficili condizioni finanziarie. LOMBARDIA LUCI OMBRE, POTENZIALIT E DIFFICOLT: la regolazione delle acque rischia di essere travolta dalla crescita edilizia o dallincuria della nostra generazione. Ha molte potenzialit, ma afflitta da situazioni di degrado e da problemi irrisolti. Bisogna che ci sia uno sviluppo delle potenzialit e risolvere i problemi, anche per un unit europea pi concreta. 9. Tecnologie avanzate nellindustria: IL PROBLEMA CENTRALE: la disponibilit di tecnologie nuove e ogni volta avanzate stata in ogni tempo un elemento cruciale per il benessere e per la sicurezza delle societ umane. Nel XVIII secolo le innovazioni sono state ancora pi radicali e molto numerose e hanno dato luogo a uno sviluppo duraturo per una serie concomitante di condizioni economiche e sociali favorevoli quali lo sviluppo dellagricoltura (grazie alle bonifiche), la divisione del lavoro e la specializzazioneLa seconda rivoluzione industriale raggiunge la fase pi acuta negli anni di transizione dallOttocento al Novecento con lintroduzione di nuove organizzazioni del lavoro e con il primo apparire di alcune fonti di energia che ritroveremo nella terza che si svolge durante la prima met del XX secolo e ha come elementi caratterizzanti lelettricit, il petrolio, lautomobile, la chimica, nonch
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linizio dellaeronautica. La necessit di nuove tecnologie legata alle rapide trasformazioni dei sistemi economici nei paesi pi avanzati e in particolare: all struttura della domanda finale, alla accresciuta variabilit della domanda, alla progressiva dematerializzazione dei processi produttivi che impiegano beni capitali sempre pi avanzati. Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta erano state le innovazioni di prodotto che hanno maggiormente sollecitato la crescita della produzione industriale.. Nel decennio successivo si affermarono sempre pi le innovazioni di processo, alle quali ci si affidava per ridurre il fabbisogno di materie prime e di materiali intermedi. Schumpeter divideva distingueva linvenzione (idea potenzialmente passibile di sfruttamento commerciale, ma non necessariamente realizzata), linnovazione (introduzione commerciale di un nuovo o migliore prodotto oppure lapplicazione di un nuovo o migliore processo produttivo), la capacit tecnologica (conoscenza accumulata su un metodo per avere un prodotto o un processo), cambiamento tecnologico (evoluzione temporale delle tecniche produttive impiegate), ricerca e sviluppo (insieme di attivit scientifiche e tecniche finanziate ed eseguite da imprese, enti o istituzioni). Le innovazioni sono divise in cinque tipi: produzione di un nuovo bene, introduzione di un nuovo metodo di produzione, apertura di un nuovo mercato, conquista di una fonte di approvvigionamento, riorganizzazione di unindustria. In versione moderna queste cinque forme sono queste attivit: di processo, di prodotto, organizzative, commerciale, degli input intermedi. Secondo lOCSE si in presenza di ricerca e sviluppo se lobiettivo principale dellattivit consiste nellapportare miglioramenti nei prodotti e nei
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processi, mentre non si pu parlare di R&S se lobiettivo consiste nel trovare nuovi sbocchi commerciali. Concorrono a tale attivit la ricerca pura, applicata e di sviluppo. Gli impulsi provenienti dalleconomia sono: espansione del mercato, convenienza a ridurre i coefficienti di produzione e i costi, variazioni di prezzi relativi dei prodotti. La definizione per tecnologie avanzate diversa, ma ha comuni denominatori: personale impiegato nella R&S, spese relative, grado di sofisticazione tecnica dei prodotti, complessit del processo produttivo, frequenza dei cambiamenti tecnologici. Un ruolo centrale viene riconosciuto allelettronica. Il cambiamento tecnologico un aspetto del processo di sostituzione tra i fattori produttivi e pu venire espresso con la funzione di produzione, usata per descrivere metodi alternativi di input di fattori ed definita come linsieme delle tecniche efficienti per produrre nellunit di tempo considerata un quantit y di output. Nel lungo termine il cambiamento si produce quando limprenditore passa da una delle tecniche gi sviluppate a unaltra, ancora fra quelle potenziali y (funzione della produzione) = f (K, L) dove K il capitale e L il lavoro (prima cera anche il fattore terra). C anche la funzione di Cobb Douglas: y = AC dove e dove a il parametro che misura il grado di efficienza nel modo di organizzare lattivit produttiva. I materiali hanno avuto un grande rilievo nellinnovazione industriale. LA DIFFUSIONE DELLINNOVAZIONE: Hagerstrand ha sottolineato linfluenza della distanza nelle comunicazioni interpersonali valutando leffetto di vicinato, ossia la relazione fra la probabilit di contatto tra per persone e la distanza. Sul modo di diffusione delle
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innovazioni ha certamente influito lo specifico tipo di sviluppo industriale e la sua distribuzione sul territorio nei diversi periodi. Adesso si parla di reticolo urbano per interpretare il decentramento. I settori a elevata tecnologia sono considerati footlose e la risposta gli stimoli dei singoli fattori al loro interno varia a seconda che i fattori siano la disponibilit di lavoro, di alloggio, di infrastrutture LE NUOVE TECNOLOGIE E IL PAESAGGIO: dopo la seconda guerra mondiale la rivoluzione agricola stata caratterizzata da innovazioni decisive quali la selezione spinta delle specie animali e vegetali, nove variet di riso,limpiego di fertilizzanti. Oggi le scoperte delle biotecnologie possono avere notevoli conseguenze nel paesaggio agrario (disboscamento e desolazione). Lintroduzione di nuove tecnologie nelle attivit manifatturiere ha influito notevolmente sul paesaggio (scorie, cortine di fumo, villette nuove e stratificazioni). TECNOLOGIE ED AMBIENTE: con il miglioramento delle tecnologie i settori industriali stanno riducendo il contenuto in materiali dei loro prodotti e tendono verso i cicli chiusi, con poche emissioni dannose e grande recupero dei materiali. In Lombardia c rischio maggiore di inquinamento delle acque. LE TECNOLOGIE AVANZATE IN LOMBARDIA: linnovazione tecnologica ha un ruolo specifico nel promuovere lo sviluppo economico e la competitiv delle singole regioni. Larea milanese ha potuto continuare a rafforzare la propria struttura grazie alla presenza di una serie di elementi quali la manodopera specializzata, i servizi alle imprese. La scarsa interazione tra industria e servizi viene attribuita al prevalere di una cultura di impresa fortemente accentratrice che non
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ama delegare delicate funzioni. Le nuove tecnologie non sono state estranee al processo di relativa diffusione territoriale dellindustrializzazione in Lombardia che ha comportato consistenti trasformazioni qualitative. 10. Nuove tecnologie nel terziario: linnovazione rappresenta lunica vera risorsa di qualunque sistema chiuso. Via via che il processo di costituzione del villaggio globale procede, tali sistemi, originariamente aperti sul resto del mondo tendono a diventare sempre pi chiusi e perci si spegne il contributo energetico offerto dallintroduzione di risorse nuove. . LA LOMBARDIA COME POLO DINNOVAZIONE: la regione il principale polo di creazione e di applicazione delle innovazioni tecnologiche in Italia e tra i pi importanti in Europa. Lo sviluppo delle nuove tecnologie non generalmente il prodotto di aziende specializzate nel settore della ricerca di nuove soluzioni tecnologiche, ma di imprese direttamente produttrici che hanno sviluppato nel proprio interno centri di studio che si propongono come obiettivo lo sviluppo di nuovi processi di produzione e di gestione di risorse e strutture. Negli ultimi decenni il sistema produttivo nazionale ha abbandonato la forte concentrazione territoriale (MI VA CO) per espandersi in direzione di altre province lombarde e della altre regioni italiane, cominciando ad intaccare quella meridionale. La dimensione dellapparato produttivo e di servizio non la sola condizione per lo sviluppo di una consistente attivit di R&S. Le altre condizioni sono la forte articolazione dimensionale degli apparati e la forte specializzazione produttiva, se non a livello regionale almeno a quello locale. La Lombardia rappresenta entrambe queste caratteristiche.
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UN FENOMENO URBANO: accanto a questi tre specifici elementi ce ne sono altri: la citt, la contiguit con centri di ricerca (in Lombardia affidato alle Universit). Linnovazione lombarda di tipo applicativo, tesa cio alle applicazioni pratiche delle nuove acquisizioni scientifiche e tecnologiche e al loro adattamento ai processi produttivi attivati e cos compare una situazione di minore dipendenza del sistema innovativo regionale dalla rete urbana. GLI EFFETTI TERRITORIALI DELLINNOVAZIONE: la maggior parte delle innovazioni porta singolarmente contributi cos modesti alla trasformazione dei processi produttivi, che i suoi effetti sulla distribuzione territoriale degli impianti sono difficilmente individuabili, essendo efficaci solo sui tempi lunghi. Una prima considerazione riguarda il ruolo del fattore innovativo nel processo di diffusione territoriale del sistema produttivo. Nella seconda met del secolo si assistito a un sempre pi marcato decentramento dellattivit produttiva e di servizio, ma specialmente della prima, che ha portato al coinvolgimento di aree sempre pi lontane. In questo quadro il contributo dellinnovazione tecnologica non sembrerebbe trascurabile. La maggior parte per delle innovazioni porta solo piccoli e insensibili miglioramenti. UN COMPORTAMENTO CONTRADDITTORIO: tra i fattori di delocalizzazione ci sono: alcuni di ordine economico (costo del personale, costo di locazione), altri di ordine strutturale (mancanza di aree di espansione), altri di ordine sociale (non reperibilit di personale per lavori pesanti) e altri come diseconomie esterne (limiti di rumorosit, di traffico, la concorrenza). Linnovazione interviene
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come fattore di attenuazione del loro effetto decentratore; consente di contenere i costi globali della manodopera, di ridurre la domanda di spazio operativo, di superare la carenza di personale non qualificato, di ridurre rumorosit, di migliorare la produttivit. Leffetto di ristrutturazione territoriale prodotto dallinnovazione tecnologica di sostegno alla rilocalizzazione e al decentramento degli impianti, quando investe in maniera massiccia linsieme dei processi produttivi adottati, mentre opera in senso contrario (rivitalizzazione dei vecchi insediamenti) quando coinvolge solo aspetti particolari di tali processi produttivi. LINNOVAZIONE NEL TERZIARIO: linnovazione non sembra essere un fattore delocalizzante molto importante nel caso del terziario. Bisogna fare una distinzione tra le attivit terziarie, separando quelle al servizio del consumatore da quelle al servizio dellazienda. Le prime sono fortemente attratte dalla domanda e pertanto questa a determinarne la localizzazione. Le altre sono pi legate allattrazione degli organismi di riferimento (imprese, aziende di servizio). Una seconda distinzione andrebbe fatta riguardo alle tipologie delle attivit considerate. Linnovazione che pi ha interessato il terziario appartiene allo stesso ambito delle applicazioni tecnologiche, quello dellinformatica e della telematica. Bench non trascurabili anche altri tipi di innovazione tecnologica (sistemi di riproduzione), il settore ha registrato una sostanziale trasformazione rispetto agli schemi tradizionali solo con la comparsa e laccessibilit dei sistemi di gestione. C una maggiore libert localizzativa. Per la minore domanda occupazionale unita al minor bisogno di spazio, attribuisce un peso maggiore agli altri
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fattori di localizzazione, che per il terziario sappiamo essere prevalentemente urbanocentrici e attenua le spinte al trasferimento. IL TERZIARIO COMMERCIALE: non ha ancora registrato significativi stimoli alla trasformazione, anche se c tendenza alla destrutturazione del ciclo aziendale e ad un collegamento in rete con la clientela (ampliamento del mercato). IL TERZIARIO AVANZATO: rientrano quelle attivit che operano prevalentemente al servizio delle aziende, sia in risposta alle loro esigenze, sia rivolgendosi direttamente al consumatore, ma in nome e per conto di quelle. Comprende le attivit di engineering, di lobbying (difesa interessi delle aziende), di marketing, di consulenza, di supporto amministrativo, di formazione e ricerca. I SERVIZI PUBBLICI E QUELLI PER IL PUBBLICO: linnovazione significativa: collegamenti in rete (es. uffici anagrafici), home banking verr meno il bisogno di centralit di molti servizi e si attenuer il ruolo delle sedi periferiche che ridurranno la loro operativit a quelle funzioni per le quali la presenza fisica ineliminabile (apposizione di una firma). I SERVIZI DI FORMAZIONE: linnovazione tecnologica nei servizi di formazione e di istruzione fenomeno sicuramente recente nella nostra esperienza. Le tecniche di istruzione a distanza potranno dare solo un contributo parziale allattivit scolastica dei primi livelli, mentre potranno diventare determinanti ai livelli della scuola per adulti. Le pi innovative esperienze si possono dividere in due tipologie: uso determinante degli strumenti di comunicazione di massa (radio, televisione) e che incontrano nel corpo docente le minori difficolt di
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accettazione. Il loro limite lunidirezionalit del messaggio. La seconda raggruppa tutte quelle proposte che si fondano sulluso del software didattico, con programmi interattivi. I limiti sono nei costi del materiale e delle reti. Sul piano territoriale gli effetti saranno: centri quaternari in cui si elaborano le idee e centri terziari di semplice impartizione delle proposte. 11. Lombardia governata e Lombardia progettata. I collegi elettorali per la Camera dei Deputati e per il Senato della Repubblica: IL PROBLEMA OGGETTO DI STUDIO: la riforma delle leggi elettorali ha introdotto il sistema maggioritario. LA REALT LOMBARDA E I COLLEGI ELETTORALI: la legge ha modificato la precedenti suddivisione in circoscrizioni unificando le due della parte settentrionale della regione includenti rispettivamente le province di Varese, Como, Sondrio, Bergamo con Brescia, aggiungendo la nuova provincia di Lecco. Si pure unificata la circoscrizione della Bassa Lombarda, includendo Pavia e Lodi, staccate da Milano, nella preesistente circoscrizione delle province di Cremona e Mantova. Alla Lombardia sono spettati 47 senatori, di cui 35 da eleggere in collegi uninominali. Per la Camera sono spettati 98 deputati. Non sempre un collegio corrisponde ad un territorio locale, che pi degli altri sar in grado di esprimere unadeguata rappresentanza. TERRITORI LOCALI E COLLEGI: la metropoli lombarda stata suddivisa in sei collegi elettorali per il Senato (tra cui Sesto e Bresso) e in 11 collegi elettorali per la Camera dei Deputati. Brescia manda al Senato un unico rappresentante e per la Camera il comune viene diviso in due parti. Difficolt di esprimere opinioni per alcune zone.
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12. Il caso di Milano: competizione senza strategia PREMESSA: le fasi di trasformazione vengono normalmente vissute come momenti di crisi. Milano pu competere con citt come Lione, Stoccarda? Lindividuazione di strategie di sviluppo e di adeguate politiche urbane la strada pi seguita allestero. I FATTORI STRUTTURALI E QUELLI VOLONTARISTICI DELLA COMPETITIVIT DELLAREA METROPOLITANA MILANESE: due tipi di fattori spiegano la capacit competitiva dellarea milanese: i fattori strutturali e quelli volontaristici (impegni internazionali). A livello economico il mutamento pi significativo il processo di de industrializzazione. La posizione dellarea milanese tende a perdere importanza rispetto alle altre province. Negli anni Ottanta perde posizioni per quanto riguarda i settori di produzione di autoveicoli e chimici e di riduzione di R&S. In pieno sviluppo risulta il settore dei servizi alle imprese e quello del credito. C un calo della popolazione, fa c un aumento del numero del suolo occupato determinando una domanda di spazio residenziale pro capite. Si assiste allabbandono del capoluogo di numerose unit locali (aree dismesse). Negli anni Ottanta sorgono problemi di traffico privato, di sosta di autoveicoli, di immigrazione extracomunitaria, di carenza di alloggi e di degrado ambientale. Milano risulta penalizzata per condizioni di insediamento (offerta immobiliare, salari, costo della vita, tasse..), per la qualit e disponibilit di infrastrutture e per alcuni aspetti della vita (sistema sanitario e traffico). Risulta sullo stesso livello delle citt nord europee rispetto alla qualit urbana (turismo, cultura), ai servizi avanzati e alla formazione. Tre punti riguardano Milano: Milano come
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cerniera con il mercato internazionale per le regioni del sud Europa, prospettive di Milano in Europa, settore delle comunicazioni. GLI ELEMENTI VOLONTARISTICI DELLA COMPETIZIONE: c pi povert, pi occupazione, pi universitari non residenti, commercio in crescita ed anche il settore finanziario e del credito. Il modello di gestione (modalit con cui un sistema urbano attraverso unarticolazione istituzionale elabora gli input o riesce a tradurli in output): non mai esistito un asse amministrazione governo. Le politiche urbanistiche sono state inutili (linea tre non collega Linate). Adesso c una ripresa progettuale (dellUniversit). Il Comune di Milano sembra essere il grande assente. Poi c la mancata attuazione degli interventi per linstabilit politica, il sistema clientelare, lincompatibilit politico amministrativa dei progetti. CONCLUSIONI: esistono rischi di perdita di leadership. Non vanno trascurate le implicazioni che potrebbero derivare da scelte fatte in tema di regionalismo/federalismo su scala nazionale. Ci deve essere un coordinamento dalcuni segmenti delllite tecnico amministrativa.

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Riassunto da La regione della geografia 1. La regione geografica: un paradigma scientifico tanto antico quanto attuale ANTICHIT DEL CONCETTO DI REGIONE GEOGRAFICA: il concetto di regione uno dei cardini della scienza geografica di cui non solo accompagna, ma addirittura precede la stessa nascita. Lesigenza di regione, cio il bisogno di dividere il territorio in aree distinte e di sentirsi parte di una di esse, non sorta in epoca storica nelle societ e nei gruppi umani evoluti che volevano pianificare e modellare lambiente in cui vivevano. Essa innata e caratteristica delluomo fin dalla sua comparsa sulla terra e gi nei primi anni della sua vita. Luomo vuole infatti circoscrivere ci che conosce per possederlo e al tempo stesso proiettarsi verso ci che gli ancora sconosciuto. UNIVERSALIT DEL CONCETTO DI REGIONE: lesigenza di esplorare senza sosta la superficie terrestre unita a quella di suddividere e racchiudere entro confini stabilita gli spazi esplorati (regionalizzare il territorio) ha accomunato popoli, paesi e societ di lontane e diverse epoche storiche. Lesigenza di regione scaturisce in et moderna e massimamente in questa seconda met del XX secolo, non pi dalla necessit di difendersi, ma dalle accresciute possibilit di intervenire sul territorio e ancora dal diffuso bisogno di territorialit. La consapevolezza di poter modificare il proprio ambiente ha insomma
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reso gli uomini sempre pi sensibili e attenti alla delimitazione del loro campo dazione. Le societ postindustriali capaci di progettare e programmare lorganizzazione del territorio hanno anche appreso quanto sia importante sottoporre a controllo gli interventi sullambiente e avvertono oggi lurgenza di delimitare gli ambiti territoriali in cui esplicare circoscrivendola la loro azione. AMBIGUIT E ATTUALIT DEL CONCETTO DI REGIONE: difficolt di definire la regione come oggetto di studio. Si prendono in esame quattro diversi modi di considerare il rapporto uomo ambiente che corrispondono a diversi livelli del concetto di regione. Esiste unidea di regione che prescinde dalla presenza delluomo sul territorio considerato e costituisce un primo livello di ripartizione degli spazi terrestri e coincide con la regione naturale, prodotta dalle forze dellambiente fisico e popolata e modificata dalla presenza delle societ animali. Ora solo un mito nella memoria delluomo; si trova solo negli spazi inospitali (disabitati) e nelle aree popolate da societ urbanizzate ad elevato sviluppo tecnologico dove lambiente naturale riemerge. Il secondo livello dellidea di regione quello in cui la presenza delluomo sul territorio entra nel ciclo biologico della natura senza alterarlo n modificarlo: il livello biologico dellidea di regione ed interessa le aree occupate dalle societ umane, dedite al nomadismo (caccia, raccolta, agricoltura itinerante). Poi si passa allidea di regione umanizzata, cio di regione plasmata dalluomo che stabilisce un rapporto di superiorit nei confronti dellambiente naturale. La regione non ancora tuttavia un prodotto culturale progettato. Lultimo livello di regione quello culturale. Il rapporto uomo ambiente viene riscoperto dal gruppo
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umano e dallindividuo in tutta la sua problematicit e si impone a qualunque scala geografica una pianificazione. Luomo diventato talmente potente rispetto alla natura che deve imparare a controllare se stesso se vorr controllare il suo ambiente e stabilire con esso un sano rapporto. 2. Storia recente del concetto di regione: nella storia della scienza regionale possibile indicare tre momenti: il primo a cavallo dei secoli XIX e XX, quando nasce la geografia moderna che riconosce come oggetto di studio linterpretazione del rapporto uomo ambiente. Il secondo a met del nostro secolo quando avviene il distacco dalla tradizione vidaliana e il coinvolgimento sempre pi diretto della geografia regionale nei programmi di gestione e pianificazione del territorio; il terzo in questi anni 80 che segnano il superamento dei paradigmi precedenti in uno sforzo di chiarificazione. LINTERPRETAZIONE AMBIENTALISTA DEL RAPPORTO NATURA UOMO: la svolta epistemologica di inizio secolo era stata provocata dallacquisita consapevolezza che oggetto dellanalisi geografica non fosse tanto lambiente fisico morfologico, quanto piuttosto il rapporto che unisce ciascun gruppo umano alle condizioni naturali in cui si trova a vivere. Tale svolta ha generato due scuole geografiche contrapposte: quella in cui il rapporto uomo ambiente trovava rigorose spiegazioni nei caratteri fisici della natura e quella che insisteva nel considerare il peso della storia e del livello culturale del gruppo umano nella determinazione di tale rapporto. Si soliti indicare come caposcuola del primo indirizzo, definito ambientalista o determinista, Friederich Ratzel. Linterpretazione ambientalista del
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rapporto natura uomo si fonda sulla convinzione che esso risponda a regole e leggi definite che lo studioso deve scoprire attraverso lanalisi delle condizioni dellambiente naturale. Le vicende e le sorti di questa scuola geografica si legano strettamente agli eventi storici della prima met del nostro secolo in particolare al nazismo e al fascismo (abbraccia programmi espansionistici della Germania e dellItalia. LINTERPRETAZIONE STORICO SOCIALE E LA NASCITA DELLA GEOGRAFIA REGIONALE MODERNA: quasi contemporaneamente alla nascita dellindirizzo ambientalista, in Francia Paul Vidal de La Blache dimostrava come il rapporto natura uomo fosse il risultato di relazioni assai pi complesse di quelle causali rigorosamente determinabili. Egli provava che i gruppi umani scelgono forme di insediamento e di organizzazione territoriale sulla base di interessi non esclusivamente materiali e secondo il livello di sviluppo tecnologico culturale a cui sono pervenuti. Laffermazione chiave diventa: conosci la societ per conoscere il suo ambiente geografico. uninterpretazione possibilista. Da essa derivano alcune posizioni epistemologiche sicure: non possibile stabilire attraverso lesame degli aspetti fisici del territorio leggi universalmente valide che regolano univocamente il rapporto uomo ambiente + lo studio della realt geografica deve essere applicato ad ogni singolo caso come ad una realt unica e irripetibile da interpretare nella sua individualit e originalit. la nascita della geografia regionale moderna che viene oggi definita geografia regionale classica. Se nei primi decenni del secolo rimasta piuttosto circoscritta entro i confini nazionali della Francia, perch poco giovava alla formulazione delle teorie e delle leggi razziali; pi tardi
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invece stata accettata. La proposta scientifica di Vidal imponeva una trattazione globale di tutti gli aspetti della realt geografica. Lesame dei singoli territori doveva essere condotto con una visione di sintesi che non trascurasse alcun carattere fisico o antropico del territorio. Lo schema espositivo prevedeva: unintroduzione; la presentazione degli aspetti fisici del territorio (morfologia); la trattazione degli aspetti demografici ed economici (popolazione, attivit); un excursus storico che servisse a spiegare le attuali condizioni del territorio e infine la conclusione nella quale il ricercatore con esprit de finesse (impiegando la sua capacit intuitiva) riusciva a cogliere loriginalit e lindividualit del rapporto che legava quella particolare societ umana allambiente in cui viveva. LA REGIONE GEOGRAFICA DOPO LA SECONDA SVOLTA EPISTEMOLOGICA: verso la met del XX secolo possibile collocare la seconda svolta epistemologica nuova geografia. Oggetto dellanalisi regionale diventano non pi gli elementi e i caratteri della regione concreta osservata, ma le relazioni tra gli elementi, i flussi che li uniscono e che determinano la coesione dello spazio geografico. La regione viene cos a coincidere con larea in cui si estendono e si svolgono tali relazioni. Il primo a parlare di regione funzionale il francese Etienne Juillard, espressa non solo dai flussi economici che lo cementano, ma anche da quelli politici, sociali e culturali. Lindirizzo funzionalista nasce comunque in seno allambiente anglosassone. La caratterizzazione economica dellindirizzo funzionalista trova giustificazione nelle vicende storiche che interessano negli anni 60 i paesi occidentali. La ricostruzione postbellica e il conseguente sviluppo
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delle citt e delle attivit industriali avevano posto il problema della delimitazione degli spazi da gestire e valorizzare. Economisti francesi e soprattutto tedeschi ed americani elaborano i dati relativi ai caratteri economici del territorio e pervengono alla gerarchizzazione degli spazi sulla base delle funzioni in essi presenti. Ora linteresse della ricerca regionale si ferma sulle regioni urbane e industriali. IL CONCETTO DI REGIONE NEGLI ANNI 80: la reazione allindirizzo funzionalista non tarda a venire. Le critiche gi dagli anni 70 si appuntano su tre aspetti: due di carattere metodologico e uno di carattere ideologico dai quali nasceranno nuovi indirizzi di ricerca nellambito della geografia regionale. Le condizioni storiche sono: la crisi petrolifera che a partire dal 1973 ridimensiona la potenza economica dei paesi pi industrializzati, la consapevolezza di non riuscire sempre bene a prevedere il comportamento della popolazione e la difficolt a dirigere lo sviluppo urbano insediativo. Viene messa in discussione la rigidit statica della struttura e si accusa poi lindirizzo funzionalista perch elabora dati relativi alla realt economica presente considerandola valida ed immutabile abbracciando unideologia conservatrice. Dalle critiche scaturiscono nuove nozioni di regione fondate su base esistenziale (indirizzo comportamentale) o ideologica (indirizzo critico marxista). Dagli anni 80 la ricerca regionale si trova a mutuare dalla fisica e dalla biologia o a formulare vere e proprie leggi che regolano i processi evolutivi delle strutture territoriali (indirizzo sistemico). Due indirizzi di ricerca alle soglie del terzo millennio vanno delineandosi: lindirizzo geo sistemico e quello semantico. Li accomuna la consapevolezza della complessit della realt regionale e
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lesigenza se non della legge, della teoria geografica; condividono la nozione di regione come di una realt viva in continua evoluzione. Allattuale vivacit della riflessione epistemologica non estraneo lo sviluppo tecnologico. La regione diventata una realt da progettare, rispettare, riconoscere affettivamente. OGGETTO E STRUMENTI DELLA RICERCA REGIONALE: REGIONE COME DATO, COME FATTO, COME PRODOTTO: la regione stata intesa in diversi modi: come un dato o anche come un contenitore, come una costruzione intellettuale o addirittura come un mito. Se si prendono in considerazione le diverse interpretazioni del rapporto natura uomo: ambientalista, storico sociale, funzionalista, radicale marxista, sistemica e fenomenologico semantica, si riescono a delineare tre diversi modi di considerare la regione: come oggetto dato, come fatto prodotto e come realt da costruire. La regione considerata come un dato rimanda alla concezione della verit scientifica che esiste al di fuori e al di l delluomo (regio est ens). Lidea di regione come risultato dellazione delluomo scaturisce invece dallinterpretazione storico sociale del rapporto uomo ambiente (regio est factum). Essa fa derivare solo dalla storia e dalla civilt la comprensione dellorganizzazione del territorio. La nozione di regione come realt da inventare comune invece a tutti gli indirizzi contemporanei ed intrinseca anche in quello storico sociale. Entro questa concezione stanno tanto lidea di regione prodotta dallagire umano e modificabile dalluomo, quanto quella di regione progetto nata dalla fiducia nella possibilit di trasformare lambiente e di riuscire a dare vita a forme di organizzazione territoriale (regio est fieri). Sono
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diversi gli strumenti della ricerca e limpianto ideologico. Le accuse formulate dai funzionalisti e da quelli geo sistemici nei riguardi degli studi regionali di taglio fenomenologico semantico si appuntano sullo scarso rigore scientifico del metodo. Al contrario vengono criticate per leccessivo ricorso alle metodologie matematiche. LO SCOPO DELLA RICERCA REGIONALE ACCOMUNA LE PI ATTUALI INTERPRETAZIONI DEL RAPPORTO UOMO AMBIENTE: REGIONE COME PROGETTO: lo scopo dellanalisi regionale: nellambito dellinterpretazione funzionalista del rapporto uomo ambiente le caratteristiche dei diversi spazi regionali sono sempre colte e presentate come espressione di contrapposte positivit e negativit da colmare: centro periferia, ricchezza povert evoca limmagine da una parte di aree sviluppate e dallaltra di aree depresse. Le differenze regionali su cui ci hanno invitato a riflettere lindirizzo storico sociale e quello fenomenologico semantico scaturiscono da condizioni di vita e tradizioni culturali distinte per la loro originalit 3. Il concetto di regione nella geografia francese contemporanea: la Francia pu essere considerata come la terra di elezione degli studi regionali per Vidal de la Blache, ma anche perch tra i geografi doltralpe sempre stato vivace il dibattito. LA MIGLIORE TRADIZIONE GEOGRAFICA CONIUGATA CON LE PI ATTUALI TEORIE DELLO SPAZIO REGIONALE: si detto che la base su cui si poggia e da cui parte la geografia regionale contemporanea consiste nella concezione unitaria del sapere geografico. Per essa il rapporto natura uomo compone in un unico oggetto di studio tutti gli aspetti della realt territoriale interpretandoli in chiave
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ambientalista o antropologica. Il peso esercitato dalla natura nella determinazione dellorganizzazione del territorio da parte di un gruppo umano veniva ridimensionato dalla scuola vidaliana senza che tuttavia si arrivasse a negarne o a trascurarne il ruolo. Restava valida la concezione unitaria della scienza geografica (a cui aderisce Jacqueline Beaujeu Garnier che scrive la regione lo spazio in cui tutti gli insiemi coincidono; la ripartizione geografica per eccellenza. La definizione che poi d della scienza regionale ribadisce la sua concezione integralista; la nostra disciplina viene infatti definita lo studio globale di un parte di territorio, individuata come si vuole, cio in base ad un ampio ventaglio di criteri. Secondo lei le esigenze che portano a suddividere lo spazio geografico sono di carattere amministrativo organizzativo. Afferma che il termine polo da cui deriva la nozione di regione polarizzata, deve essere utilizzato con unampia accezione riferendolo non solo ad un centro urbano, ma ad ogni elemento capace di determinare flussi di convergenza (es. abitazione). Il polo di gravitazione non dunque solo quello economico. Le tre caratteristiche essenziali di un sistema sono: la sua morfologia, il suo funzionamento e la sua evoluzione e ripropone il percorso tradizionale della ricerca geografica: presentazione del territorio, popolazione ed attivit economiche, storia dellorganizzazione. IL DISTACCO DELLA GEOGRAFIA REGIONALE TRADIZIONALE COME RECUPERO DELLA PIENEZZA DEL MESSAGGIO VIDALIANO: Paul Claval nel tratteggiare la storia recente della geografia regionale afferma che fino agli anni 50 la geografia si concentrata in ricerche sperimentali su singoli casi
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regionali rifiutando le teorizzazioni e le generalizzazioni e affermando la necessit di analisi induttive e di dettaglio. Solo dopo gli scritti di LevisStrauss e con laffermarsi dello strutturalismo i geografi francesi si dedicano alla sistemazione dei casi studiati ordinandoli in tipologie astratte. Si arriva alla specializzazione della ricerca regionale e ci si allontana dalla tradizione vidaliana come da quella concezione del reale considerato unit non parcellabile. Claval propone una sua concezione operativa e pragmatica di regione. Egli sostiene che per comprendere il significato del termine regione non c che un modo: regionalizzare e avverte che la divisione dello spazio non costituisce unoperazione logica esclusivamente geografica (il concetto di regione ha valore universale). Regione un quadro che si modifica per un verso perch la vita, le tecniche cambiano e per altro verso perch cambia il nostro modo di rappresentarcelo. LA REGIONE GEOGRAFICA COME PRODOTTO DELLE ATTIVIT UMANE: Pierre George dice che la regione una porzione di spazio terrestre individuatamediante un criterio che la caratterizza nel suo complesso (1970). Il problema della definizione di regione si sposta a quello della determinazione del criterio con cui la si individua. La regione neutra nel senso che trova una sua connotazione non in un preciso contenuto territoriale, ma nel criterio che il ricercatore decide di adottare per individuarla. Soprattutto oggi lo sviluppo legato agli interventi degli organismi internazionali e diventa cos necessario allargare lidea di regione in comparazione delle singole realt locali. George perfeziona la sua definizione di regione affermando che si pu coglierne lindividualit attraverso lesame dei caratteri
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semplici (clima, densit), sia dei caratteri complessi (tipo di organizzazione territoriale). Il George indica tre aspetti statici e uno dinamico che caratterizzano la regione: la regione integrata, nella regione esistono legami tra le diverse componenti del territorio, la regione polarizzata, la regione organizzata da agenti e fattori dinamici. Ha una spiccata sensibilit per i problemi politico sociali. Alleconomia riconosce un ruolo fondamentale. LA REGIONE GEOGRAFICA FUNZIONALE DI ETIENNE JUILLARD: la regione diventa una realt funzionale. La componente economica si esprime con forze di attrazione e di aggregazione delineando cos la aree di gravitazione. Il concetto di regione polarizzata deriva da un approfondimento e da una riduzione dellidea di regione funzionale di cui padre Etienne Juillard. La regione naturale per questo studioso costituisce un oggetto di ricerca autonoma e fecondo da quale il geografo regionalista potr opportunamente attingere al pari di quanto fa dai campi di indagine di altre discipline. Il paesaggio geografico risulta composto dallinterazione tra gli elementi e le strutture della natura e dei gruppi umani. Lo stesso ambiente naturale pu dare vita a paesaggi diversi a seconda delle sue risposte allazione umana. La regione individuata e studiata attraverso il paesaggio geografico cos inteso trova in esso la composizione unitaria dei suoi caratteri fisici ed antropici come dei suoi problemi e tutto rimanda al concetto tradizionale di regione di sintesi tanto caro alla geografia della prima met del nostro secolo. Individua tre caratterizzazioni: la regione dato, la regione funzionale e la regione mutevole. La regione intesa come oggetto di studio concreto coincide con il concetto di paesaggio
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(combinazione di tratti fisici e umani che danno ad un territorio una sua fisionomia) e la regione naturale costituisce in questo ambito uno di tali insiemi omogenei. Lo sviluppo e la diversificazione delle attivit economiche producono luniformizzazione del paesaggio come del genere di vita delle popolazioni. Lo spazio viene considerato come un campo dazione di flussi di ogni origine (polarizzazione economica, forze di attrazione migratoria, legami creati dalle relazioni commerciali, forze di coesione politica, sociale e spirituale, forme di inerzia che agiscono da freno). La nozione di regione funzionale si confonde con lo spazio organizzato da una metropoli e dai suoi centri satelliti. Poich la regione funzionale una realt mutevole nel tempo e nello spazio essa pu trovarsi in qualsiasi parte della terra ed ha pertanto un valore universale. Conseguenza dello sviluppo, lorganizzazione regionale ne la condizione. In effetti essa si traduce nello spazio. Essa il principio della pianificazione, spontanea e volontaria del territorio. LINDIRIZZO FUNZIONALISTA E LA RIVOLUZIONE QUANTITATIVA: oltre che di forze economiche lo Juillard parla anche di forze di coesione politica, culturale e sociale. La polarizzazione del territorio si fonda su uninterpretazione esclusivamente economica dellorganizzazione del territorio e del rapporto uomo ambiente. Con lindirizzo funzionalista (anni 70) ci si preoccupa di nuovo di individuare le leggi che regolano lo sviluppo territoriale. Il maggior contributo venuto dallambiente anglosassone. Tra i principali sostenitori troviamo Racine, Brunet LA REGIONE GEOGRAFICA SI MODIFICA NELLO SPAZIO E NEL TEMPO: la dimensione storica della regione non resta
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completamente trascurata. Bernard Kayser definisce la regione polarizzata uno spazio preciso ma non immutabile inscritto in un quadro stabilito. La regione cambia solo perch si trasforma nel tempo, ma anche in relazione al suo quadro di riferimento. La regione per questo studioso ha tre caratteristiche: legami tra abitanti, organizzazione intorno ad un centro autonomo, integrazione funzionale in un economia globale. lidea di regione polarizzata fondata essenzialmente sulla funzionalit economica del territorio, ma inserita in un rapporto di integrazione e di scambio sovra nazionale. LA REGIONE GEOGRAFICA COME DIMENSIONE DI VITA: linteresse rivolto alla societ e alluomo pi che allambiente naturale caratterizza lidea di regione proposta da Armand Fremont. La regione intesa come spazio vissuto ci riporta ad una dimensione concreta dello spazio geografico e ci allontana dallidea di uno spazio delimitato sotto la spinta di esigenze pragmatiche e amministrative. Individua tre tappe nellevoluzione del concetto di regione: la prima identifica la nozione di regione con quella di piccolo stato, la seconda quella della geografia classica dove la nozione di regione viene cancellata e si parla di paesaggio, la terza quella della regione contemporanea dei pianificatori. La regione, se esiste, uno spazio vissuto. Si parla di rivoluzione qualitativa. LA REGIONE GEOGRAFICA COME STRUMENTO DI POTERE: Yves Lacoste critica il concetto di regione vissuta definendolo irreale, non tanto perch soggettivo, quanto perch in nessun caso la regione ideata potr coincidere con quella percepita. Gli interessi che muovono il gruppo dominante verso la suddivisione dello
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spazio sono sempre lontani. La regione unorganizzazione collettiva che parte dal potere dello stato ed implica il coinvolgimento di una superficie sufficientemente ampia da poter essere rappresentata su una carta geografica; la regione sempre cartografata e in genere le persone non sanno leggere le carte geografiche. Lidea di regione quale risultato della sopraffazione e della lotta tra le classi sociali cresce e si inserisce nellalveo dellinterpretazione critico marxista del rapporto uomo ambiente. Lanalisi della struttura economica della societ responsabile della differenziazione delle classi sociali alla base del pensiero di Marx. NECESSITA DELLA REGIONE GEOGRAFICA: Alain Reynaud definisce queste due tendenze costanti della geografia regionale: nostalgia dellomogeneit e desiderio deternit. La consapevolezza che levoluzione dei quadri regionali sia determinata da impulsi esterni pi che da forze endogene lo spinge a parlare di region eclatee e a negare lesistenza di vere unit regionali. Distingue tra i due termini di spazio e regione e privilegia gli aspetti sociali rispetto a quelli fisico morfologici; propone allora di abbandonare entrambi: il primo perch troppo vago e il secondo perch troppo ambiguo e di adottarne uno nuovo: la classe socio spaziale. La ricerca regionale ha scopi economici, sociali e culturali (rispetto per lo spazio in cui vive). LA ROTTURA CON LA TRADIZIONE ALLA SCOPERTA DELLA REGIONE SISTEMA, REALT VIVA E CONCRETA: Roger Brunet ci offre una definizione molto articolata della regione geografica alla quale approda attraverso tre passaggi o livelli teorici successivi. Nel primo la regione considerata una porzione di spazio; nel secondo livello prende invece in considerazione la regione come organismo
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amministrativo. Il terzo livello di suddivisione dello spazio quello geografico. La regione uno spazio che si definisce attraverso caratteri comuni in rapporto gli uni agli altri e tali che le variazioni di questi rapporti allinterno dello spazio considerato sono inferiori alle variazioni che essi hanno allesterno dello spazio. Parla di sistemi regionali. Lindividualit della regione geografica deriva dalla sua posizione rispetto a questi campi di forze concetto di posizione geografica. LE TEORIE DELLO SPAZIO REGIONALE: Jean Marc Holz prova a chiarire prima il concetto di spazio geografico e poi quello di regione avvertendo tuttavia che lo spazio geografico deve essere considerato non soltanto come una realt banale e concreta, ma anche come una realt pensata. La natura mista dello spazio geografico (oggettiva e soggettiva insieme) stata riscoperta con la rivoluzione qualitativa. Lo spazio limmenso reticolo delle relazioni reali o possibili, concrete o astratte aventi come punto di appoggio ogni lembo di territorio concreto e ogni singolo soggetto che lo abita. Lautore riserva il termine regione solo alle unit territoriali organizzate su base prevalentemente agricola e poco aperte agli scambi. LA REGIONE INTEGRATA: secondo la geografia francese lintegrazione dello spazio regionale si verifica quando unit spaziali differenziate contribuiscono alla formazione e coesione di una sola regione, si adeguano ad essa rispettando le condizioni del suo funzionamento e si adattano tra loro per attenuare conflitti e tensioni. A cementare la regione contribuiscono fattori endogeni (dinamica demografica) ed esogeni (investimenti nellindustria..).

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LINDIRIZZO FENOMENOLOGICO SEMANTICO: nella seconda met degli anni 70 lapproccio fenomenologico esistenziale porta il Fremont a parlare di spazio vissuto. Tutti pongo laccento sulla comprensione soggettiva della realt geografica e sulla necessit di astrarre da essa per rappresentarla attraverso limmaginazione. Il contrasto ideale che separa questo indirizzo dal funzionalismo economico e pragmatico appare fin troppo evidente. Negli anni 80 lindirizzo fenomenologico conosce unevoluzione: la proposta di passare dallanalisi della percezione, del linguaggio e del comportamento delluomo (approccio esistenzialista) allo studio delle idee, dei valori e del significato della stessa organizzazione di vita (approccio semantico), di passare dallo studio delle apparenze (fenomenologia) allesame dei segni (semiologia). VERSO UN NUOVO PARADIGMA ALLA RISCOPERTA DELLA DIMENSIONE CULTURALE DEL TERRITORIO: la nozione di regione proposta da Pierre Dumolard d conto di questo duplice recupero (recupero della dimensione diacronica) e al tempo stesso della necessit di non trascurare i fattori culturali in un tentativo di sintesi che abbraccia i due indirizzi: quello di ispirazione neo vidaliana (semantico) e quello di derivazione funzionalista (sistemico). Egli definisce la regione un sistema aperto complesso; la struttura regionale costituisce la configurazione di questo sistema in un momento preciso. Il solo principio su cui si fonda il concetto di regione la sua coesione nel tempo e nello spazio. Il Dumolard indica nella funzionalit e nella comunit di cultura i due fattori di coesione del territorio regionale. Il sistema regionale aperto, vive delle sue relazioni interne (entropia) e
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soprattutto esterne (sinergia) perch sono queste ultime che lo arricchiscono e lo stimolano a crescere impedendogli di chiudersi e morire autoconsumando la sua stessa energia (risorse naturali, le forze di lavoro umane e meccaniche, investimenti, informazioni). DAL SISTEMA ECOLOGICO AL GEO SISTEMA: UN NUOVO PARADIGMA?: la nozione di regione come sistema territoriale non unidea della geografia regionale contemporanea; anche in passato la geografia si occupata di sistemi orografici e idrografici. Lidea di sistema regionale inteso come struttura in trasformazione stata invece mutuata dalla fisica e dalla biologia e in tal senso ha sapore di novit (applicazione nel campo della geografia fisica e della geografica umana). Hildebert Isnard riesce a comporre in un unico paradigma tanto i canoni della ricerca regionale tradizionale, quanto i due pi attuali indirizzi: quello funzionalista sistemico e quello fenomenologico semantico. Scrive infatti uno degli scopi fondamentali della geografia quello di mettere in evidenza lesistenza di regioni definite attraverso caratteri specifici che derivano da fattori di differenziazione di ogni ordine. Lo spazio geografico costituisce una miniera di informazioni sulla societ che lo abita. Il geo sistema si distingue nettamente dalleco sistema biologico perch in esso lintervento della societ consapevole, mentre nel secondo il gruppo umano si adatta soltanto passivamente alle condizioni dellambiente naturale. Lautore perviene alla definizione di geo sistema attraverso una serie di riflessioni. a) Lo spazio naturale costituisce un eco sistema b) Lo spazio geografico non risponde alla sua organizzazione (creazione delluomo)
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c) La societ si definisce per il sistema di relazioni che costituisce la sua realt profonda d) Lo spazio geografico si colloca nel punto di incontro tra i due sistemi: quello ecologico (natura) e quello sociale (societ). Lo spazio geografico presenta le stesse caratteristiche considerate fondamentali dalla teoria generale dei sistemi (Tgs) e legate ai principi di totalit, differenziazione, gerarchizzazione e finalit. Poich lo spazio geografico un prodotto sociale, esso esprime i rapporti tra i gruppi sociali dai quali una societ viene definita, esso ha dunque un significato. Isnard esalta quindi una riflessione teorica. Resta tuttavia presente nella proposta di questo autore un rapporto fin troppo meccanico tra societ e spazio geografico: la prima produce il secondo e il secondo genera la prima. 4. Il concetto di regione nella geografia anglosassone I PRECURSORI DELLA SCIENZA REGIONALE: la prima distinzione tra geografia sistematica dei fenomeni generali e geografia regionale dei casi specifici si fa risalire alle osservazioni di Bernardo Varenio che a met del XVII secolo separava lo studio della terra nei suoi aspetti comuni dallo studio dei singoli territori e dei vari paesi. Ancora oggi la descrizione degli individui territoriali unici ed irripetibili (geografia regionale idrografica) e linterpretazione dei loro caratteri razionali che si ripetono in casi e condizioni analoghe secondo regole e leggi precise (geografia regionale nomotetica) fanno della scienza regionale una disciplina descrittiva e al tempo stesso semantica. Una seconda distinzione in Germania vede separate la geografia regionale non utilitaristica che suddivide il territorio in base alla variet delle
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condizioni naturali e svela le leggi del rapporto uomo ambiente attraverso lo studio del paesaggio e dei generi di vita e la geografia regionale volontaristica che privilegia invece lanalisi delle relazioni economiche. Vero anticipatore della concezione teorica dello spazio regionale pu essere a giusto titolo considerato J. H. von Thunen (1826) che gi nel secolo scorso costruisce un modello normativo per giustificare il diverso uso del suolo agricolo in funzione del mercato cui sono destinati i prodotti della terra. La teoria delleconomia agricola di questo studioso stabilisce i criteri di ripartizione dello colture in unarea pianeggiante sulla quale esercita la sua influenza una citt mercato cui destinata la produzione agricola. Per ogni prodotto esister una distanza limite al di l della quale il costo di trasporto diventer troppo elevato. Si deve invece ad Alfred Weber la formulazione della teoria della localizzazione industriale sempre fondata sullanalisi dei costi di trasporto delle materie prime e dei prodotti finiti di una fabbrica. La scelta della localit ottimale in cui insediare un opificio industriale risponde alla preoccupazione di rendere minimi tali costi. La prima vera teoria dello spazio regionale di August Losch che ha tentato di mettere a punto una teoria generale della localizzazione delle varie attivit in un sistema economico nel quale posso variare sia i costi sia la domanda dei beni. Lo spazio geografico appare articolato in esagoni regolari che corrispondono alla superficie minima del mercato di ciascun produttore. Le aree di mercato e gli esagoni che la rappresentano hanno dimensione variabile e si intrecciano a formare una rete che si dispone a caso nello spazio assicurando sempre il servizio di ogni impresa per ciascun prodotto. Christaller disegna un reticolo di esagoni
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corrispondenti ad aree di influenza delle diverse citt situate a seconda del loro livello. Lautore distingue sette livelli di centri urbani la cui importanza viene determinata dallarea di estensione della loro forza di attrazione in un sistema gerarchico rigido e preciso. REGIONAL SCIENCE E NEW GEOGRAPHY IN AMERICA: IL CONCETTO DI REGIONE NEI NUOVI INDIRIZZI DI RICERCA: LA REGIONE NELLA GEOGRAFIA ANGLOSASSONE CONTEMPORANEA: 5. Il concetto di regione nella geografia italiana degli ultimi cento anni LA SCUOLA GEOGRAFICA ITALIANA AGLI INIZI DEL XX SECOLO: DALLA REGIONE NATURALE ALLIDEA DI PATRIA GEOGRAFIA REGIONALE E DISCIPLINE AFFINI: VERSO LA REGIONE STORICO GEOGRAFICA LA GEOGRAFIA REGIONALE ITALIANA NEL PERIODO INTERBELLICO: LA SVOLTA DI META SECOLO: DALLA DISTRIBUZIONE SUL TERRITORIO ALLORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO: LA GEOGRAFIA REGIONALE ATTIVA: UN PREZIOSO TENTATIVO FALLITO IL FUNZIONALISMO E IL CRITICISMO MARXISTA DELLA PRIMA META DEGLI ANNI 70: DALLA REGIONE ALLA REGIONALIZZAZIONE: LATTUALE REGIONE:
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INTERPRETAZIONE

DEL

CONCETTO

DI

6. Pluralit di contenuti e di caratteri attribuiti alla regione geografica OMOGENEIT REGIONALE LA REGIONE NATURALE LA REGIONE STORICA LA REGIONE ECONOMICA LA REGIONE POLITICO AMMINISTRATIVA: QUALE DIMENSIONE PER LA REGIONE?: 7. Variet di metodi e strumenti di analisi utilizzati per individuare e delimitare la regione geografica LA REGIONE GEOGRAFICA TRA QUALIT E QUANTIT: METODOLOGIE METODOLOGIE IL DIBATTITO QUANTITATIVE QUALITATIVE METODOLOGICO UTILIZZATE UTILIZZATE MASCHERA PER PER LA LINDIVIDUAZIONE DELLA REGIONE GEOGRAFICA: LINDIVIDUAZIONE DELLA REGIONE GEOGRAFICA: CONTRAPPOSIZIONE IDEOLOGICA: 8. Regione e pianificazione tra centralismo e localismo PIANIFICARE PER CHI E PERCH? IDEOLOGIA E APPLICAZIONE DEI RISULTATI DELLA RICERCA LA NASCITA DEI REGIONALISMI: LA REGIONE POLITICO AMMINISTRATIVA AL DI SOPRA E AL DI FUORI DELLE PARTI: INTEGRAZIONE O SPECIALIZZAZIONE DELLO SPAZIO GEOGRAFICO?:
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ED

ETEROGENEIT

DELLO

SPAZIO

9. Il concetto di regione espresso da paradigmi paralleli: la sintesi regionale PAESAGGIO E REGIONE GEOGRAFICA: LA REGIONE DEI GENERI DI VITA: STRUTTURE TERRITORIALI, CLASSI SOCIO SPAZIALI E GEO SISTEMI: PRIMA CHE NELLA RICERCA LA SINTESI E NELLA REALT DELLA REGIONE GEOGRAFICA 10. Filosofia e scienza: la logica della ricerca regionale, proposta di un nuovo paradigma DETERMINISMO E POSSIBILISMO NELLA LOGICA FILOSOFICA E SCIENTIFICA: LINTERPRETAZIONE DETERMINISTA: AMBIENTALISMO, FUNZIONALISMO, CRITICISMO MARXISTA: LINTERPRETAZIONE POSSIBILISTA: INDIRIZZO STORICO SOCIALE, INDIRIZZO SISTEMICO, INDIRIZZO SEMIOLOGICO SEMANTICO: LE CORRENTI DI PENSIERO CHE ALIMENTANO I DIVERSI INDIRIZZI DELLA RICERCA REGIONALE: LA REGIONE GEOGRAFICA VERSO IL TERZO MILLENNIO: PROPOSTA DI UN NUOVO PARADIGMA:

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Riassunto da Elementi di geografia umana 1. UOMINI E PAESAGGI UMANIZZATI SULLA SUPERFICIE DELLA TERRA: la geografia umana descrive la ripartizione delle societ umane sulla superficie della terra ed i segni da essa impressi sul paesaggio. LA DIVERSIT DEGLI UOMINI: il primo aspetto geografico che ha colpito gli osservatori la diversit tra gli uomini. A partire dal Rinascimento la conoscenza antropologica inizi a fare rapidi progressi. Nel corso del XVIII secolo questa curiosit inizia ad essere improntata ad un certo ordine. Linneo le conferisce un nuovo orientamento e suddivide la specie in bianca, nera e gialla. Blumenbach (1752-1840) ricerca crani e scheletri e stabilisce il precetto della norma verticale, ossia fonda la descrizione ed il confronto dei carni in verticale. Lantropologia fisica una scienza di origine tedesca o scandinava che nel XIX secolo incontra un grande successo in tutti i paesi europei. Si stabilisce una classificazione obiettiva pi sottile (razza rossa considerata una ramificazione della razza gialla, per la razza nera si parla di australoidi o di razze primitive..). Da una generazione linteresse per la suddivisione in razze diminuito. I criteri riguardanti la morfologia ossea non sono stabili, perch laltezza varia con il regime alimentare ed il modo di vita cos come la forma del cranio, lematologia permette di fondare la distinzione dei gruppi su criteri al tempo stesso pi numerosi e pi stabili rispetto a quelli offerti dallanalisi morfologica. Non esiste mai la razza pura. LA FORMAZIONE DELLA DENSIT. LECUMENE ED I SUOI MARGINI: la diversit del mondo che la geografia studia dipende dallineguale ripartizione della presenza umana e dalla molteplicit delle
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civilt che dai contrasti che la conformazione umana rivela. Ci che preoccupa Malthus lo scarto tra tasso di incremento demografico e tasso di accrescimento delle risorse disponibili piuttosto che il semplice rapporto tra popolazione e superficie; lInghilterra nel 1870 diede inizio alla serie di Census of India. Vidal de la Blache pubblica nel 1877 delle Osservazioni sulla popolazione dellIndia inglese, con un carta della densit. Nello stesso periodo compaiono gli Annales della demografia internazionale (1877-1883). da queste osservazioni che sono nate gli studi sistematici sulla formazione delle densit. Con il perfezionarsi delle tecniche dei trasporti e man mano che luomo comincia a proteggersi dal freddo, le barriere sono cadute: luomo ha conquistato lHimalayaMa in questi ambienti ostili gli uomini si limitano a passare. Sulla carta delle densit i confini dellecumene appaiono come aree vuote o quasi: verso la met del XVII secolo linsieme dei nuovi mondi (America ed Oceania) non raggruppava che il 2% della popolazione mondiale. Dallinizio del XIX secolo la crescita del nuovo mondo riprende e procede a ritmi pi veloci che nel resto del mondo. Ora lEuropa che va accumulando ritardo. Il tema ricorrente sulla carta la giustapposizione tra zone ad alta densit e insiemi pi scarsamente popolati. In Africa, Oceania e America latina i punti pi scuri sono isolati e circondati da spazi immensi: i nuclei di forte popolamento sono situati sui litorali in Australia e sul versante atlantico nellAmerica meridionale, mentre in Africa sono pi spesso localizzati nellinterno. In Europa le colline e le pianure del Mediterraneo sono state densamente popolate fin dallantichit, ma a partire dal XIX secolo lago della bilancia si spostato verso le rive del Mare del Nord mentre
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in Asia la stabilit del popolamento pi marcata. In India la situazione simile a quella della Cina: lincremento demografico procede da secoli, senza determinare grandi sconvolgimenti: tuttal pi si pu notare la valorizzazione delle regioni aride del Pengiab e del Sind grazie alla costruzione delle grandi dighe da parte degli Inglesi, ma a livello dellintero subcontinente si tratta di ritocchi secondari. Per un lungo periodo in Estremo Oriente, in Africa e in America latina la popolazione andata aumentando senza che il tipo di organizzazione variasse sensibilmente. In Africa il ruolo delle citt era pi modesto che altrove. In America la popolazione urbana era sproporzionatamente pi numerosa. NellEuropa occidentale la popolazione urbana ha iniziato ad aumentare in maniera di gran lunga pi rapida che nelle campagna i centri urbani si moltiplicano si gerarchizzano. Il vantaggio che i paesi del Nord acquistano lo devono ai loro bacini minerari, alle conurbazioni, alle grandi citt, ai loro porti. Con lindustrializzazione del nord Est degli Stati Uniti e lapertura dellinterno del paese ad una economia commerciale, tutto cambia. Nei paesi di pi antica colonizzazione lesodo rurale pi precoce che in Europa. Le citt si moltiplicano e si configurano in una rete regolare simile ad quella dellEuropa. NellOvest le condizioni sono diverse: il popolamento avviene allinsegna della competizione per la conquista del mercato mondiale lungo la popolazione si concentra in citt molto grandi che si dellAsia meridionale, dellAfrica e dellAmerica estendono in un paese in cui la terra costa poco. Nelle zone rimaste a rurali Meridionale si d il via a grandi movimenti: la popolazione si concentra in citt gigantesche senza passare per la formazione di piccole citt.
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LA DIVERSIT DEI PAESAGGI: il paesaggio una scoperta della fine del XVIII secolo e del XIX secolo. Se si confronta lIle de France di Bernardin de Saint-Pierre e la Tahiti di Bougainville si pu vedere quanto la presentazione acquisti colore, precisione e vivacit. La ricerca delleffetto letterario pi che evidente. Non basta tuttavia avere il gusto del pittoresche, il senso del colore e delle forma per rendere la specificit del paesaggio: anche essenziale arrendersi alloggetto, possedere una capacit di osservazione, una minuzia che sono eccezionali. La nascita del paesaggio romantico favorita dal progresso delle scienze naturali, della mineralogia, della botanica, della zoologia; tali discipline insegnano a distinguere, nella massa del regno vegetale o animale, le piante e gli animali che conferiscono il loro carattere allinsieme, che, per usare lo strutturano. Neanche alla fine del XIX secolo i progressi nella percezione e nella descrizione dei paesaggi umanizzati si fanno decisivi. Leducazione del geografo il fatto delleconomista, dello studioso di folklore. Allorch Arthur Young compie il suo viaggio in Francia il suo sguardo rimane singolarmente vago quando descrive il paesaggio generale., ma diventa pi preciso quando parla della terra (traspare lagronomo e losservazione rapida sul maggese vale per noi pi delle banalit esposte altrove). Quasi un secolo doveva passare prima che la curiosit per le cose rurali si delineasse chiaramente e si arricchisse cos la visione delle campagne: esempio sono i racconti dei viaggi negli Stati Uniti di de La Rochefoucald e di Volney. Il secondo nettamente superiore quando parla dei paesaggi naturali, ma non vede la sistemazione dei campi e le siepi di abeti rossi che tanto colpiscono il primo. Con Albert Demageon ed il suo interesse per la
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tipologia rigorose si assiste ad un ritorno verso leconomia rurale: le piante delle abitazioni vengono interpretate in unottica funzionalista. Allinteresse per labitazione di aggiunge quello per la forma dei villaggi. In questo campo sono i tedeschi (Meitzen e gli opendfield). Simpararono a leggere nelle forme dei campi i fatti essenziali dellevoluzione della societ e della propriet. Da una trentina danni a questa parte gli storici dellurbanesimo hanno imparato a leggere nel paesaggio urbano il significato dellarchitettura vernacolare dei quartieri popolari e le molteplici prospettive create dai principi in epoca barocca. La realt sensibile costituisce un documento per scorgere limpronta delle societ del passato. In che modo classificare le forme che losservazione rileva? Limpronta delluomo (villaggi, strade, ponti) e soprattutto il suo modo di coltivare. Lanalisi del paesaggio fornisce un complemento concreto a quella della formazione delle densit. 2. PRINCIPI ESPLICATIVI: un nuovo mondo per raccontare e descrivere comincia ad affermarsi nel XVIII secolo, quando si afferma la moda dei racconti di viaggio e delle grandi opere di compilazione. LA DIFFERENZIAZIONE REGIONALE DELLA TERRA: la geografia che si scrive allora, sulla scia dei lavori di Humboldt e Ritter, sinteressa alluomo, ai suoi costumi, ai quadri di vita, ma non ancora una scienza umana conscia della propria originalit. I viaggiatori, precursori degli etnologi, sono i soli a soddisfare qualche curiosit geografica del pubblico, ma non tentano di proporre una spiegazione sistematica di quanto osservano. Si trovano invece tentativi di interpretazione a partire dal XVIII secolo.

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LA GEOGRAFIA UMANA COME STUDIO DEI RAPPORTI TRA LUOMO E LAMBIENTE: la geografia umana nasce quindi in un contesto che nuoce al suo ulteriore sviluppo. Essa si propone di spiegare i fatti umani a partire dallanalisi del quadro in cui questi si verificano. Non tardano le critiche: si conosce quella di Vidal de la Blache e di coloro che verranno in seguito chiamati possibilisti e che si pu riassumere in: esistono dei rapporti tra lambiente e la societ, ma essi non sono n univoci n necessari La natura propone, luomo dispone. Il geografo ha appreso a misurare il peso del clima, altitudine, di ogni forma di stress sullorganismo. Egli stato iniziato allanalisi dei regimi alimentari, ha imparato a misurare la dipendenza delluomo dalle altre specie viventi. Si prende coscienza del ruolo della concorrenza tra gli essere e la geografia medica diventa una branca necessaria della ricerca. In Francia il contributo pi originale il volume che Max Sorre ha pubblicato durante la guerra sui fondamenti ecologici della disciplina (effetti del clima sullorganismo e modo in cui uomo trae sui mezzi di sostentamento dallambiente vivente). LA SCIENZA DEL PAESAGGIO: luomo non che un elemento nellinsieme del mondo vivente e lo studio della ripartizione sulla terra si basa su una metodologia simile a quella usata nelle altre branche della disciplina. LINTRODUZIONE SURRETTIZIA DELLE CURIOSIT SOCIALI: LA GEOGRAFIA STORICA E LA GEOGRAFIA CULTURALE: le barriere ecologiche non sono sufficienti per comprendere le ripartizioni umane: necessario affermare la logica dei rapporti sociali, valutare il peso delle abitudini, limportanza delle
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rappresentazioni che guidano i comportamenti. Lesempio di Vidal de la Blache sintomatico. In Francia questi orienta la curiosit geografica verso lanalisi delle forze sociali, di tutte le forme di relazione. Ma la posizione di Vidal non netta: egli si mostra curioso di tutto ci che interazione, costume, importanza dei gruppi, ma non vuol cedere a quella che gli appare come una tentazione pericolosa: La geografia la scienza dei luoghi e non degli uomini. Nel paesaggio traspaiono i contrasti sociali: ecco le fattorie opulente dei grandi imprenditori e le capanne dei braccianti. La geografia regionale. Non basta forse a cogliere loriginalit di una provincia, il colore del paesaggio, la stranezza di una forma, luso dei metodi che sono pi atti a sottolineare lunicit die luoghi? LA NUOVA GEOGRAFIA: da pi di una generazione si assiste allo sviluppo di una geografia che rompe con queste posizioni classiche. Essa mette laccento sullo studio dei comportamenti, sulla genesi delle decisioni appoggiandosi alle discipline che cercano di spiegare la regolarit rivelata dallanalisi dellazione: sociologia, leconomia, lantropologia. La nuova geografia trova le sue radici in alcuni lavori effettuati nel periodo tra le due guerre mondiali. In Svezia Sten de Geer, in Germania Walter Christaller. Von Thunen agli inizi del XIX secolo raccoglie e d un ordinamento sistematico agli studio di economia rurale; Weber compie in un periodo leggermente posteriore una sintesi dei vari lavori consacrati alla localizzazione delle imprese rurali. La geografia intesa come teoria della localizzazione mette al primo posto le considerazioni sui comportamenti economici e secondariamente su quelli sociali. Essa trae largamente materia dalleconomia spaziale. La
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teoria della localizzazione assume nuove forme. Essa era un tempo incentrata sui meccanismi di adattamento che sono indispensabili al fine di armonizzare le decisioni degli attori e teneva in gran conto il ruolo dei mercati e dei meccanismi di distribuzione dei redditi. La geografia diventa pi realistica e pi sociale. LA RIVOLUZIONE POST-BEHAVIORISTA: da qualche anno a questa parte la geografia torna a scoprire la soggettivit ed alcuni insistono sul suo aspetto fenomenologico, ma tutti mostrano interesse per i valori che danno colore alle cose. Non ci si basa pi esclusivamente su quanto rivela losservazione dei comportamenti: si fa parlare la gente, ci si interroga sulle pulsioni e le aspirazioni che sono allorigine del comportamento. Si ha a che fare con la poetica dello spazio (espressione di Bachelard). Lanalisi moderna dimostra come tutto il gioco dei significati sia modellato sui miti e le invenzioni della cultura. La geografia della popolazione fornisce un quadro dei livelli ai quali si situa lazione dei gruppi: essa permette di capire ci che contrappone le organizzazioni territoriali delle civilt arcaiche a quelle delle civilt intermedie e le forme diverse che si succedono nella fase di transizione verso la societ postindustriale. 3. LA SPECIE UMANA E LAMBIENTE: LORGANISMO UMANO: il sistema che costituisce il corpo non un sistema chiuso: esso non pu continuare ad esistere senza un ininterrotto scambio con lambiente da cui trae lenergia spesa per la regolazione interne e lenergia che gli permette di agire. Lorganismo trae dallesterno lenergia di cui ha bisogno. Gli alimenti contengono nella loro combinazione unenergia chimica potenziale che la digestione
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e lassimilazione rendono utilizzabili. Dallambiente esterno, luomo trae anche lacqua di cui ha bisogno. I fabbisogni variano anche secondo lattivit esercitata. Il livello di consumo energetico varia anche con let, anche se in questo campo le valutazioni sono discordi. La dieta deve apportare non soltanto un certo livello di calorie, ma anche protidi se deve assicurare il mantenimento e la crescita dei tessuti, delle vitamine e dei principi minerali. I glucidi ed i lipidi difatti sono alimenti energetici, ma non forniscono allorganismo gli elementi necessari alla costituzione dei tessuti. Tra gli amminoacidi essenziali per lorganismo, due, la lisina e la treonina, non possono essere sintetizzati dallorganismo e devono essere quindi presenti nella razione alimentare. I legumi presentano una gamma pi completa di aminoacidi. La difesa dellorganismo contro le variazioni dellambiente esterno diventa possibile si sia in grado di trarne il complesso insieme delle sostanze indispensabili allesistenza. La specie umana vivipara e la durata della gestazione (nove mesi) lunga. Durante il periodo dellallattamento, che segue la nascita, la fecondit delle donne spesso ridotta. Il periodo fecondo della donna di circa trentanni in media, dai 15 ai 45 anni. La durata dellallattamento influisce sul tempo morto che corrisponde, dal punto di vista della fecondit, a ciascuna nascita. Se nulla viene a limitare la fecondit la discendenza di ciascuna supera gli otto figli. La mortalit risulta superiore a causa di carenze ed epidemie; la fecondit trova un limite nei decessi delle giovani donne e nelle pratiche contraccettive; laborto o linfanticidio sono molto pi diffusi di quanto non si riconosca.

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MECCANISMI

DELLA

RIPRODUZIONE

ED

IL

FUNZIONAMENTO DELLORGANISMO: c unautoregolazione dellorganismo. I sistemi riflessi assicurano ladattamento alle aggressioni esterne indipendentemente dallattivit cosciente. Gli ormoni rivestono un ruolo essenziale nel controllo energetico degli esseri viventi. La genetica ha appreso a decifrare il modo in cui gli esseri si riproducono. I cromosomi nascondono nella loro composizione dei corpi importanti, gli acidi desossiribonucleici (DNA) le cui molecole hanno la propriet di essere strutturate in forma di doppia elica dalle catene associate ed esattamente complementari. Le molecole del DNA costituiscono il codice che fornisce le informazioni necessarie alla realizzazione della costruzione, mentre il procedimento secondo il quale le eliche si riproducono, assicura lidentit e la permanenza delle istruzioni. Il genotipo di un individuo responsabile di una parte importante dei suoi caratteri ed difficile distinguere la parte attribuibile allereditariet da quella attribuibile agli influssi dellambiente. Il genotipo dellindividuo quindi una combinazione dei genotipi dei genitori, poich portatore della met dei cromosomi di ciascuno di essi. La maggior parte delle modifiche sono secondarie e senza grande significato: altre invece comportano cambiamenti importanti dellessere: molte gli sono fatali, lessere ne risulta debilitato e viene eliminato prima di potersi riprodurre. I progressi dellematologia hanno permesso di constatare che esiste un certo numero di anomalie nella struttura dei globuli rossi. Allison ha cos dimostrato che la malattia delle emazie falciformi di origine ereditaria. Quando lindividuo si trova ad essere portatore di una doppia dose viene colpito da unanemia grave che ne
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provoca la morte. Un altro gene conferisce una resistenza analoga al paludismo ed responsabile della talassemia. Per linfluenza dellambiente naturale o sociale pu prodursi unevoluzione dello stock genetico. Nel corso del XIX secolo, nei bacini carboniferi della Gran Bretagna, lindustrializzazione ha dato luogo alla creazione di un microclima ancor meno luminoso di quello delle campagna circostanti. Il rachitismo si diffuso come un flagello, provocando un sensibile aumento della mortalit infantile. Il regime alimentare delle campagne circostanti non era particolarmente carente in vitamina D, poich, grazie allazione dei raggi ultravioletti, gli steroli naturali della pelle si convertivano in vitamina attiva. La popolazione di questi bacini viveva in perenne equilibrio con lambiente. Il gruppo degli Afrikaners si stabilito nellAfrica del Sud pi o meno nello stesso periodo in cui i franco-canadesi si stabilivano nel nuovo mondo e presenta unesplosione demografica impressionante. L1% della popolazione affetto da una malattia ereditaria, la porfiria cutanea e sono sensibili ai barbiturici. Le ricerche fatte hanno dimostrato che il gene responsabile del morbo stato introdotto da un solo emigrante sbarcato nel 1686! fenomeno di deriva genetica. C un adattamento allambiente: esempi sono gli Esquimesi con elevato metabolismo basale, gli indios (maggior capacit toracica) LATTIVIT DELLORGANISMO E LAMBIENTE: le condizioni in cui si muove lindividuo che agisce sono molto variabili e provocano reazioni psicologiche dissimili, senso di benessere o disagio. I risultati delle ricerche dimostrano che a latitudini medie, le condizioni maggiormente favorevoli si riscontrano nelle regioni oceaniche; qui le
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temperature si mantengono moderate e sono ben sopportate dallorganismo che si trova a suo agio perch il tasso di umidit sempre considerevole. Lambiente continentale pi duro da sopportare. Scendendo di latitudine le condizioni diventano a temperature uguali sempre pi difficili da sopportare man mano che lumidit cresce. Le condizioni di vita subiscono cambiamenti profondi quando luomo inventa nuove tecnologie. Labbigliamento, il riscaldamento e hanno a lungo conferito ai paesi freddi un vantaggio. La climatizzazione crea oggi ambienti artificialmente temperati. La ripartizione degli uomini sulla terra dipende molto di pi dal modo in cui si pu sfruttare la natura per trarne ci che necessario al metabolismo che dalladattamento al clima e dalle facilitazioni che questo offre al lavoro o allo sforzo. 4. LUOMO NELLA PIRAMIDE ECOLOGICA: bisogna mangiare per vivere. Luomo dipende dallambiente esterno per laria e lacqua e per gli alimenti che consuma. LA POSIZIONE DELLUOMO NELLA PIRAMIDE ECOLOGICA: i vegetali sono gli uni essere viventi capaci di trarre vantaggio dallirradiazione solare per accumulare energia. La terra riceve dal sole circa 13 x 1023 calorie-grammo ogni anno. Buona parte di questenergia viene riflessa dallatmosfera o dal suolo, Le piante terrestri e le alghe marine ne ricevono il 40% e non possono trasformarne che una parte in materia vivente. Nel mare lirradiazione solare viene assorbita alquanto rapidamente e non pu esservi sviluppo di vita vegetale sul fondo marino. Una buona parte di energia viene quindi sprecata per carenza di ossigeno e di principi minerali: si dice allora che questi sono fattori
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limitanti. Negli ambienti continentali la situazione degli esseri viventi migliore: essi dispongono di un apparato sviluppato che li mette in contatto con il terreno (radici). Una volta assorbite le sostanze attraverso le radici, queste devono essere portate dalle radici alle foglie dove si svolge la fotosintesi. La fotosintesi potenziale sulla superficie della terra varia con il variare dellilluminazione solare ed in teoria dovrebbe diminuire dallequatore verso il polo. Il gioco dei fattori limitanti d luogo a tutta una serie di irregolarit: la zona desertica ha pi irraggiamento, ma quella in cui la produttivit netta minore. Le piante sono lalimento degli erbivori e gli animali non hanno dunque a disposizione che le riserve accumulate dalla pianta. Non possono assimilare tutta lenergia delle piante poich ad esempio la lignina non digeribile e nel complesso gli animali non utilizzano che la met delle calorie vegetali. Il miglioramento della struttura chimica fa s che e carni siano pi digeribili dei vegetali: i carnivori sono in grado di assimilare il 70% dellenergia corrispondente al corpo degli erbivori di cui si nutrono. I carnivori trasformano in energia chimica potenziale dal 15 al 20% dellenergia che assorbono. Esiste anche uno strato di carnivori secondari che si nutrono di carnivori primari: il caso degli uccelli. La posizione delluomo nella piramide ecologica varia perch egli onnivoro. Pu nutrirsi di vegetali o animali; egli cos consuma la carne degli erbivori o per quanto riguarda i prodotti della pesca, quella di carnivori primari, secondari, terziari.. IL DOMINIO DELLUOMO SULLA PIRAMIDE ECOLOGICA: il cibo utilizzato dalluomo proviene da una gamma limitata di specie animali o vegetali che varia da civilt a civilt. Malgrado questa
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flessibilit la quantit di alimenti che lessere umano preleva in una piramide ecologica scarsa: consuma un certo numero di radici, di steli, di foglie, di grani; cattura insetti, molluschi, vertebrati. Per trarre vantaggio da un determinato supporto due sono le tattiche: 1) sostituire le associazioni naturali con associazioni vegetali o animali suscettibili di fornire alluomo una grande quantit di calorie e 2) aumentare la produttivit generale. Esistono campi in cui le opere tecniche non sono applicabili (esempio: nelle acque marine). Gli elementi fertilizzanti si dimostrano realmente efficaci. La produttivit dellambiente dipende dallintervento umano; se la pesca tropo considerevole per quantit le possibilit di riproduzione della specie diminuiscono, fino a che la specie si fa rara. C anche uso dellincendio periodico. Il ruolo delluomo si limita talvolta ad eliminare i carnivori che vivono cibandosi degli erbivori che egli sfrutta. Per aumentare il rendimento della sua attivit, lallevatore deve quindi agire sullambiente vegetale e pu farlo ricorrendo al fuoco, ma pu ance imparare a coltivare lerba o le piante foraggiere o almeno a curare i prati ed i pascoli naturali. La messa a coltura elimina la vegetazione naturale e la sostituisce con specie scelte in funzione del loro rendimento calorico. La coltivazione o lo sviluppo dellallevamento generalmente si traducono in un aumento della produttivit lorda. La sostituzione della piramide naturale con la coltivazione della terra e lallevamento viene generalmente spiegata con la necessit di aumentare la produzione di elementi utilizzabili per luomo. I sistemi ecologici creati dalluomo sono molto meno complessi di quelli naturali , ma per Howar Odum sono pi fragili (malattia della patata nel 1846). Per poter controllare i parassiti delle piante si
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costretti a moltiplicare le lavorazioni del terreno o ad utilizzare i pesticidi dispendio di energia. Per trarre il massimo vantaggio dallambiente bisogna eliminare i fattori limitanti e frenarne gli effetti. Nelle regioni aride sufficiente procurarsi dellacqua per migliorare considerevolmente i rendimenti. C poi il maggese, di concime, di colture foraggiere. Tra gli elementi che luomo consuma il pane ed il latte hanno la caratteristica particolare di contenere quasi tutti gli elementi necessari alla vita. Nel caso del latte la proporzione di protidi sovrabbondante ed apparentemente sufficiente nel caso del pane anche se non dal punto di vista qualitativo. Per quanto riguarda il pane le carenze pi gravi si manifestano a livello delle vitamine, ma non bisogna dimenticare che nei paesi ad economia cerealicola si arriva a compensarle consumando frutta. La seconda variante il livello tecnico in funzione del quale le societ sono in grado di sfruttare in misura maggiore o minore lambiente in cui vivono. I supporto ecologico su cui vive lumanit non dilatabile allinfinito; se si utilizza eccessivamente si compromette lavvenire. I SUPPORTO ECOLOGICI DEI GRUPPI UMANI: si possono distinguere tre tipi di situazione: 1) La prima quella delle civilt tradizionali: la produttivit del lavoro agricolo scarsa che tutta la popolazione impegnata nella lavorazione della terra. I trasporti sono difficili. Il contadino sa che deve conservare la fertilit. 2) La tecnologia meno arretrata e una parte della popolazione pu essere impegnata in attivit diverse dallagricoltura e specializzarsi in produzioni artigianali. 3) Quando le spese per il trasporto diminuiscono, quando si sanno conservare gli alimenti, la maggior parte dei prodotti necessari alla vita
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del gruppo cessano di essere di provenienza locale. Il supporto ecologico dei gruppi perde continuit spaziale e stabilit temporale. Gli squilibri dellambiente cessano di essere percepibili. 4) La ripartizione della popolazione rimane legata a quella della capacit dellambiente, almeno finch si rimane al primo ad al secondo livello. La concentrazione della popolazione cessa di dipendere da ragioni ecologiche nelle societ che meglio dominano la distanza e possono arrivare a livelli talmente elevati che elementi considerati sino a quel momento sovrabbondanti quali lacqua, la luce, laria vengono a mancare. IL PIANO ENERGETICO GLOBALE DEI GRUPPI UMANI: i rapporti che luomo stabilisce e mantiene con lambiente sono rapporti di tipo energetico. Le sostanze alimentari rappresentano lunica fonte di energia chimica che il motore umano in grado di utilizzare. Luomo trasforma il suo ambiente e per far questo ha bisogno di strumenti. Per quanto riguarda i prodotti provenienti dal sottosuolo la diagnosi deve essere pi cauta: la civilt consuma e distrugge una parte degli elementi di cui ha bisogno. I progressi spettacolari posso venire dalla riutilizzazione dei prodotti che vengono usati senza per questo essere distrutti. Il consumo di energia si accresciuto enormemente. Bisogna trovare delle fonti di energia che possano sostituire il petrolio ed il carbone. indispensabile il ricorso allenergia nucleare con una scelta di livello e di localizzazione che limiti il rischio che tale soluzione rappresento per lambiente. 5. MINACCE BIOLOGICHE ALLEQUILIBRIO DEGLI INDIVIDUI E DEI GRUPPI: la ripartizione degli uomini sulla terra dipende dal dinamismo proprio della specie umana e dalla sua capacit di trovare nelle
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piramide ecologiche naturali gli elementi necessaria sulla sua sussistenza. Se soltanto le piante o gli animali di cui una societ si nutre vengono colpiti da una catastrofe biologica tutto lequilibrio viene ad esserne sconvolto. LE MINACCE ALLEQUILIBRIO DEGLI ESSERI VIVENTI: gli esseri viventi sono sistemi pi o meno omeostatici che reagiscono ad ogni perturbazione mediante meccanismo di correzione tendenti a stabilire lequilibrio preesistente o a raggiungerne un altro. Tra gli agenti che possono alterare lequilibrio molti appartengono alla categoria dei parassiti. Si tratta di virus, batteri, protozoi, di minuscoli vermi o di parassiti esterni assimilabili agli insetti. Lequilibrio tra ospite e parassita reso possibili da meccanismi che limitano laggressione e frenano la moltiplicazione dellospite. Le reazioni equilibranti possono essere messe tuttavia in pericolo per molte ragioni: esse scompaiono quando lorganismo risulta indebolito da carenze. Limmunizzazione dellorganismo cessa di essere efficace ogniqualvolta appare un nuovo agente patogeno (es. in America Latina con la tubercolosi). Esistono forme di aggressione contro le quali il corpo non in grado di difendersi (affezioni e parassitosi croniche). Con i vaccini per si pu suscitare una reazione immunologica o con il siero suscitare una reazione dellorganismo. Gli interventi profilattici sono solitamente i pi efficaci (trattamento delle acque, vaccino). Nei paesi industrializzati ad elevato standard di vita si moltiplicano le minacce di ordine chimico derivanti dallinquinamento; queste si manifestano con reazioni allergiche, tossicosi LE MALATTIE DA CARENZA: soltanto nella seconda met del secolo scorso si svelato il meccanismo delle malattie da carenza. La
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loro presenza era regionale. Nel corso dei suoi viaggi Cook controllava cos strettamente il regime alimentare dei suoi marinai che a bordo della sua nave non si manifest un solo caso di scorbuto. Lo sviluppo demografico acquista il ritmo che caratterizza il Canada francese soltanto dal momento in cui la conservazione dei legumi nelle cantine permette di assicurare a tutti lapporto vitaminico necessario in tutte le stagioni. Si ha la prova della natura dello scorbuto solo nel 1907 con i risultati dei norvegesi Holst e Frohlish. Qualche tempo dopo SzentGyorgi e Charles King isolarono la vitamina C. Le regioni cerealicole in cui lalimentazione si basava su grani e farinate sono state sedi di gravi squilibri: pellagra (carenza di vitamina PP.). In Estremo Oriente la popolazione veniva colpita dal beriberi (carenza di vitamina B assente nel riso brillato). Alle malattie da carenza si sovrappongono le malattie di natura parassitaria o microbica, ancora pi numerose, pi facilmente propagabili e diffuse. PARASSITOSI, AFFEZIONI MICROBICHE ED AFFEZIONI VIRALI: le piante soprattutto sono vittime di infezioni virali, di muffe o di insetti. Per quanto riguarda gli animali, a tutti questi mali vanno aggiunti quelli dovuti allazione dei protozoi, dei bacilli e dei microbi. Ai parassiti esterni si aggiungono quelli interni. Avviene spesso poi che lagente responsabile di unaffezione possa facilmente passare da una specie allaltra. Tra le malattie che colpiscono luomo alcune sono dovute ad agenti virali (vaiolo, influenza, morbillo..), altre alla rickettsia (microrganismi intermedi tra virus e microbi (tifo), altre a microbi. Tra questi ultimi sono i batteri (tubercolosi, lebbra, colera, pertosse, scarlattina, peste bubbonica o polmonare). Le malattie protozoarie sono
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gravi: le spirochete sono responsabili delle spirochetosi, febbri ricorrenti, la malaria. Una parte delle malattie di cui soffre luomo provocata da organismi di dimensioni maggiori, talvolta funghi (tumori, dermatosi), ma pi pericolosi sono i vermi. La modalit di diffusione delle malattie dipendono dalla natura dellagente. I pi piccoli, i virus filtrabili, sono in grado di attraversare tutti i meccanismi di depurazione fisica delle acque. Si trasmettono mediante il contatto, attraverso le mucose. Le possibilit di diffusione della malattia variano con il variare della densit della popolazione. Quando la trasmissione della malattia avviene mediante un vettore non umano le condizioni per la diffusione sono pi complesse (es. zanzare). Il caso delle verminosi pi complesso: esse penetrano nellorganismo attraverso lapparato digerente. La malattia dellecologia pi complessa certamente la malaria; ci in ragione dellampia variet di plasmodi, ma pi ancora a causa della molteplicit della specie di anofele: ciascuna di queste presenta esigenze ecologiche precise che spiegano le grandi diversit tra gli ambienti in cui la malattia presente. Si riusciti a stroncare le grandi epidemie, mentre risulta pi difficile venire a capo delle parassitosi tropicaliLa geografia delle malattie anche la geografia del contagio e delle ripartizioni di affezioni la cui trasmissione presuppone lintervento di un numero minore di intermediari e che sono quindi maggiormente funzione di fattori umani quali la densit e il movimento delle popolazioni. I fondamenti ecologici della geografia umana mostrano quali siano i limiti che la natura impone allespansione delle societ umane.

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6. DAL GENERE DI VITA AI RUOLI: luomo sfrutta sempre pi a fondo le piramidi ecologiche sopprimendo i fattori limitanti e riducendo la concorrenza delle altre specie. I GENERI DI VITA: nelle societ arcaiche la divisione dei compiti tra i membri della comunit inesistente: tutti devono partecipare alle medesime attivit. Per descrivere la vita del gruppo sufficiente prendere un individuo e stabilire come impiega il suo tempo ed il suo spazio. Per esempio tutta la vita dei Diola (Africa occidentale) scandita dal lavoro della terra. Le donne lavorano e trapiantano il riso e durante il periodo del raccolto esse rimangono al villaggio. Anche i Serer (sempre in Africa, tra Dakar e Senegambia) sono portati a partecipare ai lavori dei campi. Tutti devono partecipare ai medesimi compiti, tutti usano i medesimi utensili. GENERI DI VITA COMPLESSI: LESEMPIO DELLA VAL DANNIVIERS: quando gli ambienti che il gruppo sfrutta sono contrastanti, le attivit sono diversificate. La Val dAnniviers la valle di un affluente della riva sinistra del Rodano nel Vallese. Il grosso delle attivit degli abitanti della valle si svolge al di sopra di questo tratto, verso il fondo valle. La vita delluomo di questa valle si basa su una stretta associazione tra agricoltura e allevamento. La prima poco redditizia, ma rimasta indispensabile fin tanto che il gruppo rimasto chiuso; mentre lallevamento, la difficolt consiste nel dover nutrire il bestiame in stalla durante la stagione fredda lunga. Nel cuore dellinverno tutta la popolazione riunita nel villaggio che si stende su un pianoro soleggiato sopra la valle. Quando arriva la primavera gli uomini si dividono. Alcuni scendono nella valle del Rodano per tagliare
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le viti e lavorare i vigneti, Altri restano al villaggio per lavorare i campi e seminarli. Quando le nevi si sciolgono si fa uscire il bestiame prima in basso e poi sale sui pianori (mayens). Destate sale agli alpeggi. Nel mese di giugno una parte della popolazione li raggiunge dopo aver tagliato il fieno nei prati bassi. Nel mese di luglio e di agosto alcuni adulti scendono per tagliare il fieno del mayens e raccogliere i cereali. In settembre il bestiame fa tappa nel mayens e contemporaneamente una parte degli uomini scesa nella valle del Rodano per la vendemmia. Con linverno uomini e animali si ritrovano al villaggio. LA DESCRIZIONE DEI GENERI DI VITA NELLE SOCIET INDUSTRIALI ED URBANE: UNO STRUMENTO INADEGUATO: sono diverse le attivit. I RUOLI: manca la familiarit con le persone della metropolitana; soliti discorsi di politica sul trenoArrivati al lavoro i ruoli si moltiplicano, assumono un aspetto sociale. Un genere di vita quindi una raccolta di ruoli. La geografia sociale moderna si fonda sullo studio dei ruoli, di quelli che hanno un valore molto generale e di quelli che appartengono a piccole minoranze. RUOLI DI AZIONE, RUOLI DI TRANSAZIONE, ATTIVIT E PAESAGGI: non tutti i ruoli hanno la stessa consistenza e non tutti riguardano gli stessi aspetti dellesistenza. Per effettuare tutte queste operazioni (agricoltura, allevamento, estrazione) luomo deve disporre di strumenti ed apparecchiature: la descrizione dei ruoli dazione deve comprendere quindi sia la scena che gli attori. Altri ruoli sono consacrati ai rapporti con gli altri: si parla allora di ruoli di transazione piuttosto che di azione (le attrezzature sono i mezzi di comunicazione).
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Alcuni ruoli si svolgono in solitudine o nellambito ristretto della cellula familiare: sono quello del padre, della madre, del figlio. Tutti questi ruoli implicano una scena fissa (casascuola, cinema). Un geografo svedese, Hagerstrand, ha messo a punto una tecnica di analisi geografia dei ruoli. Egli costruisce un volume il cui fondo costituito dalla carta della zona considerata e in cui laltezza misura il tempo: lesistenza di ciascun individuo viene quindi rappresentata come una traiettoria allinterno del blocco. I periodi di immobilit appaiono come delle verticali, quelli degli spostamenti come delle oblique. I momenti in cui si verificano gli incontri sono rappresentati dallintersezione di queste diverse traiettorie. Lanalisi dei luoghi assai concreta e porta ad una conoscenza globale della realt geografica. Essa ritrova molti degli aspetti che lanalisi tradizionale del paesaggio conferiva alla geografia. Descrive infatti ci che si vede direttamente, i cambiamenti, i movimenti, lagitazione degli uomini e dei luoghi che essi frequentano. IL FASCIO DELLE RELAZIONI UMANE. LE ENTIT TERRITORIALI: se si spinge a fondo la logica di Hagerstrand possibile raffigurare le societ umane mediante schemi semplificati attraverso grafi. I nodi rappresentano i luoghi di residenza delluomo, i tratti i suoi molteplici spostamenti ed i flussi che le accompagnano: informazioni, affettivit, potere, influenza, beni, simboli e denaro. La matassa delle relazioni pu scomporsi in elementi che si pongono a livelli differenti poich abbracciano spazi estesi: 1) la cellula locale, villaggio o quartiere, ricco di relazioni di natura affettiva, ma che implica una circolazione di denaro; 2) la cellula rappresentata dalla citt

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e dalla piccola regione; 3) la cellula regionale e nazionale; 4) il grande spazio 7. I RUOLI, LA PERSONALIT ED I GRUPPI: RUOLI, LA PERSONALIT DI BASE E LA PERSONALIT INDIVIDUALE: il padre responsabile delleducazione dei figli e deve dedicarsi al lavoro e contemporaneamente ai figli in modo uguale. Lindividuo deve fare delle scelte. Il geografo deve spiegare la regolarit che si osserva in termini di localizzazione e di attivit. Ruth Benedict si era specializzata nello studio delle civilt amerinde degli Stati Uniti. Si rendeva conto che, da un popolo allaltro, tutta una serie variava contemporaneamente ed intu che tali elementi erano legati gli uni agli altri. Un esempio: mentre gli Hopi che si trovavano in un ambiente ostile vivono in pace ed armonia (agricoltori), i Kwakiult sono insopportabili e passano la vita a sfidare i loro vicini in competizioni di prestigio, il potlatch. Gli americani Ralph Linton ed Abraham Kardiner, studiosi di antropologia, hanno proposto di definire la parte della personalit che viene cos plasmata dalla civilt, la personalit di base. Le differenze derivanti dal temperamento proprio di ogni individuo non sono che ritocchi apportati a questo tipo medio. In un ambiente dove la competizione molto dura, la tendenza a vivere in gruppi compatti meno marcata che negli ambienti in cui i valori prevalenti portano allarmonia, alla collaborazione, alla socievolezza. Losservazione dimostra che oltre allelemento culturale vi un altro aspetto che plasma la personalit di base, ossia la disposizione stessa degli uomini sulla superficie della terra. In un ambiente rurale tutti si conoscono: non possibile nascondere alcun aspetto della propria
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esistenza, della propria personalit. I ruoli seguono luomo e lo avvolgono. In un ambiente urbano e soprattutto nella grande citt le condizioni di vita sono diverse: quando si cambia ruolo si cambia anche comprimario cos che si sempre conosciuti per uno soltanto degli aspetti. Dal cittadino non si esige la coerenza e la sua personalit meno segnata dai ruoli. Essa anche pi scialba. Il contadino delle societ tradizionali non stato preparato a servirsi dei mass media. Il cittadino pu sempre accedere a fonti di informazione varie e farne uso; la sua conservazione ed il suo comportamento traducono questa facolt di adattarsi alle novit. I contadino non riesce ad esprimersi. I RUOLI, LE COLLETTIVIT E LE CLASSI: alcune collettivit risultano da differenze obiettive che si riproducono ovunque, ossia quelle determinate dal sesso e dallet. Altre risultano dalla divisione del lavoro o da convenzioni o da istituti che reggono la vita sociale, tutti i salariati si trovano in posizione simile rispetto ai loro datori di lavoro. Altre collettivit sono create dallacculturazione e dalliniziazione alla vita sociale: sono queste le collettivit che corrispondono alla comunanza di lingua, religione, etica e filosofia. Tra tutti i membri di una comunit che ricoprono ruoli simili (operai, contadini) e che si trovano in un momento pi o meno importante della loro vita in posizioni equivalenti, esistono le condizioni perch si crei un sentimento di solidariet, condividendo gli stessi obblighi. Non tutte le collettivit danno a classi: affinch si sviluppi la solidariet necessario difatti che gli individui abbiano la possibilit di comunicare tra loro; la dispersione ostacola la presa di coscienza. Fino a tempi recenti, il grosso dellacculturazione avveniva per imitazione in seno alle comunit locali,
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la famiglia, il clan. Ci finiva con il fissare come limiti della collettivit e di conseguenza delle classi. Allinterno di questi confini ristretti, le associazioni per classi det, i raggruppamenti corporativi per mestiere si dimostravano molto spesso legati da una forte solidariet. Nel complesso le societ tradizionali non si presentano come societ di classe nel senso che viene normalmente attribuito a questa espressione: le sole classi realmente vive sono le classi territoriali o le classi locali che si sono appena citate. Oggi le conoscenze si diffondono rapidamente (mass media) e la facile diffusione delle idee facilita la presa di coscienza della condizione di ciascuno rispetto ai propri simili ed agli altri. La collettivit dispersa diventata una classe. Le solidariet economiche e professionali sono quelle pi fortemente sentite. I RUOLI E LE ORGANIZZAZIONI: la descrizione delle collettivit non costituisce un fine in se stesso: il suo interesse sta nel fatto che esse vengono mobilitate e divengono la realt sociale fondamentale. Con lapprofondirsi della conoscenza reciproca, con larricchirsi del passato comune, si precisa il gioco delle aspettative e delle ricompense: il gruppo nasce dalla complementarit stessa dei ruoli e delle posizioni sociali di ciascuno e va gradualmente rafforzandosi. Le unit che vengono cos a crearsi si disgregano facilmente con il sopravvenire di nuove situazioni e generalmente non hanno n fondamenta n configurazioni fisse: non hanno quindi presa sul paesaggio. Ma quando gli scambi riguardano problemi vitali, quando implicano unazione collettiva che mette in gioco il potere, il prestigio, la ricchezza, vengono allora codificati o istituzionalizzati. Si parla adesso di relazioni societali. Lantropologo Jacques Maquet propone di distinguere 7 tipi elementari di relazioni: 1)
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il potere puro, 2) lassociazione, 3) lo scambio, 4) la discendenza, 5) lalleanza, 6) il rapporto di tipo feudale o clientelare, 7) il rapporto di ineguaglianza generalizzata o di casta. Per unanalisi delle societ complesse necessario aggiungere altri due tipi fondamentali: 8) rapporto potere-autorit e 9) la burocrazia. possibile schematizzare i due ordini di direzione: una dimensione verticale o gerarchica che partendo da un singolo individuo o da un piccolissimo gruppo lega con rapporti successivi a diversi livelli tutti i membri del gruppo. Laltra dimensione si sviluppa in senso orizzontale tra membri che si pongono su un piede di parit. Rapporti che si reggono su queste principio possono estendersi da vicino a vicino fino a molto lontano, almeno in teoria, ma non possono convenire ad imprese complesse le quali possono reggersi unicamente su strutture gerarchiche. Lassociazione e lo scambio corrispondono alle forme-limite dei rapporti di tipo orizzontale. Nel primo caso ci che li unisce la volont di cooperare; nel secondo si contrappongono in una concorrenza egoista. I rapporti di discendenza introducono legami gerarchici di natura biologica ed affettiva molto tenaci. I sistemi feudali o di casta introducono una gerarchia tra gli stessi gruppi familiari e possono quindi unire popolazioni assai pi numerose. Essi si confanno a sistemi di produzione pi evoluti. Anche in questo caso si tratta di sistemi in cui il posto di ciascuno fisso fin dalla nascita. Nessuna societ complessa e numerosa pu funzionare se lautorit esercitata dal sovrano o dai governanti non accettata come legittima dalla maggior parte della popolazione. Il potere politico, anche se basato sul consenso, non pu esistere senza lo strumento rappresentato dalle amministrazioni. Il
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dominio delle organizzazioni si estende incessantemente: esso comprende gli affari amministrativi, ma anche tutti i settori delleconomia, tanto vero che le societ moderne sono fatte di reti cos fitte di rapporti burocratici che questi finiscono per regolare la maggior parte dei gesti della vita quotidiana. Il dominio delle organizzazioni si estende incessantemente: esso comprende gli affari amministrativi, ma anche tutti i settori delleconomia. Limpresa, lamministrazione dello stato, la chiesa legano gli individui non in tutti gli aspetti della vita, bens riguardo a un ruolo preciso che deve risultare articolato con quelle di altri membri della comunit. Il posto di ciascuno non dipende da privilegi di nascita, ma dalla competenza dellindividuo. Ci sono poi i legami di tipo orizzontale; tali legami soprattutto ai livelli pi elevati sono di ordine tecnico e assicurano il coordinamento di operazioni complesse. La solidit dei legami e lintensit delle comunicazioni sono tali che la sua azione pu estrinsecarsi su territori molto estesi. La gerarchia sociale corrisponde sempre ad unorganizzazione gerarchica del territorio: circoscrizioni LARCHITETTURA SOCIALE: le differenze legate alla morfologia dei gruppi permettono di contrapporre nelle societ urbanizzate, i cittadini ai contadini (si attenua con in progressi nel campo delle comunicazioni). Una societ comporta un numero pi o meno elevato di collettivit in funzione della diversit pi o meno marcata dei ruoli che vi si riveste. La divisione del lavoro moltiplica, soprattutto a partire dalla rivoluzione industriale, i tipi di occupazione ed i tipi di posizione sociale nelle diverse piramidi gerarchiche che strutturano lattivit nelle societ moderne. Le collettivit legate allet e al sesso seguono nel
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complesso la dispersione della popolazione con alcune sfumature significative: alcune regioni attraggono i pensionati; nelle campagne le donne in et giovane sono meno numerose degli uomini; le coppie giovani con numerosa prole si stabiliscono nelle cinture periferiche. C una grande concentrazione di lavoratori nellindustria. La diversa accessibilit ai divertimenti, alle possibilit di lavoro e di distrazione rafforza allora spesso le discriminazioni tra i gruppi ed aggrava le ingiustizie sociali. I sentimenti di appartenenza si presentano spesso sovrapposti: ci si sente membri di una comunit locale, di una regione, di una nazione. Le classi territoriali hanno avuto un ruolo pressoch esclusivo nelle civilt tradizionali a causa della scarsit dei mezzi di comunicazione. Le solidariet si esprimono soprattutto a livello locale. Nei paesi di civilt industriale, le burocrazie uniscono individui provenienti da tutte le regioni e residenti in luoghi lontani attorno ad uno stesso interesse, per gli stessi compiti o le stesse produzioni. Le architetture delle societ umane sono fatte di elementi che combinano in s tutti questi diversi temi talvolta in modo armonioso, ma talvolta anche con tensioni che sottolineano il bisogno costante di adattamento e di trasformazione o con conflitti che sono dannosi alla solidit dellinsieme. 8. LA GEOGRAFIA SOCIALE GENERALE LA REGOLA DELLINDIVIDUALISMO METODOLOGICO: che cosa spiegano lorganizzazione dei gruppi e le configurazioni spaziali che questi adottano? Losservazione sociale ha dimostrato quanto i comportamenti siano stereotipati: non forse questa unindicazione del

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fatto che lindividuo non conta? In campo sociale lunica realt osservabile luomo. LA VITA SOCIALE: vi sono due grandi modi di concepire la vita sociale: 1) il primo consiste nel vedervi leffetto di una volont istituente, nel leggervi un disegno e lambizione di fornire agli uomini vantaggi che lindividuo isolato non pu conoscere. 2) altri concepiscono la societ come la risultante di una predisposizione biologica e di unevoluzione che avrebbe a poco a poco avvantaggiato i raggruppamenti aventi la struttura migliore. La prima versione si presta meglio a mettere in evidenza la logica dei raggruppamenti e giustificare lesistenza di regole alle quali questi ultimi devono sottostare per funzionare in maniera soddisfacente. La seconda si presta meglio allanalisi delle situazioni esistenti e della loro genesi ed per questo che si intende adottarla. Ogni societ deve, per svilupparsi, svolgere determinate funzioni: deve assicurare la sostituzione degli individui, provvedere alla loro alimentazione, trasmettere la cultura, soddisfare le aspirazioniLa vita sociale affonda le proprie radici nelle necessit biologiche. Essa si sviluppata progressivamente nel corso dellumanizzazione della nostra specie. Nasce innanzitutto dagli appetiti sessuali e dalla riproduzione. I genitori provvedono allalimentazione dei loro figli ed questa la prima forma di solidariet che riveste un ruolo fondamentale in tutta la vita collettiva. I giovani hanno listinto dellimitazione de apprendono cos gli schemi di comportamento che sono alla base della cultura. La vita in gruppo agli individui vantaggi diversi. Essa assicurare soddisfazioni materiali maggiori dal momento che la divisione del lavoro permette di trarre miglior vantaggio
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dallambiente e di accrescere la ricchezza collettiva. La vita in gruppo offre alla persona la possibilit di realizzarsi. I vantaggi derivanti dalla vita sociale sono molto spesso allorigine delle tensioni che la contraddistinguono. Il confronto delle singole volont minaccia lordine collettivo poich rischia sempre di provocare in esso una scissione definitiva. Gli individui sono costantemente alla ricerca di un segno del successo, di un qualcosa che li distingua socialmente: si tratta della ricchezza, del prestigio o del potere. La competizione avrebbe rapidamente la meglio sulla solidariet se non venisse mantenuta entro limiti accettabili. Linsieme di regole e di istituzioni che permettono cos al gioco degli individui e dei gruppi di svolgersi in condizioni soddisfacenti viene chiamato sistema sociale o struttura sociale. LO SPAZIO NELLA VITA SOCIALE: a che serve lo spazio nella vita sociale? Lo spazio anzitutto il supporto di ogni attivit: esso serve alla pesca, alla caccia, alla raccolta. Affinch le transazioni si svolgano facilmente necessario disporre di luoghi ove riunirsi e di attrezzature per le comunicazioni a distanza. Quando la giornata di lavoro terminata, le famiglie si riuniscono nelle case, i giovani giocano nei giardini o nei campi sportivi. La molteplice utilizzazione dello spazio un dato fondamentale della civilt avanzata. Tutte le attivit consumano spazio e lo spazio limitato. Per umanit molto diluite esso pu apparire come un bene libero, ma quando le densit aumentano e le utilizzazioni del suolo diventano sempre pi specializzate al punto che una esclude laltra, le cose cambiano. La societ deve evitare lo spreco. Quando aumenta la pressione sulle risorse, lappropriazione collettiva appare spesso come un intralcio. La specializzazione nellutilizzazione
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del suolo si aggiunge ai vantaggi derivanti dalla divisione del lavoro nella promozione degli scambi e della vita di relazione. Se gli spostamenti sono impossibili, o troppo costosi, ciascuno tenta di produrre tutto ci di cui ha bisogno: si utilizzano quindi suoli mediocri e si lavora in piccolo, il che impedisce la realizzazione sia di un elevato grado di competenza in qualsiasi campo sia di economie di scala. La dispersione un ostacolo alla vita sociale nella misura in cui rende difficili trasporti e comunicazioni. I mezzi di trasporto moderni implicano la costruzione di infrastrutture costose, tanto pi massicce quanto pi intenso il traffico che devono sostenere. Il progresso si traduce nella comparsa di una geografia contrastata di spazi periferici e zone innervate dai grandi assi di comunicazione moderne. La dispersione rappresenta un ostacolo forse maggior per lo scambio di informazioni che per la circolazione dei beni. Ogni messaggio viene codificato da colui che lo invia, trasmesso lungo una linea e quindi decodificato. Lefficacia dellinsieme dipende al tempo stesso dallimportanza dei filtri delle due estremit, ossia al momento della codificazione e a quello della decodificazione e dalle qualit intrinseche della linea. Su questultima, la distanza introduce dei disturbi che rendono il messaggio confuso e al di l di un certo limite, indistinto. Le relazioni dirette, faccia a faccia, riducono al minimo leffetto filtro. Lacculturazione d i migliori risultati quando i partner, adulti e bambini, sono in contatto quasi costante. Nelle societ pi progredite, la comunicazione faccia a faccia continua ad essere indispensabile in molti campi. E tuttavia possibile comunicare al di l del cerchio della vita quotidiana anche in assenza di mezzi di comunicazione a distanza;
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per far questo sufficiente muoversi, spostarsi. Al fine di ridurre il tempo ed il prezzo degli spostamenti, si ha interesse a situarli nel cuore della zone che servono: la formazione delle localit centrali quindi il risultato di sforzi effettuati al fine di rompere lisolamento delle piccole cellule locali e creare trasparenza su grandi spazi. Quando unimpresa commerciale si localizza in una localit centrale, in una citt, essa non deve fare alcuno sforzo per attrarre la clientela che attratta dallinsieme di servizi gi esistenti. Anche in questo caso si parla di esternalit. A livello della vita quotidiana colui che vive in una citt gode di pi il suo giardino se ha dei vicini amabili: esternalit positiva. Perde il gusto di starvi nel caso contrario: esternalit negative. Gli scambi di informazioni possono tendere ad unaltra finalit, il controllo per esempio. I comportamenti individuali sono pienamente liberi solo qualora sfuggano totalmente allo sguardo altrui. A partire dal momento in cui lindividuo si sente osservato, questi modella la propria azione sulle aspettative. A questo si arriva in due casi: 1) nelle aree scarsamente popolate sempre facile isolarsi, 2) nelle aree si sovraffollamento e di spostamenti intensi, di estrema mobilit, lindividuo ritrova la libert che laumento di densit gli aveva tolto. Il governo deve controllare tutto ci che avviene o farlo osservare dai suoi agenti. Lo spazio interviene obiettivamente nella vita dei gruppi introducendo un antagonismo tra le forze centrifughe (ossia derivanti dallo sfruttamento del supporto ecologico e dalla necessaria specializzazione nellutilizzazione del suolo) e le forze centripete (ossia le forze derivanti dallesigenza di comunicare, di formare una comunit). Per ciascun individuo lo spazio risulta colorato dallesperienza che questi ha avuto
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dalla vita. I luoghi che gli sono familiari, quelli in cui conosciuto, amato, apprezzato, quelli in cui stato felice vengono messi in risalto. Quelli che nel ricordo evocano le difficolt, gli ostacoli, vengono annullati. PERCEZIONE, RAPPRESENTAZIONI, VALORI E CULTURA: le distanze vengono valutate in funzione della fatica che si fa a coprirle od in funzione delle informazioni che ricevono da localit lontane. La carta mentale anche condizionata dal valore che si attribuisce ai diversi luoghi: i pi piacevoli sono i pi desiderati ed appaiono quindi spesso pi vicini. Quando si chiede a delle persone qual il luogo in cui preferirebbero stabilirsi se fossero costretti ad abbandonare la propria residenza, la maggior parte di queste rimangono legate alla propria regione. Anche la percezione dellambiente sociale ha delle implicazioni geografiche. Nelle citt, alcuni quartieri vengono rifiutati. Coloro che desiderano affittare un appartamento od acquistarlo rifuggono da certe zone perch lambiente sembra loro spiacevole; in un grande complesso, si notano fin dalla prima visita, bande di giovani con capelli lunghi che mantengono nella strada o nei cortili una certa effervescenza: basta questo per scoraggiare coloro che hanno i mezzi per scegliere. La formazione che si riceve nel proprio ambiente, a scuola, pi tardi nei posti di lavoro in ufficio, conferisce o toglie importanza ai fatti, li giustifica con valori che ciascuno ha imparato ad interiorizzare e prepara la standardizzazione della percezione in immagini preconfezionate che essa trasmette. LA DECISIONE: DAL CONDIZIONAMENTO ALLA SCELTA RAZIONALE: al momento della scelta raro che lindividuo proceda
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ad unanalisi dettagliata delle condizioni e dei luoghi; egli fornisce piuttosto una valutazione globale dellambiente fisico e sociale. La scelta sempre difficile. Perch darsi la pena di raccogliere informazioni sullambiente, sulle opportunit nuove offerte dallevoluzione delle tecniche o delle condizioni di mercato quando si contenti della propria sorte? Se ad esempio la decisione di affittare un appartamento motivata dalla ricerca di aver una bella vista, di vivere in un quartiere piacevole, non inquinato, limportanza dellaspetto geografico evidente. Ciascuno in generale spera: di assicurarsi le risorse necessarie alla sopravvivenza, di disporre di un luogo dove riposare e vivere solo o con la famiglia, di frequentare altre persone al fine di soddisfare le proprie esigenze di affettivit, di frequentare altre persone al fine di beneficiare dei vantaggi derivanti dalla divisione disporre di luoghi dove praticare lo sport, muoversi I MECCANISMI DI ADATTAMENTO DELLE DECISIONI: ladattamento delle decisioni pu essere concepito in tre diversi modi: po nascere dallinteriorizzazione delle regole comuni e dallamore per il bene collettivo (manca di efficacia) ; pu derivare da un meccanismo automatico che assicura larmonizzazione delle decisioni senza che lindividuo debba preoccuparsi di pensare alla collettivit ed infine pu esprimere la volont di un coordinatore. Ladattamento delle decisioni il risultato a volte dellazione autoritaria di un capo il quale osserva ci che vi di contraddittorio nelle intenzioni individuali ed arbitra ed impone con la sua autorit la soluzione pi soddisfacente per la collettivit. Perch gli adattamenti automatici si svolgano senza ostacoli opportuno che gli agenti non siano dotati n di potere n di influenza
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intellettuale, di

e che non vi sia alcuno di essi che sia in grado di imporre la sua volont agli altri; reciprocamente la volont individuale deve piegarsi alla volont dei molti. Se si ritrovano riunite queste condizioni, basta che esistano dei sistemi di istradamento a ritroso delle informazioni, dei sistemi di feedback perch tutto funzioni bene. I venditori sono disposti a fornire la quantit richiesta dagli acquirenti soltanto se viene loro offerto un prezzo soddisfacente che per troppo elevato per gli acquirenti, i quali riducono la domanda. Poco a poco, gli adattamenti di domanda ed offerta proseguono finch si arriva al prezzo che pareggia domanda ed offerta. Il meccanismo presuppone che le parti che si confrontano si scambino numerose informazioni in breve tempo e che possano aver fiducia luna dellaltra. Gli antropologi hanno dimostrato che la teoria della regolazione automatica si applica ai ruoli nelle societ ristrette. Perch gli individui rispondono alle aspettative riposte su di loro? Per meritare la stima degli latri partecipanti ed assicurarsi una posizione che conferisca loro considerazione e sicurezza. Esiste in campo economico un tipo di automatismo diverso: quello della circolazione dei redditi ed il solo che sia capace di creare una certa coerenza in seno ad un gruppo numeroso e distribuito su una vasta estensione. In campo economico la libert di scelta degli individui limitata dai redditi di cui dispongono. La regolazione sociale quindi assicurata dalla circolazione del denaro in seno alleconomia, dalle imprese alle famiglie, da queste al mercato ed alle imprese nuovamente; la distribuzione dei redditi obbedisce alla logica di mercato. I settori che sono caratterizzati da una domanda crescente distribuiscono redditi pi elevati, danno da vivere ad un numero maggiore di individui e li fanno vivere meglio. Lesempio
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della circolazione dei redditi dimostra come le societ di grandi dimensioni arrivino ad essere strutturate: combinando meccanismi che nessuno da solo capace di regolare che si creano architetture sociali di ogni dimensione. LADATTAMENTO DELLE DECISIONI NELLE SOCIET COMPLESSE E LARCHITETTURA SOCIALE: ladattamento delle decisioni soggetto a due vincoli che risultano sia dalle condizioni di vita materiali sia dal clima che regna nei gruppi nellambito dei quali le decisioni vengono prese. Affinch i meccanismi di adattamento risultino efficaci necessario che venga definita una procedura per le decisioni aventi effetti collettivi. E anche necessario che ciascuno disponga di informazioni valide sulle intenzioni e sui bisogni di tutti. Lo svolgimento pacifico della vita dipende dalle regole ammesse in materia di conciliazione delle tendenze conflittuali. La vita della societ dipende dai mezzi che permettono di superare lostacolo della distanza e moltiplicare gli individui che la compongono: i fattori tecnici sono essenziali per comprendere la massa dei raggruppamenti. Non tuttavia sufficiente disporre di mezzi tecnici adeguati per vincere le distanze; se non si ancora sicuri delle informazioni che vengono trasmesse, questi mezzi servono a ben poco quando occorre agire. Le telecomunicazioni e gli spostamenti rapidi favoriscono linstaurarsi di una buona trasparenza. La fiducia ha una dimensione ideologica: non esistono grandi stati senza una dottrina di legittimazione del potere. Una societ di piccole dimensioni pu appoggiarsi su rapporti di denominazione ridotti al minimo e su un numero di automatismi. Nelle culture che non rifiutano il potere, il funzionamento della societ pu assumere
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altre forme. Fintanto che le tecniche di comunicazione a distanza sono rudimentali, il problema della trasparenza rimane difficile da risolvere . Il potere tenta di limitare al massimo le informazioni e le notizie di cui ha bisogno lasciando larga autonomia alle cellule locali. Per tentare di racchiudere la comunit territoriali di base in una rete efficace di controllo, necessario ricorrere a tutta una gamma di relazioni societali nessuna delle quali sufficiente a strutturare grandi spazi e gruppi numerosi. Lo stato un momento fondamentale nel sistema di regolazione. Lo stato autocratico non pu tuttavia sperare di mantenere a lungo la fiducia della maggior parte dei suoi sudditi anche se si basa su ideologie pregnanti. Lo spazio rimane uno degli elementi chiave dellarchitettura sociale: gli individui non vivono in un vuoto in cui sarebbero assolutamente liberi di costruire a loro gradimento il sistema che preferiscono. Il ruolo della teoria sociale, economica e politica in geografia tracciare il quadro di queste necessarie correlazioni. La teoria sociale per spiegare i meccanismi operanti nei gruppi fa intervenire dati diversi: la fecondit dellambiente, lo stato delle tecniche, i tipi di architettura sociale conosciuti e le ideologie ricevute. La geografia ha per lungo tempo insistito sullimportanza di questo ambiente. La realt pi complessa: i problemi che la societ affronta nascono da squilibri che si sviluppano tra le sue componenti. La pressione demografica diviene eccessiva per lambiente, le tecniche offrono la possibilit di risolvere problemi fino a quel momento irrisolvibili, i sistemi di relazioni sociali non sono pi in armonia con i valori accettati, con le ideologie condivise.

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9. LA GEOGRAFIA ECONOMICA GENERALE: la ripartizione dei gruppi umani plasmata al tempo stesso dai vincoli ecologici e dai rapporti che le societ alimentano nel loro interno e con lesterno. La geografia sociale si interessa alle configurazioni complesse di un grafo in cui i nodi rappresentano gli uomini e i tratti gli spostamenti che essi effettuano o i flussi che essi generano. La teoria spaziale difficile da costruire: la situazione pi chiara quella in cui tutti gli operatori sono razionali, non possono esercitare individualmente alcun potere sugli altri ma sono incapaci di resistere alla pressione di un gruppo. In un mondo di questo tipo, le solidariet affettive, quelle che altrove danno vita a classi sociali, non hanno alcuna importanza. Molti geografi hanno contestato le semplificazioni che il metodo delleconomia teorica impone, poich non sono riusciti a capire che sempre possibile introdurre nuovamente i dati inizialmente scartati, una volta spiegati con certezza taluni aspetti della realt. EQUILIBRO SPAZIALE, MOBILIT E TRASPARENZA: la geografia economica, come la geografia sociale, tenta di chiarire la morfologia dei gruppi umani ed i flussi che la caratterizzano, ma ponendosi in un contesto pi semplice. Ogni uomo di volta in volta produttore e consumatore. La dispersione del corpo sociale appare come un ostacolo alla vita di relazione , poich nuoce alle comunicazioni, ai trasporti ed agli spostamenti. Mentre la geografia sociale deve tenere conto delle tensioni e dei periodi di crisi, di confronto e di rottura della coesione sociale, la geografia economica si pone in un contesto in cui i conflitti non possono radicalizzarsi. Laccumulazione permette laumento dei redditi, larricchimento e la differenziazione dello spazio.
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La localizzazione degli operatori economici non dipende dallautorit di nessuno. Ciascuno si stabilisce in funzione dei propri desideri e dei propri mezzi. Il fine dichiarato delluomo economico quello di massimizzare una funzione di utilit. Lutilit dipende dal reddito disponibile, dal tempo libero, dalla piacevolezza dei luoghi dove ci si trova. La localizzazione degli operatori avviene nel quadro della concorrenza per lutilizzazione del suolo. Limprenditore tenta di guadagnare il massimo scegliendo la miglior sede per la sua impresa. In definitiva colui che pu offrire il prezzo pi elevato per un determinato pezzo di terra, che la otterr. La prima tappa riguarda la diversit delle attivit e delle aspirazioni dei produttori e dei consumatori. In un contesto di questo tipo, i rapporti pi semplici sono quelli basati sulle informazioni. La seconda tappa riguarda universi in cui la mobilit non pi trascurabile e la trasparenza buona. AUTARCHIA, UNIFORMIT E DIVERSIT: se lo sfruttamento dellambiente insufficiente ciascun individuo deve disporre di un supporto ecologico molto esteso e dedicare la maggior parte del suo tempo a sfruttarlo. Le scelte a disposizione degli individui o dei gruppi sono, nella maggior parte dei casi, assai ridotte: non possedendo le tecniche della comunicazione a distanza, anche la gamma delle altre tecniche rimane limitata: gli individui risultano incapaci di analizzare lambiente con chiarezza sufficiente a comprenderne le molteplici possibilit di sfruttamento. In un ambiente fortemente opaco, come possibile che si costituisca linsieme degli strumenti intellettuali che fissano i limiti della scelta? Si possono avere tre fonti: linvenzione o linnovazione autonoma, la trasmissione delle conoscenze in loco, la
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trasmissione delle conoscenze per diffusione, per imitazione del vicino. La prima evenienza eccezionale; esistono sempre delle piccole innovazioni che modificano progressivamente una tradizione. Il grosso delle conoscenze si apprende in loco. Limmobilit assoluta non esiste, tutti i gruppi si adattano e si evolvono, ma quelli che vivono chiusi in se stessi non possono farlo che con difficolt nel volgere di lunghi periodi. Tra questi due estremi di configurazione vi il caso creato dallondata stessa di innovazione, fintanto che gli individui ed i gruppi non conoscono le nuove tecniche, restano fedeli alle antiche; quando vengono in contatto con vicini che hanno accettato l'innovazione, possono documentarsi. Tra il momento in cui si apprende ed il momento in cui il comportamento si modifica passa un intervallo variabile. I MODELLI FONDAMENTALI DELLA GEOGRAFIA ECONOMICA: gli operatori di cui si studia lazione e la localizzazione hanno in comune il desiderio di migliorare il proprio benessere: le questione morali o spirituali li lasciano indifferenti. Si suppone inoltre che non abbiano problemi affettivi cos che non si prende in considerazione il ruolo di questi ultimi nella genesi delle configurazioni. Si possono distinguere tre categorie di lavoratori: agricoltori, operai ed artigiani che trasformano la materia ed infine tutti coloro che producono servizi materiali od immateriali. Il primo vincolo imposto al sistema rappresentato dalle esigenze di spazio dellagricoltura. Non si pu decidere di stabilirsi dove si vuole per coltivare la terra che si preferisce. La questione che leconomista si pone non tanto sapere come e dove lagricoltore si stabilisca, quanto di capire che cosa induca i
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coltivatori a scegliere una certa coltura in una certa regione. Il secondo vincolo imposto al sistema proviene dalla scarsa trasparenza dello spazio. Quando il raggio aumenta si vede aumentare il carico di funzionamento del sistema: esiste una dimensione limite al di l della quale il sistema stesso non pu operare normalmente. Artigiani ed operai sono relativamente pi liberi rispetto alle altre categorie, poich molti dei materiali che essi trasformano provengono da cave ed essi sono legati agli altri dalla necessit di vendere la loro produzione. Dal momento che gli articoli che essi producono vengono scambiati sul mercato, per lindustria questa la situazione che conta, piuttosto che quella dei consumatori. Il modello di localizzazione agricola di von Thunen: ogni ettaro di terra pu essere coltivato con uno dei prodotti ipotizzati. Per decidere lagricoltore calcola ci che pu rendergli ciascun ettaro secondo le diverse culture. Ogni prodotto venduto ad un certo prezzo, che si stabilisce sul mercato M a seguito del confronto acquirentivenditori. Ci che ogni ettaro rende uguale a P ( v per le verdure, f per il frumento, c per la carne).Lagricoltore che vive a distanza x dal mercato sa che deve detrarre, per ottenere il reddito netto di un ettaro, le spese di trasporto. Se definiamo T il costo del trasporto del raccolto di un ettaro coltivato a frumento, a verdure e a carne, i redditi netti del coltivatore residente a X saranno quindi secondo i raccolti, P-x e varieranno sia con i prezzi dal centro sia con lineguale incidenza delle spese di trasporto. Il frumento meno pesante e pi durevole; un ettaro rende meno se situato presso il centro, ma la diminuzione del reddito netto con laumentare della distanza molto scarsa; ad una cera distanza diventa pi conveniente produrre frumento. La carne rende poco
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allettaro vicino al centro, ma poich si tratta di un prodotto che comporta spese di trasporto ridotte (le mandrie si spostano con i propri mezzi), la diminuzione del reddito netto con laumentare della distanza molto scarsa. Ci che regola il prezzo di mercato la differenza dellonere delle spese di trasporto sostenuto per il raccolto di un ettaro secondo i prodotti. La domanda risulta quindi superiore allofferta stessa, determinando un aumento del prezzo delle verdure e della carne. La zona destinata allallevamento di bestiame per la produzione di carne si amplia verso lesterno e quindi laumento della domanda in M si traduce in un allargamento dellarea di produzione che ruota attorno al mercato centrale. Se gli agricoltori non dovessero pagare per luso della terra le cose non andrebbero certamente cos. Ma essi non sono liberi. Per dimostrarlo conveniente supporre il caso in cui tutte le terre siano in affitto. Laffitto determinato dal ricavo netto per ettaro. Accade spesso che i proprietari terrieri abitino in citt, in M, dove spendono i loro redditi in prodotti artigianali e servizi: essi forniscono cos ad operai ed impiegati stipendi e salari che permettono a questultimi di acquistare i prodotti alimentari dei quali hanno bisogno; pertanto possibile il funzionamento dellinsieme dellunit economica composta dalla citt e dalla campagna. Il modello di localizzazione industriale di Weber gli impianti industriali non coprono mai una superficie molto estesa. Lingegnere o leconomista incaricato di impiantare una nuova industria hanno un'ampia possibilit di scelta per quanto riguarda la sede: il problema trovare la soluzione pi vantaggiosa. Le materie prime provengono talvolta dai raccolti. In tali condizioni, quando il mercato era locale, come avveniva per le tele di lino, canapa,
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era interesse dellartigiano lavorare vicino sia alla materia prima sia al mercato del consumo. Lindustria era allora dispersa sul territorio. Talvolta era localizzata nei borghi. La dispersione era tanto pi vantaggiosa in quanto non esistevano per lassenza di meccanizzazione, economie interne di scala: lartigiano isolano lavorava su un piede di parit con il manifatturiere. La rivoluzione industriale ha rovesciato i termini del problema. Ormai le fabbriche hanno bisogno di energia, fornita generalmente dalle miniere; questo un settore di attivit in rapida espansione. In campo tessile, si utilizzano sempre meno le materie prime locali. Trovare la localizzazione ottimale equivale a scoprire il punto il cui limpresa guadagna di pi. Se si suppone che la scala ottimale della fabbrica sia determinata dallo stato della tecnica e se la produzione affluisce interamente verso un mercato puntiforme dove il prezzo viene stabilito indipendentemente dallazienda produttrice, la soluzione sta nel minimizzare le spese di lavorazione e di trasporto sopportate dallimpresa. Weber: si supponga che il costo della manodopera sia costante, dal momento che il costo del capitale investito (macchinario, immobili) lo quasi necessariamente, nei grandi paesi industrializzati. Gli elementi che possono variare sono i costi di trasporto a carica dellimpresa. Il problema consiste nel minimizzare il costo dei trasporti di materie prime, energia e prodotti fabbricati. La teoria di Weber mostra che le imprese tendono ad impiantarsi vicino alle fonti di energia e di materie prime quando queste ultime sono molto pesanti e quando il prodotto perde molto peso nel corso della lavorazione. La manodopera molto costosa attrae le industrie ad alta intensit di lavoro (industrie tessili). Conviene affrontare delle spese di
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trasporto elevate se si pu avere unindustria pi potente piuttosto che accontentarsi di piccoli impianti dove la scala di lavorazione insufficiente. Il modello delle localit centrali di Christaller e Losch i servizi, in quanto attivit, hanno la caratteristica di presupporre rapporti diretti tra cliente e prestatore. Nella maggioranza dei casi sono i clienti a muoversi, poich il tempo degli specialisti pi prezioso del loro. La teoria delle localit centrali si riallaccia a questo caso generale: essa pone il problema di dove debbano collocarsi i fornitori di servizi per meglio servire una popolazione dispersa. Allonorario che il cliente ha pagato si aggiunge ci che egli ha speso in trasporto. Con laumentare della spesa diminuisce la quantit del servizio richiesto fino al limite in cui la domanda si annulla. Per garantire che lintera pianura venga debitamente servita, opportuno che in centri risultino abbastanza vicini perch non vi sia alcun punto oltre la portata limite del servizio a partire da un centro. Le specialit rare, per prosperare, devono disporre di una clientela numerosa e non possono di conseguenza essere presenti in tutti i luoghi centrali elementari. Esse si collocano in alcuni di essi e definiscono cos delle reti di esagoni di dimensioni pi vaste. I MODELLI DI EQUILIBRIO TERRITORIALE E DI POLARIZZAZIONE: i modelli di localizzazione presentati aiutano a comprendere come le attivit siano legate nella loro sistemazione spaziale. Ricardo ha elaborato la teoria del vantaggio. Si prendano due territori molti diversi: il primo, piccolo; il secondo meno popolato. Nel paese A il fattore lavoro abbondante, mentre manca il fattore terra; in B accade il contrario. Prima che si instaurino gli scambi, ogni tentativo deve produrre quanto necessario. Cominciano gli scambi: ci che pu
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essere esportato da A sono i tessuti la cui produzione richiede un largo impegno del fattore del lavoro. Il paese B offre grano. Cos facendo ciascun territorio arriva ad un livello di soddisfazione superiore a quello precedente linizio degli scambi. In A il fattore lavoro diventa relativamente meno abbondante poich i prodotti che esso permette di ottenere vengono esportati. In B il fattore terra che, relativamente, diminuisce. Si prendano ora due territori aventi dimensioni uguali, uguale popolazione ed uguali attitudini per la produzione. Si supponga anche che abbiano economie identiche, che fabbrichino lo stesso numero di prodotti in condizioni similari: non hanno alcun interesse a sviluppare gli scambi se non esistono economie di scala cosicch il loro sviluppo rimarr identico. I MODELLI DI GRAVITAZIONE E DI POTENZIALE: opportuno moltiplicare i contatti: ciascun individuo arricchisce in ragione della sua semplice presenza dellesistenza di coloro che possono frequentarlo. Questa attrazione tanto pi forte quanto pi grande il numero di individui presenti in un dato punto, tanto pi debole quanto maggiore la distanza che li separa. La forza di attrazione ha la seguente formula: A= MM + Db dove M la massa allorigine, M la massa allopposto, A lattrazione, D la distanza tra M e M, b un coefficiente. Il modello di gravitazione non tiene conto delle diversit delle attivit economiche: esso prende in considerazione unicamente gli individui o i gruppi ai quali conferisce il medesimo peso. Nellambito di uneconomia, utile farsi unidea del complesso di attrazioni accumulate in ciascun punto dal richiamo di tutti i luoghi abitati: ci permette di confrontare il vantaggio che offre la localizzazione in
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ciascun punto e di caratterizzare lorganizzazione dellinsieme dello spazio economico. Il potenziale in un punto X si ottiene effettuando la sommatoria delle forze esercitate da tutti gli altri punti. E inutile far figurare ogni volta il fattore M/D che si ripete; sufficiente calcolare i quozienti M/D dove D acquista successivamente i valori di D1, D2 che separano i punti 1, 2N di popolazione M1, M2 10. LA GEOGRAFIA DELLA POPOLAZIONE: la geografia della popolazione permette di sottolineare come i fattori ecologici ed i fattori tecnici interferiscano tra loro; essa in grado di spiegare lesistenza di regioni caratterizzate da determinati regimi demografici e da una determinata capacit di controllare lambiente. I REGIMI DEMOGRAFICI: si parlato dei limiti che la natura assegna normalmente alla durata della vita umana ed alla capacit di questa di riprodursi. Nelle situazioni reali di cui si occupa la geografia, mortalit e longevit sono sempre inferiori a questi dati: la vita minacciata dalle carenze determinate dalle lacune del regime alimentare, dalle aggressioni microbiche o chimiche. La durata della vita degli individui quindi ridotta. Nella maggior parte dei paesi sviluppati la longevit varia solo leggermente da un periodo allaltro. Quando le guerre portano epidemie e carestie, la situazione diventa critica. Una volta passata la crisi ed al termine del periodo necessario perch gli individui recuperino il proprio equilibrio biologico, la situazione migliora. Per un periodo a volte abbastanza protratto, la durata media della vita si allunga. La longevit limitata nella quasi totalit dei casi, da un tasso elevato di mortalit nei primi anni di vita. A partire dal 1850 grazie al miglioramento della legislazione sul lavoro e sugli alloggi,
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si assiste ad un aumento generale della durata media della vita, come pure al ridursi dello scarto esistente tra i vari strati della societ. I detentori dei redditi pi elevati non hanno necessariamente una speranza di vita tra le pi lunghe (dipende dal tipo di vita che conducono). A livello degli operai generici e della massa di manovali, la situazione peggiore. La diversa mortalit un tratto permanente delle societ, ma si manifesta in maniera ineguale secondo le situazioni ed i livelli di sviluppo. Per capire la forma particolare che assume la piramide delle et opportuno considerare in che modo il gruppo si riproduce. Si interroghino 1000 donne che raggiungono i 50 anni (momento in cui si chiude il periodo di fecondit) e si annoti quante di loro hanno avuto un figlio e quale et. Il quadro cos ricavato traccia la storia delle nascite nel gruppo considerato. Il comportamento nei confronti della vita varia secondo lambiente sociale e lagiatezza economica e cambia molto da una classe allaltra. Le tavole di mortalit e fecondit ci danno la storia delle generazioni. La forma della piramide det riproduce il gioco complesso delle leggi di mortalit e di fecondit. Pi elevato il tasso di fertilit, pi si allarga la base della piramide rispetto agli effettivi delle classi in et di procreare. Nei paesi dove la medicina primitiva e ligiene mediocre, la mortalit tra le classi giovani pesante il che contribuisce a ridurne gli effettivi. Quando la medicina efficace a tutti i livelli di et, la piramide si assottiglia pi in alto; mantiene una forma rettangolare se il numero delle nascite rimane stabile per un lungo periodo. Per arrivare ad una migliore comprensione degli eventi demografici, si calcola il tasso di riproduzione . Il tasso di riproduzione netta di una generazione femminile esprime il numero
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medio di figlie nate da una donna preso alla nascita in una data generazione. In assenza di variazioni delle tavole di mortalit e fecondit, una popolazione caratterizzata da un determinato tasso di riproduzione tende verso una struttura per et stabile. Da un secolo a questa parte si assiste ad una diminuzione rapida del tasso di mortalit e ad una evoluzione spesso parallela del tasso di fecondit. Labbassamento della natalit al livello in cui si assicura il succedersi delle generazioni non impedisce laumento continuo della popolazione e questo a un ritmo ancora rapido se il progresso igienico-sanitario recente. LA POPOLAZIONE ATTIVA: si insiste generalmente sul ruolo della arte attiva della popolazione s sul tipo di attivit alla quale questa si dedica. Per creare un sistema pensionistico necessario conoscere la struttura della popolazione impiegata in una dato settore e capire come questa evolver nel tempo. Nei paesi europei ci si resi cono durante questo periodo, degli svantaggi rappresentati da una popolazione anziana: lonere che ricade su ciascun adulto pesante. Lonere ugualmente pesante nei paesi dove la natalit tanto pi elevata che la met o pi della popolazione al di sotto dellet lavorativa. Quando in una nazione la natalit si appena abbassata, ma la popolazione non ancora invecchiata, la nazione stessa si trova nelle condizioni ideali per realizzare un rapido sviluppo. Colin Clark ha dimostrato che tre settori erano sufficienti. La struttura attuale della popolazione attiva mondiale rivela profondi contrasti. Su scala mondiale si possono distinguere numerose situazioni. La prima corrisponde ai paesi del Terzo Mondo: la maggior parte della popolazione impegnata nel settore primario. Il
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settore secondario conta pi artigiani che operai. Il settore terziario consiste in attivit domestiche. C una somiglianza tra questi e le nazioni europee verso la fine del XVIII secolo. Una seconda categoria di nazioni costituita dai paesi il cui sviluppo industriale gi avanzato, ma rimane tuttavia elevato il numero di effettivi impiegato nel settore primario. Era questo il caso dei paesi europei del XIX secolo e fino alla seconda guerra mondiale. Nelle nazioni europee della fine del XIX secolo, come negli Stati socialisti dellEuropa orientale allepoca attuale, la parte delle attivit terziarie cresce anchessa, ma per un lungo periodo lo ha fatto lentamente. I demografi notano che un numero notevole delle caratteristiche della popolazione variano in funzione della struttura per settore della popolazione attiva. Il livello di istruzione basso nei paesi sottosviluppati come lo era nelle societ tradizionali. Nel corso della prima fase dellindustrializzazione, lanalfabetismo diminuisce fino a scomparire, ma la maggior parte della popolazione presente in genere una scolarizzazione assai breve. Nelle societ primitive i movimenti migratori avvengono in massa. Quando le societ si industrializzano, le migrazioni si moltiplicano. LA TEORIA DELLA FASE DI TRANSIZIONE E LA SUA GENERALIZZAZIONE: allinizio degli anni 50 Fourastie dimostra che dal modello di Clark possibile trarre uninterpretazione generale dellevoluzione del mondo, a partire dalla fine del XVIII secolo. A questo scopo sufficiente ipotizzare che nelle economie tradizionali, le molteplici esigenze dellindividuo non potevano essere tutte soddisfatte per la mancanza di tecnologie efficaci: la societ viveva allora nel bisogno. In seguito le condizioni di lavoro, nel settore primario, sono
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migliorate. Loccupazione in questo settore continua a moltiplicasi per lungo tempo. Si creano nuovi bisogni. Arriva un momento in cui tuttavia il consumo non cresce altrettanto pi velocemente della produttivit. A questo punto i lavoratori slittano verso il settore terziario. La gente si preoccupa di pi della propria salute. I giovani frequentano la scuola: I progressi della produttivit sono tali che si approfitta dei crescenti vantaggi per aumentare il tempo libero (meno giorni lavorativi). La societ postindustriale caratterizzata da una bassa mortalit, le epidemie letali sono sotto controllo e le carestie sono state eliminate. Lo sviluppo delle comunicazioni elimino le carestie per compensazione geografica. Ligiene migliora e lalimentazione diventa pi variata. Nel corso della prima fase di transizione il tasso di natalit non segue lo stesso andamento di quello di mortalit: esso rimane costante, anzi aumenta quando le trasformazioni sociali fanno cadere gli ostacoli (et del matrimonio diminuisce). Ma al temine di un certo periodo la fecondit comincia a ridursi a seguito della diffusione dei metodi contraccettivi. Lattuale evoluzione del mondo sottosviluppato somiglia per molti aspetti a quella che i paesi europei hanno sperimentato nel corso del XIX secolo, ma le differenze sono marcate da dare alle curve dellevoluzione demografica un andamento diverso. La situazione drammatica in cui si trovano i paesi sottosviluppati data dalla disoccupazione dovuta al non assorbimento di personale nel settore secondario. Con il passaggio allindustrializzazione diventano sempre meno necessarie tante persone per coltivare la terra (si sviluppano i centri urbani). Le aggressioni di cui luomo rimane vittima non sono pi di origine epidemica; i problemi pi gravi trovano
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la loro origine nelluomo stesso, dal momento che lorganismo spesso vittima di aggressioni chimiche che facilmente si moltiplicano in un ambiente sempre meno naturale. LE MIGRAZIONI DI POPOLAZIONE: la difficolt di ogni studio sulla migrazione deriva dal fatto che arrivi e partenze sono determinate da cause tanto varie da essere suscettibili di forti mutazioni. Si pu supporre che ogni individuo sia, sin dal momento della nascita, un candidato al movimento. La mobilit dellindividuo varia con let ed massima in cui trova lavoro, lascia la famiglia e si sposa. Diminuisce con laccumularsi delle responsabilit per raggiungere un massimo al momento del pensionamento. La geografia delle migrazioni dipende sia dalle condizioni reali offerte ai lavoratori nelle diverse parti del paese o in paesi esteri, sia dallimmagine che essi se ne sono fatta. La mobilit delle popolazioni varia sensibilmente secondo il grado di sviluppo. 11. LE ORGANIZZAZIONI TERRITORIALI: diversi sono i modi in cui i gruppi umani si inseriscono nello spazio secondo la loro capacit di controllare lambiente ecologico e le tecniche di trasporto e di comunicazione che hanno saputo elaborare. Con la societ industriale e postindustriale , la concentrazione diventa regola. Con lavvento delle civilt agricole, lumanizzazione pi completa; la natura selvaggia relegata in settori marginali. Lorganizzazione territoriale che i gruppi umani si creano non ha dunque la stessa natura, poich questa varia secondo il livello tecnico dei gruppi stessi: ai paesaggi appena modificati delle civilt arcaiche si contrappongono le campagne ben curate dalle civilt intermedie e gli spazi urbani e rurali, per il riposo e per il tempo libero.
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LIMPRONTA DELLE SOCIET ARCAICHE SUL PAESAGGIO: le societ arcaiche vivono di caccia, di pesca, di raccolta e talvolta anche di agricoltura e di allevamento. A livello territoriale il ruolo dei gruppi arcaici pi importante dal momento che essi sono i soli ad abitare determinate zone al margine dellecumene. Ci che caratterizza i gruppi arcaici non soltanto la scarsa efficacia delle tecniche di cui si avvalgono per lo sfruttamento della natura, ma anche lassenza di mezzi di comunicazione a distanza, Questi gruppi non conoscono la scrittura e ci impedisce loro di avere una memoria collettiva fedele e di facile utilizzo e rende molto difficile la diffusione delle notizie. Le condizioni variano con le stagioni. Lacculturazione avviene per imitazione o per coabitazione, tanto che i gruppi mantengono nel tempo una cultura stabile. Si assiste al costituirsi di aree culturali contraddistinte da orientamenti tecnici simili. Se le tecniche materiali si ripartiscono per aree delimitate dalle caratteristiche ambientali, non lo stesso per gli aspetti culturali caratterizzanti la vita religiosa o lorganizzazione della vita sociale. A questo livello, la diversit sbalorditiva: ciascun gruppo evolve in maniera indipendente. Mentre i generi di vita si assomigliano da un angolo allaltro del continente, le usanze che regolano il matrimonio sono di una variet straordinaria. La diversit delle istituzioni presente grande interesse per il geografo. Egli pu vedere come i diversi tipi di rapporti sociali si traducano in configurazioni sociali e territoriali diverse. I gruppi sono raramente circoscritti da frontiere nette: sono isolati da zone desertiche o da barriere diverse. Nel paesaggio la diversit delle istituzioni sociali e culturali si distingue nellorganizzazione in dettagli molo diversi, mente lo scarso livello
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tecnico risalta dallimpronta quasi impercettibile che luomo imprime alla natura. Gli antenati dei Maori, in due o tre secoli, hanno appunto eliminato dalle due isole della Nuova Zelanda il moa. Le modifiche indirette del paesaggio sono quindi molto importanti mentre le parti volontariamente modificate e bonificate sono assai pi ridotte. Quando le tecniche della vita materiale migliorano, quando si apprende a sfruttare meglio la terra grazie alla coltivazione o allallevamento, le condizioni si modificano; si formano delle eccedenze grazie alle quali diventa possibile nutrire unlite. Alcuni caratteri delle societ arcaiche restano tuttavia visibili ancora negli ambienti rurali delle societ intermedie. LE REGIONI DELLE CIVILT INTERMEDIE: le civilt intermedie sono caratterizzate da un miglioramento delle tecniche di sfruttamento dellambiente e dalluso della scrittura che crea una memoria collettiva, facilita la presa di coscienza del proprio divenire storico e permette la comunicazione a distanza. Le nuove tecniche di utilizzazione del suolo permettono la formazione di densit relativamente elevate. Quando la popolazione aumento e il rapporto tra il numero degli individui e le risorse tende a deteriorarsi, si creano le condizioni maggiormente favorevoli allinnovazione. Si instaura una certa divisione del lavoro; nelle campagne si moltiplicano gli specialisti: gli artigiani fabbricano gli utensili, li riparano, ferrano gli animali. Partecipano anche ai lavori della terra; ci spiega come molte attivit di trasformazione si localizzino nelle campagne. In ambiente rurale i giovani vengono mobilitati per i lavori della terra e quindi la popolazione rimane analfabeta. Nelle citt molti imparano a leggere e a scrivere dal momento che le attivit urbane
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richiedono spesso la conoscenza della contabilit, lo scambio di corrispondenza, la tenuta di registri o liscrizione di atti. Ma da una citt allaltra circolano le notizie, gli ordini, le informazioni ed anche i beni di lusso. Il mondo intermedio quindi caratterizzato da una circolazione generalizzata che pi attiva su un piano culturale e politico di quando non lo sia su un piano economico. Le regioni rurali sono popolate di contadini, di paesani; nulla mostra meglio la resistenza del mondo rurale nei confronti della societ. Le idee continuano ad essere trasmesse localmente. Per esistono rapporti con il mondo esterno (attraverso i notabili). La Chiesa ha finito per cancellare dalle campagne dEuropa le ultime tracce del paganesimo. In molti casi la lingua delle citt diventata anche quella delle campagne. Su un piano intellettuale, il padroneggiamento della scrittura e gli spostamenti degli individui sono sufficienti a creare solidariet di grande respiro: a questo che si dedicano le elites urbane e la loro azione si riconosce nella formazione di grandi aree culturali, siano queste la Cina e lAsia orientale, lIndia e lAsia meridionale. Lorganizzazione dello spazio nelle societ intermedie comporta due serie di dimensioni disomogenee: da un lato unit politiche, culturali, sociali di estensione quasi continentale e dallaltro costruzioni di dimensioni medie modellate da individui legati non soltanto dai medesimi ideali, i medesimi valori, ma anche dallutilizzo delle stesse tecniche, della stessa gamma di forme e di strumenti. I paesi a civilt intermedia sono caratterizzati anzitutto dalla molteplicit delle combinazioni originali dei tratti che definiscono le loro campagne, segnate profondamente dai borghi e dalle citt che vi sono disseminate. Le caratteristiche dellorganizzazione dello spazio
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manifestatesi nei periodi intermedi sono notevolmente stabili a scala regionale. A livello elementare del paese, della regione, lumanit fortemente radicata e le costruzioni sopravvivono a lungo nello spirito dellindividuo anche dopo la sparizione delle condizioni tecniche che ne avevano determinato la comparsa. ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO E TRANSIZIONE VERSO LA SOCIET POSTINDUSTRIALE: laumento della produttivit presuppone mezzi di trasporto pi efficienti ed una maggiore trasparenza. Dalla fine del XIX secolo, poich i sistemi allora esistenti in Europa vi hanno lasciato tracce durevoli e quindi considerare la situazione dei paesi anglosassoni dellAmerica settentrionale o dellemisfero meridionale, poich la loro struttura territoriale prefigura indubbiamente quella dellEuropa di domani. I paesi del Terzo Mondo, che iniziano con ritardo la loro trasformazione, sperimentano evoluzioni territoriali originali dal momento che le innovazioni non vi si presentano con lo stesso ordine dellEuropa occidentale del secolo scorso o dellAmerica settentrionale allinizio del nostro secolo. In una prima fase la trasformazione caratterizzata da una diminuzione della frazione della popolazione attiva che lavora la terra. I nuovi posti di lavoro nellindustria si moltiplicano nelle regioni che dispongono dellenergia necessaria al funzionamento delle macchine. Talvolta si concentrano lungo i fiumi o dove si possono sfruttare le cascate. Per le lavorazioni che esigono un minor dispendio energetico, le citt si sviluppano una certa forza di attrazione poich rappresentano buoni mercati. Per quanto riguarda i prodotti sia agricoli sia industriali, laccorciamento delle distanza, determinato dalla rivoluzione dei
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trasporti, permette generalmente di toccare mercati molto vasti. I rapporti su grandi distanze sono altrettanti a livello economico che a livello politico o culturale. Il progresso scientifico facilita lapprendimento. Le unit di grandi dimensioni ricevono da questo accorciamento delle distanze una nuova importanza: la nazione, il grande spazio economico internazionale, fa da cornice agli scambi. Il livello di consumi cresce nelle regioni in cui la specializzazione si raffina, il che contribuisce ad accentuare maggiormente la gamma di servizi richiesti dalle campagne ed i nuovi posti di lavoro creati nel settore terziario gonfiano la popolazione dei centri urbani tradizionali. Il loro sviluppo varia secondo il tipo di servizio che forniscono: la gerarchia delle citt si precisa e lorganizzazione regionale delle nazioni si esprime in piramidi di citt e di aree di influenza che nascono dai nuovi caratteri delleconomia. Le condizioni tuttavia si modificano a causa dello sviluppo delle zone industriali dove si formano vastissimi agglomerati. Le regione della fine del XIX secolo coincidono spesso con quella della fine del XVIII secolo; poggiano su citt che erano centri locali in un mondo meno aperto, si ordinano in rapporto a metropoli il cui ruolo politico spesso decisivo. Nelle zone rurali, il paesaggio rimane impregnato di cultura popolare, ma a poco a poco la realt si modifica: le abilit manuali scompaiono, si perdonoRimane tuttavia un solco profondo tra le masse urbane e le masse rurali. La citt diventa il luogo dove si possono gustare nuove forme di libert, non c pi solidariet, ma unorganizzazione efficiente. Lorganizzazione territoriale delle societ postindustriali comincia a delinearsi nelle nazione ad economia avanzata. I suoi tratti sono pi facilmente osservabili nei paesi che
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mancano di tradizioni storiche, in quelli che si sono popolati e sviluppati dopo linizio della rivoluzione industriale. La parte della popolazione che rimane legata allo sfruttamento della terra si riduce talmente che il grosso della popolazione pu comprimersi nelle aree urbane. Dal momento che i costi dei trasporti delle derrate alimentari sono limitai, la localizzazione delle attivit industriali e dei servizi diventa indipendente da quella delle produzioni agricole. Le popolazioni si raggruppano in regioni ristrette. Si parla di crescita polarizzata. La maggior parte della popolazione attratta nelle aree metropolitane e si ripartisce tra un numero limitato di grandi agglomerati o di citt medie. Il divario tra regioni rurali spopolate ed agglomerazioni urbane dilatate al punto da costituire da sole delle piccole regioni non fa che accentuarsi dalla fine del XIX secolo. Indubbiamente lorganizzazione dello spazio determinata in funzione delle aree forti. Nei paesi nuovi la ruralit gi scomparsa in aree dove era esistita. La stampa e listruzione pubblica aveva gi fatto scomparire alcuni contrasti. Nel campo della formazione tecnica, i rurali non sono pi legati allambiente circostante. Il mestiere che praticano stato anchesso trasformato dal progresso scientifico. Il solo particolare che continua a dare alla vita rurale una colorazione sociale differente da quella della grande citt che la dimensione del gruppo minore, la qual cosa permette ai suoi membri di conoscersi meglio e di partecipare ad una comunit. I mezzi di comunicazione di massa delle informazioni e della conoscenze creano cos le condizioni per il manifestarsi di una notevole uniformit su amplissimi spazi: le campagne perdono la loro impronta, mentre da una regione urbana allaltra ritrovano gli stessi
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stiliCon laumentare del livello di vita, si riprende coscienza dellimportanza del tempo libero, della cultura, il che rischia di introdurre una grande variet nellorganizzazione dello spazio. Nei paesi del Terzo Mondo levoluzione delle configurazioni regionali si delinea lentamente. Linfluenza dei paesi sviluppati era spesso indiretta. Quando le innovazioni arrivano oggi nel Terzo Mondo il loro ordine diverso da quello secondo cui sono state messe a punto nel mondo industrializzato. Le conoscenze che penetrano pi rapidamente sono quelle di pi facile comunicazione, quelle trasmesse dai beni pi modesti oppure dai mezzi di comunicazione di massa e questo crea forti tensioni a livello dei consumi. Si sogna di usare prodotti nuovi molto prima di avere nuovi redditi. La mortalit diminuisce prima che si verifichi un cambiamento dei comportamenti nei confronti della vita: lesplosione demografica che ne deriva spettacolare. I paesi sottosviluppati non riescono cos a fornire lavoro alle masse giovanili, mentre la parte che rimane nelle campagne per il lavoro della terra gi di per s pletorica. La meccanizzazione dei lavori della terra comincia spessa da quelli che richiedono maggior lavoro; e cos gli ex disoccupati a tempo parziale si trasformano in disoccupati a tempo pieno. Le citt pi piccole non hanno attrattive per costoro; qui i mezzi di sussistenza sono altrettanto modesti di quelli delle campagne circostanti. La grande citt presenta il vantaggio di possedere un settore industrializzato ed una popolazione ad alto reddito. Allimprovviso lo sviluppo dei centri urbani rassomiglia pi a quello dei paesi tecnologicamente avanzati. La concentrazione avviene a diretto vantaggio di un piccolo numero di grandi metropoli. Sembra quindi che i paesi del Terzo Mondo stiano
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per prendere una scorciatoia sulla via dellorganizzazione dello spazio. La diversit delle forme di organizzazione dello spazio quindi strettamente legata al livello tecnico delle civilt: si passa dai paesaggi appena umanizzati dei mondi primitivi alle regioni armoniose delle societ intermedie, agli spazi specializzati delle societ industriali e postindustriali. 12. LA CAMPAGNA: la campagna rappresenta una forma di organizzazione dello spazio comune ai diversi livelli di civilt. Le campagne dei paesi industrializzati sono talvolta meno ben tenute di quelle di un tempo. Lanalisi della campagna assume dimensioni culturali quando riguarda le civilt intermedie. FONDAMENTI ECOLOGICI DELLA VITA RURALE: le campagne hanno la funzione primaria di servire da supporto ecologico alle popolazioni umane. In questo caso, al momento del week-end o durante la bella stagione, la campagna offre spazi per il riposo. La produttivit dellambiente dipende da numerosi fattori. Essa proporzionale allirradiamento solare della superficie il quale pu essere trasformato dai vegetali in energia chimica potenziale tramite lassimilazione della clorofilla. La produttivit dellambiente dipende dallazione dei fattori limitanti. La sintesi delle materie organiche presuppone che i diversi elementi che le compongono siano presenti in giusta misura nel terreno. La produttivit dipende dallabilit con cui si riesce ad eliminare la concorrenza, ad eliminare cio sia le specie vegetali che non sono utili, sia le specie animali. La fertilit della terra in larga misura una funzione dellattivit umana. Per assicurare la presenza dei principi minerali ed organici necessari alla crescita delle piante si cerca
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di arricchire il terreno (dry farming). Si ripuliscono i canali e la melma sparsa sul terreno lo rende particolarmente ricco. Altrove si associano agricoltura e allevamento, poich gli animali forniscono direttamente con le loro deiezioni prodotti organici preziosi. I lavori della terra richiedono energia. La fatica degli uomini alleviata dallimpiego di animali da tiro che tuttavia sono diretti concorrenti delluomo nel consumo dei raccolti. Il miglioramento della produttivit agricola stato costante da due secoli a questa parte a seguito della rivoluzione agricola de XVIII secolo ed in particolare a quelle che si sono susseguite a partire dal 1850. La campagna ha smesso di essere la base della produzione dellenergia necessaria alla vita umana. LA SOCIET RURALE: nelle civilt arcaiche la societ rurale forma un blocco allinterno del quale i ruoli non sono praticamente differenziati; essa possiede al massimo grado i caratteri della comunit nel senso di Toennies: i rapporti sono sempre personalizzati ed i ruoli totalmente chiusi. Diversa la situazione della societ rurale nelle civilt intermedie. La maggior parte della popolazione che vive in campagna partecipa ai lavori della terra, ma la diversificazione comincia a farsi strada. Una parte del tempo dedicata ad occupazioni che non sono di natura agricola. Gli artigiani rurali sono numerosi. Pi frequenti sono i casi intermedi: gli operai possiedono un fazzoletto di terra. Molte delle attivit che si classificano tra i servizi, vengono svolte dagli stessi contadini e questo vale per determinati ruoli religiosi, politici ed amministrativi; le collettivit rurali vivono spesso ripiegate su se stesse. La societ rurale dei paesi industrializzati ancora pi diversificata. Gli operai, i prestatori di servizi si sono moltiplicati e non difficile capirne
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la ragione; il livello di vita dei coltivatori aumentato e di conseguenza necessitano di specialisti che riparino le loro macchine. La campagna allora urbanizzata in profondit, non altro che una citt dispersa; in Francia si parla di aree di popolamento urbano ed industriale per designare quegli spazi che pur mantenendo laspetto di campagne, sono sociologicamente e funzionalmente assai simili a citt. La differenza risiede talvolta unicamente nellimportanza delle attivit miste. LECONOMIA DELLE REGIONI RURALI: nelle economie arcaiche, nelle economie intermedie, la regola lautarchia. La maggior parte della produzione destinata al consumo familiare. In questo contesto, scopo dei coltivatori di produrre tutto quanto necessario allesistenza. Leconomia autarchica che predomina nelle societ arcaiche o in quelle intermedie, porta ad una scarsa differenziazione della gamma delle colture. Quando la campagna deve fornire le sue eccedenze alle citt vicine, la ripartizione delle colture comincia a cambiare; che i prodotti vengano venduti dai coltivatori oppure siano prelevati dai proprietari delle terre risiedenti in citt, che li consumano o li scambiano, il risultato pi o meno lo stesso: inizia difatti a delinearsi una zonizzazione delle colture destinate alla vendita in funzione della distanza dal mercato di consumo. Laprirsi dello spazio economico in seguito alla rivoluzione dei trasporti moderni ancora una volta la ripartizione delle colture. Luso dei fertilizzanti fa sentir meno la differenza tra terre fertili e terre povere. La diminuzione del prezzo dei trasporti permette di organizzare determinate attivit. Leconomia delle regioni rurali cessa di dipendere totalmente dallagricoltura: i salari degli operai e gli stipendi degli impiegati, i redditi dei commercianti e dei
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prestatori di servizi sono spesso pi importanti. Nelle zone rurbane accade che il crescere del prezzo delle terre in seguito allaumento della domanda da parte dei cittadini, superi il reddito che si pu trarne. Si continua allora a coltivare soltanto grazie alle sovvenzioni, al fine di salvaguardare il valore estetico del paesaggio. E necessario un certo numero di ettari per giustificare limpiego di un lavoratore, di un tiro di animaliQuando si supera questa dimensione non si beneficia pi delle economie di scala poich ci si limita a giustapporre unit tra loro simili. La gestione dellazienda ha tuttavia tutto da guadagnare ad esser fatta su grande scala se i prodotti vengono commercializzati e venduti lontano. La suddivisione della funzione imprenditoriale molto frequente nel mondo tradizionale: si ritrova nel mondo feudale, nei sistemi con lavoro collettivo degli openfields. Il passaggio da un tipo di economia rurale ad un altro non sempre facile. Quando i prezzi dei prodotti diminuiscono, dovrebbe in teoria diminuire la superficie coltivata; ma il contrario che si verifica se il coltivatore non ha altra fonte di reddito; egli deve far fronte difatti ad obblighi esterni e per conservare la propria autonomia pronto a lavorare in condizioni poco favorevoli. LE STRUTTURE ED I PAESAGGI AGRARI: le campagne si trasformano profondamente quando si passa dalle civilt arcaiche alle civilt intermedie e poi alle civilt industriali. Gli aspetti del paesaggio sono stati ritenuti pi stabili di quanto non siano in realt. La stabilit relativa delle combinazioni dipende da numerose ragioni. Le riforme agrarie contemporanee hanno generalmente finalit multiple e ci spiega la variet di tipi di paesaggi creati. Si passa cos dagli immensi
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campi nudi dei paesi socialisti ad un mosaico di piccole propriet disperse, come nelle terre di bonifica italiane. I paesaggi rurali classici hanno finito per essere classificati in un numero ristretto di tipi. Il pi noto lopenfield dellEuropa settentrionale e centrale. Il fondamento del sistema al tempo stesso agronomico e sociale: si divide il terreno in due o tre parti che sono destinate a rotazione, a frumento dinverno e maggese in un caso; a frumento dinverno, cereali di primavera (marzo) e maggese dallaltro. Le stoppie ed il maggese servono da pascolo al bestiame. Nelle campagne mediterranee si ritrovano spesso sistemi analoghi a quelli descritti per lEuropa settentrionale e centrale; qua la rotazione per lo pi biennale e lalimentazione del bestiame si attua per la maggior parte dei casi sulle terre incolte. Normalmente si contrappone il sistema del bocage a quello della champagne; niente abitati raggruppati, ma case coloniche disperse che dispongono di terre suddivise attorno agli edifici e siepi che racchiudono i campi. Il Bocage ha progressivamente guadagnato terreno in tutta lEuropa occidentale a partire dal XV secolo; ha cos sostituito lopenfield. Dalla Galizia alla Norvegia, sulla costa atlantica delle isole britanniche vi sono state terre utilizzate ad infield (la zona coltivata in permanenza) e ad outfield. 13. LA CITT: la citt non si ritrova a tutti i livelli dellevoluzione dellumanit; essa assente nelle civilt arcaiche, ma assume gi un ruolo importante nelle societ storiche dove contribuisce a conferire coerenza ed unit ai grandi spazi, anche se presenta un numero limitato di abitanti. LA DEFINIZIONE DI CITT: ogni paese ha i suoi criteri per fissare i limiti di ci che citt e di ci che non lo e sono estremamente vari. La citt esiste nelle diverse culture. Al criterio numerico si aggiunge poi
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lo studio delle attivit degli abitanti. Si sente che vi qualcosa che accomuna la maggior parte degli agglomerati che hanno carattere urbano, ma non si arriva mai ad identificarlo se ci si limita a definire la citt secondo i suoi aspetti morfologici (la popolazione agglomerata), la sua massa o la natura delle sue occupazioni. Il suo tratto comune deriva dal fatto che soltanto una minima parte delle attivit presenti riguarda la produzione alimentare. Che cosa differenzia il cittadino dal contadino nelle civilt tradizionali? Una maggior attitudine alla comunicazione, alle transazioni pi diverse, una familiarit pi accentuata per tutte le forme di vita di relazione. LA FORMA DELLA CITT: dire che i cittadini tendono a massimizzare le proprie interazioni, non significa dire che vi dedichino tutto il proprio tempo. La citt comporta quindi spazi di relazione, spazi di riposo, di distensione e di divertimento. Per recarsi da casa al lavoro ed ai centri della vita sociale, sono necessari spazi di circolazione. Come disporre rispettivamente di spazi di relazione? Nel corso di una stessa giornata si incontra spesso, quando si fa vita veramente urbana, una gran numero di partner: se questi si trovano ai quattro angoli della citt gli spostamenti si moltiplicano e si perde tempo. Sia per lindividuo sia per la collettivit quindi opportuno e vantaggioso concentrare tutti i luoghi di incontro, tutti i negozi, tutti i locali per gli spettacoli in uno stesso quartiere. La disposizione pi soddisfacente anche la pi semplice: situando la vita di relazione al centro, si minimizza la somma degli spostamenti per linsieme della comunit, il che significa poi che a ciascun individuo offerto il massimo di opportunit in materia di interazione. Le cose cambiano qualora la
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saturazione delle strade si verifichi facilmente (si usa lautomobile). Lorganizzazione ottimale consiste nellallineare le funzioni centrali lungo le cinture autostradali; un po ovunque, nella periferia, si moltiplicano cos i centri direzionali e i centri commerciali. Il centrocitt, liberato dalle funzioni che lo soffocavano, ritrova parte delle sue attrattive: offre uno scenario ricco di storia. Laccessibilit al centro crea una forte competizione per lutilizzo del suolo: hanno la meglio le attivit pi suscettibili di derivare redditi elevati da una certa area. Se la citt unorganizzazione che permette di facilitare linterazione umana, comprensibile come abbia cessato di essere circoscritta in limiti ristretti a partire dallinizio del nostro secolo: i mezzi di trasporto ed i mass media offrono ormai alla popolazione delle regioni suburbane, delle regioni rurbane ed anche della popolazione delle campagna vere e proprie opportunit in qualche modo prossime a quelle dei cittadini; la differenza rimane sensibile unicamente per alcune forme di rapporti daffari. La citt moderna soffre meno della citt tradizionale di mancanza di spazio; essa si estende difatti maggiormente, lascia nel suo tessuto spazio ai parchi e alle zone di divertimento. IL METABOLISMO DELLE CITT: in materia alimentare la citt dipende da un supporto esterno. Le limitazioni determinate dalle difficolt di approvvigionamento sono state particolarmente sensibili. Oggi, nelle grandi citt, le cose stanno cambiando; ci si accorge che lapprovvigionamento dacqua diventa sempre pi difficile e costo, che linquinamento sta raggiungendo livelli pericolosi e provoca un ulteriore deterioramento degli impianti. Nelle citt tradizionali la citt dipendeva dalle regioni vicine. Il prezzo dei trasporti era cos elevato che era
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difficile far vivere pi di 10'000 persone. La citt subiva tutti gli inconvenienti del clima regionale e dato che ci che consumava rappresentava uneccedenza di produzione le fluttuazioni dei raccolti erano risentite pi pesantemente in ambiente urbano che nelle campagne. Lapprovvigionamento poneva problemi particolarmente difficili per i beni deperibili le verdure ed il latte e questo comportava carenze e deficienze che colpivano duramente i bambini. Nelle citt del mondo mediterraneo esistevano allevatori di bestiame che tenevano vacche da latte in piena citt per nutrire i bambini; gli animali diventavano spesso tubercolotici. La scarsit di spazio, lesigenza di assicurare una difesa efficace portavano alla concentrazione, riducevano gli spazi verdi. Molte case non ricevevano la luce del sole. Nei paesi troppo aridi dove non si poteva contare sulla pioggia, si sapeva gi canalizzare le acque e labitudine di convogliarle aveva ben presto portato a predisporre reti fognarie. La forte densit rendeva infine elevato il rischio di contagio. I vincoli ecologici che incombono sulle citt del nostro tempo sono di natura diversa. Lapprovvigionamento non pone problemi. Il dilatarsi delle citt consente di costruire abitazioni pi aerate. Il consumo dacqua aumentato. Le acque di scarico sono inquinate. Il consumo daria aumentato ancor di pi. Poich gli spazi verdi non sono in grado di garantire la rigenerazione dellossigeno a partire dallanidride carbonica prodotta, i gas tossici si accumulano. I vincoli ecologici appaiono cos pesanti che lambiente urbano perde molte delle sue attrattive. LA DIVERSIT DELLE CITT: la citt fatta per permettere linterazione, ma non ci indica di quale interazione si tratti. Le citt
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tradizionali hanno in effetti, come le citt contemporanee, ruoli pi positivi: assicurano lo svolgimento delle attivit amministrative riguardati le campagne, le dirigono, le controllano. Le citt trasformano e producono anche beni materiali: le citt medievali avevano il loro quartiere degli artigianiLe agglomerazioni urbane moderne ospitano laboratori ed officine che impiegano buona parte della popolazione attiva ivi residente. Lo scambio e la distribuzione rappresentano alcune delle funzioni pi tipicamente urbane. Una parte dellattivit dei cittadini rivolta alla soddisfazione dei bisogni dei loro concittadini: se ne parla come del settore domestico. Laltra destinata ad una clientela esterna e consente di pagare i prodotti acquistati: il settore fondamentale ovvero la base economica. Lattivit di base pi variabile: alcune citt hanno ridotto al minimo questo settore, perch traggono i loro redditi da prelevamenti e trasferimenti: il caso delle citt parassitarie del mondo tradizionale, delle citt per pensionati nel mondo contemporaneoLanimazione costante. Nei quartieri degli affari delle grandi citt moderne, la situazione diversa: non vi sono luoghi pubblici gradevoli ma grandi edifici. Tali citt non sono fatte per linterazione personale. Nelle citt dilatate del mondo moderno, le distanze sono tali che difficile recarsi al centro pi volte al giorno. LE RETI URBANE: le citt non vengono mai da sole. I rapporto che le citt stabiliscono tra di loro sono condizionati dalle possibilit di movimento delle persone, dalla situazione dei trasporti di beni, dalle possibilit di scambio delle informazioni, notizie e conoscenze. Le piccole citt regolarmente distribuite perdono la propria ragione di essere e decadono, se non vengono trasformate dallintegrazione in seno
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ad unarea metropolitana. Qual la disposizione delle citt che consente meglio lo svolgersi dellinterazione? 14. GENESI DELLE AREE CULTURALI. GLI ASPETTI TECNICI DELLE CIVILIZZAZIONI: lorganizzazione territoriale dipende dal livello di civilt. La storia e la geografia sono regolate dalla lenta diffusione delle tecniche. I METODI DI STUDIO DELLA DIFFUSIONE DELLE INNOVAZIONI: si sa esattamente come lhevea passata dalle foreste amazzoniche alle terre calde ed umide della penisola malese. Non si riusciti a conoscere la data dellarrivo del granoturco. Larcheologia un ottimo strumento. Il luogo in cui lartefatto in esame compare allo strato pi profondo il luogo in esso stato originato, mentre alla periferia della zona compare in strati che sono sempre pi recenti. Ma larcheologia non una guida sufficiente. Alcuni manufatti non si conservano nel tempo. La maggior parte delle piante coltivate sono state profondamente modificate dalluomo tanto che difficile sapere da quali specie selvatiche siano derivate. LORIGINE DELLE PIANTE COLTIVATE E DEGLI ANIMALI DOMESTICI: vasta la gamma delle piante che luomo coltiva, ma sempre inferiore a quella delle specie utilizzate dai nostri antenati. Quando le tecniche diventano pi sicure, luomo si concentra su un piccolo numero di specie particolarmente interessanti. Il frumento, lorzo vengono dalla Mezza Luna fertile del Medio Oriente, la segale dalle regioni fresche ed umide dellEuropa nordoccidentale. Per il riso indiscussa lorigine asiatica. Le leguminose comuni, i piselli, le fave, le lenticchie sono indubbiamente originarie del Medio Oriente e la stessa
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provenienza hanno alcuni alberi da frutto. La vite viene coltivata ai margini della Mesopotamia fin dalla pi remota antichit. Nel mondo tropicale umido, le granaglie trovano poco spazio. I raccolti essenziali, allinfuori delle regioni destinate in Asia alla risicoltura, sono rappresentati da radici e tuberi. Da ci nata lopinione che lagricoltura sarebbe originaria delle regioni calde. Queste argomentazioni ed i ritrovamenti archeologici depongono a favore del Medio Oriente come culla delle prime coltivazioni. Il Medio Oriente stato nello stesso tempo la culla delladdomesticamento della specie animale: qui si trovano allo stato selvaggio la pecora, la capraVerso il Sud, nella Nubia si trovano gli asini, mentre il dromedario viveva ai confini dei deserti meridionali ed il cammello nella Battriana pi continentale. In campo agricolo, vennero utilizzai strumenti rudimentali: il bastone per piantare i tuberi, la zappa per arare e rivoltare la terra. Anche lasino ha avuto un ruolo non indifferente nella formazione di tutti questi generi di vita. Pi tardi apparvero forme pi efficaci e mobili di nomadismo: il cavallo, il dromedario ed il cammello hanno dato vita al grande nomadismo. La domesticazione delle piante e degli animali, linvenzione di utensili e generi di vita che permettono di combinare i due eventi, si sono dunque verificate nellarea che dal Danubio allIndo. LAfrica appare invece al confine del mondo come il luogo dove la gamma delle tecniche delle piante e degli animali rimasta incompleta. Il grande nucleo americano di domesticazione delle piante sembra essere la regione dei bacini e delle pianure del Messico centrale e della vicina America centrale. Gli agricoltori dellAmerica precolombiana generalmente associano
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al

mais,

sugli

stessi

appezzamenti, fagioli e diverse specie di cucurbitacee. Le tecniche di lavoro degli agricoltori del Nuovo Mondo erano meno diversificate di quelle in uso nel Vecchio Continente. Laddomesticamento degli animali non aveva prodotto che il cane ed il porcellino dIndia. Nella Ande, il lama e lalpaca potevano servire come animali da soma, La specie pi utile era il tacchino il cui ruolo risultava fondamentale in regimi carenti di proteine. LA DIFFUSIONE DELLA METALLURGIA E DELLA VITA URBANA: il passaggio alle civilt intermedie presuppone al tempo stesso unagricoltura o/e un allevamento efficaci e tecniche di lavorazione che siano in grado di fornire utensili resistenti; tale passaggio si manifesta con la comparsa di comunit con elites che generalmente abitano in citt. Al di fuori delle regioni tropicali dove i metalli si alterano rapidamente, larcheologia permette di ricostruire in maniera precisa le fasi despansione della metallurgia. Le vie seguite dalla diffusione sono state in parte determinate dalla ricerca dei minerali. Inizialmente si usa il rame; legandolo allo stagno si trova il mezzo di disporre di un metallo pi duro. Al bronzo succede il ferro. Sono state ricostruite le tappe di queste successive diffusioni, ma linnovazione principale resta la prima: passando da un metallo allaltro non si fa che ritoccare i procedimenti gi sperimentati. Luso del ferro noto nel Medio Oriente verso la met del II millennio; quindi si diffonde lentamente verso Ovest. Verso Est la progressione pi vivace e nel corso del I millennio in Cina si sa gi come ottenere direttamente la ghisa, tecnica che sar conosciuta nellEuropa occidentale solo due millennio pi tardi, alla fine del Medio Evo. Larea di diffusione
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precoce delle tecniche della metallurgia coincide quindi con quella dove si sono diffuse le tecniche agricole basate sulluso dellaratro e dove la ruota divenuta di uso corrente. In Medio Oriente la vita urbana compare precocemente. La citt cinese ha gi un aspetto originale e lo conserva per tutto il periodo feudale. Gli scavi archeologici dimostrano che presso i popoli germanici del Nord presso gli Scandinavi e gli Slavi si costituirono e si moltiplicarono habitat raggruppati, cinti di palizzate di legno (Hedeby e Birka). Verso il Sud la diffusione delle forme urbane si verificata con ben maggior difficolt. Fa eccezione una sola zone, la Costa del Benin dove esistono citt da almeno un millennio. Alla fine del XV secolo tutti i paesi del Vecchio Mondo ad eccezione di quelli dellAfrica nera conoscono forme di vita urbana. Dal Messico centrale alla Bolivia gli Spagnoli trovano delle citt. Alcune sono gi morte al momento del loro arrivo (maya). Quelle civilt che erano riuscite a raggiungere il livello delle citt intermedie a seguito di uno sviluppo autonomo come nel caso delle regioni andine e mesoamericane disponevano tuttavia di una gamma di tecniche meno completa di quella dei popoli europei ed asiatici. Si spiega limpatto delle esplorazioni europee sugli spazi periferici. 15. LEUROPEIZZAZIONE MONDO LE GRANDI VIE DI CIRCOLAZIONE ED IL PROCESSO DI UNIFORMAZIONE DELLE CIVILT: fino al XVI secolo la diffusione delle innovazione era avvenuta prevalentemente per via continentale e non attraverso i mari e gli oceani. Vi erano coste dove la navigazione era attiva, navi ben costruite ed atte ad affrontare le
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LINDUSTRIALIZZAZIONE

DEL

condizioni atmosferiche pi difficili. Si erano formati altri nuclei di vita marittima: in Occidente se ne contavano due, il nucleo mediterraneo e quello dellEuropa del Nord, attorno al Mar del Baltico, al Mar del Nord ed alla Manica. Le coste del Golfo Persico e della penisola arabica ospitavano anchesse delle civilt marittime che iniziarono presto ad assicurare i contatti con le cose dellAfrica e dellIndia, sfruttando i monsoni. Bisogna spingersi pi ad Est per trovare una zona in cui larte del navigare comparsa molto precocemente. Di qui sono partite le migrazioni che hanno popolato gli arcipelaghi dellOceania fino alle isole Hawaii, a Tahiti. Nel Nuovo Mondo le civilt marittime hanno avuto un ruolo molto pi modesto; anche nella zona caraibica esse non hanno mai raggiunto un livello troppo elevato di sviluppo, pur assicurandosi i rapporti tra nuclei meso-americani ed andini lungo le coste del Pacifico. LImpero Romano mantenne rapporti con la Cina degli Han lungo la via della seta. Le relazioni con lIndia avvenivano sia per mare che per terra. Nel corso del Medio Evo le aree di navigazione si allargarono. In Europa i Vichinghi passano instancabilmente dal Mare del Nord al Mediterraneo ed attraverso gli arcipelaghi artici giungono fino alle coste del Nuovo Mondo. NellOceano Indiano i navigatori arabi si spingono al di l dellIndia fino agli arcipelaghi dellIndonesia. In Europa la costruzione navale concepisce scafi pi solidi. Lintroduzione della bussola, i progressi della cartografia rendono i capitani pi sicuri: a partire dal XIII secolo essi circumnavigano lEuropa occidentale per annodare rapporti tra le Fiandre e lItalia del Nord. ai progressi della navigazione europea che si deve la rottura

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dellisolamento delle terre tropicali ed il ravvicinamento di aree di civilt avanzata. LE GRANDI SCOPERTE, IL MERCANTILISMO E GLI EFFETTI DELLA PRIMA EUROPEIZZAZIONE DEL MONDO: le tecniche navali vengono messe a punto alla fine del XV secolo: basteranno trentanni per aprire alla navigazione europea tutti gli oceani. I pazienti tentativi dei Portoghesi nel corso del XV secolo avevano insegnato la meccanica dei venti e delle correnti nellAtlantico settentrionale. La navigazione verso lemisfero meridionale avviene secondo principi analoghi: per abbreviare la traversata delle zone equatoriali di bonaccia e sfruttare prima gli alisei dellemisfero settentrionale e quindi i grandi venti occidentali delle latitudini temperate dellemisfero meridionale non si esita ad andare a cercare la via del Campo. Nel Pacifico dopo il viaggio di Magellano si impara a sfruttare i venti orientali della zona tropicale. Le terre che la navigazione collega sono molto lontane. Quelle del mondo temperato freddo vengono trascurate. La navigazione porta a minor prezzo in Europa i prodotti forniti dagli artigiani di lusso dellIndia e della Cina. In direzione dellAfrica le prospettive commerciali sono meno allettanti. La gamma dei prodotti agricoli offerta dalle terre africane limitata e povera delle spezie tanto gradite ai palati europei. I paesi tropicali del Nuovo Mondo coltivano invece piante che gli Europei imparano presto ad apprezzare: cacao e tabacco. Il Nuovo Mondo ha anche spazi vuoti sottopopolati o spopolati dove sviluppare lallevamento estensivo. La valorizzazione dei paesi esotici acquista un vero interesse. LAmerica fornisce metalli preziosi indispensabili agli Europei per saldare i loro conti con lAsia. Il
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vantaggio e la debolezza dellAmerica risultano da un popolamento disperso accentuato inoltre dalla mortalit determinata dalla conquista. Questultima brutale. LAfrica trova allora il suo posto nel sistema mondiale fornendo manodopera abituata a vivere in condizioni difficili. La tratta degli schivi neri comincia ad essere praticata dagli inizi del XVI secolo e si sviluppa enormemente nel XVII secolo quando gli Inglesi, Francesi ed Olandesi sbarcano nellAmerica del Sud. I paesi dellEstremo Oriente sfuggono al dominio diretto: ci si accontenta di porti. In Africa la politica degli Europei segue lo stesso schema: vi istituiscono avamposti commerciali. Occorre attendere la met del XVIII secolo per vedere Francesi ed Inglesi approfittare del declino mongolo per disgregare e penetrare la massa indiana. Le trasformazioni economiche indotte dal commercio sono inizialmente favorevoli ai paesi asiatici. In Africa la presenza europea pi limitata rispetto allAsia, ma i suoi effetti sono negativi: la tratta ha indebolito numerosi regioni; essa stata un fattore di spopolamento. In America la mappa del popolamento, la geografia e le tecniche risultato sconvolto. Limportanza della prima europeizzazione del mondo non tuttavia unicamente valutabile attraverso gli effetti economici o gli sconvolgimenti demografici. Facendo passare le piante domesticate da un continente allaltro i marinai determinano una trasformazione profonda dei sistemi agricoli del mondo tropicale. Neanche lEuropa occidentale sfugge a questo tipo di mutazione: es. mais, fagiolo, pomodoroLallevamento porta i coloni a prendere possesso di aree fino ad allora scarsamente popolate. Cereali e bovini consentono lo sfruttamento delle zone a clima secco e temperato. Gli agenti di questa
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trasformazione appartengono ad un piccolo numero di paesi: Spagna, Portogallo, Olanda, Gran Bretagna, Francia. Le lingue franche che si formano nei porti dellOriente fanno entrare nel vocabolario dei popoli dellAsia idee e termini europei. Leffetto di questa apertura sarebbe stato limitato se la rivoluzione industriale non avesse consentito allEuropa di prolungarne lazione. Nel corso del XIX secolo, la seconda ondata di europeizzazione la traduzione in termini geografici delle modifiche tecniche che si stavano verificando in Europa. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA SECONDA EUROPEIZZAZIONE DEL MONDO: fino al XVIII secolo, il progresso tecnico dellEuropa stato modesto, In molti campi i paesi asiatici utilizzavano procedimenti pi elaborati. La superiorit era netta per quanto riguardava trasporti e navigazione. La nuova concezione dello stato proposta dal Rinascimento portava i paesi dellEuropa a darsi sistemi amministrativi efficaci. Le condizioni erano tali da stimolare una produzione di massa. La mentalit protestante favorisce la crescita in quando vede nel successo terreno un segno della grazia divina. Le circostanze erano quindi propizie alle mutazioni tecniche. Se ne conoscono le tappe; nellInghilterra del XVIII secolo si impara a meccanizzare le operazioni di filatura e tessitura, poi ad utilizzare una nuova fonte di energia, il carbone, grazie allintroduzione della macchina a vapore. In Inghilterra si moltiplicano le aree che lavorano i tessuti. La nuova industria si sviluppa in maniera costante; essa produce a costi cos bassi che risulta facile eliminare dal mercato le merci tradizionali. Il gioco della concorrenza d ai manifatturieri un vantaggio decisivo. SI rompe con il mercantilismo. Leuropeizzazione del mondo
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assume un nuovo significato. Le parti sono ormai ineguali e la superiorit tecnica dellEuropa le consente di rovinare le produzioni artigianali del mondo esterno. La prima fase della grande transizione si basa dunque su una rapida accentuazione delle disparit del livello di sviluppo: le nazioni presviluppate dellEstremo Oriente vedono deteriorarsi la propria posizione mentre migliora quella dellEuropa nordoccidentale e della costa atlantica degli Stati Uniti. Fortunatamente per lInghilterra la creazione di industrie concorrenti crea anche nuoci mercati: inizia cos a vendere le macchine a vapore e le macchine tessili; e costruisce anche le prime linee ferroviarie in tutto il mondo. In Germani e negli USA la politica del libero scambio non ha mai incontrato successo. Lindustria gode di una notevole protezione, La ridistribuzione dei redditi tra operai ed impiegati allarga progressivamente il mercato interno e quindi lespansione cessa di dipendere unicamente dalla conquista di nuovi sbocchi esterni. C una seconda rivoluzione industriale per gli studiosi che sottolineano la diversificazione delle fonti di energia, lutilizzazione delle cascate per la produzione di energia elettrica. Essi osservano come le lavorazioni chimiche siano diversificate e come abbia inizio la messa a punto di prodotti di sintesi che consentono leliminazione dei prodotti naturali. La seconda rivoluzione industriale non implicher pi quindi la ricerca di sbocchi necessariamente. Nel giro di qualche decennio lEuropa si assicura il controllo della quasi totalit del globo. Con loccupazione dellAustralia da parte dellInghilterra, la conquista della Nuova Zelanda, la conquista dellOvest americano e canadese, la penetrazione dellAfrica del Sud tutto il mondo temperato viene penetrato. Nel
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mondo tropicale ci che si cerca di fare di accaparrarsi il mercato potenziale delle popolazioni: si vuole acquistare zucchero, caffLe nazioni europee si lanciano con una sorta di frenesia alla conquista del mondo tropicale. In Asia lInghilterra ha ormai da tempo consolidato la presa di potere sul territorio indiano. LOlanda porta a termine il possesso dellIndonesia. La penisola indocinese viene conquistata dai francesi e dagli Inglesi. La massa cinese e la determinazione giapponese tale che nessuno cerca di conquistare i due paesi. Il Giappone praticamente costretto ad aprire i suoi porti al commercio occidentale. I Russi conquistano la provincia marittima e rafforzano la propria influenza sulla Manciuria; i Giapponesi si impadroniscono di Formosa. Al congresso di Berlino i diplomatici disegnano una nuova carta politica dellAfrica. La seconda europeizzazione del mondo ha avuto meno successo della prima, ma le trasformazioni sono profonde: finisce lartigianatoI paesi del Terzo Mondo sono stati stravolti dai loro rapporti con lEuropa: le antiche strutture sociali si sono indebolite, c unelevata natalit e cala la mortalit 16. LA RIPARTIZIONE E LEVOLUZIONE DELLE AREE CULTURALI: non tutte le societ hanno raggiunto lo stesso livello di sviluppo. I paesi del Medio Oriente vennero sconvolti dallavvento dellIslam. Le tecniche materiali si diffondono e si sostituiscono le une alle altre. I sistemi di valori si aprono e si chiudono a nuove categorie, le assorbono o le rifiutano. IL MOSAICO DI AREE CULTURALI DEL MONDO TROPICALE: LAfrica sub-sahariana, lOceania, le regioni pi impervie dellAsia sudorientale, gli spazi non europeizzati dellAmerica
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latina, del Messico, dellAmerica centrale, della Bolivia presentano mosaici di aree culturali fortemente differenziate. Ci sono alcuni punti in comune. In Africa le civilt nere presentano alcuni aspetti generalizzati. La gamma delle produzioni agricole che esse praticano abbastanza uniforme: nelle savane si trovano le stesse qualit di sorgo e miglio, lallevamento importante ma spesso praticato da etnie specializzate. Nella foreste i tuberi e le radici sostituiscono i cereali. Sul piano delle istituzioni sociali limportanza diffusa dellorganizzazione tribale nella vita dei gruppi, quella della famiglia suggeriscono scambi culturali reciproci nel corso di un lontano passato; diverse forme di animismo, i miti, i riti di passaggio e di iniziazioneEsistono forti contrasti. Le societ indigene si situano a diversi livelli: i gruppi paleonegritici praticano unagricoltura sapiente; ad essa associano lallevamento che assicura la ricostituzione della fertilit del terreno e consente la coltivazione ininterrotta dei campi: tali gruppi sono incapaci di creare Stati strutturati. LAfrica orientale e le regioni nilotiche sono state sommerse da civilt pastorali che sono invece meno numerose in Africa occidentale. LOceania offre un nuovo esempio di costellazione di civilt imparentate. LOceania sfruttava lo stesso stock di piante; la variet delle specie coltivate era sorprendente, spesso pi di cento. Una delle risorse alimentari importanti fornita da un albero che cresce spontaneo, lalbero del pane. Lalimentazione fa largo impiego di radici e tuberi (patata..). Nelle zone costiere cresce ovunque la palma da cocco ed esistono numerose variet indigene di banani. Lallevamento di limita ai suini. Il Sud est asiatico presenta caratteri originali: le sue piante deltaiche presentano civilt prestigiose. Gli altipiani e le
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montagne sono occupati da gruppi pi arretrati, meno numerosi; linsieme forma un mosaico straordinario di popoli e di lingue. Tutti presentano qualche tratto comune: dipendono dalla coltivazione del riso di montagna, sfruttano ambiente mediocri attraverso la pratica del debbio. In America latina vivono piccoli gruppi che devono la loro sopravvivenza allassociazione mais-fagiolo-cucurbitacee. In alcune zone ruolo alimentare riveste la manioca; sulle montagne invece la patata. La loro originalit sta nel fatto che praticano unagricoltura primitiva con la zappa ed il bastone, che ignorano luso della ruota, che non concepiscono generalmente lallevamento come attivit capace di soddisfare tutti i fabbisogni alimentari. La scarsit dei mezzi di trasporto e lassenza della scrittura facilitano la polverizzazione a livello linguistico. LE GRANDI CIVILT DELLASIA ORIENTALE E DELLASIA MERIDIONALE: la cultura cinese si forma nel III e nel II millennio nella Cina settentrionale. Fin dallet del bronzo il cereale di base il miglio, il potere nelle mani di principi che abitano in citt-palazzo le cui rovine hanno permesso di conoscere la vita arcaica. Al suo stadio pi primitivo, il sistema associava agricoltura ed allevamento. Lagricoltura cinese utilizza da tempi remoti gli animali domestici. Tuttavia il loro impiego si visto ben presto ridotto per mancanza di foraggio. Da allora la civilt cinese sempre vissuta in un clima di tensione tra questi due modi di vita che ben presto si erano dissociati: ci volle la Grande Muraglia per contenere i cavalieri nomadi, ma i risultati non furono eccellenti. Non appena il potere politica si indeboliva si presentavano nuovi invasori. Vita agricola e vita urbana si perfezionano e si
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diversificano con la progressiva penetrazione degli Han nel Sud. La gamma degli alberi e delle specie si arricchisce di gelso, del cotone, della canna da zucchero, dellalbero del t. Le tecniche del mondo agricolo si sono evolute: uso del concime umano. Le forme tradizionali del culto degli antenati si sono adattate di volta in volta a diverse religioni. Limportanza del buddismo non mai stata tale da far scomparire il taoismo ed il confucianesimo. La coesione politica e culturale del mondo cinese notevole. Lo Stato concepito come realt superiore. La civilt cinese non stata un civilt conquistatrice. Lunica penetrazione militare stata verso Ovest, ma i risultati non sono stati spettacolari. Il mondo indiano caratterizzato da una minore unit. Le antiche civilt della valle dellIndo con le loro citt non ebbero posterit. Nel quadro di un mondo tropicale nuovo, la civilt di questi pastori guerrieri si trasforma. Si accentua la classica divisione presente in tutte le societ derivanti dal ceppo indoeuropeo e si delinea progressivamente il sistema delle caste. Lallevamento continua ad avere un ruolo essenziale. Il bestiame viene utilizzato in larga misura per il lavoro dei campi. Si passa dalla cerealicoltura di miglio o di frumento alla risicoltura. A partire dal primo millennio avanti Cristo, lIndia stata innumerevoli volte invasa da Nord-Ovest dove le montagne sono pi facili da valicare e gli invasori lhanno profondamente segnata. La meditazione buddista sconvolger tutta lIndia tra il V secolo prima di Cristo ed il V secolo dellera cristiana. Poi le credenze tradizionali riprendono il sopravvento. Le invasioni musulmane interrompono questa espansione e creano nella massa indiana delle fratture insuperabili. La nuova conquista fu

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realmente presa unicamente nelle regioni nordoccidentali, nel bacino dellIndo LEVOLUZIONE DELLE AREE CULTURALI INCENTRATE SUL MEDIO ORIENTE: attorno al Medio Oriente si creata una serie di aree culturali la cui evoluzione molto pi complessa di quelle si qui esaminate. I tratti ecologici fondamentali: il Medio Oriente allorigine associa allevamento ed agricoltura in generi di vita misti. Ai piccoli nomadi si uniscono gradualmente i grandi nomadi che in seguito estendono il loro dominio fino alle regioni sahariane. A Nord, le popolazioni indoeuropee del II millennio possiedono gi nel cavallo un animale in grado di conferire grandi mobilit. Le forme del nomadismo adattate agli ambienti al tempo stesso aridi e freddi dellAsia Centrale di perfezionano probabilmente nello stesso periodo. Nelle regioni mediterranee la cerealicoltura a base di frumento e dorzo. La siccit delle estati limita limportanza dellallevamento e la ricostruzione della fertilit dei terreni spesso imperfetta. Si pratica una rotazione biennale. Il bestiame vive sui pascoli, silva e saltus. Larboricoltura costituisce unassicurazione di regolarit. Nelle montagne dellEuropa centrale la vita pastorale esiste fin dal Neolitico (es. Valcamonica) e permette una graduale conquista delle alte vallate che si perfeziona nelle Alpi durante il Medio Evo con i movimenti dei Walser. NellEuropa atlantica il ruolo dellagricoltura meno importante. La diffusione dellagricoltura si completa per il bacino del Mediterraneo allinizio dellepoca romana. Le civilt a base agricola e sovrastruttura urbana hanno dominato la storia dellAntichit. Vi si scorge lo stesso tema: formazione di culture che si sentono antitetiche e si contrappongono prima di fondersi in
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determinati periodi. La prima dicotomia si delinea nel II millennio tra i popoli civilizzati della Mesopotamia e dellEgitto e gli invasori indoeuropei venuti dal Nord, Ittiti ed Ixos. La conquista macedone sopprime la contrapposizione e le civilt ellenistiche fondono in un sincretismo fecondo le due culture: da allora i popoli dellOccidente si rifanno ad una tradizione dalla duplice origine. LImpero di Alessandro si smembra. I Romani sono in Oriente gli eredi delle dinastie elleniche. Anche le regioni danubiano vengono inglobate. Affiorano comunque le difficolt: la coesione economica dellinsieme viene minata da squilibri monetari, contrapposizione etniche scissione dellImpero tra Costantinopoli e Roma (coesione nel Cristianesimo). Lo scisma del X secolo tra Chiesa dOriente e Roma testimone di una incomprensione che ne viene rafforzata. Con lIslam le cose cambiano: Bisanzio e lOccidente medioevale restano fedeli a questo tipo di civilt legato alla terra. I Turchi dilagheranno progressivamente nellAsia centrale e in Persia. Nel corso del loro soggiorno in questultima regione acquisiscono un complesso di tratti culturali. Le aree toccate dallIslam si estendono fino ai confini del mondo cinese e dominano tutta lAsia centrale, verso lIndia. LOccidente cristiano non ha subito le stesso mutazione dellOriente. La novit pi significativa costituita dalla graduale conversione dellEuropa del Nord al cristianesimo e dal fiorire di unarea di prosperit e di sviluppo lungo le rive del Baltico, in Inghilterra e nella Francia del Nord. Nel XVIII secolo i paesi del Nord diventano la grande culla della nuova civilt quattro secoli una civilt
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rivoluzione industriale. tecniche, piante,

LAmerica iberica deve la sua unit al sincretismo che vi ha creato in originale:

religioneNellAmerica del Nord e pi tardi in Australia e in Nuova Zelanda ed in Sud Africa si sono imposti i tratti dellEuropa del Nord; la Francia ha durevolmente plasmato soltanto il Quebec. SIGNIFICATO ATTUALE DELLE DIVISIONI CULTURALI: le nazioni del Terzo Mondo si ingegnano ad imitare i modelli di consumo di quelle pi sviluppate. Si assiste ad una rivalutazione degli aspetti intellettuali della cultura il che si traduce in sussulti nazionalistici, in esplosioni di regionalismo, nella preoccupazione di salvaguardare il patrimonio artistico o il paesaggio per quando ha di pi notevole. Le nuove forme di differenziazione culturale segano sempre pi profondamente la geografia politica del nostro mondo.

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APPUNTI DA GEOGRAFIA REGIONALE DI R. Mainardi REGIONE E ANALISI REGIONALE, TEORIE, MODELLI E METODI DI RICERCA Ci sono due dimensioni nella geografia definite da Varenius nel 1650, una sistematica e una regionale. La ricerca geografia implica unalternanza tra metodo di analisi per argomenti (geografia regionale) e un metodo di analisi per spazi (geografia regionale) Determinista: spazio luomo produce assetti regionali diversi. identificabile mediante discriminanti La regione pu essere definita in diversi modi a seconda delle diverse teorie: geomorfologiche e climatico-vegetazionali
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Storicista: tratto di territorio plasmato da un determinato genere di vita, che si esprime attraverso un paesaggio e un insieme di paesaggi Funzionalista: area dominata da un centro di polarizzazione. funzionale lo spazio provvisto di efficace coesione tra elementi fisici ed elementi umani, mentre marginale lo spazio dotato di debole organizzazione. Uno spazio funzionale caratterizzato da una rete urbana gerarchizzata. Teoria sistemica: sistema spaziale aperto: un insieme di elementi umani e fisici, interconnessi e mossi da uno stesso processo. La regionalizzazione linsieme dei processi da cui orientata lorditura regionale dello spazio. Nella geografia classica la regionalizzazione il riconoscimento della divisione del territorio in regioni. Per la geografia funzionalista e sistemica la regionalizzazione linsieme dei processi da cui modellata la maglia regionale di un vasto spazio. In geografia applicata lazione tendente ad attribuire al territorio sottoposto ad un dato centro di decisioni un assetto regionale ottimale. Il pensiero funzionalista e sistemico introduce la regionalizzazione come dimensione centrale della ricerca. Il problema regionale sentito sempre pi intensamente. NellEncyclopedie la regione definita come componente territoriale dello Stato, individuata in base a fattori politici o a criteri vagamente etnici. Nel 1752 Bauche si era posto il problema della scelta delle divisioni che conviene adottare nello studio della terra. I geografi del XVII e XVIII secolo utilizzavano le divisioni politiche e amministrative e non tenevano distinte la geografia dalla storia. Per Bauche va attribuita maggiore importanza ai fatti di ordine fisico. Ma la proposta non viene accolta. Dal 1560 al 1750 u collegi dei gesuiti sono la componente pi efficace del sistema educativo europeo. Nel curriculum trovano spazio storia e geografia. La letteratura dei resoconti di viaggio e le
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relazioni dei missionari gesuiti /Cina, Giappone, India) dilatano le conoscenze dallo spazio europeo allintero pianeta. Nel 1650 Varenius aveva pubblicato il primo manuale moderno di geografia generale (teoria dei climi il punto debole). Tra il 1750 producono un paradigma a il 1830 le nascenti scienze della terra efficace: il concetto di regione naturale.

Dallincontro con il positivismo nasce il determinismo ambientale. Dal 1750 al 1890 il sistema sociale stato subordinato al sistema naturale. Lattenzione era rivolta al mondo naturale. Nella prima met dellOttocento la geografia si identifica con alcune personalit isolate (Humboldt, Ritter). Humboldt rientra nella tradizione razionalista del XVIII secolo. Il suo contributo prezioso per ci che concerne la metodologia della presentazione dei risultati, limpiego sistematico di illustrazioni e di carte costruite per isolinee, Cosmos un capolavoro della prosa scientifica tedesca. Ritter fu il primo professore di geografia in una universit. La geografia dei primi decenni dellOttocento si interessa alluomo ma non ancora scienza umana. Sono spesso statistici, economisti, etnografi a fare geografia. La geografia umana si sviluppata tra il 1870 e il 1910 con rapporti molto stretti con la geografia fisica. Negli ultimi anni del secolo scorso e nei primi del nostro secolo, un grosso sforzo stato fatto per fondare lunit della disciplina. Ma lo sforzo si indebolito quando ci si resi conto della fragilit dei primi tentativi di sintesi. Dal 1900 al 1960 la geografia umana si svilupper senza quadro generali soddisfacenti. Il positivismo ottocentesco sostiene che non vi evento del presente che non sia determinato, in base a relazioni causa-effetto, da eventi del passato. La dottrina implicitamente nega la libert dellagire umano. Da qui la priorit accordata alla regione naturale, elemento costitutivo oggettivo e permanente
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della superficie terrestre. Esiste un terreno comune fra geografia fisica e geografia umana: il rapporto uomo-ambiente. Vidal de la Blache fu il primo a tenere un insegnamento di geografia in una universit francese. Utilizz sistematicamente ci che la mineralogia e la geologia fornivano. La nozione di geografia era ancora mal definita. Vidal utilizz la geologia, la botanica. Moltiplic le escursioni. Percorreva la Francia con la carta geologica e la sua formazione di storico gli permetteva di intendere gli intimi rapporti che esistono tra ambiente fisico e storia dei paesaggi agrari, forme dellinsediamento rurale. Il suo metodo geografico nacque da questa scoperta. Il grande storico Febvre aveva imparato la geografia come allievo da Vidal. La societ pesa sulluomo. I rapporti tra comportamento umano e ambiente non vengono pi spiegati in termini di causalit unidirezionali che procede dal fisico allumano. Lorganizzazione del territorio il prodotto della scelta tra possibilit alternative offerte dallambiente. Morfologia, clima, struttura dei suoli, vegetazione naturale costituiscono il substrato dellorganizzazione umana del territorio. Il comportamento umano tende alla stabilit prima della rivoluzione industriale. Dallincontro tra fattori ambientali e azione umana derivano le forme di organizzazione del territorio cui si esprimono i generi di vita. Una volta creato un genere di vita si trasforma in abitudini. Diviene un complesso consolidato di comportamenti. Il paesaggio una combinazione di tratti fisici e umani che conferisce ad un territorio una propria fisionomia. Il paesaggio esprime un equilibrio instabile tra condizioni fisiche e sociali del gruppo umano. Le regioni sono porzioni di spazio dominate da un tipo di paesaggio o una combinazione di tipi. Una regione pu essere composta da pi frammenti di paesaggi geografici diversi.
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la presenza del genere di vita ad imprimere unit a un territorio facendone una regione. Il paesaggio ne costituisce la manifestazione. La regione un territorio plasmato da un determinato genere di vita. Il paesaggio il prodotto della combinazione dinamica di elementi fisico-chimici, biologici e antropici che generano un insieme unico e indissociabile, in evoluzione. Per i geografi della prima met del 900 la regione una dato immediato e vivente. La geografia regionale storicista unarte che si preoccupa di far emergere delle individualit. Ci si rende conto che diventa impossibile abbracciare tutta la realt: si pu descrivere loriginalit umana di una regione in base agli elementi umani e storici, senza compiere un esaustivo studio dellambiente fisico. La critica moderna del concetto storicista (vidaliano) di regione ne ha reso espliciti i presupposti latenti, che ne limitano la portata applicativa. Il modello economico e sociale di riferimento quello di una societ agraria. La regione uno spazio al cui interno si realizza un equilibrio. Il geografo francese Armand Fremont ha proposto nel 1976 una versione aggiornata del paradigma vidaliano. Fremont distingue tre dimensioni dellorganizzazione regionale. La regione un quadro di vita materiale: insediamenti residenziali e produttivi, tipi di uso del suolo, relazioni sociali. La regione come spazio vissuto incorpora le sollecitazioni percettive prodotte dal territorio e dalle sue forme di organizzazione. Lo spazio di vita linsieme dei luoghi frequentati da una persona o da un gruppo sociale. Si possono distinguere diversi tipi di regione: Debole: espressione di uneconomia poco dotata sul piano delle tecniche e poco sviluppata in termini di organizzazione.

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Radicata: espressione delle pi avanzate societ contadine inquadrate da citt politiche e commerciali. I gruppi umani permangono sugli stessi luoghi nel corso dei secoli. Funzionale: organizzazione integrata e standardizzata dovuta ad unindustrializzazione avanzata. Esplosa: prodotta dallindustrializzazione avanzata: luogo di costrizione, alienazione. Tra le espressioni della cultura, la lingua e la religione sono quelle che creano le pi solide comunit sociali e che le differenziano in maniera cos forte da diventare a volte motivo di conflittualit. Ogni gruppo umano elabora la propria cultura attraverso lo scambio delle idee e delle informazioni reso possibile da una lingua comune. Il sistema produttivo ha bisogno di continui scambi di informazioni al suo interno: prezzi, quantitIl sistema funziona meglio se queste informazioni sono comprese e trasmesse celermente. Lo stesso modo di parlare unifica i modi di pensare. Nel periodo tra le due guerre mondiali si pongono le premesse di nuovi orientamenti. Lo sviluppo degli anni Venti e la crisi degli anni trenta impongono allattenzione di tutti i fenomeni della moderna economia industriale. Pionieri come Christaller elaborano un nuovo approccio allo studio delle realt regionali. Nella concezione determinista ad attribuire oggettivit alla regione il substrato fisico. Nella concezione possibilista la regione una combinazione organica tra la cultura di un dato gruppo umano e lambiente fisico. Nella concezione funzionalista la regione larea di irraggiamento di effetti, di attrazioni e diffusione, generati da una concentrazione di elementi dotati di vigore polarizzante. Il funzionalismo un atteggiamento scientifico
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imperniato sullo studio delle funzioni prodotte dagli elementi di una struttura. Nella regione funzionale lunit dello spazio fondata su relazioni dinamiche tra fenomeni appartenenti a luoghi diversi. La teoria della localizzazione industriale aveva considerato le propensioni delle industrie a localizzarsi in determinati punti del territorio in base allubicazione dei fattori produttivi e in base allattrazione esercitata dai mercati di consumo. Lo spazio compreso fra i punti in cui sono ubicati i fattori di produzione e i mercati di consumo forma un campo di variabilit localizzativa. Lo spazio economico costituito da centri da cui emanano forze centrifughe e dove si dirigono le forze centripete. Le economie esterne sono linsieme delle relazioni interindustriali. La polarizzazione il processo mediante il quale la crescita di unattivit economica motrice provoca quella di altre attivit economiche, attraverso il canale delle economie esterne. La regione polarizzata lo spazio organizzato da un insieme di poli economici che stabiliscono relazioni intense con un polo di ordine superiore. Linterrelazione tra funzioni uno degli elementi fondamentali della polarizzazione: fornisce opportunit alle singole attivit, definisce la fisionomia delle economie esterne, d luogo a raggruppamenti, condiziona lintera efficienza. La vocazione principale di una citt quella di essere il punto centrale di un territorio. Le aree gravitazionali poste in essere da localit centrali di ordine inferiore sono contenute in aree gravitazionali di localit centrali di ordine superiore. La regione un complesso di spazi serviti da localit centrali ed integrati in una struttura. LA REGIONE COME SISTEMA COMPLESSO E DINAMICO: lanalisi dei fenomeni di polarizzazione industriale e terziaria, lo studio delle gerarchie e reti urbane si sviluppato negli anni Cinquanta e Sessanta. Ogni
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organizzazione sociale produce una propria orditura regionale e un certo modo di intendere la regione. La regione regionale di Vidal del la Blache era ispirata al paesaggio agrario francese. Lidea funzionalista di regione nasce da una societ che va industrializzandosi e urbanizzandosi nel contesto di uneconomia competitiva di mercato. La regione una realt che emerge dallincontro dellorganizzazione sociale con il territorio. Il miglioramento delle condizioni di vita e sanitarie provoca una forte diminuzione della mortalit che si traduce in unesplosione demografica (retroazione negativa). La crescita cumulativa un insieme di catene di relazioni che investono un gruppo di elementi, provocando una crescita accelerata e uno squilibrio tra la componente considerata e le altre componenti del sistema. Le risorse naturali hanno una localizzazione stabile; le forze del lavoro e i capitali sono espressi da un sistema sociale regionale; le informazione percorrono distanze modulate dalla permeabilit sociale. In ogni sistema chiuso cresce il livello di disorganizzazione e degradazione. Lentropia aumenta irreversibilmente; le sue variazioni sono sempre positive (aumento del disordine). Nei sistemi aperti lentropia pu crescere (degradazione) o pu diminuire (miglioramento). La regione per sua natura possiede un comportamento che si oppone allaccrescimento dellentropia (negentropico): la comunit sociale, infatti, tende a conseguire migliori condizioni di organizzazione del territorio e quindi accrescere lenergia globale del sistema. Quanto pi il livello elevato tanto pi il sistema produce una sinergia, cio unenergia superiore a quella producibile dalla somma delle sue parti isolatamente considerate. Determinati elementi della struttura regionale acquistano peso crescente fino a diventare dominanti nella gerarchia attraverso cui si organizza la regione. un comportamento che produce
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allometria, cio un tasso di crescita degli elementi protagonisti pi forte della crescita dellintero sistema. LEVOLUZIONE STORICA DEGLI SPAZI DI RELAZIONE: Lorganizzazione dello spazio mura radicalmente nel passaggio da uneconomia agro-industriale, in cui lagricoltura contadina assorbe ancora il 40-50% della popolazione attiva, ad uneconomia industriale avanzata. Merita poi unattenzione specifica il ruolo della grande citt. Lo spazio poco differenziato proprio di popolazioni a bassa densit, che vivono in uneconomia di sussistenza. Le densit di popolazione sono molto basse, le tecniche rudimentali, gli scambi assai poveri. La capacit di azione sullambiente ridotta. La debolezza delle tecniche rende difficili i lunghi spostamenti e le comunicazioni a distanza. Gli spazi di residenza, di lavoro, di scambio e di gioco si confondono. La spazio associativo. I luoghi sono spazi che legano gli appartenenti ad un gruppo umano e che appaiono carichi di valori psicologici. I rapporti tra gli uomini e i luoghi sono mutevoli. Il carattere dominante dellorganizzazione regionale la fluidit. La regione fluida implica deboli densit. Il territorio occupato in modo incompleto. Nei casi estremi la natura sembra schiacciare la presenza degli uomini. GLI SPAZI RADICATI DELLE SOCIET CONTADINE A INQUADRAMENTO URBANO: ai diversi generi di vita corrispondono forme assai diverse di popolamento e di organizzazione dello spazio. Nella societ contadina la logica di organizzazione dello spazio si fonda sulladdomesticamento del territorio, lavorato senza sosta. Queste societ attribuiscono una grandissima importanza alla durata (la famigli) e al
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rinnovamento della vita (figliolanza numerosa). Lorganizzazione dello spazio fondata sul radicamento. Sino al 1850 citt e campagne costituivano un sistema in simbiosi: lautoconsumo della popolazione contadina, il mercato urbano. La citt essenzialmente il luogo dove si esercita lautorit. NUOVI RAPPORTI TRA CITT E CAMPAGNE: nella seconda met dellOttocento le campagne di organizzavano in piccole aree di mercato che associavano un certo numero di villaggi ad un borgo, sede di mercato. Nella geografia amministrativa francese questa cellula elementare ha un riconoscimento: il cantone. Tre o pi borghi venivano a loro volta polarizzati da una piccola citt con cui formavano un distretto. Le borghesie di questi poli urbani hanno acquistato terre, lanciato innovazioni agricole, edificato fabbriche. Lorganizzazione regione si fonda su una gerarchia di livelli : il villaggio, il borgo, la piccola citt, la citt media, la metropoli. La citt ha conquistato i suoi immediati dintorni. Le citt divengono poli di sviluppo e lo spazio si articola in regioni gravitanti su una metropoli. Leconomia e la societ urbana impegnano le campagne pi vicine come fa una macchia dolio periferia. Si disseminano le strutture di pubblica utilit che la citt non pu pi contenere: impianti del gas. Ma la periferia ha anche la funziona di produrre derrate fresche e deperibili. Il mercato di rifornimento urbano diventa nazionale o internazionale. LA CITT, PUNTI FOCALI DELLORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO: il lavoro agricolo e pastorale richiede vaste superfici e si esercita allaria aperta. Il lavoro industriale si installa al riparo di un ambiente del tutto condizionato dalla tecnica: la fabbrica. I luoghi di attivit terziaria (negozi, uffici) sono collegati gli uni agli altri. Le teorie economiche dello spazio attribuiscono alla citt un ruolo essenziale nellorganizzazione delle
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regioni. La regione funzionale. Bench enormemente rafforzato negli ultimi due secoli, il ruolo delle citt come centro coordinatore antico e svolge un ruolo privilegiato nella strutturazione dello spazio. La gerarchia delle attivit nella loro ripartizione fra citt grandi, medie e piccole, si basa su quattro variabili interdipendenti: il numero dei punti di vendita e dei servizi, la qualit dei servizi, vincoli interni, rarit di uso dei determinati servizi. Non tutte le citt hanno esattamente le stesse funzioni economiche. Lo sviluppo economico comporta flussi di popolazione, di merci, di informazione che passano per la rete delle citt. La capitale alla testa di tutte le relazioni. GLI SPAZI FUNZIONALI DELLE SOCIET INDUSTRIALI AVANZATE: lo sviluppo industriale comporta non soltanto un enorme incremento della produzione e degli scambi, ma anche una societ di lavoratori-consumatori e imprenditori. Lagricoltura rimane unattivit essenziale. La distribuzione dei lavoratori fra agricoltura, industria e servizi condiziona lintero paesaggio economico e sociale. Il gioco delle forze e dei sistemi economici nel XX secolo i fondamento delle strutture regionali. Anche nelle zone rurali lo spazio si polarizza intorno ai borghi, alle piccole citt, alle citt medie dimensioni. La societ industriale assume come valori primari lefficienza. I mezzi tecnici disponibili divengono sempre pi potenti. La societ industriale ha creato rapporti nuovi fra luoghi, funzioni e uomini. La divisione sociale del lavoro provoca una dissociazione dei luoghi. Mentre la citt divora la regione, la regione si identifica con la citt. Lhabitat si addensato lungo gli assi di comunicazione, serviti da trasporti pubblici o accessibili alla circolazione di massa. La forma di queste espansioni suburbane si modella sul sistema dei trasporti. Nella fascia suburbana sopravvivono solo
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le apparenze della campagna. Il centro non coincide pi con la chiesa, ma con la piazza degli autobus o la stazione ferroviaria. Le citt nuove sono un tentativo di canalizzare la crescita delle grandi regioni urbane mediante la creazione di organismi urbani completi allinterno di una campagna conservata. La campagna vera non la si percorre pi. Lautomobile a disposizione di ogni lavoratore-consumatore conferisce una grande autonomia di spostamento. Per accogliere le seconde case, la campagna deve attrezzarsi alla maniera della citt, con la costruzione di reti di tutti i tipi: la distribuzione dellacqua, la raccolta dei rifiutiLe campagne perdono la loro originalit e latmosfera. Le nuove relazioni modificano lorganizzazione dello spazio. Larea o la regione metropolitana diviene la parte essenziale dello spazio economico. Le alte densit delle regioni urbane spingono i cittadini a cercare in un altrove sempre pi lontano quella libert di spazi e quella qualit ambientale di cui sono stati privati. Grazie alla televisione limmagine diffusa con la parola diventa accessibile a distanze quasi illimitate. Le distanze fisiche sono completamente trasformate. Una nuova lite di viaggiatori percorre il globo. UOMINI E LUOGHI NELLA LUNGA DURATA Vidal de la Blache ha definito la regione come prodotto della lunga durata. Ogni regione di denso e antico popolamento come la Lombardia un immenso deposito di fatiche. IL PESO DELLA STORIA NELLA FORMAZIONE DEGLI SPAZI REGIONALI. IL CASO DELLA LOMBARDIA: la capacit del lavoro umano di trasformare lambiente naturale in spazio ordinato varia
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enormemente con il livello tecnico e organizzativo delle singole societ. La prima vera umanizzazione dello spazio inizia pi di 5'000 anni fa, con la rivoluzione neolitica. La civilt urbana frutto di unacculturazione violente che riorganizza la societ tribale degli Insubri e dei Cenomani. La conquista militare e la penetrazione commerciale e culturale a nord del Po precedono di quasi due secoli lorganica urbanizzazione e pianificazione del territorio dellet di Augusto. Nuovi centri di controllo del territorio (monasteri) sembrano lacerare i quadri territoriali dei municipia romani. La ripresa demografica dei secoli X e XI inizia nelle campagne. Dal XIII secolo agli inizi del XIX il capitalismo mercantile costituisce il livello pi avanzato di organizzazione economica e sociale. Il ritmo del tempo storico accelera bruscamente nei secoli XIX e XX: let delle rivoluzioni industriali. La seconda rivoluzione industriale promuove la regione al rango di area forte dello spazio economico europeo. La terza rivoluzione industriale caratterizzata da brusche inversioni di processi. LA PADANIA CENTRALE NEL MONDO ANTICO: attraverso il processo di neolitizzazione le popolazioni padane acquisiscono le tecniche dellallevamento, della ceramicaDurante il IV millennio gli insediamenti sfruttano nel modo pi idoneo ambienti geografici diversi, utilizzando tecniche costruttive molteplici. Inizia la frequentazione dei laghi prealpini che saranno intensamente abitati soprattutto nellet del bronzo. Nel secondo quarto del III millennio inizia let del rame. Nel II millennio le attivit agricole ricevono un impulso notevole, grazie allapplicazione di tecniche e strumenti nuovi. Si generalizza luso dellaratro. Let del bronzo media e recente (XVI-XII secolo a.C.) si caratterizza per lo sviluppo demografico e i progressi della metallurgia. Nel XII secolo si ha una contrazione demografica.
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La crisi perdura sino allavanzata et del ferro, quando compaiono gli Etruschi. Nellet del ferro la Padania zona di contatto tra unarea culturale mediterranea e una continentale europea. I corrispondenza dellarco alpino e delle vie di comunicazione tra Nord e Sud si formano focolai protostorici di civilt, come la cultura lombardo-piemontese di Golasecca. Il mondo celtico europeo tra la fine del V secolo e linizio del IV secolo appare tutto in movimento: si verificano spostamenti di popoli che coinvolgono anche lItalia. I celti dilagarono in Italia nei primi anni del IV secolo spingendosi fino a Roma. Gli Insubri si fermarono nel territorio dellattuale Lombardia, dove nel 396 cadde Melpum. Verso est i Celti si arrestarono prima dellAdige e non entrarono nelle terre venete. Le citt etrusche decaddero e si spopolarono, tranne quelle situate a ridosso dei veneti, come Mantova. Loccupazione celtica si arrest ai piedi delle Prealpi. La fascia di pianura divenne etnicamente e politicamente celtica. Prima delle bonifiche effettuate dai Romani nel I secolo a.C. la pianura era coperta di paludi a sud, mentre a nord prevalevano i terreni asciutti. Nella Bassa dominava il trasporto per via dacqua e nellalta pianura si era organizzata una rete di piste. Il capoluogo degli Insubri dimostr nel IV-III secolo a.C. una notevole capacit espansionistica. A nord sottomise i Comenses, ad est contese il confine ai Cenomani. I Romani fondarono nel 268 a.C. la colonia militare di Rimini, Cinquanta anni dopo vengono fondate Piacenza e Cremona. I due primi decenni del II secolo a.C. sono la fase culminante delloperazione di conquista. I romani si imbattono nella pianura padana in un mondo nuovo e realizzano una vasta politica di urbanizzazione e di lavori pubblici. I centri urbani a nord del Po vengono ampliati. Nel lungo periodo di pace che va da Augusto al 160 d.C. la
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condizione dellItalia padana quella di una prospera provincia. La classe dirigente composta da magistrati e ufficiali e ha come base economica la media e grande propriet terriera. C lallevamento ovino e la lavorazione della lana. Il III secolo segna la fine della pace imperiale e la rimilitarizzazione della valle padana. A Milano si insediano le amministrazioni imperiali preposte al reclutamento e alla fabbricazione di armi. Nella riorganizzazione dellimpor ad opera di Diocleziano Milano diventa capitale. LA LOMBARDIA MEDIEVALE: oltre che capitale imperiale Milano nel IV secolo metropoli religiosa. Sotto la guida del vescovo Ambrogio la cristianizzazione penetra in profondit nel corpo sociale. Il centro della pieve era costituito dalledificio sacro (basilica e chiesa) e dal battistero. Questo nuovo contesto sociopolitico fece s che venissero formandosi nuovi centri di vita religiosa: le parrocchie. Nel VI secolo le infrastrutture territoriali (canali, strade) e lorganizzazione amministrativa locale sono in piena disgregazione. Comincia a nascere la citt medievale. La citt ritrova anche una vocazione di porto fluviale. Gli abitanti nobili andarono a stabilirsi nelle campagne. Nelle campagne le foreste occupavano immense estensioni di territorio. Nei terreni coltivati il paesaggio agrario era dominato dalla piantata padana: campi inquadrati da filari di olmi a sostegno delle viti. Il tracciato delle strade romane cominciava a scalzarsi. La nuova societ medievale nacque cos sulle rovine della civilt antica. Lincolto si dilata dalle montagne alle pianure. In questo paesaggio regredito e impoverito nascono nuovi centri. LVIII secolo longobardo e let carolingia vedono moltiplicarsi le fondazioni di monasteri e abbazie con lassegnazione di enormi estensioni di boschiNel IX e X secolo il crollo dello stato carolingio e le incursioni

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ungare provocano il fenomeno dellincastellamento. Leconomia viene riorganizzandosi nei secoli VII-IX su basi signorili e curtensi. Nei secoli IX e X si era finalmente instaurato un equilibrio positivo fra popolazione e risorse: il basso livello delle tecniche agricole era compensato dallo scarso numero delle persone da nutrire. La popolazione ricominci a crescere. La crescita demografica rendeva necessario procedere alla estensione della superficie coltivata e alla distruzione dellincolto. I dissodamenti e i disboscamenti che creano il nuovo paesaggio agrario del basso Medioevo si sviluppano nellarco di molti secoli. Aumenta la popolazione, diminuiscono gli spazi incolti. Si ridefinisce in termini nuovi la ripartizione del territorio lombardo in: montagna, zona collinare e di alta pianura, bassa pianura. Milano un grande centro di produzioni realizzate in laboratori artigianali. Si fabbricano ferri di cavallo, armi e armature, lana. C diffusione del commercio milanese. Nella prima met del Duecento c lapertura dei passi del Gottardo e del Sempione. Alla met del Trecento inizia a Milano una trasformazione architettonica: nasce il tipico palazzo milanese a pianta quadrata. Galeazzo Visconti conquistata Pavia nel 1362 trova una citt impoverita e spopolata; fonda lUniversit. Gian Galeazzo inaugura la sua presa di potere con lavvio dei lavori del Duomi di Milano. La peste nera del 1347-50 pone fine alla crescita demografica, ma non si arresta quella commerciale. Si introduce la coltura del riso, del gelso, del lino, allevamento di suini e ovini, aumenta quello dei bovini. CITT E CAMPAGNE NELLETA MODERNA: una forte crescita demografia ed economica aveva caratterizzato la Lombardia sforzesca nella seconda met del Quattrocento. La politica culturale di Ludovico il Moro
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aveva fatto di Milano un polo del primo Rinascimento. I tempi torbidi delle guerre dItalia interrompono questo trend ascendente che riprende con forza nella seconda met del Cinquecento e si prolunga fino alla peste manzoniana. Le campagne lombarde raggiungono un massimo storico di popolazione. Milano una delle grandi metropoli. Il decennio 1620-30 un punto di svolta: rapida perdita dei mercati di esportazione dei manufatti milanese, la Lombardia si ruralizza. Per quattro secoli, dal 1200 al 1600 il grande commercio e le manifatture di esportazione avevano costituito il livello superiore della vita economica lombarda. Nei tre secoli successivi fino allOttocento la Lombardia si riconverte a regione a dominante agricola. Cresce nei villaggi una borghesia rurale e molte produzioni artigiane da Milano si trasferiscono in borghi come Monza, Busto ArsizioMilano comunque nelle mani di privilegiati. Nel Settecento leconomia europea conosce una fase di espansione. Ha unimportanza ancora secondaria lattivit industriale che tuttavia comincia ad apparire con il sorgere a Milano e a Como di alcune fabbriche. La borghesia mercantile e professionistica delle citt si sviluppa con laccrescersi del commercio. Base dellaccumulazione rimane lagricoltura (sistema del grande affitto). Nella bassa ci sono le iniziative di imprenditori capitalistici (aumento della produzione ma peggioramento condizioni dei contadini). Le riforme di Giuseppe II sopprimono i particolarismi locali. Napoleone riporta Milano come capitale. Lamministrazione napoleonica potenzia lapparato burocratico e crea un esercito italiano. LA GRANDE TRASFORMAZIONE DEL XIX E XX SECOLO. UN TARDIVO DECOLLO INDUSTRIALE: la Lombardia aveva gi raggiunto nel 1880 una densit che lItalia ha raggiunto solo nel 1960. Questo aumento
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della popolazione era sostenuto da uneconomia agricolo-commerciale, ricca di capitali, fortemente aperta al mercato, ma i cui prodotti fondamentali erano la seta, i formaggi, il riso. La seta il principale articolo di esportazione. Milano ha la colonia straniera pi importante dItalia, composta da agenti dei setaioli lionesi. Dal 1830 abbiamo mutamenti economici importanti. Le riviste economiche lombarde dedicano una grandissima attenzione alla rivoluzione industriale. Al momento dellUnit, Milano il polo amministrativo e commerciale della pi ricca regione dItalia. uneconomia agricolo-mercantile. Realizzata per decreto lunificazione doganale, la concreta formazione del mercato nazionale richieder alcuni decenni e sar affidata soprattutto relativamente rapida costruzione della rete ferroviaria. Milano diviene la capitale commerciale e finanziaria dellindustria cotoniera. Lindustria urbana milanese diventa la fornitrice dei merciai. La crisi agraria determina una caduta dei profitti e ancora di pi delle rendite agricole. In una prima fase i capitali che abbandonano lagricoltura alimentano soprattutto la speculazione edilizia e finanziaria, ma anche lindustria comincia a richiamare lattenzione. Le fabbriche meccaniche hanno come luogo privilegiato di insediamento non pi le zone rurali popolose ma la grande citt. Un secondo fatto nuovo la fine del monopolio del carbone. Sono cos poste le premesse per lo sviluppo della siderurgia. Il 1908 lanno dellavviato decollo della grande industria milanese (Falk, Breda, galleria del Sempione). La Lombardia ha bruciato in un arco di tempo relativamente breve la transizione attraverso i successivi stadi di sviluppo agricolo-industriale. Anche il regime demografico ha visto succedersi in tre generazioni livelli molto diversi di mortalit. A periodi di prevalente emigrazione (1881-1925) hanno fatto seguito periodi di forte richiamo migratorio dal Veneto e dallItalia meridionale (1925-40,
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1955-70). Progressivo ampliamento e crescente diversificazione della base industriale. Gli anni Cinquanta e Sessanta segneranno una seconda fase di grande espansione industriale. Nella Bassa Lombardia lassetto del territorio ha conservato la tradizionali dicotomia tra poli isolati nella campagna e spazio rurale. La montagna lombarda oggi unarea con caratteristiche insediative ed economiche peculiari. Lo spazio lombardo continua ad essere un mosaico di aree nettamente differenziate per densit di popolamento e dinamismo economico. Milano ha pi volte mutato base economico e struttura sociale alternano o cumulando nelle diverse epoche i ruoli di metropoli religiosa. GLI SPAZI POLITICI E AMMINISTRATIVI Nel linguaggio politico il concetto di regione strettamente associato a quello di Stato. Let moderna e pi ancora let contemporanea sono state caratterizzate da un processo di sempre pi forte competizione fra organismi politici, da cui emerso vincitore sino al 1914 lo Stato europeo occidentale e nella fase successiva lo Stato nordamericano. LORGANIZZAZIONE POLITICA DELLO SPAZIO: lo Stato moderno ha reso possibile un cos intenso impiego di risorse umane, che ogni altro tipo di organizzazione politica stato eliminato. Alcuni Stati hanno forme di organizzazione pi equilibrate e pi efficaci di altri. La capacit di organizzazione e di sviluppo bassa. Individui capaci non sono in grado di realizzare pienamente le loro doti potenziali. Raggruppamenti politici primordiali o temporanei possono funzionare per mezzo di relazioni personale poco organizzate. Per diventare uno Stato, una comunit umana deve stabilizzarsi nello spazio e nel tempo. Soltanto vivendo e lavorando insieme in
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una data area, un gruppo pu sviluppare i modelli di organizzazione essenziali per la costruzione di uno Stato. Citt e Stati hanno ben presto preso coscienza di quanto fosse necessario avere rapporti reciproci. Gli Stati si sono a lungo concentrati sulla guerra, lasciando quasi tutte le attivit rimanenti ad altre organizzazioni. Gli Stati che traevano le loro risorse dai tributi erano strutture opprimenti e violente, ma al tempo stesso deboli rispetto agli Stati territoriali. Gli imperi sono militarmente forti, ma riescono a coinvolgere solo una piccola parte dei loro abitanti nel processo politico. Le attivit politiche sono di carattere militare e fiscale, senza pretesa di controllo degli altri aspetti della vita sociale. Le citt-stato fanno un uso dei loro abitanti di gran lunga pi efficace: tutti i cittadini partecipano attivamente. Sono Stati territoriali quelli che governano regioni geograficamente contigue per mezzo di strutture centralizzate. Negli ultimi secoli gli Stati territoriali hanno sempre pi occupato la scena mondiale. Popolazione che non sono organizzate in Stati rivendicano il diritto allindipendenza. LEuropa non pu essere linsieme delle sue regioni. Pu essere solo linsieme dei suoi Stati nazionali. La popolazione di un determinato Stato ha in comune qualit che ne fanno una collettivit (popolo, nazione). Il senso nazionale il risultato della fruizione, da parte di unampia popolazione. Unidentit nazionale, una lingua comunque facilita le comunicazioni. La costituzione dello Stato (lo Stato territoriale moderno) precede la costituzione della nazione. Lo Stato nazionale il modello di organizzazione politica che ha creato la potenza e la capacit di espansione dellEuropa. Gli Stati formano sistemi di reciproche interazioni: dal momento che nascono da competizioni per il controllo del territorio e della popolazione essi appaiono sulla scena a gruppi.

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I compiti del potere politico sono: eliminare il ricorso alla violenza, difendere una societ. Il potere politico aspira al monopolio dei mezzi di coercizione nella societ. Lobbedienza detta solo dalla paura instabile ed avara. Da qui lautorit. Il potere di comprimere o annullare lesistenza altrui il nocciolo duro del potere politico. Il potere politico efficace gode di una netta supremazia rispetto ad altre forme di potere (economico, religioso, culturale). Questi due compiti possono essere svolti male: una certa gestione del potere pu generare proprio quel disordine che pretende di voler arginare. Per Hobbes nella natura degli esseri umani la propensione alla violenza e allinganno. La dimensione orizzontale data dal convergere dei cittadini in luoghi e occasioni. Il potere coercitivo interviene poi a rendere vincolante lesistenza sociale e difendere lesistenza della collettivit. La politica un presupposto della morale privata. DALLA FRAMMENTAZIONE FEUDALE ALLO STATO TERRITORIALE: gli stati europei che emergono dopo il 1100 sono abbastanza estesi e potenti da sopravvivere. Su tutta la terra si imporr il modello europeo di Stato. NellEuropa occidentale dei secoli dal V al VII, i regni germanici avevano un basso grado di continuit nel tempo e di stabilit nello spazio. Il re esisteva per affrontare le situazioni di emergenza. Il regno franco dellVIII e IX secolo e il regno anglosassone del X e XI secolo si fissarono sul territorio e durarono. Il re assume una responsabilit generale nel mantenere la pace e rendere giustizia. Gli interessi e i legami di fedelt erano essenzialmente locali. Gli ufficiali regi tendevano a divenire capi di comunit locali autonome, piuttosto che agenti dellautorit centrale. La loro autorit fu a sua volta erosa da visconti e castellani. Questa frammentazione del potere politico un aspetto qualificante del feudalesimo. NellEuropa cristiana molti
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avevano scarsi contatti con la Chiesa. Dopo il 1000 i principali regni sopravvissuti alle bufere del IX e X secolo (regno dInghilterra, dei franchi orientali) divennero la matrice di spazi politici capaci di mantenere elementi di continuit nellevoluzione dei secoli successivi. Maggiore sicurezza e controlli pi stretti aumentavano le rendite del sovrano. In molte signorie feudali si svilupp un forte sentimento di fedelt verso il signore. Nei secoli XI e XII nellEuropa occidentale aumentarono la produzione agricola, la popolazione, il commercio con terre lontane. Gli uomini si interessarono maggiormente sia alla religione che alla politica. I due poteri, temporale e religioso, si erano sovrapposti. Il movimento riformatore premeva per lindipendenza delle autorit temporali e una centralizzazione della Chiesa sotto lautorit del papa. La lotta per le investiture iniziata da Gregorio VII ebbe conseguenze non previste: la Chiesa indirettamente costrinse la cultura della cristianit ad elaborare una nuova concezione del potere politico. Il concetto gregoriano della Chiesa implicava linvenzione del concetto di Stato. LEuropa occidentale assunse un assetto multistatuale. I re non condividevano pi la responsabilit della guida e del governo della Chiesa. Durante il XII secolo vi fu un rapido incremento nel numero di uomini colti. La supremazia teorica del sovrano divenne sempre pi effettiva. Furono create istituzioni permanenti per la giustizia, le tasse. Le unit politiche pi importanti furono Milano, Venezia, Firenze. Cos lInghilterra e la Francia svilupparono i modelli statali europei di pi larga influenza. Lidea di rappresentanza una delle grandi scoperte dei governi medievali. In Inghilterra dopo il 1260 il re consultava i sudditi convocando un Parlamento, manca la burocrazia e lamministrazione locale era affidata a notabili non retribuiti. Filippo Augusto sottraendo al re inglese e annettendo al dominio regio molte province
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dellOvest fu il vero fondatore del regno di Francia. La Francia era uno Stato mosaico (province autonome). I secoli XIV e XV furono difficili: depressione economica, instabilit politica. LInghilterra conquist il Galles, ma non la Scozia. La Francia annett la Guienna e la Bretagna, ma non le Fiandre. Lespansione economica riprese nella seconda met del Quattrocento. Il successo dello Stato del XVI secolo deriva dal ritorno alla cooperazione fra governanti e sudditi. Gli Stati moderni del Cinquecento legiferavano di pi e la loro legislazione toccava una gamma di attivit pi vasta rispetto agli Stati medievali. Gli stati europei seguirono percorsi evolutivi diversi (coercitivo, capitalista, misto). Si affermano corpi costituiti di vario genere: la nobilt, enti ecclesiastici, associazioni di mestiereI ceti possiedono e gestiscono risorse e facolt di governo. Il sistema di governo basato sui ceti operava sullo sfondo di una tradizione secolare (di matrice feudale). Lo stato assolutista si costituisce nel XVI e XVII secolo operando su due fronti: verso lalto contro ogni autorit sovranazionale e verso il basso contro la dispersione delle prerogative politiche che il sistema cetuale di governo aveva ereditato da quello feudale. La fedelt personale al sovrano raggiunse il culmine nella dottrina del diritto divino. Lo Stato assolutista con gli intendenti sovrappone ai poteri autonomi locali una rete di funzionari. Nello Stato di polizia che si afferma in Prussia nel Settecento e nellimpero asburgico con Maria Teresa e Giuseppe II il sovrano si fa carico di promuovere lo sviluppo del paese per il benessere della popolazione. Della Statistica, intesa come arte del buon governo, diventa componente importante laritmetica politica: la raccolta sistematica di informazioni sulle strutture demografiche e le attivit economiche di ogni provincia.

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LO STATO LIBERAL-DEMOCRATICO: nel XVIII secolo gli Stati che si facevano guerra divennero sempre pi popolosi e ricchi. La guerra continu a cambiare. I monarchi assolutisti tentarono prima di ridurre e poi di eliminare i vincoli imposti al prelievo fiscale dal sistema di governo fondato sui ceti. In Inghilterra il tentativo fall e la sovranit pass, gi nel 1690, dal re al Parlamento. In Francia lassolutismo si afferm tra 1650 e 1750 per poi controllare sotto il peso della bancarotta provocata dalle due guerre con lInghilterra del 1756-63 e 1778-83. Nella Prussia e nellAustria strutture autoritarie di governo trovarono un compromesso con le rappresentanze dei ceti medi e popolari. Sconfitti nel 1918 i regimi autoritari di Germania, Austria e Ungheria si ricostituirono negli anni Trenta per essere poi spazzati via dalla seconda guerra mondiale. In Russia la tradizione autocratica supera ogni crisi. Nel 1917 sostituisce alla religione ortodosso il marxismo come ideologia di Stato e alla nobilt un nuovo ceto privilegiato, la nomenklatura, di estrazione popolare e piccolo-borghese. Nel 1985 il sistema tenta una riforma dallalto, che fallisce provocando la disgregazione territoriale, una crisi il cui sbocco allinizio del 1994. La crescita economica del Settecento rafforza la fiducia nelle capacit di sviluppo e autoregolazione della societ. La teoria liberale opera uninversione del rapporto: lo Stato uno strumento dello sviluppo della societ un governo temperato che risponde ad un Parlamento. Le rivoluzioni americana e francese promossero la causa del governo rappresentativo. (processo elettorale). La nazione la sede della sovranit. La costituzionalizzazione del processo politico cominci in seguito a produrre effetti positivi anche per altri gruppi sociali, grazie allampliamento e al rafforzamento della sfera pubblica che ne risultava. Lindustrializzazione,
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lurbanizzazione, lalfabetizzazione permettevano ad un numero crescente di individui di entrare in contatto al di fuori del contesto della famiglia e del vicinato e di determinare quali interesse avessero in comune. Lingresso nella politica di masse popolari sempre pi vaste poteva venire promosso e gestito solo da partiti organizzati. Questi vennero creati e diretti da un personale politico di tipo nuovo: professionisti e imprenditori. I componenti del nuovo personale politico dei partiti di massa erano per lo pi costretti dalla propria posizione economico-sociale a ricavare il loro reddito dalla politica. Il processo di democratizzazione avr cos leffetto indesiderato di scatenare dopo il 1960 unavida caccia al successo. Nel XX secolo compito dei governi nazionali assicurare investimenti adeguati che rafforzino la base industriale. Esiste un legame forte tra la democrazia e il benessere. La modernizzazione ha rafforzato la razionalit della societ. Leconomia moderna ha comportato il distacco spaziale e istituzionale dellambiente domestico da quello produttivo. Sul mercato, la determinazione dei prezzi il prodotto automatico di processi puramente economici. La modernizzazione economica ha avviato un processo accelerato di innovazione produttiva e unespansione massiccia delle possibilit di consumo delle masse popolari. La portata crescente dellazione statale il principale meccanismo integrativo delle societ moderne. Nella democrazie liberale la sfera pubblica si traduce in ordinamenti e pratiche sociali che consentono ai cittadini di discorrere apertamente in merito ad affari pubblici. Le chiese, le organizzazioni religiose costituiscono uno dei tipi pi antichi e ancora oggi efficace di rete a vasto raggio di produzione e diffusione capillare di messaggi culturali. La propriet privata dei mezzi di produzione crea allinterno della societ un reticolo di punti di autonomia, di immunit da interferenze da
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parte dello Stato. Lazione amministrativa quasi sempre preleva nuove risorse, assume nuovo personale, si articola in nuovi enti. Lo Stato si compenetra con il corpo sociale. Le richieste provenienti dal corpo sociale sono molteplici. Il processo elettorale determina la composizione del Parlamento. Le pubbliche amministrazioni hanno rapporti privilegiati con ambienti non statali. Ne risultano privilegiate le parti sociali a cui concesso partecipare. Prevalgono gli interessi organizzati i cui esponenti hanno in comune con le lite amministrative lestrazione sociale, la mentalit, il linguaggio, le preferenze. Lintervento pubblico in economia stato esaltato da alcuni come benefico. GLOBALIZZAZIONE E LOCALISMI: la crisi dello Stato democraticoliberale ha molteplici aspetti. Due sono connessi ai temi che trattiamo: limpatto della mondializzazione sullo Stato nazionale, la vitalit dei localismi. La met del XX secolo un punto di svolta nella storia del mondo: lEuropa perde i suoi caratteri di sistema autoregolato di Stati sia i suoi privilegi di centro del sistema globale. Una serie di sistemi regionali di Stati sovrani copre ormai tutto il pianeta. La maggior parte dei processi sociali, culturali ed economici si svolge entro unit territorialmente delimitate. Quando le attivit che valicano le frontiere tra gli stati sono controllate da accordi interstatali, solo in un senso debole del termine si pu parlare di societ mondiale. Il territorio costituisce per lo Stato la base fisica della sua identit. Gli Stati competono gli uni con gli altri per indurre le imprese multinazionali a fare investimenti sul proprio territorio. Lindustria culturale con basi negli USA, contribuisce a formare i quadri mentali degli individui. Attraverso il controllo dellimmaginario e dellinformazione i centri di potere economico che hanno investito nei media hanno acquisito anche un potere normativo. Dal 1945 gli

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Stati hanno cercato di ridefinire se stessi facendo valere i loro compiti non militari. Nel XIX secolo la spazio nazionale il risultato di una suddivisione di primo ordine della superficie terrestre. Larticolazione di uno Stato in regione, la regionalizzazione, pu avvenire in due modi. Si ha regionalizzazione dal basso quando porzioni di territorio dotate di individualit geografica, storica, culturale, rivendicano ampi spazi di autonomia nella gestione degli affari locali ed ottengono il riconoscimento di tali rivendicazioni da parte del governo centrale. Si ha una regionalizzazione dallalto quando il governo centrale a suddividere il territorio statale in regioni. La rete delle provincie rappresenta un caso di regionalizzazione dallalto. I liberali rivendicano alle comunit locali ampi spazi di autonomia e di autogoverno. Alla fine degli anni Cinquanta e allinizio degli anni Sessanta il regionalismo rinasce in forma rinnovata. La regione diviene lo strumento con cui intervenire sui problemi. Nelle aree forti che attirano popolazione e investimenti la regione deve frenare i fenomeni di gigantismo. Nelle aree di esodo le aree deboli che subiscono le conseguenze della forza di attrazione delle aree forti occorre provvedere con opportuni interventi alla rianimazione della vita economica locale. La regione funzionali una porzione della superficie terrestre le cui parti sono collegate da flussi di relazioni. Le grandi citt sono quindi i nodi intorno ai quali si coagulano le regioni funzionai e si organizza la circolazione delle merci.

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